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Visualizza Versione Completa : I nuovi nemici dei Neocon



CieliLimpidi
27-05-06, 17:34
Erano già diversi anni che gli intellettuali più attenti e liberal, americani ed europei, osservavano con crescente inquietudine l’operato del governo Bush.
La più grande e riconosciuta democrazia del mondo dopo l’11 settembre e a causa dell’11 settembre, aveva intrapreso una serie di azioni a tutto campo che contraddicevano palesemente e oggettivamente i principi fondanti di ogni nazione ispirata al diritto e alla salvaguardia dei diritti.
Col Patriot Act (http://www.epic.org/privacy/terrorism/hr3162.pdf) varato in tutta fretta nell’ottobre 2001 a poco più di un mese dall’attacco alle Twin Towers a al Pentagono, venne varata una legge di ben 342 pagine allo scopo di “unire e rafforzare l'America fornendo gli strumenti appropriati richiesti per intercettare e contrastare il terrorismo”, una legge che “scoraggiasse e punisse gli atti terroristici negli Stati Uniti e nel mondo intero”.
Grazie a ciò i cittadini americani oggi possono essere spiati in deroga a qualsiasi principio di privacy (Sec. 202 - Authority to intercept wire, oral, and electronic communications relating to terrorism); i servizi segreti statunitensi (e alleati?) possono sequestrare in qualunque paese del mondo cittadini stranieri ignorando qualunque norma di sovranità (Sec. 506 – Extension of Secret Service jurisdiction); i presunti terroristi possono essere reclusi e interrogati senza alcuna regola e tutela legale (Guantanamo Bay).
Parallelamente l’Amministrazione americana ha intrapreso una serie di iniziative militari (in Afghanistan e in Iraq), ignorando e nemmeno cercandolo più di tanto, il consenso e l’avvallo delle istituzioni mondiali e delle altre potenze planetarie.
Queste due offensive, una “legale” e una “militare”, basandosi entrambe sul principio che l’America si sentiva nel diritto di operare al di fuori del “diritto” stabilito (nazionale e internazionale), semplicemente imponendo nuove regole con atti di forza autoritari, non potevano non suscitare perplessità e reazioni negli spiriti sinceramente “liberali”.
La grande commozione e il turbamento provocato dalla tragedia dell’11 settembre e la rapidità operativa dell’azione americana, hanno comunque spiazzato e rallentato tali reazioni. Le proteste in principio sono venute solo da qualche audace intellettuale ribelle soffocate dal silenzio e dall’indifferenza dell’opinione pubblica e dei media.
Da qualche tempo le cose stanno cambiando. Anche i blog più frequentati affrontano il tema senza infingementi.
Un’analisi critica di quanto accaduto e di quanto sta accadendo comincia a svilupparsi non solo nei ristretti ambiti dei “movimentucoli” no-global, ma comincia ad interessare anche ampie schiere di intellettuali di sicura cultura ed estrazione conservatrice (in Italia, Franco Cardini, Massimo Fini, etc…).
A molti infatti non è passato inosservato l’inquietante edificio teorico culturale che sembra aver preparato, supportato e giustificato questa guerra infinita e senza quartiere al terrorismo.
L’attenta rilettura dei testi fondamentali del cosiddetto Progetto per il Nuovo Secolo Americano (PNAC), sviluppato da un gruppo di intellettuali e di politici denominati spesso Neo-Con, molto vicini quando non coincidenti, con il “think tank” dell’amministrazione Bush, mostra senza ombra di dubbio come l’America dovesse attrezzarsi e modificarsi per restare il paese leader planetario indiscusso anche nel primo secolo del terzo millennio. Alle difficoltà oggettive di questa trasformazione e alla constatazione dei tempi lunghi per ottenerla, i teorici del Nuovo Secolo Americano facevano notare che un’accelerazione positiva in tal senso sarebbe stat possibile solo in concomitanza di un “evento catastrofico e catalizzatore – come una nuova Pearl Harbor” (Rebuilding America's Defenses: Strategy, Forces and Resources For a New Century (http://www.newamericancentury.org/RebuildingAmericasDefenses.pdf). A Report of the Project for the New American Century, September 2000. Pag. 63). http://www.newamericancentury.org/RebuildingAmericasDefenses.pdf (http://www.newamericancentury.org/RebuildingAmericasDefenses.pdf).
Molti insospettabili quindi cominciano a credere all’incredibile. Addirittura gruppi di studio e di ricerca stanno ripassando al setaccio gli aspetti meno chiari e i dettagli tecnici delle sciagure dell’11 settembre. Innumerevoli dubbi e oggettivi sorgono ad esempio se si cerca di spiegare l’attacco al Pentagono con la tesi ufficiale del Boeing. Insomma comincia a farsi strada una scuola di pensiero “complottista” che con argomenti, documenti e anche prove rivede sotto altra luce, inquietante e sinistra, l’evento che ha dato il via alla nuova era.
Ma non sono questi gli argomenti su cui vorrei focalizzare l’attenzione perché già se ne sta parlando a sufficienza. Voglio introdurre un nuovo elemento di riflessione anch’esso a mio avviso di estrema delicatezza e gravità.
Ieri è apparso su un quotidiano italiano (La Repubblica, pag. 22) un articolo di Robert Kagan ripreso dal New York Times. Kagan, insieme a William Kristol, Michael Novak e Norman Podhoretz, è uno dei maggiori esponenti e teorici neocon del PNAC. Nel pezzo, intitolato “Cina e Russia i nuovi despoti”, dopo che è stata espressa la profonda amarezza per le illusioni tradite circa la liberalizzazione e democratizzazione di quei due grandi paesi, sembra indicarli senza mezzi termini come i nuovi nemici da combattere. “Essendo autocrazie, pur non essendo alleati naturali, [Cina e Russia] hanno in comune importanti interessi, sia tra loro, sia con altri assolutismi che si trovano tutti sotto assedio in un' epoca in cui pare che il liberalismo sia in espansione. Non dovrebbe stupire nessuno, pertanto, se in reazione a ciò si palesasse all' orizzonte un'alleanza informale di despoti, assecondata e protetta al meglio delle loro possibilità da Mosca e Pechino. A quel punto occorrerebbe domandarsi quale contromisura potrebbero adottare Europa e Stati Uniti. Sfortunatamente, oggi Al Qaeda potrebbe non essere l'unica minaccia cui deve far fronte il liberalismo, né la più grande”.
Il “Progetto” quindi sta imboccando una seconda fase? Dopo la “Nuova Pearl Harbor” e la sollevazione culturale e militare dell’Occidente contro “terrorismo” e “fondamentalismo”, ci si appresta a colpire i veri mandanti? Gli ultimi ostacoli all’affermazione “liberale”?
Quali sono le iniziative “culturali”, “legali” e ahimè “militari” a cui stanno pensando i neocon e i governi che ad essi si ispirano?

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