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vandeano2005
30-04-06, 16:50
Il falso mito della guerra civile americana



America 1861-1865. Una guerra incivile.


Alcune riflessioni sulla cosiddetta guerra civile americana. Che non riguardò la schiavitù, come detta la vulgata “politicamente corretta”. Un episodio importantissimo per la storia occidentale, una guerra poco civile e molto rivoluzionaria.

di Marco Respinti.


Il Timone, Anno VIII - Aprile 2006

Definire “guerra civile” la più sanguinosa delle “guerre nordamericane”, combattuta tra il 1861 e il 1865, è fondamentalmente sbagliato, motivo per cui è storiograficamente - e non solo partigianamente - corretto definirla (come spesso fanno gli storici di parte “sudista”) “guerra tra gli Stati”. Molti sono peraltro i falsi miti che circondano l’avvenimento. Il primo è, ovviamente, che essa sia stata in qualche modo causata dalla schiavitù in cui i bianchi tenevano i neri. Eppure lo stesso presidente Abraham Lincoln ammise, in una lettera indirizzata a Horace Greele, direttore di The New York Tribune: «Il mio obiettivo in questa lotta è di salvare l’Unione, non di salvare o distruggere la schiavitù». Del resto, l’80% dei “sudisti” non possedeva affatto schiavi, un dato ormai acclarato dalla storiografia più seria.
Quanto all’emancipazione dei neri, un irriducibile abolizionista delta schiavitù quale fu William Lloyd Garrison sostenne a lungo, prima dello scoppio della guerra, che dovevano essere gli Stati del nord a secedere, evitando peraltro lo scontro armato, onde trasformarsi in una sorta di paradiso per i neri fuggiaschi dalle piantagioni del Sud.
La guerra non fu fatta, insomma, per liberare gli schiavi: si fece invece per preservare l’Unione tra gli Stati nordamericani. Ragione per cui è assolutamente errato parlare di Nord contro Sud, quanto è invece veritiero parlare di governo federale contro Stati. Certo, furono esclusivamente gli Stati del Sud a portare alle estreme conseguenze le divergenze con il governo federale, ma essi concepirono la propria battaglia come una difesa dei diritti di sovranità di tutti i singoli Stati dell’Unione, diritti che ritenevano sanciti a chiare lettere nella Costituzione federale del 1789 e invece traditi da Washington. Completamente fuorviante è, insomma, parlare, in quel modo divenuto anche ideologico, di “nordisti” contro “sudisti”: al di là della suggestione un po’ cinematografica (ma tutta dovuta a certe strane traduzioni italiane), quei termini sono infatti inesistenti in lingua inglese dove esistono solo northem e southern, ossia “settentrionale” e “meridionale”.

La vera rivoluzione americana.

Ritenendo di non poter sopportare oltre lo stravolgimento del patto fondativo dell’Unione da parte del governo federale, diversi Stati del Sud decisero nel 1861 di mettere in atto quello che ritenevano un proprio diritto costituzionale: l’abbandono dell’accordo federativo, ossia la secessione. Pacifica. A quel punto, fu il governo federale a spostare la questione sul piano militare inviando truppe “unioniste”.
Gli Stati secessionisti diedero allora vita a una nuova lega, gli Stati Confederati d’America (CSA), che mirava a costituire una nuova nazione nordamericana, indipendente, confederale e non federale. Ovvero in continuità diretta con e decisamente fedele al patto fondativo originario, che nella forma assunta a metà Ottocento gli Stati secessionisti ritenevano oramai irrimediabilmente danneggiato per colpa di Washington. Un ritorno alle origini, insomma. Una risposta alla rivoluzione politica operata dal governo federale immemore di sé.
Negli Stati Uniti d’America “federale” é infatti il termine impiegato per indicare ciò che da noi si direbbe “nazionale” (talvolta “nazionalistico”), “centrale” (talvolta “centralistico”) e “statale” (talvolta “statalistico”). L’organizzazione “confederale”, invece, è un’unione fra Stati che conservano poteri sovrani e indipendenti.
Dopo l’indipendenza, proclamata il 4 luglio 1776 a Filadelfia, le ex Colonie britanniche dell’America Settentrionale non diedero vita agli Stati Uniti d’America, ma a una Confederazione di Stati indipendenti uniti solo debolmente quanto a difesa e a commercio, e più teoricamente che concretamente. Il documento ufficiale di riferimento di questa organizzazione fra Stati furono gli Articoli della Confederazione, approvati il 15 novembre 1777 dal Congresso dei delegati degli Stati (in piena guerra d’indipendenza) ed entrati in vigore ufficialmente il 1° marzo 1781 dopo la ratifica di tutti gli Stati.
Con la convocazione della Convenzione costituzionale a Filadelfia il 14 marzo 1787 s’intese poi riformare gli Articoli delta Confederazione per ovviare ad alcune loro palesi debolezze. Ma ne risultò invece un documento completamente nuovo, quindi un’organizzazione istituzionale inedita: l’Unione degli Stati nordamericani e non più la Confederazione.
Gli Stati Uniti d’America nacquero quindi nel 1789, quando George Washington fu eletto primo presidente vigente la Costituzione. Il potere delegato alla struttura federale, ovvero al centro, al governo di Washington, é maggiore, laddove nella struttura confederale le ex Colonie, poi Stati indipendenti confederati, erano autonomi e sovrani.
La Costituzione federale, del resto, sorse da un compromesso fra federalisti (centralisti nazionalisti) e antifederalisti (confederalisti). Il 25 settembre 1789, il primo Congresso degli USA propose agli Stati dodici emendamenti. Ne furono approvati dieci, che, ratificati dai vari Stati, entrarono in vigore nel 1791. Da allora sono parte integrante della Costituzione federale con il nome di “Bill of Rights”, a imitazione della “Carta dei diritti” della tradizione giuridica britannica modellata dal Common Law consuetudinario.
Quello statunitense costituisce l’insieme dei dieci emendamenti alla Costituzione che bilanciano a favore dei singoli Stati il potere attribuito appunto dalla Costituzione ai governo federale centrale.
Costituzione e “Bill of Rights” sono dunque un via media fra l’antica Confederazione e il centralismo moderno, quest’ultimo nato proprio dalla Guerra cosiddetta civile. Dal 1789 al 1865 (la data della fine della Guerra è un simbolo significativo) sono esistiti degli USA diversi sia dall’antica Confederazione, sia dalla nazione postlincolniana di oggi. Un “antico regime”, diverso sia dal “feudalesimo”, sia dall’epoca postrivoluzionaria.

Il “Medioevo” americano.

La metafora storica non è azzardata. L’epoca della Confederazione, infatti, ereditando direttamente il passato coloniale di sostanziale autogoverno, visse del “retaggio medioevale” britannico. Mentre l’epoca successiva alla Guerra cosiddetta civile rappresenta il periodo postrivoluzionario dell’America Settentrionale, e questo grazie a quella “Ricostruzione” (1865 1877) che fu una vera e propria spoliazione culturale ed economica, e che giuridicamente stravolse l’equilibrio fra Stati e governo centrale. A mero vantaggio dal secondo.
Lo ha scritto efficacemente lo storico Raimondo Luraghi in Cinque lezioni sulla guerra civile americana,1861-1865 (La città dal sole, Napoli 1997). «II conflitto civile che dal 1861 al 1865 sconvolse gli Stati Uniti d’America segna una data cruciale nella storia di qual paese: sarebbe difficile sopravalutare l’importanza dell’impatto.
Anzitutto, con la fine di tale guerra si può ragionevolmente fissare, per l’Unione americana, la cesura tra età moderna e contemporanea. La rivoluzione e l’indipendenza, malgrado la loro grandissima importanza, non ne mutarono infatti radicalmente il tessuto sociale, economico e culturale; e, quanto alta rivoluzione francese, essa ebbe sulla storia dal Nord-America una scarsissima incidenza [...]. Ma la guerra civile fu ben altro. Essa di fatto seppellì la “vecchia America”; ne alterò le strutture, non meno per i vincitori che per i vinti. Una serie di Stati (che formavano, come superficie, una buona metà dell’Unione) furono costretti, “con il ferro e il sangue”, a uscire dall’epoca agraria e a entrare in quella della grande industria. La rivoluzione industriale (essa stessa tra i motivi scatenanti della guerra) trionfò nel paese entero e 1’Unione, che prima, di fatto, era un agglomerato di più o meno disjecta membra, fu unificata non diversamente da quanto lo furono, nella stessa temperie, l’Italia o, meglio ancora, la Germania. E con gli stessi metodi».

L’ideologia “francese”.

La guerra combattuta per l’indipendenza dalle Colonie britanniche dell’America Settentrionale contro la madrepatria londinese fra 1775 e 1783, e definita “rivoluzione americana”, non fu affatto una rivoluzione. La si è chiamata così per analogia, a posteriori, con quella di Francia dal 1789, secondo una particolare versione dal sofisma post hoc ergo propter hoc che si basa su presunta somiglianze fra Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e dal Cittadino (26 agosto 1789) francese e “Bill of Rights”. La Déclaration parlava d’individue, “Bill of Rights” di Stati sovrani. La prima aveva a che fare con l’illuminismo e si sarebbe inverata nel giacobinismo, padre dei totalitarismi. La seconda era figlia dell’Europa classica e giudeo-cristiana, mediata dalla giurisprudenza britannica. E parlava di libertà concrete, non di una Loi astratta, rivendicando il passato invece d’inventarsi un futuro inesistente. Disse il virginiano Patrick Henry, patriota e antifederalista, il 23 marzo 1775: «Non ho che un lume con cui guidare i miei passi e questo è il lume dell’esperienza».
Non fu rivoluzione, ma solo guerra d’indipendenza. La vera sovversione - credevano i nordamericani - era l’assolutismo di Londra laddove essa negava la tradizione della libertà. Reazione, dunque, addirittura controrivoluzione. O, con Edmund Burke - il primo critico (irlandese) dal 1789 di Francia -, una rivoluzione affrontata preventivamente per risolverne le contraddizioni. La lotta armata fu una extrema ratio e così la separazione formale dal 4 luglio.
«Lungi dall’essere il prodotto di una rivoluzione democratica e di una opposizione alle istituzioni britanniche - ha scritto nell’Ottocento Lord John Emerich Edward Dalbergh Acton -, la Costituzione degli Stati Uniti fu il risultato di una grandiosa reazione a favore delle tradizioni della madrepatria».
E Alexis de Tocqueville, il più acuto osservatore degli USA: «Anzitutto mi sembra necessario distinguere accuratamente le istituzioni degli Stati Uniti dalle istituzioni democratiche in generale». Non era, insomma, ciò che nacque in Francia nel 1789, che Tocqueville conosceva bene e che in gran parte disprezzava.
La “democrazia moderna” di marca illuministico-giacobina, centralistica e protototalitaria, si fece strada nel corso della prima metà dell’Ottocento nordamericano, impadronendosi di quelle forze federaliste a cui gli antifederalisti avevano a suo tempo strappato il “Bill of Rights”. Le prime coincidevano grosso modo con il Nord, i secondi con il Sud, anche se con clamorose eccezioni da entrambe le parti.
Cucinato in salsa puritana oramai secolarizzata, l’illuminismo giacobino nordamericano lavorò l’Ottocento come quello francese aveva lavorato il Settecento ed ebbe il suo 1789 nel 1861. Accadde negli USA, ma fu lo stesso - le date coincidono - in Italia con il Risorgimento. Come ha osservato Lord Acton, «è semplicemente la democrazia spuria della Rivoluzione francese che ha distrutto l’Unione, disintegrando i resti delle tradizioni e delle istituzioni britanniche». Successe con la Guerra cosiddetta civile.

