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Visualizza Versione Completa : Realizzare la società multirazziale come risposta al Melting Pot



Colonna
25-04-09, 11:11
L’ipocrisia e la retorica degli artefici della cosiddetta “società multirazziale” è ormai nota a un gran numero di nostri concittadini, ai quali non sfuggono (poiché reali) i numerosi problemi generati dall’arrivo di gruppi o comunità extra-europee nel nostro Paese, indipendentemente dalla regolarità dell’ingresso nella Comunità Europea. Gran parte degli scompensi di cui i media spesso tacciono volentieri, dalle scuole – dove l’inserimento è spesso difficile – all’assegnazione delle case popolari, si verificano perché vi è una integrazione forzata per ragioni di carattere economico – politico, che generano inevitabilmente competizione e xenofobia, anche tra diverse comunità straniere presenti sul territorio. Se la competizione è alla base del mercato (concorrenza) la si può tranquillamente traslare anche sul piano razziale, creando la guerra tra poveri - nell’ambito del mercato del lavoro così come nell’assistenza pubblica ecc. Allora esiste sul serio questa magnifica società multirazziale, così come presentata nelle “Pubblicità Progresso” e nelle dichiarazioni dei nostri politici? No! E’ tutta finzione, pubblicità ingannevole, falso , artifizio. In primis perché ciò che si vuole realizzare non è una società multirazziale, poiché il termine Multi(+)razziale indica la coesistenza di più razze con caratteri propri e ben distinguibili, ma la presunzione di poter edificare la distruzione, il “Pasticcio”, il Melting Pot. Il sacrificio, in nome dell’eguaglianza e del progresso, di popoli e culture preesistenti all’avvento della modernità, necessario per realizzare la base numerica/umana vitale per collocare il medesimo prodotto a New York o al Cairo, e disporre della medesima forza-lavoro priva di coscienza sia a Milano che a Tokio. E’ il Mondialismo. Non qualcosa di etereo, impalpabile, ma una serie di processi reali che la politica recepisce da diversi centri di potere* e applica attraverso il proprio personale tecnico-amministrativo. Un esempio è il principio di sostituzione necessario per introdurre l’inclusione monoculturale . Nel nostro caso, è stata pianificata (ed è in atto) la sostituzione del popolo italiano con una serie di individui privi di identità, ma devoti all’anglofilia e al sogno americano. Le distinzioni cadono sotto il peso degli ipermercati, delle discoteche e delle multinazionali, della “civilizzazione occidentale”. Sicché anche l’africano che vive in Italia potrà considerarsi a pieno titolo un occidentale, tanto quanto il suo vicino italiota, poiché entrambi si esprimono e si comportano non più come europei o africani, ma come dei perfetti cazzoni americani. Esistono logicamente, come già detto, ostacoli e scompensi, perché la prassi non necessariamente quadra come la teoria, entrano in gioco altri fattori (come ad esempio, la crisi economica e l’eclissi dell’egemonia statunitense) e la situazione può sfuggire di mano. Intanto i mass media, continuano a convincerci della bontà nel dovere di accogliere un numero sempre maggiore di stranieri e di quanto siano bravi quest’ultimi a invertire i tassi di natalità, di quanto sono civili gli Stati Uniti a eleggere un afro-americano e di altre favole mondialiste.
Noi crediamo nella realizzazione di una società multi-razziale, dove lo Stato ponga come fondamento della sua stessa esistenza, la preservazione dell’identità nazionale (che significa anche STOP all’immigrazione selvaggia) e contemporaneamente di quelle comunità etniche extra/europee stanziate sul nostro territorio, evitando squilibri e fasulle integrazioni, così da valorizzare il contributo reale che queste apportano alla nostra Nazione. Preservare l’identità e la sovranità, poiché all’origine di ogni malessere vi è la presenza soffocante degli USA e del loro paradigma culturale, che impediscono la risoluzione di qualsiasi questione di natura politica e sociale.

Anton Hanga
25-04-09, 12:51
Piu' che societa' multirazziale userei il termine "comunitaria" o ancora meglio quello di comunita' imperiale. Multirazziale e' il termine che usano i fautori del melting pot.

Colonna
25-04-09, 13:09
Piu' che societa' multirazziale userei il termine "comunitaria" o ancora meglio quello di comunita' imperiale. Multirazziale e' il termine che usano i fautori del melting pot.

era proprio la contraddizione tra il significato del termine "multirazziale" e "meltingpot" che volevo sottolineare.

