PDA

Visualizza Versione Completa : 13 febbraio 2005 - Morte di Suor Lucia, ultima veggente di Fatima



Augustinus
13-02-05, 23:01
Era l'ultima superstite di tre fratelli a cui era apparsa la Madonna

Morta suor Lucia di Fatima

Lucia dos Santos, 97 anni, è deceduta al Carmelo di S.Teresa a Coimbra intorno alle 17,25

LISBONA - È deceduta domenica pomeriggio suor Lucia, l'ultima superstite dei tre fratelli a cui è apparsa la Madonna a Fatima a partire dal 13 maggio 1917. Lo ha annunciato l'agenzia di stampa portoghese Lusa, citando una fonte religiosa. Suor Lucia, 97 anni, il cui vero nome era Lucia de Jesus dos Santos, è deceduta al Carmelo di S. Teresa a Coimbra intorno alle 17,25 (le 18,25 in Italia). Gli altri due fratelli di suor Lucia, Francisco e Jacinta Martos, erano morti in giovane età e sono stati proclamati beati dalla Chiesa cattolica.

Nata nel 1907, suor Lucia era entrata nel 1921 nel monastero di Vilar, a Oporto. Nell'ottobre 1928 aveva preso i voti temporanei, il 3 ottobre 1934 quelli perpetui. Nel 1948 era entrata nel convento del Carmelo di Santa Teresa, assumendo il nome di sorella Maria Lucia de Jesus y del Corazon Immaculado.

Fonte: Corriere della sera, 13.2.2005 (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/02_Febbraio/13/suor_lucia.shtml)

http://www.corriere.it/Media/Foto/2005/02_Febbraio/13/luciafatima.jpg Suor Lucia durante una visita del Papa

http://img148.exs.cx/img148/9892/srlucia9dw.gif

http://img297.imageshack.us/img297/2861/papiez2ul0.jpg

Augustinus
13-02-05, 23:04
Per curiosa coincidenza, Suor Lucia è morta un giorno 13, come il giorno delle prime apparizioni, ad un'ora quasi analoga a quella in cui l'attuale Papa subì l'attentato nel 1981. Strane coincidenze.
Ma preghiamo per l'anima di questa grande Suora Carmelitana.

Augustinus
14-02-05, 08:46
Era l'ultima superstite di tre fratelli a cui era apparsa la Madonna

Morta suor Lucia di Fatima

Lucia dos Santos, 97 anni, è deceduta al Carmelo di S.Teresa a Coimbra intorno alle 17,25

LISBONA - È deceduta domenica pomeriggio suor Lucia, l'ultima superstite dei tre fratelli a cui è apparsa la Madonna a Fatima a partire dal 13 maggio 1917. Lo ha annunciato l'agenzia di stampa portoghese Lusa, citando una fonte religiosa. Suor Lucia, 97 anni, il cui vero nome era Lucia de Jesus dos Santos, è deceduta al Carmelo di S.Teresa a Coimbra intorno alle 17,25 (le 18,25 in Italia). Gli altri due fratelli di suor Lucia, Francisco e Jacinta Martos, erano morti in giovane età e sono stati proclamati beati dalla Chiesa cattolica.

Suor Lucia dos Santos è stata assieme a Francesco e Giacinta Marto testimone delle apparizioni mariane di Fatima, in Portogallo. A questa suora ultranovantenne che aveva ancora visioni nella cella del suo convento a Coimbra, il Papa è sempre stato particolarmente legato. Fu a lei che Wojtyla si rivolse poco prima di intraprendere il suo terzo pellegrinaggio nel 2000 a Fatima. In quell’occasione beatificò Francesco e Marta e, per volere di suor Lucia, rivelò al mondo il testo del cosiddetto terzo segreto. Ma a Fatima Wojtyla si recò anche il 13 maggio 1982, un anno dopo dell’attentato in piazza san Pietro, quando offrì alla Madonna la pallottola con cui fu ferito dalla pistola di Ali Agca. Nel 1991 avvenne il secondo pellegrinaggio a Fatima.

LE VISIONI - Le vicende dei tre pastorelli iniziarono il 13 maggio del 1917. Mentre pascolavano il gregge videro una figura di luce, una «bellissima Signora» che disse di venire dal cielo e diede loro appuntamento, nello stesso luogo e alla stessa ora, per il 13 dei mesi successivi. Era la prima apparizione alla quale ne seguirono altre. Intanto la gente del luogo cominciò ad unirsi ai veggenti per pregare ed assistere agli eventi misteriosi. Il 13 ottobre dello stesso anno - ultima apparizione ufficiale della Vergine a Cova de Iria - avviene un miracolo che fu riportato con grande enfasi dalla stampa dell’epoca: una folla immensa assistette ad un singolare fenomeno atmosferico chiamato «la danza del sole» che durò parecchi minuti. L’anno successivo Francesco e Giacinta morirono colpiti dall’epidemia di ’spagnola’. Lucia intanto decise di farsi suora. Nel 1929 la Madonna apparve ancora a suor Lucia e le chiese la consacrazione della Russia al suo cuore immacolato. Intanto sul luogo delle apparizioni, a Cova de Iria, cominciano i pellegrinaggi. Nel 1949 iniziò ufficialmente il processo canonico per la beatificazione di Francesco e Marta.

LUTTO IN PORTOGALLO - Il primo ministro lusitano Pedro Santana Lopes ha espresso «tutto il suo rispetto» per la memoria di Suor Lucia, uscendo da una riunione elettorale per le legislative anticipate che si terranno il 20 febbraio. La morte della religiosa, secondo il premier che ha parlato all’emittente cattolica Radio Renascença, rappresenta «un momento impressionante per il Portogallo e per il mondo», cattolici e non cattolici, perché Suor Lucia ha avuto «una vita memorabile». Nata il 22 marzo 1907, Suor Lucia viveva dal 1948 presso il monastero di Santa Teresa a Coimbra in preghiera e contemplazione. Da anni aveva difficoltà all’udito e alla vista.

13 febbraio 2005

Fonte: Corriere della Sera (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/02_Febbraio/13/suor_lucia.shtml)

Augustinus
14-02-05, 08:53
Si è spenta a 97 anni. Dal 13 maggio 1917 con due fratellini aveva assistito alle apparizioni della "signora vestita di bianco"

Fatima, è morta suor Lucia era l'ultima dei tre pastorelli

LISBONA - E' morta a 97 anni la depositaria di uno dei "misteri" più famosi e studiati del mondo: il terzo "segreto" di Fatima. Suor Lucia era l'ultima ancora in vita dei tre pastorelli ai quali la Madonna era apparsa a Fatima (nel Portogallo centrale). Ultima testimone diretta di una delle rarissime apparizioni della Madonna venerate dalla Chiesa e da Giovanni Paolo II.

Suor Lucia, al secolo Lucia de Jesus dos Santos, si è spenta nel convento di Coimbra alle 17.25 ora locale (le 18.25 in Italia). Aveva assistito alle apparizioni della "signora vestita di bianco", a partire dal 13 maggio 1917 - in piena Prima guerra mondiale - assieme ai fratelli Francisco e Jacinta Martos. Entrambi sono morti da tempo.

Ai tre pastorelli la Madonna avrebbe rivelato i cosiddetti tre segreti di Fatima, a lungo oggetto di congetture ed esegesi da parte di teologi e studiosi, cattolici e no. Il santuario mariano di Fatima è uno dei luoghi più venerati del cattolicesimo. Wojtyla il 13 maggio 1982, esattamente un anno dopo l'attentato di Alì Agca, andò a Fatima per incontrare l'anziana suora carmelitana, allora ancora depositaria di quel segreto, poi svelato nel 2000, che proprio dell'attentato al papa parlava.

E nel santuario sorto nella zona delle apparizioni, del "miracolo del sole", e che attira ogni anno milioni di fedeli, c'è la statua dove il Papa ha voluto fosse incastonata la pallottola estratta dal suo intestino. Quella pallottola che, secondo Giovanni Paolo II, avrebbe solo sfiorato i suoi organi vitali grazie all'intercessione della Madonna.

Due anni fa suor Lucia parlò del terzo segreto di Fatima, spiegando che tutto era ormai noto: "Tutto è stato pubblicato, non c'è più nulla di segreto". A chi parlava di nuove rivelazioni disse: "Non c'è niente di vero. Se avessi avuto nuove rivelazioni non le avrei dette a nessuno, ma le direi direttamente al Santo Padre".

Nata nel 1907, Lucia de Jesus dos Santos era entrata nel 1921 - ad appena 14 anni di età - nel monastero di Vilar, a Oporto. Nell'ottobre 1928 aveva preso i voti temporanei, il 3 ottobre 1934 quelli perpetui. Nel 1948 era entrata nel convento del Carmelo di Santa Teresa, assumendo il nome di sorella Maria Lucia de Jesus y del Corazon Immaculado.

"La prima e la seconda parte del 'segreto' - riporta il sito della città del Vaticano - riguardano la spaventosa visione dell'inferno, la devozione al Cuore Immacolato di Maria, la seconda guerra mondiale, e poi la previsione dei danni immani che la Russia, nella sua defezione dalla fede cristiana e nell'adesione al totalitarismo comunista, avrebbe recato all'umanità".

"Nessuno nel 1917 - sottoline la Santa Sede - avrebbe potuto immaginare tutto questo". Nel 1944 Lucia mise finalmente per iscritto la terza parte del segreto di Fatima, la più controversa. Il documento, inviato in Vaticano, letto da tutti i Papi e da pochissimi altri stretti collaboratori, è stato poi divulgato da Giovanni Paolo II il 26 giugno 2000.

(13 febbraio 2005)

Fonte: La Repubblica (http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/esteri/fatima/fatima/fatima.html)

http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/esteri/fatima/fatima/ansa_5811781_26510.jpg Suor Lucia

Augustinus
14-02-05, 14:28
SUOR LUCIA: CARD. BERTONE, VERGINE LE ERA APPARSA DI NUOVO

Suor Lucia, la veggente di Fatima morta ieri nel suo convento di Coimbra, aveva visto la Madonna altre volte dopo le famose apparizioni del 1917. Ad affermarlo e' stato recentemente il cardinale di Genova Tarcisio Bertone (ex segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede) che aveva incontrato piu' volte la religiosa portoghese come "inviato del Papa". "Senza dubbio - ha detto il cardinale - aveva avuto altre apparizioni, come mi aveva confermato lei stessa". Secondo Bertone, suor Lucia aveva avuto una nuova apparizione anche "pochi anni fa". "Un'apparizione - ha rivelato Bertone - in cui la Madonna le manifesto' d'aver gradito la consacrazione fatta da Giovanni Paolo II del mondo e della Russia al suo Cuore Immacolato". Intervistato dal giornalista Giuseppe De Carli, autore del volume "Eminenza, mi permette?"(Ed. Piemme-Rai Eri), l'arcivescovo di Genova tenta di chiarificare il "giallo" relativo ad uno dei misteri della chiesa contemporanea, il terzo segreto di Fatima, che secondo il porporato e' stato rivelato in tutta la sua interezza. Bertone nega infatti "totalmente", che ci sia stato un disvelamento pilotato. "Il famoso 'terzo segreto' di Fatima - ha raccontato Bertone - era custodito nell'Archivio Segreto dell'ex-Santo Uffizio. Quattro paginette scritte da suor Lucia. Le ho confrontate con la veggente alla presenza del vescovo di Fatima-Leiria e suor Lucia ha esclamato: 'Questo e' il mio testo, questi sono i miei fogli, questa e' la mia busta, questo e' il mio scritto. Non c'e' altro'".

Fonte: La Repubblica (http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/rep_nazionale_n_821081.html)

Augustinus
14-02-05, 14:30
Fatima, è morta suor Lucia ultima testimone dell'apparizione

14 febbraio 2005

COIMBRA. Suor Lucia, l'ultima superstite dei tre pastorelli ai quali la Madonna era apparsa a Fatima (Portogallo centrale), è morta ieri. Lo ha annunciato l'agenzia di stampa portoghese Lusa, citando una fonte religiosa.

Suor Lucia, al secolo Lucia de Jesus dos Santos, aveva 97 anni. È morta nel convento di Coimbra (Portogallo centrale), alle 17:25 ora locale (18:25 in Italia).
Lucia aveva assistito alle apparizioni della Vergine, a partire dal 13 maggio 1917 - in piena Prima guerra mondiale - assieme ai cugini Francisco e Jacinta Martos, tra loro fratelli. Entrambi sono morti da tempo.

Ai tre pastorelli la Madonna avrebbe rivelato i cosiddetti tre segreti di Fatima, a lungo oggetto di congetture ed esegesi da parte di teologi e studiosi, cattolici e no. Il santuario mariano di Fatima è uno dei luoghi più venerati del Cattolicesimo.

È stata la depositaria di uno dei «misteri» più conosciuti al mondo, il terzo segreto di Fatima, l'ultima testimone diretta di una delle rarissime apparizioni della Madonna veramente venerate dalla Chiesa cattolica, e in particolare da Giovanni Paolo II: suor Lucia, deceduta oggi a 97 anni, la piccola pastorella che nel 1917 insieme a due cugini vide la «signora vestita di bianco» è stata una presenza importante nel pontificato di Wojtyla, che il 13 maggio 1982, esattamente ad un anno di distanza dall'attentato di Alì Agca, andò a Fatima per incontrare l'anziana suora carmelitana, allora ancora depositaria di quel segreto, poi svelato nel 2000, che proprio dell'attentato al papa parlava.

Il terzo segreto di Fatima, un foglietto di poche righe, non è più un segreto da quando fu pubblicato il testo integrale, scritto da suor Lucia e noto prima del Giubileo ai papi, da Giovanni XXIII a Giovanni Paolo II: in sintesi si parlava del «vescovo vestito di bianco» che cade a terra «come morto» è Karol Wojtyla, colpito da Alì Agca; c'è poi la lotta, finita in Urss e nell'est europeo, ma che altrove continua, dei «sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani» e la sofferenza dei «testimoni della fede» nel '900.

Da sempre al centro di mille congetture, il terzo segreto stupì anche nel momento in cui fu svelato: all'epoca si parlò di «colpo di scena», avvenuto nella spianata del santuario di Fatima davanti al papa e ad oltre 600 mila persone, la maggioranza delle quali forse all'inizio neppure se ne accorge. È il 13 maggio 2000, giorno della beatificazione dei due pastorelli, Francisco e Giacinta, che con suor Lucia videro la Madonna: due bimbi analfabeti che si sono fidati ciecamente di quanto Maria diceva e chiedeva loro.

E nel santuario sorto nella zona delle apparizioni, del «miracolo del sole», e che attira ogni anno milioni di fedeli è la statua dove il papa ha voluto fosse incastonata nell'aureola della Vergine, la pallottola estratta dal suo intestino. Quella pallottola che, secondo Giovanni Paolo II, avrebbe solo sfiorato i suoi organi vitali grazie soltanto alla intercessione della Madonna. Due anni fa suor Lucia parlò del terzo segreto di Fatima, spiegando che tutto era ormai noto: «Tutto è stato pubblicato, non c'è più nulla di segretò. A chi parlava di nuove rivelazioni disse: 'Non c'è niente di vero. Se avessi avuto nuove rivelazioni non le avrei dette a nessuno, ma le direi direttamente al Santo Padre».

Suor Lucia aggiunse solo un particolare inedito al racconto della visione profetica avuta nel 1917: durante la visione la Vergine «che emanava uno splendore, teneva nella mano destra un cuore e nella mano sinistra un rosario». Secondo la spiegazione di suor Lucia ciò significava che «la devozione al cuore immacolato di Maria è il mezzo di salvezza per tutti i tempi difficili della Chiesa e del mondo» e che «il cuore aperto a Dio, purificato dalla contemplazione di Dio è più forte dei fucili e delle armi di ogni specie».

È racchiuso in una lettera di 52 righe scritta da suor Lucia, la suora carmelitana morta oggi all'età di 97 anni, il terzo segreto di Fatima e cioè la terza parte del messaggio che la Madonna di Fatima affidò a tre pastorelli nel 1917 e che il Vaticano rese noto definitivamente nel giugno del 2000.

«Dopo le due parti che ho già esposto - racconta suor Lucia nella lettera riferendosi agli altri due segreti - abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza. E vedemmo, in una luce immensa che è Dio: »qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passando davantì un Vescovo vestito di Bianco 'abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padrè. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia».

«Il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava sul suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce».
E allo stesso modo - prosegue il testo di suor Lucia - morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».

Il testo fu pubblicato dalla Congregazione per la dottrina della fede, accompagnato da un commento teologico del prefetto, card. Joseph Ratzinger. Il terzo «segreto» di Fatima è collegato ai due precedenti che la Madonna avrebbe confidato nel 1917 ai tre pastorelli Lucia dos Santos, 10 anni, Francesco e Giacinta Marto, di 9 e 7 anni e che vennero divulgati negli anni '40 grazie a fonti ecclesiastiche non ufficiali. I primi due «segreti» sono presi da lettere di suor Lucia scritte tra il 1936 e il 1941. Il primo riguarda la visione dell'inferno.

Secondo il racconto di suor Lucia, la Madonna mostra un mare di fuoco in cui sono immersi i demoni e le anime dannate. Il secondo prevede la fine della prima guerra mondiale, ne annuncia una seconda e chiede di «consacrare la Russia al cuore immacolato di Maria», perchè «se la Russia si convertirà si avrà la pace. Altrimenti essa diffonderà nel mondo i suoi errori, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa». I due segreti insieme al terzo, scritto da suor Lucia il 3 gennaio 1944, saranno sigillati in una busta consegnata a papa Giovanni XXIII il 17 agosto 1959.

Fonte: La Stampa (http://www.lastampa.it/redazione/Esteri/portogallo.asp)

Augustinus
14-02-05, 14:41
14/2/2005

A partire dal 13 maggio 1917 aveva assistito assieme ai cuginetti alle apparizioni della Madonna. è stata depositaria del cosiddetto "terzo segreto", rivelato in occasione del Giubileo del 2000.

Suor Lucia, l'ultima superstite dei tre fratelli ai quali la Madonna era apparsa a Fatima, è morta ieri nel convento di Coimbra (Portogallo centrale), alle 17.25 (le 18.25 in Italia). Lo ha annunciato l'agenzia di stampa portoghese Lusa, citando una fonte religiosa. Suor Lucia, al secolo Lucia de Jesus dos Santos, aveva 97 anni.

Lucia aveva assistito alle apparizioni della Vergine, a partire dal 13 maggio 1917 - in piena Prina guerra mondiale - assieme ai fratelli Francisco e Jacinta Martos, entrambi morti da tempo. I tre pastorelli di Cova da Iria avevano riferito di aver assistito a diverse apparizioni della Madonna, in quello che poi venne riconosciuto dalla Chiesa cattolica come il Miracolo di Fatima. Ai tre pastorelli la Madonna avrebbe rivelato i cosiddetti tre segreti di Fatima, a lungo oggetto di congetture ed esegesi da parte di teologi e studiosi, cattolici e no.

Nata nel 1907, Lucia de Jesus dos Santos era entrata nel 1921 - ad appena 14 anni - nel monastero di Vilar, a Oporto. Nell'ottobre 1928 aveva preso i voti temporanei, il 3 ottobre 1934 quelli perpetui. Nel 1948 era entrata nel convento del Carmelo di Santa Teresa, assumendo il nome di sorella Maria Lucia de Jesus y del Corazon Immaculado.

Suor Lucia è stata la depositaria di uno dei "misteri" più conosciuti al mondo, il terzo segreto di Fatima ed era l'ultima testimone diretta di una delle rarissime apparizioni della Madonna venerate dalla Chiesa cattolica, e in particolare da Giovanni Paolo II che il 13 maggio 1982, esattamente ad un anno di distanza dall'attentato di Alì Agca, andò a Fatima per incontrare l'anziana suora carmelitana.

Il terzo segreto di Fatima, un foglietto di poche righe, non è più un segreto da quando fu pubblicato il testo integrale, scritto da suor Lucia e noto prima del Giubileo ai papi, da Giovanni XXIII a Giovanni Paolo II: in sintesi si parlava del "vescovo vestito di bianco" che cade a terra "come morto", Karol Wojtyla colpito da Alì Agca. C'è poi la lotta, finita in Urss e nell'est europeo, ma che altrove continua, dei "sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani" e la sofferenza dei "testimoni della fede" nel '900.
Da sempre al centro di mille congetture, il terzo segreto stupì anche nel momento in cui fu svelato: all'epoca si parlò di colpo di scena, avvenuto nella spianata del santuario di Fatima davanti al papa e ad oltre 600 mila persone, la maggioranza delle quali forse all'inizio neppure se ne accorse. Era il 13 maggio 2000, giorno della beatificazione dei due pastorelli, Francisco e Giacinta, che con suor Lucia videro la Madonna.

Giovanni Paolo II è convinto di dovere la propria vita alla Madonna di Fatima dopo l'attentato del 13 maggio 1981, quando Ali Agca gli sparò in Piazza San Pietro. Quella pallottola, a quanto ha detto lo stesso papa, avrebbe solo sfiorato gli organi vitali grazie all'intercessione della Madonna di Fatima. Wojtyla ha avuto modo di dire che quando venne colpito dal proiettile non badò da principio al fatto che quello era proprio l'anniversario del giorno in cui Maria era apparsa ai tre fanciulli a Fatima, in Portogallo. Ma appena uscito dalla sala operatoria dopo il lungo intervento per le ferite all'intestino, era stato il suo segretario don Stanislao Dziwisz a fargli rilevare la coincidenza di date: il Papa aveva allora chiesto un dossier su Fatima, la cui lettura accompagnò la convalescenza del pontefice al Gemelli.

Da allora Giovanni Paolo II ha maturato la convinzione di dovere la vita alla Vergine, e tale convinzione ha espresso pubblicamente più di una volta prima del viaggio nel 2000 durante il quale sono stati proclamati beati i due pastorelli Francisco e Jacinta Marto testimoni delle apparizioni insieme a Lucia Dos Santos. Prima, il 13 maggio '82, a un anno dall'attentato, era andato a Fatima "per ringraziare la Madonna del suo intervento per la salvezza della mia vita e per il recupero della salute", e lo stesso ha fatto nel '91, dieci anni dopo; in quella occasione, annunciando il viaggio nella cittadina portoghese disse: "la Madonna mi ha donato 10 anni di vita". E in più di un occasione ha detto di "considerare tutto il tempo dopo quel 13 maggio un dono della provvidenza per intercessione della Madonna di Fatima".

Nell'82, a Fatima, il Papa ha consacrato il mondo al cuore immacolato di Maria, una delle richieste di questa ai piccoli veggenti. E a suggello della sua devozione Giovanni Paolo II ha donato al santuario di Fatima la pallottola estrattagli dall'intestino, che dall'84 è incastonata nell'aureola della corona della statua della Madonna. La fascia bianca insanguinata che portava il giorno dell'attentato è invece nel santuario polacco di Jasna Gora, la cui Vergine è venerata da secoli come simbolo della nazione.

