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marimari
09-05-06, 00:07
Il moggismo e certe frasi
da non sottovalutare





Non si può parlare di calcio giocato, e già il fatto che in Italia si sia sempre dovuto distinguere tra "calcio giocato" e qualcos'altro è il segno di quali tempi abbiamo vissuto e forse, speriamo, smetteremo di vivere. Suggeriamo qualche riflessione.

1) Il problema, più che Moggi, è il moggismo, cioè un sistema abilmente creato dal suo ideatore ma ampiamente condiviso a ogni livello, e anche da molti che adesso fanno finta di indignarsi. Il cerchio si è chiuso definitivamente quando il potere di Moggi si è affiancato a quello della squadra più potente d'Italia (lo era anche con Boniperti, il quale non era un angioletto: anzi), formando una struttura neanche tanto invisibile che ha pilotato il calcio italiano. Già da tanto tempo: del resto Baldas, il moviolista di Biscardi trattato come uno scendiletto, è un ex designatore.


La vera domanda da porsi è questa: perché mai nessuno si è ribellato?
Forse perché i pochi che l'hanno fatto sono finiti male, forse perché davvero nessuno aveva armadi senza scheletri e coscienza veramente pulite? Il succo del problema, in sostanza, è che chi ha combattuto il moggismo ha cercato di farlo usando le stesse armi, ricalcando gli stessi metodi e magari invidiando il potere e il denaro accumulato dalla famiglia Moggi. Ha cercato, dunque, di rimpiazzare il re, di ereditarne la tirannia.

Di restaurare, non di rivoluzionare. Così sono spuntate piccole Gea di periferia, così molti club hanno cercato di reclutare arbitri di fiducia (anche se Moggi aveva un esercito, a sua disposizione), così s'è cercato di aggirare leggi, regole, doveri: basti pensare al caso passaporti (che ha coinvolto anche l'Inter dell'"onesto" Moratti), ai bilanci gonfiati dalle plusvalenze fittizie (e l'"onesto" Moratti c'è dentro pure qui) o, semplicemente, alla tacita connivenza a un sistema di potere marcio, ma redditizio per chi lo frequentava.

Ognuno, in buona sostanza, ha badato all'interesse del proprio orticello, quasi sempre nelle convinzione che, restando buoni silenziosi e allineati, un tornaconto sarebbe comunque tornato: una panchina per l'allenatore in disgrazia, un ingaggio per il calciatore in declino, un aiutino per un club in crisi finanziaria, una promozione per un arbitro mediocre, un affaruncolo per un procuratore di terza fila, una vetrina per un giornalista arrivista e così via, nelle convinzione che dal tavolo dei Moggi sarebbe sempre caduta qualche briciola da cui alimentarsi.

Qualcuno c'è stato per ingenuità (potremmo di nuovo citare Moratti), molti per calcolo (Sensi, magari?), diversi per opportunità.

Ma quando il sistema è stato esportato abbiamo sempre fatto figuracce, in Europa o nel Mondo.

Perché non siamo abituati a vincere o perdere solo con le nostre forze, ma sempre e solo immaginando spinte o frenate da qualcuno che tirava le fila.

Moggi ha cavalcato alla grande questo degrado: lui ha vinto e guadagnato più degli altri, più di tutti, ma ha fatto vincere (pochino) e guadagnare (qualcosa) anche ad altri che - in condizioni normali, non avrebbero vinto né guadagnato nulla. È stato un sistema basato sull'incompetenza, dilagata nella disonestà. Assomiglia molto al Paese in cui viviamo.

2) La frase più drammaticamente vera l'ha scritta Michele Serra: è esattamente come ci immaginavamo che fosse. Infatti. Talvolta, si poteva pensare che il sospetto venisse dall'invidia, che il disgusto lo provocasse l'incapacità di accettare una sconfitta, che la teoria del complotto fosse un alibi per giustificare un fallimento. Invece no: le cose andavano come dovevano andare, sempre o quasi. E non bisognava vergognarsi di dubitare. Con complicità veramente molto diffuse.

Se Moggi scomparirà nel fango cercando di trascinare più gente possibile (è la teoria autoassolutoria del "così fan tutti", risultata vincente anche nel processo doping), non lo si può considerare un fatto negativo.
Qualche oasi pulita (o quanto meno non completamente sporca) è rimasta, qualcuno è ancora in tempo a fare pulizia: da lì si può ripartire, purché Moggi e il moggismo (raffinato, poi, dalla scaltra abilità di Giraudo, da alcuni indicato come il dirigente più illuminato del calcio italiano: esattamente quello che a Moggi mancava) diventino finalmente un'erbaccia cui dare fuoco, non un modello a cui tendere.

