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Visualizza Versione Completa : ERO UN BALILLA - Come si stava allora?



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Ambrogio
03-09-02, 18:32
Su invito di angeloBNA, scriverò in questo 3d i miei ricordi su come si stava quando ero prima Figlio della Lupa e poi Balilla.

Cercherò di scrivere sforzandomi di dirVi quello che ricordo realmente, e citerò solo dove indispensabile quanto saputo in seguito su quel periodo che va dal 1931 (mia nascita) al 1945 (fine della guerra).

Comunque, se volete un "assaggio", potete leggere nel forum ESEGESI un mio scritto sulla giornata del 29 Aprile 1945 a Milano (piazzale Loreto), che Alessandra ha avuto l'amabilità di trasferire sul quel forum.

Spero di interessarVi ma anche di divertirVi. Ce la metterò tutta.

Intanto Vi dico che sono nato nel 1931, a Milano Porta Vittoria, da genitori milanesi di modesta origine e che in casa parlavano solo e unicamente il dialetto milanese.

Un saluto a tutti e mi raccomando alla Vostra comprensione e tolleranza.





:qi

Alfredo72
04-09-02, 01:00
Mi sono spesso domandato quale fosse l'organizzazione e le attività dei Balilla.Leggerò i tuoi racconti molto volentieri.

Ambrogio
04-09-02, 09:08
Originally posted by Alfredo72
Mi sono spesso domandato quale fosse l'organizzazione e le attività dei Balilla.Leggerò i tuoi racconti molto volentieri.

Sarà fatto, ma tieni presente che prima dovrò descrivere il mio mondo (famiglia, città, quartiere) e che, prima dei Balilla, dovrò parlare dei Figli della Lupa. Calma e gesso.


Un saluto.

natoW
04-09-02, 09:29
A ballilla decidete!!
Ce la racconti o le chiacchiere durano per molto.

Ambrogio
04-09-02, 09:45
Originally posted by natoW
A ballilla decidete!!
Ce la racconti o le chiacchiere durano per molto.

Hai un poco ragione anche tu, ma quando si deve scrivere una storia complessa ci si deve "organizzare" e vangare bene nella memoria prima di scrivere. Ragazzi, si tratta di cose avvenute 60-70 anni fa mica settimana scorsa!

Questa sera comincio. Intanto leggi su Esegesi "Piazzale Loreto" se non lo hai ancora fatto!



:qi

Ambrogio
04-09-02, 10:58
Nell'insieme, ero capitato abbastanza bene. Famiglia discretamente benestante. Capo famiglia e padre-padrone mio nonno Ambrogio, classe 1880. Era lui che faceva le parti del bollito a tavola! Da operaio salariato ad artigiano nel 1925, si era costruito una villetta in periferia a Milano dove stavamo tutti, inclusa una zia e una grossa femmina di bulldog di nome Ariel. Era cominciata la grande depressione del 1929, però i miei avevano avuto la fortuna di assumere alcune commesse in Vaticano al seguito di un loro importante cliente, costruttore milanese divenuto Ministro dei Lavori pubblici in Vaticano: erano cominciate grandi opere, con i soldi che lo Stato italiano aveva dato alla Chiesa per il Concordato, e così la mia famiglia non conobbe le difficoltà economiche che molti soffrirono in quel periodo.

Una parola sulla mia città, Milano.
Milano oggi non è che la pallida copia di ciò che era allora. Era una città in fortissima espansione con una coscienza di sé da vera protagonista della vita nazionale, derivata dall'essere stata una artefice sia del Risorgimento sia di tutti gli eventi storici e sociali seguenti; in particolare, era stata la capitale dell'interventismo nella prima guerra mondiale e la città dove era nato il fascismo. Futurismo, movimento artistico NOVECENTO di Margherita Sarfatti, problematiche sociali con i moti del 1898, creazione di grandi industrie si fondevano in una coscienza di forza che dava a Milano il primato in Italia. Grandi Sindaci le avevano conferito una grande efficienza amministrativa e organizzativa. I milanesi come noi andavano orgogliosi di essere partecipi della vita di una città come quella. Lo spirito milanese dell'epoca è ben rappresentato dal quadro di Boccioni "Una città cresce".

Per essere chiari: non era la Milano da bere di ieri mattina e dominava la vita nazionale sociale, politica, culturale, industriale. Oggi è l'ombra di quello che fu allora.

Più che una città, era una fede nell'avvenire.