Il premier polrtoghese Pedroa Santana Lopez ha dichiarato per domani un giorno di lutto nazionale per la scomparsa di Suor Lucia. Domani il corpo della religiosa sarà trasportato dal Carmelo alla cattedrale di Coimbra dove mercoledi ci saranno i funerali solenni.

FATIMA: LA BEATIFICAZIONE DEI CUGINETTI

Il 13 maggio 2000, 83/o anniversario della prima apparizione della Madonna a Fatima, il Papa si recò nella località portoghese per proclamare beati Jacinta e Francisco Marto, i due fratellini che, insieme alla cugina Lucia dos Santos - morta ieri a Coimbra all'età di 97 anni - furono testimoni delle apparizioni della Vergine nel 1917 e depositari dei suoi segreti.

La beatificazione di Giacinta e Francisco presentò alcuni caratteri di eccezionalità. Da una parte infatti la Chiesa fino ad allora aveva beatificato anche persone molto giovani, se martirizzate in odio della fede, ma quello di Jacinta e Francisco fu il primo caso di fanciulli beati non martiri. In secondo luogo, benchè il cammino dei due fratellini verso la santità fosse stato esaminato in due cause distinte, l'atto finale nacque dal riconoscimento di un unico miracolo. L'intercessione dei due pastorelli, secondo il processo canonico, portò alla guarigione, inspiegabile dal punto di vista della scienza, di Maria Emilia Santos, per 22 anni paralizzata dalla tubercolosi ossea, tornata a una vita normale il 20 febbraio 1989, dopo averli invocati.

La Chiesa ha accettato il riconoscimento di un unico miracolo in considerazione dell'unità delle vite dei due bambini. I due fratelli, che subirono persecuzioni e furono anche imprigionati per indurli a rivelare quanto la Madonna aveva detto loro durante le apparizioni, sono morti nel 1919 e nel '20, entrambi di influenza spagnola, offrendo la propria sofferenza e morte "per l'espiazione dei peccati del mondo". Il processo canonico ha rilevato non solo lo stretto legame familiare e la stessa educazione di fede, ma anche la loro partecipazione comune alle apparizioni di Fatima. L'ultima parola comunque l'ha detta il Papa, disponendo che il miracolo fosse ritenuto valido per ambedue visto che erano stati invocati congiuntamente, e che la guarigione è da attribuirsi all'intercessione di entrambi.

Una congregazione plenaria di cardinali, tenutasi dal 31 marzo al 2 aprile 1981, rese possibile la beatificazione di bambini. In quella sede infatti si definì la categoria dei fanciulli, ai fini delle beatificazioni, come quanti vanno dai 7 anni, e per questo hanno lo stato di moralità, alla prepubertà. Si precisò inoltre che l'esercizio delle virtù eroiche richiesto doveva tenere conto dell'età, del sesso, dell'ambiente, della vocazione personale e delle grazie ricevute e non si doveva pretendere da un fanciullo l'eroicità a livello adulto.

Fonte: PANORAMA (http://www.panorama.it/europa/capitali/articolo/ix1-A020001029274)

http://img297.imageshack.us/img297/4621/020001034080vz8.jpg Un'immagine dell'aprile 2003 di Suor Lucia (Irmã Lúcia de Jesus e do Coração Imaculado)

Augustinus
14-02-05, 14:43
FATIMA: CERIMONIA FUNEBRE OGGI ALLA CATTEDRALE DI COIMBRA

Coimbra, 14 feb. (Adnkronos) - La salma di suor Lucia, l'ultima superstite dei tre pastorelli ai quali la Madonna era apparsa a Fatima, morta ieri pomeriggio all'età di 97 anni nel convento di Coimbra (Portogallo), verrà portata oggi alla stessa cattedrale di Coimbra, dove si terrà una cerimonia funebre presieduta dal vescovo della città, monsignor Antonio Cleto. Anche il vescovo di Leira, monsignor Serafim Ferreira e Silva, prenderà parte alla cerimonia. Successivamente il corpo della religiosa farà ritorno al Carmelo di Santa Teresa, dove verrà sepolto.
(Nik/Opr/Adnkronos)

14-FEB-05 11:28

Fonte: ADNKRONOS (http://www.adnkronos.com/IGNDispacci/20050214/ADN20050214112832.htm)

http://www.santuario-fatima.pt/pic/_Lucia_42106a80e15a2.jpg

http://img234.exs.cx/img234/2078/escrit33xr.jpg

Augustinus
14-02-05, 16:47
Pochi giorni prima di morire, Suor Lucia ha assistito ad una proiezione del film di Mel Gibson sulla Passione di Cristo (v. QUI (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?postid=1866859#post1866859)).

Augustinus
15-02-05, 23:05
COIMBRA (PORTOGALLO), 15 FEBBRAIO 2005 - Migliaia di portoghesi hanno assistito oggi alla messa funebre in memoria suor Lucia, ultima superstite dei tre fratelli pastorelli ai quali la Madonna era apparsa a Fatima nel 1917. Maria Lucia do Coraçao Imaculado si e' spenta domenica scorsa nel convento delle carmelitane di Coimbra, 190 km a nord di Lisbona, poco piu' di un mese prima di compiere i 98 anni.

Il corteo funebre di suor Lucia e' stato accompagnato da migliaia di persone che si erano recate alla camera ardente nel convento di Santa Teresa.

Nel percorso per le strade della citta' le persone recitavano l'Ave Maria a voce alta. La cattedrale di Coimbra non ha potuto accogliere al suo interno tutti i fedeli e molti hanno dovuto ascoltare la messa nella piazza davanti la chiesa.

Conclusosi il rito, lunghe file di persone emozionate si sono avvicinate lentamente al feretro della religiosa. I giovani Boy Scout responsabili di mantenere l'ordine sono stati costretti ad impedire che la gente collocasse sul feretro fotografie di familiari malati, fiori ed altri doni.

Questo e' stato l'ultimo omaggio che ha ricevuto suor Lucia prima dei funerali, ai quali assisteranno tutti i vescovi portoghesi e il cardinal Tarciso Bertone, arcivescovo di Genova, inviato speciale del Papa.

Wojtyla piange suor Lucia. "Amo pensare che ad accoglierla in cielo sia proprio la Madonna che vide a Fatima". Il Papa ricorda "con commozione" i vari incontri avuti con lei così come i "vincoli di spirituale amicizia che col trascorrere del tempo si sono intensificati. Mi sono sentito sempre sostenuto dal quotidiano dono della sua preghiera, specialmente nei momenti duri della prova e della sofferenza".

In un messaggio inviato dal Papa al vescovo di Coimbra, Albino Mamede Cleto per i funerali della veggente di Fatima alla quale lui era particolarmente legato, manifesta spirituale vicinanza alle altre monache del convento di Coimbra, dove viveva.

Wojtyla racconta di avere provato "intima commozione" alla notizia della morte della suora 97enne, chiamata dal "Padre celeste all'eterna dimora del cielo. Ella ha cosi' raggiunto la meta alla quale sempre aspirava nella preghiera e nel silenzio del convento". Il Papa ricorda poi che la morte rimane la comune eredità dei figli di Adamo, anche se "Gesu', col sacrificio della croce, ci ha aperto le porte della vita immortale".

Suor Lucia la descrive come una "umile e devota carmelitana, che ha consacrato la sua vita a Cristo, Salvatore del mondo". E la visita della Vergine che la piccola Lucia ricevette a Fatima insieme a Francesco e Giacinta nel 1917, "fu per lei l'inizio di una singolare missione a cui si e' mantenuta fedele sino al termine dei suoi giorni".

"Che il Signore la ricompensi per il grande e nascosto servizio che ha reso alla Chiesa. Amo pensare - scrive ancora il Papa - che ad accogliere suor Lucia nel pio transito dalla terra al cielo sia stata proprio Colei che ella vide a Fatima tanti anni or sono. Voglia ora la Vergine santa accompagnare l'anima di questa devota sua figlia al beatificante incontro con lo Sposo divino".

Fonte: Quotidiano Nazionale (http://lanazione.it/art/2005/02/15/5369637)

Augustinus
15-02-05, 23:14
di Mattia Bianchi 15/02/2005

Oggi pomeriggio, l'ultimo saluto alla veggente di Fatima nella cattedrale di Coimbra. In Portogallo, giornata di lutto nazionale. Il card. Tarcisio Bertone, inviato pontificio, ha portato la preghiera del papa.

Il Portogallo si è fermato per ricordare suor Lucia, l’ultima veggente di Fatima scomparsa domenica sera all’età di 97 anni nel convento della carmelitane di Coimbra. Oggi pomeriggio, nella cattedrale di Coimbra si sono svolti i funerali, alla presenza dei vescovi del paese e dell'inviato pontificio card. Tarcisio Bertone che ha portato il messaggio del papa. "Suor Lucia ci lascia un esempio di grande fedeltà al Signore - ha scritto Giovanni Paolo II - e di gioiosa adesione alla sua divina volontà". Il pontefice ricorda "con commozione i vari incontri che ho avuto con lei e i vincoli di spirituale amicizia che con il trascorrere del tempo si sono intensificati". "Mi sono sentito sempre sostenuto dal quotidiano dono della sua preghiera, - si legge nel messaggio - specialmente nei momenti duri della prova e della sofferenza". E per questo, il papa chiede che "il Signore la ricompensi ampiamente per il grande e nascosto servizio che ha reso alla Chiesa".

La cerimonia è stata molto suggestiva e partecipata, a tal punto che la maggioranza dei fedeli ha dovuto seguire il rito dal sagrato della cattedrale: migliaia di persone che hanno voluto salutare una delle figure più intense dell'ultimo secolo, capace di segnare in profondità la vita della Chiesa. Per tutta la giornata, le visite alla camera ardente della religiosa erano state incessanti, così come al termine dei funerali, quando lunghe file di persone commosse si sono avvicinate lentamente al feretro. I giovani Boy Scout incaricati di mantenere l'ordine sono stati costretti ad impedire che la gente collocasse sulla bara fotografie di familiari malati, fiori ed altri doni: l'ultimo omaggio che ha ricevuto suor Lucia.

''La Chiesa universale - ha scritto ieri L'Osservatore Romano in un lungo articolo dedicato a suor Lucia - si sente in queste ore particolarmente interpellata da questa alta e concreta testimonianza spirituale''. Suor Lucia è stata ''la testimone della bellezza di quegli occhi in cui c'è il senso della sorte del '900. E non solo di quel secolo: c'e' la storia della salvezza. A noi - scrive il quotidiano vaticano - oggi basta fissare gli occhi della statua della Vergine di Fatima per ritrovarsi con naturalezza a pregare. Quale esperienza deve aver vissuto Lucia contemplando, di persona, gli occhi della Mamma!''. Dire Fatima, spiega l'Osservatore, significa trovarsi ''a tu per tu con il Mistero, con una finestra aperta verso il cielo, con la carezza dolce della Mamma. E ci si trova accanto a Giovanni Paolo II''.

Le apparizioni di Fatima

Le Apparazioni della Madonna del Rosario

Il 13 maggio 1917 tre fanciulli pascolavano un piccolo gregge di pecore a Cova da Iria (fossa della pace; un terreno appartenente alla famiglia di Lúcia de Jesus dos Santos), a 2 km da Aljustrel, frazione di Fátima, comune di Villa Nova de Ourém, oggi Diocesi di Leira-Fátima. Erano Lúcia de Jesus dos Santos, di 10 anini, e i suoi cugini, Francisco e Jacinta Marto, di 9 e 7 anni. Verso mezzogiorno, dopo aver recitato il S. Rosario, come facevano abitualmente, si intrattenevano a costruire una piccola casa con pietre raccolte sul luogo dove oggi sorge la Basilica. All' improvviso nel cielo senza nuvole apparve un bagliore. Pensando che si tratasse di un lampo e che fosse in arrivo un temporale, decisero di andarsene e riunirono il gregge. Ma ci fu un secondo chiarore e videro sopra un piccolo leccio (dove ora si trova la Capelinha das Aparicões) “una Signora vestita di bianco più splendente del sole, che emanava una luce chiara e intensa" dalle cui mani pendeva un bianco rosario. La bella Signora disse: “Non abbiate paura, non vi faccio del male”. Infine la Signora disse ai tre Pastorelli: “Dovrete soffrire molto, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto. Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra”, dopo averli invitati a tornare alla Cova da Iria per cinque mesi di seguito, nel giorno 13 e a quell'ora.

I bambini così fecero e nel giorno 13 di giugno, luglio, settembre e ottobre la Signora tornò ad apparire e a parlare con loro nella Cova da Iria. Il 19 agosto l'apparizione ebbe luogo nella località Valinhos (a circa 500 metri da Aljustrel), perché il giorno 13 i bambini furono impediti dalle autorità civili anti-ecclesiastiche di andare all’incontro e furono portati dal sindaco a Villa Nova de Ourém, rinchiusi e minacciati di torture per fargli smentire. Ma essi non cedettero, erano pronti a offrire la loro vita per non tradire le promesse fatte alla Madonna. Così furuno rilasciati.

Nella seconda Apparizione del 13 giugno la Signora disse a Lúcia: “Jacinta e Francisco li porterò fra poco, tu però devi rimanere quaggiù più a lungo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato; a chi la praticherà prometto la salvezza; queste anime saranno predilette da Dio, e come fiori saranno collocati da me dinanzi al Suo trono”.

Nella terza Apparizione del 13 luglio la Signora disse: “Avete visto l'inferno, dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato, se faranno quel che vi dirò molte anime si salveranno e ci sarà la pace". Poi aggiunse: "Se i miei desideri saranno ascoltati la Russia si convertirà e vi sarà pace, se no la Russia espanderà i suoi errori nel mondo, porterà a delle nuove guerre e alla persecuzione della Chiesa, i buoni saranno martirizzati e il Santo Padre soffrirà molto; alcune nazioni scompariranno. Ma alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia e essa sarà convertita e il mondo godrà un periodo di pace. In Portogallo la fede sarà preservata".

Nella quarta Apparizione del 19 agosto la Signora disse: “Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte anime vanno all’inferno perché non vi è nessuno che preghi per loro”.

Nella quinta Apparazione del 13 settembre, alla presenza di circa 30.000 persone, la Signora chiedeva ai veggenti di continuare a recitare il S. Rosario per ottenere la fine della guerra.

Nella sesta e ultima Apparizione del 13 ottobre, alla presenza di circa 70.000 persone, la Signora disse: “Sono la Madonna del Rosario, desidero che qui si costruisca una cappella in mio onore, che si continui a recitare il Rosario tutti i giorni. La guerra finirà”. Dopo quell'Apparizione, tutti i presenti furono testimoni del miracolo promesso ai tre bambini nei mesi di luglio e di settembre: il sole, simile a un disco d'argento, poteva essere fissato senza difficoltà, girava su se stesso come una ruota di fuoco e sembrava che volesse precipitare sulla terra.

La Madonna apparve ancora a Lúcia, il 26.08.1923 nel Collegio di Vilar (Porto), il 10.12.1925 e il 15.02.1926 nella cella del Convento delle Dorotee di Pontevedra (Spagna) e ancora nella notte dal 13 al 14.06.1929 nella cappella della Casa generalizia delle Dorotee di Tuy (Tuy). Nell’Apparizione del 10 dicembre 1925 la Madonna assicurava a tutti coloro che pregano il S. Rosario e ne meditano i misteri, che nel primo sabato del mese per 5 mesi consecutivi si confessano e ricevono la S. Comunione in riparazione delle offese commessi contro il Cuore Immacolato di Maria, “di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie per la salvezza delle loro anime”. Nell’Apparizione nella notte dal 13 al 14 giugno 1929 la Madonna disse a Lúcia: “Il momento è venuto in cui Dio chiede al Santo Padre, in unione con tutti i vescovi del mondo, di consacrare la Russia al mio Cuore Immacolato, promettendo così di salvarla in questo modo. Ci sono così tante anime che sono condannate dalla giustizia di Dio per i peccati commessi contro di me, che sono venuta a chiedere riparazione: fai sacrifici per questa intenzione e prega”.

Le Apparazioni dell’Angelo

Alcuni anni più tardi, Sr. Maria Lúcia rivelò ancora che tra aprile e ottobre 1916, ai tre Veggenti era apparso l’Angelo della Pace (che disse anche di essere l’Angelo custode del Portogallo) per tre volte: la prima e la terza volta alla Loca do Cabeço, presso Aljustrel mentre si trovavano al pascolo con le lore pecore e la seconda volta mentre giocavano attorno al pozzo nell'orto della casa paterna di Lúcia. In queste Apparizioni l'Angelo li aveva invitati alla preghiera e alla penitenza, come atto di riparazione per i peccati con cui è offeso il Signore e di supplica per la conversione dei peccatori.

Fonte: Korazym (http://www.korazym.org/news1.asp?Id=11636)

http://www.korazym.org/images/ph_suorluciapreghiera2_gr.jpg

http://www.ocd.pcn.net/news/LuciaSuor.jpg

http://www.taipeitimes.com/images/2005/02/16/20050215174844.jpeg

http://img297.imageshack.us/img297/7173/zluciafuneralpr5.jpg

http://img297.imageshack.us/img297/5854/smierc2hd0.jpg

http://img297.imageshack.us/img297/6249/smierc3lw7.jpg

http://img153.imageshack.us/img153/3120/smierc4bl8.jpg

Augustinus
15-02-05, 23:20
LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL VESCOVO DI COIMBRA
IN OCCASIONE DELLE ESEQUIE
DI SUOR MARIA LÚCIA DE JESUS
E DO CORAÇÃO IMACULADO

Al Venerato Fratello
ALBINO MAMEDE CLETO
Vescovo di Coimbra

Con intima commozione ho appreso che Suor Maria Lúcia de Jesús e do Coração Imaculado, all’età di 97 anni, è stata chiamata dal Padre celeste all’eterna dimora del Cielo. Ella ha così raggiunto la meta alla quale sempre aspirava nella preghiera e nel silenzio del convento.

La liturgia ci ha ricordato in questi giorni che la morte è comune eredità dei figli di Adamo, ma ci ha al tempo stesso assicurato che Gesù, col sacrificio della croce, ci ha aperto le porte della vita immortale. Queste certezze della fede noi richiamiamo nel momento in cui diamo l’ultimo saluto a questa umile e devota carmelitana, che ha consacrato la sua vita a Cristo, Salvatore del mondo.

La visita della Vergine, che a Fatima la piccola Lucia ricevette insieme con i cugini Francesco e Giacinta nel 1917, fu per lei l’inizio di una singolare missione a cui si è mantenuta fedele sino al termine dei suoi giorni. Suor Lucia ci lascia un esempio di grande fedeltà al Signore e di gioiosa adesione alla sua divina volontà.

Ricordo con commozione i vari incontri che ho avuto con lei e i vincoli di spirituale amicizia che con il trascorrere del tempo si sono intensificati. Mi sono sentito sempre sostenuto dal quotidiano dono della sua preghiera, specialmente nei momenti duri della prova e della sofferenza. Che il Signore la ricompensi ampiamente per il grande e nascosto servizio che ha reso alla Chiesa.

Amo pensare che ad accogliere Suor Lucia nel pio transito dalla terra al Cielo sia stata proprio Colei che ella vide a Fatima tanti anni or sono. Voglia ora la Vergine Santa accompagnare l’anima di questa devota sua figlia al beatificante incontro con lo Sposo divino.

Affido a Lei, Venerato Fratello, il compito di recare alle monache del Carmelo di Coimbra l’assicurazione della mia spirituale vicinanza, mentre, a loro interiore conforto nel momento del distacco, imparto un’affettuosa Benedizione, che estendo ai familiari, a Lei, venerato Fratello, al Card. Tarcisio Bertone, mio Inviato Speciale, e a tutti i partecipanti al sacro rito di suffragio.

Dal Vaticano, 14 Febbraio 2005

IOANNES PAULUS PP. II

****

(in portoghese)

CARTA DO PAPA JOÃO PAULO II
AO BISPO DE COIMBRA PELA MORTE
DE IRMÃ MARIA LÚCIA DE JESUS
E DO CORAÇÃO IMACULADO

Ao Venerável Irmão
ALBINO MAMEDE CLETO
Bispo de Coimbra

Com profunda emoção tomei conhecimento que a Irmã Maria Lúcia de Jesus e do Coração Imaculado, com 97 anos de idade, foi chamada pelo Pai celestial para a mansão eterna do Céu. Ela assim atingiu a meta para a qual sempre aspirou na oração e no silêncio do convento.

A liturgia destes dias lembrou-nos que a morte é a comum herança dos filhos de Adão mas, ao mesmo tempo, deu-nos a certeza de que Jesus, com o sacrifício da cruz, abriu-nos as portas à vida imortal. Estas certezas da fé nós as recordamos, no momento em que damos nossa derradeira saudação a esta humilde e devota carmelita, que consagrou sua vida a Cristo, Salvador do mundo.

A visita da Virgem Maria que a pequena Lúcia recebeu em Fátima, junto aos seus primos Francisco e Jacinta em 1917, foi para ela o início de uma singular missão à qual se manteve fiel até o fim dos seus dias. A Irmã Lúcia deixa-nos um exemplo de grande fidelidade ao Senhor e de gozosa adesão à sua divina vontade.

Lembro com emoção os vários encontros que tive com ela e os vínculos de amizade espiritual que ao longo do tempo foram-se intensificando. Sempre me senti amparado pela oferta quotidiana da sua oração, especialmente nos duros momentos de provação e de sofrimento. Que o Senhor a recompense amplamente pelo grande e escondido serviço que prestou à Igreja.

Apraz-me pensar que para acolher a Irmã Lúcia, na sua piedosa passagem desta terra para o Céu, tenha sido precisamente Aquela que ela viu em Fátima, já faz tantos anos. Queira agora a Virgem Santíssima acompanhar a alma desta sua devota filha ao bem-aventurado encontro com o Esposo divino.

Confio-lhe, Venerável Irmão, a tarefa de assegurar às religiosas do Carmelo de Coimbra a minha proximidade espiritual, ao conceder, penhor de consolação neste momento da separação, uma afectuosa Benção, extensiva aos familiares, a Vós, ao Cardeal Tarcisio Bertone, meu enviado especial, e a todos os participantes ao sagrado rito de sufrágio.

Vaticano, 14 de fevereiro de 2005

IOANNES PAULUS PP. II

Augustinus
15-02-05, 23:24
di Stefano Caredda 14.2.2005

Addio all’ultima dei tre bambini che nel 1917 assistettero alle sei apparizioni della ‘Madonna del Rosario’. Una vita segnata dal prodigio di Fatima, dalla preghiera e dalla contemplazione. Se ne va un pezzo della storia del XX secolo.