Ricorda.

Alla fine della cosiddetta Guerra civile nordamericana, il presidente degli sconfitti Stati Confederati d’America, Jefferson Davis, venne incarcerato in condizioni indecenti. Gli furono vicine solo delle suore di Savannah, in Georgia, che gl’inviarono un rosario, e Papa Pio IX, che gli mandò una corona di spine (la intrecciò personalmente) e un proprio ritratto autografato con scritto: «Se qualcuno vuol venire dietro me, prenda la sua croce e mi segua ...» (Mt 16,24). Sta tutto al Confederate Museum di New Orleans, in Louisiana. Jefferson Davis non era cattolico. Dopo duo anni di carcere duro, venne liberato senza subire quel processo che egli incessantemente aveva richiesto. Papa Pio IX, in quegli anni alle presa con il “Risorgimento”, era convinto che sia l’Italia cattolica sia gli Stati secessionisti dal Sud nordamericano stessero combattendo la medesima battaglia di civiltà centro i medesimi aggressori.

:-:-01#19 :-:-01#19 :K

Christine
01-05-06, 06:04
Il primo è, ovviamente, che essa sia stata in qualche modo causata dalla schiavitù in cui i bianchi tenevano i neri. Eppure lo stesso presidente Abraham Lincoln ammise, in una lettera indirizzata a Horace Greele, direttore di The New York Tribune: «Il mio obiettivo in questa lotta è di salvare l’Unione, non di salvare o distruggere la schiavitù».

Abraham Lincoln's Second Inaugural Address:

"Fellow-Countrymen:

AT this second appearing to take the oath of the Presidential office there is less occasion for an extended address than there was at the first. Then a statement somewhat in detail of a course to be pursued seemed fitting and proper. Now, at the expiration of four years, during which public declarations have been constantly called forth on every point and phase of the great contest which still absorbs the attention and engrosses the energies of the nation, little that is new could be presented. The progress of our arms, upon which all else chiefly depends, is as well known to the public as to myself, and it is, I trust, reasonably satisfactory and encouraging to all. With high hope for the future, no prediction in regard to it is ventured.
On the occasion corresponding to this four years ago all thoughts were anxiously directed to an impending civil war. All dreaded it, all sought to avert it. While the inaugural address was being delivered from this place, devoted altogether to saving the Union without war, urgent agents were in the city seeking to destroy it without war—seeking to dissolve the Union and divide effects by negotiation. Both parties deprecated war, but one of them would make war rather than let the nation survive, and the other would accept war rather than let it perish, and the war came.
One-eighth of the whole population were colored slaves, not distributed generally over the Union, but localized in the southern part of it. These slaves constituted a peculiar and powerful interest. All knew that this interest was somehow the cause of the war. To strengthen, perpetuate, and extend this interest was the object for which the insurgents would rend the Union even by war, while the Government claimed no right to do more than to restrict the territorial enlargement of it. Neither party expected for the war the magnitude or the duration which it has already attained. Neither anticipated that the cause of the conflict might cease with or even before the conflict itself should cease. Each looked for an easier triumph, and a result less fundamental and astounding. Both read the same Bible and pray to the same God, and each invokes His aid against the other. It may seem strange that any men should dare to ask a just God's assistance in wringing their bread from the sweat of other men's faces, but let us judge not, that we be not judged. The prayers of both could not be answered. That of neither has been answered fully. The Almighty has His own purposes. "Woe unto the world because of offenses; for it must needs be that offenses come, but woe to that man by whom the offense cometh." If we shall suppose that American slavery is one of those offenses which, in the providence of God, must needs come, but which, having continued through His appointed time, He now wills to remove, and that He gives to both North and South this terrible war as the woe due to those by whom the offense came, shall we discern therein any departure from those divine attributes which the believers in a living God always ascribe to Him? Fondly do we hope, fervently do we pray, that this mighty scourge of war may speedily pass away. Yet, if God wills that it continue until all the wealth piled by the bondsman's two hundred and fifty years of unrequited toil shall be sunk, and until every drop of blood drawn with the lash shall be paid by another drawn with the sword, as was said three thousand years ago, so still it must be said "the judgments of the Lord are true and righteous altogether."
With malice toward none, with charity for all, with firmness in the right as God gives us to see the right, let us strive on to finish the work we are in, to bind up the nation's wounds, to care for him who shall have borne the battle and for his widow and his orphan, to do all which may achieve and cherish a just and lasting peace among ourselves and with all nations."

Independent
01-05-06, 15:46
Credo che il senso dell' articolo sia quello di concentrare l' attenzione sulle reali motivazione e dinamiche della guerra al di là delle dichiarazioni ufficiali dei politici. Comunque, dichiarazione per dichiarazione, riporto la lettera citata:

Letter to Horace Greeley
Executive Mansion,
Washington, August 22, 1862.
Hon. Horace Greeley:
Dear Sir.
I have just read yours of the 19th. addressed to myself through the New-York Tribune. If there be in it any statements, or assumptions of fact, which I may know to be erroneous, I do not, now and here, controvert them. If there be in it any inferences which I may believe to be falsely drawn, I do not now and here, argue against them. If there be perceptable in it an impatient and dictatorial tone, I waive it in deference to an old friend, whose heart I have always supposed to be right.
As to the policy I "seem to be pursuing" as you say, I have not meant to leave any one in doubt.
I would save the Union. I would save it the shortest way under the Constitution. The sooner the national authority can be restored; the nearer the Union will be "the Union as it was." If there be those who would not save the Union, unless they could at the same time save slavery, I do not agree with them. If there be those who would not save the Union unless they could at the same time destroy slavery, I do not agree with them. My paramount object in this struggle is to save the Union, and is not either to save or to destroy slavery. If I could save the Union without freeing any slave I would do it, and if I could save it by freeing all the slaves I would do it; and if I could save it by freeing some and leaving others alone I would also do that. What I do about slavery, and the colored race, I do because I believe it helps to save the Union; and what I forbear, I forbear because I do not believe it would help to save the Union. I shall do less whenever I shall believe what I am doing hurts the cause, and I shall do more whenever I shall believe doing more will help the cause. I shall try to correct errors when shown to be errors; and I shall adopt new views so fast as they shall appear to be true views.
I have here stated my purpose according to my view of official duty; and I intend no modification of my oft-expressed personal wish that all men everywhere could be free. Yours,
A. Lincoln.

Christine
01-05-06, 16:43
Credo che il senso dell' articolo sia quello di concentrare l' attenzione sulle reali motivazione e dinamiche della guerra al di là delle dichiarazioni ufficiali dei politici. Comunque, dichiarazione per dichiarazione, riporto la lettera citata:

Letter to Horace Greeley
Executive Mansion,
Washington, August 22, 1862.
Hon. Horace Greeley:
Dear Sir.
I have just read yours of the 19th. addressed to myself through the New-York Tribune. If there be in it any statements, or assumptions of fact, which I may know to be erroneous, I do not, now and here, controvert them. If there be in it any inferences which I may believe to be falsely drawn, I do not now and here, argue against them. If there be perceptable in it an impatient and dictatorial tone, I waive it in deference to an old friend, whose heart I have always supposed to be right.
As to the policy I "seem to be pursuing" as you say, I have not meant to leave any one in doubt.
I would save the Union. I would save it the shortest way under the Constitution. The sooner the national authority can be restored; the nearer the Union will be "the Union as it was." If there be those who would not save the Union, unless they could at the same time save slavery, I do not agree with them. If there be those who would not save the Union unless they could at the same time destroy slavery, I do not agree with them. My paramount object in this struggle is to save the Union, and is not either to save or to destroy slavery. If I could save the Union without freeing any slave I would do it, and if I could save it by freeing all the slaves I would do it; and if I could save it by freeing some and leaving others alone I would also do that. What I do about slavery, and the colored race, I do because I believe it helps to save the Union; and what I forbear, I forbear because I do not believe it would help to save the Union. I shall do less whenever I shall believe what I am doing hurts the cause, and I shall do more whenever I shall believe doing more will help the cause. I shall try to correct errors when shown to be errors; and I shall adopt new views so fast as they shall appear to be true views.
I have here stated my purpose according to my view of official duty; and I intend no modification of my oft-expressed personal wish that all men everywhere could be free. Yours,
A. Lincoln.


To strengthen, perpetuate, and extend this interest was the object for which the insurgents would rend the Union even by war, while the Government claimed no right to do more than to restrict the territorial enlargement of it.

