Alessandro.83
05-03-06, 19:00
Fonte: Core de Roma (http://www.corederoma.it)
LEZIONI D'AMORE
Pellegrino, uomo o donna, italiano o straniero che tu sia.
Se in questi giorni sei a Roma, per svago o per lavoro, e ci vedi sorridere ironici e cantare un solo ritornello che fa “po popoppo po poooo po” sulle note di “seven nation army”.
Se vedi intorno a te gente normale, uomini e donne, vecchi, ragazzini, integerrimi professionisti e persino preti e suore con qualcosa di giallorosso.
Se senti parlare solo e soltanto di una partita di calcio.
Se l’amico o l’amica che speravi di incontrare, non sapendo tu la loro fede laziale, si sono improvvisamente resi irrintracciabili.
Se pensi che tutto questo sia frutto della nostra quotidiana follia, del nostro meridionale provincialismo, del nostro essere, in fondo, degli sfaccendati.
Ti sbagli.
Quella che vedi, unica e irripetibile, è una lezione d’amore e di un amore incontenibile. Per la città che ora ti circonda. Per il suo simbolo più amato. Per un anziano imprenditore e per le sue lacrime di commozione. Per un ragazzo della porta accanto, di ineguagliabile talento, che incoraggia i suoi fratelli e compagni anche da infortunato. Per quei ragazzini con le facce giù adulte, la maggior parte cresciuti sotto casa nostra, che tutte le domeniche calcano il prato verde di un campo di calcio.
Un amore per il popolo variegato e multicolore di questa città che oggi ti ospita, capace di coinvolgere in un unico materno abbraccio chiunque e di dargli un’identità pur tra mille contraddizioni.
Un amore che ci affraterna, più forte delle divisioni, sociali, economiche, generazionali, politiche, etniche e religiose, e che ci rende orgogliosamente romani, e quindi, inevitabilmente, romanisti.
Lo stesso amore che ci ha unito nel commiato ad Albertone e al nostro amato Giovanni Paolo II.
Non pensare male di noi, non guardarci con sufficienza. Non credere che tutto questo sia un male, fortunatamente passeggero.
Godi con noi di questa gioia e di questo calore. La vita, sai, a volte può essere bellissima.
...senza parole...
LEZIONI D'AMORE
Pellegrino, uomo o donna, italiano o straniero che tu sia.
Se in questi giorni sei a Roma, per svago o per lavoro, e ci vedi sorridere ironici e cantare un solo ritornello che fa “po popoppo po poooo po” sulle note di “seven nation army”.
Se vedi intorno a te gente normale, uomini e donne, vecchi, ragazzini, integerrimi professionisti e persino preti e suore con qualcosa di giallorosso.
Se senti parlare solo e soltanto di una partita di calcio.
Se l’amico o l’amica che speravi di incontrare, non sapendo tu la loro fede laziale, si sono improvvisamente resi irrintracciabili.
Se pensi che tutto questo sia frutto della nostra quotidiana follia, del nostro meridionale provincialismo, del nostro essere, in fondo, degli sfaccendati.
Ti sbagli.
Quella che vedi, unica e irripetibile, è una lezione d’amore e di un amore incontenibile. Per la città che ora ti circonda. Per il suo simbolo più amato. Per un anziano imprenditore e per le sue lacrime di commozione. Per un ragazzo della porta accanto, di ineguagliabile talento, che incoraggia i suoi fratelli e compagni anche da infortunato. Per quei ragazzini con le facce giù adulte, la maggior parte cresciuti sotto casa nostra, che tutte le domeniche calcano il prato verde di un campo di calcio.
Un amore per il popolo variegato e multicolore di questa città che oggi ti ospita, capace di coinvolgere in un unico materno abbraccio chiunque e di dargli un’identità pur tra mille contraddizioni.
Un amore che ci affraterna, più forte delle divisioni, sociali, economiche, generazionali, politiche, etniche e religiose, e che ci rende orgogliosamente romani, e quindi, inevitabilmente, romanisti.
Lo stesso amore che ci ha unito nel commiato ad Albertone e al nostro amato Giovanni Paolo II.
Non pensare male di noi, non guardarci con sufficienza. Non credere che tutto questo sia un male, fortunatamente passeggero.
Godi con noi di questa gioia e di questo calore. La vita, sai, a volte può essere bellissima.
...senza parole...