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Su Componidori
07-04-06, 15:08
Da “LA NUOVA Sardegna” di oggi


Ma l’autonomia fa rima con indipendenza?
La battaglia per il distacco dell’isola dall’Italia e quella per il federalismo solidale

BENIAMINO SCARPA

di Alfredo Franchini

— Beniamino Scarpa, il Psd’Az presenta il glorioso simbolo dei Quattro mori solo al Senato e lei ne è il capolista. Il Psd’Az, invece, non è in lizza alla Camera: colpa della legge elettorale o della situazione che s’è creata in casa sardista?
«Colpa di una legge elettorale terribile. È un disastro perché la composizione del futuro parlamento è stata decisa a tavolino e non dall’elettorato. Questa legge, con gli sbarramenti previsti, obbliga i partiti ad allearsi, fondersi in un disegno più generale che prevede la globalizzazione del quadro politico cancellando le differenze. Alla Camera lo sbarramento era troppo alto, al Senato contiamo di eleggere un sardista».

— Però ci sono molte cose da chiarire tra i sardisti: il segretario Giacomo Sanna si è candidato con la Lega in Lombardia e un ex segretario, Acciaro, è in lista in Sardegna proprio sotto il simbolo del partito di Bossi. Non è strano?
«No, sono più semplicemente scelte personali. L’ex segretario si è autosospeso ma, in ogni caso, si tratta di fatti che non hanno alcun contenuto politico. Come il «diritto di tribuna» offerto dalla Lega Nord all’attuale segretario: il Psd’Az è al di fuori di queste scelte personali, non è vincolato, non ci sono scambi. Resta il dibattito nel partito che andrà avanti dopo le elezioni e si svilupperà».

— È possibile che proprio la Lega di Borghezio e calderoni sia stata l’unica forza così sensibile da ospitare il segretario sardista?
«Sì ma poi lui (Giacomo Sanna, Ndr), ha detto che si assume la responsabilità di questa scelta che, peraltro, ripeto è condivisa pienamente dagli organi di partito. Però il punto è un altro: il progetto sardista dev’essere sostenuto dall’interno del parlamento. Questa è una necessità».

— Un sardista vero per chi deve votare alla Camera?
«Deve votare secondo coscienza. Questo è stato scritto nei documenti ufficiali del partito; per essere ancora più chiari: non abbiamo fatto accordi con nessun partito. Le dichiarazioni fatte da altri esponenti di forze politiche non vincolano nessuno».

— Ammetterà che tra i sardisti c’è un certo sconcerto? Lo stato di salute del partito non è dei migliori.
«I pronunciamenti presi dalla direzione e dal Consiglio nazionale sono molto chiari ed è quella la volontà del partito. Forse è importante chiarire che è stata fatta molta confusione per le dichiarazioni pronunciate da esponenti di partiti italiani».

— Da cosa nasce la confusione?
«Nasce su due livelli che posso chiarire: innanzitutto la posizione del Psd’Az è espressa dagli organi di partito e non da altri; poi la posizione politica è evidente: ci presentiamo solo al Senato e con buone possibilità di eleggere un sardista. Tutto il resto non conta».

— Quando ci sarà il referendum sulla devolution che penalizza la Sardegna come si comporterà il Psd’az?
«Il Psd’Az in Consiglio regionale non ha votato quel provvedimento con cui l’isola si è fatta promotrice del referendum perché noi crediamo nel federalismo».

— Ma il federalismo del partito d’azione non era certo quello di Bossi. Sono cambiate le cose?
«No, crediamo nel federalismo solidale ma molte cose, come il trasferimento delle competenze sul livello regionale non si possono non trovare d’accordo. Però questa è una mia opinione: il Psd’Az non si è pronucniato, in realtà, sul referendum e aspetto fiducioso una posizione organica del mio partito».

— Intanto la Lega va avanti ma lo Statuto sardo è piuttosto deperito.
«Il punto centrale della rivendicazione è uno Statuto di sovranità del popolo sardo».

— Come ci si arriva praticamente?
«La proposta nostra è di indire l’Assemblea costituente. Non concordiamo sull’impostazione data dalla giunta anche se collaboreremo in tutte le fasi. Devo dire però che l’azione politica della giunta Soru non ci convince appieno»...

— Quali sono i punti negativi?
«L’impulso iniziale del presidente Soru è venuto meno e poi adesso l’abbiamo visto nello spot elettorale della Margherita, francamente questo ci ha deluso».

— Che cosa criticate ai partiti nazionali?
«Il tentativo di imporre in Sardegna modelli di sviluppo italiani che sono falliti».

— E la Sardegna su che cosa deve puntare per il rilancio dello sviluppo?
«Presenterò una proposta di legge perché la Sardegna diventi zona franca rispetto all’uso di Internet. Lo svantaggio che subiamo nei trasporti può essere almeno parzialmente compensato dalla comunicazione».

— Mi faccia capire: significa Internet gratis per tutti?
«Sì è un diritto per i sardi alla pari della continuità territoriale nei trasporti e della zona franca per lo sviluppo».



“Non siamo leghisti: le scelte di Sanna e Acciaro? Personali
La Sardegna deve diventare zona franca rispetto a Internet”