marimari
02-06-06, 22:03
...se la juve andrà in B
Il tecnico bianconero non accetta la proposta di rimanere sulla panchina anche in caso di retrocessione a tavolino. La dirigenza pensa a Novellino
TORINO, 2 giugno 2006 - Giovedì mattina alla Juventus è scattato ufficialmente il piano B.
Finora l’eventualità di una retrocessione era sempre stata respinta con lo slogan "lavoriamo per una squadra in serie A". Ma quando Carlo Sant’Albano ha chiesto a Fabio Capello un impegno a guidare la Juve in qualunque categoria verrà collocata dalla giustizia sportiva e il tecnico ha risposto di no, è risultato chiaro che lo spettro della B è più che mai concreto per la reggenza bianconera. Che fa sapere di non essere impreparata, ammettendo per la prima volta di lavorare "a tutte le eventualità".
STIZZA. Che Capello non avrebbe seguito la Juventus in serie B lo si era capito dalla stizza con cui aveva reagito alla domanda già tre settimane fa a Bari, con la maglietta del 29° scudetto ancora addosso. Ma anche dai giri di parole a cui ha fatto ricorso nell’intervista dei giorni scorsi alla Gazzetta. Giovedì invece all’amministratore delegato a interim ha dovuto dare una risposta precisa ed è stata un no. Perciò adesso Sant’Albano oltre a un nuovo consiglio di amministrazione, che sarà più ristretto del precedente, e a una nuova dirigenza, deve provvedere anche a trovare un nuovo allenatore con relativo staff. Per ora ha piazzato solo due tessere, Alessio Secco direttore sportivo e Gianluca Pessotto team manager, due promozioni interne. Tutto il resto, gli incarichi più importanti - dal presidente all’amministratore delegato, dal direttore generale al tecnico -, è da assegnare.
DA GENOVA. Walter Novellino anche ieri ha ripetuto di essere "orgoglioso" del fatto che il suo nome venga accostato alla più grande squadra italiana, ma ha aggiunto: "Io non ho sentito nessuno".
AL LAVORO. Gli altri candidati alla panchina di una Juve retrocessa erano Roberto Donadoni, segnalato dallo stesso Capello, e Didier Deschamps, suggerito da Platini e a quanto pare disponibile anche ad allenare in B. Ma l’accoppiata vincente potrebbe essere proprio quella doriana (Novellino-Marotta), perché risolve due problemi e non ha bisogno di rodaggio. Con la Juventus in serie B infatti ci sarebbe molto da fare in pochissimo tempo. La maggior parte dei giocatori se ne andrebbe, e questa è proprio una delle ragioni che hanno indotto Capello a dire di no ieri a Sant’Albano. Quindi bisognerebbe ricostruire una squadra in grado di risalire immediatamente. Ma la sentenza definitiva non arriverà prima di metà luglio, cioè dopo il raduno della Juventus fissato per il 15. Perciò già lunedì si comincerà a lavorare al piano B.
Luca Curino
www.gazzetta.it
Il tecnico bianconero non accetta la proposta di rimanere sulla panchina anche in caso di retrocessione a tavolino. La dirigenza pensa a Novellino
TORINO, 2 giugno 2006 - Giovedì mattina alla Juventus è scattato ufficialmente il piano B.
Finora l’eventualità di una retrocessione era sempre stata respinta con lo slogan "lavoriamo per una squadra in serie A". Ma quando Carlo Sant’Albano ha chiesto a Fabio Capello un impegno a guidare la Juve in qualunque categoria verrà collocata dalla giustizia sportiva e il tecnico ha risposto di no, è risultato chiaro che lo spettro della B è più che mai concreto per la reggenza bianconera. Che fa sapere di non essere impreparata, ammettendo per la prima volta di lavorare "a tutte le eventualità".
STIZZA. Che Capello non avrebbe seguito la Juventus in serie B lo si era capito dalla stizza con cui aveva reagito alla domanda già tre settimane fa a Bari, con la maglietta del 29° scudetto ancora addosso. Ma anche dai giri di parole a cui ha fatto ricorso nell’intervista dei giorni scorsi alla Gazzetta. Giovedì invece all’amministratore delegato a interim ha dovuto dare una risposta precisa ed è stata un no. Perciò adesso Sant’Albano oltre a un nuovo consiglio di amministrazione, che sarà più ristretto del precedente, e a una nuova dirigenza, deve provvedere anche a trovare un nuovo allenatore con relativo staff. Per ora ha piazzato solo due tessere, Alessio Secco direttore sportivo e Gianluca Pessotto team manager, due promozioni interne. Tutto il resto, gli incarichi più importanti - dal presidente all’amministratore delegato, dal direttore generale al tecnico -, è da assegnare.
DA GENOVA. Walter Novellino anche ieri ha ripetuto di essere "orgoglioso" del fatto che il suo nome venga accostato alla più grande squadra italiana, ma ha aggiunto: "Io non ho sentito nessuno".
AL LAVORO. Gli altri candidati alla panchina di una Juve retrocessa erano Roberto Donadoni, segnalato dallo stesso Capello, e Didier Deschamps, suggerito da Platini e a quanto pare disponibile anche ad allenare in B. Ma l’accoppiata vincente potrebbe essere proprio quella doriana (Novellino-Marotta), perché risolve due problemi e non ha bisogno di rodaggio. Con la Juventus in serie B infatti ci sarebbe molto da fare in pochissimo tempo. La maggior parte dei giocatori se ne andrebbe, e questa è proprio una delle ragioni che hanno indotto Capello a dire di no ieri a Sant’Albano. Quindi bisognerebbe ricostruire una squadra in grado di risalire immediatamente. Ma la sentenza definitiva non arriverà prima di metà luglio, cioè dopo il raduno della Juventus fissato per il 15. Perciò già lunedì si comincerà a lavorare al piano B.
Luca Curino
www.gazzetta.it