Il nostro era un quartiere di operai e di piccola borghesia, vicinissimo ai grandi insediamenti delle Case Popolari di Milano di piazzale Insubria e piazzale Martini. Più che un quartiere, sembrava un paese disposto intorno alla Parrocchia e all'asilo infantile. Oggi come oggi, almeno come vista, è cambiato pochissimo. I suoi abitanti socializzavano facilmente tra loro.

Fine del primo messaggio.

Fernando
04-09-02, 11:41
Originally posted by Ferruccio


Hai un poco ragione anche tu, ma quando si deve scrivere una storia complessa ci si deve "organizzare" e vangare bene nella memoria prima di scrivere. Ragazzi, si tratta di cose avvenute 60-70 anni fa mica settimana scorsa!

Questa sera comincio. Intanto leggi su Esegesi "Piazzale Loreto" se non lo hai ancora fatto!



:qi


ah regazzì, ma quanti anni tieni? Tanto per inquadrare meglio il soggetto-autore delle storie che leggerò.
Prosit
:K

carmen (POL)
04-09-02, 13:39
bello propriuo veramente queste son le storie che mi piacciono proprio tanto

Ambrogio
04-09-02, 15:27
Originally posted by Fernando



ah regazzì, ma quanti anni tieni? Tanto per inquadrare meglio il soggetto-autore delle storie che leggerò.
Prosit
:K

Quasi settantadue, Fernando!

Purtroppo .......:qi

Ambrogio
04-09-02, 15:30
Originally posted by carmen
bello propriuo veramente queste son le storie che mi piacciono proprio tanto

Carmen,

la storia siamo noi e i ricordi personali contano moltissimo.
Spero di divertirti. Più o meno, scriverò una puntata al giorno.

Un saluto.

Ambrogio
05-09-02, 16:53
Come è ovvio, i ricordi dei primi anni dell'infanzia sono molto evanescenti. Ho nel mio "file" l'immagine delle testa del cane bulldog Ariel mentre mi guarda da un'angolazione che mi fa pensare che io lo vedessi stando all'interno di quelle ceste di vimini che, una volta, le donne usavano per deporre i loro bambini di pochi mesi mentre accudivano alle faccende domestiche. Tra un figlio e l'altro, quelle ceste servivano per mettere la biancheria lavata e asciugata da stirare. Diceva mia mamma che Ariel non mi abbandonava mai e permetteva solo a lei e a mio padre di avvicinarmi.

Di quel periodo fino ai 5-6 anni, a parte mia mamma come è naturale, il personaggio per me più importante era certo mio nonno Ambrogio, il quale era molto fiero del suo primo nipote.

Mi teneva molto con sé e mi portava anche in giro nei posti adatti per un bambino. Quello che però è più importante ai fini del mio racconto è che la sera mi teneva compagnia quando già ero nel mio lettino; così una seconda immagine che ho in mente è il nonno vicino a me, la sera, che mi racconta qualcosa.

L'unica cosa che ricordo bene è che il suo pezzo forte erano i sommovimenti sociali a Milano nel 1898, con le cannonate sugli scioperanti, le cariche della cavalleria, il generale Bava Beccaris (il cui nome mi suonava particolarmente sinistro).

Mio nonno (questo lo seppi dopo) era una socialista turatiano, cioè riformista, seguace appunto di Turati e Treves che, per lui, erano un mito. Forse per questo il suo pezzo forte era la descrizione del 1898 a Milano, che aveva lasciato tracce fortissime nella storia sociale della città e dell'Italia, con lo strascico del regicidio di Monza pochi anni dopo.

Il nonno mi cantava anche canzoncine del suo tempo, quali CIRIBIRIN CHE BEL FACCIN CHE SGUARDO DOLCE ED ASSASSIN..., LA BELA GIGUGIN, LA SPAGNOLA SA AMAR COSI', VA PENSIERO.

Stranamente non mi parlava mai della prima guerra mondiale, cui aveva partecipato, nel Genio, come elettricista. Ci teneva, però, a farmi sapere che il nome Ferruccio lo aveva imposto lui in ricordo di Francesco Ferrucci, l'eroe di Gavinana che aveva assunto un grande valore simbolico nella lotta contro gli austriaci durante il Risorgimento e poi nella Guerra Mondiale contro i tedeschi. "Vile, tu uccidi un uomo morto!" (frase che peraltro Ferrucci non pronunciò, avendo detto solo "Vile tu dai a un morto!". Brutta figura era quel Maramaldo, che comandava i tedeschi o meglio i lanzichenecchi).

