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Augustinus
18-12-04, 18:46
Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 75-78

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO
(Se questa Domenica cade il 24 dicembre, si omette in tale anno, e si recita l'ufficio della Vigilia di Natale, come appresso)

Eccoci entrati nella Settimana che precede immediatamente la Nascita del Messia: fra sette giorni al più tardi, egli verrà; e secondo la lunghezza del tempo dell'Avvento, la quale varia ogni anno, può accadere che la venuta tanto desiderata abbia luogo fra sei giorni, fra tre giorni o anche domani. La Chiesa conta le ore di attesa; veglia giorno e notte, e i suoi Uffici hanno preso una solennità insolita dal 17 dicembre. Alle Laudi, essa varia ogni giorno le Antifone; ai Vespri, esprime con tenerezza e maestà i suoi desideri di Sposa con brucianti esclamazioni verso il Messia, nelle quali gli da per ciascun giorno un titolo magnifico attinto dal linguaggio dei Profeti.

Oggi [1] essa da gli ultimi tocchi per commuovere i suoi figli. Li trasporta nella solitudine e mostra loro Giovanni Battista, sulla cui missione li ha già istruiti nella terza Domenica. La voce di quell'austero Precursore risuona nel deserto e si fa sentire fin nelle città, predicando la penitenza, la necessità di purificarsi nell'attesa di colui che sta per apparire. Ritiriamoci in disparte durante questi giorni; o se non possiamo farlo a causa delle nostre occupazioni esteriori, ritiriamoci nel segreto del nostro cuore e confessiamo la nostra iniquità, come quei veri Israeliti che venivano, pieni di compunzione e di fede nel Messia, a completare ai piedi di Giovanni Battista l'opera di preparazione per riceverlo degnamente quando fosse apparso.

Ora, ecco la santa Chiesa che, prima di aprire il libro del Profeta, ci dice all'ordinario, ma con solennità sempre maggiore:


Lettura del Profeta Isaia

Liberazione e trionfo d'Israele.

Gioiranno il deserto e il sabbione,
esulterà la steppa e sarà florida;

qual narciso in fiore fiorirà
ed esulterà con tripudio e con giubilo.

Le è conferita la gloria del Libano,
la magnificenza del Carmelo e del Saron.

Questi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.

Rafforzate le mani infiacchite
e le ginocchia cascanti rinfrancate.

Dite agli smarriti di cuore: "Fatevi animo,
non temete; ecco il vostro Dio,

apporta la vendetta, la divina ricompensa;
Egli stesso ve l'apporta, e così vi salva”.

Allora si apriranno gli occhi ai ciechi,
e si schiuderanno le orecchie al sordi.

Via sacra aperta agli scampati dall'esilio.

Allora lo zoppo salterà come un cervo,
e si scioglierà al canto la lingua del muto,

perché sgorga l'acqua nel deserto,
e i rivi corrono per la steppa;

si cambierà il sabbione in acquitrino,
e il suolo arido in vene d'acqua;

dov'era un covile di draghi
sarà un recinto per greggi e cammelli.

Ci sarà ivi un sentiero battuto,
che verrà chiamato "la via sacra";

non ci passerà persona immonda;
esso è scorta al cammino,
e sin gl'insensati non si smarriranno.

Non sarà quivi alcun leone
e nessun brigante vi monterà;

non vi s'incontrerà bestia feroce,
la percorreranno i riscattati.

Torneranno i redenti dal Signore
e giungeranno a Sion con giubilo,
di perpetua letizia coronati;

allegrezza e letizia li inonderanno,
e fuggiranno mestizia e gemito [2].

(Is 35,1-10)

Sarà dunque veramente grande, o Gesù, la gioia della tua venuta, se deve risplendere per sempre sulla nostra fronte come una corona! Ma come potrebbe non essere così? Il deserto stesso, al tuo avvicinarsi, fiorisce come un giglio, e acque vive sgorgano dal seno della terra più riarsa. O Salvatore, vieni presto a darci quest'Acqua di cui il tuo Cuore è la fonte, e che la Samaritana, la quale è l'immagine di noi peccatori, ti chiedeva con tanta insistenza. Quest'Acqua è la tua grazia; irrori dunque essa la nostra aridità, e fioriremo anche noi; spenga la nostra sete, e correremo anche noi i sentieri dei tuoi precetti e dei tuoi esempi, o Gesù, con fedeltà, sui tuoi passi. Tu sei la nostra Via e il nostro sentiero verso Dio; e Dio sei tu stesso: tu sei dunque anche il termine del nostro cammino. Noi avevamo perduta la via, ci eravamo sbandati come pecore erranti. Quanto e grande il tuo amore per venire così vicino a noi! Per insegnarci la via del ciclo, tu non sdegni di discendere, e vuoi lare con noi la strada che vi conduce. No, ormai le nostre braccia non sono più stanche; le nostre ginocchia non tremano più; sappiamo che tu vieni nell'amore. Una sola cosa ci rattrista: vedere cioè che la nostra preparazione non è perfetta. Abbiamo ancora molti legami da spezzare; aiutaci, o Salvatore degli uomini! Vogliamo ascoltare la voce del tuo Precursore, e raddrizzare tutto ciò che potrebbe ostacolare i tuoi passi sul cammino del nostro cuore, o divino Bambino! Che siamo battezzati con il Battésimo d'acqua della penitenza; tu verrai quindi a battezzarci nello Spirito e nell'amore.


MESSA.

EPISTOLA (1Cor 4,1-5). - Fratelli: Così ci consideri ognuno come servitori di Cristo e dispensatori dei misteri di Dio. Or quel che si richiede nei dispensatori è che ciascuno sia trovato fedele. A me poi pochissimo importa di essere .giudicato da voi o da un tribunale umano, anzi neppure da me stesso mi giudico; perché sebbene io non mi senta colpevole di cosa alcuna, non per questo sono giustificato, essendo il mio giudice il Signore. Quindi non giudicate avanti il tempo, finché non venga il Signore, il quale metterà in luce ciò che è nascosto nelle tenebre, e manifesterà i consigli dei cuori; allora ciascuno avrà da Dio la lode (che gli spetta).
La Chiesa pone nuovamente sotto gli occhi dei popoli, in questa Epistola, la dignità del Sacerdozio cristiano, in occasione dell'Ordinazione che si è celebrata la vigilia, e ricorda nello stesso tempo ai sacri Ministri l'obbligo che hanno contratto di mostrarsi fedeli nell'ufficio che e stato loro imposto. Del resto, non spetta alle pecore giudicare il pastore: tutti, sacerdoti e popolo, debbono vivere nell'attesa del giorno della venuta del Salvatore, di quell'ultima venuta il cui spavento sarà tanto grande quanto è attraente la dolcezza della prima e della seconda alla quale prepariamo le nostre anime.

VANGELO (Lc 3,1-6). - L'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, essendo, governatore della Giudea Ponzio Pilato, tetrarca di Galilea Erode, tetrarca dell'Iturea e della Traconitide Filippo suo fratello, e tetrarca di Abilene Lisania, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio fu diretta a Gióvainni figlio di Zaccaria nel deserto. Ed egli andò per tutta la regione del Giordano, predicando il battesimo di penitenza in remissione dei peccati: come sta scritto nel libro dei sermoni del profeta Isaia: Voce di colui che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Ogni valle sarà colmata, ogni monte e colle sarà abbassato, e le vie tortuose saran fatte diritte, e le scabre appianate, ed ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.
Tu sei vicino, o Signore, perché l'eredità del tuo popolo è passata nelle mani dei Gentili, e la terra che avevi promessa ad Abramo non e più oggi che una provincia di quel vasto impero che deve precedere il tuo. Gli oracoli dei profeti si avverano di giorno in giorno; la predizione dello stesso Giacobbe è compiuta: Lo scettro è stato tolto a Giuda. Tutto si prepara per il tuo arrivo, o Gesù! È così che tu rinnoverai la faccia della terra: degnati di rinnovare anche il mio cuore, e sostenere il suo coraggio in queste ultime ore che precedono la tua venuta. Esso sente il bisogno di ritirarsi nel deserto, d'implorare il battesimo della penitenza, di raddrizzare le sue vie: fa' tutto questo in esso, o divin Salvatore, affinché il giorno in cui discenderai il suo gaudio sia pieno e perfetto.


PREGHIAMO

Risveglia, Signore, la tua potenza e vieni a soccorrerci con la forza della tua grazia, affinché la tua bontà ci dia più presto quegli aiuti che i nostri peccati fanno ritardare.
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NOTE

[1] La quarta Domenica di Avvento è chiamata Rorate dalle prime parole dell'Introito; ma per lo più la si denomina Canite tuba, che sono le parole con cui inizia il primo Responsorio del Mattutino, e la prima Antifona delle Laudi e dei Vespri.

[2] "Le grandiose promesse di questo capitolo hanno ricevuto un parziale compimento all'epoca del ritorno dall'esilio (VI secolo a. C.) e del ristabilimento politico d'Israele. Ma il pensiero del profeta si eleva più in alto e giunge più lontano, la restaurazione nazionale non è che il punto di partenza e la figura della conversione del mondo al vero Dio e del regno del Messia sulla terra, particolarmente alla fine del tempi. Parecchi punti di questa descrizione sono stati realizzati alla lettera da Gesù Cristo (Mt 11,5), e avranno tutti una realizzazione più completa nella nuova creazione che sostituirà l'antica alla fine del tempi (Crampon)" Tobac, Les Prophètes, II, p. 121.

Augustinus
18-12-04, 18:50
Cap.10. Ed. critica a cura di A.Ampe, Anversa, 1968.

Ecco come si annuncia il tempo del rinnovamento:

l'anima comincia a desiderare con tutto il cuore

l'avvento dello Sposo.

Lui la consola in svariate maniere,

tramite i suo santi profeti, dicendole:

O Gerusalemme, o anima devota,

vicina è la tua salvezza.

Perché ti prendono i dolori come di partoriente?

Non temere, perché io sono con te per salvarti.

O anima desiderata,

come potresti non lasciarti afferrare

dalla brama del tuo cuore

verso colui che ti attira in mille modi

e ti supplica di essere totalmente sua?

Tutti gli araldi che ti manda per annunziare

la nascita fisica del tuo Diletto,

li manda altresì per attirarti a sé.

Egli nacque una volta nel corpo

appunto per nascere senza posa in te

secondo lo Spirito.

Adesso ogni anima si sente rivolgere

personalmente questo messaggio:

Per amore di Sion non mi terrò in silenzio,

per amore di Gerusalemme non mi darò pace,

finché non sorga come stella la sua giustizia

e la sua salvezza non risplenda come lampada.

Allora ti si chiamerà con un nome nuovo.

Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,

un diadema regale nella palma del tuo Dio.

Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,

né la tua terra sarà più detta Devastata,

ma tu sarai chiamata Mio compiacimento

e la tua terra, Sposata,

perché il Signore si compiacerà di te

Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,

egli ti preparerà la strada.

Voce di uno che grida nel deserto:

preparate la strada del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri.

Questo messaggero è il dono

della grazia luminosa e preveniente

che prepara e apre

il cammino di Dio nell'anima,

sgombra tutto ciò che intralcerebbe

la venuta del nostro grande Dio e Signore

e nello stesso tempo procura all’anima

quanto può disporla per questo amabile incontro.

Che cosa possiamo fare da noi?

Che cosa abbiamo che non sia stato ricevuto

in dono da lui?

Ma come sono belli i piedi del messaggero

cioè i raggi della verità divina

che annunziano all'anima la pace

e tutti gli altri beni,

rendendo più ardente l'amore

e il desiderio dello Sposo!

Nella sua sete

la sposa grida dal fondo del cuore,

là dove Dio regna rendendola beata:

Tu, assiso sui cherubini rifulgi,

risveglia la tua potenza

e vieni in nostro soccorso.

Signore, irrompi

nel cielo della mia anima tenebrosa,

illuminami sensi e facoltà

che giacciono nell'ombra della morte.

Signore, piega il tuo cielo e scendi.

Fammi umile davanti a te.

Stillate, cieli, dall’alto.

O Trinità santissima,

che ti sei unita alla mia anima,

manda la rugiada della tua misericordia

e feconda il mio cuore inaridito.

Il Signore dice attraverso il profeta Osea:

Sarò come rugiada per Israele;

esso fiorirà come un giglio.

Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,

coltiveranno le vigne.

Le nubi facciano piovere la giustizia.

O tu, nube splendente del cuore paterno,

irrora tutto l'intimo mio

con la pioggia feconda della tua soavità.

Spandi in me il tuo seme, che rende giusti.

Si apra la terra del mio cuore e germogli la giustizia.

Vieni, Signore dell'universo,

manda i raggi della tua luce

e rinnova la dimora terrena invasa dai tuoi nemici,

dove ogni virtù è bandita.

Vieni a risplendere nella mia mente;

vieni a porre il tuo seggio nella mia anima,

a fissare la tua tenda nel mio corpo,

in nome della gioia, misteriosamente in te celata,

mentre la tua anima era triste

e il tuo corpo straziato.