Era il 13 giugno 1917 e a Fatima, davanti a tre pastorelli della piccola e allora sconosciuta località portoghese, una “Signora vestita di bianco” diceva alla più grande, Lucia, l’unica che potè udirle, queste chiare e al tempo stesso difficili parole: “Jacinta e Francisco li porterò fra poco, tu però devi rimanere quaggiù più a lungo”. Quel “più a lungo” significava fino al 13 febbraio 2005. Il giorno in cui Lucia de Jesus dos Santos, divenuta suor Maria Lúcia del Cuore Immacolato, ha concluso la sua vita terrena. Ancora una volta un giorno 13, quello scelto da Maria per i loro appuntamenti.

Lucia era l’ultima dei tre bambini protagonisti di Fatima ancora in vita, l’ultima testimone diretta del prodigio di Fatima, l’ultima persona al mondo ad aver visto e parlato con la Madonna in una circostanza solennemente e ufficialmente dichiarata veritiera dalla Chiesa. Suor Lucia era la testimone di un prodigio unico, che ha segnato la storia del cattolicesimo europeo e, in un certo senso, il corso stesso del ventesimo secolo. Un’apparizione contemporanea, dunque: vicina a noi e all’attualità del secolo appena trascorso. Da oggi Fatima esce in qualche modo dalla cronaca, per diventare storia.

Lucia è morta ieri nel convento di Coimbra (Portogallo centrale), alle 17:25 ora locale (18:25 in Italia). Si trattava del convento nel quale era entrata il 25 marzo 1948 e nel quale aveva fatto professione dei voti solenni il 31 maggio 1949 prendendo il nome di Maria Lucia del Cuore Immacolato. Prima di allora aveva vissuto nel Collegio di Vilar (Porto) diretto dalle Religiose di S. Dorotea (dal giugno 1921), in quello di Pontevedra (Spagna) dal 24 ottobre 1925 e in quello di Tuy (Spagna) dal 20 luglio 1926. Dal 1948 in poi si recò a Fatima in rare circostanze: l’ultima per assistere, nel maggio 2000, alla beatificazione dei suoi cugini, Francisco e Jacinta Martos, morti nel 1919 e nel 1920. Un nipote di suor Lucia, padre Valiňo, tre mesi fa, parlando di suor Lucia, parlava a Korazym.org con le parole che la piccola pastorella di Fatima aveva udito dalla Vergine: è importante pregare sempre, pregare per la conversione di tutti, per la pace nel mondo. La salma della novantasettenne religiosa sarà esposta a partire da martedì nella nella cattedrale di Coimbra, dove il giorno dopo si svolgeranno i funerali. ''Era debole da diverse settimane e non lasciava piu' la sua cella'', ha detto alla cattolica Radio Renascenca il vescovo di Coimbra, Albino Cleto.

La vita di Lucia de Jesus dos Santos è stata segnata da quelle parole pronunciate nel giugno 1917: “Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare: egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato; a chi la praticherà prometto la salvezza”. Parole che a distanza di tempo indicano il senso della vita di questa piccola donna che ha dedicato l’intera sua vita alla preghiera. Era nata ad Aljustrel, una frazione di Fatima, il 22 marzo 1907. La sua vita cambiò il 13 maggio 1917, quando con altri due pastorelli, i suoi cuginetti Francisco e Jacinta Martos, rispettivamente 9 e 7 anni, assistette all’apparizione di "una Signora vestita di bianco più splendente del sole, che emanava una luce chiara e intensa" e dalle cui mani pendeva un bianco rosario. Era il primo dei sei incontri con la “Madonna del Rosario”, che parlò loro con estrema chiarezza, lanciando messaggi di conversione e di pace ma anche di grande realismo circa i mali della guerra e del mondo. Una apparizione che si incarnava negli avvenimenti del ventesimo secolo, della prima guerra mondiale, dell’ascesa della Russia, del suo ruolo nel mondo, della persecuzione dei cristiani e così via fino al grande enigma, a lungo nascosto, circa la terza parte del messaggio di Fatima, quello a lungo definito come ‘terzo mistero di Fatima’, svelato da Giovanni Paolo II solamente nel 2000 (e riguardante in definitiva “la lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani con l'immane sofferenza dei testimoni della fede”). E, tornando indietro, quella grande e sconvolgente ‘prova’, con il miracolo della ‘danza del sole’, verificatosi il 13 ottobre 1917.

Un’apparizione profetica, un’apparizione storica, un’apparizione che richiama ancora oggi milioni di fedeli (sono quattro ogni anno) nella grande spianata che sorge di fronte alla basilica del Santuario di Nostra Signora di Fatima: luogo di preghiera e di conversione, luogo di incontro con Dio.

All’intercessione della Madonna di Fatima Giovanni Paolo II ha sempre attribuito la sua salvezza nel giorno dell’attentato in piazza San Pietro, avvenuto, per l’appunto, il 13 maggio dell’anno 1981. La stessa suor Lucia ebbe modo di affermare di condividere pienamente il pensiero del Papa secondo la quale “fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola” e a salvare la vita al pontefice. Un proiettile che ora è incastonato nella corona della statua della Madonna a Fatima.

L’esistenza di Lucia è stata ovviamente segnata da un rapporto particolare con i papi che si sono succeduti nel ventesimo secolo. Fu Pio XII (la cui ordinazione sacerdotale era avvenuta proprio il 13 maggio 1917!) a consacrare i popoli della Russia al Cuore Immacolato di Maria (richiesta esplicita della Vergine), furono Giovanni XXIII e Paolo VI, anche loro pellegrini a Fatima come Albino Lucani, futuro papa Giovanni Paolo I, a leggere il ‘terzo segreto’ e a decidere di mantenerlo riservato, fu Karol Wojtyla a voler leggere il testo del messaggio subito dopo l’attentato e a disporne la pubblicazione nel 2000.

Giovanni Paolo II e suor Lucia. Un rapporto cordiale, la consapevolezza di essere di fronte ad una grande testimone della fede. Questo ha vissuto Giovanni Paolo II, che non ha mai mancato di assicurare il suo saluto a questa donna di grande fede. Dopo madre Teresa di Calcutta, piccola donna amica di papa Wojtyla, se ne va anche la piccola suora di Fatima.

Pochi giorni fa, rompendo il velo di riservatezza e di contemplazione, si era parlato di suor Lucia in seguito alla proiezione, nel suo convento, in occasione dell’inizio degli esercizi spirituali della Quaresima, del film ‘La Passione’, quello diretto da Mel Gibson. Un film sulla passione e sulla morte. Che, in attesa della Resurrezione, ieri ha raggiunto anche lei.

Fonte: Korazym (http://www.korazym.org/news1.asp?Id=11632)

Augustinus
15-02-05, 23:26
15 Febbraio 2005
PORTOGALLO

Stasera i funerali di suor Lucia, l’ultima pastorella di Fatima

Coimbra (AsiaNews/Agenzie) –Il corpo di Suor Lucia, l’ultima veggente di Fatima riceve da ieri l’omaggio dei fedeli nella cattedrale di Coimbra, dove stasera verrà celebrato il funerale.

Suor Lucia, l’ultima dei 3 pastorelli che videro l’apparizione della Vergine a Fatima, è morta il 13 febbraio all’età di 97 anni, dopo una lunga malattia che nell’ultimo mese le aveva tolto la vista e l’udito. Si è spenta nel convento carmelitano in cui ha vissuto, a Coimbra.

Suor Lucia nasce il 22 marzo 1907, con il nome di Lucie Dos Santos, ed ha solo 10 anni quando, insieme ai suoi 2 giovani cugini, vede la Vergine in un campo appena al di fuori della città di Fatima. La prima apparizione avviene il 13 maggio 1917. Le apparizioni continuano fino al 13 ottobre dello stesso anno, ed i 3 veggenti portano al mondo il messaggio della Madonna, che annuncia la fine della prima guerra mondial e e lo scoppio della seconda, la caduta del comunismo in Russia e l’urgenza primaria per i fedeli di dire il rosario. Dopo le apparizioni di Fatima, e le seguenti apparizioni personali nel 1923 e nel 1929, Lucia Dos Santos abbraccia la vita religiosa, prima in Spagna e dopo, come carmelitana, nel convento di Coimbra.

Del messaggio della Madonna fa parte il cosiddetto “terzo segreto di Fatima”, ossia la terza parte dell'annuncio. Vari Pontefici, che lo custodiscono, decidono di non rivelarlo, ma nel maggio 2000 Giovanni Paolo II rivela il testo della visione mistica: riguarda un “vescovo vestito di bianco” che soffre nei pressi della Croce, sopra i corpi dei martiri, finchè anche lui non cade, colpito da un’arma da fuoco. Il Pontefice arriva alla conclusione che la visione si riferisce all’attentato alla sua stessa vita, per opera di Ali Agca, nel 1981. Alcuni cattolici continuano ad insistere che il “terzo segreto” non sia stato del tutto svelato, anche se il Vaticano conferma che non vi è nulla di più.

Fino a quando non e' stato pubblicato il "terzo segreto", suor Lucia aveva parlato delle altre promesse di Fatima in 4 memorie, pubblicate per decisione del vescovo di Leira (Portogallo) al quale erano state rivelate nel gennaio 1944. Questi, a sua volta, le aveva comunicate per intero a Papa Pio XII, perché la suora aveva detto che il terzo segreto poteva essere rivelato a discrezione del Pontefice.

Il primo Pontefice a visitare privatamente suor Lucia è Paolo VI, in occasione della sua visita a Fatima nel 1967. L’attuale Pontefice, Giovanni Paolo II, si è incontrato con la religiosa in 3 distinte occasioni: nel 1982, quando andò a Fatima in pellegrinaggio per ringraziare la Madonna, che lo aveva salvato dall’attentato, nel 1991 nel 10° anniversario dell’attentato e nel 2000, per le cerimonie di beatificazione. Il Papa crede fermamente che la Madonna di Fatima gli abbia salvato la vita dall’attentato ad opera di Alì Agca a piazza S. Pietro. L’attentato avviene in uno degli anniversari delle apparizioni del 1917. In segno di gratitudine, un anno dopo lo sparo, il Papa dona alla Vergine di Fatima il proiettile che gli è stato estratto e che è incastonato nella corona della statua della Madonna. Il Santo Padre dice: “Una mano ha sparato il proiettile ed un’altra lo ha guidato”.

Giovanni Paolo II beatifica Francisco e Jacinta Marto, i 2 cugini di suor Lucia che videro le apparizioni, in una cerimonia che si tiene a Fatima il 13 maggio 2000, l’anniversario della prima apparizione. Sia Francisco che Jacinta sono morti in giovane età, rispettivamente nel 1919 e nel 1920. Suor Lucia partecipa alla cerimonia, in una delle sue rarissime uscite dal convento.

Fonte: Asia News (http://www.asianews.it/view_p.php?l=it&art=2577)

Augustinus
15-02-05, 23:33
“Como uma vela que se apaga”

Irmã Lúcia faleceu devido a falência cardio-circulatória, motivada pelo desgaste dos órgãos e das células. Segundo a médica Branca Paul, a última vidente de Fátima teve uma morte serena. Quanto ao processo de beatificação, não deverá acontecer antes de cinco anos

Serenamente e sem sofrimento, «como uma vela que se apaga». Foi deste modo que a médica que acompanhou Irmã Lúcia nos últimos 14 anos definiu o momento da morte da vidente de Fátima. Garantindo que a carmelita teve sempre todos os cuidados médicos adequados e que em caso de necessidade os Hospitais da Universidade de Coimbra estavam preparados para a receber, Branca Paul revelou que uma falência cardio-circulatória, causada por uma debilidade geral própria da idade avançada, foi a causa da morte.
Em conferência de imprensa, a médica revelou que o estado de Lúcia, que no próximo mês completaria 98 anos, se agravou a partir de Dezembro, quando «começou a enfraquecer». «Nos últimos 15 dias, apareceram sinais mais evidentes» de que o organismo da carmelita estaria a entrar na derradeira batalha pela vida, mas, mesmo debilitada ainda tentou ler a mensagem que o Papa João Paulo II lhe enviou na manhã de domingo.
Branca Paul frisou que nos minutos que antecederam a hora da morte, «as irmãs interpretaram como sofrimento» o que estava a acontecer com Irmã Lúcia, mas, como esteve sempre com respiração assistida, faleceu «serenamente», garantiu, acrescentando que o momento foi «de grande emotividade». Conforme consta da mensagem que achou por bem escrever, a médica da comunidade realçou que a hora é de «saudade, mas não de despedida».
Para além de paciente, a médica encontrou na carmelita uma amiga, alguém com quem tinha «uma ligação afectiva intensa», contou. «Foi um privilégio», sublinhou. Falar de Lúcia é falar de alguém «com uma sabedoria impossível de exprimir em palavras» e com sentido de humor.

Quinto volume de “Memórias”

Segundo o reitor do Santuário de Fátima, a carmelita era a mais «equilibrada» dos três pastorinhos, enquanto o primo Francisco se distinguia pela intelectualidade e Jacinta pela emotividade. Nas memórias de Luciano Guerra não estão mais do que uma dúzia de encontros com Lúcia. O primeiro aconteceu, curiosamente, para tratar de questões «mais práticas», relacionadas com os bens do pais, «não sobre aparições».
Na conferência de imprensa de ontem de manhã, Luciano Cristino revelou que em Maio deverá ser publicado o quinto volume das memórias de Lúcia, preenchido com cartas escritas à sua mãe, a partir de 1921. O responsável pelas publicações afirmou que, a pedido do reitor do Santuário de Fátima, a vidente escreveu ainda memórias sobre o pai, a juntar às quatro já existentes.
Sobre o processo de beatificação, Luciano Cristino informou que vão ser seguidos os trâmites normais. Aliás, acrescentou Luciano Guerra, o processo não deverá ter início antes de cinco anos. «Deus vai dar sinais através dela para que se confirme a sua santidade», acrescentou o capelão João Lavrador.
Na história recente da Igreja apenas Madre Teresa de Calcutá foi elevada aos altares somente quatro anos após a sua morte.

Fonte: Diario de Coimbra 15.2.2005 (http://www.diariocoimbra.pt/9345.htm)

Augustinus
15-02-05, 23:36
Portugal despede-se hoje de Irmã Lúcia

A morte da Irmã Lúcia levou milhares de pessoas ao Carmelo de Santa Teresa, onde as portas da capela se mantiveram abertas até cerca da meia-noite para que devotos e não só se pudessem despedir da vidente de Fátima. Anónimos de todo o país concentraram-se junto ao local onde Lúcia viveu os últimos 57 anos de vida e, ainda que por segundos, conseguiram ver de perto um dos maiores símbolos de fé. E «estava tão bonita», frisou um dos muitos populares

Emoção. Lágrimas. Oração. Fé. A morte da última vidente de Fátima transformou o Carmelo de Santa Teresa num destino de peregrinação dos milhares de pessoas que lhe quiseram prestar uma última homenagem. Entre as 7h00 e a meia-noite de ontem, homens e mulheres, jovens e menos jovens e até crianças, enfrentaram as filas de espera para dizer o derradeiro adeus silencioso a Irmã Lúcia.
Chegaram dos mais variados pontos do país, incluindo regiões autónomas. Muitos nem sequer dormiram para chegarem a Coimbra às primeiras horas da manhã. É o caso de uma senhora da Madeira, que não quis perder a oportunidade de presenciar de perto o momento em que Portugal se despede de um dos seus principais símbolos de fé.
Com um ramo de flores para depositar junto às grades onde se encontrava Lúcia, Maria Helena Matias confessou ao Diário de Coimbra estar um «bocadinho emocionada». Vinda do Porto, «de propósito», confessou que nunca teve dúvidas acerca do milagre de Fátima, como tal, a prima de Jacinta e Francisco é uma das figuras que mais admira na vida.
Também do norte, mais propriamente de Gaia, Marcelino Marques foi parar junto ao Carmelo sem saber. Motorista de profissão da Câmara Municipal de Gaia, dirigiu-se a Coimbra a trabalho para transportar dois representantes daquele município a uma reunião na Associação Nacional de Municípios Portugueses. Ali chegado, não ficou indiferente às movimentações e, como foi quase dos primeiros, não teve de esperar muito para ver a Irmã Lúcia. «Estava tão bonita», sublinhou.
Maria do Céu Roque é de Coimbra e quase vizinha do convento onde a vidente viveu desde 25 de Março de 1948. «Não sei explicar o que senti», revelou ao Diário de Coimbra, à saída da capela, depois de velar por momentos o corpo da Irmã Lúcia. Nas memórias desta devota estão as histórias que o irmão, que trabalhou directamente com a vidente, contava. Simplicidade e humildade são algumas das características que lhe reconhecia e que deseja que Portugal e o mundo continuem a honrar.
A primeira missa pela Irmã Lúcia, às 8h00, foi celebrada por um familiar da carmelita. O padre Valinho salientou a curiosidade deste «novo reencontro também se dar no dia 13». Para o sacerdote, é hora de pensar que «ganhámos uma protectora no céu». Ainda ontem, ao meio-dia, a celebração coube a Luciano Guerra, reitor do Santuário de Fátima e, às 21h30, o bispo de Coimbra, D. Albino Cleto, presidiu a uma oração e a uma vigília na capela do Carmelo.

Fonte: Diario de Coimbra 15.2.2005 (http://www.diariocoimbra.pt/9346.htm)

http://img218.imageshack.us/img218/1723/9346ae0.jpg

http://img228.exs.cx/img228/2250/prima25ae.jpg

http://img239.exs.cx/img239/2508/prima6dj.jpg

http://img239.exs.cx/img239/2699/prima28rl.jpg

Augustinus
16-02-05, 08:43
Uma ponte para o céu

Impressionante. Se anteontem foram muitos os que quiseram velar Irmã Lúcia no Carmelo de Santa Teresa, ontem, o momento do funeral transformou-se num acontecimento de que não há memória em Coimbra. Na hora da despedida, aplausos e lenços brancos para a vidente de Fátima

Não há memória de uma manifestação como a que Coimbra assistiu ontem no funeral de Irmã Lúcia. Aproximado, só o que aconteceu em 1975, aquando o falecimento de D. João Saraiva, arcebipso bispo-conde da Diocese de Coimbra.
Milhares de pessoas, chegadas dos mais variados pontos do país e do estrangeiro, marcaram presença no derradeiro adeus à última memória viva do milagre de Fátima. Por momentos, o cenário que habitualmente se assiste no Santuário de Fátima por ocasião das celebrações das aparições transferiu-se para Coimbra. Os cânticos na hora da despedida – “Avé Maria” e “Fátima, adeus” – eram os mesmos, os sentimentos, provavelmente, mais intensos. Entre a multidão, lenços brancos a simbolizar um adeus emocionado, “vestiram” o interior e o exterior da Sé Nova, que apesar da sua monumentalidade, se revelou pequena demais para acolher todos quantos se quiseram despedir da “pastorinha”.
Surgiram alguns protestos entre os fiéis que não conseguiram entrar na catedral, mas com o passar das horas e o aproximar do momento do funeral, quem ficou de fora acabou por se resignar e esperar para acompanhar o corpo de regresso ao Carmelo de Santa Teresa. Isto tudo sob a vigilância de um forte dispositivo policial. Dos edifícios da Universidade, muitos conseguiram uma visão privilegiada da multidão através das varandas e janelas.
Entre os milhares de anónimos, algumas figuras da política e da sociedade portuguesa.
Sem a presença do primeiro-ministro Santana Lopes, em representação do Governo estiveram Maria João Bustorff, Álvaro Barreto e Henrique Freitas. Também do PSD, estiveram nas cerimónias Marques Mendes, e alguns dos candidatos a deputados pelo círculo eleitoral de Coimbra, entre os quais Zita Seabra e Fernando Antunes. Os candidatos do PS – partido que teve em Almeida Santos o principal representante - também marcaram presença. Matilde Sousa Franco já o havia feito de manhã, a título particular, regressando à tarde já oficialmente, acompanhada por Victor Baptista.
Nobre Guedes, cabeça do CDS/PP, foi outra das figuras da política que se quis despedir de Irmã Lúcia. Carlos Encarnação e alguns membros do executivo camarário, tal como Manuel Porto, presidente da Assembleia Municipal, chegaram por volta das 15h00. Minutos depois, D. Duarte de Bragança e Isabel de Herédia entraram na catedral para se juntar à homenagem a Irmã Lúcia.
A cerimónia solene das exéquias fúnebres demoraram cerca de hora e meia, mas mais de uma hora antes do início começaram os ensaios de cânticos, para que no momento da despedida nada falhasse.
Já o Sol se punha quando a urna saiu da Sé Nova para regressar ao carmelo. Cá fora, um grupo de estudantes universitários esperavam-na com as capas estendidas para honrar a passagem da vidente. Foram largos minutos que permaneceram ajoelhados para depois serem ultrapassados pelo cordão policial, que acabou por retirar grande parte do simbolismo do gesto.
Enquanto isso, à porta da Sé Nova, o casal José Castelo Branco e Betty Grafstein mereceram um tratamento diferente, o que motivou alguns comentários de descontentamento.

João Paulo II define vidente como "um grande exemplo"

A leitura da mensagem enviada pelo Papa João Paulo II revelou-se um dos momentos mais intensos das exéquias fúnebres. Pela voz de Tarcisio Bertone, cardeal arcebispo de Génova, o Sumo Pontífice recorda «com emoção» os vários encontros que teve com a vidente de Fátima e «os vínculos de amizade espiritual que ao longo do tempo se foram intensificando».
«Sempre me senti amparado pela oferta quotidiana da sua oração, especialmente nos duros momentos de provação e de sofrimento. Que o Senhor a recompense amplamente pelo grande e escondido serviço que prestou à Igreja», lê-se no documento, onde João Paulo II sublinha que a carmelita «atingiu a meta que sempre aspirou na oração e no silêncio do convento».
Nas palavras que escreveu especialmente para a cerimónia, o papa sublinha que Irmã Lúcia de Jesus deixa «um exemplo de grande fidelidade ao Senhor e de gozosa adesão à sua divina vontade».
Antes, em declarações aos jornalistas, o cardeal Bertone falou de Lúcia como «uma grande amiga», com «espírito de partilha» fora do comum. «Mais do que uma mensagem para a humanidade, o que diz é que se trabalharmos, nos empenharmos na vida com Deus, se há-de salvar a humanidade», defende. Sobre a beatificação, o enviado especial do papa acredita que o processo se deverá iniciar «brevemente», mas antes, frisou, «é preciso ler tudo o que ela escreveu».
Por sua vez, para o cardeal patriarca de Lisboa, que conduziu a homilia, a comoção e as reacções no país em torno da morte de Irmã Lúcia são «um sinal de esperança» para a humanidade. Considerando que a vidente teve uma «missão incansável» ao longo da vida como «mensageira da revelação» de Nossa senhora, D. José Policarpo elogiou o papel de Lúcia na compreensão das aparições.
«Esta caminhada de fé é tantas vezes acompanhada de sofrimento, de dúvida...nem ela foi dispensada ao tributo à dor», continuou, acrescentando que «começa tudo quando uma experiência do divino se torna tão forte que não a podemos ignorar».
A partir de agora, com a morte da última dos três pastorinhos, Fátima deixa de ser «nossa contemporânea» e passa a ser «uma grande tradição espiritual, uma grande mensagem que recebemos de Deus. Contra tudo e contra todos», frisou o cardeal patriarca de Lisboa. «Estamos todos comovidos, porque hoje entre Fátima e o céu uma nova ponte se estabeleceu», continuou. Numa breve descrição dos três videntes, D. José Policarpo definiu Francisco como «um contemplativo, gostava de estar calado». Já Jacinta primava pela «emotividade», enquanto Lúcia era «aquela que falava sempre com Nossa Senhora, que comunica incansavelmente».
Na homilia, o cardeal recordou ainda que numa das primeira aparições, Lúcia perguntou a Maria «o que quer de nós?». Na hora da morte, deve ter perguntado «o que quer deste Portugal, desta terra de Santa Maria?», prevê D. José Policarpo.