Lincoln wasn't trying to abolish slavery in the southern states, he was trying to keep new slave states from entering the Union (restrict the territorial enlargement of it). This is why slavery was the root cause of the Civil War.

vandeano2005
01-05-06, 17:01
Credo che il senso dell' articolo sia quello di concentrare l' attenzione sulle reali motivazione e dinamiche della guerra al di là delle dichiarazioni ufficiali dei politici. Comunque, dichiarazione per dichiarazione, riporto la lettera citata:

Letter to Horace Greeley
Executive Mansion,
Washington, August 22, 1862.
Hon. Horace Greeley:
Dear Sir.
I have just read yours of the 19th. addressed to myself through the New-York Tribune. If there be in it any statements, or assumptions of fact, which I may know to be erroneous, I do not, now and here, controvert them. If there be in it any inferences which I may believe to be falsely drawn, I do not now and here, argue against them. If there be perceptable in it an impatient and dictatorial tone, I waive it in deference to an old friend, whose heart I have always supposed to be right.
As to the policy I "seem to be pursuing" as you say, I have not meant to leave any one in doubt.
I would save the Union. I would save it the shortest way under the Constitution. The sooner the national authority can be restored; the nearer the Union will be "the Union as it was." If there be those who would not save the Union, unless they could at the same time save slavery, I do not agree with them. If there be those who would not save the Union unless they could at the same time destroy slavery, I do not agree with them. My paramount object in this struggle is to save the Union, and is not either to save or to destroy slavery. If I could save the Union without freeing any slave I would do it, and if I could save it by freeing all the slaves I would do it; and if I could save it by freeing some and leaving others alone I would also do that. What I do about slavery, and the colored race, I do because I believe it helps to save the Union; and what I forbear, I forbear because I do not believe it would help to save the Union. I shall do less whenever I shall believe what I am doing hurts the cause, and I shall do more whenever I shall believe doing more will help the cause. I shall try to correct errors when shown to be errors; and I shall adopt new views so fast as they shall appear to be true views.
I have here stated my purpose according to my view of official duty; and I intend no modification of my oft-expressed personal wish that all men everywhere could be free. Yours,
A. Lincoln.

Indipendent ha colto bene il senso dell'articolo dell'amico Respinti, anche se comprendo le ragioni umane di Christin
:-:-01#19 :-:-01#19

Andrea I Nemesi (POL)
01-05-06, 20:33
In effetti, quello che ha detto Respinti non è poi così sbagliato. La schiavitù fu certamente un tema centrale nella politica dell'epoca, testimoniato dalle cocenti discussioni che si facevano negli anni precedenti alla Civil War; alcuni intellettuali consideravano la schiavitù in netto contrasto con la Costituzione Americana. E l'abolizione della schiavitù era un tema importantissimo per il South, dato che (anche se, ovviamente, i proprietari degli schiavi erano i proprietari terrieri, e quindi una netta minoranza della popolazione del South) l'economia locale si fondava su questa istituzione secolare. Ma il problema non era solo l'abolizione della schiavitù, ma... la stessa cosa, come imposizione dell'autorità federale ai singoli Stati. I secessionisti avevano un articolo del Bill of Rights per difendere il loro punto di vista, e in effetti nelle loro canzoni loro proclamano di essere coloro che hanno subito un'ingiustizia:
"As long as the Union was faithful to her trust,
like frriends and like brethren kind were we and just:
but now when Nothern treachery attempts our rights to mar,
we hoist on high the bonnie blue flag, that bears a single star!"
(Da "Bonnie Blue Flag", canzone sudista)
Quindi, certo, la tesi supportata da Respinti può essere considerata giusta. (Anche ricordando che Lincoln aveva intenzione di abolire la schiavitù, ma non di riconoscere l'eguaglianza tra bianchi e neri; e che teneva più a tenere unita l'Unione, che non a portare avanti la sua battaglia morale.)
Bisogna però ricordare che il primo stato secessionista, la South Carolina, si staccò dall'Unione nel Dicembre 1860: ancora prima che il nuovo Presidente potesse proporre qualcosa contro la schiavitù. E che i primi colpi furono sparati dai Sudisti contro Fort Sumter; solo dopo gli Yankee inviarono un'armata contro i Dixie, che poi li menarono alla Prima battaglia di Bull Run.

Christine
01-05-06, 21:18
"As long as the Union was faithful to her trust,
like frriends and like brethren kind were we and just:
but now when Nothern treachery attempts our rights to mar,
we hoist on high the bonnie blue flag, that bears a single star!"
(Da "Bonnie Blue Flag", canzone sudista)



Questi "diritti" sono i "diritti" di privare gli altri umani (i neri) dei sui diritti.

"We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness."

Andrea I Nemesi (POL)
02-05-06, 15:00
Questi "diritti" sono i "diritti" di privare gli altri umani (i neri) dei sui diritti.

"We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness."
Sbaglio o è la Costituzione Americana?
Lo so, Christine, hai ragione; dico solo che i Sudisti credevano che l'Unione avesse prevaricato i singoli Stati, non riconoscendo così il loro potere...

Christine
02-05-06, 15:17
Sbaglio o è la Costituzione Americana?
si

Andrea I Nemesi (POL)
02-05-06, 22:37
si
:-01#44

Christine
03-05-06, 05:22
:-01#44

Scusi, The Declaration of Independence (firmato dalle 13 colonie - South Carolina compreso)

Andrea I Nemesi (POL)
03-05-06, 15:19
Scusi, The Declaration of Independence (firmato dalle 13 colonie - South Carolina compreso)
Ah. :fru

Christine
03-05-06, 15:46
Ah. :fru
:D
Un'altra tazza da caffe', e tutto si chiarira'...

Independent
03-05-06, 18:09
Questi "diritti" sono i "diritti" di privare gli altri umani (i neri) dei sui diritti.

"We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness."

Il fatto è che io ritengo la questione dello schiavismo non la principale, ma una delle diverse, e molto strumentalizzata come pretesto, che si intrecciarono nella guerra, dove invece la lotta fondamentale fu quella delle libertà particolari contro le pretese e l' espansione del governo federale.

Christine
03-05-06, 19:17
Il fatto è che io ritengo la questione dello schiavismo non la principale, ma una delle diverse, e molto strumentalizzata come pretesto, che si intrecciarono nella guerra, dove invece la lotta fondamentale fu quella delle libertà particolari contro le pretese e l' espansione del governo federale.

Tutto comincio' con la questione dello schiavismo quindi il schiavismo era la causa principale. L'espansione del governo federale e' molto strumentalizzata ora come pretesto.

Independent
04-05-06, 13:50
Tutto comincio' con la questione dello schiavismo quindi il schiavismo era la causa principale. L'espansione del governo federale e' molto strumentalizzata ora come pretesto.
Mi dispiace ma anche considerando il problema dello schiavismo determinante si nota quanto contassero motivazioni economiche piuttosto che morali. Quello che voglio affermare è che nelle guerre è sempre molto difficile dividere i contendenti nettamente in buoni e cattivi, invece proprio a partire da quella di secessione le guerre americane sono state ammantate di una retorica che mira a spacciarle per la lotta del bene contro il male, inaugurando anche la guerra totale moderna.
Io mi rifaccio al Sud per la difesa della libertà contro il mostro della centralizzazione statale, che è avvenuta, non si può negare, pur rimanendo gli Stati Uniti il posto dove determinati valori di libertà abbiano mai trovato la massima applicazione.

vandeano2005
18-07-06, 00:43
[/U][/B]
La vera storia del generale Lee

Di Cristina Missiroli


Ideazione, a. XIII, n°4, luglio-agosto 2006,
pp.197-200


Ogni tanto, da destra, sale il solito lamento: la storia è scritta da storici di sinistra, piena di versioni tanto corrette politicamente, quanto false storicamente. Molto spesso pensiamo che sia un problema italiano: figlio della II Guerra Mondiale, della resistenza, della guerra civile che è seguita alla Liberazione etc…E’ vero. Ma non accade solo in Italia. Il politicamente corretto si è appropriato della storia in molti Paesi. Tramandando luoghi comuni falsi. Persino in America. Perciò pochi – anche tra i bambini obbligati a studiare la loro storia patria – sanno che i “rivoluzionari” americani che lottarono per l’indipendenza erano in realtà dei “conservatori”; che i puritani non hanno mai rubato terre agli indiani; che la guerra alla povertà di Kennedy e Jhonson in realtà impoverì il Paese:-01#53 ; che Joe MacCarty non mandò nessun comunista in galera ma aveva perfettamente ragione nel denunciare il tradimento di alcuni cittadini americani e lo si scoprì quarant’anni dopo, all’apertura degli Archivi di Mosca.


[B]Anche la guerra civile americana ha vissuto un po’ la stessa sorte. :mad:

Nell’immaginario collettivo si tratta semplicemente della lotta dei nordisti (buoni) contro i sudisti (cattivi) per abbattere la piaga della schiavitù. La storia non andò esattamente così, ma pochi si sono presi la briga di raccontarlo. Il primo importante lavoro a questo proposito in Italia è senza dubbio la Storia della guerra civile americana di Raimondo Luraghi. Ma in questi giorni, nelle librerie, sbarca un nuovo agile volume scritto da Alberto Pasolini Zanelli. Edito da Leonardo Flacco s’intitola Dalla parte di Lee. La vera storia della guerra di secessione americana. In appena duecento pagine racconta, di battaglia in battaglia, la guerra vissuta dalla parte degli sconfitti e del loro eroe per eccellenza: il generale Robert E. Lee.:-01#44

La scelta di Pasolini Zanelli non è una provocazione. Se mai vi troverete a sfogliare l’album da disegno di un bambino della Virginia o del Texas, potete scommetterci, vi troverete il ritratto di un soldato dalla barba bianca, che cavalca un maestoso stallone grigio [Confermo, per esperienza diretta N.d.R]. E’ Lee con il suo cavallo Traveller. Non stupitevi. Perché se la sconfitta ha un fascino, nessuno l’incarna meglio del generale che guidò le truppe sudiste fino a sfiorare la vittoria nella guerra civile americana. In un conflitto che rea perduto in partenza, quell’uomo a cavallo tenne in scacco per quattro anni la portentosa macchina militare e industriale del Nord.


E rimane nell’immaginario collettivo (non solo sudista) un eroe americano.