Poiché sei tu a restaurare l'universo,

fatti una bella dimora in me,

adorna il tuo tempio come si addice al re.

Sì, nobilita il mio spirito,

che è impronta della tua immagine;

rendi bella la mia anima, tuo regno e tuo trono;

purificami il corpo, opera delle tue mani.

Vieni, dunque, e porta con te ogni bene,

come si addice a un grande Signore.

Non sei forse il re degli angeli

e il Signore dei signori?

Chi potrebbe prepararsi degnamente alla tua venuta

e saperti ricevere come conviene?

Anima mia, tu non puoi ricevere

un signore più rispettabile, più nobile,

più amabile del re degli angeli.

In lui troverai tutto quello che è vero, nobile, giusto,

puro, amabile, onorato, quello che è virtù.

Per te, Signore della vita,

non può esserci altra sposa

che l'anima in cui hai impresso la tua immagine

unendola alla luce della tua verità.

Tu hai sigillato sui nostri volti

una somiglianza fraterna,

quando hai fissato la luce dei tuoi occhi su di noi.

No, davvero, non puoi più abbandonarci.

O Signore, puoi privarmi di tutti i tuoi doni

ma non puoi lasciarmi, perché sei la mia vita.

Non hai forse creato la mia anima

per generarvi il tuo Verbo eterno?

Per questo ti prego:

rendila atta alla tua nobile nascita.

Quanto grande è l'intimità tra Dio e l'anima,

eppure che differenza!

Ecco: lanciando a Dio

e ricevendo da lui tali frecce d'amore,

tramite tali esercizi e devozioni,

preparativi per le prossime nozze,

i nostri sensi e facoltà spirituali

si aprono, si dilatano

fino a poter accogliere l'ospite divino.

Nel regno dell'anima

si celebra allora lo sposalizio

in tripudio di grazie e di doni.

Per chi seppe così prepararsi,

aperta è la porta:

subito lo Sposo li introduce

nella gioia del cielo.

Li trasforma in sé,

li intride di profumo nuziale,

perché la festa in loro sia senza fine.

Augustinus
18-12-04, 18:52
Lett. 31, 2-3; Pl 54, 791-793

Non giova nulla affermare che il nostro Signore è figlio della beata Vergine Maria, uomo vero e perfetto, se non lo si crede uomo di quella stirpe di cui si parla nel Vangelo. Scrive Matteo:
« Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo» (Mt 1, 1). Segue l'ordine della discendenza umana con tutte le generazioni fino a Giuseppe, al quale era sposata la Madre del Signore. Luca invece, percorrendo a ritroso la successione delle generazioni, risale al capo stesso del genere umano per dimostrare che il primo Adamo e l'ultimo sono della stessa natura.
Certo l'onnipotenza del Figlio di Dio, per istruire e giustificare gli uomini, avrebbe potuto manifestarsi come già si era manifestata ai patriarchi e ai profeti, sotto l'aspetto di uomo, come quando affrontò la lotta con Giacobbe o dialogò o accettò l'accoglienza di ospite o mangiò persino il cibo imbanditogli. Ma quelle immagini erano soltanto segni di questo uomo che, come preannunziavano i mistici segni, avrebbe assunto vera natura dalla stirpe dei patriarchi che lo avevano preceduto.
Nessuna figura poteva realizzare il sacramento della nostra riconciliazione, preparato da tutta l'eternità, perché lo Spirito santo non era ancora disceso sulla Vergine, né la potenza dell'Altissimo l'aveva ancora ricoperta della sua ombra. La Sapienza non si era ancora edificata la sua casa nel seno immacolato di Maria. Il Verbo non si era ancora fatto carne. Il Creatore dei tempi non era ancora nato nel tempo, unendo in sé in una sola persona la natura di Dio e la natura del servo. Colui per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, doveva egli stesso essere generato fra tutte le altre creature.
Se infatti questo uomo nuovo, fatto a somiglianza della carne del peccato (cfr. Rm 8, 3), non avesse assunto il nostro uomo vecchio, ed egli, che è consostanziale con il Padre, non si fosse degnato di essere consostanziale anche con la Madre e se egli, che è il solo libero dal peccato, non avesse unito a sé la nostra natura umana, tutta quanta la natura umana sarebbe rimasta prigioniera sotto il giogo del diavolo. Noi non avremmo potuto aver parte alla vittoria gloriosa di lui, se la vittoria fosse stata riportata fuori della nostra natura.
In seguito a questa mirabile partecipazione alla nostra natura rifulse per noi, il sacramento della rigenerazione, perché, in virtù dello stesso Spirito da cui fu generato e nacque Cristo, anche noi, che siamo nati dalla concupiscenza della carne, nascessimo di nuovo di nascita spirituale. Per questo l'evangelista dice dei credenti. «Non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati» (Gv 1, 13).

Augustinus
18-12-04, 18:53
Cap. 8, 5 - 9, 6; Funk 1, 325-327

Nessun uomo in verità ha mai visto Dio né lo ha fatto conoscere, ma egli stesso si è rivelato. E si è rivelato nella fede, alla quale soltanto è concesso di vedere Dio. Infatti Dio, Signore e Creatore dell'universo, colui che ha dato origine ad ogni cosa e tutto ha disposto secondo un ordine, non solo ama gli uomini, ma è anche longanime. Ed egli fu sempre così, lo è ancora e lo sarà: amorevole, buono, tollerante, fedele; lui solo è davvero buono. E avendo egli concepito nel cuore un disegno grande e ineffabile, lo comunica al solo suo Figlio.
Per tutto il tempo dunque in cui conservava e custodiva nel mistero il suo piano sapiente, sembrava che ci trascurasse e non si desse pensiero di noi; ma quando per mezzo del suo Figlio prediletto rivelò e rese noto ciò che era stato preparato dall'inizio, tutto insieme egli ci offrì: godere dei suoi benefici e contemplarli e capirli. Chi di noi si sarebbe aspettati tutti questi favori?
Dopo aver tutto disposto dentro di sé assieme al Figlio, permise che noi fino al tempo anzidetto rimanessimo in balia d'istinti disordinati e fossimo trascinati fuori della retta via dai piaceri e dalle cupidigie, seguendo il nostro arbitrio. Certamente non si compiaceva dei nostri peccati, ma li sopportava; neppure poteva approvare quel tempo d'iniquità, ma preparava l'era attuale di giustizia, perché, riconoscendoci in quel tempo chiaramente indegni della vita a motivo delle nostre opere, ne diventassimo degni in forza della sua misericordia, e perché, dopo aver mostrato la nostra impossibilità di entrare con le nostre forze nel suo regno, ne diventassimo capaci per la sua potenza.
Quando poi giunse al colmo la nostra ingiustizia e fu ormai chiaro che le sovrastava, come mercede, solo la punizione e la morte, ed era arrivato il tempo prestabilito da Dio per rivelare il suo amore e la sua potenza (o immensa bontà e amore di Dio!), egli non ci prese in odio, né ci respinse, né si vendicò. Anzi ci sopportò con pazienza. Nella sua misericordia prese sopra di sé i nostri peccati. Diede spontaneamente il suo Figlio come prezzo del nostro riscatto: il santo, per gli empi, l'innocente per i malvagi, il giusto per gli iniqui, l'incorruttibile per i corruttibili, l'immortale per i mortali. Che cosa avrebbe potuto cancellare le nostre colpe, se non la sua giustizia? Come avremmo potuto noi traviati ed empi ritrovare la giustizia se non nel Figlio unico di Dio?
O dolce scambio, o ineffabile creazione, o imprevedibile ricchezza di benefici: l'ingiustizia di molti veniva perdonata per un solo giusto e la giustizia di uno solo toglieva l'empietà di molti!

Augustinus
18-12-04, 18:54
Om. 4, 8-9; Opera omnia, ed. Cisterc. 4, 1966, 53-54

Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo avverrà non per opera di un uomo, ma per opera dello Spirito santo. L'angelo aspetta la risposta; deve fare ritorno a Dio che l'ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi, noi oppressi miseramente da una sentenza di dannazione.
Ecco che ti viene offerto il prezzo della nostra salvezza: se tu acconsenti, saremo subito liberati. Noi tutti fummo creati nel Verbo eterno di Dio, ma ora siamo soggetti alla morte: per la tua breve risposta dobbiamo essere rinnovati e richiamati in vita.
Te ne supplica in pianto, Vergine pia, Adamo esule dal paradiso con la sua misera discendenza; te ne supplicano Abramo e David; te ne supplicano insistentemente i santi patriarchi che sono i tuoi antenati, i quali abitano anch'essi nella regione tenebrosa della morte. Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano.
O Vergine, dà presto la risposta. Rispondi sollecitamente all'angelo, anzi, attraverso l'angelo, al Signore. Rispondi la tua parola e accogli la Parola divina, emetti la parola che passa e ricevi la Parola eterna.
Perché tardi? perché temi? Credi all'opera del Signore, dà il tuo assenso ad essa, accoglila. Nella tua umiltà prendi audacia, nella tua verecondia prendi coraggio. In nessun modo devi ora, nella tua semplicità verginale, dimenticare la prudenza; ma in questa sola cosa, o Vergine prudente, non devi temere la presunzione. Perché, se nel silenzio è gradita la modestia, ora è piuttosto necessaria al pietà nella parola. Apri, Vergine beata, il cuore alla fede, le labbra all'assenso, il grembo al Creatore. Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti batte fuori alla porta. Non sia, che mentre tu sei titubante, egli passi oltre e tu debba, dolente, ricominciare a cercare colui che ami. Levati su, corri, apri! Levati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso.
«Ecco», dice, «sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1, 38).

Augustinus
18-12-04, 18:55
2, 19. 22-23. 26-27; CCL 14, 39-42

L'angelo, che annunziava il mistero, volle garantirne la veridicità con una prova e annunziò alla vergine Maria la maternità di una donna vecchia e sterile, per dimostrare così che a Dio è possibile tutto ciò che vuole. Appena Maria ebbe udito ciò, si avviò in fretta verso la montagna, non perché fosse incredula della profezia o incerta dell'annunzio o dubitasse della prova, ma perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall'intima gioia. Dove ormai, ricolma di Dio, poteva affrettarsi ad andare se non verso l'alto? La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze.Subito si fanno sentire i benefici della venuta di Maria e della presenza del Signore. Infatti «appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, esultò il bambino nel seno di lei, ed ella fu ricolma di Spirito Santo» (cfr. Lc 1, 41). Si deve fare attenzione alla scelta delle singole parole e al loro significato. Elisabetta udì per prima la voce, ma Giovanni percepì per primo la grazia; essa udì secondo l'ordine della natura, egli esultò in virtù del mistero; essa sentì l'arrivo di Maria, egli del Signore; la donna l'arrivo della donna, il bambino l'arrivo del bambino. Esse parlano delle grazie ricevute, essi nel seno delle loro madri realizzano la grazia e il mistero della misericordia a profitto delle madri stesse: e queste per un duplice miracolo profetizzano sotto l'ispirazione dei figli che portano.
Del figlio si dice che esultò, della madre che fu ricolma di Spirito Santo. Non fu prima la madre a essere ricolma dello Spirito, ma fu il figlio, ripieno di Spirito Santo, a ricolmare anche la madre.
Esultò Giovanni, esultò anche lo spirito di Maria. Ma mentre di Elisabetta si dice che fu ricolma di Spirito santo allorché Giovanni esultò, di Maria, che già era ricolma di Spirito santo, si dice che allora il suo spirito esultò Colui che è incomprensibile, operava in modo incomprensibile nella madre. L'una, Elisabetta, fu ripiena di Spirito Santo dopo la concezione, Maria invece prima della concezione.
«Beata — disse — tu che hai creduto» (cfr. Lc 1, 45). Ma beati anche voi che avete udito e creduto: ogni anima che crede concepisce e genera il Verbo di Dio e riconosce le sue opere.
Sia in ciascuno l'anima di Maria per magnificare il Signore; sia in ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio. Se c'è una sola madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo è il frutto di tutti, poiché ogni anima riceve il Verbo di Dio, purché, immacolata e immune da vizi, custodisca la castità con intemerato pudore. Ogni anima, che potrà mantenersi così, magnifica il Signore come magnificò il Signore l'anima di Maria, e il suo spirito esultò in Dio salvatore.
Come avete potuto leggere anche altrove: «Magnificate il Signore con me» (cfr. Sal 33, 4), il Signore è magnificato non perché la parola umana possa aggiungere qualcosa alla grandezza del Signore, ma perché egli viene magnificato in noi. Cristo è l'immagine di Dio: perciò l'anima che compie opere giuste e pie magnifica l'immagine di Dio a somiglianza della quale è stata creata, e mentre la magnifica, partecipa in certo modo alla sua grandezza e si eleva.

