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Malik
14-05-06, 00:28
Riccardo Luna per il quotidiano “Il Romanista”

C'è "la bandierina di Pisacreta”, quello dello scandaloso Roma-Juve 1-2 della scorsa stagione, che "quando c’è di mezzo la Juve pesa cinque chili" e non si muove più. C’è Puglisi, che i colleghi chiamano "Puglia, l’ultras del Milan", il quale dopo aver accoppato la Roma in una celebre sfida a San Siro (gol di Inzaghi con fallo di mano), su richiesta della Juve, ad ogni occasione viene sbattuto a fare amichevoli in Tunisia per stare alla larga dal campionato italiano.

C’è Titomanlio, che quando la "cricca toscana" gli chiede di favorire l’Arezzo, si inventa una raffica di falli d’attacco, "in modo che la cosa sia pulita, capisci?". C’è Contini che si lamenta perché "ci sono due grandissimi pesi e due grandissime misure diverse" il che significa che se un errore lo fa lui, Bergamo e Pairetto "gli facevano un culo che la metà basta", mentre c’è stata gente che "ha fatto delle robe da vomitare passate in cavalleria". Infine c’è Babini, che per un po’ è stato al gioco, ma adesso non ne può più e sbotta: "E’ tutta una porcheria".

Dopo gli arbitri al servizio di Moggi, benvenuti nel fantastico mondo dei guardalinee. Sono le intercettazioni sul Milan a squarciare per la prima volta il velo su una categoria di professionisti con un potere grandissimo ma di cui i tifosi stentano a ricordare i nomi. Ebbene sì, tocca anche il Milan lo scandalo. C’è poco da dire che questa roba delle intercettazioni è solo un "pissi pissi bau bau" come l’ha sbrigativamente archiviata Adriano Galliani. Il "codice etico" proposto dal presidente di Lega come rimedio del calcio dopo lo scandalo, sparisce davanti a certe conversazioni intercettate.

Intendiamoci, il club di Berlusconi non è ai livelli di criminalità del vertice juventino. Infatti se Galliani è il Giraudo del Milan, il Moggi rossonero si chiama Leonardo Meani, e questo già dice tutto. Un signor nessuno. Dunque Leonardo Meani, Leo per gli amici, 46 anni, titolare di un accogliente ristorante nei pressi di Lodi, a pochi passi del fiume Adda, "Isola Caprera", e soprattutto addetto agli arbitri per conto del Milan.

Rispetto a Moggi, Meani è un dilettante allo sbaraglio, fatica come un matto a far accogliere le sue richieste dai vertici arbitrali, deve sempre minacciare "Galliani è incazzatissimo", lasciando intravedere chissà quali conseguenze. Ma i risultati sono piuttosto scarsi rispetto alla potenza geometrica del clan Moggi (un paio le partite nel mirino, Milan-Brescia e Milan-Chievo). In ogni caso, vista con l’ottica di chi vuole vincere a tutti i costi, meglio un Meani che niente: tanto che una volta l’allenatore Emiliano Mondonico per consolare Giacinto Facchetti dell’ennesimo torto arbitrale subìto dall’Inter, gli dirà: «Bisognerebbe che qualche lodigiano facoltoso acquistasse un ristorante e ci invitasse gli arbitri a cena».

Il raggio di azione di Meani in realtà gli arbitri non li sfiora nemmeno. Dalle intercettazioni risulta che "lo zio Leo", come si apostrofava lui stesso nelle telefonate ai guardalinee, era davvero convinto che il sorteggio che avveniva ogni venerdì a Coverciano fosse una cosa seria (e invece i carabinieri di Roma hanno dimostrato che anche questo era truccato). Quindi c’era poco da chiedere. Tutto dipendeva dalle palline e dai nomi scritti dentro. Al massimo, se nella griglia degli arbitri ce n’era uno sgradito, si poteva chiedere ai designatori di catechizzarlo: «A Trefoloni gli fai un bel discorsetto» dice Meani a Bergamo appresa la griglia.

