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Visualizza Versione Completa : Le rose della fede



Liquid Sky
03-12-05, 16:29
Le rose accompagnano da sempre, nelle arti figurative, la figura di Maria, rappresentata ora in un roseto, o con una rosa in mano, o (quando si comincia a parlare di rosario) travolata da una cascata di rose.

Le più belle Madonne del roseto, di tradizione nordica, sono quelle, celebratissime nella letteratura anglosassone, di Stephàn Lochner, dipinta intorno al 1440, ora al Wallraf-Richartz Museum di Colonia e quella di Martin Schongauer, nella chiesa di San Martino a Colmar, dipinta circa trent’anni più tardi, per uno sportello d’altare.
Chi ha avuto modo di accostarsi di persona a questo capolavoro racconta di un’emozione immensa provata di fronte a quella dolcissima e serena Signora in rosso tra grandissime rose rosse anch’esse cha fanno quasi scomparire i due angeli in blu che reggono la corona per la Vergine ed il bambino. L’ordinata siepe di rose è più preziosa di un trono regale.

Rose rosse anche nella tavola di Anversa, “La Vergine alla fontana” dello straordinario geno del nord, Jan van Eyck: qui né la fontana in primo piano, né il prezioso arazzo riescono a offuscare la rigogliosa siepe dietro la Vergine Maria.

Ma altrettanto incantevoli sono le Madonne del roseto della grande arte italiana: se ne parla e si conoscono meno proprio perché la letteratura delle rose è per la maggior parte inglese e tedesca e le nostre opere d’arte bisogna cercarle sui libri di storia dell’arte o sui cataloghi delle mostre.

Tre grandi rose bianche, forse l’antica Alba Maxima, spuntano dietro la Madonna in trono di un ignoto autore italiano al Metropolitan Museum di New York. Ma è più facile, ancor meglio, andarle ad ammirare nei musei e nelle chiese di ogni parte d’Italia, dove le rose della fede prendono il sopravvento sulle tradizionali rose rosse simbolo, da Venere in poi, dell’amore terreno.

Il percorso alla ricerca delle rose di Maria può partire da Verona, dove nella cornice antica del Museo di Castelvecchio, si può contemplare la Madonna del Roseto di Stefano da Verona: qui sul manto blu di Maria spicca una rosa rossa, venuta ad appoggiarsi leggera sulle pieghe dell’abito, caduta da una fantastica siepe scintillante, tra uno svolazzare di uccelli in volo felice, festa di natura e di angeli.

Vicino la cosiddetta Madonna della Quaglia, del Pisanello: anche qui in uno scenario di favola dorata, voli di angeli e uccelli, le rose quasi surreali che Pisanello affianca a Lionello d’Este, all’Accademia Carrara di Bergamo, a Isabella d’Este al Louvre, agli angeli delle chiese di Verona. Una festa per l’anima e per la vista, un ricordo incancellabile di un”antca bellezza.

Per cercare altre Madonne del roseto bisogna spostarsi a Milano, alla Pinacoteca di Brera, dove troviamo il capolavoro di Bernardino Luini, la soave Madonna del Roseto, raffigurata, secondo il noto motivo caro alla iconografia transalpina, dinnanzi ad una spalliera fiorita. Anche qui spiccano tre grandi rose che indicano la castità di Maria. Ma sia il colore bianco, sia quello rosso sono entrambi messaggi mariani.

Nelle più recenti apparizioni della Madonna, Ella è sempre rappresentata con rose ai suoi piedi: rosse per la Madonna di Lourdes, bianche per quella di Fatima, venerata da Papa Giovanni Paolo II e da San Padre Pio.
Non a caso quando si parla dei miracoli di San Padre Pio, Egli (dicono) è preceduto da un intenso profumo di rose. E se le rose bianche simboleggiano l’innocenza e la verginità di Maria, quelle rosse indicano l’amore appassionato della Vergine per tutta l’umanità. E rossa è la rosa di Cristo, segno del sangue versato per la salvezza del genere umano.