Augustinus
18-12-04, 18:56
1, 46-55; CCL 120, 37-39

«Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore» (Lc 1, 46). Dice: il Signore mi ha innalzato con un dono così grande e così inaudito che non è possibile esprimerlo con nessun linguaggio: a stento lo può comprendere il cuore nel profondo. Levo quindi un inno di ringraziamento con tutte le forze della mia anima e mi do, con tutto quello che vivo e sento e comprendo, alla contemplazione della grandezza senza fine di Dio, poiché il mio spirito si allieta della eterna divinità di quel medesimo Gesù, cioè del Salvatore, di cui il mio seno è reso fecondo con una concezione temporale.
«Perché ha fatto in me cose grandi l'Onnipotente, e santo è il suo nome» (cfr. Lc 1, 49). Si ripensi all'inizio del cantico dove è detto: «L'anima mia magnifica il Signore». Davvero solo quell'anima a cui il Signore si è degnato di fare grandi cose può magnificarlo con lode degna ed esortare quanti sono partecipi della medesima promessa e del medesimo disegno di salvezza: Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome (cfr. Sal 33, 4). Chi trascurerà di magnificare, per quanto sta in lui, il Signore che ha conosciuto e di santificare il nome, «sarà considerato il minimo nel regno dei cieli» (Mt 5, 19).
Il suo nome poi è detto santo perché con il fastigio della sua singolare potenza trascende ogni creatura ed è di gran lunga al di là di tutto quello che ha fatto.
«Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia» (Lc 1, 54). Assai bene dice Israele servo del Signore, cioè ubbidiente e umile, perché da lui fu accolto per essere salvato, secondo quanto dice Osea: Israele è mio servo e io l'ho amato (cfr. Os 11, 1). Colui infatti che disdegna di umiliarsi non può certo essere salvato né dire con il profeta: «Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore mi sostiene» (Sal 53, 6) e: Chiunque diventerà piccolo come un bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli (cfr. Mt 18, 4).
«Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre» (Lc 1, 55). Si intende la discendenza spirituale, non carnale, di Abramo; sono compresi, cioè, non solo i generati secondo la carne, ma anche coloro che hanno seguito le orme della sua fede, sia nella circoncisione sia nell'incirconcisione. Anche lui credette quando non era circonciso, e gli fu ascritto a giustizia. La venuta del Salvatore fu promessa ad Abramo e alla sua discendenza, cioè ai figli della promessa, ai quali è detto: «Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa» (Gal 3, 29).
E' da rivelare poi che le madri, quella del Signore e quella di Giovanni, prevengono profetando la nascita dei figli: e questo è bene perché come il peccato ebbe inizio da una donna, così da donne comincino anche i benefici, e come il mondo ebbe la morte per l'inganno di una donna, così da due donne, che a gara profetizzano, gli sia restituita la vita.

Augustinus
18-12-04, 18:57
Cap. 9-12; PG 10, 815-819

Uno solo è Dio, fratelli, colui che noi non conosciamo per altra via che quella delle Sacre Scritture.
Noi dobbiamo quindi sapere tutto quanto le divine Scritture ci annunziano e conoscere quanto esse ci insegnano. Dobbiamo credere al Padre, come lui vuole che gli crediamo, glorificare il Figlio come vuole che lo glorifichiamo, ricevere lo Spirito Santo come desidera che lo riceviamo.
Procuriamo di arrivare a una comprensione delle realtà divine non secondo la nostra intelligenza e non certo facendo violenza ai doni di Dio, ma nella maniera in cui egli stesso volle rivelarsi nelle Sacre Scritture.
Dio esisteva in sé perfettamente solo. Nulla c'era che fosse in qualche modo partecipe della sua eternità. Allora egli stabilì di creare il mondo. Come lo pensò, come lo volle e come lo descrisse con la sua parola, così anche lo creò. Il mondo cominciò ad esistere, perciò, come lo aveva desiderato. E quale lo aveva progettato, tale lo realizzò. Dunque Dio esisteva nella sua unicità e nulla c'era che fosse coeterno con lui. Niente esisteva se non Dio. Egli era solo, ma completo in tutto. In lui si trovava intelligenza, sapienza, potenza e consiglio. Tutto era in lui ed egli era il tutto. Quando volle, e nella misura in cui volle, egli, nel tempo da lui prefissato, ci rivelò il suo Verbo per mezzo del quale aveva creato tutte le cose.
Poiché dunque Dio possedeva in sé la sua Parola, ed essa era inaccessibile per il mondo creato, egli la rese accessibile. Pronunziando una prima parola, e generando luce da luce, presentò alla stessa creazione come Signore il suo stesso Pensiero, e rese visibile colui che egli solo conosceva e vedeva in se stesso e che prima era assolutamente invisibile per il mondo creato. Lo rivelò perché il mondo lo vedesse e così potesse essere salvato.
Questi è la Sapienza che venendo nel mondo si rivelò Figlio di Dio. Tutto fu creato per mezzo di lui, ma egli è l'unico che viene dal Padre.
Questi poi diede una legge e dei profeti e li fece parlare nello Spirito Santo perché, ricevendo l'ispirazione della potenza del Padre, annunziassero il volere e il disegno del Padre.
Così dunque fu rivelato il Verbo di Dio, come dice il beato Giovanni che sommariamente riprende le cose già dette dai profeti mostrando che questi è il Verbo, nel quale tutto fu creato. Dice Giovanni: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, senza di lui nulla è stato fatto» (Gv 1, 1. 3).
Più avanti dice: Il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo ha conosciuto. Venne presso i suoi, ma i suoi non lo hanno accolto (cfr. Gv 1, 10-11).

Augustinus
18-12-05, 13:22
BENEDETTO XVI

ANGELUS

IV Domenica d'Avvento, 18 dicembre 2005

Cari fratelli e sorelle!

In questi ultimi giorni dell’Avvento la liturgia ci invita a contemplare in modo speciale la Vergine Maria e san Giuseppe, che hanno vissuto con intensità unica il tempo dell’attesa e della preparazione della nascita di Gesù. Desidero quest’oggi rivolgere lo sguardo alla figura di san Giuseppe. Nell’odierna pagina evangelica san Luca presenta la Vergine Maria come "sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe" (Lc 1,27). E’ però l’evangelista Matteo a dare maggior risalto al padre putativo di Gesù, sottolineando che, per suo tramite, il Bambino risultava legalmente inserito nella discendenza davidica e realizzava così le Scritture, nelle quali il Messia era profetizzato come "figlio di Davide". Ma il ruolo di Giuseppe non può certo ridursi a questo aspetto legale. Egli è modello dell’uomo "giusto" (Mt 1,19), che in perfetta sintonia con la sua sposa accoglie il Figlio di Dio fatto uomo e veglia sulla sua crescita umana. Per questo, nei giorni che precedono il Natale, è quanto mai opportuno stabilire una sorta di colloquio spirituale con san Giuseppe, perché egli ci aiuti a vivere in pienezza questo grande mistero della fede.

L’amato Papa Giovanni Paolo II, che era molto devoto di san Giuseppe, ci ha lasciato una mirabile meditazione a lui dedicata nell’Esortazione apostolica Redemptoris Custos, "Custode del Redentore". Tra i molti aspetti che pone in luce, un accento particolare dedica al silenzio di san Giuseppe. Il suo è un silenzio permeato di contemplazione del mistero di Dio, in atteggiamento di totale disponibilità ai voleri divini. In altre parole, il silenzio di san Giuseppe non manifesta un vuoto interiore, ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel cuore, e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione. Un silenzio grazie al quale Giuseppe, all’unisono con Maria, custodisce la Parola di Dio, conosciuta attraverso le Sacre Scritture, confrontandola continuamente con gli avvenimenti della vita di Gesù; un silenzio intessuto di preghiera costante, preghiera di benedizione del Signore, di adorazione della sua santa volontà e di affidamento senza riserve alla sua provvidenza. Non si esagera se si pensa che proprio dal "padre" Giuseppe Gesù abbia appreso – sul piano umano – quella robusta interiorità che è presupposto dell’autentica giustizia, la "giustizia superiore", che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli (cfr Mt 5,20).

Lasciamoci "contagiare" dal silenzio di san Giuseppe! Ne abbiamo tanto bisogno, in un mondo spesso troppo rumoroso, che non favorisce il raccoglimento e l’ascolto della voce di Dio. In questo tempo di preparazione al Natale coltiviamo il raccoglimento interiore, per accogliere e custodire Gesù nella nostra vita.

Augustinus
23-12-06, 20:26
Avvento - Tempo Dell'attesa Del Signore (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=133639)

III Domenica di Avvento o Gaudete (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=213996)

Vigilia di Natale (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=213999)

Natale del Signore (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=149208)

Annunciazione della Beata Vergine Maria (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=144748)

Visitazione della Beata Vergine Maria a S. Elisabetta (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=144750)

Augustinus
24-12-06, 11:22
http://www.cwrl.utexas.edu/~bump/images/PRB/DGR/rossetti_ecce_ancilla_domini.1848.jpg http://www.artchive.com/artchive/r/rossetti/rossetti_annunciation.jpg http://www.bbc.co.uk/bbcfour/paintingflowers/images/paintings/456/annunciation_rossetti_456.jpg Dante Gabriel Rossetti, Ecce Ancilla Domini!, 1849-50, Tate Gallery, Londra

Augustinus
24-12-06, 14:06
BENEDETTO XVI

ANGELUS

Domenica, 24 dicembre 2006

Cari fratelli e sorelle,

la celebrazione del Santo Natale è ormai imminente. L’odierna vigilia ci prepara a vivere intensamente il mistero che questa Notte la liturgia ci inviterà a contemplare con gli occhi della fede. Nel divino Neonato, che deporremo nel presepe, si rende manifesta la nostra salvezza. Nel Dio che si fa uomo per noi, ci sentiamo tutti amati ed accolti, scopriamo di essere preziosi e unici agli occhi del Creatore. Il Natale di Cristo ci aiuta a prendere coscienza di quanto valga la vita umana, la vita di ogni essere umano, dal suo primo istante al suo naturale tramonto. A chi apre il cuore a questo "bambino avvolto in fasce" e giacente "in una mangiatoia" (cfr Lc 2,12), egli offre la possibilità di guardare con occhi nuovi le realtà di ogni giorno. Potrà assaporare la potenza del fascino interiore dell’amore di Dio, che riesce a trasformare in gioia anche il dolore.

Prepariamoci, cari amici, ad incontrare Gesù, l’Emmanuele, Dio con noi. Nascendo nella povertà di Betlemme, Egli vuole farsi compagno di viaggio di ciascuno. In questo mondo, da quando Lui stesso ha voluto porvi la sua "tenda", nessuno è straniero. È vero, siamo tutti di passaggio, ma è proprio Gesù a farci sentire a casa in questa terra santificata dalla sua presenza. Egli ci chiede però di renderla casa accogliente per tutti. Il dono sorprendente del Natale è proprio questo: Gesù è venuto per ciascuno di noi e in lui ci ha resi fratelli. L’impegno corrispondente è quello di superare sempre più i preconcetti e i pregiudizi, abbattere le barriere ed eliminare i contrasti che dividono, o peggio, contrappongono gli individui e i popoli, per costruire insieme un mondo di giustizia e di pace.

Con questi sentimenti, cari fratelli e sorelle, viviamo le ultime ore che ci separano dal Natale, preparandoci spiritualmente ad accogliere il Bambino Gesù. Nel cuore della notte Egli verrà per noi. È suo desiderio però anche venire in noi, ad abitare cioè nel cuore di ognuno di noi. Perché ciò avvenga, è indispensabile che siamo disponibili e ci apprestiamo a riceverlo, pronti a fargli spazio dentro di noi, nelle nostre famiglie, nelle nostre città. Che la sua nascita non ci colga impegnati a festeggiare il Natale, dimenticando che il protagonista della festa è proprio Lui! Ci aiuti Maria a mantenere il raccoglimento interiore indispensabile per gustare la gioia profonda che apporta la nascita del Redentore. A Lei ci rivolgiamo ora con la nostra preghiera, pensando particolarmente a quanti si apprestano a trascorrere il Natale nella tristezza e nella solitudine, nella malattia e nella sofferenza: a tutti la Vergine arrechi conforto e consolazione.

Augustinus
22-12-07, 18:23
SERMONE IV. - PER LA DOMENICA IV. DELL'AVVENTO

Dell'amore che ci porta Gesù Cristo e dell'obbligo che noi abbiamo di amarlo.

Et videbit omnis caro salutare Dei. (Luc. 3, 6)

Questo Salvatore del mondo predetto dal profeta Isaia, che un giorno gli uomini avrebbero veduto in questa terra, et videbit omnis caro salutare Dei, eccolo è già venuto, e noi l'abbiam veduto non solo conversare tra gli uomini, ma anche patire e morire per nostro amore. Tratteniamoci dunque questa mattina a considerare l'amore che dobbiamo portare a Gesù Cristo, almeno per gratitudine dell'amore ch'egli ci porta. Onde vedremo

Nel punto I. Quanto è grande l'amore che ci ha dimostrato Gesù C.;

Nel punto II. Quanto noi siamo obbligati a riamarlo.

PUNTO I. Quanto è grande l'amore che ci ha dimostrato Gesù Cristo.