Patrícia Isabel Silva

Fonte: Diario de Coimbra 16.2.2005 (http://www.diarioleiria.pt/5766.htm)

Augustinus
16-02-05, 08:47
Luto Nacional pela morte de vidente

Decorrem hoje em Coimbra as cerimónias fúnebres da Irmã Lúcia, num dia marcado pelo luto nacional

Foi com «serenidade» e sem surpresa que Francisco Vieira, ex-presidente da Região de Turismo Leiria/Fátima (RTL/F) e sobrinho-neto da irmã Lúcia, recebeu a notícia da morte da última vidente de Fátima.
«Era algo que, de algum modo, e dado a idade da Irmã Lúcia e o seu estado de saúde, se tornava previsível», referiu ao Diário de Leiria, adiantando que «tudo apontava para um momento difícil e final», mas que foi recebido pela família com «total serenidade, que nada tem a ver com tristeza».
A Irmã Lúcia faleceu no domingo à tarde, no Carmelo de Santa Teresa, em Coimbra, vítima de «falência cardio-circulatória». Francisco Vieira era o sobrinho-neto da Irmã Lúcia, através da sua avó paterna, irmã da vidente de Fátima. O ex-presidente da RTL/F recorda a «forma serena» como a Irmã Lúcia viveu toda a sua vida, relembrando a sua última visita ao Carmelo de Santa Teresa, no Verão do ano passado, tendo ficado «surpreendido pela forma lúcida, atenta e inteligente enquanto falava sobre as coisas».
Reportando-se à «figura excepcional, marcada enquanto criança pelas aparições», Francisco Vieira referiu que, apesar do percurso de vida ter sido em clausura, a Irmã Lúcia «era uma pessoa com uma alegria própria de estar» e «com uma forma atenta de olhar as pequenas coisas de modo peculiar». A «grande imagem» que guarda da última vidente de Fátima até ao final dos seus dias, sublinhou, é a pessoa «irónica e divertida» com que abordava as diferentes questões.
Por seu turno, o presidente da câmara de Ourém, David Catarino, mostrou-se surpreso com a morte «inesperada» da Irmã Lúcia, que considera um «símbolo daquilo que é hoje Fátima» e que é «transversal à sociedade».
Ontem, o primeiro-ministro, Pedro Santana Lopes, decretou dia de luto nacional pela morte da irmã Lúcia. De manhã, o Presidente da República, Jorge Sampaio, enviou um telegrama de condolências pela morte da Irmã Lúcia ao bispo de Coimbra, D. Albino Cleto.
«Apresento sentidas condolências pelo falecimento da Irmã Lúcia, que era para tantas pessoas em todo o mundo um símbolo e uma referência», escreveu Jorge Sampaio na mensagem enviada ao bispo de Coimbra.
O cardeal-arcebispo Bertone, de Génova, vai estar presente hoje nas cerimónias fúnebres da Irmã Lúcia, pelas 16h00, na Catedral de Coimbra, como enviado de João Paulo II. O corpo será sepultado no Carmelo de Santa Teresa, sendo transladado para Fátima dentro de um ano, conforme vontade sua, expressa em vida. No mesmo dia, pelas 11h00, o reitor do Santuário de Fátima preside a uma eucaristia em memória da vidente, a realizar na Basílica.
O bispo de Leiria-Fátima, D. Serafim Ferreira e Silva, considera «natural» a vinda do cardeal, porque «era uma pessoa que estava muito próxima da Irmã Lúcia, com quem esteve por várias vezes». Na sua opinião, a vinda do cardeal «é um sinal muito importante» do Vaticano que revela «o símbolo» que a religiosa representa na Igreja Católica.

Beatificação «sem pressa»

D. José da Cruz Policarpo, cardeal-patriarca e presidente da Conferência Episcopal Portuguesa (CEP), considerou ontem normal a morte da última vidente de Fátima, minimizando os seus efeitos na vida do Santuário.
«Ela podia ter morrido há 50 anos que o Santuário continuava a funcionar por si. O importante é a mensagem que a Irmã Lúcia transmitiu», disse o cardeal, considerando que apenas quando o corpo for transladado para o Santuário de Fátima será possível avaliar os efeitos que isso terá nos peregrinos.
No entanto, os preparativos para essa mudança já começaram há vários anos e existe já um túmulo no Santuário preparado para acolher o corpo da Vidente.
Sobre a eventual beatificação de Lúcia, à semelhança de Jacinta e Francisco Marto, D. José Policarpo considerou que esse será o passo seguinte, mas defende que devem ser cumpridos os prazos.
Opinião semelhante manifestou D. Serafim Ferreira e Silva, confessando que «não tem pressa nenhuma» que o processo de beatificação tenha início, o que, segundo o direito canónico, deve demorar um mínimo de cinco anos após a morte.
Na história recente da Igreja apenas Madre Teresa de Calcutá foi elevada aos altares somente quatro anos após a sua morte.

Irmã Lúcia noticiada por todo o mundo

A morte da irmã Lúcia, um dos três pastorinhos que diz ter visto a Nossa Senhora em Fátima, foi ontem noticiada em órgãos de comunicação social de todo o mundo.
Na edição on-line do jornal britânico Times é feita referência à morte da «última sobrevivente dos três pastorinhos que dizem ter visto a Virgem Maria numa série de aparições em 1917».
O jornal brasileiro A Folha de São Paulo coloca a notícia na secção "mundo", sem grande destaque, com o título «Testemunha da aparição da Virgem de Fátima morre».
O espanhol El Mundo titula «Irmã Lúcia, a última sobrevivente dos pastorinhos de Fátima», colocando uma fotografia da vidente. A estação televisiva britânica BBC, na sua página na Internet, realça a morte da vidente de Fátima, num texto com 17 parágrafos, acompanhando-o de uma fotografia da irmã Lúcia com o Papa João Paulo II.
A televisão norte-americana CNN realça, na sua página da Internet, que Lúcia chegou a revelar a João Paulo II o terceiro segredo de Fátima, que versava sobre o atentado contra o Sumo Pontífice. A CNN recorda que uma das últimas visitas recebidas pela vidente de Fátima foi a do actor Mel Gibson, realizador do filme "A Paixão de Cristo".
A agência de notícias italiana Ansa coloca a morte da irmã Lúcia em destaque na sua página da Internet, informando que o primeiro-ministro português, Santana Lopes, decidiu decretar terça-feira dia de luto nacional, altura em que o corpo da vidente será transportado para a Sé Nova de Coimbra, onde se realizam as exéquias.
Já no domingo, as agências noticiosas EFE, Associated Press e France Press divulgaram a morte da religiosa portuguesa.
A espanhola EFE referiu que a vidente das «aparições marianas de Maio de 1917» faleceu com 97 anos, relembrando os restantes pastorinhos.

Helena Amaro

Fonte: Diario de Coimbra 15.2.2005 (http://www.diarioleiria.pt/5760.htm)

Augustinus
16-02-05, 08:55
Morreu a irmã Lúcia

O corpo da irmã Lúcia estará segunda-feira na Catedral de Coimbra, onde decorrerá uma cerimónia fúnebre. O corpo da irmã regressa depois ao Carmelo de Santa Teresa, em Coimbra, onde ficará sepultado e será transferido dentro de um ano para o Santuário de Fátima

VISAOONLINE 14 Fev. 2005

A irmã Lúcia morreu este domingo às 17h25 no Carmelo de Santa Teresa, em Coimbra. A irmã Maria Lúcia do Coração Imaculado, um dos três pastorinhos que afirmaram ter visto Nossa Senhora em Fátima no ano de 1917, morreu alguns dias antes de cumprir, a 22 de Março, 98 anos.

A vidente vivia desde 1948 no Carmelo de Santa Teresa, em Coimbra. Lúcia de Jesus dos Santos (nome de baptismo) era a única dos três videntes ainda viva. Nasceu a 22 de Março de 1907, no lugar de Aljustrel, próximo de Fátima.

Tinha dez anos quando disse ter visto, pela primeira vez, Nossa Senhora na Cova da Iria, juntamente com os primos Jacinta Marto e Francisco Marto.

Lúcia foi a única dos três primos que alegava ter ouvido as palavras da Virgem. Nos primeiros tempos, a hierarquia católica revelou-se céptica sobre as afirmações dos «Três Pastorinhos» e só a 13 de Outubro de 1930 o bispo de Leiria tornou público, oficialmente, que as aparições eram dignas de crédito.

A partir daí, o Santuário de Fátima ganhou expressão internacional, enquanto a irmã Lúcia procurava cada vez mais viver recatadamente.

Em 17 de Junho de 1921 entrou no colégio das irmãs doroteias em Vilar, Porto. Professou como doroteia em 1928, em Tuy (Espanha), onde viveu alguns anos. Em 1946 regressou a Portugal e, dois anos depois, entrou para o Carmelo de Santa Teresa em Coimbra, onde professou como carmelita a 31 de Maio de 1949.

Escreveu dois volumes com as suas «Memórias» e os «Apelos da Mensagem de Fátima».

Em 1991, quando o Papa João Paulo II visitou Fátima convidou a irmã Lúcia a deslocar-se ali e esteve reunido com ela 12 minutos.

A 13 de Maio de 2000, o Papa João Paulo II beatificou Jacinta e Francisco Marto, em Fátima.

O corpo da irmã Lúcia seguirá segunda-feira para a Catedral de Coimbra, onde decorrerá uma cerimónia fúnebre presidida pelo Bispo de Coimbra, D. António Cleto. O Bispo de Leiria/Fátima, D. Serafim Ferreira e Silva, estará também presente naquela cerimónia, acrescentou a fonte.

O corpo da irmã Lúcia regressa depois ao Carmelo de Santa Teresa, em Coimbra, onde ficará sepultado, disse ainda a fonte.

O corpo da Irmã Lúcia será transferido dentro de um ano para o Santuário de Fátima, revelou D. Serafim Ferreira e Silva, bispo de Leiria-Fátima.

«Está tudo a ser cumprido de acordo com aquilo que a Irmã Lúcia estabeleceu, por escrito. Será sepultada primeiro no Convento e depois será transladada para Fátima, aproximadamente dentro de um ano», afirmou o prelado.

Segunda-feira, o bispo de Leiria-Fátima vai celebrar uma eucaristia no Santuário em memória da Vidente e terça-feira o corpo da religiosa será transferido para a Catedral de Coimbra, onde serão realizadas as exéquias solenes.

Em paralelo, os serviços do Santuário vão estar com uma equipa no Carmelo a partir de segunda-feira para dar informações sobre a sua vida aos peregrinos e jornalistas que aí acorrerem, acrescentou o prelado, que considera natural a sua morte.

«A última vez que estive com a Irmã Lúcia foi já há alguns meses e decidi respeitar o seu silêncio e os seus problemas de saúde», explicou o prelado, recordando que a religiosa tinha vários problemas de reumatismo.

«Os acontecimentos de Fátima têm a sua estrutura e a missão da irmã Lúcia já tinha sido cumprida de forma sincera e generosa», pelo que a sua «morte é um passo natural da sua vida», afirmou.

«Opinião semelhante tem Luciano Cristino, director dos Serviços de Estudos e Difusão do Santuário de Fátima, que elogia o papel da Irmã Lúcia como a grande «interlocutora e divulgadora da Mensagem de Fátima».

«O que me vem à mente hoje, na data da sua morte, foi a palavra que Nossa Senhora lhe disse quando os Pastorinhos lhe perguntaram se iam para o Céu. Ela disse-lhe que iria ficar «mais algum tempo», que acabou por ser mais 88 anos», recorda.

O advogado António Arnaut lamentou igualmente o falecimento da irmã Lúcia, afirmando que para os cristãos ela tinha «um alto valor simbólico».

Grão Mestre da Maçonaria, mas preferindo pronunciar-se apenas como cidadão, Arnaut acrescentou que aquela religiosa, «pelas circunstâncias, tornou-se um valor internacional para o cristianismo».

«Sendo a morte apenas uma passagem, para os cristãos, o seu falecimento, porventura, poderá reavivar o milagre de Fátima», acentuou, em declarações à Agência Lusa. Muitas reacções

A figura e a vida da Irmã Lúcia foram recordadas como um «exemplo de fé» por vários bispos católicos portugueses, que elogiaram a sua discrição apesar do protagonismo da Mensagem de Fátima.

O vice-presidente da Conferência Episcopal Portuguesa (CEP), D. António Marcelino, considerou que a Irmã Lúcia «representa uma certeza de fidelidade muito forte a Deus», que «soube estar sempre presente de maneira discreta e eficaz».

Na opinião deste prelado, bispo de Aveiro, a religiosa «é mais alguém no Céu que vai zelar por nós».

No entanto, a «Igreja não fica pobre com a morte de ninguém» e esta situação já era esperada pela hierarquia religiosa.

«Com a idade dela, canto com alegria a sua vida e confio plenamente na sua salvação», afirmou, salientando que «a mensagem de Fátima é um eco da mensagem do Evangelho».

Por seu turno, Carlos Azevedo, bispo auxiliar de Lisboa e presidente da Comissão Científica da Documentação Crítica de Fátima, recorda o «seu papel de mulher simples que acolheu o mistério de Deus».

«Durante uma longa vida testemunhou a humildade de ter sido beneficiada por um grande dom que merece a nossa veneração por esse facto», salientou o bispo, elogiando a «sua disponibilidade para o mistério».

Para este responsável, que analisou toda a documentação escrita pela religiosa, ficou patente uma «faceta de normalidade de alguém que vivia a sua vida sem pensar na sua importância histórica».

«Era uma criança plenamente normal nas suas traquinices e na sua capacidade de viver a alegria e de se interrogar», recorda.

A morte da religiosa, aos 97 anos, já era esperada pelos crentes e não coloca em causa a divulgação da Mensagem de Fátima, que «tem um corpo doutrinal plenamente consolidado», sublinhou.

Opinião semelhante tem D. Januário Torgal Ferreira, bispo das Forças Armadas, considerando que a sua discrição permitiu que o Santuário e a Mensagem de Fátima criassem uma existência plenamente autónoma da sua vida.

«A irmã Lúcia viveu sempre escondida numa penumbra» e «nunca foi vista como uma artista de acontecimentos mundanos», recorda o prelado.

«Acho que foi uma pessoa que esteve na origem de uma grande marca da espiritualidade do século XX e do início do século XXI. E, a meu ver, o seu escondimento e desejo de não ter protagonismo foi aquilo que prevaleceu», considerou. Por outro lado, «viveu também uma feliz oportunidade de ser testemunha de um esforço cultural para que Fátima seja um acontecimento de estudo e de reflexão», salientou D. Januário Torgal Ferreira, elogiando o esforço do Santuário em se transformar num centro de fé católica de nível mundial.

O bispo do Porto, D. Armindo Lopes Coelho, afirmou hoje «serenidade e expectativa» ante a notícia da morte da Irmã Lúcia, cuja vida e história «têm que ver com a transformação interior de muita gente».

«Não se pode estranhar ou ficar surpreendido perante a morte de uma pessoa com a idade da irmã Lúcia», considera o prelado, que afirmou «serenidade perante a notícia, acompanhada de uma certa expectativa sobre o futuro».

O bispo frisou que a vida da Irmã Lúcia «tem que ver com os acontecimentos de Fátima, as aparições, a mensagem, o culto e devoção, a fé de multidões, a beatificação da Jacinta e do Francisco, as peregrinações e a vida e transformação interior de muita gente».

O bispo emérito de Coimbra, D. João Alves, elogiou a figura de Irmã Lúcia, falecida hoje à tarde, recordando a atenção que sempre deu ao mundo exterior ao Carmelo, onde estava recolhida.

«A irmã Lúcia era uma pessoa de uma fé profunda, mas essa fé não a isolava dos problemas da realidade», afirmou o prelado, antecessor de D. José Policarpo como presidente da Conferência Episcopal Portuguesa (CEP).

«Sempre aproveitava a pequena palestra ou conferência que fazia às irmãs para pôr as suas perguntas, e com alguma atenção, sobre aquilo que se passava no mundo», notou este responsável, que não se mostrou surpreendido com a morte da religiosa.

«A morte é sempre inesperada, mesmo quando nós calculamos que ela não tardará. Apesar de tudo, dada a idade da Irmã Lúcia, esperava-se que a morte mais aqui ou mais ali chegasse», afirmou o prelado.

«Retenho a imagem de uma pessoa normalíssima, com uma boa disposição visível. Encontrei sempre na Irmã Lúcia uma pessoa simples, com gosto em dialogar, interessada pela vida mas ao mesmo tempo uma pessoa com uma fé muito simples mas profunda», acentuou.

Papa reza por Lúcia

O Papa João Paulo II rezou esta segunda-feira pela irmã Lúcia, informaram fontes do Vaticano. O Sumo Pontífice, de 84 anos, recordou a irmã Lúcia durante a missa da segunda jornada dos exercícios espirituais, que começou domingo à tarde.

João Paulo II reuniu-se com Lúcia em três ocasiões, a primeira das quais em 1982, quando visitou o Santuário de Fátima, um ano depois do atentado na praça de São Pedro.

O segundo encontro ocorreu em 1991, durante uma nova visita que João Paulo II realizou a Fátima.

A terceira reunião decorreu em 2000, quando o Papa viajou a Fátima para beatificar Jacinta e Francisco, os outros dois pastorinhos.

Durante essa viagem, a 13 de Maio de 2000, desvendou-se o famoso «Terceiro Segredo de Fátima», que se referia ao atentado contra João Paulo II na praça de São Pedro e à luta do comunismo ateu contra a Igreja.

Um ano mais tarde, e por causa de especulações de que o «Terceiro Segredo de Fátima» não teria sido desvendado na sua totalidade, a irmão Lúcia assegurou que foi divulgado «completamente e que não haviam mais segredos».
Lúcia acrescentou que se tivesse tido novas revelações não as diria a ninguém, só ao Papa.

E manda cardeal-arcebispo ao funeral

O cardeal-arcebispo Bertone, de Génova, vai estar presente nas cerimónias fúnebres da Irmã Lúcia, no Carmelo , em Coimbra, como enviado de João Paulo II, revelou o bispo de Leiria-Fátima .

Em declarações à Agência Lusa, D. Serafim Ferreira e Silva salientou que o cardeal, que já foi secretário da Congregação para a Doutrina da Fé e um dos responsáveis pela divulgação da terceira parte do segredo de Fátima, já informou a Nunciatura em Lisboa que virá a Portugal.

«É natural que assim seja porque era uma pessoa que estava muito próxima da Irmã Lúcia, com quem esteve por várias vezes», afirmou o prelado referindo-se à vidente Lúcia, falecida domingo aos 97 anos.

Na sua opinião, a vinda daquela representante da Igreja Católica «é um sinal muito importante» do Vaticano que revela «o símbolo» que a religiosa representa na Igreja Católica.

Por seu turno, D. José da Cruz Policarpo, cardeal-patriarca e presidente da Conferência Episcopal Portuguesa (CEP), considerou normal a morte da última Vidente de Fátima, minimizando os seus efeitos na vida do Santuário.

«Ela podia ter morrido há 50 anos que o Santuário continuava a funcionar por si. O importante é a mensagem que a Irmã Lúcia transmitiu», disse o cardeal, considerando que apenas quando o corpo for transladado para o Santuário de Fátima será possível avaliar os efeitos que isso terá nos peregrinos.

No entanto, os preparativos para essa mudança já começaram há vários anos e existe já um túmulo no Santuário preparado para acolher o corpo da Vidente.

Sobre a eventual beatificação de Lúcia, à semelhança de Jacinta e Francisco Marto , D. José Policarpo considerou que esse será o passo seguinte, mas defende que devem ser cumpridos os prazos.

Opinião semelhante manifestou D. Serafim Ferreira e Silva, confessando que «não tem pressa nenhuma» que o processo de beatificação tenha início o que, segundo o direito canónico, deve demorar um mínimo de cinco anos após a morte.

Na história recente da Igreja apenas Madre Teresa de Calcutá foi elevada aos altares somente quatro anos após a sua morte.
Durante o dia de hoje, os bispos portugueses estão reunidos em Fátima numa Assembleia Plenária Extraordinária para aprovar a reestruturação interna das Comissões Episcopais.

Esta reformulação interna sucede após uma avaliação interna da CEP, em que os bispos defenderam a fusão e concentração de competências das Comissões Episcopais.

Depois desta aprovação, os bispos deverão votar os responsáveis dos novos órgãos de gestão e o sucessor de D. José Policarpo à frente da CEP na Assembleia Plenária ordinária de Abril.