Mio nonno aveva anche un ampio repertorio di frasi storiche tipo: "Se voi suonerete le Vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane!" - "Bevi, Rosmunda, nel cranio di tuo padre!" - "Obbedisco!". Cioè tutte quelle esclamazioni che sostengono il quadro, piuttosto sdrucito, della storia patria.

Il nonno, tra l'altro, mi collezionò più tardi le dispense illustrate della "Storia d'Italia", con figure piuttosto approssimative e ad effetto. Ricordo Attilio Regolo con la botte e Muzio Scevola che si brucia la mano sul famoso braciere. Era una pubblicazione storica di livello molto popolare, ma a mio nonno piaceva un pozzo. Ce l'ho ancora.

Evento importante per me fu, allora, una piccolissima fuga, a tre anni: ero uscito dalla piccola via privata dove stava casa ed ero arrivato da solo al primo crocevia da cui potevo vedere i palazzi vicini e il tram in movimento. Avevo esclamato tra me: "IL MONDO!". Poi non ero andato più in là, perché avevo pensato di aver osato fin troppo, quel giorno, e che era meglio tornare in modo che non si accorgessero della mia mancanza.

In quel tempo era successo parecchio e, tra le cose più importanti, vi era la guerra d'Abissinia. Io, però, non ho ricordi esatti, ma avevo presente una situazione generale che prassapoco stava così: l'Italia, la mia nazione, aveva vinto la più grande guerra mai verificatasi conto gli austriaci, i vecchi dominatori di Milano. Il 4 Novembre era una grandissima festa e Milano sembrava sollevarsi per aria dalle bandiere che sventolavano ai balconi e alle finestre.

L'Italia si era resa indipendente con le guerre risorgimentali contro i predetti austriaci e l'episodio piu' importante era stato le Cinque Giornate di Milano. Ce n'erano stati altri, ma non così importanti. Questo mi rendeva particolarmente orgoglioso, abitando noi in zona Vittoria e cioè vicino a piazza Cinque Giornate dove c'era il famoso monumento ai moti del '48.

La ricorrenza di quei moti, a Milano, era celebrata con sfilate. Una volta vidi sfilare financo un uomo vecchissimo. Un garibaldino, mi disse mio nonno. Era in camicia rossa, ma mio papà aveva detto che forse non era un garibaldino dei Mille ma solo di quelli definiti "delle Argonne".

Passare con i miei da quella piazza era un piccolo rito e ci soffermavamo sempre a guardare il "NOSTRO" monumento.

I nemici nostri acerrimi erano i tedeschi, che avevano fatto morire tante persone con l'affondamento del piroscafo Lusitania (mio padre) e che avevano tagliato le mani a tutti o quasi i bambini belgi (mia madre).

Dopo la prima guerra mondiale c'erano stati gravi disordini, ma Benito Mussolini aveva salvato l'Italia dalla rovina.

Era in corso la conquista in Abissinia, dove gli italiani cercavano terra per lavorare in quanto erano troppi qui in Italia. E poiché gli alleati della guerra 1915-18 non avevano mantenuto le promesse si erano presi le colonie, che invece spettavano a noi che tanto loro ne avevano da vendere. La guerra era finita con la nostra vittoria contro tante nazioni che ci volevano male e ci avevano imposto le sanzioni per farci perdere.

Questo era il mio panorama, che dovevo aver assorbito come per osmosi dall'ambiente circostante.

A quel tempo non facevo ancora parte delle organizzazioni giovanili del Fascismo, poiché non andavo ancora a scuola; ma, come si usava allora, a cinque anni ero stato all'asilo dalle suore, dove di Balilla e Figli della Lupa non ricordo si parlasse.

Nonostante questo, ho una foto vestito con una divisa da Balilla (che non mi sarebbe spettata). Io sto su una sedia vicino a mia mamma e ho anche un fucilino a tracolla. Appena posso, vedo di mandarvela. Siamo pertanto, più o meno, all'estate del 1937, anno nel quale, a ottobre, iniziai le elementari e in quell'occasione passai, per così dire, d'ufficio nelle file dei Figli della Lupa.