Dice s. Agostino che a questo fine Gesù Cristo è venuto, acciocché l'uomo conoscesse quanto lo ama Iddio: Propterea Christus advenit, ut cognosceret homo, quantum eum diligat Deus. Egli è venuto dunque, e per dimostrarci l'amore immenso che ci porta questo Dio, ci ha donato tutto se stesso con abbandonarsi a tutte le pene di questa vita e poi ai flagelli, alle spine ed a tutti i dolori e disprezzi che patì nella sua passione sino a morire abbandonato da tutti sopra di un legno infame di croce: Dilexit nos et tradidit semetipsum pro nobis (Gal. 2, 20).

Ben potea Gesù Cristo salvarci senza morire in croce e senza patire. Bastava per redimerci una sola goccia del suo sangue; bastava una semplice sua preghiera offerta all'eterno Padre, perché essendo ella d'infinito valore per ragione della di lui divinità, bastava a salvare il mondo e mille mondi; ma no, dice il Grisostomo, o altro autore antico: Quod sufficiebat redemptioni non sufficiebat amori: quel che bastava alla nostra redenzione non bastava al grande amore ch'egli ci portava. Volle pertanto, affin di dimostrarci quanto ci amava, non solo spargere parte del suo sangue, ma tutto il sangue a forza di tormenti. Ciò significano le parole ch'egli proferì nella notte precedente alla sua morte: Hic est enim sanguis meus novi testamenti, qui pro multis effundetur etc. (Matth. 26, 28). La parola effundetur dinota che il sangue di Gesù Cristo nella sua passione fu tutto sparso sino all'ultima goccia; e perciò quando dopo la morte gli fu aperto il costato colla lancia da Longino, uscì sangue ed acqua, in segno che quelle erano le ultime goccie di sangue che gli erano rimaste; sicché potendo Gesù Cristo salvarci senza patire, volle abbracciare una vita tutta colma di pene, e poi volle morire con una morte amara ed ignominiosa di croce: Humiliavit semetipsum, factus obediens usque ad mortem, mortem autem crucis (Phil. 2, 8).

Si dice in s. Giovanni (15, 13): Maiorem hac dilectionem nemo habet, ut animam suam ponat quis pro amicis suis. Che potea far più il figlio di Dio per dimostrarci l'amore che ci portava, che morire per noi? Che può fare più un amico per un altro, che dar la vita per lui? Maiorem hac dilectionem nemo habet. Dimmi, fratello mio, se un servo tuo, se l'uomo più vile della terra avesse fatto per te quel che fece Gesù Cristo, in morir di dolore su d'una croce, potresti tu ricordartene e non amarlo?

S. Francesco d'Assisi par che non sapesse pensare ad altro, che alla passione di Gesù Cristo; e pensando a quella, continuamente piangea, sì che per lo tanto spargimento di lagrime diventò quasi cieco. Un giorno fu trovato così piangendo ai piedi del crocifisso, e sospirando a gran voce: dimandato perché così piangesse ed esclamasse, rispose: «Piango i dolori e le ignominie del mio Signore. E quello che più mi fa piangere è che gli nomini, per cui egli ha tanto patito, ne vivono scordati».

Se mai dubiti, o cristiano, se ti ama o no Gesù Cristo, alza gli occhi, e guardalo pendente da quella croce. Ah che troppo certi testimonj dell'amore che per te conserva, dice san Tommaso da Villanova sono quella croce, dov'egli sta inchiodato, quei dolori interni ed esterni che patisce, e quella morte amara che per te sopporta: Testis crux, testes dolores, testis amara mors, quam pro te sustinuit (Conc. 3). Non senti, dicea s. Bernardo, la voce di quella croce, di quelle piaghe, che gridano per farti intendere che egli veramente ti ha amato? Clamat crux, clamat vulnus, quod ipse vere dilexit.

Dice s. Paolo che non tanto la flagellazione, la coronazione di spine, il viaggio doloroso al Calvario, l'agonia di tre ore sopra la croce, e tutte le altre pene di pugni, schiaffi, sputi in faccia ed altre ingiurie che patì Gesù Cristo, ci debbono muovere ad amarlo, quanto l'amore che ci ha dimostrato nel voler tanto patire per noi: questo amore, dice l'apostolo, non solo ci obbliga, ma in certo modo ci fa forza e ci costringe ad amare un Dio che ci ha tanto amato: Caritas enim Christi urget nos (2 Cor. 5, 14). Scrive s. Francesco di Sales su questo testo: «Sapendo noi che Gesù vero Dio ci ha amati sino a soffrire per noi la morte e morte di croce, non è questo un avere i nostri cuori sotto d'un torchio, e sentirlo stringere per forza, e spremerne l'amore per una violenza che tanto è più forte, quanto è più amabile?».

Fu tanto l'amore del quale ardea per noi l' innamorato cuore di G. Cristo, che non solo volle per noi morire, ma in tutta la sua vita sospirava ardentemente quel giorno in cui dovea patir la morte per nostro amore. Perciò mentre viveva andava dicendo: Baptismo autem habeo baptizari, et quomodo coarctor, usquedum perficiatur (Luc. 12, 50)? Io dovrò esser battezzato nella mia passione col battesimo del mio medesimo sangue, per lavare i peccati degli uomini; et quomodo coarctor, ed oh quanto mi sento stringere, come spiega s. Ambrogio, dal desiderio che giunga presto per me il giorno della mia morte! Quindi nella notte precedente alla sua passione ebbe a dire: Desiderio desideravi hoc pascha manducare vobiscum, antequam patiar (Luc. 22, 15).

Scrisse s. Lorenzo Giustiniani: Vidimus sapientem prae nimietate amoris infatuatum. Abbiamo veduto, disse, il Figlio di Dio, ch'è la sapienza divina, quasi impazzito per il troppo amore portato agli uomini. Questo appunto diceano i gentili, quando loro si predicava la morte di Gesù Cristo, da lui sofferta per amore degli uomini, la stimavano una pazzia da non potersi mai credere, così attesta l'apostolo: Nos autem praedicamus Christum crucifixum, iudaeis quidem scandalum, gentibus autem stultitiam (1 Cor. 1, 23). E chi mai può credere, essi diceano, che un Dio felicissimo in se stesso, e che di niuno ha bisogno, abbia voluto prendere carne umana, e morire per amore degli uomini sue creature? Ciò sarebbe lo stesso che credere un Dio divenuto pazzo per amore degli uomini: Stultum visum est, scrisse s. Gregorio (Hom. 6), ut pro hominibus auctor vitae moreretur. Ma checché si dicano e pensino gl'infedeli, egli è di fede che il Figlio di Dio per nostro amore ha voluto spargere tutto il suo sangue, per farne un bagno e lavare le nostre anime da tutti i loro peccati: Dilexit nos et lavit nos a peccatis nostris in sanguine suo (Apocal. 1, 5). Quindi i santi considerando l'amore di Gesù Cristo, restavano ammutoliti dallo stupore. S. Francesco di Paola a vista del crocifisso non sapeva far altro che esclamare: O amore! O amore! O amore!

Cum dilexisset suos, qui erant in mundo, in finem dilexit eos (Ioan. 13, 1). Questo amante Signore non fu contento di dimostrarci il suo amore, morendo per noi sulla croce, ma giunto al fine della sua vita, volle di più lasciarci la sua medesima carne per cibo delle anime nostre, e così unirsi tutto con noi, dicendo: Accipite et comedite, hoc est corpus meum (Matth. 26, 26). Ma di quest'altro dono ed eccesso di amore ne parleremo a lungo un'altra volta, quando tratteremo del ss. sacramento dell'altare. Passiamo ora all'altro punto.

PUNTO II. Quanto noi siamo obbligati di amare Gesù Cristo.

Chi ama, vuol essere amato. Dice s. Bernardo: Cum amat Deus, non aliud vult quam amari (Serm. 83. in Cant.). E prima lo disse lo stesso Redentore: Ignem veni mittere in terram, et quid volo nisi ut accendatur (Luc. 12, 49)? Io, dice Gesù Cristo, sono venuto in terra per accendere ne' cuori degli uomini il santo fuoco del divino amore, et quid volo nisi ut accendatur! Dio non vuol altro da noi, che essere amato; e perciò la santa chiesa ci fa pregare: Illo nos igne, quaesumus, Domine, Spiritus inflammet, quem Dominus Iesus Christus misit in terram, et voluit vehementer accendi. Ah che non han fatto i santi, accesi da questo fuoco! Hanno abbandonato tutto, delizie, onori, porpore e scettri, per tendere solo ad ardere di questo beato fuoco. Dirai: ma come potrò fare, per ardere anch'io d'amore per Gesù Cristo? Fa come faceva Davide: In meditatione mea exardescet ignis (Ps. 38). La meditazione è la beata fornace, dove si accende questo beato fuoco dell'amor divino. Fa l'orazione mentale ogni giorno, pensando alla passione di Gesù Cristo, e non dubitare, che tu pure sarai acceso da questa beata fiamma.

A questo fine, dice s. Paolo, Gesù Cristo ha voluto morire per noi, per impadronirsi di tutti i cuori: In hoc enim Christus mortuus est, et resurrexit, ut et mortuorum et vivorum dominetur (Rom. 14, 9). Egli ha voluto dar la vita per tutti gli uomini senza escluderne alcuno, scrive lo stesso apostolo, affinché niuno di essi viva più a se stesso, ma viva solo a quel Dio che per lui ha voluto morire: Pro omnibus mortuus est Christus, ut et qui vivunt, iam non sibi vivant, sed ei qui pro ipsis mortuus est (2 Cor. 5, 15).

Ah che per ben corrispondere all'amore di questo Dio bisognerebbe che un altro Dio morisse per lui, com'è morto Gesù Cristo per noi!

Ma bisogna esclamare: oh ingratitudine umana! Un Dio ha voluto dar la vita per la salute degli uomini, e gli uomini neppure vogliono pensarci! Ah che se ciascuno pensasse spesso alla passione del Redentore, ed all'amore che in quella ci ha dimostrato, come potrebbe non amarlo, con tutto il suo cuore? A chi guarda con viva fede Gesù appeso a tre chiodi in un patibolo infame, ben ogni piaga di Gesù gli parla e dice: Diliges Dominum Deum tuum: ama, o uomo, ama il tuo Signore e Dio, che ti ha tanto amato: ed a queste così tenere voci chi mai può resistere? Dice s. Bonaventura, che le piaghe di Gesù Cristo sunt vulnera dura corda vulnerantia, et mentes congelatas inflammantia; sono piaghe che impiagano i cuori più duri, ed infiammano le anime più fredde.

Oh si scires mysterium crucis! disse s. Andrea apostolo al tiranno, mentre quegli lo tentava a negar G. Cristo: o tiranno, ei volle dire, se tu intendessi l'amore che ti ha portato il tuo Salvatore nel voler morire sopra d'una croce per salvarti, non ti affaticheresti a tentarmi, ma abbandoneresti tutti i beni di questa terra per darti tutto ad amar Gesù Cristo.

Termino, uditori miei dilettissimi, con raccomandarvi da oggi avanti di meditare ogni giorno la passione di Gesù Cristo; mi contento che v'impieghiate un quarto d'ora. Almeno ognuno di voi si procuri una bella immagine del crocifisso, la tenga nella sua stanza, ed almeno da quando in quando gli dia un'occhiata dicendo: ah Gesù mio, voi siete morto per me, ed io non vi amo! Se un amico patisce per un altro ingiurie, percosse e carceri, molto si compiace che quegli se ne ricordi, ci pensi e ne parli con gratitudine. All'incontro molto gli dispiace se colui non vi vuole pensare e non ne vuole sentir parlare. E così molto piace a Gesù Cristo che noi spesso pensiamo alla sua passione; e molto gli dispiace che noi neppure vi vogliamo pensare. Oh quanto ci consoleranno in morte i dolori e la morte di Gesù Cristo, se in vita gli avremo meditati spesso con amore! Non aspettiamo che gli altri nella nostra morte ci pongano in mano il crocifisso, e ci ricordino quel che G. Cristo ha patito per noi: abbracciamolo da ora in vita, e teniamolo sempre stretto con noi, acciocché con lui possiamo vivere e morire. E chi è divoto della passione del Signore, non può non esser divoto anche de' dolori di Maria: la memoria de' quali anche molto ci consolerà in punto di morte. Oh bel meditare, meditare Gesù in croce! Oh bel morire, morire abbracciato con Gesù crocifisso, morendo volentieri per amor di quel Dio che è morto per nostro amore!

