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bsiviglia
19-06-06, 14:08
Amici sardi, non sono sarda ma sono disgustata dalle parole adoperate dal signor Vittorio Emanuele Savoia, un personaggio di uno squallore infinito.

Viva il popolo sardo!

quattesu
19-06-06, 14:54
mah!.. io leverei tranquillamente il "signore" in quanto,uno che parla di un popolo,qualunque esso sia,con i termini che ha usato il tizio,signore certamente non è,mi farebbe veramente piacere che si organizzasse una raccolta di firme per interdire l'ingresso al tizio in terra Sarda,in quanto persona per nulla gradita.

bsiviglia
19-06-06, 14:59
mah!.. io leverei tranquillamente il "signore" in quanto,uno che parla di un popolo,qualunque esso sia,con i termini che ha usato il tizio,signore certamente non è,mi farebbe veramente piacere che si organizzasse una raccolta di firme per interdire l'ingresso al tizio in terra Sarda,in quanto persona per nulla gradita.


Ho messo "signore" per rimarcare che costui non ha diritto all' appellativo di "principe", in quanto i titoli nobiliari sono stati aboliti.

bsiviglia
19-06-06, 15:01
mah!.. io leverei tranquillamente il "signore" in quanto,uno che parla di un popolo,qualunque esso sia,con i termini che ha usato il tizio,signore certamente non è,mi farebbe veramente piacere che si organizzasse una raccolta di firme per interdire l'ingresso al tizio in terra Sarda,in quanto persona per nulla gradita.


Ho messo "signore" per rimarcare che costui non ha diritto all' appellativo di "principe", in quanto i titoli nobiliari sono stati aboliti e lui è una persona come tutte le altre (anzi, peggio delle altre) e come tale deve essere giudicato di fronte alla Legge. .

pomponio leto
19-06-06, 19:21
...mi farebbe veramente piacere che si organizzasse una raccolta di firme per interdire l'ingresso al tizio in terra Sarda,in quanto persona per nulla gradita.

E dovremmo sorbircelo soltanto noi continentali?
Ma siamo così cattivi?

nara cixiri
20-06-06, 21:47
Amici sardi, non sono sarda ma sono disgustata dalle parole adoperate dal signor Vittorio Emanuele Savoia, un personaggio di uno squallore infinito.

Viva il popolo sardo!
Benvenuta, Bsiviglia, nell’area forum del Partito Sardo d’Azione.
Interpretiamo il tuo post come un attestato di solidarietà al Popolo Sardo, indebitamente insultato e offeso da quel galeotto rampollo dei Savoia, una casata che in Sardegna ma anche in Italia, fa rima con “boia”.
Ti ringraziamo per aver scelto il nostro forum sardista per esprimere la tua solidarietà verso il nostro popolo: evidentemente ti è nota la storia politica del nostro partito, da 85 anni impegnato nel sostegno delle lotte per affermare le ragioni della Nazione Sarda; sin dalle origini (nasce il 17 aprile 1921) il PsdAz è repubblicano, antifascista, europeista, internazionalista, azionista. I suoi padri fondatori si batterono per una forma di stato ispirato ai modelli federali…
Grande fu la delusione quando nel dibattito in Assemblea Costituente prevalse il modello centralista, scelta che condizionò anche lo Statuto di autonomia speciale della Sardegna, anch’esso approvato nel 1948. Memorabile, a tal proposito, è la frase che pronunciò Emilio Lussu (uno dei padri fondatori del sardismo ma anche dell’azionismo italiano, un politico di valenza internazionale, uno scrittore di chiara fama; sicuramente avrai letto qualche suo libro come “Un anno sull’altipiano” oppure “Marcia su Roma e dintorni” o ancora “La catena”; fu ministro nel primo governo Parri e “costituente”) nell’immediatezza di quelle scelte deludenti “L’autonomia rientra nella grande famiglia del Federalismo come il Gatto rientra nella grande famiglia del Leone”.
Per i sardisti di allora fu una grave sconfitta della speranza dei sardi di riprendersi, almeno in parte, la sovranità a cui rinunciò cento anni prima (era il 29 novembre 1847) una borghesia asservita e “compradora”, illusa di colmare il divario anche allora esistente tra lo stato sardo (il regno di Sardegna) e gli stati di terra ferma in mano ai Savoia. “Errammo tutti” ebbero a dire, pentiti, gli stessi artefici di quella infausta scelta. Per noi sardisti la “questione sarda”, intesa come rivendicazione del diritto alla libertà del nostro popolo, nasce con l’illusione della “perfetta fusione”. La ricompensa avuta dai Savoia fu l’istituzione della leva obbligatoria, che impose ai sardi di andare a morire per costruire una patria che per i sardi è matrigna!
Da anni i sardisti ricordano il 29 novembre 1847 con una mesta fiaccolata intitolata “sa die de sa bregungia”, cioè il giorno della vergogna, per richiamare i sardi ad una riflessione sullo stato dei rapporti tra la nazione sarda e lo stato italiano, che in 160 non è migliorato un gran che, anzi…
E pensare che i sardi salvarono la casata Savoia, nel 1793, e la corona: respinsero il tentativo di conquista posto in essere dai francesi (in quella occasione il giovane Napoleone subì la sua prima sconfitta), con truppe volontarie di miliziani sardi “nazionali”. Anche allora i Savoia non furono riconoscenti e costrinsero i sardi a una rivolta che culminò nel 28 aprile 1794 con la cacciata di tutti i piemontesi, che aprì il triennio rivoluzionario sardo e accese le speranze per la costruzione della Repubblica sarda indipendente. La restaurazione che seguì a quel triennio non cancellò tale speranza, a tutt’oggi vivissima tra i sardi.
Quel giorno è stato proclamato “Sa die de sa Sardigna”, la festa nazionale dei sardi, che celebriamo ogni 28 aprile.
Mi sono permesso di fare questo veloce “escursus” perchè tu possa comprendere appieno lo stato d’animo nostro nell’apprendere le parole pronunciate contro i sardi dal rampollo di quella dinastia, così ingrata e infausta per il popolo sardo.
Ma anche per dirti che il nostro NO nel referendum di domenica è un NO diverso da quello espresso dai progressisti italiani, il nostro è un NO al neocentralismo italiano sia esso di destra (mascherato da un falso federalismo) sia esso di sinistra (che parla solo di decentramento).
Noi sardisti vogliamo rinegoziare il rapporto tra Sardegna e Italia, intendiamo riscrivere lo Statuto di Sovranità dei Sardi per avere pari dignità e pari opportunità con tutti gli altri popoli europei, in pace e in amicizia.
Concordi?
Se tutte le italiane e italiani fossero come te, potrei anche ricambiare con un viva il popolo italiano