Fonte: Visão on line del 14.2.2005 (http://visaoonline.clix.pt/paginas/conteudo.asp?CdConteudo=37200)

Augustinus
16-02-05, 09:05
Si è spenta dopo aver letto il messaggio che Giovanni Paolo II le aveva inviato sabato Il Patriarca di Lisbona: tocca a noi mantenere e consolidare la sua testimonianza di fede Una grande folla commossa scorre silenziosa accanto alla grata di ferro della clausura dietro la quale è stata composta la salma della religiosa

Dal Nostro Inviato A Coimbra Luigi Geninazzi

Il volto candido è una macchia bianca in mezzo a tanti fiori variopinti che circondano e riempiono la piccola bara su cui vegliano le consorelle del Carmelo. Più che una scena funebre sembra un ritratto rinascimentale dipinto da un grande artista e ammirato da una folla commossa e orante che scorre silenziosa davanti alla pesante grata di ferro. Suor Lucia non si nasconde più, ha finito la sua lunga clausura ed ora si mostra a tutti come un’icona che ispira grande serenità e immensa beatitudine.
«E’ morta la nostra santa» dice la gente in attesa d’entrare nella cappella del convento di Santa Teresa dove è esposta la salma di Irmà Lucia, un pellegrinaggio ininterrotto di migliaia di persone che vogliono rendere l’ultimo omaggio alla veggente di Fatima. Suor Lucia è spirata domenica pomeriggio alle 17 e 30 nella sua cella, assistita dal vescovo di Coimbra e dalle sorelle carmelitane. Avrebbe compiuto 98 anni il prossimo 20 marzo. Poche ore prima di morire ha ricevuto una lettera del Santo Padre, un messaggio personale di Giovanni Paolo II che «venuto a conoscenza del momento di dolore e di sofferenza, l’accompagna con la sua preghiera e la sua benedizione e chiede a Dio che la nostra cara sorella sappia vivere questo momento nello spirito dell’offerta pasquale». Suor Lucia, che è rimasta lucida e cosciente fino a pochi attimi prima della morte, ha preso in mano la lettera del Papa sforzandosi di leggerla, poi ha ascoltato il messaggio con grande emozione» riferisce il vescovo di Coimbra, monsignor Albino Cleto.
È morta il giorno 13, proprio come aveva scritto nelle sue Memorie, il giorno del mese in cui le apparve la Madonna. Suor Lucia era la più grande ed anche l’unica a vivere a lungo dei tre pastorelli di Fatima. Depositaria delle profezie della Vergine che hanno svelato il senso più profondo delle tragedie del secolo scorso, ha vissuto nel nascondimento senza cedere minimamente alla tentazione del protagonismo. Con la sua morte finisce la memoria viva delle apparizioni di Fatima.
«E’ un momento di grande tristezza perchè Fatima, che certamente resterà una grande tradizione della Chiesa, perde la testimonianza semplice e diretta della sua ultima protagonista. Ora tocca a noi mantenere e consolidare questo suo grande messaggio di fede» dice il cardinale José Policarpo, Patriarca di Lisbona. Gli fa eco il vice-presidente della Conferenza episcopale portoghese, monsignor Antonio Marcelino: «Suor Lucia ha rappresentato per tutti noi la granitica certezza della fede».
La notizia della sua scomparsa ha suscitato grande commozione in tutto il Paese, giornali e tv dedicano grande spazio alla rievocazione della figura della veggente di Fatima. Pur vivendo in clausura (era entrata nel Carmelo di Coimbra nel 1948) suor Lucia era ormai un personaggio caro a tutti i suoi connazionali, cattolici e non. Nel convento di Santa Teresa riceveva lettere da tutto il mondo.
Lei raccoglieva tutte quelle suppliche nella sua preghiera a Dio. Amava scrivere e, già in età avanzata, imparò ad usare il computer. E le piaceva anche intrecciare con le sue mani i grani con cui fabbricava dei rosari che poi avrebbe donato a tanti fedeli. Uno lo regalò anche a Giovanni Paolo II, che ha sempre manifestato ammirazione e affetto per la custode dei segreti dei Fatima. «Da oggi il Santo Padre ha in cielo una santa in più che saprà proteggerlo» dice Joao Ortiga, un anziano signore in coda da molte ore davanti al Carmelo di Santa Teresa. Ma ci sono anche tanti giovani, chi con un mazzo di fiori e chi con la corona del rosario. E molti hanno le lacrime agli occhi. La piccola cappella del convento è strapiena di fedeli che a passo lento girano attorno l’altare per poi soffermarsi sul lato destro dove è allestita la camera ardente. Il candore del volto di suor Lucia si riflette nella bianca statua della Madonna di Fatima che sovrasta la bara con la mano tesa, quasi volesse sfiorare il corpo della veggente. Questa mattina la salma di suor Lucia verrà portata nella cattedrale Sé Nova di Coimbra dove nel pomeriggio verranno celebrati i solenni funerali. La sepoltura avverrà nel chiostro del Carmelo. Ma entro un anno ci sarà la traslazione a Fatima, proprio come suor Lucia desiderava.

Fonte: Avvenire del 15.2.2005

Augustinus
16-02-05, 09:06
LA VITA
Le semplicità di una fede del cuore ha trasformato gli occhi di una bambina in una chiave per capire la storia

Nello sguardo da bambina il senso della storia

Di Matteo Liut

I dati biografici per Lucia dos Santos finiscono il 13 maggio 1917. Da qui il terreno è conteso tra teologi, storiografi e, da domenica pomeriggio, agiografi.
Probabilmente Lucia non era solo «l'ultima dei veggenti di Fatima» ma anche una ragazzina cresciuta nel suo tempo. Lontana dai fatti della storia ma al cuore di una sensibilità che faceva della fede e della devozione l'unico modo di guardare al mondo. Aveva da poco compiuto dieci anni quel 13 maggio 1917 e viveva con i suoi genitori nel villaggio natio, Aljustrel in Portogallo. Un borgo fatto di casupole basse, con muri scalcinati e poche finestre su strade polverose d'estate, fangose d'inverno. Qui abitavano anche i suoi due cugini, Francisco Marto, nove anni, e sua sorella, Jacinta, sette anni. Lucia aveva sei tra fratelli e sorelle ed era una bambina precoce, benvoluta da tutti per quel suo carattere sereno, intelligente e vivace. Tra le mani spesso c'era il rosario, recitato anche quella tarda mattina del 13 maggio 1917, assieme a Francisco e Jacinta, prima di tornare a giocare.
Qui termina la ricostruzione storica e iniziano i racconti, le interpretazioni e, per Lucia, le sofferenze. Dopo la prima, le apparizioni si ripetono altre cinque volte, ogni 13 del mese, fino ad ottobre. Per Lucia sono cinque mesi drammatici, segnati addirittura dalla prigione. Anche le autorità, infatti, tentano di estorcere il segreto affidato da quella «signora più splendente del sole» solo a Lucia, l'unica ad averla sentita parlare.
Il 13 ottobre, la donna svela la sua identità: dice di essere la «Madonna del Rosario». Ed è proprio la corona l'unico segno chiaro che i bambini hanno già riconosciuto. Al termine dell'apparizione 70 mila persone assistono a un miracolo: il sole diventa un disco d'argento e comincia a muoversi. Grazie al prodigio Lucia non viene indicata come una ciarlatana ma le sue visioni verranno riconosciute dal vescovo di Leiria come «degne di fede» nel 1930. Il processo canonico è iniziato il 3 maggio 1922. In quella data però Lucia non si trova più nel villaggio. Il 17 giugno 1921, infatti, per volontà del vescovo è entrata in un collegio delle religiose di Santa Dorotea, a Porto.
I due cugini, intanto, sono già morti: Francisco il 4 aprile 1919, Jacinta il 20 febbraio 1920. Saranno beatificati dal Papa il 13 maggio 2000, giorno in cui viene svelato il terzo segreto, contenuto in un manoscritto redatto da Lucia nel 1944 e consegnato nel 1957 a Giovanni XXIII. I primi due erano già noti, estrapolati da lettere e scritti di colei che non poteva dimenticare le parole affidatele dalla Vergine. Per quasi 88 anni suor Lucia le fa conoscere scegliendo la via della consacrazione.
Nel 1928 veste l'abito religioso tra le Dorotee a Tuy in Spagna. Il 25 marzo 1948 si trasferisce a Coimbra dove entra nel Carmelo di Santa Teresa. Nel 1949 emette la professione solenne, in quello stesso convento dove domenica 13 febbraio 2005, a 97 anni, muore. Nel silenzio della testimonianza e della preghiera.

Fonte: Avvenire del 15.2.2005

Augustinus
16-02-05, 09:08
FACCIA A FACCIA

Di Matteo Liut

I tre incontri con Wojtyla

Si erano incontrati tre volte, Giovanni Paolo II e suor Lucia: nel 1982, nel 1991 e nel 2000. Una volta le aveva fatto invece visita Paolo VI: nel 1967. Tutti e quattro gli incontri fra la religiosa portoghese e i Pontefici, sempre il 13 maggio. Così come era il 13 maggio del 1917 quando la Madonna apparve per la prima volta ai tre veggenti di Fatima, Giacinta, Francisco e Lucia.
Domenica suor Lucia si è spenta nel convento di clausura di Coimbra. Nei giorni precedenti la salute dell'anziana religiosa era peggiorata, e Papa Wojtyla, al ritorno dal ricovero al Policlinico Gemelli, aveva voluto inviare una sorta di affettuoso «abbraccio via fax» che Lucia era riuscita a leggere personalmente sabato, il giorno prima di morire. Un «abbraccio» che esprimeva la vicinanza e la benedizione del Papa alla suora, assieme alla sua preghiera perché ella potesse «vivere questo momento di dolore, sofferenza e offerta con lo spirito della Pasqua, del passaggio».
Parole via fax che hanno rinnovato lo spirito e l'emozione dei tre incontri «faccia a faccia» fra la religiosa portoghese e il Papa polacco. Il primo avvenne il 13 maggio 1982, esattamente un anno dopo l'attentato in Piazza San Pietro, quando il terrorista Alì Agca attentò alla vita di Giovanni Paolo II. Quel 13 maggio 1982 il Papa si recò a Fatima per ringraziare la Madonna di essere intervenuta a salvargli la vita. Nel diadema che incorona la statua della Madonna di Fatima, la pallottola che aveva ferito Wojtyla, da lui offerta alla Vergine in segno di gratitudine.
Nel 1991 il secondo incontro, a dieci anni dai colpi di pistola in piazza San Pietro. Nel 2000, anno del Grande Giubileo, il terzo incontro. E la rivelazione del terzo segreto di Fatima, dedicato proprio al drammatico attentato del 1981. Il 13 maggio 2000 i pastorelli Giacinta e Francisco, morti in giovanissima età, vengono proclamati beati; Wojtyla, davanti a mezzo milione di pellegrini, ringrazia la Vergine per averlo protetto durante il Pontificato.

Fonte: Avvenire del 15.2.2005

Augustinus
16-02-05, 12:33
REVERENDA IRMÃ LÚCIA DE JESUS E DO CORAÇÃO IMACULADO

CARMELO DE SANTA TERESA - COIMBRA
INFORMADO DO ESTADO EM QUE VERSA SUA SAÚDE, VENHO AFIRMAR-LHE A MINHA UNIÃO AFECTUOSA COM UMA PARTICULAR LEMBRANÇA DA SUA PESSOA JUNTO DO DEUS DE TODA A CONSOLAÇÃO PARA QUE POSSA SUPERAR SERENA RESIGNADA MERITORIAMENTE ESTES MOMENTOS DE PROVAÇÃO UNIDA A CRISTO REDENTOR E DEIXANDO-SE ILUMINAR PELA SUA PÁSCOA. COMO PENHOR DAS MELHORES GRAÇAS CELESTIAS, ENVIO-LHE EXTENSIVA À SUA COMUNIDADE CARMELITA E FAMILIARES MINHA BÊNÇÃO APOSTÓLICA

JOHANNES PAULUS PP.II

Augustinus
16-02-05, 12:35
Dra. Branca Paúl, datado do dia 13 de fevereiro, dia da morte da Irmã Lúcia, tornado público na conferência de imprensa realizada do Seminário Maior de Coimbra a 14 de Fevereiro:

Irmã Lúcia - A Hora da nossa eterna saudade

Quis Deus na Sua infinita bondade e misericórdia preservar e conservar a Irmã Lúcia no nosso convivio e companhia até ao dia de hoje.
Tal como tinha prometido, a sua e nossa Santíssima Mãe, manteve-a entre nós "mais algum tempo", para além dos seus primos Francisco e Jacinta. Esse tempo prometido, contado e contabilizado certamente em medidas e padrões diferentes dos nossos a partir daquele dia em que lhes confiou essa promessa, teve o seu epílogo.
Veio buscá-la hoje, e todos nós que tivemos o privilégio e a alegria de conviver e privar com ela, estamos muito comovidos, saudosos já do seu doce sorriso, da sua afabilidade e alegria, mas também e quiçá, estranhamente felizes, nesta hora de saudade, mas não de despedida.
Com efeito, não se trata seguramente de uma separação, o facto a que nos curvamos nesta hora, mas antes de uma transformação na forma e na consubstanciação da presença reciproca que seguramente nos aproxima ainda mais intimamente.
A matéria deu lugar ao espirito ...o finito transformou-se no infinito... o efémero e relativa, no definitivo e no absoluto.
Na Irmã Lúcia, apenas se transformou o modelo de vida, e ela nasceu para outra realidade que de momento cada um de nós ainda desconhece, mas será seguramente muito mais plena e gratificante. Assim o - acreditamos, nós que temos a felicidade da Fé, aqueles a quem Jesus prometeu Vida, e Vida em abundância.
Neste momento e dando resposta às perguntas que naturalmente se põem sobre as causas deste epílogo, a avançada idade e o inerente desgaste dos órgãos e das células do corpo humano, vêm lembrar-nos o carácter de finitude da matéria, e tiveram aqui um papel determinante. Como pessoa ligada ao conhecimento científico concreto que rege o exercício da medicina, vejo-me obrigada a encontrar um facto causal para o óbito da nossa irmã. Assim,, a falência cardio-circulatória resultante dos seus 97 anos foi essa causa. Como pessoa de Fé, a quem o Senhor quis dar a graça de conceder em abundância, e que certamente desmereço, limito-me a referir que o bondoso, grande, enorme coraçãozinho da nossa querida Irmã Lúcia se cansou de bater, e encontrou pois a forma de descansar serenamente e em paz, nos braços da Mãe que um dia lhe anunciou ser o seu refúgio.
Como vela cuja chama no final se vai extinguindo progressivamente, também ela, na maior serenidade, rodeada dos desvelados cuidados assistenciais e de apoio, com o carinho e o amor de todas as incansáveis irmãs da comunidade, docemente extinguiu a combustão que mantinha o aprisionamento do seu espírito à materialidade do corpo.
Como sua médica assistente há já longos anos, dediquei de alma e coração todo o cuidado e saber com que, momento a momento, faço questão de tratar os meus doentes.
Com particular desvelo fi-lo em relação a esta minha muito querida amiga e irmã na Fé, apoiada na ajuda de colegas e enfermeira da minha equipa de saúde, sempre incansáveis e presentes quando necessário. Para eles o meu grato e comovido agradecimento por tudo quanto fizeram.
Consciente porém, que o verdadeiro Médico do corpo e alma humanos, é o Pai, Senhor único da Vida, a Ele entreguei sempre toda a minha acção assistencial, pedindo-Lhe com toda a minha fé, que fizesse de mim sempre, digno instrumento da Sua Divina Vontade.
Mergulhada na Felicidade Imensa e Infinita do amor de Deus, a ela peço comovida, que interceda por todos nós.

Coimbra, 13 de Fevereiro de 2005

Fonte:
Sito Ufficiale del Santuario di Fatima (http://www.santuario-fatima.pt/portal/index.php?id=1565)

Augustinus
16-02-05, 12:44
L' ultima testimone dell' «apparizione» del 1917 in Portogallo aveva 97 anni

ROMA - Nata nel 1907, suor Maria Lucia de Jesus - al secolo Lucia Dos Santos - è stata per oltre 80 anni il principale protagonista di un «movimento» di spiritualità che ha attirato un' attenzione mondiale e ha costretto a una lunga vigilanza e a progressivi riconoscimenti le autorità ecclesiastiche. Illetterata e vissuta nel più grande nascondimento, ha di fatto esercitato un' influenza vastissima - oggetto delle più diverse valutazioni - sia su gente semplice come lei, sia sui massimi responsabili della cattolicità. Cinque Papi hanno avuto a che fare con questa suora vissuta 97 anni, dei quali 84 in clausura. Pio XII (1942) e Giovanni Paolo II (1984 e 2000) hanno consacrato più volte il mondo e l' umanità al «Cuore immacolato di Maria» in risposta a una «richiesta» della Vergine da lei trasmessa. Paolo VI la incontrò a Fatima il 13 maggio del 1967 e Giovanni Paolo II la vide tre volte, in occasione dei suoi tre pellegrinaggi nel santuario nato dalle «apparizioni» del 1917: nel 1982 (vi andò per ringraziare d' essere scampato all' attentato dell' anno precedente), nel 1991 (vi tornò nel decennale dell' attentato) e nel 2000 (andò là per beatificare sul posto Giacinta e Francisco, gli altri due «veggenti», morti quando avevano 10 e 11 anni). Ma l' evento forse più importante del rapporto tra Fatima e i Papi, o quantomeno quello che ha destato maggiore curiosità nel mondo, è stata la pubblicazione della «terza parte» del segreto, attesa per quasi 60 anni e pubblicata per decisione di Giovanni Paolo II nel giugno del 2000. Fu straordinario - rispetto alla tradizionale prudenza «romana» nei confronti delle «rivelazioni private» - che un Papa decidesse la pubblicazione di quella «profezia» e più straordinario ancora apparve l' affermazione del Papa stesso - affidata a una comunicazione del cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato e ad una nota «interpretativa» del «segreto» stesa dal cardinale Joseph Ratzinger - di essersi «riconosciuto» nel «vescovo vestito di bianco», che i tre pastorelli avevano visto morire, colpito con frecce e proiettili di armi da fuoco, da parte di «soldati». Wojtyla vide in quel vescovo se stesso, colpito dagli spari di Alì Agca e interpretò la sua salvezza dagli spari (nella profezia il «vescovo vestito di bianco» muore) come un evento di «grazia», mediato dall' «intercessione» della Vergine. «Vengo qui oggi - aveva già detto in occasione del suo primo pellegrinaggio a Fatima, il 13 maggio del 1982 - perché proprio in questo stesso giorno, nello scorso anno, in piazza San Pietro a Roma, si è verificato l' attentato alla vita del Papa, misteriosamente coinciso con l' anniversario della prima apparizione a Fatima». Come riconoscimento simbolico di tale «protezione» inviò a Fatima uno dei proiettili che l' avevano colpito, ed esso ora si trova incastonato nella corona della statua della Vergine là venerata. Nella località campestre di Cova da Iria, nel territorio di Fatima, la Vergine era «apparsa» sei volte ai pastorelli, chiedendo preghiere e penitenza per la «conversione» dell' umanità: il 13 maggio, il 13 giugno, il 13 luglio, il 19 agosto, il 13 settembre, il 13 ottobre del 1917. Nuove apparizioni Lucia avrà da sola nel 1923 (a Oporto, quando viene ammessa nella Congregazione delle Figlie di Maria) e nel 1929, quando la Vergine le chiederà di promuovere la «consacrazione della Russia» al suo «Cuore immacolato». Il patrimonio delle locuzioni, richieste e segreti della Vergine, suor Lucia lo consegna a 4 memorie successive, scritte in anni lontani tra loro: nel 1935 (sulla vita e le virtù di Giacinta, sua cugina), nel 1937 (storia della propria vita e delle apparizioni), nell' agosto del 1941 (particolari della vita di Giacinta), nel dicembre 1941 (qualsiasi altra cosa che ricordava sugli avvenimenti del 1917). La terza parte del «segreto» - redatta nel gennaio del 1944 - fu consegnata da suor Lucia al vescovo di Leiria e da questi mandata a Roma, perché secondo la veggente essa non era da rendere nota allora, ma soltanto dopo il 1960 e per decisione del Papa. Né Pio XII, né Giovanni XXIII, né Paolo VI vollero interessarsi al «segreto», o comunque decisero di non pubblicarlo. Giovanni Paolo II se lo fece portare al Gemelli, dov' era ricoverato dopo l' attentato del maggio del 1981, appena si rese conto della coincidenza del suo ferimento e della sua «salvezza» con la ricorrenza della prima apparizione di Fatima. Si riconobbe nel «vescovo vestito di bianco» e chiese un parere al cardinale Ratzinger, il quale lesse il testo e lo richiuse nella busta, suggerendo al Papa di non pubblicarlo. Ma arrivato all' anno 2000 Giovanni Paolo II ritenne maturo il tempo per far conoscere quel testo. La Curia era tendenzialmente contraria, come era contraria alla beatificazione dei due veggenti morti da piccoli: era considerato imprudente impegnare l' autorità papale nel giudizio su due dei «pastorelli», mentre era ancora viva la terza, principale depositaria dell' intera «rivelazione». Papa Wojtyla riteneva «maturo il tempo» per la pubblicazione dell' ultima parte della profezia, perché era chiuso - a suo giudizio - il ciclo «persecutorio» cui la cristianità era stata assoggettata da parte dei poteri totalitari del ventesimo secolo, e in particolare da parte del comunismo sovietico. Giovanni Paolo II ha letto il messaggio di Fatima come un avvertimento drammatico, di tipo apocalittico, all' umanità tentata di abbandonare la fede cristiana e indotta, in parte, ad abbandonarla dall' assalto persecutorio dei poteri totalitari, in particolare da quello sovietico. Con le sue decisioni - sgradite alle componenti liberal della cattolicità - ha riconosciuto giusta la battaglia condotta con tenacia, per tanti decenni, da suor Lucia. E suor Lucia, a sua volta, ha dichiarato più volte di essersi riconosciuta nelle decisioni del Papa polacco.

Luigi Accattoli

I pastorelli e i messaggi

IL PRIMO

Nelle sei apparizioni di Fatima la Vergine svela ai pastorelli i tre segreti, due dei quali saranno pubblicati nel 1937. Il primo riguarda la visione dell' Inferno: «Vedemmo allora come un grande mare di fuoco che sembrava stare sotto terra». I bambini lo vedono «solo per un momento», ma sono impressionati dalle grida di dolore delle anime.

IL SECONDO

Nel secondo segreto si profetizza la fine del primo conflitto mondiale, lo scoppio di una nuova guerra («quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il segno che Dio vi dà prima di punire il mondo dei suoi tanti crimini») e la parabola del comunismo in Russia.

IL TERZO

L' ultimo segreto viene svelato il 23 maggio 2000 e letto integralmente in mondovisione il 26 giugno. Viene reso noto il legame con l' attentato di Ali Agca del 1981: «Vedemmo un Vescovo vestito di bianco... Venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce...»

84 ANNI IN CLAUSURA

1917 13 maggio LA PRIMA APPARIZIONE

La Madonna appare a Jacinta (7 anni) e Francisco Marto (9) e alla cugina Lucia Dos Santos (10). Lucia, l' unica sopravvissuta, trascriverà i tre segreti di Fatima 1967 13 maggio

L' INCONTRO CON PAOLO VI

Nel 1957 il manoscritto del terzo segreto è consegnato all' Archivio del Sant' Uffizio. Paolo VI lo leggerà senza svelarne il contenuto nel ' 65; due anni dopo incontrerà Suor Lucia

LA BEATIFICAZIONE E LA RIVELAZIONE

Nel maggio 2000, alla beatificazione di Jacinta e Francisco, Giovanni Paolo II (qui con Suor Lucia) svela il terzo segreto. Suor Lucia vive da 52 anni nel monastero di clausura di Coimbra 2005 10 febbraio

LA PROIEZIONE DI «THE PASSION»

I giornali portoghesi danno notizia dell' incontro tra Suor Lucia ed il regista Mel Gibson, che proietta nel convento di Coimbra il suo controverso «The Passion»

L' ULTIMA PROFEZIA

«Una luce immensa» «Abbiamo visto (...) un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava (...): l' Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza. E vedemmo in una luce immensa che è Dio (...), un Vescovo vestito di Bianco, "abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre". Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c' era una grande Croce (...); il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto dal dolore e di pena... Giunto alla cima del monte (...) venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi d' arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, Sacerdoti... Sotto i due bracci della Croce c' erano due Angeli, ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».