Fonte: S. Alfonso M. De' Liguori, Sermoni compendiati per tutte le domeniche dell'anno, Sermone sulla 4° Domenica di Avvento, Napoli, 1771, ora in OPERE ASCETICHE, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, a cura di Pier Giacinto Marietti, Vol. III, Torino, 1880, pp. 356-360 (http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/__P317.HTM)

Augustinus
22-12-07, 20:56
http://img176.imageshack.us/img176/3328/gracezd8.jpg

Augustinus
23-12-07, 12:53
http://www.artchive.com/artchive/d/de_la_tour/dream.jpg http://www.wga.hu/art/l/la_tour/georges/2/05dream.jpg Georges De la Tour, Sogno di S. Giuseppe, 1640 circa, Musee des Beaux-Arts, Nantes

http://www.bildindex.de/bilder/fmc657496b.jpg http://www.nationalgallery.org.uk/WebMedia/Images/62/NG6276/eNG6276.jpg Philippe de Champaigne, Sogno di S. Giuseppe, 1638 circa, National Gallery, Londra

Augustinus
23-12-07, 21:57
BENEDETTO XVI

ANGELUS

Domenica, 23 dicembre 2007

Cari fratelli e sorelle!

Solo un giorno separa questa quarta Domenica di Avvento dal santo Natale. Domani notte ci raduneremo per celebrare il grande mistero dell’amore, che non finisce mai di stupirci: Dio si è fatto Figlio dell’uomo perché noi diventiamo figli di Dio. Durante l’Avvento, dal cuore della Chiesa si è levata spesso un’implorazione: "Vieni, Signore, a visitarci con la tua pace, la tua presenza ci riempirà di gioia". La missione evangelizzatrice della Chiesa è la risposta al grido "Vieni, Signore Gesù!", che percorre tutta la storia della salvezza e che continua a levarsi dalle labbra dei credenti. Vieni, Signore, a trasformare i nostri cuori, perché nel mondo si diffondano la giustizia e la pace! Questo intende richiamare la Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione, appena pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Documento si propone, in effetti, di ricordare a tutti i cristiani – in una situazione in cui spesso non è più chiara nemmeno a molti fedeli la stessa ragione d’essere dell’evangelizzazione – che "l’accoglienza della Buona Novella nella fede, spinge di per sé" (n. 7) a comunicare la salvezza ricevuta in dono.

Infatti, "la Verità che salva la vita – che si è fatta carne in Gesù – accende il cuore di chi la riceve con un amore verso il prossimo che muove la libertà a ridonare ciò che si è gratuitamente ricevuto" (ibid.). Essere raggiunti dalla presenza di Dio, che si fa vicino a noi nel Natale, è un dono inestimabile. Dono capace di farci "vivere nell’abbraccio universale degli amici di Dio" (ibid.), in quella "rete di amicizia con Cristo, che collega cielo e terra" (ibid., 9), che protende la libertà umana verso il suo compimento e che, se vissuta nella sua verità, fiorisce "in un amore gratuito e colmo di premura per il bene di tutti gli uomini" (ibid., 7). Nulla è più bello, urgente ed importante che ridonare gratuitamente agli uomini quanto gratuitamente abbiamo ricevuto da Dio! Nulla ci può esimere o sollevare da questo oneroso ed affascinante impegno. La gioia del Natale, che già pregustiamo, mentre ci colma di speranza, ci spinge al tempo stesso ad annunciare a tutti la presenza di Dio in mezzo a noi.

Modello impareggiabile di evangelizzazione è la Vergine Maria, che ha comunicato al mondo non un’idea, ma Gesù, Verbo incarnato. InvochiamoLa con fiducia, affinché la Chiesa annunci, anche nel nostro tempo, Cristo Salvatore. Ogni cristiano ed ogni comunità sentano la gioia di condividere con gli altri la Buona Notizia che "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito … perché il mondo si salvi per mezzo di lui" (Gv 3,16-17). E’ questo il senso autentico del Natale, che sempre dobbiamo riscoprire e intensamente vivere.

Augustinus
21-12-08, 08:39
DOMINICA QUARTA ADVENTUS

II classis

Semiduplex

Statio ad Ss. duodecim Apostolos

Introitus

Is. 45, 8

RORATE, cæli, désuper, et nubes pluant justum: aperiátur terra, et gérminet Salvatórem. Ps. 18, 2. Cæli enárrant glóriam Dei: et ópera mánuum ejus annúntiat firmaméntum. V/. Glória Patri. Roráte.

Oratio

EXCITA, quaésumus, Dómine, poténtiam tuam, et veni: et magna nobis virtúte succúrre; ut per auxílium grátiæ tuæ, quod nostra peccáta præpédinut, indulgéntia tuæ propitiatiónis accéleret: Qui vivis.

Orationes pro diversitate Temporum assignatæ, ut habentur post Dominicam Primam Adventus.

Lectio Epístolæ beáti Páuli Apóstoli ad Corínthios

I Cor. 4, 1-5

FRATRES: Sic nos exístimet homo ut minístros Christi, et dispensatóres mysteriórum Dei. Hic jam quǽritur inter dispensatóres, ut fidélis quis inveniátur. Mihi autem pro mínimo est, ut a vobis júdicer, aut ab humáno die: sed neque meípsum júdico. Nihil enim mihi cónscius sum: sed non in hoc justificátus sum: qui autem júdicat me, Dóminus est. Itaque nolíte ante tempus judicáre, quoadúsque véniat Dóminus: qui et illuminábit abscóndita tenebrárum, et manifestábit concília córdium: et tunc laus erit unicuíque a Deo.

Graduale. Ps. 144, 18 et 21. Prope est Dóminus ómnibus invocántibus eum: ómnibus qui ínvocant eum in veritáte. V/. Laudem Dómini loquétur os meum: et benedícat omnis caro nomem sanctum ejus.

Allelúja, allelúja. V/. Veni, Dómine, et noli tardáre : reláxa facínora plebis tuæ Israël. Allelúja.

http://www.unavoce-ve.it/crux.gif Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam

Luc. 3, 1-6

ANNO quintodécimo impérii Tibérii Caésaris, procuránte Póntio Piláto Judaéam, tetrárcha autem Galilaéæ Heróde, Philíppo autem fratre ejus tetrárcha Ituraéæ, et Trachonítidis regiónis, et Lysánia Abilínæ tetrárcha, sub princípibus sacerdótum Anna et Cáipha: factum est verbum Dómini super Joánnem, Zacharíæ fílium, in desérto. Et venit in omnem regiónem Jordánis, praédicans baptísmum pœniténtiæ in remissiónem peccatórum, sicut scriptum est in libro sermónum Isaíæ prophétæ: Vox clamántis in desérto: Paráte viam Dómini: rectas fácite sémitas ejus: omnis vallis implébitur: et omnis mons, et collis humiliábitur: et erunt prava in dirécta, et áspera in vias planas: et vidébit omnis caro salutáre Dei.

Credo.

Offertorium. Luc 1, 28. Ave, María, grátia plena: Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus, et benedíctus fructus ventris tui.

Secreta

SACRIFÍCIIS præséntibus, quaésumus, Dómine, placátus inténde: ut et devotióni nostræ profíciant, et salúti. Per Dóminum.

Aliæ Secretæ.

Præfatio de Ssma Trinitate.

Communio. Is. 7, 14. Ecce Virgo concípiet, et páriet fílium: et vocábitur nomen ejus Emmánuel.

Postcommunio

SUMPTIS munéribus, quaésumus, Dómine: ut cum frequentatióne mystérii, crescat nostræ salútis efféctus. Per Dóminum.

Aliæ Postcommuniones.

¶ Si Vigilia Nativitatis Domini venerit in Dominica, totum Officium Missæ fit de Vigilia, cum Commemoratione Dominicæ, sed non legitur ejus Evangelium in fine.

FONTE (http://www.unavoce-ve.it/mr-adv-dom4=lat.htm)

Augustinus
21-12-08, 13:33
BENEDETTO XVI

ANGELUS

Domenica, 21 dicembre 2007

Cari fratelli e sorelle,

il Vangelo di questa quarta domenica di Avvento ci ripropone il racconto dell’Annunciazione (Lc 1,26-38), il mistero a cui ritorniamo ogni giorno recitando l’Angelus. Questa preghiera ci fa rivivere il momento decisivo, in cui Dio bussò al cuore di Maria e, ricevuto il suo "sì", incominciò a prendere carne in lei e da lei. L’orazione "Colletta" della Messa odierna è la stessa che si recita al termine dell’Angelus e, in italiano, dice così: "Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre. Tu, che all’annunzio dell’Angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione". A pochi giorni ormai dalla festa del Natale, siamo invitati a fissare lo sguardo sul mistero ineffabile che Maria ha custodito per nove mesi nel suo grembo verginale: il mistero di Dio che si fa uomo. E’ questo il primo cardine della redenzione. Il secondo è la morte e risurrezione di Gesù, e questi due cardini inseparabili manifestano un unico disegno divino: salvare l’umanità e la sua storia assumendole fino in fondo col farsi carico interamente di tutto il male che le opprime.

Questo mistero di salvezza, oltre a quella storica, ha una dimensione cosmica: Cristo è il sole di grazia che, con la sua luce, "trasfigura ed accende l’universo in attesa" (Liturgia). La stessa collocazione della festa del Natale è legata al solstizio d’inverno, quando le giornate, nell’emisfero boreale, ricominciano ad allungarsi. A questo proposito, forse non tutti sanno che Piazza San Pietro è anche una meridiana: il grande obelisco, infatti, getta la sua ombra lungo una linea che corre sul selciato verso la fontana sotto questa finestra, ed in questi giorni l’ombra è la più lunga dell’anno. Questo ci ricorda la funzione dell’astronomia nello scandire i tempi della preghiera. L’Angelus, ad esempio, si recita al mattino, a mezzogiorno e alla sera, e con la meridiana, che anticamente serviva proprio per conoscere il "mezzogiorno vero", si regolavano gli orologi.

Il fatto che proprio oggi, 21 dicembre, in questa stessa ora, cade il solstizio d’inverno, mi offre l’opportunità di salutare tutti coloro che parteciperanno a vario titolo alle iniziative per l’anno mondiale dell’astronomia, il 2009, indetto nel 4° centenario delle prime osservazioni al telescopio di Galileo Galilei. Tra i miei Predecessori di venerata memoria vi sono stati cultori di questa scienza, come Silvestro II, che la insegnò, Gregorio XIII, a cui dobbiamo il nostro calendario, e san Pio X, che sapeva costruire orologi solari. Se i cieli, secondo le belle parole del salmista, "narrano la gloria di Dio" (Sal 19[18],2), anche le leggi della natura, che nel corso dei secoli tanti uomini e donne di scienza ci hanno fatto capire sempre meglio, sono un grande stimolo a contemplare con gratitudine le opere del Signore.

Torniamo ora con lo sguardo verso Maria e Giuseppe, che attendono la nascita di Gesù, ed impariamo da loro il segreto del raccoglimento per gustare la gioia del Natale. Prepariamoci ad accogliere con fede il Redentore che viene a stare con noi, Parola d’amore di Dio per l’umanità di ogni tempo.

Timoteo (POL)
22-12-08, 13:46
Rorate Coeli desuper (Canto d'Avvento)

Rorate Coéli desúper,
Et nubes plúant justum.

Ne irascáris Dómine, ne ultra memíneris iniquitátis:

Ecce cívitas Sancti facta est desérta:
Sion desérta facta est: Jerúsalem desoláta est:
Domus sanctificatiónis tuae et gloriae tuae,
Ubi laudavérunt Te patres nostri.

Rorate Coéli desúper,
Et nubes plúant justum.

Paccávimus et facti sumus quam immúndus nos,
Et cecídimus quasi fólium univérsi:
Et iniquitátes nostrae quasi ventus abstulérunt nos:
Abscondísti fáciem tuam a nobis,
Et allisísti nos in mánu iniquitátis nostrae.

Rorate Coéli desúper,
Et nubes plúant justum.

Víde, Dómine, afflictiónem pópuli tui,
Et mitte quem missúrus es:
Emítte Agnum dominatórem terrae,
De pétra desérti ad montem fíliae Sion:
Ut áuferat ipse jugum captivitátis nostrae.

Rorate Cœli desúper,
Et nubes plúant justum.

Consolámini, consolámini, pópule meus:
Cito véniet salus tua:
Quare moeróre consúmeris, quia innovávit te dolor?
Salvábo te, noli timére,
Ego énim sum Dóminus Deus túus Sánctus Israël, Redémptor túus.

Rorate Cœli desúper,
Et nubes plúant justum.


[In questo sito si può ascoltare il canto, anche se la qualità audio è molto bassa: http://www.unavox.it/Strumenti/Canti/Rorate_Coeli_desuper.htm].