Spetaktor
25-04-09, 13:12
"multirazziale" significa "tante razze", non "monorazza" come voglioni i fautori del meltingpot

Colonna
25-04-09, 13:13
"multirazziale" significa "tante razze", non "monorazza" come voglioni i fautori del meltingpot

Infatti credo di aver chiarito questo o no?

Anton Hanga
25-04-09, 14:25
"multirazziale" significa "tante razze", non "monorazza" come voglioni i fautori del meltingpot

Si si lo so. E' un po' come rigirare l'accusa di "antisemitismo" sugli stessi sionisti, in quanto sterminatori di popolazioni semite (gli arabi).
Giusto far rilevare le contraddizioni terminologiche insite nel mondialismo. :giagia:

DharmaRaja
25-04-09, 17:24
Concordo anch'io sull'appropriazione del termine "multirazziale" (come già adottato dal Fronte Nazionale negli anni 90) di contro alla società "unirazziale" che alla lunga sarà inevitabile si crei a forza di commistioni fra europei autoctoni e comunità immigrate. L'aspirazione dei new-global (e dei loro omologhi nelle alte sfere) per una società 'multicolore' e 'multiculturale' à la Benetton è tale solo in virtù di un egualitarismo livellante e relativizzante che fisiologicamente prelude alla grigia e uniforme melma che ne verrà fuori. Loro elogiano quel 'multi' nel segno dell'unità e malgrado l'esser 'multi', laddove adottando il termine con maggior coerenza il 'multi' va elogiato proprio in quanto tale e con la speranza che resti tale, e va da sé che stipando di tutto e di più in uno stesso territorio il meticciato non potrà che cancellare ogni specificità. "Pathos della distanza" quindi, e senza che questo crei nessuno 'scontro di civiltà'.

Colonna
25-04-09, 23:47
Concordo anch'io sull'appropriazione del termine "multirazziale" (come già adottato dal Fronte Nazionale negli anni 90) di contro alla società "unirazziale" che alla lunga sarà inevitabile si crei a forza di commistioni fra europei autoctoni e comunità immigrate. L'aspirazione dei new-global (e dei loro omologhi nelle alte sfere) per una società 'multicolore' e 'multiculturale' à la Benetton è tale solo in virtù di un egualitarismo livellante e relativizzante che fisiologicamente prelude alla grigia e uniforme melma che ne verrà fuori. Loro elogiano quel 'multi' nel segno dell'unità e malgrado l'esser 'multi', laddove adottando il termine con maggior coerenza il 'multi' va elogiato proprio in quanto tale e con la speranza che resti tale, e va da sé che stipando di tutto e di più in uno stesso territorio il meticciato non potrà che cancellare ogni specificità. "Pathos della distanza" quindi, e senza che questo crei nessuno 'scontro di civiltà'.

Condvido.

carlomartello
26-04-09, 00:38
La devono realizzare anche loro la società multirazziale o solo noi dobbiamo svendere spazio agli ospiti extraeuropei?

Poi parlare di plurietnicismo e pluriculturalismo porta solo vantaggi a loro, perché fanno più figli e ci conquistano con la demografia.

Se poi ci configuriamo nelle specifiche realtà extraeuropee a cominciare dall'islam cosiddetto italiano, capiamo subito che la differenza tra melting pot e multietnicismo fondato sulla separazione come inteso da Ioseb non esiste e non esisterà mai.

Sono le solite due posizioni, l'assimilazionismo dei liberali fondato sull'odio delle altre culture e il multiculturalismo della sinistra (e dell'estrema destra filo-islamica?) fondato sull'eccessivo rispetto che sconfina nell'infatuazione per le altre culture.
Al centro di questi due estremi opposti c'è l'identitarismo e la giusta e naturale difesa del nostro diritto di restare padroni a casa nostra.


carlomartello

carlomartello
26-04-09, 00:56
Concordo anch'io sull'appropriazione del termine "multirazziale" (come già adottato dal Fronte Nazionale negli anni 90) di contro alla società "unirazziale" che alla lunga sarà inevitabile si crei a forza di commistioni fra europei autoctoni e comunità immigrate. L'aspirazione dei new-global (e dei loro omologhi nelle alte sfere) per una società 'multicolore' e 'multiculturale' à la Benetton è tale solo in virtù di un egualitarismo livellante e relativizzante che fisiologicamente prelude alla grigia e uniforme melma che ne verrà fuori. Loro elogiano quel 'multi' nel segno dell'unità e malgrado l'esser 'multi', laddove adottando il termine con maggior coerenza il 'multi' va elogiato proprio in quanto tale e con la speranza che resti tale, e va da sé che stipando di tutto e di più in uno stesso territorio il meticciato non potrà che cancellare ogni specificità. "Pathos della distanza" quindi, e senza che questo crei nessuno 'scontro di civiltà'.
Il problema è che invece Erdogan o il Re del Marocco condannano l'assimilazione dei loro perché alla fine assimileranno noi.
Loro sanno chi sono e non hanno dubbi, come dimostrano nel trattamento delle proprie minoranze sahariane-occidentali, berbere, curde o armene.

