Danny
13-05-06, 20:40
Sensi vs Lega: 3 mesi di inibizione
Mano pesante della Disciplinare: il presidente giallorosso non potrà svolgere incarichi ufficiali in seno alla Federazione. Ammenda di 40mila euro alla società
Milano, 14 novembre 2002 - Inibizione per tre mesi, e un'ammenda di 40mila euro alla società. E' la mano pesante della Commissione disciplinare della Lega calcio nei confronti del presidente della Roma Franco Sensi, dopo i due deferimenti comminati al numero uno della società di Trigoria per dichiarazioni rese alla stampa.
Sensi, che non potrà svolgere per 3 mesi ogni attività in seno alla Federazione (assemblee, consigli di Federcalcio e Lega, calciomercato, frequentazione degli spogliatoi in occasione delle partite) aveva criticato aspramente l'attuale gestione della Lega calcio, di cui, tra l'altro, è anche consigliere.
In due diverse interviste, il presidente giallorosso aveva prima accusato Adriano Galliani di non essere un presidente di Lega super partes, "la Juve...col Milan - si legge sul giornale 'Controcampo' del 13 ottobre - ha creato un'organizzazione parallela al calcio dando vita ad una posizione equivoca che va smascherata", e sulla Gazzetta dello Sport (21 ottobre) si era scagliato contro Giraudo e, nuovamente, Galliani perché "pensano di poter gestire tutto il calcio".
In entrambe le dichiarazioni, la Commissione ha ravvisato un "travalicamento del lecito diritto di critica, perché esprimono - si legge nella nota - gravi giudizi lesivi della credibilità e reputazione di persone operanti nell'ambito federale".
Per questo motivo la Commissione ha inibito Sensi dal ricoprire cariche societarie per la durata di 3 mesi, infliggendo inoltre alla Roma una ammenda di 40 mila euro. In conseguenza dell'inibizione il presidente giallorosso non potrà partecipare all'assemblea straordinaria della Lega Calcio in programma domani.
Ma i guai di Sensi con la giustizia sportiva non finiscono qui: a breve, infatti, dovrà affrontare un nuovo giudizio della Disciplinare, per le durissime accuse contro gli arbitri, il sistema calcio e alcune società, lanciate il 9 novembre scorso in un'intervista radiofonica, quando parlò di "organizzazioni a delinquere".
Mano pesante della Disciplinare: il presidente giallorosso non potrà svolgere incarichi ufficiali in seno alla Federazione. Ammenda di 40mila euro alla società
Milano, 14 novembre 2002 - Inibizione per tre mesi, e un'ammenda di 40mila euro alla società. E' la mano pesante della Commissione disciplinare della Lega calcio nei confronti del presidente della Roma Franco Sensi, dopo i due deferimenti comminati al numero uno della società di Trigoria per dichiarazioni rese alla stampa.
Sensi, che non potrà svolgere per 3 mesi ogni attività in seno alla Federazione (assemblee, consigli di Federcalcio e Lega, calciomercato, frequentazione degli spogliatoi in occasione delle partite) aveva criticato aspramente l'attuale gestione della Lega calcio, di cui, tra l'altro, è anche consigliere.
In due diverse interviste, il presidente giallorosso aveva prima accusato Adriano Galliani di non essere un presidente di Lega super partes, "la Juve...col Milan - si legge sul giornale 'Controcampo' del 13 ottobre - ha creato un'organizzazione parallela al calcio dando vita ad una posizione equivoca che va smascherata", e sulla Gazzetta dello Sport (21 ottobre) si era scagliato contro Giraudo e, nuovamente, Galliani perché "pensano di poter gestire tutto il calcio".
In entrambe le dichiarazioni, la Commissione ha ravvisato un "travalicamento del lecito diritto di critica, perché esprimono - si legge nella nota - gravi giudizi lesivi della credibilità e reputazione di persone operanti nell'ambito federale".
Per questo motivo la Commissione ha inibito Sensi dal ricoprire cariche societarie per la durata di 3 mesi, infliggendo inoltre alla Roma una ammenda di 40 mila euro. In conseguenza dell'inibizione il presidente giallorosso non potrà partecipare all'assemblea straordinaria della Lega Calcio in programma domani.
Ma i guai di Sensi con la giustizia sportiva non finiscono qui: a breve, infatti, dovrà affrontare un nuovo giudizio della Disciplinare, per le durissime accuse contro gli arbitri, il sistema calcio e alcune società, lanciate il 9 novembre scorso in un'intervista radiofonica, quando parlò di "organizzazioni a delinquere".