D.BOMBACCI
06-09-02, 00:35
I nemici nostri acerrimi erano i tedeschi, che avevano fatto morire tante persone con l'affondamento del piroscafo Lusitania (mio padre) e che avevano tagliato le mani a tutti o quasi i bambini belgi (mia madre).


come vedete e grazie a ferruccio..i crucchi so' barbari di natura..altro che alleati !!!!

trovo interessante la testimonianza di ferruccio, visto che certi periodi li ha vissuti.

saluti

Ambrogio
06-09-02, 09:52
Originally posted by D.BOMBACCI


come vedete e grazie a ferruccio..i crucchi so' barbari di natura..altro che alleati !!!!

trovo interessante la testimonianza di ferruccio, visto che certi periodi li ha vissuti.

saluti

Quello era ciò che mia papà e mia mamma avevano appreso dalla propaganda di guerra tra il '14 e il '18.

Tanti anni dopo verrà pubblicato il libro di Colin Simpson che dimostrerà, senza possibilità di dubbio, come il Lusitania fosse stato una trappola tesa ai tedeschi per provocare il cambio di orientamento dell'opinione pubblica americana, che era contraria a ogni intervento degli Stati Uniti in guerra.

Non ho tempo, ora, di descrivere tutto in dettaglio, ma ti basti sapere che il Lusitania, tra l'altro carico di esplosivi di tutti i tipi e citati nella polizza di carico come "formaggi" o "carbone", fu fatto andare avanti e indietro nel canale d'Irlanda finché incocciò in un sommergibile tedesco che lo affondò, scambiandolo per il gemello Mauritania partito da Liverpool con truppe destinate al fronte. Il Lusitania esplose letteralmente e morirono circa 1.500 passeggeri, tra i quali molti americani. I tedeschi avevano avvertito, con annunzi sui giornali americani, di NON VIAGGIARE con il Lusitania, considerato un mercantile armato. Fu una trappola perfetta!

Nel 1960 mi trovavo a Bruxelles, dove avevo offerto una cena a diversi clienti belgi. Il discorso cadde sulla prima guerra mondiale e io citai l'affare delle mani tagliate ai bambini. Quelli sghignazzavano. Io chiesi al mio agente se avevo detto qualccosa che non andava. Mi disse che quella delle mani tagliate era una favola messa in giro dagli inglesi e che all'estero aveva attecchito perfettamente, ma in Belgio si sapeva che non era successo.

Comunque in Italia, durante gli anni Trenta, il sentimento antitedesco era fortissimo, specie nel Nord e soprattutto a Milano, il che ebbe conseguenze più tardi, quando fu presa molto male l'alleanza con la Germania cominciando dalla visita di von Ribbentrop a Milano. E ciò malgrado, in quel tempo, non fossero neppure apprezzate le nazioni "sanzioniste". Ma - ripeto - il sentimento antitedesco era dominante e la Germania era vista come il fumo negli occhi. Questo fu il motivo principale per il quale la guerra del '40 non fu popolare.

Saltiamo ora al '56: la televisione trasmette gli avvenimenti a Budapest e sul canale di Suez. In entrambi i posti gli europei la prendono in saccoccia dagli americani e dai russi.

Commento di mio padre: "Gh'eum capi' propri nagott" ("Non avevamo capito proprio niente!"). E questo tra lo stupore di noi presenti, che ricordavamo cosa diceva e pensava nel '40-'45.

Un saluto.

Ambrogio
06-09-02, 10:31
Preciso meglio. I sentimenti antitedeschi degli italiani in genere e dei milanesi in particolare non dipendevano tanto dal fatto che la Germania era nazista. No. Si trattava di una condizione direi "viscerale", derivata sia dalla prima guerra mondiale sia dal Risorgimento. Alla fine gli austriaci parlavano tedesco e dunque anche i tedeschi erano nostri nemici.

Il fatto che l'esito finale del nostro Risorgimento fosse stato positivo e che la Germania vi avesse avuto molta parte sia con la vittoria di Sadowa nel 1866 (se fosse stato per noi, dopo le batoste di Custoza e di Lissa gli austriaci avrebbero potuto toglierci parecchio di quello che avevamo avuto nel '59 e nel '60, oltre naturalmente a non darci Venezia e il Veneto) ma soprattutto con la vittoria di Sedan, che se colà avessero vinto i francesi erano già pronti i piani per una calata in forza degli stessi in Italia, il che avrebbe significato restituzione alla Chiesa dei territori delle Legazioni (Bologna ecc.) ma soprattutto la nazione tagliata in due; quindi, in pratica, perdere di nuovo il Sud, già in preda al brigantaggio e a rivolte popolari che i più ignoravano ma che avevano talmente impegnato l'esercito italiano che, nel '66, debilitato da anni di guerriglia al Sud, malaria, ecc., le prese su tutta la linea dagli imperiali.