Fonte: Corriere della Sera, 14.2.2005, pag. 18

Augustinus
16-02-05, 12:46
Sigillata la cella di suor Lucia. Ratzinger protegge gli ultimi misteri. Le lettere, i diari, le nuove apparizioni: i segreti della stanza in cui ha vissuto.
Lettere, documenti e diari saranno passati al vaglio. Forse dallo stesso Ratzinger. Luogo e date restano un enigma. Il 13, giorno della morte, è anche quello delle apparizioni. La località è l' unica in Occidente che porta il nome di una figlia di Maometto

Se Lourdes è la chiarezza solare, la semplicità del sorriso della piccola Bernadette Soubirous, il richiamo ai valori eterni della fede (preghiera, penitenza, perdono), Fatima è un grumo inquietante di misteri. Non a caso il celebre abbé René Laurentin ha potuto darci, con metodo universitario, una grande storia, pressoché definitiva, delle apparizioni nella grotta di Massabielle, sui Pirenei. Per Fatima, la bibliografia è sterminata ma manca - e forse mancherà sempre - una ricostruzione completa e critica dei fatti, anche perché questi sono distesi su quasi un secolo e certamente non sono ancora conclusi. Suor Lucia, aggiungendo enigma ad enigma (o, per chi vuole, caso a caso) se ne è andata un 13, la stesso giorno del mese, cioè, in cui avvennero le apparizioni nella Cova da Iria, la «Tana di Irene», nella desolata brughiera battuta dal vento dell' Atlantico, nonché lo stesso giorno in cui Ali Agca puntò la pistola contro Giovanni Paolo II. Ma la scomparsa dell' ultima veggente non ha chiuso il caso. Forse, anzi, lo ha riaperto verso orizzonti sconosciuti. Non sappiamo che cosa si troverà nella sua cella inaccessibile di claustrale dove, come ha confermato lo stesso vescovo di Coimbra, suor Lucia avrebbe avuto altre apparizioni, dove ha steso un diario, dove ha scritto lettere ai papi, dove ha appuntato le sue intuizioni mistiche. Quella cella è già stata sigillata e quanto vi è racchiuso sarà passato al vaglio di teologi e monsignori di fiducia inviati, si presume, dallo stesso cardinal Ratzinger che, da custode dell' ortodossia, deve tenere a bada tentazioni visionarie che sempre riaffiorano. E non è detto che quelle carte non finiscano, segregate per sempre, in qualche sezione non consultabile dell' Archivio Segreto del Vaticano. A differenza, anche qui, di santa Bernadette che, nel convento di Nevers, visse come ogni altra suora, distinta solo dalle continue sofferenze fisiche, la carmelitana Irma Maria Lucia de Jesus e do Coraçao Imaculado (al secolo Lucia de Jesus dos Santos) continuò nel suo misterioso destino di tramite con una realtà «altra». Dicono che, nel monastero stesso, fosse venerata ma in qualche modo temuta, come testimone di una dimensione inquietante, come depositaria di una sapienza che non le veniva certo dalla sua origine di contadina povera e ignorante ma da un privilegio soprannaturale. Uno dei suoi pochi viaggi Paolo VI volle dedicarlo a Fatima: quel papa intellettuale, formato dalla cultura francese, non sembrava muoversi a suo agio nel mondo della mistica. Eppure, con questa Carmelitana volle un lungo colloquio riservato, un tête-à-tête di cui, forse, resta una trascrizione nelle carte della defunta e in cui certamente Papa Montini volle sondare le capacità profetiche che le erano attribuite. È invece ben noto che Giovanni Paolo II non ha mai mancato di chiederle preghiere speciali per necessità speciali: della Chiesa e sue personali. Ed è lo stesso Papa Wojtyla che, violando in qualche modo la prudenza millenaria del Magistero in fatto di «rivelazioni private», ha voluto far leggere in sua presenza, dallo stesso Segretario di Stato - con commento teologico, poi, del Cardinal Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede - le poche righe scritte a lapis dalla religiosa quando era ancor giovane. Era il mitico «Terzo Segreto». Una lettura solenne che, però, ben lungi dal dissipare il mistero, ne ha aperti altri: sulla interpretazione, sui contenuti, sulla completezza del testo rivelato. Continua, e continuerà forse per sempre, la matassa inquietante che Fatima rappresenta. Aggrovigliata anche dalle passioni politiche, da un anticomunismo militante che ha spesso usato come una clava le parole della Vergine sugli «errori che la Russia spargerà nel mondo» e che ha accusato Papa Giovanni e i suoi successori di non avere voluto rivelare il Terzo Segreto e avere rifiutato di procedere alla consacrazione di Mosca al Cuore Immacolato di Maria, come richiesto dall' apparizione. Ma i misteri si sono raggrumati anche attorno al nome stesso dell' oscura borgata, divenuta una delle mete di pellegrinaggio più frequentate del mondo. Perché la Madonna ha voluto apparire nel solo luogo dell' Occidente che si chiami come la figlia prediletta di Maometto, quella Fatima che nel mondo islamico assolve in qualche modo (soprattutto per gli sciiti) al ruolo che nel cattolicesimo è svolto da Maria? Questa è venerata dai musulmani, pronti a lapidare chiunque ne metta in dubbio la verginità perpetua; ma, ancor sopra di Maria, sta Fatima, la bella, la santa, la misericordiosa sposa di Alì, cugino del Profeta. Stando ad alcuni magistrati (e, per quanto conta, condividiamo la loro lettura dei fatti) l' ambiguo killer che sparò in piazza San Pietro un 13 maggio, giorno in cui la liturgia della Chiesa celebra Nostra Signora di Fatima, non fu assoldato dai Servizi dell' Est ma da integralisti islamici, probabilmente iraniani, che volevano vendicarsi dello «scippo» subito. Maria, a Fatima, era apparsa per loro, non per gli infedeli cristiani che se ne erano appropriati: così, da anni, si gridava nelle scuole coraniche. Domande, problemi, enigmi inestricabili attorno a questa apparizione: ed è singolare, perché la sua verità fu tra le più evidenti nella storia dei carismi. Difficile, davvero, negare che «qualcosa» di grande e terribile è successo nel 1917 in quell' angolo di Portogallo, quando abbiamo molte fotografie e persino spezzoni cinematografici che mostrano una moltitudine di decine di migliaia di persone prima sconvolte e poi in fuga, terrorizzate dal Sole che «danzava» e che poi, roteando, sembrò precipitarsi sulla terra per incendiarla. Nemmeno la folla di «spiriti forti», di «liberi pensatori» giunta da Lisbona e da Porto per burlarsi della «superstizione» osò negare la realtà dell' evento spaventoso. Molti anzi, si convertirono al cattolicesimo più fervido (successe anche all' inviato del quotidiano delle Logge, aspramente anticlericali) e testimoniarono al processo di beatificazione dei due pastorelli morti poco dopo, così come la Signora aveva predetto. Ben difficile pensare che Lucia, leader di quel povero gruppetto, non segua sugli altari la sorte dei cugini. C' è, anche qui, un enigma o, se si vuole, un' altra primizia nella storia della Chiesa: una specie di «santa annunciata», una persona predestinata sin da viva alla gloria del Canone, l' elenco di coloro che sono proclamati esempi e intercessori per il mondo. Fatima, comunque, non è che un anello della catena degli interventi mariani riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa. Una serie di eventi che accompagna la modernità sin dal suo sorgere, sin dal 1830, quando l' apparizione a Parigi, in rue du Bac, è contemporanea alla caduta definitiva dei Borboni e, dunque, alla fine senza ritorno dell' Ancien Régime. Lourdes, 1858, è contemporanea al trionfo dello scientismo e del positivismo atei, Fatima, 1917, della rivoluzione sovietica, Banneux, sulle Ardenne belghe, 1933 (l' ultima apparizione riconosciuta in Europa), coincide esattamente con la presa del potere da parte di Hitler. C' è, per i credenti, una sorta di «storia parallela» che accompagna quella ufficiale, quasi che la Madre del Cristo volesse intervenire negli snodi decisivi per confortare e per ammonire. Di questa storia misteriosa, la carmelitana morta a Coimbra la prima domenica di Quaresima è stata l' ultima testimone. Per ora, almeno.

Vittorio Messori

Fonte: Corriere della sera, 15.2.2005, pag. 20

Augustinus
16-02-05, 12:49
Il centrodestra sospende la campagna elettorale, i socialisti frenano. Un vescovo: «Opportunismo politico»

IN PORTOGALLO

«Se va così - dice il volantino irriverente di un gruppetto anarchico - l' unico miracolato è il Psd». Ma questo lo ha detto anche un vescovo. Perché «così» vuol dire: comizi sospesi, campagna elettorale congelata, fino a tutto domani, in memoria di suor Lucia, l' ultima testimone di Fatima. E la decisione è stata presa dal governo uscente di centrodestra, guidato appunto dal Psd o Partito socialdemocratico, insieme con il Partito popolare, gli stessi che i sondaggi danno per perdenti alle consultazioni politiche generali di domenica prossima: lutto nazionale per oggi, e domani ancora silenzio in coincidenza con i funerali solenni, ai quali interverrà probabilmente il premier Pedro Santana Lopes. Il Portogallo si è veramente fermato, in queste ore, anche senza attendere le decisioni dei suoi governanti. Gremite molte chiese per messe e preghiere di suffragio, cancellate alcune trasmissioni «frivole». Questa morte, così appartata ed anche misteriosa per la suggestione che esercita sui credenti e sui non credenti, non è certo uguale alle morti di tanti altri «grandi», avvenute sotto i riflettori della storia. Lascia forse più domande, a tutti. Ma la decisione del «lutto politico-religioso» è tutt' altra cosa, almeno a giudicare dalle prime reazioni. Appena diffuso l' annuncio, l' opposizione di centrosinistra, guidata dal partito socialista che si prepara a vincere, è insorta: «Tutti onoriamo una figura come suor Lucia - hanno commentato in coro diversi esponenti socialisti - e tutti la ricorderemo per sempre, siamo anche disposti a mettere per un giorno la sordina alla campagna elettorale, ma questa può e deve continuare serenamente». Non si è ancora ben capito se i socialisti, in tutte le piazze del Paese, cancelleranno veramente i loro comizi o se si limiteranno appunto ad una rapida «sordina». Il loro leader José Socrates non si è sbilanciato troppo, e molto verrà lasciato all' iniziativa dei politici locali: in zone più ferventemente cattoliche, come quella di Leira che è il capoluogo della provincia di Fatima, e certamente a Coimbra dove si trova il convento di suor Lucia, il silenzio è già calato. Altrove, come a Lisbona, sarà probabilmente diverso. In ogni caso, l' opposizione di centrosinistra non è sola, nella sua protesta. Anzi, ha un compagno inaspettato. E' il vescovo Manuel Martins, che parla apertamente di «opportunismo politico», a proposito della decisione della maggioranza: ai microfoni della radio, il presule si dice «per nulla contento né convinto della sincerità di questa sospensione: si tratta di una cosa assurda, non c' è nessun rapporto tra le due cose e non ho dubbi che la campagna elettorale non debba fermarsi». In più, un sospetto nemmeno tanto velato, affibbiato direttamente a Santana Lopes: quello che il primo ministro stia «trasformando indirettamente la morte di suor Lucia in un atto di campagna elettorale». E' tempesta. Sui giornali, sugli schermi televisivi, nei capannelli per strada. In 48 ore, politica e fede si sono trovate coinvolte in un urto che non ha precedenti: ed in un Paese cattolicissimo e di forte religiosità popolare, né più né meno come la vicina Spagna, dove pure lo scontro fra il governo laico di Zapatero e la Chiesa è sempre in corso. Ma in Portogallo, la parola «Fatima» può agitare cuori e coscienze ancor più di quanto possa fare in Spagna la battaglia sui diritti civili dei gay. A Coimbra, Lisbona, Oporto, e ovunque, «Fatima» non è soltanto tradizione popolare, sorgente di fede o fascino del mistero, ma anche radice di un' identità nazionale: e così questo è anche un urto trasversale, che vede spaccati al loro interno i diversi schieramenti, al di là del confine fra mondo laico e mondo dei cattolici praticanti. Oggi, si prega. Ma domenica, appunto, si vota. Socrates e i suoi dicono ormai apertamente di puntare alla maggioranza assoluta, i sondaggi accordano loro il 45% dei voti: in aumento, dopo la decisione di ritirare le truppe portoghesi dall' Iraq. Santana Lopes, grande esperto di tattica, dice che il suo partito è «aperto» alla collaborazione con tutti. Gli indecisi sarebbero circa il 6%. E forse è proprio per loro, che un po' si gioca l' urto tra fede e politica, in queste ore.

Luigi Offeddu

Fonte: Corriere della sera, 15.2.2005, pag. 20

Augustinus
16-02-05, 14:27
Migliaia di persone hanno partecipato alle esequie Era l’unica in vita dei tre cuginetti che videro la Vergine La cattedrale dov’è stato celebrato il rito funebre non ha potuto accogliere tutti i fedeli presenti Molti hanno seguito la Messa nella piazza davanti alla chiesa Entro un anno le spoglie saranno trasferite nel luogo delle apparizioni

L’ultimo saluto a suor Lucia

Il Papa: «Mi ha sostenuto»

A Coimbra i solenni funerali della religiosa morta domenica scorsa Giovanni Paolo II ha inviato un messaggio letto dal cardinale Bertone

Dal Nostro Inviato A Coimbra Luigi Geninazzi

L'ultimo saluto a suor Lucia è uno sventolio di fazzoletti bianchi che si alza dalle navate della cattedrale al passaggio del feretro e continuerà anche fuori di chiesa, fino alla sepoltura nel Carmelo. Un gesto semplice e commovente che testimonia il dolore per la sua scomparsa ma anche la festosa certezza del suo definitivo incontro con la «Signora vestita di sole». Un'immensa folla ha partecipato ieri pomeriggio ai solenni funerali della veggente di Fatima, morta domenica scorsa all'età di 97 anni. Decine di migliaia di persone sono arrivate da tutto il Portogallo dov'è stato proclamato il lutto nazionale, ma anche dall'estero, specialmente dalla Spagna e dall'America Latina. Si sono strette attorno alla bara di «Irma Lucia» nella chiesa di Sè Nova, la grande cattedrale barocca di Coimbra che ieri è risultata troppo piccola per accogliere i fedeli. La maggior parte ha dovuto seguire la cerimonia dalla piazza e dalle vie laterali che s'inoltrano nella città universitaria, sotto un sole primaverile.
A presiedere le esequie è l'inviato speciale del Papa, il cardinale Tarcisio Bertone, cui Giovanni Paolo II ha affidato un messaggio pieno d'affetto per «l'umile sorella carmelitana», particolarmente vicina al Santo Padre. «Ricordo con commozione i vari incontri che ho avuto con lei e i vincoli di spirituale amicizia che, con il passare del tempo, si sono intensificati. La sua preghiera mi ha sempre sostenuto, specialmente nei momenti duri della prova e della sofferenza. Che il Signore la ricompensi per il grande e nascosto servizio che ha reso alla Chiesa» scrive Giovanni Paolo II. È una lettera toccante, a conferma dello specialissimo legame intercorso tra la custode del terzo segreto di Fatima ed il Papa che ha rischiato la morte nell'attentato del 13 maggio 1981, come profetizzato dalla Vergine. «Amo pensare - scrive ancora il Santo Padre - che ad accogliere suor Lucia nel pio transito dalla terra al cielo sia stata proprio Colei che ella vide a Fatima tanti anni or sono... Adesso ha raggiunto la meta alla quale sempre aspirava nella preghiera e nel silenzio del convento».
Attorno alla bara c'è il picchetto delle guardie d'onore, ci sono i trentacinque vescovi del Portogallo, le diciassette consorelle del Carmelo di Santa Teresa, i familiari di suor Lucia. Ci sono i rappresentanti politici che in segno di cordoglio hanno sospeso la campagna elettorale sucitando polemiche e accuse di strumentalizzazione. Ma c'è soprattutto il popolo, facce di gente umile che arriva dai più sperduti villaggi, donne coi veli colorati, famigliole con numerosi bambini, mazzo di fiori campestri in una mano e il rosario nell'altra. Molti hanno le lacrime agli occhi mentre pregano in silenzio, schiacciati l'uno contro l'altro nelle strette vie della città vecchia traboccante di folla.
Si sono messi in coda fin dalle prime ore del mattino per rendere l'ultimo omaggio a «suor Lucia de Jesus e de Coracao Imaculado», un nome che sulle loro labbra suona come una lunga giaculatoria. Quando arrivano davanti al feretro, sormontato da una lastra di vetro, fanno ciao con la mano, come a salutare un'amica di vecchia data. «È la nostra santa protettrice» dicono. Per loro suor Lucia è «la persona cui è toccata un'esperienza straordinaria ma ha saputo incarnarla nella vita ordinaria», come ha detto nella sua breve ma stupenda omelia funebre il cardinale José Policarpo, Patriarca di Lisbona e Primate della Chiesa portoghese. E ha spiegato che «suor Lucia ha fatto un'esperienza così forte del divino che tutto il mondo ha dovuto prenderne atto».
Se n'è andata dolcemente, ha riferito la dottoressa Branca Paul che l'aveva sempre curata e l'ha assistita fino all'ultimo momento. Si è spenta proprio come aveva scritto profeticamente nel maggio del 2000. «Io non sono che un povero strumento di cui Dio si è servito. Tra poco, come il rimasuglio del pennello usato dal pittore, questo strumento sarà ridotto in cenere. Desidero ardentemente che arrivi quel giorno che mi introdurrrà nella gioia dell'amore eterno». Da ieri suor Lucia riposa nel chiostro del Carmelo dove ha vissuto in clausura per 57 anni. Entro il prossimo anno i suoi resti mortali verranno traslati nel santuario di Fatima.

Fonte: Avvenire, 16.2.2005

Augustinus
16-02-05, 14:28
Quattro «memorie» e (dopo il 2000) un libro

Suor Lucia ha lasciato una serie di memorie scritte su Fatima che, assieme alla terza parte del segreto pubblicata con un appropriato commento dalla Congregazione per la dottrina della fede nel giugno 2000, rappresentano il principale punto di riferimento per la comprensione del messaggio delle apparizioni. La prima memoria, scritta nel 1935 per ordine del vescovo di Leiria, si sofferma sulla figura di Jacinta. La seconda, che risale al 1937, presenta la storia delle apparizioni dell'Angelo e del Cuore Immacolato di Maria. È poi nella terza memoria, del 1941, che tracciando il profilo spirituale di Jacinta, suor Lucia rivela le prime due parti del segreto. La quarta, infine, che risale allo stesso anno, si sofferma soprattutto sulla figura di Francisco. A dopo la rivelazione della terza parte del segreto risale invece il libro più recente, intitolato «Gli appelli del messaggio di Fatima». «Non è un'interpretazione del messaggio - scriveva nell'introduzione suor Lucia -, questo compete alla Chiesa di Dio. Quello che vi dirò è soltanto la risposta e il chiarimento dei dubbi e delle domande che mi sono state rivolte».

Fonte: Avvenire, 16.2.2005

Augustinus
16-02-05, 14:29
Il nipote sacerdote: ha protetto la mia fede

Di Filippo Rizzi

«Ha pregato fino all'ultimo momento per il Papa e la sua salute. E tre giorni fa quando Giovanni Paolo II le ha inviato via fax un messaggio di ringraziamento destinato a lei, suor Lucia per le sue preghiere, durante la degenza al Gemelli ha voluto stringere quei fogli e pur essendo ormai cieca ha detto alle consorelle: «lasciatemi leggere, è il Papa che mi scrive».
È il ricordo nitido e commosso del salesiano José dos Santos Valinho, nipote dell'ultima veggente di Fatima, suor Lucia dos Santos. L'altro ieri su invito delle carmelitane di Coimbra ha presieduto nel convento di Santa Teresa la prima Messa di suffragio per la zia. «Negli ultimi tempi era molto malata, appesantita dagli acciacchi degli anni - confida il salesiano - ma nonostante questo, quando venivo a trovarla, lasciava sempre la sua cella per venirmi a salutare nel parlatorio. L'ultima volta, l'8 gennaio scorso, ha fatto un enorme sacrificio ma voleva vedermi e abbracciarmi. È stato un incontro di grande semplicità e tenerezza».
Ma di sua zia, don Valinho rammenta soprattutto la grande amicizia e devozione per l'attuale pontefice Giovanni Paolo II. «Quando la priora del convento - osserva padre José - le consegnava un messaggio, una comunicazione del Papa per lei era sempre una grande emozione. La cosa che più ha impressionato è stato l'arrivo dell'ultimo messaggio: in quel frangente è come se improvvisamente avesse recuperato le forze perdute e i suoi piccoli occhi si sono illuminati».
Ma l'album dei ricordi di padre José corre al primo incontro con suor Lucia, all'anno 1941. «Ero un giovane novizio salesiano - racconta - e rimasi subito folgorato e impressionato da questa piccola suora. Mi ricordo che vinta la prima timidezza le chiesi: "Zia continui a vedere la Madonna?". Lei sorrise e mi replicò: "Arrivi qui, José, con delle domande preparate". E da lì incominciò a parlarmi di tutt'altro, fuorché delle visioni di Fatima».
Il contributo più vero, secondo don Valinho, di suor Lucia è stata la sua costante protezione per la sua vocazione di sacerdote e di salesiano. «Se sono divenuto e rimasto salesiano lo devo soprattutto a lei, alla sua preghiera costante. Quando nella mia vita ho incontrato momenti di desolazione e di difficoltà mi sono affidato alla sua preghiera e in un batter d'occhio le cose si sono risolte». Nella figura della zia e nella «sua semplicità», don Valinho, intravede soprattutto la mano di Dio. «Proprio così - rivela - non solo per me ma per tutto il Portogallo. In questi giorni tutta la nazione si è fermata. Credenti e non, uomini di sinistra e di destra hanno tributato omaggio e rispetto verso questa piccola donna minuta. Dal cielo ora continuerà a pregare per il Portogallo e per tutta la Chiesa, come ha fatto in questi anni dal Carmelo di Coimbra».