Il libro di Pasolini Zanelli si legge come un romanzo e che ha almeno un grande merito. Quello di sfatare il mito della guerra contro la schiavitù. Non si tratta di revisionismo. Semplicemente il legame tra la guerra e la lotta allo schiavismo è molto più labile di quel che pensiamo. Il presidente Abraham Lincoln non fu mai un abolizionista e promise sempre di rispettare i diritti degli Stati che intendevano preservare “la peculiare istituzione” (così si chiamava eufemisticamente nei dibattiti politici la schiavitù). Diceva, infatti: «Non ho il diritto legale di abolire la schiavitù negli Stati in cui esiste, né ho il desiderio di farlo». :mad: E ancora: «Se per preservare l’Unione occorre mantenere la schiavitù lo farò, se occorrerà abolirla l’abolirò». Insomma, la guerra che unionisti e confederati combatterono era per “l’integrità della Nazione”, non per liberare gli schiavi. Basta leggere il testo dell’Atto di emancipazione (22 settembre 1862) con cui il presidente annunciava ai membri del Congresso la fine dello schiavismo. Recita testualmente: «Dal primo giorno di gennaio dell’Anno del Signore 1863 tutte le persone tenute in schiavitù in ogni Stato o parte di Stato in ribellione contro gli Stati Uniti saranno per sempre libere». La proclamazione di libertà, dunque, non includeva gli schiavi che vivessero negli Stati non secessionisti. E persino il quotidiano londinese Spectator osservò:


«Il principio di Mr. Lincoln non è che un essere umano non ha diritto di possederne un altro: è che perde questo diritto se non è fedele
all’Unione». :eek:


Il terreno dello scontro fra Nord e Sud era, dunque, un altro. Riguardava la natura del vincolo che legava le ex colonie tra loro in Federazione. Riguardava lo scopo dell’Unione e la fonte della sua legittimazione. Chi aveva il diritto di prendere le decisioni, gli Stati o il Governo Federale? Il governo di Washington era un mandatario degli Stati oppure rea il vertice della piramide americana? Per esempio, il governo centrale poteva decidere un politica protezionista di alti dazi per proteggere l’industria nascente del Nord, danneggiando gli Stati del Sud che vivevano di mercato e chiedevano una politica basata sul mercato più aperto?


A metà dell’Ottocento, si scontrarono in America due visioni politiche, due interessi contrastanti, due stili di vita.

La posta in gioco era il futuro degli Stati Uniti d’America come Federazione o semplice Confederazione di Stati sovrani e indipendenti. E l’Atto di emancipazione di Lincoln fornì alla guerra quella motivazione morale di cui glia americani hanno sempre bisogno per accettare di combattere [A dimostrazione del genio americano N.d.R.] Nulla di più.
La guerra che ne scaturì fu una guerra totale che distrusse totalmente. Distrusse una generazione, una nazione, un mondo. Il dopoguerra per gli Stati confederali sconfitti durò un secolo. Un secolo di povertà, umiliazione e “rieducazione”. Un secolo che finì con la seconda guerra mondiale, quando l’industria del Nord si spostò a Sud, attirata dai bassi salari. Sbocciarono soprattutto le tecnologie più nuove. Accadde così che gli uomini che camminavano sulla Luna partirono da Cape Canaveral, in Florida, su astronavi concepite a Hunstville, in Alabama, guidate dal centro di Houston, in Texas.

Ma quello di oggi è tutto un altro Sud. Scrive Pasolini Zanelli: «la guerra delle parole sulla guerra di secessione continua e il Sud non la sta vincendo. Aveva ottenuto, e ora sta perdendo, il riconoscimento che la schiavitù non fu il solo e neppure il primo cemento della Conderazione. La controversia che fu decisiva, quella fra i diritti costituzionali degli Stati e il potere dell’Unione, torna ad essere emarginata». E alla fine gli uomini del Sud «vengono persuasi che il loro passato non può essere ricordato con rispetto o rivendicato perché include anche la ritardata abolizione della schiavitù:-0008n . E visto che sul marmo della memoria c’è quella macchia, non si possono erigere monumenti». O meglio, non si potrebbero erigere monumenti.


Perché in verità, nel profondo Sud, le statue del generale Lee decorano ancora mille e mille piazze e la bandiera di Dixie sventola imperiosa su molti edifici pubblici, ricordo orgoglioso di un mondo scomparso.:K



Alberto Pasolini Zanelli, Dalla parte di Lee. La vera storia della guerra di secessione americana, Leonardo Flacco editore, 2006, pp.208, euro 15,00

Vst il blog: http://vandeano2005.splinder.com/

Holuxar
19-11-06, 22:49
ONORE AI CONFEDERATI SUDISTI , eroici rappresentanti della vecchia AMERICA genuina e profonda in lotta per la propria LIBERTà ed IDENTITà!
Condivisibili ed interessanti gli articoli , sopra riportati , di Marco Respinti e Cristina Missiroli sulla guerra di secessione americana. Li avevo già letti altrove , ma é stato bello rileggerli.
Vorrei però ulteriori dettagli sull'articolo della Missiroli quando afferma che :

"Pochi sanno che i “rivoluzionari” americani che lottarono per l’indipendenza erano in realtà dei “conservatori” ; che i puritani non hanno mai rubato terre agli indiani ; che la guerra alla povertà di Kennedy e Johnson in realtà impoverì il Paese ; che Joe MacCarthy non mandò nessun comunista in galera ma aveva perfettamente ragione nel denunciare il tradimento di alcuni cittadini americani e lo si scoprì quarant’anni dopo, all’apertura degli Archivi di Mosca.
Anche la guerra civile americana ha vissuto un po’ la stessa sorte."

Vero , é giustissimo smascherare le fandonie propagandiste spacciate per presunta verità storica...non ditelo a me che sono un revisionista a 360 gradi!
Sulla rivoluzione americana conservatrice sono bene informato , sul fatto della colonizzazione del west anche , ma vorrei che mi forniste links dove informarmi meglio sulla questione di Kennedy/Johnson e soprattutto sulla figura del senatore Joseph McCarthy e sul fenomeno del c.d. maccartismo. Purtroppo non sono mai riuscito ad informarmi adeguatamente su questo , per scarsità di fonti attendibili e per il fatto che tutte quelle 'ufficiali' raccontano che Joseph McCarthy era una specie di 'paranoico complottista invasato che vedeva spie comuniste ovunque' o qualcosa del genere. Poi ovviamente dicono che ha rovinato la carriera a molte persone ingiustamente e che il maccartismo fu una deprecabile 'inquisizione politica' , una c.d. epoca buia nella storia americana. C'è qualche serio e preciso articolo 'revisionista' sul tema che potete indicarmi o riportarmi?
E qualche libro in italiano (qualcosa dice G.Valli nel suo libro "Dietro il sogno americano" ma altro non so)? Ho letto questo articolo che é interessante :
"McCarthy, un eroe americano ma lo spettacolo lo condanna" http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=26795
Ma cerco notizie più dettagliate.
Ah , scusate...ecco qui , le ho appena trovate!!
"La vera storia di Joe McCarthy"
http://www.ideazione.com/quotidiano/6.altro/2005/2005-09-15_SPECIALE_McCarthy_mancia1.htm (http://www.ideazione.com/quotidiano/6.altro/2005/2005-09-15_SPECIALE_McCarthy_mancia1.htm)
http://ideazione.blogspot.com/2005/09/la-vera-storia-di-joe-mccarthy.html (http://ideazione.blogspot.com/2005/09/la-vera-storia-di-joe-mccarthy.html)
Come non detto. Grazie lo stesso!

Buoni anche i commenti di Independent.
Io sto col ‘preveggente’ (colui che aveva già intuito da vivo e prima di morire come sarebbero andate le cose , assai prima che la guerra in questione scoppiasse) leader teorico e politico sudista John Calhoun ed il combattente general Lee (quello di “Hazzard” con Bo e Luke!)!!

La vulgata yankee della guerra anti-schiavista ed anti-razzista è risibile , non regge ed ormai smentita da autori seri. Come scrissi pure qui :
http://nius.studenti.it/nius/forum/guerra/message.php?mess=15871&inth=19 (http://nius.studenti.it/nius/forum/guerra/message.php?mess=15871&inth=19)
Pure Lincoln era razzista , voleva far tornare i negri in Africa e della schiavitù se ne fregava , più che altro la riteneva dannosa per i bianchi stessi…Esaminiamo quali fossero le sue opinioni sul "problema negro".
Nella proclamazione di emancipazione del settembre 1862 l’ABOLIZIONISTA e NORDISTA LINCOLN disse :

"ho fatto presente il bisogno di ricolonizzazione dei negri (la ri-deportazione in Africa) e dovro' continuare. La mia proclamazione di emancipazione era collegata a questo piano (la ri-deportazione). Non c'e' spazio per due razze di bianchi in America, ancor meno per due distinte razze umane, di bianchi e di negri....Io non posso pensare ad un disastro piu' grande che l' assimilazione del negro nella nostra vita sociale e politica come nostro uguale....Entro venti anni noi dovremo pacificamente ri-deportare i negri, in condizioni in cui possano risorgere nella piena misura della loro umanita'. Questo non potra' mai essere fatto qui. Noi non potremo mai sottostare agli ideali che i nostri padri sognavano con milioni di stranieri, RAZZA INFERIORE tra di noi, la cui assimilazione non e' possibile ne' desiderabile."

Più chiaro di così…V. anche qui :
http://www.cronologia.it/mondo19e.htm (http://www.cronologia.it/mondo19e.htm)
http://www.cronologia.com/storia/a1862b.htm (http://www.cronologia.com/storia/a1862b.htm)
http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_secessione_americana (http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_secessione_americana)
Introduzione alle cause sostanziali della guerra
“Studiando le cause della Guerra di secessione si vede che esse sono più complesse e più profonde di quanto non si possa immaginare. La guerra non ha come unica origine la questione della schiavitù, non si può attribuirne la responsabilità ad un solo fattore. La guerra è stata un conflitto sanguinoso nel quale due civiltà si sono affrontate per la supremazia, al di là delle idee politiche.Si può parlare di un conflitto di civiltà perché entrarono in collisione la definizione e la visione che i due campi avevano del potere. (…) La questione della schiavitù seguì come fattore non strutturalmente necessario. Fu un problema di morale posto dalle popolazioni del Nord, ma fu anche economico (…) La guerra di secessione non fu una guerra romantica, come ce la si può figurare in Europa, ma una guerra americana e moderna, nel senso che dietro lo schermo delle idee difese c'erano interessi economici che attizzarono il fuoco delle passioni. La guerra fu lanciata da un'America moderna ed industriale in nome di una dottrina che governa ancora la politica estera americana. Con le sue azioni politiche il Sud mise in pericolo gli interessi economici e industriali del Nord: questo pericolo doveva essere messo a tacere.”
(…) Garibaldi, contattato da Abraham Lincoln (http://it.wikipedia.org/wiki/Abramo_Lincoln) che gli offrì il comando di un corpo d'armata delle forze armate dell'Unione (http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_%28USA%29) nel momento in cui cominciò a dubitare delle capacità di George B. McClellan (http://it.wikipedia.org/wiki/George_B._McClellan), rifiutò la proposta con una precisa logica: egli, così come tutti i patrioti repubblicani italiani, incluso Mazzini, simpatizzava per il liberismo (http://it.wikipedia.org/wiki/Liberismo) economico caratteristico degli Stati del Sud, mostrando invece ostilità verso le tendenze accentratrici statalistiche del Nord, il suo dirigismo (http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Dirigismo&action=edit) economico ed il protezionismo (http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Protezionismo&action=edit): fattori tutti che ledevano, a suo modo di pensare, i principi libertari in cui fermamente credeva.”
http://www.ebooksitalia.com/ita/detail_ebook.lasso?codice_prodotto=200607191221139 07606
http://www.isspe.it/Apr2006/bottaro_g.htm (http://www.isspe.it/Apr2006/bottaro_g.htm)

