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Visualizza Versione Completa : Piero Angela la chimica e l'amore



pietroancona
02-01-06, 13:08
02 Gennaio 2006
IL LIBRO Nel suo nuovo lavoro, Piero Angela si cimenta con un tema complesso: i processi biochimici che sono dietro all’innamoramento


Che cos’è l’amore? Ora la scienza dice la sua


di Mirella Delfini



Se la ragazza che vi piace non s’è ancora innamorata di voi portatela su uno di quei ponti sospesi che a ogni passo oscillano sull’abisso e magari su un fiume in piena: condividere un’avventura pericolosa crea un rapporto speciale che di solito accende la miccia dell’amore. E siccome quei ponti da noi non ci sono, nel suo ultimo libro Piero Angela suggerisce un’alternativa: portate la ragazza sull’ottovolante. Invertendo l’ordine dei fattori - ossia portandoci l’uomo - il prodotto forse cambia, perché sull’ottovolante il maschio ha meno paura, ma si può fare un tentativo altrettanto valido con uno sport estremo (correre da pazzi in macchina o in moto non vale perché uno guida e l’altro no, quindi la situazione emotiva è diversa e magari ci va di mezzo qualcuno che non ha niente a che vedere con i vostri problemi d’amore), però questo Piero Angela nel libro non lo spiega, lo lascia all’immaginazione del lettore.
Lui ha già troppi argomenti da affrontare per raccontarci che esiste oramai una scienza dell’amore e che gli scienziati sono arrivati a capire «quasi» tutto, anche se quel «quasi» la dice lunga perché alla fine si scopre che l’amore non sarà mai solo scienza, ossia biochimica cerebrale, neurofisiologia, eccetera, poiché porta in sé qualcosa di imponderabile. Angela però ci spiega quello che la ricerca va scoprendo sui meccanismi dell’amore: come nasce, come cresce, e come può svanire. Chi sapeva, per esempio, che oggi si scannerizza con una risonanza magnetica «funzionale» perfino l’emozione? Ti mostrano un po’ di fotografie e se ce n’è una che ti fa salire il sangue al cervello significa che è quella della persona amata. Il più importante organo sessuale, diceva un esperto, è quello che sta fra le due orecchie.
Il saggio è intitolato </I></B>Ti amerò per sempre </B>(Rai-Eri-Mondadori, pp. 199, euro 15). Una frase, spiega l’autore, che milioni di innamorati continuano a dirsi in tutte le lingue, da generazioni e generazioni. Il maschio, più portato verso la «sveltina» o «mordi e fuggi», in genere la usa per conquistare la preda, cioè la donna, che rimane - anche se i rapporti oramai sono abbastanza cambiati ed esistono i contraccettivi - la più vulnerabile, perché può ritrovarsi con un bebè non voluto o con un aborto, che è sempre un notevole trauma. Lei, invece, usa la fatidica frase per conquistare un marito e lui non sempre si accorge della trappola, ma spesso finisce per cascarci dentro e l’evoluzione è tutta contenta perché l’amore è il suo «cavallo di Troia». Dove conduce questo percorso? In molti, troppi casi, alla separazione, e qui entra in scena un’altra macchina che è nel laboratorio di Berkeley, quindi un po’ lontano per gli sposi di casa nostra. È un peccato non averla perché misura l’empatia, ossia la capacità di ognuno dei due partner di capire l’altro durante un incontro, leggendone le emozioni, le reazioni.
Senza questa capacità nella coppia si aprono le faglie. Sono fratture gravi, simili a quelle della crosta terrestre che spacca una superficie compatta: i bordi prima si fronteggiano, disuniti, poi si allontanano. La macchina del dottor Robert Levenson, a Berkeley, registra tutto e alla fine lo psicologo cerca di intervenire, di indicare i momenti in cui la discussione ha segnalato atteggiamenti negativi: a volte i coniugi capiscono il pericolo, individuano i punti di rottura, a volte se ne infischiano e non li vogliono vedere, soprattutto perché la sensibilità verso l’altro è direttamente proporzionale all’innamoramento e va scemando con quello.
L’amore può finire anche quando i due erano anime gemelle? Torniamo un attimo indietro, esiste l’anima gemella? Forse sì, ma come trovarla? Tanto per cominciare, la scelta è già di tipo anomalo. «Infatti - dice l’autore - quando dobbiamo scegliere un aspirapolvere, una scatola di biscotti, un’automobile, possiamo sentire il parere di esperti... leggere le istruzioni... avere uno scontrino di garanzia...». Niente di tutto questo. E i possibili candidati sono migliaia, ma forse non li incontreremo mai. Il massimo che possiamo fare è iscriverci al club del 7x8. No, il club ancora non esiste, ma la formula è usata un po’ dappertutto: un numero uguale di donne e di uomini, 7 tavoli: ogni coppia resta insieme per 8 minuti, poi cambia. Niente numeri di telefono, però bisogna scrivere le proprie impressioni su un formulario. Alla fine, se dalle note scritte risulta che due dei formulari si incontrano al positivo gli organizzatori forniscono i numeri di telefono. Però manca sempre lo scontrino di garanzia, quello non ce lo darà mai nessuno.


