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Visualizza Versione Completa : La Vergogna del Tribunale di Potenza



Mantide
16-06-06, 21:48
Non ho mai avuto simpatie per i Savoia e non sono mai stato Monarchico...ma questo è troppo.Non entro nel merito delle accuse rivolte a Vittori Emanuele dal solito Woodcock ma non posso non essere indignato per una cosa tanto semplice quanto grave.
Davvero il Tribunale di Potenza non ha altre priorita' di indagine?Davvero il Tribunale di Potenza non ha altre notizie di Reato a cui aggrapparsi per aprire una Indagine seria sui tanti Scandali Insabbiati che affliggono la nostra Regione?Davvero La Ricostruzione,il Petrolio,Le Discariche Abusive,il Clientelismo, ed il Voto di Scambio,l'Acquedotto Lucano-Pugliese,le Opere Pubbliche ed altre cosucce del genere non rappresentano una Emergenza di Legalita' per i Giudici e gli Inquirenti Lucani?
Qui c'è qualcosa che non va,oppure,piu' semplicemente,come mi è capitato di vedere in Emilia ed in Toscana,vivo in una Regione Rossa...:eek:

Mantide
02-11-07, 03:47
Azz...... 16-06-2006...Mantide,come sempre,avanti rispetto ai tempi...

ritalxp
07-11-07, 10:35
Meglio Salvia che Savoia
Savoia di Lucania, 1.250 abitanti in provincia di Potenza, originariamente si chiamava Salvia di Lucania.
Nel 1878 dopo l'attentato di un proprio concittadino, Giovanni Passanante, al re Umberto I a Napoli - per deferenza alla monarchia - il paese decise di cambiare nome e prese il nome attuale. In passato c'era già chi storceva il naso ma ora, dopo le recenti vicende giudiziarie che proprio in Basilicata hanno coinvolto Vittorio Emanuele di Savoia - un comitato chiede di mettere ai voti la questione

Tenere l’attuale nome o tornare all’antico: è la querelle di cui si discute in Basilicata, a Savoia di Lucania, paese di 1.250 abitanti in provincia di Potenza.
Il piccolo Comune del Melandro originariamente si chiamava Salvia di Lucania. Nel 1878 dopo l’attentato di un proprio concittadino, Giovanni Passanante, al re Umberto I a Napoli il paese decise di cambiare nome e per deferenza alla monarchia prese il nome attuale.
Solo due lettere di differenza, che racchiudono però una pagina di storia. Da anni un comitato propone di tornare al nome originario e il dibattito si è riacceso dopo le recenti vicende che proprio in Basilicata hanno coinvolto Vittorio Emanuele di Savoia indagato in una clamorosa inchiesta della Procura di Potenza.
Il comitato pro Salvia sta per lanciare l’idea di un referendum, una maniera democratica per far decidere i cittadini.
E' contraria al cambiamento un opposto comitato pro Savoia che negli scorsi giorni ha invitato e ricevuto il segretario dell’Unità monarchica italiana (Umi), Sergio Boschiero. Una polemica strapaesana ma con addentellati in un pezzo di storia di cui Savoia di Lucania è un simbolo.


Il rappresentante di Casa Savoia ritorna in Italia sbarcando a Napoli. Non è per noi meridionali una notizia lieta. I Savoia hanno conquistato il Sud. Il loro esercito dinastico nei primi anni unitari ha tenuto in stato d'assedio le province meridionali.

Fucilato decine di migliaia di contadini-briganti ribelli allo stato unitario nazionale, alla coscrizione militare obbligatoria, alle tasse imposte e all’impoverimento ulteriore della loro condizione. Hanno cannoneggiato e raso al suolo interi paesi sterminando finanche donne incinte, anziani e bambini delle nostre terre. Hanno imprigionato e deportato al nord migliaia di soldati meridionali borbonici che di là da come si giudichi il Risorgimento parlavano i nostri dialetti ed erano a casa loro.

Con il regno dei Savoia è iniziata l’umiliazione di generazioni e generazioni di giovani meridionali in anni di servizio militare, di invio forzato in trincea come soldati per guerre coloniali e di potere. I Savoia hanno pianificato in collaborazione con le classi dirigenti postunitarie l’ulteriore immiserimento della nostra economia colonizzata. Insultato nel linguaggio comune tutti i meridionali che con disprezzo sono stati definiti "terroni" e "cafoni".

Costretto all'emigrazione milioni di nostri antenati. Sono dati di fatto oggettivi, riconosciuti dalla Storia, incancellabili. A tutt’oggi è vergognosamente vietata dalla Repubblica la consultazione di oltre 150.000 documenti militari sulla guerra civile definita "brigantaggio" che attestano l’inizio di una vera e propria offesa alla dignità dei popoli abruzzesi, calabresi, campani, lucani, molisani, pugliesi, siciliani nonché a tutti i subalterni d'Italia. Per queste ragioni di costante dominio politico-economico, e umiliazione per lunghi decenni ai nostri costumi, dialetti, culture, paesaggi, e alle donne e agli uomini del Mezzogiorno

Torni il Savoia, se vuole, a Torino da semplice uomo. Noi non lo vogliamo!

I MERIDIONALI UNITI!

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