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Cenerentola82
29-11-05, 17:59
CR: Autonomie locali, approvato articolo 7 Data: 29/11/2005 Ora: 11:30
(ACON) Trieste, 29 nov - RC - Il Consiglio regionale ha iniziato i suoi lavori accantonando l'articolo 6 bis proposto da Roberto Molinaro (UDC) e Maurizio Salvador (Misto) sulla valorizzazione del territorio dei piccoli Comuni e accogliendo, senza modifiche, l'articolo 7 (autonomia dei Comuni e delle Province) del disegno di legge sul sistema Regione-Autonomie locali la cui approvazione, da parte dell'Aula, era iniziata giovedì scorso.

CR: Autonomie locali, approvate le città metropolitane Data: 29/11/2005 Ora: 15:24
(ACON) Trieste, 29 nov - RC - L'Aula ha terminato la votazione del disegno di legge sul sistema Regione-Autonomie locali approvando a maggioranza l'articolo 8 sulle città metropolitane.
La Casa delle Libertà, Panontin e Salvador del Gruppo Misto si sono opposti con il diessino Gherghetta e la Zorzini del PDCI, i quali si dicevano da sempre contrari alla loro previsione. Favorevole il resto del centro-sinistra e il presidente della Regione, Illy.

Commenti:

Citt: Paselli, nuove opportunità dalle città metropolitaneData: 29/11/2005 Ora: 16:45

(ACON) Trieste, 29 nov - COM/AB - Giudica positivamente Maurizio Paselli (Citt), relatore di maggioranza del disegno di legge sul sistema Regione-Autonomie locali, l'approvazione dell'articolo 8 che offre la possibilità di istituire la città metropolitana.

'Uno strumento di autonomia - ha detto - previsto dalla Statuto regionale e con esso coerente. La città metropolitana offre una nuova opportunità di autonomia del territorio dando riconoscimento storico e geografico al triestino. Trieste ha una propria specificità e la previsione della città metropolitana ben si adatta alla città vista una quasi totale coincidenza tra città vera e propria e provincia'.

'La città metropolitana - ha sottolineato - nulla toglierebbe al Friuli e all'Isontino, né costituirebbe un pericolo. Da isontino, credo che la legge offra molte occasioni per far sì che questo territorio possa ritrovare una propria progettualità all'interno della regione. Giudico il provvedimento nel suo complesso particolarmente significativo perché saranno le comunità e i cittadini a dover trovare un senso per stare insieme: l'intero processo di riordino, infatti, ha il cittadino come punto di riferimento, per essere protagonisti del proprio sviluppo, esaltando l'autonomia dei singoli territori, ma in una visione d'insieme'.

'La legge vuole costruire un sistema Regione - Enti locali e non aprire anacronistiche guerre tra territori. La Regione deve essere competitiva verso l'esterno e non litigiosa al suo interno. L'obiettivo finale è quello di dare migliori servizi al cittadino, dichiarati in carte di servizio trasparenti e perciò valutabili, creando meccanismi virtuosi di valutazione dell'efficienza, efficacia ed economicità dell'azione amministrativa, rendendo in tal modo gli Enti Locali attori positivi di sviluppo ed elevando la competitività del sistema Regione'.

Liberalix
29-11-05, 19:54
Gli Isontini sono parenti dei Natisoniani e Tagliamentini?...

Mitteleuropeo
30-11-05, 00:14
Gli Isontini sono parenti dei Natisoniani e Tagliamentini?...

* Francamente, io gli "Isontini" non li ho mai capiti, e te lo dice uno che viene per il 50% dalla zona tra Gradisca e Cormòns.
A Cormòns, si chiamano semplicemente "Bisiachi", con reciproco disprezzo. A Gorizia, dove credo sia il fulcro di quelli che si definiscono "Isontini", circolano strane teorie, secondo cui tali sono i "Giuliani" (anche mai capito chi siano) di civiltà Austroungarica, a Monfalcone, per me il posto più osceno della Regione, gli Isontini sono i Goriziani e loro sono fieri di essere Bisiachi e odiano sia Triestini che Friulani.
Prendi l' Isontino più celebre, Isaia Ascoli: fondò la Filologiche Furlane e scrisse che il Friulano era un dialetto veneto :ù . Inoltre scrisse nel suddetto inno un testo assurdo, in pieno contrasto con quello che aveva appena fondato:

Che tu vadis, Marilenghe,
serie e sclete si Dio ùl,
che tu slargis la to tende
su la C'jargne e sul Friul.

E la nestre c'jare lenghe
va das monts fin al Timaf!
Rome dìs la so liende
sul confìn todèsc a sclàf

Quindi negava completamente l' esistenza sia degli Isontini che della marilenghe, per il cui sostegno aveva fondato la sua società.

