PDA

Visualizza Versione Completa : Olio d'oliva.



Eymerich (POL)
07-05-06, 11:17
IL BINOMIO OLIO DI OLIVA & SALUTE PUO’ DETERMINARE IL SUCCESSO COMMERCIALE?
La testimonianza di Luigi Tega su un tema cruciale e controverso. Fornire una immagine più curata e attraente, per dare luce a qualcosa che appare spento. Le virtù terapeutiche degli extra vergini ci allontanano dal sogno
(06 Maggio 2006 TN 17 Anno 4)

di T N

Pubblichiamo il lungo intervento di Luigi Tega sul tema olio di oliva e salute, considerando che la sua lettera del 22 aprile scorso (leggi: http://www.teatronaturale.it/articolo/2531.html) ha suscitato diverse reazioni.

Per chi avesse perso l’articolo di primo piano del 29 aprile, a firma di Luigi Caricato, ecco il link:
http://www.teatronaturale.it/articolo/2546.html.
Ed ecco invece le lettere:
- del professor Giuseppe Caramia: http://www.teatronaturale.it/articolo/2557.html
- e della produttrice olivicola Elvira Ciabarra: http://www.teatronaturale.it/articolo/2558.html

Vista la lunghezza del testo di Tega, non è il caso di insistere ulteriormente con una risposta.
L'argomento è ghiotto e l’appuntamento è perciò rimandato al numero di sabato 13 maggio.
Ci saranno gli interventi di Luigi Caricato e Alberto Grimelli.
Quali saranno le loro posizioni? La curiosità di certo non manca; nel frattempo, è bene che giungano altre utili considerazioni.
Ecco intanto le interessanti e sostanziose riflessioni di Luigi Tega.
Buona lettura.


L’INTERVENTO

Gentilissimo dott Caricato,
vedo con piacere che la mia provocazione ha prodotto degli effetti e di questo sono lieto, spero che questo possa essere l’inizio di un confronto serio sulla efficacia della comunicazione e del marketing applicato all’olio extra vergine di oliva.
Spero anche che i moltissimi lettori di questa rubrica possano apportare dei contributi preziosi a questa nostra discussione.
Urge per il sottoscritto Luigi Tega chiarire a questo punto cosa volevo intendere quando ho sferrato un duro attacco all’argomento olio e salute come elemento essenziale centrale e determinante di una comunicazione strategica efficace finalizzata al marketing.

Faccio prima un passo indietro.
In un recente articolo apparso su Teatro Naturale, si evidenziavano le difficoltà del comparto oleico italiano, ed i pericoli derivanti dalla sempre più agguerrita concorrenza estera.
L’articolo concludeva in modo esemplare dicendo:
Un Sassicaia non è solo un vino, una Ferrari non è solo una macchina, un Rolex non è solo un orologio, se non saremo capaci di vendere un sogno l’intero comparto rischia di essere spazzato via.

Cercherò quindi di argomentare perché, a mio modo di vedere, puntare decisamente come fondamentale aspetto di comunicazione sulle virtù terapeutiche dell’olio di oliva, ci allontana dal sogno.

Vorrei fare un esempio introduttivo:
Sappiamo tutti che anche il vino rosso contiene importanti sostanze fenoliche in grado di svolgere un funzione protettiva nei confronti delle malattie cardiovascolari, Lei da studioso conoscerà meglio di me il “paradosso francese” ma sarà d’accordo con me che chi acquista Sassicaia non lo fa pensando che quel vino gli garantirà qualche mese di vita in più. La spinta emozionale all’acquisto è completamente diversa, ma questo lo analizzeremo successivamente.
L’aspetto salutistico può essere di supporto ad una strategia molto più vasta ed articolata e non assolutamente coincidente con la strategia di comunicazione stessa.
Se il settore vive un crisi profonda mi sento assolutamente certo nell’affermare che non saranno i tocoferoli o lo squalene o l’aciso grasso monoinsaturo a salvare il comparto.


Risorse, cervelli, studiosi di marketing e di comunicazione, pubblicitari, di altissime capacità, andrebbero coinvolti nell’espletare strategie ben più articolate in cui l’aspetto salutistico deve rappresentare un supporto non determinante della strategia stessa.

Ma perché io penso che non sia l’aspetto salutistico l’elemento essenziale sul quale puntare?