Holuxar
23-12-18, 23:11
23 DICEMBRE 2018: QUARTA DOMENICA DI AVVENTO; OTTAVO GIORNO DELLA NOVENA DEL SANTO NATALE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



«23 DICEMBRE»
Dom Guéranger, L'anno liturgico - 23 dicembre. Settima Antifona (http://www.unavoce-ve.it/pg-23dic.htm)


«QUARTA DOMENICA DI AVVENTO»
Guéranger, L'anno liturgico - Quarta Domenica di Avvento (http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-dom4.htm)


«MISTERO DELL'INCARNAZIONE
TEMPO DI AVVENTO
(2 dicembre - 24 dicembre A.D. 2018)
STORIA DELL'AVVENTO
Guéranger, L'anno liturgico - Capitolo primo. Storia dell'Avvento (http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-st.htm)
MISTICA DELL'AVVENTO
Guéranger, L'anno liturgico - Capitolo secondo. Mistica dell'Avvento (http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-mist.htm)
PRATICA DELL'AVVENTO
Guéranger, L'anno liturgico - Capitolo terzo. Pratica dell'Avvento (http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-pr.htm) »





Omelia della quarta domenica di Avvento ? Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/2018/12/23/omelia-della-quarta-domenica-di-avvento/)
"Omelia della quarta domenica di Avvento 23 dicembre 2018
L’omelia tenuta da don Ugolino Giugni domenica 23 Dicembre 2018 – quarta domenica di Avvento – è disponibile per l’ascolto ->"

«Novena di Natale – 8° Giorno – 23 Dicembre»
Novena di Natale ? 8° Giorno ? 23 Dicembre ? Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/2018/12/23/novena-di-natale-8-giorno-23-dicembre/)
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«NOVENA DEL SANTO NATALE.»
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«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“domenica 23 dicembre 2018
Quarta Domenica di Avvento.”
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SANTA MESSA domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz alle ore 10.30 oggi 23 DICEMBRE 2018, QUARTA DOMENICA DI AVVENTO:


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
IV dom. d'Avvento
https://www.youtube.com/watch?v=1ryNOYKvTTg
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




"Sante Messe - Sodalitium."
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium."
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”


Dell'Avvento - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/dellavvento/)
Catechismo Maggiore di San Pio X – Dell’Avvento
1 D. Perché si chiamano Avvento le quattro settimane che precedono la solennità del santo Natale?
R. Le quattro settimane che precedono la solennità del santo Natale si chiamano Avvento, che vuoi dire venuta, perché in questo tempo la Chiesa ci dispone a celebrare degnamente la memoria della prima venuta di Gesù Cristo in questo mondo colla sua nascita temporale.
2 D. Che cosa ci propone la santa Chiesa a considerare nell’Avvento?
R. La Chiesa nell’Avvento ci propone a considerare quattro cose:
le promesse che Dio aveva fatte di mandarci il Messia per la nostra salute;
le brame degli antichi Padri, che ne sospiravano la venuta;
la predicazione di S. Giovanni Battista, che esortata il popolo a far penitenza per disporlo a ricevere il Messia;
l’ultima venuta di Gesù Cristo nella sua gloria per giudicare i vivi ed i morti.
3 D. Che cosa dobbiamo noi fare nell’Avvento per secondare le intenzioni della Chiesa?
R. Per secondare le intenzioni della Chiesa, nell’Avvento dobbiamo fare cinque cose:
meditare con viva fede e con ardente amore il grande beneficio dell’incarnazione del Figliuolo di Dio;
riconoscere la nostra miseria e il sommo bisogno che abbiamo di Gesù Cristo;
pregarlo istantemente che venga a nascere e crescere spiritualmente in noi colla sua grazia;
preparargli la strada colle opere di penitenza, e specialmente col frequentare i santi sacramenti;
pensar sovente all’ultima terribile sua venuta, e in vista di questa conformare la nostra alla sua santissima vita per poter essere con Lui a parte della sua gloria."
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Catechismo Maggiore di San Pio X - Del santo Natale - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/catechismo-maggiore-san-pio-x-santo-natale/)
«Catechismo Maggiore di San Pio X – Del santo Natale
4 D. Che festa è il santo Natale?
R. Il santo Natale è la festa istituita per celebrare la memoria della nascita temporale di Gesù Cristo.
5 D. Che cosa ha di particolare il santo Natale tra tutte le altre feste?
R. Il santo Natale tra tutte le altre feste ha due cose di particolare:
1 che si celebrano gli uffici divini nella notte precedente, secondo l’uso antico della Chiesa nelle vigilie;
2 che si celebrano tre messe da ogni sacerdote.
6 D. Perché la Chiesa ha voluto ritenere l’uso di celebrare nella notte del Natale i divini uffizi?
R. La Chiesa ha voluto ritenere l’uso di celebrare nella notte del Natale i divini uffizi per rinnovare con viva riconoscenza la memoria di quella notte, in cui, nascendo il divin Salvatore, cominciò l’opera della nostra redenzione.
7 D. Quali cose ci propone la Chiesa a considerare nelle tre Messe del Natale?
R. Nel vangelo della prima Messa del Natale la Chiesa ci propone a considerare che la santissima Vergine, recatasi in compagnia di S. Giuseppe da Nazaret a Betlemme per far ivi registrare il loro nome, secondo l’ordine dell’imperatore, né avendo ritrovato altro alloggio, diede alla luce Gesù Cristo dentro una stalla e lo ripose nel presepio, cioè in una mangiatoia d’animali. Nel vangelo della seconda ci propone a considerare la visita fatta a Gesù Cristo da alcuni poveri pastori, che erano stati avvisati da un Angelo della nascita di esso. Nel vangelo della terza ci propone a considerare che questo fanciullo, che si vede nascere nel tempo da Maria Vergine, è ab eterno Figliuolo di Dio.
8 D. Che cosa intende la Chiesa nel proporci a considerare i misteri delle tre Messe del Natale?
R. Nel proporci a considerare i misteri delle tre Messe del Natale la Chiesa intende che ringraziamo il divin Redentore d’essersi fatto uomo per la nostra salute, che lo riconosciamo insieme ai pastori, e lo adoriamo qual vero Figliuolo di Dio, ascoltando le istruzioni ch’Egli tacitamente ci dà colle circostanze della sua nascita.
9 D. Che cosa c’insegna Gesù Cristo colle circostanze della sua nascita?
R. Colle circostanze della sua nascita Gesù Cristo c’insegna a rinunciare alle vanità del mondo e ad apprezzare la povertà e le sofferenze.
10 D. Nella festa del Natale siamo noi obbligali ad ascoltare tre Messe?
R. Nella festa del Natale siamo obbligati ad ascoltare soltanto una Messa, ma è però bene ascoltarle tutte e tre per conformarci meglio alle intenzioni della Chiesa.
11 D. Che cosa dobbiamo noi fare nel santo Natale per secondare pienamente le intenzioni della Chiesa?
R. Nel santo Natale, per secondare pienamente le intenzioni della Chiesa, dobbiamo fare queste quattro cose:
1 prepararci la vigilia con unire al digiuno un raccoglimento maggiore del solito;
2 apportarvi una grande purità per mezzo di una buona confessione e un grande desiderio di ricevere il Signore;
3 assistere, se si può, agli uffizi divini nella notte precedente, e alle tre Messe, meditando il mistero che si celebra;
4 impiegare questo giorno, per quanto possiamo, in opere di cristiana pietà.»
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Santa Vittoria - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-vittoria/)
«23 dicembre, Santa Vittoria, Vergine e Martire.
“A Roma santa Vittoria, Vergine e Martire, la quale, nella persecuzione dell’Imperatore Decio, essendo promessa sposa del pagano Eugenio, e non volendo maritarsi né sacrificare agli idoli, dopo avere operato molti miracoli, coi quali aveva guadagnato a Dio moltissime Vergini, dal carnefice fu percossa con la spada nel cuore, ad istanza dello sposo di lei”.»
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http://www.sursumcorda.cloud/
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.»

“+ Ti voglio tanto bene, o Gesù mio, Che tanto degno sei d’esser amato. Vorrei morir per Te, mio caro Dio, Che di morir per me non hai sdegnato. O Mondo traditor, ti lascio, addio, Questo vago Bambin m’ha innamorato. Io t’amo, o Dio d’Amor, ch’essendo amante, Per farti amar da me nascesti Infante. Tu tremi, o Ninno mio, ma dentro al petto Arde per me d’Amore il tuo bel Core. Amor bambin ti fece, o mio Diletto; Ed a patir sol ti condusse amore: Amor t’ha vinto: Amor t’ha qui ristretto Prigion tra queste fasce, o mio Signore. Amor t’aspetta al fin, costante e forte Sino a morir per me con dura morte. +
[di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, da «Canzoncine spirituali», A Gesù Bambino nel Presepe].
Sul sito sono disponibili i numeri 144 (del 23.12.2018) e 145 (del 30.12.2018) di SVRSVM CORDA®”
https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-144.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-145.html
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“Il numero 144 di SVRSVM CORDA® - 23 dicembre 2018 - ospiterà i seguenti contenuti:
- Comunicato numero 144. Il santo giorno di Natale;
- Orazione a Sant’Eusebio, Vescovo;
- Sermone di San Gregorio Nazianzeno sul Natale;
- Sermone di San Bernardo sul Natale;
- Sermone di Sant’Efrem sul Natale;
- Il battesimo di Clodoveo il giorno di Natale;
- La conversione dell’Inghilterra il giorno di Natale;
- Orazione a San Tommaso, Apostolo;
- L’incoronazione di Carlo Magno il giorno di Natale;
- La gloria del giorno di Natale;
- Alcuni fatti miracolosi su Gesù Bambino, parte 2.
– Teologia Politica 132. Il «Movimento Sionista» parte prima.”
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“Ti voglio tanto bene, o Gesù mio,
Che tanto degno sei d'esser amato.
Vorrei morir per Te, mio caro Dio,
Che di morir per me non hai sdegnato.
O Mondo traditor, ti lascio, addio,
Questo vago Bambin m'ha innamorato.
Io t'amo, o Dio d'Amor, ch'essendo amante,
Per farti amar da me nascesti Infante.
Sant'Alfonso”
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“Disponibili i numeri 144 e 145 del settimanale Sursum Corda”
https://www.agerecontra.it/2018/12/disponibili-i-numeri-144-e-145-del-settimanale-sursum-corda/
https://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2016/08/SURSUM-CORDA_Pagina_1-1s.jpg
“Sul sito sono disponibili in formato ridotto i numeri 144 e 145 (dal 23 al 30 dicembre 2018) di Sursum Corda®.
Il settimanale si può scaricare gratuitamente nella sezione download dedicata ai soli Associati. Auguriamo a tutti Voi un santo Natale.
Numero 144 :
– Comunicato numero 144. Il santo giorno di Natale;
– Sermone di San Gregorio Nazianzeno sul Natale;
– Sermone di San Bernardo sul Natale;
– Sermone di Sant’Efrem sul Natale;
– Il battesimo di Clodoveo il giorno di Natale;
– La conversione dell’Inghilterra il giorno di Natale;
– L’incoronazione di Carlo Magno il giorno di Natale;
– La gloria del giorno di Natale;
– Orazione a Sant’Eusebio, Vescovo;
– Orazione a San Tommaso, Apostolo;
– Alcuni fatti miracolosi su Gesù Bambino, parte 2;
– Teologia Politica 132. Il «Movimento Sionista» parte prima.
Numero 145 :
– Comunicato numero 145. Le Rettificazioni messianiche;
– Inno a Gesù Bambino nel Presepe;
– San Tommaso: Contributo dei martiri al dominio di Cristo;
– Canzoncina a Gesù Bambino;
– Alcuni fatti miracolosi su Gesù Bambino, parte 3;
– La Penitenza del cristiano;
– Teologia Politica 132. Il «Movimento Sionista» parte seconda.
Preghiamo per i nostri Sacerdoti e Religiosi/e, per le vocazioni, per le famiglie, per la gioventù, per le intenzioni della nostra Associazione e per la conversione dei modernisti affidandoci alla potente intercessione di san Giovanni di Dio.”
fonte: https://www.sursumcorda.cloud/settimanale/indici-sursum-corda.html







«Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org/) e una casa editrice Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com/)
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“Dal 16 al 24 dicembre siamo invitati a celebrare con la più tenera devozione la Novena in preparazione alla Natività di Gesù Cristo, il nostro Re e Signore che sta per venire.”
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https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48358778_2436203859742602_2645680797566107648_n.pn g?_nc_cat=111&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=7a68b84ff53515cd14f1dc809abc9d49&oe=5C96F4A7


23 dicembre 2018 QUARTA DOMENICA DI AVVENTO ("Rorate")
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48374619_2445660588796929_7529215443848921088_n.jp g?_nc_cat=105&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=ad150ef9d39112de8def323e2c6c86d6&oe=5C9D45C0


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48374619_2445660588796929_7529215443848921088_n.jp g?_nc_cat=105&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=ad150ef9d39112de8def323e2c6c86d6&oe=5C9D45C0


"Pax Christi in regno Christi ... procurando la restaurazione del regno di Cristo, faremo il lavoro più necessario insieme e più efficace per una stabile pacificazione" (Pio XI, Ubi arcano, 23 dicembre 1922)
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48382140_2446302678732720_8002869041456742400_n.jp g?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=3c029b39d3fcb15b3988561773314897&oe=5C9A76C1


“Il 23 dicembre 1588 viene assassinato, per ordine del fedifrago Re Enrico III di Valois, il Duca di Guisa Enrico lo Sfregiato. Fu difensore e tutore dell'intransigenza cattolica durante le guerre di religione in Francia, figura esemplare di azione cattolica per la Regalità sociale di Cristo.”
https://www.radiospada.org/2018/05/vita-est-militia-enrico-iii-lo-sfregiato-duca-di-guisa/
https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/05/507px-Guise.jpg?w=507&ssl=1