Comunque è un fatto che non approvavamo l'alleanza con la Germania e ciò rese piuttosto impopolare la guerra del '40.

Aggiungiamo che da tutti, Mussolini compreso, l'esercito francese era considerato il primo del mondo. E tutti (Mussolini per primo!) pensavano che contro di esso i tedeschi si sarebbero rotti la testa.
Il soldato d’oltralpe, il "poilus", sembrava imbattibile! Invece non lo era affatto e il crollo francese, con la certezza di trovarci gli odiati tedeschi sulle Alpi, è il vero motivo della nostra entrata in guerra. Costoro erano già al Brennero e la nostra "non belligeranza" del '39 li aveva già fatti incazzare parecchio, mentre non era svanito certamente il ricordo del "giro di valzer" del 1915!

Un saluto.

Ambrogio
06-09-02, 12:09
A proposito di quanto accade in Europa all'inizio di settembre del '30, tenere sempre presente che la Francia si unisce alla Gran Bretagna nel dichiarare guerra alla Germania ESSENDO SICURA CHE TANTO L'ITALIA NON AVREBBE RISPETTATO I PATTI CON LA GERMANIA E CHE NON AVREBBE APPOGGIATO LA GERMANIA ATTACCANDO LA STESSA FRANCIA SULLE ALPI.

QUESTO POICHE' CIANO LO SPIFFERA ALL'AMBASCIATORE FRANCESE A ROMA. SE LA FRANCIA NON FOSSE STATA SICURA DI CIO' forse la cose prendevano un'altra piega.

La Germania si trova così in guerra con Gran Bretagna e Francia mentre era sicura che avrebbe avuto mani libere in Polonia.

So anch'io che nel '44 i tedeschi premono per la condanna di Ciano. Li aveva presi in giro e sabotati. Alla fine il suo era un tradimento dell'alleato!

Un saluto.

angeloBNA
06-09-02, 14:13
Grazie mille Ferruccio per quello che stai scrivendo su questo thread e per le lezioni di storia che ci stai dando!! Io sono fiero di leggere il mio nome all'inizio della tua testimonianza come promotore di questa cosa ma devo dire che tu descrivi quegli anni come se fossero successi ieri!! Veramente complimenti!!
Saluti romani

Ambrogio
06-09-02, 17:34
Originally posted by angeloBNA
Grazie mille Ferruccio per quello che stai scrivendo su questo thread e per le lezioni di storia che ci stai dando!! Io sono fiero di leggere il mio nome all'inizio della tua testimonianza come promotore di questa cosa ma devo dire che tu descrivi quegli anni come se fossero successi ieri!! Veramente complimenti!!
Saluti romani

Grazie, angeloBNA. Ora mi prendo un paio di giorni di riposo e quindi entrerò nel vivo. 1937: figlio della Lupa! Comincio ad andare a scuola ed entro nella organizzazione giovanile fascista.

BENITO MUSSOLINI AMA TANTO I BAMBINI!! era una delle prime frasi che imparavamo a scrivere.

Abbiamo vinto la guerra d'Abissinia e l'Italia ha il suo impero. Ero orgoglioso di essere italiano e la mia Patria (non il Paese, come si dice oggi) era forte e potente.

Qui si fa l'Italia o si muore! Era uno dei detti che mio nonno preferiva citare dal suo repertorio di frasi storiche, ma l'Italia era fatta e cresciuta anche se non era tutto oro quello che luccicava.

Ma noi eravamo contenti. Il lavoro andava bene e nel 1935 i miei avevano fatto un sopralzo della casa e così mio papà, mia mamma ed io avevamo un appartamento tutto per noi e avevamo pure una Fiat 526, acquistata usata, cui era seguita una Balilla a 3 marce, pure presa usata. Io avevo un'automobilina a pedali.

:qi

Ambrogio
07-09-02, 09:43
Caro Ferruccio abiti ancora a Milano? In caso affermativo e sempre se lo volessi potremo incontrarci, gradirei molto ascoltarti mentre racconti quanto stai riportanto nel forum.



Grazie e vedrò di incontrarti. Non abito più a Milano ma ci vengo ogni tanto un poco per lavoro un poco per... nostalgia.