Partiamo dal suo ragionamento razionalmente ineccepibile: se la scienza medica scopre che un prodotto fa così bene alla salute, questo deve rappresentare l’aspetto centrale della comunicazione e del marketing del prodotto stesso per produrre un aumento della domanda del consumatore e quindi delle vendite.
Seguendo il suo ragionamento, se la stessa scienza medica dovesse scoprire che un prodotto fa malissimo, noi dovremmo assistere ad un crollo delle vendite di quel prodotto.
Purtroppo così non è, penso che non ci sia abitante di questo mondo che non sappia che le sigarette rappresentano un pericolo mortale per la salute eppure gli ultimi dati dicono che c’è un incremento del consumo di tabacco nel mondo.
Quindi il suo postulato non è valido in assoluto, e non è difficile capire perché ciò accade.
Per fare questo introduciamo alcuni concetti semplicissimi ma che sarebbe bene che tutti conoscessero : forma, sostanza, spinta emotiva, spinta razionale, rispecchiamento comportamentale e linguistico, target di riferimento, risoluzione di problemi o soddisfacimento di bisogni espressi o latenti.

Il mio professore di marketing diceva: qualunque acquisto avviene sempre sotto una spinta emotiva, la parte razionale risulta essere in molti casi del tutto trascurabile.
Concorderà con me che c’è ben poco di razionale nell’acquistare una bottiglia di vino a 100 o 200 € così come non c’è nulla di razionale nell’acquistare un macchina che fa i 300 orari o un orologio da migliaia di €.
Quando parliamo di tocoferoli, di prevenzione delle malattie cardiovascolari e neoplastiche, stiamo comunicando alla parte razionale, non a quella emozionale, sperando che questa sia determinante nel processo di acquisto quando è invece del tutto minoritaria.

E’ come se la Mercedes per pubblicizzare la sua macchina iniziasse a spiegare il numero di pistoni, valvole marmitte eccetera, fa una cosa molto più semplice: mette un bel ragazzo al volante con una splendida fanciulla vicino ed il messaggio è tutto lì. Cerca di stimolare la nostra parte emotiva non la razionale che non gli farebbe vendere una macchina.
Introduciamo un altro concetto: forma e sostanza.
Noi tutti siamo stati condizionati negativamente da insegnamenti del tipo: devi puntare sulla sostanza, non sulla forma!! La sostanza è tutto!!!
Eppure un recente studio negli Stati Uniti evidenzia come l’efficacia della comunicazione , dove per comunicazione si intende il risultato che vogliamo ottenere, ( nel nostro caso rendere l’olio di qualità più attraente), è determinata per il 93% dalla forma e solo per il 7 % dalla sostanza, dal valore intrinseco di ciò che stiamo comunicando.
Quindi concludendo dobbiamo trasmettere emozioni e puntare sulla forma, oggi trasmettiamo informazioni puntando sulla sostanza e, se sono vere le nozioni di marketing e di comunicazione che Le ho elencato tutto questo ci allontana dal sogno che dovrebbe salvare il comparto.
A questo punto il mio professore di marketing direbbe: se vuoi vendere qualcosa a qualcuno devi risolvergli un problema e devi usare la tecnica del rispecchiamento comportamentale e linguistico, in sostanza devi dirgli le parole che sono a lui più vicine e devi comportarti come lui devi sapere cosa vuole e devi darglielo, non fare ciò che è giusto ma ciò che è efficace per raggiungere l’obbiettivo.
Senza dare alcun giudizio di merito, nelle ultime elezioni politiche c’è stato un leader che ad un certo punto ha utilizzato solo la tecnica del rispecchiamento, ed ha rischiato di vincere le elezioni!!!!