Mentre i guardalinee venivano e vengono designati direttamente da un signore ignoto ai più: Gennaro Mazzei, toscano, responsabile degli assistenti degli arbitri appunto. Tempestato di richieste da Meani. «Che cazzo, che cazzo, io questo non lo voglio, no!" sbotta a proposito della designazione per Siena-Milan di Baglioni, considerato juventino (infatti annullerà un gol regolare a Shevchenko). «Adesso state attenti, mandateci anche a noi il Consolo della situazione, non è che lo mandi sempre a Torino Consolo, manda anche a noi gente così», avverte in vista della prossima gara col Chievo (quando Milan e Juve sono in piena volata scudetto).

E Mazzei che fa? Obbedisce, naturalmente. Telefona a Bergamo e gli spiega la situazione: «Guardiamo di non sbagliare una virgola, di mandargli gli uomini di fiducia». E così, dal cilindro i designatori ripescano quel Puglisi, ovvero "Puglia, l’ultras del Milan", punito per un errore marchiano a favore dei rossoneri due anni prima (ma a questo punto si può davvero parlare di errore?). «Dopo la purga, arriva la medicina» esulta Meani quando apprende la notizia, «si sono cagati addosso».

Nelle intercettazioni lo "zio Leo" sta dicendo queste frasi all’altro guardalinee designato per la gara col Siena, Babini, anch’egli preteso dal Milan. Ma Babini appare in crisi di coscienza: «Bisognerebbe rifiutarla quella partita lì» attacca spiazzando l’interlocutore, «con questa designazione facciamo ridere tutta Italia, loro confermano che è tutta una porcheria».
Due giorni dopo Babini annullerà un gol a Crespo che forse c’era, ma il Milan vincerà comunque 1-0.

Che "è tutta una porcheria" al Milan lo sanno benissimo. E non solo per intuito. Hanno in casa un informatore d’eccezione: è Carlo Ancelotti, passato dalla panchina della Juve a quella del Milan, a raccontare come andavano le cose a Torino. Dice Meani in una telefonata con un esterrefatto Pierluigi Collina: «Mi diceva Carletto che il giovedì quello famoso (Moggi, ndr), gli diceva "domani abbiamo questo arbitro" ma domani c’era il sorteggio e io non riuscivo a capire, lui il giovedì sapeva già l’arbitro che avevamo la domenica».

Collina minimizza ma Meani aggiunge il carico da 90, il controllo dei calendari dei campionati, anche questi sorteggiati da un computer ufficialmente. Dice Meani: «Ancelotti mi diceva ieri in macchina che addirittura, in fase di preparazione del calendario, Moggi gli diceva "come dici che sia meglio, vogliamo cominciare con queste partite o con queste altre? Che squadre vogliamo trovare all’inizio?".

Inquietante un retroscena relativo al famoso scudetto vinto dalla Lazio bel giorno del diluvio di Perugia, con la Juve ko: dice Meani a Collina, che secondo Ancelotti «al tempo della famosa partita di Perugia, la torta era pronta, ma è venuto fuori il casino alla partita col Parma. Lì è venuto fuori il casino, i giornali sono esplosi, ma se non viene fuori quella roba lì, la cosa era fatta, dopo invece, sai, si è ribaltato tutto, perché è scoppiata la bomba. E se lo dice lui…».
Per la cronaca "il casino col Parma" è il gol regolare annullato al Parma nella gara con la Juve: arbitro De Santis. Mentre la bomba è stata la scelta dell’arbitro, imposta dall’opinione pubblica: Collina, appunto.

Leggenda o realtà, il Milan questa situazione dimostra di soffrirla moltissimo: nel senso che vorrebbe avere lo stesso potere della Juve "ma senza fare le mafiate di Moggi" dice Meani al quale è ben chiaro anche il fenomeno dei calciatori ammoniti: nel senso che "in campo internazionale, Emerson travata giallo, Zambrotta travata giallo. E vaffanculo! Mentre in Italia prima che prenda un cartellino giallo Emerson deve fare settanta falli".


Dagospia 13 Maggio 2006

marimari
14-05-06, 00:56
Sentite sta canzone!:-0008n

http://www.antijuve.com/tac.mp3

SPYCAM
14-05-06, 02:27
Naturalmente ancelotti sapeva e voi volete farmi
capire che quella merda di Capello non sapeva delle
magagne della triade!!!!! naaaaaaaa