E’ poi interessante notare come anche Martin Lutero abbia voluto, nel proprio stemma, una rosa bianca: egli stesso fornisce un’ampia interpretazione della propria scelta.
Come è riportato nel testo di Gerd Heinz-Mohr e Volker Sommer, “La rosa, storia di un simbolo” (fonte preziosissima di notizie) Lutero, in una lettera del luglio 1530, così chiarisce i significati dei segni croce, cuore e rosa: “Esso vuole essere il distintivo della mia teologia: in primo luogo la croce deve figurare entro un cuore col suo colore naturale (rosso), affinché io stesso possa ricordare che la fede nel Crocifisso ci rende beati. Infatti chi crede col cuore è giustificato (Romani 10,10).
E la croce pur essendo nera e segno di morte e pur procurando dolore, non toglie al cuore la sua natura, cioè: non fa morire, ma mantiene la vita.
Il giusto vive per la fede (Romani I,17), che è fede nel Crocefisso. Il cuore, però, deve stare nel mezzo di una rosa, per indicare che la fede procura gioia, consolazione e non si tratta della pace e della gioia che dà il mondo, e per questo la rosa deve essere bianca e non rossa”. Dunque anche Lutero attribuisce al colore rosso il significato dell’amore-passione carnale.

Proseguendo il viaggio attraverso i roseti di Maria restiamo ancora a Brera dove la Madonna del Borgognone offre una candida rosa al suo Bambino. Molti testi indicano questo delicato fiore come un garofano, ma se si accosta al giglio che compare dietro S. Caterina è più verosimile che l’interpretazione giusta sia quella canonica: rosa bianca, giglio = purezza, verginità.

Non si può equivocare sull’attribuzione dei fiori della siepe dietro la bellissima e terrena Madonna del Latte, dello stesso autore. Qui convivono (sullo stesso rosario) rose bianche e rosse e gonfi boccioli pronti ad aprirsi, rossi anch’essi come la collanina di corallo al collo del Bambino, non ancora sazio del latte materno, benché il pancino appaia già bello pieno…

Lasciamo a malincuore questa idilliaca situazione e scendiamo allo scrigno del mondo: Firenze.
Passiamo fugacemente vicino agli Uffizi, lasciamo fuori (per ora) le cascate di rose sulle Magnifiche del Botticelli, quelle profane e quelle sacre, quella che più ci interessa è al Louvre, e rechiamoci al Bargello; tra i capolavori della dinastia dei Della Robbia.

La straordinaria invenzione degli artisti toscani, l’uso nuovo della semplice terracotta “invetriata”, produce un insieme di opere di suprema suggestione, prima fra tutte la Madonna del Roseto di Luca Della Robbia. Qui più che una siepe è un cespuglio di rose, bianche, semplici, a cinque petali, tanto belle che il Bambino non resiste alla tentazione di coglierle, sotto lo sguardo indulgente ed amoroso della Madre. Sicuramente ella sa che Gesù non si pungerà: altre spine lo attendono.

Ma nell’iconografia religiosa si ripeterà spesso il motivo di rose prive di spine.
Come riferiscono Heinz-Mohr e Sommer “…le rose della sofferenza e le spine delle rose sono parte integrante della vita di molti santi… San Benedetto si mortificò rivoltandosi fra gli spini. San Francesco, toccato dal fatto, baciò gli spini, i quali si trasformarono in un’aiuola di rose i cui fiori operano molti miracoli. Un’altra tradizione riferisce che anche San Francesco si rivoltò fra gli spini prima di ricevere le stimmate, e aggiunge che non soltanto gli spini si tramutarono in rose, ma la stessa pianta perse le spine”.

Se, seguendo il percorso delle rose della fede ci si ferma vicino ad Assisi, alla Porziuncola, viene mostrato il cespuglio di rose senza spine. Scendendo verso il Lazio negli affreschi del Sacro Speco, a Subiaco, è raffigurata la “mortificazione” di San Benedetto tra le spine.
Facendo una breve sosta nella religiosissima Umbria constatiamo quanto il motivo rosa-fede sia consolidato.
Così in un bellissimo affresco a Gubbio alcuni angeli agitano il turibolo sopra turgide rose rosse, simbolo della morte di Cristo.

Altri angeli, in una singolare danza d’amore, offrono alla Madonna ed al Bambino, assisi tra le rose, un cesto di boccioli bianchi e rossi. Altri due volteggiano sul loro capo con le corone di rose rosse e bianche anch’esse.
I bianchi gigli sono riservatia Domenico e Caterina, i Santi che hanno introdotto la devozione del Rosario.

