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Visualizza Versione Completa : Perchè questi due gobbi non spiegano ?



Malik
20-05-06, 19:17
Caro mister, spiega o rinuncia


Lippi e Cannavaro, per favore: lasciate, o spiegate. Rifiutare insieme spiegazioni e dimissioni non si può. Bisogna scegliere. Nessuno vi sta condannando prima del tempo. Le dimissioni non sono una pena accessoria.

Le dimissioni rappresentano — perfino in Italia — una misura cautelare. Se le circostanze che vi riguardano fossero provate, o dovessero uscirne di nuove durante i Mondiali, sarebbe un disastro in mondovisione. Ve ne rendete conto, vero?

Ci sarebbe un unico motivo per restare a fare l'allenatore e il capitano della Nazionale: la sicurezza della propria innocenza. Ma allora gridatela, chiara e forte, con abbondanza di particolari. Il silenzio offeso non funziona più.
I protagonisti del calcio italiano devono mettersi in testa una cosa: dopo quello che abbiamo letto e sentito, l'età della deferenza è finita.

Marcello Lippi e Fabio Cannavaro devono capirlo più in fretta degli altri: tutto qui. Far finta di niente è rischioso. Per loro, e soprattutto per noi. L'Italia è uno dei quattro Paesi al mondo dove il calcio è un grande romanzo popolare (gli altri sono Brasile, Argentina, Inghilterra). Agli azzurri la gente affida i suoi sogni. Quando li vediamo in campo, ci accorgiamo che somigliano ai nostri figli e ai nostri amici, e usano parolacce che conosciamo. Con queste cose, non si scherza.
Dice Mr Lippi: «In giro si sente un grande affetto per la nazionale».

Appunto. L'Italia che ama il calcio — quasi tutta — è in fase post-traumatica, e non può permettersi un'altra botta. Non è il caso d'essere moralisti: chiari, sì. Non preoccupano solo le cose che si sentono, ma soprattutto quelle che non si sentono. Lippi non può limitarsi a dire «Tutto bene» e scivolare fuori dagli interrogatori coi finestrini chiusi. Per esempio: è vero che «conflitto d'interessi» in Italia è un'espressione misteriosa come un'imprecazione uzbeka, ma farsi gestire dalla Gea come tecnico (!) e convocare in Nazionale giocatori assistiti dal figlio non sembrano grandi idee.

D'accordo, non è un reato (questo), ma è una mancanza di stile, e l'allenatore della Nazionale un po' di stile deve averlo (Bearzot ce l'aveva). Fra tre settimane, Marcello Lippi ci rappresenterà su quello che è il più grande palcoscenico del pianeta (sì, più delle Olimpiadi). Quindi, scelga. O resta dicendo: «Non sapevo nulla, né dei maneggi di Moggi e Giraudo negli anni Duemila, né dell'uso spregiudicato dei farmaci negli anni Novanta». Oppure lasci, dispiaciuto ma rispettato come tutti i dimissionari.

Riassumendo. Lippi rimanga al suo posto soltanto se non ha nulla da nascondere. Cannavaro resti solo se non ha brigato con Moggi per passare alla Juve; se non ha fatto contratti in nero; se non sa nulla delle pratiche farmaceutiche a Torino. Scriveva ieri Roberto Perrone sul Corriere: «Il capitano della Nazionale non può barare». Patetico? Però è così.

Se alla fine la risposta dei due dovesse essere «Restiamo, perché siamo puliti», benissimo: gli crederemo, e dal primo minuto della prima partita saremo lì a incoraggiarli. Ma devono dirlo guardandoci negli occhi. Cento milioni di occhi sono tanti: vedono tutto, e (stavolta) non dimenticano niente.

Beppe Severgnini


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