Lei per confutare le mie parole sostiene che anche gli oli di semi, nonostante non abbiano le proprietà salutistiche dell’olio puntano sugli aspetti salutistici, quindi, a maggior ragione dovrebbe farlo l’olio di oliva.
Bene, allora analizziamo la pubblicità di maggior successo della storia dei grassi, cioè la pubblicità dell’olio Cuore, un esempio perfetto di unione degli aspetti che abbiamo chiarito: spinta emotiva rispecchiamento, forma.
Tutti noi ci ricordiamo Castelnuovo che salta la staccionata, bello magro atletico in forma, unuomo di successo, si avvicina poi ad una bella donna e si siede, lo slogan “ mangiar bene per sentirsi in forma” è strepitoso.
Se l’olio Cuore avesse utilizzato lo slogan: utilizzate questo olio perché il suo alto contenuto in acidi grassi polinsaturi previene le malattie cardiocircolatorie e neoplastiche, avrebbe fallito.
Il messaggio che viene fornito è essere magri, essere in forma essere giovani, l’olio Cuore è leggero, sembra quasi un olio che ti fa dimagrire.
Il messaggio è in positivo, non elenca malattie terribili e utilizza il rispecchiamento, chi di noi non vuole essere atletico, magro, in forma?
La comunicazione dei benefici dell’olio di oliva, è talmente noiosa, i ricercatori fanno a gara ad utilizzare termini sempre più tecnici e specifici, acidi grassi monoinsaturi, stabilità di legami, Alfa-tocoferoli, lipasi, acroleina, ……….basta!!!!!
E poi si elencano tutti benefici a lungo termine; basta leggere una qualunque depliant istituzionale o le pubblicità progresso o testi specialistici ecc……., ma domando, chi se ne frega oggi di cosa mi succederà tra 30 anni?
L’esempio delle sigarette è emblematico, creano un danno a lungo termine e quindi………. . è irrilevante.
Sono convinto che se al posto di: Il fumo uccide, venisse scritto: Il fumo ti fa puzzare l’alito, il messaggio sarebbe più efficace.
Non voglio sbilanciarmi in analisi sociologiche ma un giovane può interessarsi alla prevenzione delle malattie neoplastiche e cardiocircolatorie a 24-25 anni ( ecco la mia provocazione: quanti giovani saranno presenti al convegno ?), quando si sente immortale nel pieno delle sue forze, e della sua carica ormonale? Lei a 20 anni pensava alla prevenzione?
Un importante sociologo diceva che l’uomo vive tutta la sua vita con 2 paure: fino ad una certa età ha paura di vivere, dopo una certa età ha paura di morire.
Può l’olio pensare di parlare solo a chi ha paura di morire?

Oppure deve elaborare una comunicazione diversa, più attraente? verso un pubblico giovane?
Le ricordo che il vino esplode come fenomeno sociale dal momento che i giovani iniziano ad interessarsi ad esso ed oggi è comune assistere a ventenni di sesso sia maschile che femminile che si iscrivono a corsi di assaggio.
Sarebbe interessante capire quale problema risolve il vino se è vero il principio : se vuoi vendere qualcosa a qualcuno devi risolvergli un problema; si scoprirebbe che risolve uno dei più grandi problemi dell’uomo, ( ma non è questa la sede per valutare ciò, ci sposteremmo troppo lontano).
Parliamoci chiaramente non c’è nessun’altro prodotto alimentare così vecchio spento senza fascino edonisticamente irrilevante, senza appeal come l’olio, tra poco verrà superato anche dall’acqua.
Io dico sempre che la più grande responsabilità delle grandi multinazionali non è stata quella di frodare il consumatore, ingannarlo, sfruttando legislazioni amiche e tolleranti giocando sull’equivoco di avere l’oleificio( non il frantoio ) in un’area geografica per confezionare oli esteri, schiacciando in basso i prezzi e strozzando le aziende olivicole, ma quello di non aver investito in immagine fascino aspetti edonistici.
Basta vedere le bottiglie e le etichette dei più grandi marchi, una scatola di burro, una passata di pomodoro hanno spesso una immagine più curata ed attraente.
Quindi dobbiamo cominciare a dare luce a qualcosa che è spento.
E questo lo si fa investendo in immagine comunicazione, coinvolgendo ed ovviamente pagando, esperti di marketing, pubblicitari ecc…., rinunciando a qualche convegno e reperire risorse da destinare in quella direzione.
Lasciando fare ai ricercatori la ricerca e non cadendo nell’equivoco di incaricarli anche di fare comunicazione, che è decisamente un’altra cosa e per la quale servono competenze specifiche.

Quando dicevo: noto con tristezza l’ennesimo convegno su olio e salute volevo dire, ecco altri 15-20.000 € che se ne vanno, in un convegno ineccepibile che spiegherà che consumare olio fa bene e poi?…
Torno a ripetere: pensare di rendere attraente l’ olio puntando principalmente sulla prevenzione delle malattie cardio-circolatorie e neoplastiche equivale a pensare di dissuadere i consumatori di sigarette scrivendo : il fumo uccide.
Entrambe comunicazioni giuste ma inefficaci.
La saluto cordialmente

Luigi Tega



[Fonte:http://www.teatronaturale.it/articolo/2559.html]