carlomartello

Colonna
26-04-09, 09:18
La devono realizzare anche loro la società multirazziale o solo noi dobbiamo svendere spazio agli ospiti extraeuropei?

Poi parlare di plurietnicismo e pluriculturalismo porta solo vantaggi a loro, perché fanno più figli e ci conquistano con la demografia.

Se poi ci configuriamo nelle specifiche realtà extraeuropee a cominciare dall'islam cosiddetto italiano, capiamo subito che la differenza tra melting pot e multietnicismo fondato sulla separazione come inteso da Ioseb non esiste e non esisterà mai.

Sono le solite due posizioni, l'assimilazionismo dei liberali fondato sull'odio delle altre culture e il multiculturalismo della sinistra (e dell'estrema destra filo-islamica?) fondato sull'eccessivo rispetto che sconfina nell'infatuazione per le altre culture.
Al centro di questi due estremi opposti c'è l'identitarismo e la giusta e naturale difesa del nostro diritto di restare padroni a casa nostra.


carlomartello


Confondi "pars destruens" con "pars construens". La questione demografica, lo squilibrio tra il tasso di natalità delle genti italiche e dei non europei, si verifica oggi in un contesto assimilazionista (o meglio di tentato assimilazionismo), dove non esistono nè strutture di controllo efficienti per bloccare l'ingresso di persone, nè incentivi da parte dell'autorità a finanziare la difesa della stirpe (ossia a incentivare la ripresa delle nascite). Viviamo nel caos totale, ed è a questo che bisogna rimediare. Detto ciò, attuare misure di rimpatrio forzato (salvo stranieri che hanno commesso reati penali ed amministrativi nel nostro territorio) porterebbe all'acuirsi delle tensioni internazionali, mentre il blocco degli ingressi, il controllo capillare alle frontiere, la limitazione della corruzione, significa far valere la sovranità dello Stato (legittima). Coloro che decidono di rimanere nel nostro territorio devono essere organizzati e sottoposti al ferreo controllo dalle Istituzioni (comprese le nascite), deve essere disincentivata la commistione, ma garantita la libertà di culto (salvo le sette millenariste che raccolgono adepti tra le genti del centro-Africa) e il diritto al lavoro. Tutto ciò con l'infatuazione per altre culture e con l'idiozia della sinistra non c'entra nulla, lo sai perfettamente. Per cui evita polemiche inutili.

Unghern Kahn
01-08-09, 18:12
Confondi "pars destruens" con "pars construens". La questione demografica, lo squilibrio tra il tasso di natalità delle genti italiche e dei non europei, si verifica oggi in un contesto assimilazionista (o meglio di tentato assimilazionismo), dove non esistono nè strutture di controllo efficienti per bloccare l'ingresso di persone, nè incentivi da parte dell'autorità a finanziare la difesa della stirpe (ossia a incentivare la ripresa delle nascite). Viviamo nel caos totale, ed è a questo che bisogna rimediare. Detto ciò, attuare misure di rimpatrio forzato (salvo stranieri che hanno commesso reati penali ed amministrativi nel nostro territorio) porterebbe all'acuirsi delle tensioni internazionali, mentre il blocco degli ingressi, il controllo capillare alle frontiere, la limitazione della corruzione, significa far valere la sovranità dello Stato (legittima). Coloro che decidono di rimanere nel nostro territorio devono essere organizzati e sottoposti al ferreo controllo dalle Istituzioni (comprese le nascite), deve essere disincentivata la commistione, ma garantita la libertà di culto (salvo le sette millenariste che raccolgono adepti tra le genti del centro-Africa) e il diritto al lavoro. Tutto ciò con l'infatuazione per altre culture e con l'idiozia della sinistra non c'entra nulla, lo sai perfettamente. Per cui evita polemiche inutili.




Interessante. Mi sembra una proposta rivoluzionaria e innovativa. Sicuramente non scontata. Difficile probabilmente da gestire e da far comprendere alle masse ma sicuramente elimina facili incomprensioni. Ottimo.