http://www.unita.it/carta/images/icopdf.gifVisualizza la pagina in PDF (http://www.unita.it/carta/nav/showPDF.asp?DATA=20060102&FILE=NAZIONALE_25.pdf)http://www.unita.it/carta/images/printer.gifStampa questo articolo (http://www.unita.it/carta/nav/view.asp?data=20060102&ediz=NAZIONALE&npag=25&file=C.xml&type=STANDARD#)02 Gennaio 2006
IL LIBRO Nel suo nuovo lavoro, Piero Angela si cimenta con un tema complesso: i processi biochimici che sono dietro all’innamoramento


Che cos’è l’amore? Ora la scienza dice la sua


di Mirella Delfini



Se la ragazza che vi piace non s’è ancora innamorata di voi portatela su uno di quei ponti sospesi che a ogni passo oscillano sull’abisso e magari su un fiume in piena: condividere un’avventura pericolosa crea un rapporto speciale che di solito accende la miccia dell’amore. E siccome quei ponti da noi non ci sono, nel suo ultimo libro Piero Angela suggerisce un’alternativa: portate la ragazza sull’ottovolante. Invertendo l’ordine dei fattori - ossia portandoci l’uomo - il prodotto forse cambia, perché sull’ottovolante il maschio ha meno paura, ma si può fare un tentativo altrettanto valido con uno sport estremo (correre da pazzi in macchina o in moto non vale perché uno guida e l’altro no, quindi la situazione emotiva è diversa e magari ci va di mezzo qualcuno che non ha niente a che vedere con i vostri problemi d’amore), però questo Piero Angela nel libro non lo spiega, lo lascia all’immaginazione del lettore.
Lui ha già troppi argomenti da affrontare per raccontarci che esiste oramai una scienza dell’amore e che gli scienziati sono arrivati a capire «quasi» tutto, anche se quel «quasi» la dice lunga perché alla fine si scopre che l’amore non sarà mai solo scienza, ossia biochimica cerebrale, neurofisiologia, eccetera, poiché porta in sé qualcosa di imponderabile. Angela però ci spiega quello che la ricerca va scoprendo sui meccanismi dell’amore: come nasce, come cresce, e come può svanire. Chi sapeva, per esempio, che oggi si scannerizza con una risonanza magnetica «funzionale» perfino l’emozione? Ti mostrano un po’ di fotografie e se ce n’è una che ti fa salire il sangue al cervello significa che è quella della persona amata. Il più importante organo sessuale, diceva un esperto, è quello che sta fra le due orecchie.
Il saggio è intitolato </I></B>Ti amerò per sempre </B>(Rai-Eri-Mondadori, pp. 199, euro 15). Una frase, spiega l’autore, che milioni di innamorati continuano a dirsi in tutte le lingue, da generazioni e generazioni. Il maschio, più portato verso la «sveltina» o «mordi e fuggi», in genere la usa per conquistare la preda, cioè la donna, che rimane - anche se i rapporti oramai sono abbastanza cambiati ed esistono i contraccettivi - la più vulnerabile, perché può ritrovarsi con un bebè non voluto o con un aborto, che è sempre un notevole trauma. Lei, invece, usa la fatidica frase per conquistare un marito e lui non sempre si accorge della trappola, ma spesso finisce per cascarci dentro e l’evoluzione è tutta contenta perché l’amore è il suo «cavallo di Troia». Dove conduce questo percorso? In molti, troppi casi, alla separazione, e qui entra in scena un’altra macchina che è nel laboratorio di Berkeley, quindi un po’ lontano per gli sposi di casa nostra. È un peccato non averla perché misura l’empatia, ossia la capacità di ognuno dei due partner di capire l’altro durante un incontro, leggendone le emozioni, le reazioni.
Senza questa capacità nella coppia si aprono le faglie. Sono fratture gravi, simili a quelle della crosta terrestre che spacca una superficie compatta: i bordi prima si fronteggiano, disuniti, poi si allontanano. La macchina del dottor Robert Levenson, a Berkeley, registra tutto e alla fine lo psicologo cerca di intervenire, di indicare i momenti in cui la discussione ha segnalato atteggiamenti negativi: a volte i coniugi capiscono il pericolo, individuano i punti di rottura, a volte se ne infischiano e non li vogliono vedere, soprattutto perché la sensibilità verso l’altro è direttamente proporzionale all’innamoramento e va scemando con quello.
L’amore può finire anche quando i due erano anime gemelle? Torniamo un attimo indietro, esiste l’anima gemella? Forse sì, ma come trovarla? Tanto per cominciare, la scelta è già di tipo anomalo. «Infatti - dice l’autore - quando dobbiamo scegliere un aspirapolvere, una scatola di biscotti, un’automobile, possiamo sentire il parere di esperti... leggere le istruzioni... avere uno scontrino di garanzia...». Niente di tutto questo. E i possibili candidati sono migliaia, ma forse non li incontreremo mai. Il massimo che possiamo fare è iscriverci al club del 7x8. No, il club ancora non esiste, ma la formula è usata un po’ dappertutto: un numero uguale di donne e di uomini, 7 tavoli: ogni coppia resta insieme per 8 minuti, poi cambia. Niente numeri di telefono, però bisogna scrivere le proprie impressioni su un formulario. Alla fine, se dalle note scritte risulta che due dei formulari si incontrano al positivo gli organizzatori forniscono i numeri di telefono. Però manca sempre lo scontrino di garanzia, quello non ce lo darà mai nessuno.


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Andrew B. Spenc
15-02-06, 00:20
Mah, non so perché, ma sono molto scettico sulla possibilità/necessità di schematizzare in qualsivoglia modo i meccanismi amorosi... comunque lo trovo poco interessante.