Pensa che da decenni il giorno di Ferragosto lo passo a Milano girando in macchina: più o meno la stesa cosa di Nanni Moretti in "Caro diario". Poi al pomeriggio vado a trovare due mie ziette, una di novantaquattro e l'altra di ottantanove anni.

MILAN ET PEU PU! Milano e niente più d'altro.

A presto. :qi :qi

Ambrogio
10-09-02, 16:06
E finalmente arrivò il 15 di ottobre. Allora le scuole iniziavano in quella data. Grandi preparativi per il primo giorno di scuola. Grembiulino, colletto bianco e galla azzurra al collo. Quaderno di modesta fattura, cartella di cartone, cestino della merenda a base di "creminese" o "veneziane". Tutti uguali. I tempi dei quaderni e degli zainetti firmati erano di là da venire. Vigeva il criterio di non sollecitare l'emulazione sociale già nell'infanzia. Saggio criterio!

La scuola elementare era quella di via Monte Velino. Nuovissima inaugurata l'anno prima da Re Vittorio Emanuele III e che è in funzione ancora oggi. Un'aria solida e con facciata di mattoni a vista.

La direttrice aveva il mio stesso cognome e mi accolse con particolare calore. Ho l'impressione che, per almeno due mesi, non facessimo altro che aste ed esercizi di preparazione alla scrittura.

Ma l'inizio della scuola aveva segnato anche il nostro ingresso nelle organizzazioni giovanili del Partito e, nella fattispecie, nell'Opera Nazionale Balilla, un ente che si occupava dei bambini e dei fanciulli non solo sotto il punto di vista scolastico ma anche sotto quello assistenziale gestendo colonie estive, cure mediche come quelle di malattie giovanili, ecc.

Subito avevamo dovuto completare la mia divisa da Figlio della Lupa (la sezione della Opera Nazionale Balilla per i bambini della prima e seconda elementare), con la bandoliera a strisce bianche che si incrociavano sul petto, dove erano tenute insieme da una grande M di latta verniciata di scuro, e quindi anche con le famigerate "mollettiere", fatte sul modello della mollettiere dei nostri soldati nella guerra 1915-18. Erano fasce grigioverdi che rivestivano le gambe dal ginocchio in giù e che venivano avvolte sulla gamba in modo da incrociarsi davanti e dietro.

Erano particolarmente facili ad afflosciarsi e bisognava stare attenti in particolare nella piccole parate che facevamo in occasione di ricorrenze nazionali e cerimonie di vario tipo a scuola.

Uno-due, uno-due, uno-due PASSO!

Era proprio al PASSO che le mollettiere maledette spesso si afflosciavano, con effetto poco estetico sulla sfilata. Oltretutto si svolgevano per terra e ci si incespicava pure. Però, a un certo punto, sparirono, forse in corrispondenza dell'adozione del PASSO ROMANO, imitazione italiana del passo dell'oca tedesco.

I bambini non riuscivano a vestirsi da soli, in particolare a causa sia delle fasce bianche sia delle mollettiere. La mamma mi metteva a sedere sul tavolo e quindi mi vestiva di tutto punto.

Ad onta di questi inconvenienti di vestizione, noi bambini eravamo entusiasti di indossare la nostra divisa. Ci sentivamo piccoli soldati e devo anche dire che l'educazione che ci veniva impartita contribuiva molto a motivarci e coinvolgerci.

La motivazione principale era quelle di essere partecipi della costruzione di una Patria grande, di una Nazione potente alla quale anche noi eravamo chiamati a dare il nostro piccolo contributo. Era una nazione che, in sintesi, trovava i suoi fondamenti di grandezza prima di tutto nella vittoria nella prima guerra mondiale ma anche nelle lotte risorgimentali che ci avevano dato l'unità d'Italia, che si collegava, saltando a piè pari oltre un millennio di storia, alla grandezza di Roma e dell'Impero Romano. Mica per niente noi eravamo i Figli della Lupa.

Noi eravamo molto orgogliosi di essere italiani e di esser guidati dal nostro Duce Benito Mussolini. La grandezza dell'Italia e la Sua affermazione nel mondo erano tutto ma questo penso che fosse vero un poco per ciascuno e che, in sostanza, i più accettassero il regime fascista nella prospettiva di un'affermazione nazionale che in quel periodo era prioritaria dopo - ripeto - la Vittoria nella prima Guerra Mondiale e l'epopea risorgimentale. La Nazione e la Patria prima di tutto.