3) Pairetto era considerato l'arbitro di fiducia del Napoli di Moggi, quello che vinceva gli scudetti. Giocava tutte le settimane a pallone al Filadelfia, dove si allenava il Torino di Moggi. Era sull'aereo che recentemente ha portato a Londra la Juventus di Moggi: non lo sapeva nessuno?

4) Per un giornalista, una delle intercettazioni più dolorose è quella della conversazione tra Moggi e Tosatti, in cui il numero uno dei nostri opinionisti telefona al numero uno dei nostri dirigenti per insultare l'arbitro tedesco Fandel (eravamo nelle ore successive di Juventus-Djurgarden) e per invitarlo a intervenire immediatamente presso Pairetto.

5) Un'altra intercettazione un po' sottovalutata è quella del dialogo tra Moggi e Giraudo, in cui in due raccolgono e commentano la voce secondo cui nel Palazzo si è deciso di fare vincere l'Inter: a parte il fatto che poi l'Inter non ha vinto (evidentemente, si è riusciti a far cambiare idea a qualcuno), è allucinante sapere che fosse del tutto normale immaginare che l'orientamento del campionato lo si decidesse a tavolino, in estate.

6) Moggi compra giocatori facendoli litigare, muovendo procuratori e intermediari, mettendo uno contro l'altro compagni di squadra, calciatori e dirigenti. Ma si è indignato quando Rummenigge ha definito "mafiosi" questi metodi, senza nemmeno avere il supporto di un'intercettazione. Rummenigge non parlava a vanvera.

7) Per Moggi, un sacco di gente con cui fa affari merita l'epiteto di coglione. Sarebbe bello che qualcuno di questi alzasse il dito e rispedisse al mittente l'insulto, che peraltro Lucianone non ha neppure il coraggio di riferire di persona.

8) Uno di quelli che ne esce peggio è Marcello Lippi, trattato quasi alla stregua di un utile idiota dai dirigenti con i quali ha lavorato per anni, come un uomo a cui venivano imposte anche le convocazioni. Il figlio di Lippi lavora per la Gea, è uno dei procuratori in ascesa. Lippi dovrebbe dimettersi.

9) Chi sostiene che le intercettazioni non svelino, tutto sommato, niente di particolarmente scandaloso, provi a riflettere sul fatto che le cose veramente serie non si discutono per telefono, ma di persona. Immaginarsi cosa ancora non si sa, allora.

10) Il calcio in Italia è come il wrestling: lo hanno scritto molti tifosi su molti forum, ed è vero. Il fatto è che il wrestling - spettacolare, esagerato e finto - piace a molti. Anche questo calcio. Perciò ci chiediamo. quanti hanno veramente voglia di cambiare? Gli ultras, almeno quelli non prezzolati (e sono la maggioranza), alla fine sono quelli che ne escono meglio.

(8 maggio 2006)

www.repubblica.it

sarrebal
09-05-06, 00:15
Ahahahah....

Il punto 5 in effetti fa riflettere. Avete una squadra e un allenatore talmente inguardabili che non riuscireste nemmeno con quello......

Il punto 7 sono cazzi di Moggi, e succede in tutte le telefonate nel mondo.
Il punto 9 che cazzo vuol dire? Insomma, a tavolino decidono di far vincere voi....voi non ci riuscite e allora dite che non al telefono chissa' cosa decidono.

Siete ridicoli.

La rosa di Pisa
09-05-06, 01:05
Ahahahah....

Il punto 5 in effetti fa riflettere. Avete una squadra e un allenatore talmente inguardabili che non riuscireste nemmeno con quello......

Il punto 7 sono cazzi di Moggi, e succede in tutte le telefonate nel mondo.
Il punto 9 che cazzo vuol dire? Insomma, a tavolino decidono di far vincere voi....voi non ci riuscite e allora dite che non al telefono chissa' cosa decidono.

Siete ridicoli.


Meglio ridicoli che LADRI

nemesis (POL)
09-05-06, 14:35
Ahahahah....

Il punto 5 in effetti fa riflettere. Avete una squadra e un allenatore talmente inguardabili che non riuscireste nemmeno con quello......

Il punto 7 sono cazzi di Moggi, e succede in tutte le telefonate nel mondo.
Il punto 9 che cazzo vuol dire? Insomma, a tavolino decidono di far vincere voi....voi non ci riuscite e allora dite che non al telefono chissa' cosa decidono.

Siete ridicoli.


Fieri di essere RIDICOLI, ma ONESTI.

INTER FOREVER