Mah, Isaia? Ascoli? Sentin la spusse? :-01#40

Cenerentola82
01-12-05, 10:50
Ieri sera su Antenna 9, nella trasmissione sponsorizzata da Panto era presente tra gli altri il Pres della prov di TS Scocimarro che ha annunciato in via ufficiosa l'intanzione di raccogliere le firme (almeno 5000) per indire il referendum per l'istituzione della prov AUTONOMA di Trieste. Sembra che con questa nuova legge elettorale regionale sia possibile.
Ma forse è solo una proposta in vista della campagna elettorale per beccarsi un po' di voti che andrebbero agli autonomisti di Rovis & co. Vedremo come evolve.
Il senso del commento del friulano presente (non mi ricordo il nome) è stato "Non potete spezzare una regione che è già piccola di suo"

Mitteleuropeo
01-12-05, 12:47
referendum per l'istituzione della prov AUTONOMA di Trieste. Sembra che con questa nuova legge elettorale regionale sia possibile.
Ma forse è solo una proposta in vista della campagna elettorale per beccarsi un po' di voti che andrebbero agli autonomisti di Rovis & co. Vedremo come evolve.
Il senso del commento del friulano presente (non mi ricordo il nome) è stato "Non potete spezzare una regione che è già piccola di suo"

* Penso anch'io che sia una proposta elettorale. Io vedo il partito di Rovis & Co come l' ennesima lista degli sfigati che si aggrappano a "porto e autonomia", come aggiunge Rovis "ma saldamente ancorata all' Italia".
Dato che entrambi pescano a destra e tra gli Esuli, sono in diretta concorrenza.
Mi sembra che il commento sulla regione piccola che non si deve spezzare abbia molto senso, è esattamente quello che penso io. Con la "città metropolitana" e lasciando Monfalcone a GO si risolverebbe il problema. Certo che Dolina aggregata a GO sarebbe un mostro, ma ci sarà pure una legge regionale che permetta di evitarlo...

Cenerentola82
01-12-05, 12:51
Da quanto ho capito Dolina e Muggia o fanno parte dell'area metropolitana di Trieste oppure non si fa l'area metropolitana. Non possono passare a Gorizia perchè non c'è continuità territoriale. E non possono creare una nuova provincia.
Duino Aurisina, Sgonico e Monrupino invece eventualmente potrebbero passare a Gorizia.
Comunque per me l'area metropolitana di Trieste ha senso se c'è dentro tutta la provincia + l'area di Monfalcone Ronchi e Staranzano.
E non considero neanche l'unità regionale un dogma di fede. Se non si riesce a convivere, piuttosto che litigare per ogni cosa, meglio il divorzio. Magari si resta comunque amici.

Mitteleuropeo
01-12-05, 14:39
Comunque per me l'area metropolitana di Trieste ha senso se c'è dentro tutta la provincia + l'area di Monfalcone Ronchi e Staranzano.
E non considero neanche l'unità regionale un dogma di fede. Se non si riesce a convivere, piuttosto che litigare per ogni cosa, meglio il divorzio. Magari si resta comunque amici.

* Io su Monfalcone ho qualche perplessità, che preferisco non scrivere a chiare lettere. Per accennare: se si trattasse del Sudtirolo, il problema si chiamerebbe "proporzionale etnica" a danno degli autoctoni.

In quanto all' unità della Regione, se TS diventa città metropolitana in un' Euroregione, il problema non si pone più per TS, ma si pone per GO, che avrebbe difficoltà a sopravvivere da sola e senza Monfalcone.

Liberalix
01-12-05, 14:59
Certo che è un bel casino....

Monfalcone e Gorizia senza identità, Trieste senza provincia e regione...La Carnia che non si sente udinese e vuole l'autonomia...e allora la vuole pure la Bassa friulana....Tarvisio che non è Friuli...intanto dal Veneto chiedono di poter entrare nel FVG...Sappada da BL a UD, i paesini del portogruarese con PN...

Cenerentola82
02-12-05, 14:32
UN NUOVO TRENO AUTONOMISTA CON DIREZIONI NON CONVERGENTI
di ROBERTO DE GIOIA (*)