Insomma , ormai qualunque storico serio ammette le buone ragioni del Sud. Consiglio infine a tutti di leggersi 2 libri molto validi su Calhoun e la questione sudista :
Giuseppe Buttà - "Democrazia e federalismo: John C. Calhoun"
MASSIMO SALVADORI - "POTERE E LIBERTà NEL MONDO MODERNO. JOHN C. CALHOUN: UN GENIO IMBARAZZANTE"
Ciao a tutti i forumisti intelligenti.
W l'EURO-AMERICA IDENTITARIA!
Holuxar


P.S. Vi lascio con questa lunga serie di links e 3d attinenti alla guerra di secessione , alla questione della Confederazione del Sud , ai vecchi Usa e affini :

GLI "ALTRI" STATI UNITI : NON SOLO MONDIALISMO di Thomas Fleming
http://old.lapadania.com/2000/maggio...52000p11a1.htm (http://old.lapadania.com/2000/maggio...52000p11a1.htm)
"Secessione, le ragioni dei sudisti d'America"
http://old.lapadania.com/1998/maggio/10/100598p21a1.htm (http://old.lapadania.com/1998/maggio/10/100598p21a1.htm)
"NEOBORBONICI E SUDISTI AMERICANI"
http://www.interviu.it/avvenime/cultura/cultur20.htm (http://www.interviu.it/avvenime/cultura/cultur20.htm)
Dal Mississipi al Volturno, allora, un solo grido "THE SOUTH WILL RISE AGAIN!"
"Rileggere la guerra civile americana
Il falso mito della guerra civile americana America 1861-1865. Una guerra incivile."
http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=250707 (http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=250707)
ECCO quindi qual'é il BUONO dell'AMERICA!
Come pure Paul Atreides e Ultor753 hanno ben ammesso :
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=291341&page=2 (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=291341&page=2)
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=291341&page=3 (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=291341&page=3)
"Ottimo testo: La Cultura della Critica" (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=3462331)
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=3462331
V. pure qui sul forum "Libertarismo" :
"ISOLAZIONISMO",DESTRA E SINISTRA.
http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=280733 (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=280733)
Frasi di Ezra Pound su cui riflettere :
http://www.saturniatellus.com/portal...pic.php?t=1322 (http://www.politicaonline.net/forum/redirect.php?url=http://www.saturniatellus.com/portale/viewtopic.php?t=1322)
"La tradizione è una bellezza da conservare, non un mazzo di catene per legarci"
"Le idee sono vere quando si trasformano in azioni"
"Lo schiavo è quello che aspetta qualcuno a liberarlo"
"La fonte del valore è l' EREDITA' CULTURALE"

"Due rivoluzioni a confronto"
http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=257569 (http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=257569)
"Russell Kirk Due Rivoluzioni molto diverse: l'americana e la francese"
http://www.stefanoborselli.elios.net...ca_francia.htm (http://www.stefanoborselli.elios.net/scritti/russell_kirk_america_francia.htm)
"Intervista con Russel Kirk Le due anime
dell'America
http://www.alleanzacattolica.org/indici/dichiarazioni/kirkr170.htm
"Peter J. Stanlis
Rivoluzione francese, democrazia moderna e Repubblica nordamericana
http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/stanlisp269.htm

Euro-Americani che resistono contro ZOG :
http://www.amren.com/ (http://www.amren.com/)
http://www.davidduke.com/ (http://www.davidduke.com/)
http://www.whitecivilrights.com/ (http://www.whitecivilrights.com/)
http://www.whitestruggle.net/ (http://www.whitestruggle.net/)
http://www.davidlane1488.org/ (http://www.davidlane1488.org/)
http://www.nowarforisrael.com (http://www.nowarforisrael.com/)
http://www.nationalvanguard.org/ (http://www.nationalvanguard.org/)

Miei post e 3d sugli USA :
"W L'AMERICA SUDISTA!"
http://forum.giovani.it/t49148-w-lamerica-sudista.html (http://forum.giovani.it/t49148-w-lamerica-sudista.html)
http://forum.giovani.it/t22710-p2-dio-maledica-lamerica.html (http://forum.giovani.it/t22710-p2-dio-maledica-lamerica.html)
http://forum.giovani.it/t48753-i-nuo...servatori.html (http://forum.giovani.it/t48753-i-nuo...servatori.html)
Sulla VERA AMERICA ISOLAZIONISTA v. ME qui :
"USA IDENTITARI/LIBERTARI Vs. USA ZOG/NEOCOM..."
http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=205434 (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=205434)
"Il FAR WEST OLTRE la PROPAGANDA"
http://forum.giovani.it/t2534-p5-ing...-damerica.html (http://forum.giovani.it/t2534-p5-ing...-damerica.html)
Su HOPPE e il Libertarismo Usa :
http://www.saturniatellus.com/portale/viewtopic.php?t=1073&start=40&sid=4358fae94ca838a59790e2db0ffe1788
"DESTRA RADICALE , LIBERTà , IDENTITà..."
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=293691 (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=293691)
"LIBERTARISMO , ELITISMO , RAZZISMO..."
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=293689 (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=293689)

Christine
19-11-06, 23:15
"We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness."

Onore ai soldati yankee, eroici rappresentanti della vecchia America genuina e profonda in lotta per la liberta'.

Christine
19-11-06, 23:29
"Noi riteniamo che siano per se stesse evidenti queste verità, che tutti gli uomini sono creati uguali, che sono dal Creatore dotati di certi inalienabili Diritti, tra i quali vi sono la vita, la libertà e la ricerca della felicità."

Andrea I Nemesi (POL)
19-11-06, 23:31
"We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness."

Onore ai soldati yankee, eroici rappresentanti della vecchia America genuina e profonda in lotta per la liberta'.
OK, ma non tutti i soldati dixie che combattevano sotto la Bonnie Blue Flag erano schiavisti o proprietari di schiavi, anzi. Semplicemente, combattevano contro quella che loro credevano essere una "aggressione" contro la propria Patria e contro i propri diritti.
E' sempre questo il punto.

Christine
19-11-06, 23:59
OK, ma non tutti i soldati dixie che combattevano sotto la Bonnie Blue Flag erano schiavisti o proprietari di schiavi, anzi. Semplicemente, combattevano contro quella che loro credevano essere una "aggressione" contro la propria Patria e contro i propri diritti.
E' sempre questo il punto.

I soldati rebels combattevano contro i diritti degli neri -- la vita, la libertà e la ricerca della felicità. Il Norte ha dovuto combattere contro la aggressione contro la propria Patria (gli Stati Uniti) da parte di chi hanno cercato distruggerla.

Holuxar
26-11-06, 00:24
La guerra di secessione è stato lo spartiacque decisivo nella storia degli Usa. Bisogna capirlo e metterselo in testa. Gran parte dei mali attuali di cui soffrono gli Usa derivano in larga parte da quel periodo , sono un infausto retaggio del potere nordista purtroppo anche molto più amplificato : espansionismo militare aggressivo mascherato con farisaica retorica umanitaria , statalismo burocratico oppressivo , utopismo messianico fatto di ideologismo egualitario astratto ed universalismo massificante anti-identitario. Con la sconfitta dei confederati sudisti e la vittoria degli yankee usurpatori è stata assassinata l’America tradizionalista e rurale , razzialmente identitaria , libera e liberale politicamente ma pure culturalmente conservatrice , insomma potenzialmente sana…Questo tragico evento ha segnato negativamente tutta la successiva storia del Nord-America ma anche dell’Europa e del mondo intero…Se avessero vinto i sudisti , gli Usa non sarebbero probabilmente mai caduti così in basso , non attraverserebbero la crisi profonda che li affligge ora , non sarebbero così contaminati ed imbastarditi da ideologie sovversive e progressiste che li hanno snaturati…L’odierna orribile pseudo-cultura dominante giudaico-negroide del melting-pot (veicolata furbescamente e subdolamente dai mass-media sionisti allo scopo di rincretinire , criminalizzare e spingere al rinnegamento di sé gli euro-americani e tipica di chi inneggia all’impurità razziale altrui , alla profanazione del sangue nobile e all’indiscriminata mescolanza fra razze incompatibili come presunti valori da sbandierare e di cui vantarsi) e della democrazia social-liberal-cosmopolita imposta a forza di bombe non avrebbe preso piede , non si sarebbe mai espansa in modo così imponente , vertiginoso , vergognoso e catastrofico. E questo sarebbe progresso?! Io direi regresso , piuttosto…

Cara la mia moderatrice Christine , scusa se te lo chiedo : qual’è esattamente la tua concezione di americanismo?! A te piace tutto ciò?! Su queste aberrazioni teoriche e pratiche di tipo si basa il tuo americanismo?! Spero seriamente e sinceramente di no , anche se temo di si…Purtroppo ci sono molti ingenui in buona fede che , essendo stati indottrinati a dovere dal sistema dittatoriale mondialista , sposano questa linea suicida e queste ideologie assassine anti-euroamericane illudendosi che grazie ad esse gli Usa siano la più grande nazione del mondo o presunta tale…Non capiscono che proprio il contrario è vero e che il declino culturale e politico degli Usa è dovuto proprio ad esse , teorie anti-americane fino al midollo (prendendo ovviamente come riferimento ideale sempre l’originaria America britannico-scandinava e pan-europea in generale) anche se oggi vengono presentate dalla propaganda governativa neoconservatrice e neocomunista (cioè sionista , massonica e filo-israeliana) come quanto di più ‘americano’ (nel senso loro) possa esistere!! Non fatevi abbindolare da queste menzogne propagandistiche , occhio!!