Per Jacques Le Goff, San Bernardo sottolinea che la Vergine è simboleggiata tanto dalla rosa bianca , che indica la verginità, quanto dalla rosa rossa che rende sensibile la sua carità.
E ancora Le Goff, nell’analizzare il simbolismo medievale, dice: ”Un grande serbatoio…è la natura… La Madonna è rappresentata dall’olivo, il giglio, il mughetto, la violetta e la rosa”.

Solo gigli e rose sono vicini a Maria Bambina, nel delicato quadro del devoto Francisco de Zurbaràn, ma quando la dolce fanciulla va ad affiancare Dio, nel celebre Polittico di Gand, Jan van Eyck la rappresenta nella sua magnificenza di regina, la veste sontuosissima, mentre sul suo capo è posata una corona con tutti i simboli delle virtù che vengono attribuite alla Madonna: gigli, mughetti, aquilegie e, ancora e sempre, le rose della fede.



Maria Beatrice Ricciardi

link (http://www.museoroseantiche.it/rose_antiche_pagine/articoli_rose/rose_della_fede.htm)

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03-12-05, 16:37
http://www.museumonline.at/2000/weiden-d/hof/bilder/blv36_a4.jpg
Die Marie im Rosenhag - Stephan Lochner (1448)
(Köln, Wallraf-Richarz-Museum).

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03-12-05, 16:41
http://www.wga.hu/art/s/schongau/rosebush.jpg

Martin Schongauer - Madonna of the Rose Bower (1473) Tempera su legno Saint-Martin Church, Colmar, France.

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03-12-05, 16:44
http://www.abcgallery.com/E/eyck/eyck23.JPG

Jan van Eyck - Madonna by the Fountain (1439) Olio su legno
Royal Museum of Fine Arts, Antwerp, Belgium.

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03-12-05, 16:53
http://www.museoroseantiche.it/images/articoli/rose_della_fede/rose_fede_04.jpg

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03-12-05, 17:16
http://69.20.65.141/paintings/artists/s/stefano_da_zevio/oil-big/madonna_in_the_rosary_1410_XX_museo_di_castelvecch io_verona.jpg

Madonna del roseto – Stefano da Verona (XV secolo)

Liquid Sky
03-12-05, 17:23
http://www.artonline.it/img/large/i02g-113.jpg
Antonio Pisano (Pisanello) - Madonna della quaglia (1420 ?) tempera su tavola
Verona, Museo di Castelvecchio

puma
05-12-05, 02:47
http://img441.imageshack.us/img441/1221/rosamystica102kv.jpg
Giovedì 1° dicembre 2005, ore 11.30
Palazzo della Cancelleria – Salone dei Cento Giorni -ROMA

Giovedì 1° dicembre sarà finalmente presentata al pubblico e alla stampa la “Rosa Mystica”, la rosa speciale dedicata alla Madonna, un fiore unico, raro e profumato, selezionato con cura, che sarà prodotto unicamente in Liguria.
Con il patrocinio e il sostegno della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, della Fondazione per i Beni e le Attività Artistiche della Chiesa, la Regione Liguria, con il contributo delle Provincie di Imperia e Savona e del Comune di Sanremo e il supporto tecnico della Cooperativa Sociale Il Cammino e dell’UCFlor, nel centocinquantesimo anno dalla proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria promuove la presentazione di questa nuova varietà di rosa, destinata a rilanciare la floricoltura ligure.
Il vincitore del concorso potrà utilizzare il logo della Fondazione per i Beni e le Attività Artistiche della Chiesa ed avrà l’esclusiva per la fornitura della varietà Rosa Mystica in ogni luogo mariano in Italia e all'estero.

il mio sogno? poterla coltivare al più presto....

Liquid Sky
01-04-06, 13:49
Giovedì 1° dicembre sarà finalmente presentata al pubblico e alla stampa la “Rosa Mystica”, la rosa speciale dedicata alla Madonna, un fiore unico, raro e profumato, selezionato con cura, che sarà prodotto unicamente in Liguria.

La rosa è stata selezionata da Antonio Marchese, vincitore del concorso, e la si potrà ammirare a Genova all'interno di Euroflora 2006.
Coltivata solo in Liguria, in pieno campo, la rosa presenta boccioli affusolati, corolle grandi, a coppa, petali esternamente colorati nelle delicate tonalità del rosa fino ad arrivare al centro di un candido bianco avorio; è profumata e resistente alle malattie.

Se riesco ad andare e a vederla, posto le foto. :)