bsiviglia
20-06-06, 22:23
Benvenuta, Bsiviglia, nell’area forum del Partito Sardo d’Azione.
Interpretiamo il tuo post come un attestato di solidarietà al Popolo Sardo, indebitamente insultato e offeso da quel galeotto rampollo dei Savoia, una casata che in Sardegna ma anche in Italia, fa rima con “boia”.
Ti ringraziamo per aver scelto il nostro forum sardista per esprimere la tua solidarietà verso il nostro popolo: evidentemente ti è nota la storia politica del nostro partito, da 85 anni impegnato nel sostegno delle lotte per affermare le ragioni della Nazione Sarda; sin dalle origini (nasce il 17 aprile 1921) il PsdAz è repubblicano, antifascista, europeista, internazionalista, azionista. I suoi padri fondatori si batterono per una forma di stato ispirato ai modelli federali…
Grande fu la delusione quando nel dibattito in Assemblea Costituente prevalse il modello centralista, scelta che condizionò anche lo Statuto di autonomia speciale della Sardegna, anch’esso approvato nel 1948. Memorabile, a tal proposito, è la frase che pronunciò Emilio Lussu (uno dei padri fondatori del sardismo ma anche dell’azionismo italiano, un politico di valenza internazionale, uno scrittore di chiara fama; sicuramente avrai letto qualche suo libro come “Un anno sull’altipiano” oppure “Marcia su Roma e dintorni” o ancora “La catena”; fu ministro nel primo governo Parri e “costituente”) nell’immediatezza di quelle scelte deludenti “L’autonomia rientra nella grande famiglia del Federalismo come il Gatto rientra nella grande famiglia del Leone”.
Per i sardisti di allora fu una grave sconfitta della speranza dei sardi di riprendersi, almeno in parte, la sovranità a cui rinunciò cento anni prima (era il 29 novembre 1847) una borghesia asservita e “compradora”, illusa di colmare il divario anche allora esistente tra lo stato sardo (il regno di Sardegna) e gli stati di terra ferma in mano ai Savoia. “Errammo tutti” ebbero a dire, pentiti, gli stessi artefici di quella infausta scelta. Per noi sardisti la “questione sarda”, intesa come rivendicazione del diritto alla libertà del nostro popolo, nasce con l’illusione della “perfetta fusione”. La ricompensa avuta dai Savoia fu l’istituzione della leva obbligatoria, che impose ai sardi di andare a morire per costruire una patria che per i sardi è matrigna!
Da anni i sardisti ricordano il 29 novembre 1847 con una mesta fiaccolata intitolata “sa die de sa bregungia”, cioè il giorno della vergogna, per richiamare i sardi ad una riflessione sullo stato dei rapporti tra la nazione sarda e lo stato italiano, che in 160 non è migliorato un gran che, anzi…
E pensare che i sardi salvarono la casata Savoia, nel 1793, e la corona: respinsero il tentativo di conquista posto in essere dai francesi (in quella occasione il giovane Napoleone subì la sua prima sconfitta), con truppe volontarie di miliziani sardi “nazionali”. Anche allora i Savoia non furono riconoscenti e costrinsero i sardi a una rivolta che culminò nel 28 aprile 1794 con la cacciata di tutti i piemontesi, che aprì il triennio rivoluzionario sardo e accese le speranze per la costruzione della Repubblica sarda indipendente. La restaurazione che seguì a quel triennio non cancellò tale speranza, a tutt’oggi vivissima tra i sardi.
Quel giorno è stato proclamato “Sa die de sa Sardigna”, la festa nazionale dei sardi, che celebriamo ogni 28 aprile.
Mi sono permesso di fare questo veloce “escursus” perchè tu possa comprendere appieno lo stato d’animo nostro nell’apprendere le parole pronunciate contro i sardi dal rampollo di quella dinastia, così ingrata e infausta per il popolo sardo.
Ma anche per dirti che il nostro NO nel referendum di domenica è un NO diverso da quello espresso dai progressisti italiani, il nostro è un NO al neocentralismo italiano sia esso di destra (mascherato da un falso federalismo) sia esso di sinistra (che parla solo di decentramento).
Noi sardisti vogliamo rinegoziare il rapporto tra Sardegna e Italia, intendiamo riscrivere lo Statuto di Sovranità dei Sardi per avere pari dignità e pari opportunità con tutti gli altri popoli europei, in pace e in amicizia.
Concordi?
Se tutte le italiane e italiani fossero come te, potrei anche ricambiare con un viva il popolo italiano