Tornando alla guerra di secessione…sono già state spiegate , da me e da altri prima , le giuste ragioni dei ribelli sudisti che dovrebbero spingere a solidarizzare con la loro causa chiunque conosca la storia…Ti cito anche questo articolo di Margherita Paglia :

"Una pagina sanguinosa della storia degli Stati Uniti, questa, ma non un "libro chiuso". Nelle "militias" libertarie, nei circoli conservatori, nelle associazioni private, fra gli studenti, persino nelle aule universitarie, ovunque si ricerchino germi di verità, il "Dixie" non è mai stato ammainato. La bandiera sudista sventola e sventolerà ancora a lungo. A dispetto della sconfitta "formale", e dell’apparente collasso di una società agraria, produttiva e tradizionalista (quella del Sud) a tutto vantaggio del "Nord" progressista, industrializzato e parassitario, i valori fondanti dell’esperienza degli stati del "Sud" sono oggi più attuali che mai. Valori che non si riducono affatto all’elogio della schiavitù, cui si riferiscono costantemente, di qua e di là dell’Oceano, i media. La storia insegna come i proclami anti-schiavisti di Lincoln fossero dettati da mero opportunismo, e come alle belle parole non siano seguiti i fatti. Il fatto, invece, su cui riflettere e un altro: possiamo paragonare infatti la "Guerra di secessione" americana alla Rivoluzione Francese del 1789 (o a quella russa del ’17). Perchè si tratta di eventi che sollevano questioni etiche non da poco: se sia giusto distruggere istituzioni formatesi nel corso dei secoli per la bramosia dei politici; se sia possibile "migliorare" moralmente l’uomo; se si ha il diritto di sacrificare i diritti dei singoli sull’altare della patria, o dello stato. L’89 Francese e il ’17 Russo sono emblematici: fatta piazza pulita delle vecchie e consolidate istituzioni, ad esse si sostituiscono nuove realtà,
dichiaratamente liberticide, incapaci di rispettare i diritti sostanziali dei singoli. E proprio in nome dei diritti, formalmente enunciati, delle "masse". Lo stesso vale, seppur in maniera diversa e con minor (per fortuna loro) incidenza sulla società americana, per la sconfitta del Sud: che consegno l’America in mano alle tecnocrazie washingtoniane, disperdendo l’eredità dei Padri Fondatori (come Thomas Jefferson, non a caso della Virginia). La progressiva dissoluzione dell’originario modello federale statunitense, culminata nel New Deal, nasce proprio con la sconfitta sudista. Ma anche se lo stato li ignora, i valori sopravvivono. E sono valori di indipendenza e di libertà."

Esatto , ben scritto e non fa altro che confermare altre analisi affini già citate da altri e da me negli articoli a P.1 di questo 3d...Spiega seriamente e chiaramente come la lotta fu in pratica tra il liberalismo identitario sudista da una parte e il sistema liberticida e centralista yankee dall'altra...Questo era il vero nocciolo della questione...Certo , facile e fin troppo scontato tirare in ballo la questione della schiavitù negra ogni volta…Ma anche su quella si è già chiarito il discorso…A molti yankee non fregava quasi nulla delle condizioni di vita dei negri , era solo una futile scusa ideologica per aggredire i sudisti e distruggerne l’identità locale particolare presentandosi ipocritamente come presunti ‘liberatori’ agli occhi del resto del mondo. È la stessa tecnica propagandistica usata oggi dai governanti usa per ‘legittimare’ il terrorismo neocolonialista praticato in Medio-Oriente e nel mondo islamico arabo-afghano-iraniano.
Ho citato quel che davvero pensava Lincoln sui negri , voleva solo toglierseli di torno e non voleva certo mescolarsi o assimilarli , figurarsi quanto poteva stargli a cuore la loro libertà coi vari ‘diritti naturali’…Voleva ‘emanciparli’ ma per poi rispedirli in Africa in modo che non contaminassero gli euro-americani…Come pure molti altri yankees , in questo non dissimili dai sudisti tanto odiati , voleva un’America bianca e su questo punto il suo progetto era sensato e valido…
Io concordo sul fatto che la schiavitù andasse abolita e che a volte era da alcuni praticata in forme assai brutali e deprecabili (anche se di solito venivano trattati in modo relativamente bonario e familiare , perché il fatto di essere schiavisti infatti non implicava necessariamente l’utilizzo di metodi violenti e l’odio razziale , esploso solo dopo l’emancipazione dei negri e le conseguenti ripicche e vendette frutto del risentimento degli stessi sugli ex-padroni , allora era sostanzialmente estraneo alla mentalità dei gentiluomini sudisti) , ma non per questo posso appoggiare l’aggressione politica e militare subita dai confederati sudisti!! Prima o poi la schiavitù sarebbe cessata , era quasi inevitabile che scomparisse ed in fondo controproducente per i bianchi stessi…Del resto , e questo è stato sottolineato da altri e va ribadito , i sudisti proprietari di schiavi erano una piccola percentuale di tutta la popolazione , non certo la maggioranza , e quindi gli altri non avevano particolare interesse a sostenerla. C’erano abolizionisti anche tra le fila sudiste , questo va pur detto. Pure Andrea sopra ha giustamente scritto che "non tutti i soldati dixie che combattevano sotto la Bonnie Blue Flag erano schiavisti o proprietari di schiavi, anzi. Semplicemente, combattevano contro quella che loro credevano essere una aggressione contro la propria Patria e contro i propri diritti.
E' sempre questo il punto."
ESATTO , basta leggersi il ‘classico’ libro di Luraghi o quello di Tindall e Shi sulla storia degli Usa.
È ridicolo presentare la guerra di secessione come lo scontro fra ‘buoni liberatori’ e ‘cattivi schiavisti’…ed è anche vero che non vanno invertiti i ruoli dicendo che il bene sta solo da una parte ed il male dall’altra…
nella storia umana ci sono molte più sfumature…Infatti quel che va sostenuto è che le ragioni sudiste erano storicamente da appoggiare , seppur anche loro avessero alcune precedenti responsabilità storiche.
I sudisti non lottavano per il diritto di mantenere gli schiavi negri in schiavitù (anche se alcuni teorici proclamavano ciò) , ma per difendere prima di tutto la propria identità culturale , per le proprie case , le proprie famiglie e quel che era loro caro…La libertà all’interno della tradizione , insomma…Queste sono le ragioni per cui io solidarizzo con loro. A prescindere dal resto , pur criticando lo schiavismo e ritenendo che la soluzione sarebbe stata non aver mai importato in passato negli Usa le popolazioni negre ; non ci sono dubbi infatti , sarebbe stato molto meglio lasciarle nel loro continente e a casa loro vivendo nelle proprie tribù secondo le proprie usanze. Ma a tal proposito , sarebbe ora di fare luce sulle maggiori responsabilità dell’importazione coatta di schiavi negri : esse ricadono proprio sugli yankees e sui giudei , entrambi noti mercanti e trafficanti di schiavi che li prendevano a loro volta dai capi-tribù locali dell’Africa nera.
Quindi spesso i sudisti si limitavano a ricomprare schiavi che erano già stati catturati , comprati e schiavizzati da altri ; altri africani li avevano presi e li vendevano a mercanti europei ed arabi ma soprattutto ebrei , i quali poi li trasportavano in America tramite gli yankees e questi li rivendevano ai sudisti.
Va poi precisato che nel territorio Dixie molti ebrei e rabbini in particolare avevano un gran numero di schiavi negri , in proporzione maggiore degli altri , mentre invece tanti euro-americani ne erano privi.
Ma per qualche ‘strano’ motivo (leggi : potere di ricatto morale e di falsificazione storica giudaica) ciò non viene quasi mai precisato nei libri ‘ufficiali’ sul tema…Si nominano schiavisti europei (portoghesi , spagnoli , olandesi , inglesi , ecc.) , arabi e africani , ma sugli schiavisti ebrei si tace pudicamente e vilmente per evitare accuse ideologiche e stereotipate di “antisemitismo” , con tutto quel che ne consegue solitamente ovvero la “maledizione” e la “demonizzazione” nei confronti di chi osa proclamare la realtà dei fatti…V. qui per dettagli : "Il volto nascosto della schiavitù"
http://www.uomo-libero.com/articolo.php?id=328
Ottimo articolo di Gianantonio Valli che documenta l'importante e quasi preponderante ruolo svolto dall'ebraismo nella schiavitù degli afro-americani.
Ciò non minimizza le ‘colpe’ dei sudisti , ma mira a far comprendere realisticamente che la schiavitù è quasi sempre esistita fin dall’antichità della storia umana (praticata anche prima del mondo greco-romano dai popoli più diversi in epoche e culture diverse) e che anche fra gli ‘schiavisti’moderni i principali non erano loro né tantomeno gli unici…
Chiudo con un commento sulla frase famosissima di Jefferson citata da Christine :

"We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness."

Beh , a parte il fatto che sono assai scettico su questi presunti 'diritti naturali' (come ho spiegato ampiamente e ragionevolmente sul forum "Libertarismo") e che quelle 'verità' egualitarie espresse sono tutt'altro che 'auto-evidenti'...ti basti sapere che Jefferson era il primo a non credere davvero fino in fondo nella validità di questi astratti principi e precetti filosofico-morali (che poi assomigliano a quelli di matrice social-comunista e sinistroide-progressista , per dirla tutta)…Il suo egualitarismo universale era solo teorico e retorico , frutto delle astrazioni dell’ideologia francese rivoluzionaria che aveva assorbito in gioventù…In realtà , è risaputo che possedeva un centinaio di schiavi negri (seppur trattati umanamente e generosamente) e che , per quanto si sforzasse sinceramente di crederci , era fermamente e razionalmente convinto che i negri fossero una razza inferiore per capacità intellettuali e qualità generali e che la libertà fosse adatta per natura solo ai bianchi inglesi/europei e in aggiunta anche ai pellerossa…Non c’è dubbio che Jefferson fosse razzista , si leggano le "Notes on the State of Virginia" e certa sua corrispondenza privata...in fin dei conti , a lui i negri facevano compassione , certo non li odiava , perché li considerava un po' stupidi e scarsamente dotati e non li reputava qualitativamente all'altezza dei bianchi. Inoltre il suo ideale era quello di un’America bianca , rurale e tradizionale ; le libertà che vantava e che esaltava non erano universalizzabili a tutta l’umanità , ma erano quelle etniche antico-anglosassoni riservate concretamente al “popolo di signori” (V. analisi di Genovese , Losurdo , Jennings , Fredrickson , W. Jordan , ecc. sotto indicate da me tramite links su questo concetto spesso ben presente nella cultura euro-americana , inglese ed europea) bianco ed euro-americano…Di fatto tutto l'ideale politico Usa é quasi sempre stato quello di una "herrenvolk democracy" con radici culturali germaniche , romane ed elleniche e Jefferson , seppur con alcune contraddizioni interne , lo condivideva...Quindi il suo era un ideale (seppur in lui più ambiguo , sfumato e non ben precisato con decisa schiettezza) non troppo diverso da quello espresso a chiare lettere da gente fieramente elitista e razzista come Calhoun , Fitzhughe da altri sudisti oltre ai ben noti padri fondatori americani originari…
Holuxar


P.S.
Scusate se mi incasino un po' coi caratteri di scrittura , purtroppo mi succede spesso (soprattutto quando riporto quel che ho scritto su "word" prima di entrare in internet) e poi non so come rimediare...