Ce la mettevamo tutta per essere bravi Figli della Lupa a scuola, nelle sfilate e nelle cerimonie patriottiche alle varie date comandate. Sfilavamo qualche volta in pubblico, e questo era per noi il massimo.

Peccato che nessuno potesse riprenderci, allora, magari anche quando nella nostra classe di canto intonavamo il VA PENSIERO e le altre canzoni di quel tempo che non erano solo GIOVINEZZA. C'erano anche la CANZONE DEL PIAVE E MONTEGRAPPA TU SEI LA MIA PATRIA, tra le altre.

La lezione settimanale di canto prevedeva, a fine anno, un esame collettivo e noi della mia prima classe dovevamo portare un coro dall'ERNANI di Verdi, mi sembra.

Cacciavamo fuori tutta la nostra voce infantile: SI RIDESTA IL LEON DI CASTIGLIA! E ci sentivamo pure noi cuccioli di leone, i leoncini di Mussolini.

Sempre presente nel nostro cuore era l'impresa d'Etiopia, condotta anche contro i paesi che ci volevamo fermare e che ci avevano boicottato con le sanzioni.

Certo eravamo bambini e non potevamo capire tante cose, ma io ricordo ancora oggi l'entusiasmo di quei tempi. Ancora oggi, per esempio, il coro del Nabucco mi dà una forte emozione ed è proprio la stessa, in fondo.

C'era in corso la guerra in Spagna e qualche eco arrivava anche a scuola. Ho ricordo di una pagina a colori della "Domenica del Corriere": un velivolo legionario che affronta un aereo da caccia repubblicano. Chiaro che il nostro nemico in Spagna erano i comunisti. I rossi, contro i quali eravamo scesi in guerra dando aiuto al Generale Franco.

Nell'estate del '38 andai per un mese alla colonia estiva dell'Opera Nazionale Balilla a Milano Marittima e dopo anche a Sirmione, dove venni inviato per cure causa un sospetto soffio al cuore. Tutto a cura della ONB.

A casa tutto bene. Come ho già detto, le cose ai miei andavano bene e i miei genitori avevano un intero appartamento per loro, anche se a pranzo ci trovavamo tutti in sala dove campeggiava un camino con la scritta dantesca PARVA FAVILLA GRAN FIAMMA SECONDA. Mio nonno imperava sempre e, nel febbraio del '38, era arrivato pure un fratellino.

Non ricordo discorsi a casa su argomenti che potevano sapere di politica. Tutti erano entusiasti del Regime e a questo contribuiva certamente il fatto che l'Italia stava molto migliorando in tutti i settori e la gente lavorava tranquilla. Milano cresceva ogni giorno di più e si vedevano dappertutto cantieri per la costruzione di case popolari a chilometri quadrati.

FINE DEL MESSAGGIO numero 4. Continua.

Un saluto a tutti.

Ambrogio
12-09-02, 17:29
Scavando nella memoria ho cercato di ricordare qualcosa, in famiglia o a scuola, che si collegasse in un modo o nell'altro alla situazione generale, una "spia" che recepisse gli umori in famiglia in rapporto al fascismo e agli accadimenti di quegli anni.

Un ricordo sovrasta gli altri. Dovevano essere i primi mesi del 1938 e stavo con mia mamma a fare i compiti. Si parlava forse di geografia, quando lei se ne uscì dicendo esattamente: CHISSA' COME ANDRA A FINIRE CON QUESTA FACCENDA DELL'ABISSINIA!

Questa frase non mi piacque e io rimproverai bruscamente la mamma di dubitare dell'Italia manifestando sfiducia nei riguardi dell'impresa di Abissinia che, se anche era ormai terminata con la proclamazione dell'Impero, aveva evidentemente creato situazioni di tensione tra noi ed altri e problemi vari.

Lo ricordo perché mia madre mi rimproverò finché visse per la bruschezza dei miei modi in quell'occasione. Fui sgridato anche da mia papà e da mio nonno, ed ebbi una bella sculacciata.

Quanto aveva espresso mia madre era la constatazione di una realtà non tranquilla e, in fondo, una prima quasi impercettibile frattura con il regime. C'era, in quelle parole, l’ombra di una paura che le cose potessero mettersi male. Era l'espressione di un’inquietudine e il segno che l'idillio con il fascismo cominciava ad incrinarsi.