Io credo che il popolo sardo abbia diritto alla sua piena autonomia perchè è, appunto un popolo, con una sua lingua, delle sue tradizioni e quindi è un popolo. Credo anche che spetti ai sardi decidere le modalità del rapporto con lo Stato italiano, un pò come la Catalogna. Io, che non sono sarda, ma italiana, voto No perchè non voglio un premier bonapartista. I sardi decidano cosa ritengono sia meglio per loro.
Ps: conosco Emilio Lussu e lo ammiro :)

nara cixiri
20-06-06, 22:57
Io credo che il popolo sardo abbia diritto alla sua piena autonomia perchè è, appunto un popolo, con una sua lingua, delle sue tradizioni e quindi è un popolo. Credo anche che spetti ai sardi decidere le modalità del rapporto con lo Stato italiano, un pò come la Catalogna. Io, che non sono sarda, ma italiana, voto No perchè non voglio un premier bonapartista. I sardi decidano cosa ritengono sia meglio per loro.
Ps: conosco Emilio Lussu e lo ammiro :)

Cara amica e compagna italiana,
speravo proprio che tu fossi e pensassi ciò che hai postato.
Doppiamente benvenuta nel nostro forum.
Anzi, se vieni in Sardigna vienici a trovare, ti troverai tra "lussiani": i nostri indirizzi puoi trovarli in www.psdaz-fedca.it (http://www.psdaz-fedca.it) in cui c'è anche un forum "nara sa tua" cioè "dì la tua" e se ci scriverai troverai una bella immagine di Lussu giovane in camicia grigia, il segno distintivo dell'antifascismo militante dei sardisti di allora che la resistenza la fecero da subito al nascente regime.
Se tutti gli italiani fossero come te non esiteremo un attimo a urlare viva su populu italianu.
Un popolo, una terra, una lingua, una patria, sa patria sarda, che vuole vivere in pace con tutti gli altri popoli, compreso quello italiano.
Si, guardiamo con interesse al "laboratorio" catalano e nel referendum votiamo NO, come gli altri progressisti italiani, ma il nostro NO è un NO al neocentralismo italiano, un neocentralismo che riscontriamo a destra, ma ainoi anche a sinistra.
Il voto della stragrande maggioranza dei sardisti ha contribuito a sconfiggere Berlusconi e i suoi alleati.
Ti saluto con un grande "Fortza paris", che in sardo significa forta insieme, uniti, un vecchio moto della Brigatta Sassari, che è da sempre il saluto sardista.

Su Componidori
23-06-06, 23:44
Amici sardi, non sono sarda ma sono disgustata dalle parole adoperate dal signor Vittorio Emanuele Savoia, un personaggio di uno squallore infinito.

Viva il popolo sardo!
Da sardo, sardista e indipendentista ringrazio per la solidarietà.
Ricambio la tua dichiarazione di amicizia verso il Popolo Sardo riportando un divertente articolo di qualche giorno fa su “Il Sardegna”.