Fonte: Avvenire, 16.2.2005

Augustinus
16-02-05, 14:30
Il vescovo di Coimbra Cleto: «La sua fede non era diversa da quella dei semplici»

«Comunicava grande armonia interiore»

Dal Nostro Inviato Luigi Geninazzi

Le andava a far visita frequentemente, soprattutto nelle ultime settimane, e le è stato accanto mentre moriva. Monsignor Albino Cleto è la persona che più di ogni altra in questi anni ha potuto incontrare suor Lucia. Vescovo di Coimbra dal 1998, si reca spesso nel Carmelo di Santa Teresa. «La prima volta che andai a trovarla mi condusse in giardino prendendomi per mano, come fossi suo figlio - racconta - Dai suoi occhi traspariva un'armonia interiore che mi ha sempre commosso. È quello che più mi mancherà da oggi in avanti».
Cosa ha rappresentato suor Lucia per la Chiesa in Portogallo?
«Suor Lucia era il volto luminoso del messaggio di Fatima e il segno vivo dell'amore della Vergine per la nostra terra. Il suo appello costante alla preghiera e alla penitenza è diventato un elemento fondamentale del cattolicesimo nel nostro Paese e, credo, in tutto il mondo. Inoltre per noi, qui in Portogallo, era lo specchio della figura del Santo Padre. Suor Lucia ha conosciuto cinque Papi ed ha avuto un legame speciale con Paolo VI e con Giovanni Paolo II. Come vescovo di Coimbra posso testimoniare il suo grande attaccamento a Papa Wojtyla: mi chiedeva sempre di lui e del suo stato di salute. Ecco, potrei dire che soffriva insieme con il Santo Padre».
L'ultima lettera del Papa suor Lucia l'ha ricevuta poco prima di morire
«Sì. L'informazione del Nunzio mi è arrivata sabato sera e abbiamo fatto in modo che già domenica mattina, alle 9 e 30, giungesse il fax con il messaggio di Giovanni Paolo II. Suor Lucia si stava spegnendo ma era ancora cosciente e lucida. Si è fatta leggere il testo dalla madre superiora e poi ha preso in mano il fax come se volesse leggerlo coi propri occhi. È stato un momento di grande commozione».
Come spiega il fatto che suor Lucia, pur vivendo nel nascondimento, era amata da così tanta gente?
«Era amata per le sue origini popolari e per la semplicità che ha sempre mantenuto. Testimoniava il messaggio che aveva ricevuto dalla Madonna con grande naturalezza. Tutti capivano che la sua fede non era diversa da quella praticata dal popolo più umile. È vero, non appariva in pubblico ma s'interessava di tutto quel che succedeva ed era in costante dialogo con tantissime persone che le scrivevano. Riceveva lettere da ogni parte del mondo e, fino a quando è stata in grado di farlo, rispondeva personalmente. Si alzava alle 5 e mezza, dedicava la mattina a pregare e a leggere i giornali religiosi. Il pomeriggio passava molte ore a scrivere. Capitava che qualcuno si mostrasse curioso e le chiedesse delle apparizioni. Andate a leggervi quel che ho scritto nelle mie Memorie, è sempre stata la sua risposta».
Con la morte di suor Lucia scompare l'ultima testimone delle apparizioni della Madonna di Fatima. Cosa cambierà d'ora in avanti?
«Fatima resterà un centro spirituale per il cattolicesimo del Portogallo e di tutto il mondo. Il messaggio che la Vergine ha voluto affidare ai tre pastorelli non perde certo la sua validità. Dove trovare oggi il segno tangibile, la presenza in carne ed ossa di quel potente messaggio di pace e di penitenza? A mio avviso li ritroviamo nella figura di Giovanni Paolo II, proprio per il suo profondo legame con il terzo segreto di Fatima».

Fonte: Avvenire, 16.2.2005

Augustinus
16-02-05, 15:29
16 Febbraio 2005
PORTOGALLO

L'estremo saluto a suor Lucia, l'ultima veggente di Fatima

Giovanni Paolo II: Sostenuto da lei nella prova e nella sofferenza". Forse abbreviati i tempi per la beatificazione. Per il popolo suor Lucia "è una santa".

Coimbra (AsiaNews) - L'applauso più lungo e commosso davanti alla piccola bara ornata di pizzi bianchi di suor Lucia è risuonato nelle navate della cattedrale di Coimbra dopo la lettura del messaggio che Giovanni Paolo II per i funerali dell'ultima depositaria dei segreti di Fatima. "Ricordo con emozione gli incontri con lei, pieni di un vincolo di amicizia spirituale. Mi sono sempre sentito sostenuto da suor Lucia specialmente nei momenti duri della prova e della sofferenza - ha scritto il Papa - amo pensare che ad accoglierla nel pio transito dalla terra al cielo sia stata proprio Colei che ella vide a Fatima tanti anni or sono."

Le centinaia di uomini, donne, bambini arrivati da tutto il Portogallo, qualcuno anche dall'estero, per salutare per l'ultima volta suor Lucia conoscono bene il legame misterioso - fatto di profezie, di affetto e di dolore - che ha unito in tutti questi anni la pastorella portoghese al papa polacco. In tanti sono sicuri che per questo Giovanni Paolo II potrà concedere una dispensa, come già fece per Madre Teresa di Calcutta, per abbreviare i tempi della beatificazione di una donna che il popolo ha canonizzato da tempo. "Suor Lucia e' una santa" ripetono i fedeli che da domenica scorsa, sono stati ore in fila per poter vedere e pregare per l'ultima volta davanti a lei. Prima nel convento carmelitano, dove suor Lucia ha vissuto per 50 anni la consegna del silenzio e dell'obbedienza al mistero che aveva segnato la sua vita e dove, allo stesso tempo, ha vissuto la missione che la Madonna le aveva affidato 90 anni fa: la preghiera e la penitenza per la salvezza del mondo. Oggi nella cattedrale, quando il feretro e' uscito per tornare verso il Carmelo, centinaia di persone hanno iniziato a sventolare dei fazzoletti bianchi, ripetendo il ritornello della canzone dedicata alla Madonna di Fatima. "Un dì, noi ti rivedrem lassù" Certi che, come ha detto Giovanni Paolo II - ad accoglierla sia stata la bella Signora che le apparve la prima volta nel 1917.

A presiedere i funerali, come rappresentante del Papa, a Coimbra e' arrivato il cardinal Tarcisio Bertone. Anche lui ha incontrato più volte suor Lucia. L'ultima volta nel 2003, quando la veggente anziana - ma non per questo meno tenace - gli consegnò il suo bastone da regalare a Giovanni Paolo II: un sostegno anche "fisico" per un Papa sempre più malato e sofferente. "La vita di Lucia sarà esaminata - ha detto Bertone - Certo non sarà facile come è stato per Giacinta e Francesco, perchè suor Lucia ha scritto molto, alcuni testi non sono ancora conosciuti. Ma sono sicuro che presto, raggiungerà i suoi due cuginetti già saliti agli onoro degli altari." Uno scritto, tra gli altri e' già noto: è quello che suor Lucia ha lasciato in merito alla sua sepoltura. Per un anno il suo corpo rimarrà nel convento carmelitano di Coimbra, in una tomba senza lapide, né nome, come quelle di tutte le altre suore. Poi anche Lucia potrà raggiungere il posto preparato per lei da anni, a fianco di Giacinta e Francesco nel santuario di Nostra Signora di Fatima. (AB)

Fonte: Asia News (http://www.asianews.it/view_p.php?l=it&art=2580)

http://www.rainews24.it/ran24/rubriche/foto_day/16022005/2/011.jpg

http://img156.imageshack.us/img156/7403/pogrzeb2os5.jpg

Augustinus
17-02-05, 21:54
L’eredità lasciata dalla religosa che, coi cuginetti Francesco e Giacinta, qui nel 1917 vide la Vergine

«Non finisce il mistero di Fatima»

Parla il rettore del santuario Luciano Guerra: «Non avvengono guarigioni, ma Dio qui continua ad agire in profondità»
«Esistono molti scritti inediti di suor Lucia, forse un diario Sarà materiale prezioso per la causa di beatificazione»

Dal Nostro Inviato A Fatima
Luigi Geninazzi

Sulla lastra di marmo, ben visibile nella cappella di sinistra del santuario, non c'è nessuna scritta ma da ieri qualcuno ha deposto un mazzo di garofani bianchi. Qui, a fianco della tomba di Giacinta, morta nel 1920 e beatificata nel 2000, troveranno definitiva sepoltura i resti mortali di suor Lucia. La traslazione avverrà tra un anno, probabilmente in coincidenza con l'anniversario della morte dell'ultima veggente di Fatima. E non c'è dubbio che la venerazione popolare l'accomunerà agli altri due pastorelli, ancor prima del processo di beatificazione.
Al centro di comunicazioni sociali del santuario sono arrivati migliaia di messaggi da tutto il mondo all'indomani della scomparsa di suor Lucia. E tutti invocano la sua intercessione per ottenere qualche grazia dal Signore. C'è chi ha già cambiato le parole dell'Inno dei pastorelli, aggiungendo il nome di «irmà Lucia» a quelli di Francesco e Giacinta. «Non c'è da stupirsi, suor Lucia è sempre stata molto amata quand'era in vita» commenta con grande pacatezza il rettore del santuario, monsignor Luciano Guerra. 72 anni, ha passato quasi metà della sua vita a Fatima, dal 1973 responsabile del centro mariano mariano che ha segnato in profondità il cattolicesimo del XX secolo.
Monsignor Guerra, cambierà qualcosa a Fatima adesso che se n'è andata l'ultima testimone delle apparizioni?
«Fatima è sempre stata una sorpresa divina. Anzi, una corrente incessante di sorprese. Nessuno si aspettava le Memorie che suor Lucia scrisse tra il 1936 e il 1941. E nessuno s'aspettava l'attentato al Papa e la rivelazione del terzo segreto. Vede, qui a Fatima, a differenza di altri famosi santuari mariani, non avvengono guarigioni e miracoli eclatanti. Ma in profondità agisce il mistero di Dio. Come disse una volta lo scrittore francese Paul Claudel "Fatima rappresenta l'irruzione scandalosa del soprannaturale". Io sono sicuro che qualcosa di straordinario succederà ancora. Non so come e quando. Ma credo di poter dire che Fatima sarà una grazia per il XXI secolo così come lo è stata per il secolo scorso».
Il Patriarca di Lisbona, nella sua omelia funebre, ha detto che con la morte di suor Lucia si crea un nuovo ponte tra Fatima ed il Cielo...
«Suor Lucia era un persona semplice e concreta, dotata d'ironia e buonumore. È stata sempre molto attiva e credo che continuerà ad esserlo anche nell'aldilà».
Fatima ha spalancato uno sguardo sulle tragedie del secolo scorso che si è rivelato più profondo di tante interpretazioni razionalistiche. C'è questa coscienza nei pellegrini che giungono qui?
«Ogni anno a Fatima arrrivano più di 4 milioni di pellegrini. Certo, ognuno di loro sottopone alla Vergine i problemi della vita quotidiana, le difficoltà e le malattie. Ma qui fa soprattutto l'esperienza delle cose essenziali della fede. Vale a dire la certezza che Dio agisce nella storia umana».
Tra Fatima e il Papa si è creato un legame speciale dopo che è stato svelato il terzo segreto...
«Certo, ma è un legame che esisteva anche prima. Non dobbiamo dimenticare che la figura del Papa è fondamentale anche nel secondo segreto: è al Santo Padre infatti che viene affidata la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria. E, come ha lasciato scritto suor Lucia nelle sue Memorie, anche la piccola Giacinta aveva avuto due visioni che riguardavano il Papa, insultato e preso a sassate mentre è inginocchiato a pregare la Vergine. Fatima è la coscienza viva dell'autorità suprema che esiste nella Chiesa cattolica».
È vero che suor Lucia ha avuto altre apparizioni delle Madonna dopo essere entrata in clausura nel 1948?
«Questo non lo so. Ho avuto occasione d'incontrare suor Lucia nel carmelo di Coimbra una decina di volte. Ma non mi ha mai parlato delle apparizioni. C'era un divieto da parte della Congregazione vaticana che lei aveva accettato ben volentieri, per difendersi dalla curiosità di tante persone. Le posso dire che otto anni fa suor Lucia ha risposto a 307 questioni che le avevo presentato, ma in tutta l'intervista non ha mai fatto cenno alle apparizioni».
E quando verrà pubblicata?
«Avevo promesso a suor Lucia che l'intervista sarebbe uscita solo dopo la sua morte. Ma sono moltissime le cose che ha scritto, la gran parte inedite. Sembra che tenesse anche un diario. In ogni caso si tratta di un materiale vastissimo che dovrà essere raccolto ed esaminato, anche in vista dell'eventuale processo di beatificazione».

Fonte: Avvenire, 17.2.2005, pag. 15

http://img153.imageshack.us/img153/8918/fatima8ml3.jpg Suor Lucia, all'epoca dorotea, con il vescovo di Leira, Dom Josè Alvez Correia da Silva

http://img156.imageshack.us/img156/2839/fatima43we8.jpg

http://img153.imageshack.us/img153/1255/fatima2fd2.jpg

http://img142.imageshack.us/img142/115/fatima1ed9.jpg

http://img171.imageshack.us/img171/5530/fatima12ye8.jpg

http://img171.imageshack.us/img171/8807/fatima13fj2.jpg

Augustinus
12-02-06, 18:14
Un anno fa, il 13 febbraio veniva a mancare l'ultima veggente di Fatima, suor Lucia dos Santos.
In suo ricordo, riporto in rilievo il thread a lei dedicato.

Aug. :) :) :)

Augustinus
13-02-07, 14:12
Sono trascorsi ormai due anni da quando Suor Lucia è salita al Cielo.
Preghiamo affinché lei, assieme ai suoi cuginetti, interceda presso Dio e la Vergine per il Papa, i bisogni della Chiesa e del mondo.

Augustinus
27-09-07, 21:54
Gli ultimi momenti di suor Lucia di Fatima nel ricordo della Superiora del Carmelo

Suor Maria a Celina di Gesù Crocifisso, del Convento di Coimbra

COIMBRA/ROMA, lunedì, 24 settembre 2007 (ZENIT.org).- Entrata nel Monastero di Santa Teresa di Coimbra (Portogallo), il 25 marzo 1941, suor Lucia ha sempre occupato la stessa cella e “da lì volò in cielo”, afferma la Superiora del Carmelo, suor Maria Celina di Gesù Crocifisso.

Lo scorso venerdì, a Roma, i numerosi invitati alla presentazione del libro “L'ultima veggente di Fatima. I miei colloqui con suor Lucia” (Edizioni Rai-Eri e Rizzoli, Milano 2007, pp. 196, Euro 17,50), scritto dal Cardinale Tarcisio Bertone con il Vaticanista del Tg1, Giuseppe De Carli, hanno potuto assistere, in esclusiva, alla proiezione di un video-reportage sul Convento di Coimbra dove ha vissuto la religiosa.

Dal 1950 passò stabilmente a far parte della comunità, avendo professato il 13 maggio dell'anno precedente la professione dei voti solenni. Prese il nome di suor Maria di Gesù e del Cuore Immacolato. In clausura si occupò di diversi incarichi: ortolona, responsabile della dispensa e di una parte del guardaroba.

Realizzato lo scorso luglio da Elena Balestri e da De Carli, “grazie alla Santa Sede”, nel reportage di 8 minuti circa la troupe ha filmato la comunità di 20 claustrali, ripresa durante “l'ora sesta”.

Le immagini si snodano al di là della clausura, nello spazio della ricreazione; si vede la passeggiata delle carmelitane nel giardino e nell'orto, la sosta davanti alla Madonna di Fatima e del Bambino Gesù di Praga, il parlatoio dove suor Lucia ha incontrato i Cardinali Albino Luciani (1977), Joseph Ratzinger (1997) e in tre volte successive, dal 2000 al 2003, Tarcisio Bertone.

Toccanti le immagini della cella, dove tutto è rimasto come allora: la scritta sulla porta “Cuore Immacolato di Maria. Il mio cuore immacolato sarà il tuo rifugio”; il letto dove è morta con una grande foto che la ritrae abbracciata alla Superiora, in mano il messaggio di Giovanni Paolo II.

E ancora: un agnellino di peluche, dono di un sacerdote italiano; statuette di pastorelli e della Vergine; una poltrona; la sedia a rotelle; la semplice scrivania con i dizionari da consultare nel suo quotidiano esercizio di scrittura; un rosario; un altoparlante per ascoltare la messa e per partecipare ai momenti di preghiera delle claustrali.

Per milioni di devoti di Fatima, i luoghi dove suor Lucia ha trascorso quasi 57 anni della sua vita “sono misteriosi. In tv – commentano i realizzatori del reportage – abbiamo visto la veggente a Fatima in occasione dei pellegrinaggi dei Papi, Paolo VI e Giovanni Paolo II, e la sua ultima apparizione è dell'ottobre 2000, mentre recita, dal coro alto del monastero, una decina del rosario in collegamento con Piazza San Pietro”.

Superiora di suor Lucia per sei anni – la ultima in ordine di tempo – suor Maria Celina ha accolto la troupe televisiva insiema a suor Maria del Carmine, consorella della veggente di Fatima per 52 anni e che accompagnò suor Lucia di Fatima, il 13 febbraio del 2000, per la beatificazione dei suoi cuginetti Giacinta e Francesco Marto, presieduta da Giovanni Paolo II.

Dalle conversazioni con le due religiose emerge la vita di raccoglimento, di solitudine e silenzio di suor Lucia, lontana dalla curiosità della gente: “All'esterno come tutte, all'interno come nessuna”.

“Quando sono entrata – ha ricordato suor Maria del Carmine – ci ho impiegato ben 8 giorni a riconoscere suor Lucia. Poi una suora mi ha detto: 'Madre se ti portassi un pezzetto di pane da mangiare la notte?' E io mi sono detta che di sicuro non poteva essere quella. E invece era lei”.

Durante il rosario quotidiano, lungo un vialetto al termine del quale si trova la statua della Vergine, “suor Lucia – ha spiegato la Superiora – spesso sgridava i pastorelli: voi siete andati in cielo e mi avete lasciata da sola”.

Di seguito riportiamo il testo del dialogo con suor Maria Celina.

Secondo lei, Lucia ha visto la Madonna anche altre volte?

Lei non parlava volentieri di questo. Negli ultimi anni invece raccontava della straordinaria esperienza del 1917. Ma non diceva io, bensì i “pastorelli”: si riferiva sempre a loro. L'immagine di Nostra Signora non era come lei la voleva. A volte le sembrava brutta, non corrispondeva all'incisività del suo ricordo, non era quella che l'artista aveva ricavato dalla sua descrizione. E' un pò quello che è accaduto a santa Bernadette.

E a chi obiettava di un quarto segreto, di un segreto non svelato, suor Lucia che cosa rispondeva?

Che non sono mai contenti; che compiano quello che è stato chiesto dalla Madonna, che è la cosa più importante. Quando qualcuno osservava: 'suor Lucia, dicono che c'è un altro segreto” [...], lei guardava ironicamente. “Se c'è – ribatteva – che me lo rivelino: Io non ne conosco altri”.

Che tipo di suora era Lucia?

Era una persona che emanava allegria. Io ho vissuto con lei 28 anni e ho notato una persona che più avanzava con l'età e più ritrovava un'infanzia evangelica. Sembrava di nuovo la bambina che nella Cova da Iria aveva avuto le apparizioni. Più il corpo diventava pesante, più lo spirito diventava leggero.

Si è spenta a poco a poco, quasi dolcemente?

Quando ha avuto bisogno di aiuto abbiamo messo il suo letto al centro della cella e noi tutte attorno, insieme con il vescovo di Leiria-Fatima. Io ero in ginocchio accanto a lei. Suor Lucia ha guardato tutte e alla fine ha guardato me, per ultima. E' stato uno sguardo lungo, ma c'era nei suoi occhi una luce profonda, che porto nella mia anima.

Lei la sente ancora vicina?

La prego sempre e so che lei prega per noi. Ci sono cose che non hanno bisogno di parole: basta un gesto, un pensiero. Prima suor Lucia aveva il problema dell'udito. Adesso non ce l'ha più. Adesso lei capisce tutto anche senza parole.

Fonte: Zenit, 24.9.2007 (http://www.zenit.org/article-11976?l=italian)

Augustinus
27-09-07, 21:57
Intervista a monsignor Capovilla sul “Quarto Segreto” di Fatima

ROMA, domenica, 23 settembre 2007 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito la trascrizione dell'intervista a monsignor Loris Capovilla, già Segretario di Papa Giovanni XXIII, realizzata in video e proiettata a Roma, il 21 settembre, in occasione della presentazione del libro del Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, “L'ultima veggente di Fatima. I miei colloqui con suor Lucia”, pubblicato da Rai Eri-Rizzoli.

L'intervista è stata raccolta dal Vaticanista del Tg1, Giuseppe De Carli.

* * *
Eccellenza, Papa Giovanni seppe subito del “Terzo Segreto di Fatima”?

Veramente del “Terzo Segreto” si parlava già prima dell'elezione di Papa Giovanni XXIII. Il 13 maggio 1956 l'allora cardinale Roncalli andò a Fatima per presiedere una grande celebrazione e per alimentare la grande devozione che aveva per il Cuore Immacolato di Maria. Andò su invito del nunzio Fernando Cento e del patriarca di Lisbona, il cardinale Emanuele Concalves Cezejeira.

“Amo dirle – scriverà Roncalli al cofnratello lusitano il 12 giugno 1956 – che il mistero di Fatima ha suggellato nel mio spirito questa devozione al Cuore Immacoltato della grande Madre di Gesù e madre nostra: e confido che essa mi terrà buona compagnia durante questo lumen vespere della mia vita”. Papa Giovanni sale al soglio di Pietro il 28 ottobre 1958. In dicembre, Cento, divenuto nel frattempo cardinale, gli parlò di questo plico e gli accennò del segreto di Fatima che era stato mandato a Pio XII.

Come reagì Papa Roncalli?

Non aveva fretta nel leggerlo. Aveva altre priorità. Avviare il servizio petrino e indire il Concilio Vaticano II. Nell'agosto 1959 si trova a Castelgandolfo. E' un momento di calma, di tranquillità. Alla residenza estiva arriva il domenicano padre Pierre Paul Philippe col testo del “Terzo Segreto”. E' ansioso di conoscerne il contenuto. Non così il Papa: “Lo vedrò venerdì col mio confessore”.

Il primo Papa che viene a conoscenza del “mistero del secolo” sceglie un contesto quasi sacramentale. Chi era il confessore?

Era Alfredo Cavagna, ottantenne, teologo e giurista. Insieme aprono il plico. Il Papa suona e mi fa chiamare. Dice: “Stiamo dando un'occhiata al testo di suor Lucia ma non ci raccapezziamo. Può darci una mano?”. In quel momento sentii di essere un privilegiato, e lo affermo con molta umiltà. Io però non conoscevo la lingua portoghese. Devo aggiungere che, a volte, ho detto e scritto che nel testo c'erano espressioni dialettali. In realtà non lo erano. Il fatto è che io non conoscevo la lingua, ho interpretato male. Viene chiamato un minutante della Segreteria di Stato, il portoghese Paolo Tavares, un bravissimo e santo sacerdote. Lo chiamano dopo uno, due giorni. Fa una traduzione. Il Papa vede, legge, considera, prega.

Lei ha letto anche la traduzione dal portoghese all'italiano?

Sì, certamente.

Monsignor Capovilla, questo è un punto estremamente importante. Il testo che lei ha letto corrispnde a quello che è stato presentato al mondo nel giugno 2000 dal cardinale Joseph Ratzinger e da monsignor Tarcisio Bertone?

Ma certo! L'ho detto e lo ripeto volentieri adesso: quello è il testo. Parola per parola non lo ricordo, ma il nucleo centrale è il medesimo.

Nel testo da lei letto nel 1959 si parla di un “vescovo vestito di Bianco” che cade ammazzato ai piedi di una grande croce?

