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Visualizza Versione Completa : Gnosi e Fede (mia curiosità)



Alvise
06-12-05, 20:09
Immagino troverete un po' rozza la mia domanda, esposta così come ve la porrò, ma confido nella vostra comprensione, poiché ho una conoscenza molto superficiale della Gnosi e derivati.

Qual'è la natura della Fede nella Gnosi? Mi pare di aver capito che lo gnostico creda solo per "conoscenza", ovvero per una sorta di esperienza diretta e personale. Vorrei comprendere meglio in cosa consista la "Fede" per lo gnostico ed in cosa differisca, ad esempio, da quella di un cristiano cattolico.

Spero di aver reso chiaro il mio quesito, nonostante mi sia espresso con vaghezza a causa della poca dimestichezza con questi temi.

Ichthys
09-12-05, 01:10
Immagino troverete un po' rozza la mia domanda, esposta così come ve la porrò, ma confido nella vostra comprensione, poiché ho una conoscenza molto superficiale della Gnosi e derivati.

Qual'è la natura della Fede nella Gnosi? Mi pare di aver capito che lo gnostico creda solo per "conoscenza", ovvero per una sorta di esperienza diretta e personale. Vorrei comprendere meglio in cosa consista la "Fede" per lo gnostico ed in cosa differisca, ad esempio, da quella di un cristiano cattolico.

...

In teoria con "gnosi" si intende in generale una forma di conoscenza religiosa, conseguita per via illuminativa o rivelativa, che di per sé salva.
Diciamo che si tratta di una conoscenza salvifica che, per la sua stessa natura, si oppone alla fede; la gnosi si radica nell’esperienza, genericamente umana, di divisione e di scissione: tra sé e il mondo, tra sé e Dio, tra sé e il proprio io empirico. La conoscenza di tipo gnostico si pretende in grado di superare queste dicotomie, recuperando l’integrità minacciata e restaurando l’unità perduta.
Ma in pratica si tratta di una intuizione spontanea di quello che è il mondo e di come vanno le cose in questo livello materiale, intuizioni che solo dopo troveranno conferma e maggiore precisazione nelle Scritture (ovviamente comprese quelle gnostiche).

Un esempio: ho conosciuto una persona che si lamentava del fatto che il cattolicesimo non soddisfaceva i propri interrogativi e aveva elaborato spontaneamente un sistema che poi scoprì, dopo che gliene parlai, essere uguale a quello della religione dei Catari. Questi, infatti, professavano nel medioevo una forma di gnosi su base dualista. Oggi costui si definisce eretico cataro.

Spero che queste informazioni ti abbiano reso più chiaro il concetto di Gnosi.

Alvise
09-12-05, 18:59
Ti ringrazio della risposta, soprattutto tenendo conto di una certa confusionarietà del mio quesito.

Vediamo se ho ben inteso...
Lo gnostico, a differenza del fedele, non crede per fede, ma "conosce", in base ad una conoscenza religiosa la cui fonte risiede nella "intuizione", e tale conoscenza le scritture possono solo confermarla o perfezionarla. L'intuizione di cui sopra deriva dall'esperienza, in specie la constatazione della "scissione" (concetto che comunque non mi è chiaro).

Tale conoscenza "salva". Salva nel senso che supera la divisione (dualismo?) di cui sopra e restaura l'unità (di cosa?).

Post Scriptum: cosa intendi per "via illuminativa o rivelativa"?

Post Post Scriptum: hai un PVT, anche se su un altro argomento.

Ichthys
10-12-05, 02:17
...

Tale conoscenza "salva". Salva nel senso che supera la divisione (dualismo?) di cui sopra e restaura l'unità (di cosa?)....

Lo Gnosticismo resta sempre dualista dal punto di vista cosmico: bene-male, luce-tenebra, materia-spirito. Quell'altro "dualismo" che vuole superare è quello tra il sé (Pneuma) e l'universo divino/Dio (Pléroma) riconoscendone la non dualità, ma la consustanzialità; un po' come avviene nella filosofia indiana tra Atman e Brahman.


Post Scriptum: cosa intendi per "via illuminativa o rivelativa"?

La progressiva e triste presa di coscienza della miseria e caducità delle cose materiali, delle spietatezza del mondo, della natura aggressiva che calpesta le reali aspirazioni dello spirito umano. Il sentirsi stranieri nel mondo, il percepire nostalgia della perduta patria celeste.
Certi concetti sono presenti in Leopadi, ma anche in Schopenhauer.

Senatore
10-12-05, 02:31
Le nuove domande di Alvise aprono nuovi problemi che in pratica coprono quasi tutta l'area dello gnosticismo.
A me però premeva soffermarmi ancora un pò sul primo quesito, sul rapporto fede-sapienza.
Il primato dell'intelletto sul "cuore" è un luogo comunissimo in tutta la tarda antichità. Basti pensare al neoplatonismo o allo stoicismo tardo-antico, o ancora al neopitagorismo. I primi cristiani -si intende esclusi gli gnostici- non erano certo sordi a questi richiami di altissimo valore spirituale. E così tutti i padri della chiesa fino a sant'Agostino e anche dopo in oriente, sono rimasti tutto sommato fedeli all'idea della precellenza di un rapporto sapienziale con la rivelazione cristiana. In altri termini ai primi cristiani colti (su tutti io citerei Origene, Clemente alessandrino, evagrio pontico, e lo stesso pseudo-dionigi) sembro che l'assoluta eccellenza spirituale non potesse prescindere da una forma di gnosi; per natur selettiva, essa non può spettare in eguale misura a tutti i cristiani: vediamo così Origene separare i cristiani in gradi a seconda della loro comprensione dei sacri scritti; ad ogni livello di significato del tasto (letterale, allegorico, anagogico) corrisponde una categoria di fedeli (simpliciores, progredientes, perfecti). Qui ciò che si critica allo gnosticismo è soprattutto l'aver "cristallizzato" tali gerarchie fino a farne una differenza di natura; cosicchè chi consegue la gnosi è anche il solo che la può conseguire.

Come si vede rispetto all'oggetto della domanda è una differenza abbastanza trascurabile, ciò che mi porta a dire che "la gnosi cristiana" è un capitolo più ampio, e per dire così più ortodosso, di quanto non si stipuli abitualmente.
Saluti