“Nell'anniversario della "Orientales omnes Ecclesias" di Pio XII (23 dicembre 1945) e in devotissima memoria di tutti i Cattolici orientali di ogni rito massacrati dai comunisti con la collaborazione delle gerarchie scismatiche.
Omnes sancti Martyres, intercedite pro nobis!”
https://www.radiospada.org/2017/05/uniatismo-martire-storie-del-passato-e-consigli-per-il-presente/






Strumenti: Canti: Rorate coeli desuper (http://www.unavox.it/Strumenti/Canti/Rorate_Coeli_desuper.htm)
“Rorate Coeli desuper (Canto d'Avvento)
Rorate Coéli desúper,
Et nubes plúant justum.
Ne irascáris Dómine, ne ultra memíneris iniquitátis:
Ecce cívitas Sancti facta est desérta:
Sion desérta facta est: Jerúsalem desoláta est:
Domus sanctificatiónis tuae et gloriae tuae,
Ubi laudavérunt Te patres nostri.
Rorate Coéli desúper,
Et nubes plúant justum.
Paccávimus et facti sumus quam immúndus nos,
Et cecídimus quasi fólium univérsi:
Et iniquitátes nostrae quasi ventus abstulérunt nos:
Abscondísti fáciem tuam a nobis,
Et allisísti nos in mánu iniquitátis nostrae.
Rorate Coéli desúper,
Et nubes plúant justum.
Víde, Dómine, afflictiónem pópuli tui,
Et mitte quem missúrus es:
Emítte Agnum dominatórem terrae,
De pétra desérti ad montem fíliae Sion:
Ut áuferat ipse jugum captivitátis nostrae.
Rorate Cœli desúper,
Et nubes plúant justum.
Consolámini, consolámini, pópule meus:
Cito véniet salus tua:
Quare moeróre consúmeris, quia innovávit te dolor?
Salvábo te, noli timére,
Ego énim sum Dóminus Deus túus Sánctus Israël, Redémptor túus.
Rorate Cœli desúper,
Et nubes plúant justum.”







http://www.cmri.org/ital-index.html


"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio, tratta di messaggi subliminali, rock satanico, occultismo, massoneria"
http://www.centrosangiorgio.com/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

https://www.agerecontra.it/
https://www.agerecontra.it/category/arai-daniele/
https://www.facebook.com/Traditio.Verona.it/

https://www.facebook.com/pietroferrari1973/



“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

https://www.facebook.com/fidecatholica/

http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

https://www.truerestoration.org/




"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/

http://www.etudesantimodernistes.fr/

http://oblatio-munda.over-blog.com/

https://militesvirginismariae.wordpress.com/




Ligue Saint Amédée (http://www.saintamedee.ch/)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
23 décembre : Sainte Victoire, Vierge et Martyre (? 253) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/23-decembre-sainte-victoire)
“23 décembre : Sainte Victoire, Vierge et Martyre († 253)”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/8315/4421/3268/12_23_sainte_victoire.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/8315/4421/3268/12_23_sainte_victoire.jpg



"La plus grande dignité, le titre le plus glorieux qu'on puisse avoir en ce monde, c'est d'être Chrétien. - Saint Grégoire de Naziance"
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48397754_786867911645891_4849096941373489152_n.jpg ?_nc_cat=101&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=26caea3ffd3e6f5384e545156e15de8e&oe=5C971E35


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48397754_786867911645891_4849096941373489152_n.jpg ?_nc_cat=101&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=26caea3ffd3e6f5384e545156e15de8e&oe=5C971E35



"Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Quatrième Dimanche de l'Avent : la Rectitude de la Foi."
http://prieure2bethleem.org/predica/2015_12_20_decembre.mp3
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48413162_786969841635698_6054323214841020416_n.jpg ?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=a90bb7c7f6a811dffd6045ce11561f14&oe=5CD3FF5B


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48413162_786969841635698_6054323214841020416_n.jpg ?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=a90bb7c7f6a811dffd6045ce11561f14&oe=5CD3FF5B


"Quatrième Dimanche de l'Avent."
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48379883_786968568302492_7719862346264346624_n.jpg ?_nc_cat=103&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=768d9cbb3583692a02fe6d93674fa1ef&oe=5CD50DF6


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48379883_786968568302492_7719862346264346624_n.jpg ?_nc_cat=103&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=768d9cbb3583692a02fe6d93674fa1ef&oe=5CD50DF6





Gesù Bambino, Verbo divino, Verbo incarnato, Pregate per noi che avete creato.
Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
23-12-18, 23:27
23 DICEMBRE 2018: QUARTA DOMENICA DI AVVENTO; OTTAVO GIORNO DELLA NOVENA DEL SANTO NATALE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…




«23 DICEMBRE»
Dom Guéranger, L'anno liturgico - 23 dicembre. Settima Antifona (http://www.unavoce-ve.it/pg-23dic.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-23dic.htm


«QUARTA DOMENICA DI AVVENTO»
Guéranger, L'anno liturgico - Quarta Domenica di Avvento (http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-dom4.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-dom4.htm


«MISTERO DELL'INCARNAZIONE
TEMPO DI AVVENTO
(2 dicembre - 24 dicembre A.D. 2018)
STORIA DELL'AVVENTO
Guéranger, L'anno liturgico - Capitolo primo. Storia dell'Avvento (http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-st.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-st.htm
MISTICA DELL'AVVENTO
Guéranger, L'anno liturgico - Capitolo secondo. Mistica dell'Avvento (http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-mist.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-mist.htm
PRATICA DELL'AVVENTO
Guéranger, L'anno liturgico - Capitolo terzo. Pratica dell'Avvento (http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-pr.htm) »
http://www.unavoce-ve.it/pg-avvento-pr.htm





SANTA MESSA domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz alle ore 10.30 stamattina 23 DICEMBRE 2018, QUARTA DOMENICA DI AVVENTO:


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
IV dom. d'Avvento
https://www.youtube.com/watch?v=1ryNOYKvTTg
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»


Le 3 SANTE MESSE NATALIZIE saranno celebrate da Don Floriano Abrahamowicz domani sera 24 DICEMBRE 2018 alle ore 22.30, il 25 DICEMBRE 2018 alle ore 7.00 e sempre lo stesso giorno alle ore 10.30 della mattina.




SANTE MESSE domenicali celebrate dai Sacerdoti dell'Istituto Mater Boni Consilii (I.M.B.C.) :


"Sante Messe - Sodalitium."
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium."
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/


http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”

Omelia della quarta domenica di Avvento ? Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/2018/12/23/omelia-della-quarta-domenica-di-avvento/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/2018/12/23/omelia-della-quarta-domenica-di-avvento/
"Omelia della quarta domenica di Avvento 23 dicembre 2018
L’omelia tenuta da don Ugolino Giugni domenica 23 Dicembre 2018 – quarta domenica di Avvento – è disponibile per l’ascolto ->"

«Novena di Natale – 8° Giorno – 23 Dicembre»
Novena di Natale ? 8° Giorno ? 23 Dicembre ? Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/2018/12/23/novena-di-natale-8-giorno-23-dicembre/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/wp-content/uploads/2018/12/Nativity_Grotto_Star.jpg





«NOVENA DEL SANTO NATALE.»
https://stateettenetetraditiones.blogspot.com/2018/12/novena-del-santo-natale-di-nostro.html?m=1
https://stateettenetetraditiones.blogspot.com/2018/12/novendiales-preces-ante-solemnitatem.html?m=1
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2017/12/novena-del-santo-natale.html
https://4.bp.blogspot.com/-i2B-J55aKOs/WjAntNPPOCI/AAAAAAAAAOY/b25zy3A6-moIsawMIFerQdzxRYfbcST6QCLcBGAs/s1600/15622020_1820223978265435_23308787288344640_n.jpg


https://4.bp.blogspot.com/-i2B-J55aKOs/WjAntNPPOCI/AAAAAAAAAOY/b25zy3A6-moIsawMIFerQdzxRYfbcST6QCLcBGAs/s1600/15622020_1820223978265435_23308787288344640_n.jpg




https://tradidiaccepi.blogspot.com/
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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https://stateettenetetraditiones.blogspot.com/2018/12/quarta-domenica-di-avvento.html?m=1
“domenica 23 dicembre 2018
Quarta Domenica di Avvento.”
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https://4.bp.blogspot.com/-0XIeoQMMxsQ/XBksy7zAoZI/AAAAAAAAAQw/2OZ7OrGWU4Utw_bRfxJ3QDKv7v0yDxEqgCLcBGAs/s1600/photo_2018-12-18_18-20-52.jpg







Dell'Avvento - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/dellavvento/)
http://www.sodalitium.biz/dellavvento/
Catechismo Maggiore di San Pio X – Dell’Avvento
1 D. Perché si chiamano Avvento le quattro settimane che precedono la solennità del santo Natale?
R. Le quattro settimane che precedono la solennità del santo Natale si chiamano Avvento, che vuoi dire venuta, perché in questo tempo la Chiesa ci dispone a celebrare degnamente la memoria della prima venuta di Gesù Cristo in questo mondo colla sua nascita temporale.
2 D. Che cosa ci propone la santa Chiesa a considerare nell’Avvento?
R. La Chiesa nell’Avvento ci propone a considerare quattro cose:
le promesse che Dio aveva fatte di mandarci il Messia per la nostra salute;
le brame degli antichi Padri, che ne sospiravano la venuta;
la predicazione di S. Giovanni Battista, che esortata il popolo a far penitenza per disporlo a ricevere il Messia;
l’ultima venuta di Gesù Cristo nella sua gloria per giudicare i vivi ed i morti.
3 D. Che cosa dobbiamo noi fare nell’Avvento per secondare le intenzioni della Chiesa?
R. Per secondare le intenzioni della Chiesa, nell’Avvento dobbiamo fare cinque cose:
meditare con viva fede e con ardente amore il grande beneficio dell’incarnazione del Figliuolo di Dio;
riconoscere la nostra miseria e il sommo bisogno che abbiamo di Gesù Cristo;
pregarlo istantemente che venga a nascere e crescere spiritualmente in noi colla sua grazia;
preparargli la strada colle opere di penitenza, e specialmente col frequentare i santi sacramenti;
pensar sovente all’ultima terribile sua venuta, e in vista di questa conformare la nostra alla sua santissima vita per poter essere con Lui a parte della sua gloria."
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Catechismo Maggiore di San Pio X - Del santo Natale - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/catechismo-maggiore-san-pio-x-santo-natale/)
http://www.sodalitium.biz/catechismo-maggiore-san-pio-x-santo-natale/
«Catechismo Maggiore di San Pio X – Del santo Natale
4 D. Che festa è il santo Natale?
R. Il santo Natale è la festa istituita per celebrare la memoria della nascita temporale di Gesù Cristo.
5 D. Che cosa ha di particolare il santo Natale tra tutte le altre feste?
R. Il santo Natale tra tutte le altre feste ha due cose di particolare:
1 che si celebrano gli uffici divini nella notte precedente, secondo l’uso antico della Chiesa nelle vigilie;
2 che si celebrano tre messe da ogni sacerdote.
6 D. Perché la Chiesa ha voluto ritenere l’uso di celebrare nella notte del Natale i divini uffizi?
R. La Chiesa ha voluto ritenere l’uso di celebrare nella notte del Natale i divini uffizi per rinnovare con viva riconoscenza la memoria di quella notte, in cui, nascendo il divin Salvatore, cominciò l’opera della nostra redenzione.
7 D. Quali cose ci propone la Chiesa a considerare nelle tre Messe del Natale?
R. Nel vangelo della prima Messa del Natale la Chiesa ci propone a considerare che la santissima Vergine, recatasi in compagnia di S. Giuseppe da Nazaret a Betlemme per far ivi registrare il loro nome, secondo l’ordine dell’imperatore, né avendo ritrovato altro alloggio, diede alla luce Gesù Cristo dentro una stalla e lo ripose nel presepio, cioè in una mangiatoia d’animali. Nel vangelo della seconda ci propone a considerare la visita fatta a Gesù Cristo da alcuni poveri pastori, che erano stati avvisati da un Angelo della nascita di esso. Nel vangelo della terza ci propone a considerare che questo fanciullo, che si vede nascere nel tempo da Maria Vergine, è ab eterno Figliuolo di Dio.
8 D. Che cosa intende la Chiesa nel proporci a considerare i misteri delle tre Messe del Natale?
R. Nel proporci a considerare i misteri delle tre Messe del Natale la Chiesa intende che ringraziamo il divin Redentore d’essersi fatto uomo per la nostra salute, che lo riconosciamo insieme ai pastori, e lo adoriamo qual vero Figliuolo di Dio, ascoltando le istruzioni ch’Egli tacitamente ci dà colle circostanze della sua nascita.
9 D. Che cosa c’insegna Gesù Cristo colle circostanze della sua nascita?
R. Colle circostanze della sua nascita Gesù Cristo c’insegna a rinunciare alle vanità del mondo e ad apprezzare la povertà e le sofferenze.
10 D. Nella festa del Natale siamo noi obbligali ad ascoltare tre Messe?
R. Nella festa del Natale siamo obbligati ad ascoltare soltanto una Messa, ma è però bene ascoltarle tutte e tre per conformarci meglio alle intenzioni della Chiesa.
11 D. Che cosa dobbiamo noi fare nel santo Natale per secondare pienamente le intenzioni della Chiesa?
R. Nel santo Natale, per secondare pienamente le intenzioni della Chiesa, dobbiamo fare queste quattro cose:
1 prepararci la vigilia con unire al digiuno un raccoglimento maggiore del solito;
2 apportarvi una grande purità per mezzo di una buona confessione e un grande desiderio di ricevere il Signore;
3 assistere, se si può, agli uffizi divini nella notte precedente, e alle tre Messe, meditando il mistero che si celebra;
4 impiegare questo giorno, per quanto possiamo, in opere di cristiana pietà.»
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Santa Vittoria - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-vittoria/)
http://www.sodalitium.biz/santa-vittoria/
«23 dicembre, Santa Vittoria, Vergine e Martire.
“A Roma santa Vittoria, Vergine e Martire, la quale, nella persecuzione dell’Imperatore Decio, essendo promessa sposa del pagano Eugenio, e non volendo maritarsi né sacrificare agli idoli, dopo avere operato molti miracoli, coi quali aveva guadagnato a Dio moltissime Vergini, dal carnefice fu percossa con la spada nel cuore, ad istanza dello sposo di lei”.»
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http://www.sursumcorda.cloud/
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda»