La cruna dell'ago

Party con capra per il Savoia
Giorgio Melis*

Dice Vittorio Emanuele di Savoia, Vicki per i disgraziati intimi, che i sardi puzzano perché si ingroppano le capre. Richiama un dialogo de «I 49 racconti» di Hemingway.
Cliente nel bar annusa i tramezzini: «Puzzano». Barista: «Puzzi tu, stronzo. Tutti voi stronzi puzzate, stronzo». Ergo, a puzzare è Vicki: indubitabilmente stronzo di primaria grandezza. Ci ha offesi? Via, è un onore essere insultati da un plebeo di sangue ex reale: con la faccia flaccida e, dicono, una scabrosa passioncella con donne à la carte. Pure ingrato a posteriori. I Savoia li abbiamo sfamati noi, quando da Torino furono cacciati a pedate da tal Napoleone. Arrivarono con le pezze al culo in Sardegna. Per tosarla come le pecore. Magari le inchiappettavano anche loro: usava. Il nonno Sciaboletta sconvolse i fantaccini bassotti della «Sassari» al fronte: scoprirono inorriditi che era più brevilineo di loro.
«Custu esti su re?», mormorò disgustato un sassarino alto centimetri 165. «E inzandus deu seu imperadori». :D Il nipote, rispetto a «sua bassezza», svetta come un gigantesco cocomero: in verticale, sprizzando la stessa intelligenza ma senza il gusto, in ogni senso. Il fecale Vicki dice che siamo «pezzi di merda» perché imbrogliato nella riparazione della sua barca.
Vittorio Emanuele Cagoia era sbarcato a Santa Teresa di Gallura quando ancora vigeva l'esilio. Accolto trionfalmente, come un re vero e non un cialtrone di cartapesta con più alcol che sangue nelle vene. Galluresi, fratelli, popol mio, pentitevi e mandatelo a scopare il mare: anziché le veline. I sardi votarono per la monarchia nel 1946: Deus et su re, poveri allocchi.
Il grato ciccione rampollo lamenta: «Macché Sardegna Sabauda. È Sardegna Saudita». Magari, col petrolio (Vicki avrebbe preteso royalties e tangenti: le prendeva dallo Scià di Persia) e un bell'emiro
al posto di una brutta, sporca e squallida caricatura di re. Il nipote di Paola del Belgio riscatta la famiglia: «Ripristiniamo l'esilio per Vittorio Emanuele». Mai. Invitiamolo sulle nostre montagne per un meeting di sodomia con capra: lui. Dice che siamo figli di puttana. Non si può dire di lui. Figlio di una grande regina, Maria José, la migliore dei Savoia: infatti non lo era.
A differenza del figlio: disconosciuto dall'ottimo padre Umberto, che si rivolta nella tomba.
* Giornalista

Davide Nurra
24-06-06, 00:01
Cara amica e compagna italiana,
speravo proprio che tu fossi e pensassi ciò che hai postato.
Doppiamente benvenuta nel nostro forum.
Anzi, se vieni in Sardigna vienici a trovare, ti troverai tra "lussiani": i nostri indirizzi puoi trovarli in www.psdaz-fedca.it (http://www.psdaz-fedca.it) in cui c'è anche un forum "nara sa tua" cioè "dì la tua" e se ci scriverai troverai una bella immagine di Lussu giovane in camicia grigia, il segno distintivo dell'antifascismo militante dei sardisti di allora che la resistenza la fecero da subito al nascente regime.
Se tutti gli italiani fossero come te non esiteremo un attimo a urlare viva su populu italianu.
Un popolo, una terra, una lingua, una patria, sa patria sarda, che vuole vivere in pace con tutti gli altri popoli, compreso quello italiano.
Si, guardiamo con interesse al "laboratorio" catalano e nel referendum votiamo NO, come gli altri progressisti italiani, ma il nostro NO è un NO al neocentralismo italiano, un neocentralismo che riscontriamo a destra, ma ainoi anche a sinistra.
Il voto della stragrande maggioranza dei sardisti ha contribuito a sconfiggere Berlusconi e i suoi alleati.
Ti saluto con un grande "Fortza paris", che in sardo significa forta insieme, uniti, un vecchio moto della Brigatta Sassari, che è da sempre il saluto sardista.
Il link del Psdaz è stato inserito nel sito di SNI, per par condicio con il sito della federazione di Sassari, sperando che la collaborazione tra forze sarde e sardiste diventi nuovamente un vento impetuoso capace di spazzare via i partiti italiani dalla Sardegna.

http://www.sardignanatzione.it/link.asp

Cun Amistade!