Da Consigliere regionale autonomista e Coordinatore dei movimenti autonomisti triestini, seguo con particolare interesse e attenzione ciò che sta accadendo in Friuli con la discesa in campo dei friulanisti. Il Comitato per l'Autonomia e il rilancio del Friuli irrompe sulla scena politica con tanto di manifesto che, sottoscritto da personaggi politici di primo piano e appoggiato dalle categorie economiche, dai sindacati, e da esponenti religiosi, chiede con forza e determinazione un maggior riconoscimento culturale, istituzionale ed economico del suo territorio, anche attraverso una forma di autonomia, differenziata da Trieste. Legittime e sacrosante aspirazioni, sostenibili soprattutto se indirizzate non a dividere questa Regione ma a valorizzare le sue peculiarità. Così la pensano anche i triestini che sanno benissimo di non poter aspirare a nessun tipo di autonomia propria se anche il Friuli non trova una sua giusta dimensione e collocazione, e quindi vedono di buon grado ogni iniziativa friulana tesa almeno ad aprire una finestra di dialogo sulla questione del rapporto tra il Friuli e Trieste. Il Comitato dei friulanisti era già apparso sulla scena politica con l'intenzione di contrastare il nuovo statuto della Regione: si chiedeva l'istituzione di una assemblea delle Province del Friuli e si erano raccolti in tanti una sera sotto la Loggia, a Udine, per gridarlo ad alta voce. C'ero anch'io. Ho ascoltato gli interventi dai toni accesi sul rapporto sempre difficile tra il Friuli e Trieste e le accuse al neocentralismo triestino; ho recepito i timori che i friulani hanno sul fatto che il baricentro di tutta la politica regionale penda a favore della città giuliana, con ciò che ne consegue sul piano culturale ed economico per il Friuli. Tante accuse e tante recriminazioni, ma era apparsa netta anche la volontà di ricercare un dialogo e un rapporto tra le due entità per meglio definire la loro collocazione ed il loro ruolo all'interno di una unica Regione. Li ho sentiti dire che se non si affronta la questione di Trieste non si risolvono nemmeno i problemi del Friuli, e un'iniziativa congiunta sarebbe stata più che mai necessaria. Un messaggio prontamente accolto dai triestini che si erano immediatamente mobilitati ed avevano risposto con una assemblea pubblica a cui avevano partecipato 500 persone, presenti si per rimarcare la distanza con il Friuli, per sottolineare le sue prevaricazioni, ma anche confermare che assieme era possibile giocare una partita per ricercare, con maggior forza, e forse ottenere, un riconoscimento che andasse a valorizzare le due realtà regionali nell'ambito del nuovo Statuto. Stava nascendo un idillio che avrebbe potuto, se portato avanti con determinazione, scuotere il disinteresse dei politici nei confronti delle richieste autonomiste e forse qualche risultato sarebbe potuto arrivare. Purtroppo i friulanisti quella battaglia non hanno voluto portarla avanti fino in fondo, ad un certo punto, o perché avevano capito che non avrebbero ottenuto alcuna soddisfazione o perché pressati dai partiti, non abbiamo capito perché, si erano dissolti così come erano nati. Ora il copione si ripete? Speriamo di no. Si dice che il primo Comitato era proiettato soltanto sullo statuto che la Regione stava adottando, e quindi costituito ad hoc, questo invece ha una visione molto più ampia, visto che per la prima volta entrano in ballo anche aspetti di carattere culturale ed economico, e quindi condito da uno spirito e da obiettivi diversi. Vogliamo crederlo perché siamo convinti che il mutato scenario internazionale, più ricco di opportunità, più stimolante, permette ad entrambe le realtà di questa Regione, riconoscendo spazi politico-istituzionali ben distinti, di trovare una nuova adeguata dimensione. Qualcuno ha parlato di un nuovo treno autonomista, in realtà si tratta di più convogli, oltretutto con direzioni di marcia non sempre convergenti. È vero. Ma nulla impedisce di mettere assieme tutti i convogli e far marciare il treno in un'unica direzione, che non vada nè a destra nè a sinistra ma dritto per la sua strada. Proviamoci.

Cenerentola82
04-05-06, 17:20
Il presidente Illy sfida Strassoldo: «Si associ con le altre Province»

Udine
(F.A.) - Quasi una sfida a Strassoldo, che in campagna elettorale aveva più volte tuonato contro il "no" del governatore all'Assemblea delle Province friulane. Proprio da Udine, con il rieletto presidente del centrodestra al suo fianco nel ruolo di "consigliere anziano" delle Autonomie locali, Riccardo Illy ha in sostanza detto al rivale: l'autonomia ce l'hai già, adesso applicala.

Nell'illustrare al neonato Consiglio degli enti locali la legge Iacop, il presidente della Regione ha infatti ricordato che grazie alla norma da poco entrata in vigore «è possibile l'associazione tra Province». E ha aggiunto, senza cambiare tono: «Immagino che la Provincia di Udine prenderà l'iniziativa e chiederà alle altre due Province friulane di fare una gestione associata per seguire alcune questioni che riguardano il Friuli. E anche le due Province giuliane potrebbero associarsi per gestire insieme questioni di comune interesse». Illy immagina una santa alleanza tra Udine, Pordenone e Gorizia sui temi della valorizzazione di lingua e cultura friulana, ma anche sulle infrastrutture («Penso alla Sequals-Gemona che interessa Udine e Pordenone, o alla statale 56 che riguarda Udine e Gorizia») e sullo sviluppo economico: «C'è ancora insufficiente sinergia tra i distretti della sedia e del mobile». Ma l'associazione tra Province non esclude Trieste, grazie al doppio ruolo di Gorizia che Illy continua a vedere come una sorta di compendio della regione, insieme friulana e giuliana: «Trieste e Gorizia - ha detto ieri il presidente, ricordando che si tratta solo di un esempio e non di un suggerimento - potrebbero associarsi sui temi della cultura slovena, dei rapporti con la Slovenia. Ma anche sul trasporto pubblico locale: sono due province piccole, eppure esistono due diversi gestori».

Fuori dall'aula è giunta la (garbata) risposta di Strassoldo: «Nulla vieta di fare l'associazione tra le Province, ma noi chiediamo un maggior grado di istituzionalizzazione. Altrimenti i processi di aggregazione vengono lasciati alla buona volontà dei singoli presidenti».