“+ Ti voglio tanto bene, o Gesù mio, Che tanto degno sei d’esser amato. Vorrei morir per Te, mio caro Dio, Che di morir per me non hai sdegnato. O Mondo traditor, ti lascio, addio, Questo vago Bambin m’ha innamorato. Io t’amo, o Dio d’Amor, ch’essendo amante, Per farti amar da me nascesti Infante. Tu tremi, o Ninno mio, ma dentro al petto Arde per me d’Amore il tuo bel Core. Amor bambin ti fece, o mio Diletto; Ed a patir sol ti condusse amore: Amor t’ha vinto: Amor t’ha qui ristretto Prigion tra queste fasce, o mio Signore. Amor t’aspetta al fin, costante e forte Sino a morir per me con dura morte. +
[di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, da «Canzoncine spirituali», A Gesù Bambino nel Presepe].
Sul sito sono disponibili i numeri 144 (del 23.12.2018) e 145 (del 30.12.2018) di SVRSVM CORDA®”
https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-144.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-145.html
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48423207_2010845098951889_825751082343858176_n.jpg ?_nc_cat=100&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=4f026c9f3344524481d208f08277c33f&oe=5CA68FAC


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48423207_2010845098951889_825751082343858176_n.jpg ?_nc_cat=100&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=4f026c9f3344524481d208f08277c33f&oe=5CA68FAC


https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-144.html
https://www.sursumcorda.cloud/settimanale/anteprima-pdf-sursum-corda/2040-sursum-corda-numero-144-del-23-dicembre-2018.html
“Il numero 144 di SVRSVM CORDA® - 23 dicembre 2018 - ospiterà i seguenti contenuti:
- Comunicato numero 144. Il santo giorno di Natale;
- Orazione a Sant’Eusebio, Vescovo;
- Sermone di San Gregorio Nazianzeno sul Natale;
- Sermone di San Bernardo sul Natale;
- Sermone di Sant’Efrem sul Natale;
- Il battesimo di Clodoveo il giorno di Natale;
- La conversione dell’Inghilterra il giorno di Natale;
- Orazione a San Tommaso, Apostolo;
- L’incoronazione di Carlo Magno il giorno di Natale;
- La gloria del giorno di Natale;
- Alcuni fatti miracolosi su Gesù Bambino, parte 2.
– Teologia Politica 132. Il «Movimento Sionista» parte prima.”
https://www.sursumcorda.cloud/media/com_acymailing/upload/immagini_2018/144piccolosursumcorda.jpg
www.sursumcorda.cloud
https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-145.html


“Ti voglio tanto bene, o Gesù mio,
Che tanto degno sei d'esser amato.
Vorrei morir per Te, mio caro Dio,
Che di morir per me non hai sdegnato.
O Mondo traditor, ti lascio, addio,
Questo vago Bambin m'ha innamorato.
Io t'amo, o Dio d'Amor, ch'essendo amante,
Per farti amar da me nascesti Infante.
Sant'Alfonso”
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https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48408450_2010067245696341_6182256817276452864_n.jp g?_nc_cat=103&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=3c08c2f59f72e1422bf7c83969399075&oe=5CD4E451




https://www.agerecontra.it/
“Disponibili i numeri 144 e 145 del settimanale Sursum Corda”
https://www.agerecontra.it/2018/12/disponibili-i-numeri-144-e-145-del-settimanale-sursum-corda/
https://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2016/08/SURSUM-CORDA_Pagina_1-1s.jpg
“Sul sito sono disponibili in formato ridotto i numeri 144 e 145 (dal 23 al 30 dicembre 2018) di Sursum Corda®.
Il settimanale si può scaricare gratuitamente nella sezione download dedicata ai soli Associati. Auguriamo a tutti Voi un santo Natale.
Numero 144 :
– Comunicato numero 144. Il santo giorno di Natale;
– Sermone di San Gregorio Nazianzeno sul Natale;
– Sermone di San Bernardo sul Natale;
– Sermone di Sant’Efrem sul Natale;
– Il battesimo di Clodoveo il giorno di Natale;
– La conversione dell’Inghilterra il giorno di Natale;
– L’incoronazione di Carlo Magno il giorno di Natale;
– La gloria del giorno di Natale;
– Orazione a Sant’Eusebio, Vescovo;
– Orazione a San Tommaso, Apostolo;
– Alcuni fatti miracolosi su Gesù Bambino, parte 2;
– Teologia Politica 132. Il «Movimento Sionista» parte prima.
Numero 145 :
– Comunicato numero 145. Le Rettificazioni messianiche;
– Inno a Gesù Bambino nel Presepe;
– San Tommaso: Contributo dei martiri al dominio di Cristo;
– Canzoncina a Gesù Bambino;
– Alcuni fatti miracolosi su Gesù Bambino, parte 3;
– La Penitenza del cristiano;
– Teologia Politica 132. Il «Movimento Sionista» parte seconda.
Preghiamo per i nostri Sacerdoti e Religiosi/e, per le vocazioni, per le famiglie, per la gioventù, per le intenzioni della nostra Associazione e per la conversione dei modernisti affidandoci alla potente intercessione di san Giovanni di Dio.”
fonte: https://www.sursumcorda.cloud/settimanale/indici-sursum-corda.html







«Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org/ e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com/
https://www.facebook.com/radiospadasocial/ »

“Dal 16 al 24 dicembre siamo invitati a celebrare con la più tenera devozione la Novena in preparazione alla Natività di Gesù Cristo, il nostro Re e Signore che sta per venire.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48358778_2436203859742602_2645680797566107648_n.pn g?_nc_cat=111&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=7a68b84ff53515cd14f1dc809abc9d49&oe=5C96F4A7


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48358778_2436203859742602_2645680797566107648_n.pn g?_nc_cat=111&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=7a68b84ff53515cd14f1dc809abc9d49&oe=5C96F4A7


23 dicembre 2018 QUARTA DOMENICA DI AVVENTO ("Rorate")
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48374619_2445660588796929_7529215443848921088_n.jp g?_nc_cat=105&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=ad150ef9d39112de8def323e2c6c86d6&oe=5C9D45C0


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48374619_2445660588796929_7529215443848921088_n.jp g?_nc_cat=105&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=ad150ef9d39112de8def323e2c6c86d6&oe=5C9D45C0


"Pax Christi in regno Christi ... procurando la restaurazione del regno di Cristo, faremo il lavoro più necessario insieme e più efficace per una stabile pacificazione" (Pio XI, Ubi arcano, 23 dicembre 1922)
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48382140_2446302678732720_8002869041456742400_n.jp g?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=3c029b39d3fcb15b3988561773314897&oe=5C9A76C1


“Il 23 dicembre 1588 viene assassinato, per ordine del fedifrago Re Enrico III di Valois, il Duca di Guisa Enrico lo Sfregiato. Fu difensore e tutore dell'intransigenza cattolica durante le guerre di religione in Francia, figura esemplare di azione cattolica per la Regalità sociale di Cristo.”
https://www.radiospada.org/2018/05/vita-est-militia-enrico-iii-lo-sfregiato-duca-di-guisa/
https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/05/507px-Guise.jpg?w=507&ssl=1


“Nell'anniversario della "Orientales omnes Ecclesias" di Pio XII (23 dicembre 1945) e in devotissima memoria di tutti i Cattolici orientali di ogni rito massacrati dai comunisti con la collaborazione delle gerarchie scismatiche.
Omnes sancti Martyres, intercedite pro nobis!”
https://www.radiospada.org/2017/05/uniatismo-martire-storie-del-passato-e-consigli-per-il-presente/





http://www.unavox.it/
Strumenti: Canti: Rorate coeli desuper (http://www.unavox.it/Strumenti/Canti/Rorate_Coeli_desuper.htm)
“Rorate Coeli desuper (Canto d'Avvento)
Rorate Coéli desúper,
Et nubes plúant justum.
Ne irascáris Dómine, ne ultra memíneris iniquitátis:
Ecce cívitas Sancti facta est desérta:
Sion desérta facta est: Jerúsalem desoláta est:
Domus sanctificatiónis tuae et gloriae tuae,
Ubi laudavérunt Te patres nostri.
Rorate Coéli desúper,
Et nubes plúant justum.
Paccávimus et facti sumus quam immúndus nos,
Et cecídimus quasi fólium univérsi:
Et iniquitátes nostrae quasi ventus abstulérunt nos:
Abscondísti fáciem tuam a nobis,
Et allisísti nos in mánu iniquitátis nostrae.
Rorate Coéli desúper,
Et nubes plúant justum.
Víde, Dómine, afflictiónem pópuli tui,
Et mitte quem missúrus es:
Emítte Agnum dominatórem terrae,
De pétra desérti ad montem fíliae Sion:
Ut áuferat ipse jugum captivitátis nostrae.
Rorate Cœli desúper,
Et nubes plúant justum.
Consolámini, consolámini, pópule meus:
Cito véniet salus tua:
Quare moeróre consúmeris, quia innovávit te dolor?
Salvábo te, noli timére,
Ego énim sum Dóminus Deus túus Sánctus Israël, Redémptor túus.
Rorate Cœli desúper,
Et nubes plúant justum.”







http://www.cmri.org/ital-index.html


"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio, tratta di messaggi subliminali, rock satanico, occultismo, massoneria"
http://www.centrosangiorgio.com/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

https://www.agerecontra.it/
https://www.agerecontra.it/category/arai-daniele/
https://www.facebook.com/Traditio.Verona.it/

https://www.facebook.com/pietroferrari1973/



“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

https://www.facebook.com/fidecatholica/

http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

https://www.truerestoration.org/




"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/

http://www.etudesantimodernistes.fr/

http://oblatio-munda.over-blog.com/

https://militesvirginismariae.wordpress.com/




Ligue Saint Amédée (http://www.saintamedee.ch/)
http://www.saintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
23 décembre : Sainte Victoire, Vierge et Martyre (? 253) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/23-decembre-sainte-victoire)
“23 décembre : Sainte Victoire, Vierge et Martyre († 253)”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/8315/4421/3268/12_23_sainte_victoire.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/8315/4421/3268/12_23_sainte_victoire.jpg



"La plus grande dignité, le titre le plus glorieux qu'on puisse avoir en ce monde, c'est d'être Chrétien. - Saint Grégoire de Naziance"
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48397754_786867911645891_4849096941373489152_n.jpg ?_nc_cat=101&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=26caea3ffd3e6f5384e545156e15de8e&oe=5C971E35


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48397754_786867911645891_4849096941373489152_n.jpg ?_nc_cat=101&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=26caea3ffd3e6f5384e545156e15de8e&oe=5C971E35



"Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Quatrième Dimanche de l'Avent : la Rectitude de la Foi."
http://prieure2bethleem.org/predica/2015_12_20_decembre.mp3
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48413162_786969841635698_6054323214841020416_n.jpg ?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=a90bb7c7f6a811dffd6045ce11561f14&oe=5CD3FF5B


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48413162_786969841635698_6054323214841020416_n.jpg ?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=a90bb7c7f6a811dffd6045ce11561f14&oe=5CD3FF5B


"Quatrième Dimanche de l'Avent."
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48379883_786968568302492_7719862346264346624_n.jpg ?_nc_cat=103&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=768d9cbb3583692a02fe6d93674fa1ef&oe=5CD50DF6


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/48379883_786968568302492_7719862346264346624_n.jpg ?_nc_cat=103&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=768d9cbb3583692a02fe6d93674fa1ef&oe=5CD50DF6





Gesù Bambino, Verbo divino, Verbo incarnato, Pregate per noi che avete creato.
Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!