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Sothis
22-05-06, 10:34
E noi saremmo i perdenti? VERGOGNA! :mad:

da www.corriere.it

L'ordine: vietato cedere all'Inter i giocatori migliori.

ROMA — Dagli arbitraggi dei campionati giovanili alla campagna acquisti. Ecco altri esempi di come, secondo l'accusa, Luciano Moggi e la sua organizzazione esercitavano il loro potere.
Fin da bambini
Il 21 novembre 2004 Nello De Nicola, responsabile del settore giovanile della Juventus, chiama Moggi e gli racconta come è andata l'ultima partita. Nell'informativa si sottolinea che di Nichelino, in Piemonte, è originario anche il «sodale» Luigi Pairetto, designatore di A e B.
De Nicola: «Vincevamo 1 a 0 all'89'. All'89' Bonocore de Nichelino, l'arbitro della sezione di Nichelino s'è inventato un rigore: 1 a 1 e...».
Moggi: «Ma... questa partita qui l'ha arbitrata uno di Nichelino?».
D.N.: «Sì».
M: «Ora... ora questo ci parlo io... la metto io a posto».
D.N.: «Era una partita che avevamo vinto, se questo deficiente non se inventa questo rigore la partita l'avevamo vinta. Capito?».
M: «Ma ora a questo lo sistemo io, non ti preoccupare».
Mutu in bus
Adrian Mutu passa dal Chelsea alla Juventus grazie alla Gea. Ma con il suo agente Alessandro Moggi non parla solo di calcio. Anzi, dice l'accusa, gli propone di fare un affare insieme in Romania: «Non si può fare a meno di indicare il rapporto che intanto si è creato tra Moggi Alessandro e Mutu, nonché le cointeressenze instauratesi tra i due che vanno oltre lo stretto rapporto agente/calciatore. Infatti, Mutu propone ad Alessandro Moggi di acquistare ad un prezzo vantaggioso, attraverso le conoscenze di questi in Fiat, un consistente numero di pullman (500) da rivendere poi in Romania, in modo tale da guadagnarci entrambi. L'agente si mostra disponibile a quanto richiestogli, riservandosi però di parlarne con il padre Luciano».
Al posto di Collina
Massimo De Santis puntava a succedere a Collina e per questo stava costruendo la sua «squadra»: secondo i carabinieri, «aveva catalizzato intorno a sé molti addetti ai lavori» che erano stati «opportunamente allevati sin dai livelli inferiori». Tra questi Luca Palanca, Enrico Ceniccola, Marco Alessandroni, Paolo Ricci, Maurizio Ciampi, Sergio De Santis e Manfredo Martino, collaboratore di Bergamo e Pairetto. De Santis «esercitava pressioni sugli osservatori per far lievitare il voto agli arbitri a lui collegati, al fine di progredire nelle graduatorie». La telefonata fra De Santis e Martino è del 20 novembre 2004.
De Santis: «Allora?».
Martino: «Ti sei accorto che m'avete chiamato».
D: «E me so accorto... ao senti, ho parlato co Pasquale gli da 8 e 40».
M: «No!».
D: «E gliel'ha detto Paolo de daglie 8 e 40... gliel'ha detto sia Paolo che Gigi».
La combriccola
Il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, chiama Ghirelli, segretario Figc, e si lamenta dell'arbitro De Santis dopo la partita con la Reggina. Era stato proprio Cellino a parlare di «combriccola romana» a proposito degli arbitri, mettendola in collegamento con la Gea. La telefonata è dell'11 dicembre 2004.
Cellino: (parlando con altri) «Sempre protetto, cazzo! Luciano Moggi alla festa con gli arbitri ci fa l'occhiolino a tutti! ».
Ghirelli: «Pronto?». (...)
C: «De Santis è un coglione e lo è sempre stato! Cazzo!».
G: «Ma che ha fatto?». (...).
C: «Prevenuto in una maniera allucinante! Guardati l'ultimo quarto d'ora della partita e renditi conto di quello che c'ha fatto! C'ha buttato fuori 3 giocatori ma una cosa, guarda, imbarazzante! Che vada ad arbitrare la Juve fisso e non ci rompa i coglioni! Gli faccia vincere il campionato e non ci rompa il cazzo De Santis! Ehm... Sai quali sono le due squadre che hanno il più folto numero della Gea in Italia? Messina e Reggina».
G: «Eh... Uh...».
C: «Ecco! Roma 1, tutta quella zona lì è tutta bella, tifosa della Juventus!...Ciao, ciao... e vaffanculo tutti! Non si può sognare! Mi ero convinto di avere una buona squadra!».
La suoneria
Paolo Bergamo chiama (8 febbraio 2005) Maria Grazia Fazi per chiederle come è andato un incontro con Moggi.
Bergamo: (ride) «Ti sei divertita o no? Dimmi il risultato finale!».
Fazi: «Guarda, mi sono non divertita Paolo, mi son sentita realizzata credimi! E nel bel mezzo del discorso, che poi ti faccio, so scese due lacrime belle, ma due belle, l'ho sconvolto Paolo!». (...)
F: «Allora, intanto mi ha dedicato un'ora ed un quarto del suo tempo senza telefonino! Quindi significa che la cacarella è arrivata, proprio!».
B: «Uh! Si! Ah , questo mai, nemmeno quando c'è il numero uno, eh. Anche quando c'è il numero uno, il telefono è sempre in funzione, eh?»
F: «Eh, appun... ma te lo giuro, l'ha spento eh? Quello che c'ha la suoneria della Domenica Sportiva, il 90˚».
Niente Taddei
Moggi impedisce il trasferimento all'Inter non solo di Giannichedda (che poi andrà alla Juve) e di Cesar (che all'Inter andrà un anno dopo) ma anche di Taddei del Siena. L'informativa ricostruisce così l'episodio: «Si è potuto determinare che Luciano Moggi interviene (...) sulla società del Siena del presidente De Luca, tramite la quale, come dichiara nel corso di una telefonata il direttore sportivo di detta squadra, Giorgio Perinetti, ad Alessandro Moggi, impedisce a seguito di una accurata strategia la cessione del calciatore Taddei sempre a discapito della squadra dell'Inter».

Lorenzo Salvia
22 maggio 2006