Cmq vi indico questi importanti links , oltre a miei 3d e post vari , su Usa , liberalismo , ecc. :

INTERVISTA DOMENICO LOSURDO CONTROSTORIA DEL LIBERALISMO
http://www.filosofia.it/pagine/06_05_losurdo_liberalismo.htm (http://www.filosofia.it/pagine/06_05_losurdo_liberalismo.htm)
"Il libro di Domenico Losurdo "Controstoria del liberalismo"
La religione della libertà che crea schiavismo
André Tosel Liberazione 12 gennaio 2006" http://liberazione06.rifondazione.co.uk/Notizie06/01gennaio06/0601N190.htm
"Controstoria del liberalismo (intervista a Domenico Losurdo)"
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=6192

http://www.pasti.org/losurd12.html
http://www.amazon.com/Creation-America-Through-Revolution-Empire/dp/0521664810
http://www.amazon.com/Black-Image-White-Mind-Afro-American/dp/0819561886

"FILOSOFIA , DEMOCRAZIA e altre storie..."
http://forum.giovani.it/showthread.php?p=563773
http://forum.giovani.it/t55320-p13-che-bello-schifo.html
http://forum.giovani.it/t49953-p2-democrazia-diretta-possibile.html
Destra radicale , libertà ed identità… (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=4767508)
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=4767508 (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=4767508)
"LIBERTARISMO , ELITISMO , RAZZISMO…altre precisazioni…"
http://www.politicaonline.org/forum/showthread.php?p=4791636 (http://www.politicaonline.org/forum/showthread.php?p=4791636)
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=293689&page=2 (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=293689&page=2)
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=4911091#post4911091

Christine
26-11-06, 00:53
[COLOR=#000000]Cara la mia moderatrice Christine , scusa se te lo chiedo : qual’è esattamente la tua concezione di americanismo?! A te piace tutto ciò?! Su queste aberrazioni teoriche e pratiche di tipo si basa il tuo americanismo?! Spero seriamente e sinceramente di no , anche se temo di si…Purtroppo ci sono molti ingenui in buona fede che , essendo stati indottrinati a dovere dal sistema dittatoriale mondialista , sposano questa linea suicida e queste ideologie assassine anti-euroamericane illudendosi che grazie ad esse gli Usa siano la più grande nazione del mondo o presunta tale…Non capiscono che proprio il contrario è vero e che il declino culturale e politico degli Usa è dovuto proprio ad esse , teorie anti-americane fino al midollo (prendendo ovviamente come riferimento ideale sempre l’originaria America britannico-scandinava e pan-europea in generale) anche se oggi vengono presentate dalla propaganda governativa neoconservatrice e neocomunista (cioè sionista , massonica e filo-israeliana) come quanto di più ‘americano’ (nel senso loro) possa esistere!! Non fatevi abbindolare da queste menzogne propagandistiche , occhio!!



Purtroppo ci sono molti che danno di "ingenui" e "indottrinati" a tutte con le quale non sono d'accordo. Posso dirti che una delle cose che davvero trovo deplorevole e' il razzismo. Sono molto orgogliosa di essere una discendente di alcuni dei soldati yankee della Guerra Civile (e pure della Guerra Rivoluzionaria).

Christine
26-11-06, 01:21
Cara la mia moderatrice Christine , scusa se te lo chiedo : qual’è esattamente la tua concezione di americanismo?

Ti dico qual'e' la mia concezione dell'America:

http://static.flickr.com/102/295451121_03a9140103_m.jpg

Not like the brazen giant of Greek fame,
With conquering limbs astride from land to land;
Here at our sea-washed, sunset gates shall stand
A mighty woman with a torch, whose flame
Is the imprisoned lightning, and her name
Mother of Exiles. From her beacon-hand
Glows world-wide welcome; her mild eyes command
The air-bridged harbor that twin cities frame.
"Keep ancient lands, your storied pomp!" cries she
With silent lips. "Give me your tired, your poor,
Your huddled masses yearning to breathe free,
The wretched refuse of your teeming shore.
Send these, the homeless, tempest-tost to me,
I lift my lamp beside the golden door!"

-Emma Lazarus

Holuxar
27-11-06, 00:00
I Sudisti lottavano per la propria libertà ed identità e quindi ribadisco la mia solidarietà alla loro causa!
Per quel pochissimo ed anzi nulla che può contare , visto che concretamente quella guerra è stata persa allora ed ormai non può cambiare più niente , a quasi un secolo e mezzo di distanza da quegli eventi storici…
I nostri giudizi personali , storici , morali , ecc. non servono a rivoltare la realtà dei fatti.
Adesso comunque si spiegano le ragioni fondamentali di tanto astio ed ardore anti-sudista da parte della nostra cara moderatrice : non sono tanto il frutto di argomentazioni e convinzioni storiche , quanto semplicemente di fedeltà patriottica ed eredità culturale e genetica , visto che la cara Christine discende dagli yankee ed è orgogliosa della proprie radici…come lei stessa mi ha comunicato e confermato.
Beh , che dire a questo punto?! Fai bene dal tuo punto di vista a sostenere la causa yankee , poiché era la causa per cui hanno combattuto alcuni dei tuoi avi e questo mi sembra un motivo più che sufficiente per credere che loro avessero ragione…Ma almeno evita di credere e di affermare , ingannando te stessa per prima , che lottavano in maniera ‘disinteressata’ per cause ‘umanitarie’ , per abolire la schiavitù dei negri o per l’emancipazione degli stessi : perché ciò semplicemente non era vero , quelle erano solo le ragioni ‘ufficiali’ da loro dichiarate , dietro cui si celavano ben altri scopi ed interessi egoistici ed espansionistici.
Per me è giustissimo che ognuno sia orgoglioso della propria cultura , tradizione e stirpe ; ma ciò non deve portare a cercare di falsificare la storia per motivi propagandistici e patriottici.
Si sostengano e si elogino pure gli yankee in buona coscienza , ma non si venga a proclamare , oltrepassando il senso del ridicolo , che erano all’epoca ‘altruisti liberatori’ dei negri e che magari nelle 2 guerre mondiali ed oggi lo sono dell’Europa e del mondo intero…Come già nella guerra di secessione , anche in seguito gli yankee , o meglio i loro governanti , hanno sempre e soltanto mirato a difendere ed espandere i propri interessi e nient’altro. Come del resto fanno quasi tutti gli altri , soltanto che almeno alcuni (purtroppo assai rari , ahimé) hanno il buon gusto e la nobile sincerità di dichiararlo ed ammetterlo senza ipocrisia retorica , senza ubriacanti e distorti giri di parole , candidamente ed espressamente.
La differenza di valore degli esseri umani è tutta qui : tutti sono relativamente egoisti , ma almeno c’è chi ha il coraggio di dirlo onestamente e non si presenta artificialmente per quello che non è , bensì mostra il proprio vero e spontaneo volto.
Il mio sostegno ai vecchi sudisti invece è più o meno disinteressato e scevro da ben evidenti ragioni genealogiche/ideologiche di parte , perché l’unica cosa che mi lega a loro è la convinzione della validità storica della loro causa , l’apprezzamento della ragioni della loro resistenza identitaria ed il fatto di condividere per alcuni versi la loro visione del mondo e filosofia di vita.
Comunque io non ‘criminalizzo’ gli yankee , mi dà solo fastidio che siano stati loro a ‘criminalizzare’ prima i sudisti e poi tutti i loro oppositori , abitudine e vizio che conservano ancora e cosa che non smettono di fare.
Io sto dalla parte della verità storica e quindi provo indirettamente una certa simpatia e sono sempre un po’ a favore dei ‘cattivi’ , dei ‘criminalizzati’ , dei ‘maledetti’ , dei ‘demonizzati’ e dei ‘colpevolizzati’ dalla storia ‘ufficiale’ solo per mere ragioni propagandistiche , dogmatiche ed aprioristiche : si tratti dei ‘barbari’ antichi e medievali o dei vandeani e degli altri ‘insorgenti’ antigiacobini o dei ‘nazifascisti’ o dei boeri dell’apartheid o dei ‘terroristi islamici’ o di chiunque altro ha subito per certi versi una sorte simile a quella dei sudisti.