Sì, si parla di questo; questo è parso a noi il nucleo di quella rivelazione privata ricevuta dai bambini di Fatima.

E perché, secondo lei, si continua a scrivere che Giovanni XXIII avrebbe letto non questo testo ma un altro testo, il cosiddetto “Quarto Segreto” che la Chiesa avrebbe tenuto finora nascosto?

Come si può dire che è stato nascosto? Il “Terzo Segreto lo ha letto Giovanni XXIII; lo ha letto il suo confessore; lo ha visto il suo piccolo segretario; lo vede il cardinale Tardini; i due personaggi più importanti della Segreteria di Stato, monsignor Antonio Samorè e monsignor Angelo Dell'Acqua; tutti capi dei dicasteri a cominciare dal cardinale Ottaviani. In villeggiatura, al collegio di Propaganda Fide, c'è il cardinale Agagianian. Lo vede il segretario della Congregazione Sigismondi.

E la conclusione di questa lettura collettiva?

Che nessuno di quelli che avevano letto il testo aveva chiesto al Papa di pubblicarlo; di parlarne. Il Papa esita, poi decide: “L'ho visto, l'ho fatto leggere, lo richiudiamo”. Detta a me un testo da scrivere sulla busta. Non dà un giudizio. Rimanda ad altri e può voler dire: a una commissione, a una congregazione oppure al suo successore.

Eccellenza, da quante righe poteva essere composta la terza parte del messaggio che lei ha letto con Papa Giovanni XXIII?

Con esattezza non lo so.

Erano quattro pagine?

A me sembrava un messaggio abbastanza lungo, scritto in piccolo. Probabilmente quattro paginette. Non so se pagine o fogli. Ma è un particolare sul quale non mi sono soffermato.

Non vorrei forzarle la mano e giungere a conclusioni affrettate, né suscitare altre polemiche. Possiamo affermare, dopo quello che ha detto, che il segreto letto da Giovanni XXIII non è il “Quarto Segreto” ma è, semplicemente, il segreto pubblicato e commentato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede?

Le dirò di più. Quando ho sentito parlare di “Quarto Segreto” sono rimasto strabiliato. Non mi era mai passato per la testa che esistesse un quarto segreto. Nessuno me lo ha detto né io ho affermato una cosa del genere. Ho sempre sostenuto che non sarà l'ultima volta che il Signore si rivela attraverso la madre di Gesù o i santi. Per quanto riguarda Fatima, ho letto con molta gioia ciò che è stato puntualizzato dall'allora cardinale Ratzinger e che è stato egregiamente raccolto in un volume del cardinale Bertone. Ho avuto dal magistero della Chiesa l'insegnamento di cui ho bisogno. Quello che è stato detto rappresenta veramente un cibo spirituale per tutti noi.

Eccellenza, lei ha seguito anche i primi anni di pontificiato di Paolo VI. Papa Montini lesse due volte lo stesso messaggio. E' così?

Sì, è così.

La prima volta a pochi giorni dalla sua elezione, il 27 giugno 1963; la seconda volta il 27 marzo 1965.

Anche questo l'ho dimostrato. Il 27 giugno 1963 ero, la sera, presso le suore delle Poverelle in via Casilina. Mi telefona monsignor Dell'Acqua. Non si trova il plico di Fatima. Replico che probabilmente si trova nello scrittoio denominato “Barbarigo”, perché appartenuto a San Gregorio Barbarigo e regalato a Papa Giovanni dal Conte della Torre. Papa Giovanni lo teneva caro, nella camera da letto, come una reliquia. Sia a destra che a sinistra c'erano cinque o sei cassetti. Più tardi Dell'Acqua mi telefona e mi comunica che il plico è stato ritrovato. Il 28 giugno Papa Paolo mi chiama e mi chiede chi ha dettato le righe sulla busta. Spiego che è stato il Papa stesso a voler segnalare le persone che hanno conosciuto il testo. “Papa Giovanni non le ha detto altro?”, mi domanda Paolo VI. “No, Santo Padre, ha lasciato ad altri la decisione”. “Anche io farò altrettanto”, risponde Papa Montini. Si richiude la busta e non se è più parlato.

Il 13 maggio 1967 Paolo VI andò a Fatima. Si racconda che suor Lucia incontrò a lungo il Papa, il che non risulta dalle immagini che abbiamo.

Io ero presente a Fatima, feci da cerimoniere al Papa. Prima di iniziare la messa, il Papa, già con la mitria in testa e il suo pastorale in mano, mi chiama: “Senta, alla fine della messa suor Lucia verrà al seggio papale. Lei sia presente e ascolti quello che dico io e quello che mi dice la suora”. Ho fatto questo. Il Santo Padre fu di una grande benevolenza e delicatezza verso la religiosa. Suor Lucia domandava una conversazione privata. Ma il Papa non parlava portoghese né Lucia l'italiano. “Suor Lucia dica tutto al suo vescovo: sarà come lo dicesse a me”, fu la conclusione di Paolo VI. In seguito si sparse la notizia che la carmelitana avesse visto a lungo il Papa. Telefonai a monsignor Pasquale Macchi, segretario particolare di Paolo VI, che per scrupolo interpellò il vescovo Paul Marcinkus, allora in America, e organizzatore dei viaggi pontifici. Marcinkus confermò che l'incontro tra Paolo VI e suor Lucia non avvenne. Il colloquio non ci fu, neppure nel pomeriggio a Fatima. Ciò non significa che sia stata una mancanza di riguardo di Paolo VI nei confronti di suor Lucia. Paolo VI pronunciò a Fatima un discorso mirabile, completato dai Papi che sono venuti dopo. E oggi sono felice di aver letlo il libro del cardinale Bertone che, a mio avviso, corrisponde perfettamente a quello che la semplicità di questa suora ci ha voluto rivelare, attraverso la sua vita e attraverso Maria. Dice la Madonna: “Fate quello che vi dice Gesù”. Oggi ci direbbe: “Fate quello che vi dice il vicario di Gesù e sarete tutti più tranquilli e nella pace”.

Fonte: Zenit, 23.9.2007 (http://www.zenit.org/article-11954?l=italian)

Augustinus
14-02-08, 09:54
La causa di beatificazione di Suor Lucia non dovrà aspettare

Benedetto XVI ha disposto una deroga ai cinque anni previsti dal processo canonico

ROMA, mercoledì, 13 febbraio 2008 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha stabilito che non si dovranno attendere i cinque anni previsti dal processo canonico per avviare la causa di beatificazione di suor Lucia dos Santos, l'ultima dei tre pastorelli di Fatima.

A dare la notizia è stato questo mercoledì nella Cattedrale di Coimbra, in Portogallo, il Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, al termine della Santa Messa, celebrata nell' anniversario della morte della religiosa spentasi nel monastero di Santa Teresa di Coimbra il 13 febbraio 2005, all’età di 97 anni.

Si tratta della stessa disposizione voluta da Giovanni Paolo II per il processo di beatificazione di Madre Teresa di Calcutta e che lo stesso Benedetto XVI ha approvato per avviare rapidamente la causa Karol Wojtyla.

Questa dispensa non implica nessuna concessione per ciò che si riferisce al processo di beatificazione e canonizzazione in quanto tale, che seguirà il corso ordinario a meno che il Papa non decida di disporre diversamente.

Secondo quanto confermato in una nota vaticana, il porporato portoghese ha annunciato che “il Santo Padre Benedetto XVI, accogliendo benevolmente l’istanza presentata dal Vescovo di Coimbra, Mons. Albino Mamede Cleto, e condivisa da numerosi Vescovi e fedeli di ogni parte del mondo, ha concesso che, in deroga al quinquennio disposto dalla norma canonica (cfr. art. 9 delle Normae servandae), si possa avviare, a soli tre anni dalla morte, la fase diocesana della Causa di beatificazione della Carmelitana, nota nel mondo come una dei tre veggenti di Fatima”.

Lucia, al secolo Lucia de Jesus dos Santos, aveva solo 10 anni quando vide per la prima volta, il 13 maggio 1917, l’apparizione della Madonna alla Cova da Iria, assieme ai cugini Francisco e Jacinta Marto, entrambi proclamati beati il 13 maggio del 2000, da Giovanni Paolo II, a Fatima.

Il 13 ottobre del 1930, l’allora Vescovo di Leira, monsignor Josè Alves Correira da Silva, in un lettera pastorale, dichiarò degne di fede le apparizioni di Fatima e ne riconobbe il culto pubblico. Da allora, il Santuario è diventato un centro di grande devozione e di fama internazionale.

Nata nel 1907 ad Aljustrel, suor Lucia si reca nel 1921 ad Oporto, e ad appena 14 anni di età viene ammessa come alunna interna al Collegio delle Suore Dorotee, a Vilar, alla periferia della città.

Il 24 ottobre 1925 entra nell'Istituto di Santa Dorotea, mentre contemporaneamente è ammessa come postulante nel convento di questa stessa congregazione a Tuy, in Spagna, vicino alla frontiera portoghese. Il 3 ottobre del 1928 pronuncia i suoi primi voti come sorella conversa.

Il 3 ottobre del 1934 emette i voti perpetui e prende il nome di religione di suor Maria dell'Addolorata.

Nel 1946 fa ritorno in Portogallo, e due anni dopo, entra nel Carmelo di Santa Teresa, a Coimbra, dove il 31 maggio del 1949 fa la professione come carmelitana scalza, assumendo il nome di Maria Lucia de Jesus y del Corazon Immaculado.

Scrisse due volumi “Memórias” e “Apelos da Mensagem de Fátima”. In essi racconta come la Vergine e il Bambino Gesù le fossero apparsi altre volte negli anni successivi ai fatti di Fatima.

I messaggi consegnati a suor Lucia dalla Vergine sono stati messi per iscritto nel 1941 (prima e seconda parte) e nel 1944 (terza parte) e sono stati recapitati alla Santa Sede nel 1957.

Fonte: Zenit, 13.2.2008 (http://www.zenit.org/article-13484?l=italian)

Augustinus
15-02-08, 08:55
COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, 13.2.2008

Questa sera nella Cattedrale di Coimbra in Portogallo, il Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, al termine della Santa Messa, celebrata nel terzo anniversario della morte di Sr. Lucia dos Santos, ha dato l’annuncio che il Santo Padre Benedetto XVI, accogliendo benevolmente l’istanza presentata dal Vescovo di Coimbra, S.E. Rev.ma Mons. Albino Mamede Cleto, e condivisa da numerosi Vescovi e fedeli di ogni parte del mondo, ha concesso che, in deroga al quinquennio disposto dalla norma canonica (cfr. art. 9 delle Normae servandae), si possa avviare, a soli tre anni dalla morte, la fase diocesana della Causa di beatificazione della menzionata Carmelitana, nota nel mondo come una dei tre veggenti di Fatima.

[00224-01.01]

[B0092-XX.01]

Augustinus
15-02-08, 08:57
Fatima, suor Lucia sarà «beata» in tempi record

di Andrea Tornielli

da Roma

http://www.ilgiornale.it/art_jpg.php?ID=241186&X=400&Y=400

Dopo Madre Teresa di Calcutta e Papa Wojtyla, tempi record per l’avvio della causa di beatificazione anche per suor Lucia Dos Santos, la più grande dei veggenti di Fatima. Benedetto XVI ha concesso la dispensa alla legge canonica che prevede debbano passare almeno cinque anni dalla morte di un possibile candidato agli altari prima che venga aperto il processo di beatificazione e ha accolto la richiesta presentatagli dal vescovo di Coimbra, Albino Mamede Cleto. I lavori della causa per certificare la santità della pastorella alla quale nel 1917 apparve la Vergine potranno iniziare subito, otto anni dopo la beatificazione degli altri due, i suoi cugini Francesco e Giacinta Marto, scomparsi pochi anni dopo le apparizioni e proclamati beati da Giovanni Paolo II a Fatima nel maggio 2000.

La notizia è rimasta segreta fino a ieri sera. A dare l’annuncio è stato il cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione per le cause dei santi, che ha presieduto la messa solenne nel terzo anniversario della scomparsa di Lucia, morta novantasettenne nel convento di clausura delle carmelitane di Coimbra nel febbraio 2005, poche settimane prima della fine di Papa Wojtyla.

Il fatto che si affrettino i tempi per iniziare un processo non significa di per sé che lo stesso processo avrà una corsia preferenziale. Di certo però la deroga è il segno di una particolare attenzione e della consapevolezza che esiste una fama di santità che ha circondato la veggente. Non è difficile immaginare che un ruolo significativo, accanto al vescovo che si è fatto latore della richiesta, l’abbia giocato proprio il cardinale Saraiva, Prefetto dei santi e portoghese, che ha conosciuto personalmente suor Lucia. Intervistato dal Giornale, il porporato aveva detto di lei: «Il fatto di essere stata una veggente non significa essere stata anche santa. Io che l’ho conosciuta posso dire che era davvero una donna di Dio... Sarà il vescovo della diocesi, se lo riterrà opportuno, a iniziare un’indagine preliminare. Il fatto che Francesco e Giacinta siano stati proclamati beati non vuol dire che questo vale automaticamente anche per Lucia: la santità è personale». Dopo soli tre anni è però arrivata la dispensa. La decisione in questo senso è stata presa da Papa Ratzinger lo scorso dicembre ed è stato stabilito di renderla pubblica nel terzo anniversario della morte.

Il processo che dovrà indagare sulla santità di suor Lucia riporterà al centro dell’attenzione anche i misteri legati al Terzo segreto di Fatima, rivelato da Giovanni Paolo II con il commento teologico del cardinale Ratzinger nell’anno 2000.

In quel testo, che riportava le immagini fatte vedere ai tre pastorelli nel 1917 dall’apparizione, si parlava di un «vescovo vestito di bianco» che cade ucciso sotto le fucilate dei soldati dopo aver attraversato una città in rovina camminando tra i cadaveri. Una visione che riguarda il passato, dato che lo stesso Papa Wojtyla ha creduto di identificare nella visione l’attentato da lui subito il 13 maggio 1983. Una visione riguardante il futuro, secondo alcuni gruppi fatimisti i quali continuano a ripetere che non tutto del segreto sarebbe stato a suo tempo rivelato.

Fonte: Il Giornale, 14.2.2008 (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=241186)

Augustinus
15-02-08, 08:59
Presto verrà scelto il postulatore della causa di suor Lucia

Lo rivela il Vescovo di Coimbra dopo la deroga temporale del Papa

FATIMA, giovedì, 14 febbraio 2008 (ZENIT.org).- Il Vescovo di Coimbra (Portogallo), monsignor Albino Mamede Cleto, sceglierà a breve il postulatore della causa di beatificazione di suor Lucia dos Santos, una dei tre pastorelli portoghesi ai quali la Madonna apparve nel 1917.

La religiosa è morta il 13 febbraio 2005, all'età di 97 anni, nel convento carmelitano di Coimbra, dove ha vissuto per 57 anni.

Questo mercoledì, terzo anniversario della sua scomparsa, il Cardinale José Saraiva Martins – Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi – ha annunciato al termine della Messa di commemorazione che Benedetto XVI ha stabilito una deroga per la quale non sarà necessario attendere i cinque anni previsti dal processo canonico per avviare la causa di beatificazione e canonizzazione (cfr. ZENIT, 13 febbraio 2007).

Monsignor Cleto si è detto “tranquillo” di fronte al compito di scegliere il postulatore.

Questo giovedì mattina, partecipando nel Santuario di Fatima al ritiro quaresimale della Conferenza Episcopale Portoghese, ha espresso la propria soddisfazione per la decisione del Papa e ha annunciato che dopo il ritiro inizierà, con il Carmelo di Coimbra, le conversazioni per decidere chi sarà il postulatore della causa della veggente di Fatima.

Secondo il presule, la decisione pontificia rivela “la stima del Santo Padre per Fatima e per il messaggio di Fatima, e, prima di tutto, per l'avvenimento che è accaduto qui, altrimenti non avrebbe risposto (positivamente) alla richiesta di anticipazione”.

Lucia de Jesus dos Santos fu testimone delle apparizioni mariane insieme ai cugini Francisco e Jacinta Marto, che Giovanni Paolo II proclamò beati il 13 maggio del 2000 a Fatima.

Fonte: Zenit, 14.2.2008 (http://www.zenit.org/article-13494?l=italian)

Augustinus
19-02-08, 08:58
DECRETO DELLA CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI
PER L'APERTURA DELLA FASE DIOCESANA DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE
DI SUOR LÚCIA DOS SANTOS

Il Santo Padre Benedetto XVI, accogliendo favorevolmente la richiesta presentato dal Vescovo di Coimbra, Mons. Albino Mamede Cleto, e di numerosi altri vescovi e fedeli di ogni parte del mondo, concede che, derogando al quinquennio disposto dalla norma canonica (cf. art. 9 "Normae servandae"), si possa iniziare, a tre anni dalla morte, la fase diocesana della causa di beatificazione di suor Lúcia dos Santos, carmelitana, conosciuta nel mondo come una dei tre veggenti di Fatima.
Eseguendo la volontà del Sommo Pontefice, la Congregazione delle Cause dei Santi, ha emanato il decreto seguente:

Instante Exc.mo ac Rev.mo Domino D. Albino Mamede Cleto, Episcopo Conimbricensi, Summus Pontifex Benedictus PP. XVI, attentis peculiaribus expositis adiunctis, in audientia Em.mo ac Rev.mo D. Iosepho Saraiva Martins, S.E.R. Cardinali, Praefecto Congregationis de Causis Sanctorum, die 17 mensis Decembris 2007 concessa, benigne dispensationem concessit a tempore duorum annorum expectationis post mortem Servae Dei Mariae Luciae a Iesu et a Corde Immaculato (In saec.: Lúcia dos Santos) Monialis professae Ordinis Carmelitarum Discalceatorum, ita ut Causa Beatificationis et Canonizationis eiusdem Servae Dei statim incipi possit, servatis de cetero omnibus aliis de iure servandis. Contrariis quibuslibet non obstantibus.

Datum Romae, ex aedibus huius Congregationis de Causis Sanctorum, die 13 Februarii A.D. 2008.

+ Iosephus Card. Saraiva Martins
Praefectus

+ Michael Di Ruberto
Archiep. Tit. Biccarensis
a Secretis

Augustinus
19-02-08, 08:59
Il Santuario di Fatima pubblica "Memorie di Lucia"

L'opera teatrale che celebra i 90 anni delle apparizioni in libro e DVD

FATIMA, lunedì, 18 febbraio 2008 (ZENIT.org).- E' nella fase finale di stampa il libro "Memórias de Lúcia" ("Memorie di Lucia"), la settima pubblicazione di "90 anos", una collezione che comprende vari lavori realizzati per le celebrazioni del 90° anniversario delle apparizioni mariane a Fatima.

Il Santuario ha voluto lanciare l'opera in occasione del terzo anniversario della morte di suor Lucia, il 13 febbraio, il che ha coinciso con l'annuncio che Benedetto XVI ha permesso di anticipare l'apertura del processo di beatificazione della religiosa e con la festa liturgica dei beati Francisco e Jacinta Marto - testimoni delle apparizioni insieme alla piccola Lucia -, il 20 febbraio.

Nel libro sono pubblicati i testi dell'opera teatrale rappresentata sei volte - una nel Cine-teatro Municipale di Ourém e cinque nel Centro Pastorale Paolo VI di Fatima -, che ha voluto descrivere la vita familiare dei tre pastorelli prima e dopo le apparizioni.

Nell'introduzione, il rettore del Santuario di Fatima, monsignor Luciano Guerra, ha ricordato i pregi del lavoro teatrale.

"L'opera di Norberto Barroca favorisce l'avvicinamento all'essenziale di tre bambini che hanno visto l'invisibile e si sono addentrati in affetti e amori che ai loro fratelli poveri mortali rimangono ancora quasi inaccessibili. Il teatro gioca qui il suo ruolo avvicinatore. In quest'opera ci sono il naturale e il soprannaturale, l'intelligibile e il misterioso, il bene e il male che lottano sempre dentro ognuno di noi. Ci sono molte cose che richiamano la terra, la famiglia, il paese, la fede, i drammi della fede, l'innocenza e la malvagità".

Il testo portato in scena è un adattamento degli scritti di suor Lucia ("Memórias da Irmã Lúcia", edizione del Secretariado dos Pastorinhos) ad opera di Norberto Barroca, che si è occupato anche della coreografia e della messa in scena..

Sono salite sul palco alcune decine di attori amatoriali di vari gruppi teatrali del comune di Ourém: Associazione Vasco da Gama (di Boleiros-Maxieira), Os Pepetos (di Sobral), Gruppo Teatrale di Seiça, Gruppo Teatrale del Bairro e Gruppo Apollo (di Peras Ruivas). L'attrice professionista Aurora Gaia ha interpretato il personaggio di suor Lucia in età avanzata ed è stata la narratrice.

Come segno di ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell'opera teatrale, padre Armindo Janeiro, presidente del Segretariato dei 90 anni, scrive nella presentazione del libro: "Che la pubblicazione del testo Memórias de Lúcia, in portoghese e inglese, possa aiutarci a comprendere meglio l'ambiente familiare dei Pastorelli, decisivo per capire il modo di essere e di agire dei bambini che il Cielo ha scelto perché fossero i protagonisti degli straordinari avvenimenti di Fatima".

Un altro progetto in via di conclusione collegato all'opera teatrale è l'edizione di un DVD con le immagini dal vivo di uno degli spettacoli.

(Con la collaborazione del Santuario di Fatima)

Fonte: Zenit, 18.2.2008 (http://www.zenit.org/article-13531?l=italian)

Augustinus
04-04-08, 07:15
Scelto il postulatore per la beatificazione di suor Lucia

Padre Ildefonso Moriones, postulatore generale dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi

COIMBRA, martedì, 1° aprile 2008 (ZENIT.org).- Il Vescovo di Coimbra, monsignor Albino Cleto, ha scelto come postulatore della causa di beatificazione di suor Lucia padre Ildefonso Moriones, postulatore generale dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi.

Il Correio de Coimbra, organo informativo della Diocesi, informa che la scelta del Vescovo è stata presa in accordo con il Carmelo di Coimbra ed è già stata confermata ufficialmente presso il Vaticano.

Per completare il Tribunale Ecclesiastico che valuterà tutte le questioni relative al processo di beatificazione verrà nominato a breve il vicepostulatore.

In questo caso sarà un sacerdote di Coimbra, che dovrà eseguire una raccolta e una prima analisi di tutto il materiale.

L'inizio del processo di beatificazione è stato possibile perché Benedetto XVI ha accettato di anticipare la scadenza di cinque anni stabilita dal Diritto Canonico per iniziare la causa.

La dispensa dal periodo di cinque anni dopo la morte per l'inizio del processo di beatificazione era stata concessa solo in altri due casi: per Madre Teresa di Calcutta e per Giovanni Paolo II.

Fonte: Zenit, 1.4.2008 (http://www.zenit.org/article-13935?l=italian)