In ogni caso , cosa mi dice Christine e cosa mi dicono i vari filo-americani ‘trendisti’ anti-razzisti del fatto che gli Usa , fin dalle origini della loro storia , abbiano avuto la chiara tendenza a presentarsi in teoria e ad essere in pratica una “Herrenvolk Democracy”?!
Avete dato un’occhiata ai links da me indicati? Beh , fatelo.
Autori come Losurdo (certo , un comunistaccio ma pure uno storico ed un filosofo scrupoloso e sempre capace di argomentare con dettagli) e altri indicati hanno documentato in maniera inequivocabile questa caratteristica tipica dei più degli euro-americani fondatori.
Del resto , basta leggersi vari autori dell’epoca e ‘ribelli americani’ per rendersene conto : rivendicavano (al pari dei famosi “Levellers”) i “diritti particolari ed innati degli inglesi” , non certo astratti “diritti naturali umani ed universali” come oggi va ‘progressisticamente’ di moda fare. Quindi le libertà concrete da costoro rivendicate come proprie avevano una matrice etnica , quando non razziale ; venivano fatte risalire indietro nel tempo , all’antichità o al medievo , agli avi germanici/anglosassoni ed affini.
Ci sono tanti esempi e nomi che si potrebbero citare a tal proposito , sia fra gli inglesi/britannici liberali moderni che fra gli anglo-americani. Hume , Herbert Baxter Adams , John Burgess , Von Holst , Schoulder , Parkman , Bancroft , ecc. facevano ampio uso di questa retorica in chiave etno-genetica da proto-liberalismo medievale ed arcaico. Herbert Baxter Adams elogiava le origini germaniche delle istituzioni americane , dalle quali faceva derivare anche la propensione innata alla libertà , all’indipendenza e all’autogoverno.
Henry Ireton , cognato di Cromwell , sosteneva che esisteva fra gli Anglosassoni una costituzione fondata su libertà ed uguaglianza (sempre in senso etnico ed elitario) : da questa fonte deriverebbero i “diritti innati” degli inglesi poi negati dall’invasione normanna e conculcati dai re e dai tiranni. Quindi nella libertà inglese ci sarebbe un fondamento genealogico.
Argomentazioni simili le utilizzava perfino Churchill ed ancora adesso , seppur con più cautela , le usano anche odierni storici inglesi ed anglo-americani come Conquest ed altri.
Anche il grande anglo-irlandese Burke , famoso critico della rivoluzione francese che fra l’altro simpatizzava palesemente per la Confederazione del Sud , l’aveva capito e lo sottolineava sempre a proposito dei rivoluzionari americani.
Posso citare pure il libro del danese-americano Robert Dahl intitolato “Fino a che punto è democratica la costituzione americana?”, in cui si ricorda come nella sua stesura originaria (1787) la costituzione americana accettava l’istituto della schiavitù e perfino incorporava la legislazione punitiva contro gli schiavi fuggitivi!
Inoltre lasciava intatte le restrizioni al diritto divoto stabilite dai singoli stati e che escludevano dall’esercizio di tali diritti i negri , i vari ‘colorati’ , gli ‘indiani’ pellerossa nonché le donne ed i ceti inferiori.
Insomma c’è l’imbarazzo della scelta e quindi non sorprende che proprio negli Usa sia fiorita la tradizione del razzismo biologico nordicista di autori come Madison Grant , Lothrop Stoddard , ecc. ancor più che in Germania o in altre nazioni d’Europa. E qui non è questione di ‘sudisti’ o ‘nordisti’ e di guerra di secessione , questa è una componente culturale tipica degli Usa ‘old style’ in generale che include non solo i ‘dixie schiavisti’ ma anche gli yankee.
Intendiamoci : non che tutti gli anglo-americani fossero razzisti o quasi , ma di fatto tali posizioni avevano un certo seguito ed erano all’epoca assai diffuse fra le persone di ceto e cultura medio-alta ; e ancora in pieno novecento , anche dopo il 1945 e la fine della seconda guerra mondiale , c’era chi le sosteneva fra politici e persone importanti oltre che in determinati circoli culturali.
Christine , tu che sei americana che ne pensi? Ho capito che tu sei contraria ad ogni razzismo , ma resta il fatto che anche fra gli yankee il razzismo era ed è diffuso e non solo nel Sud agrario ed ‘arretrato’ del KKK (setta massonica e xenofoba protestante che , preciso , io non appoggo minimamente) o simili associazioni. Quindi non si incolpino solo i sudisti ‘ignoranti’ , ‘cattivi’ e ‘schiavisti’ per ciò che era abbastanza comune e culturalmente condiviso anche nel resto degli Usa.
Chiaro il senso del mio discorso? Ciao. Saluti filo-sudisti!
Holuxar

Christine
27-11-06, 15:36
Adesso comunque si spiegano le ragioni fondamentali di tanto astio ed ardore anti-sudista da parte della nostra cara moderatrice : non sono tanto il frutto di argomentazioni e convinzioni storiche , quanto semplicemente di fedeltà patriottica ed eredità culturale e genetica , visto che la cara Christine discende dagli yankee ed è orgogliosa della proprie radici…come lei stessa mi ha comunicato e confermato. Beh , che dire a questo punto?! Fai bene dal tuo punto di vista a sostenere la causa yankee , poiché era la causa per cui hanno combattuto alcuni dei tuoi avi e questo mi sembra un motivo più che sufficiente per credere che loro avessero ragione…Ma almeno evita di credere e di affermare , ingannando te stessa per prima , che lottavano in maniera ‘disinteressata’ per cause ‘umanitarie’ , per abolire la schiavitù dei negri o per l’emancipazione degli stessi : perché ciò semplicemente non era vero , quelle erano solo le ragioni ‘ufficiali’ da loro dichiarate , dietro cui si celavano ben altri scopi ed interessi egoistici ed espansionistici.
Per me è giustissimo che ognuno sia orgoglioso della propria cultura , tradizione e stirpe ; ma ciò non deve portare a cercare di falsificare la storia per motivi propagandistici e patriottici.
Sono orgogliosa di essere una discendente di alcuni dei soldati yankee non perche sono una discendente di alcuni di loro. Sono orgogliosa di essere una discendente di alcuni di loro perche hanno fatto cio' che hanno fatto.

benfy
27-11-06, 16:36
se si mette in discussione Lincoln vuol dire che il mondo gira alla rovescia

bottero
07-12-06, 00:48
pur trovando sempre interessante uno sguardo diverso da quello "canonico" sui fatti storici, resta il fatto che la schiavitù fu formalmente abolità (nei fatti la segregazione durò fino agli '60 del XX secolo, ma vabbé...), e questo a livello simbolico non è da poco.

però è vero che il periodo della guerra civile (e successivo) è oggetto di un dibattito tra gli storici.

affrontando il discorso da un altro punto di vista, forse più frivolo, ma nemmeno tanto, segnalo che la Detective Comics (una casa editrice di fumetti americana), ultimamente sta pubblicando una serie nel suo imprint "Vertigo", che racconta una vicenda proprio di quel periodo: un reduce delle truppe sudiste torna a casa e deve affrontare la situazione. la serie si chiama The Loveless, ed è molto bella.

Gilbert
15-12-06, 01:38
consiglio la visione del film Gettysburg, uno dei più belli mai fatti.
Il generale Lee é raffigurato molto bene come abolizionista.

I nordisti non parlano di abolire laschiavitù se non dopo due anni dall'inizio della guerra civile.
Leggere l'enciclopedia della guerra di secessione americana per credere.

Christine
18-12-06, 18:29
I nordisti non parlano di abolire laschiavitù se non dopo due anni dall'inizio della guerra civile.
Leggere l'enciclopedia della guerra di secessione americana per credere.

They sought to restrict the territorial enlargement of slavery. By prohibiting new slave states from joining the Union, the balance in Congress would eventually allow slavery to be constitutionally abolished.

Gilbert
19-12-06, 00:45
se campa cavallo....a loro non gliene fregò nulla per due anni degli schiavi....

Christine
19-12-06, 01:59
se campa cavallo....a loro non gliene fregò nulla per due anni degli schiavi....

Era l'argomento principale durante il decennio primo della guerra.

Gilbert
19-12-06, 14:56
si ma nel Nord il governo non la abolì prima di due anni dopo che iniziò la guerra....
Il Sud viceversa entrò in guerra dopoa ver dichiarato che al termine avrebbe liberato tutti gli schiavi.

L'argomento principale prima della guerra era l'economia strozzata ed il rinvigorimento del patriotismo degli stati confederati.
Si parlava inoltre di costituzione e si ricordava da parte sudista che gli stati Usa riconoscevano il diritto di secedere ai consociati.

Gilbert
19-12-06, 14:59
I soldati rebels combattevano contro i diritti degli neri -- la vita, la libertà e la ricerca della felicità. Il Norte ha dovuto combattere contro la aggressione contro la propria Patria (gli Stati Uniti) da parte di chi hanno cercato distruggerla.

cara Christine,

sei fortunata che Mel Gibson non ha mai fatto film sulle porcherie commesse dagli yankees nel Sud....invece ha fatto un film in cui gli inglesi sono peggio di Hitler....

Ricordo che lo stesso comandante supremo delle forze sudiste, Generale Lee era antischiavista....come fai a dire che i soldati del Sud combattevano perché odiavano i neri?
Ma sai che c'erano anche intere formazioni militari sudiste costituite interamente da soldati di colore LIBERI e VOLONTARI ?

Christine
19-12-06, 16:23
si ma nel Nord il governo non la abolì prima di due anni dopo che iniziò la guerra....
Il Sud viceversa entrò in guerra dopoa ver dichiarato che al termine avrebbe liberato tutti gli schiavi.

Gilbert, mi sembra che nella tua visione della storia, vale di piu' la tua ideologia che la verita'. Questa cosa lo hai detto spesso, benche' la storia mostra il contrario. Allora, per favore, puoi cominciare a includere la fonte?

Gilbert
19-12-06, 19:40
Gilbert, mi sembra che nella tua visione della storia, vale di piu' la tua ideologia che la verita'. Questa cosa lo hai detto spesso, benche' la storia mostra il contrario. Allora, per favore, puoi cominciare a includere la fonte?

esiste una "Enciclopedia della guerra civile americana" da cui attingere preziose informazioni....

Cara Christine, l'impressione che tu hai dichairato la ho più volte nutrita io nei tuoi riguardi, unita a quella che forse non mi leggi, visto che già avevo citato quest'opera monumentale.
Aggiungo che perfino il mio libro di storia delle superiori ne parlava sommariamente di alcune delle cose che ti ho scritto....

Christine
19-12-06, 20:19
esiste una "Enciclopedia della guerra civile americana" da cui attingere preziose informazioni....

Cara Christine, l'impressione che tu hai dichairato la ho più volte nutrita io nei tuoi riguardi, unita a quella che forse non mi leggi, visto che già avevo citato quest'opera monumentale.
Aggiungo che perfino il mio libro di storia delle superiori ne parlava sommariamente di alcune delle cose che ti ho scritto....

Non l'ho, quindi poi per favore scrivere la citazione e l'autore che ha scrito che i sudisti erano abolizioniste e non i Yankees?

Eric Draven
26-01-07, 16:23
e potresti anche dire dov'è in Italia una scuola pubblica in cui gli insegnanti sprecano più di 17 secondi per parlare della storia americana? perchè nei miei ricordi di scuola il capitolo della guerra d'indipendenza veniva sistematicamente saltato,come tutta la storia americana fino alla seconda guerra mondiale......