Ricordo, inoltre, che i sentimenti antitedeschi a Milano aumentavano, e ce n'era un'eco anche nei discorsi in famiglia. Rammento anche le celebrazioni per il 90° della Rivolta del marzo 1848, imponenti e certo atte più ad amplificarli che a sopirli. Grandi applausi per un reduce garibaldino, non so se dei Mille o delle Argonne.

Mal digerita era stata anche la visita di von Ribbentrop a Milano (questo l'ho saputo dopo). Ricordo bene che i miei dicevano che, assolutamente, non potevamo stare con i tedeschi. Era un odio non molto razionale, perché in fondo ai tedeschi dovevamo molto (Sadowa, Sedan soprattutto), ma tant'è... Era così.

La Guerra di Spagna era chiaramente meno sentita che quella d'Abissinia. Mancava l'entusiasmo che c'era stato per la guerra in Etiopia, nonostante a scuola se ne parlasse molto e seguissimo le imprese dei legionari italiani specie su “La Domenica del Corriere”. Ma il trasporto era minore e in casa, poi, non se ne discuteva proprio.

Vennero anche le leggi razziali del '38. L'unica eco che ne ebbi fu una frase di mia madre, che disse che gli ebrei facevano sempre un poco "nazione" a sé, ma non c'era astio nelle sue parole. Oltretutto avevamo un buon cliente nella persona di un impresario edile di Milano, israelita, uomo integerrimo e onestissimo che, fra l'altro, fallì alla fine degli anni Cinquanta per non aver accettato mai il sistema delle tangenti, stecche, buste, ecc. C'era già allora la MILANO DA BERE, ma non se ne parlava proprio. Intendo dire subito dopo la fine della guerra, non prima. Prima tale sistema non esisteva o quasi e, comunque, non faceva parte del mondo imprenditoriale di Milano.

Cosa posso aggiungere ora? Una cosa importante. Avendo imparato a leggere, ebbi in regalo il mio primo libro: era LE AVVENTURE DI TOM SAWYER di Mark Twain, seguito da "Storie della storia del mondo", un libro divertente sul mondo mitologico greco. Storie di dei, dee, ecc.

E per oggi basta. Spero di non avervi annoiato. Proseguirò nei giorni prossimi con altri ricordi sul periodo 1937-1939.

Dimenticavo: nel '38 il nonno mi portò in piazza del Duomo, a Milano, a sentir parlare il Duce. Io non ricordo cosa disse. Vedevo solo, in fondo alla piazza, la sua gran pelata che sberluccicava al sole. La cosa che ricordo di più erano enormi fiamme fatte di strisce di carta che sventolavano agitate da ventilatori. Attiravano la mia attenzione più di qualsiasi altra cosa.

Un saluto.

Ambrogio
14-09-02, 09:52
Prima di proseguire vorrei sapere se qualcuno ha qualche domanda da fare, anche perché ciò mi può essere molto utile nel... scavare nella memoria.

Certe cose sono, per così dire, nelle memoria immediata, ma certe altre vengono alla superficie se aiutate con "scavi" che hanno la magia di dare nuova vita ad una memoria assopita in un letargo di tanti decenni, ma - ripeto - solo in letargo e non morta del tutto.

Resto in fiduciosa attesa e quindi a lunedì o, se posso, prima. Riprenderò ancora con il 1937-1939.

Un saluto a tutti, buona domenica e buon fine settimana!

(non BUON WEEKEND! Non usiamo la lingua inglese laddove ci sono appropriati vocaboli italiani!)


:qi

carmen (POL)
14-09-02, 12:37
Originally posted by Ferruccio
Prima di proseguire vorrei sapere se qualcuno ha qualche domanda da fare, anche perché ciò mi può essere molto utile nel... scavare nella memoria.

Certe cose sono, per così dire, nelle memoria immediata, ma certe altre vengono alla superficie se aiutate con "scavi" che hanno la magia di dare nuova vita ad una memoria assopita in un letargo di tanti decenni, ma - ripeto - solo in letargo e non morta del tutto.

Resto in fiduciosa attesa e quindi a lunedì o, se posso, prima. Riprenderò ancora con il 1937-1939.

Un saluto a tutti, buona domenica e buon fine settimana!

(non BUON WEEKEND! Non usiamo la lingua inglese laddove ci sono appropriati vocaboli italiani!)


:qi

come scrivi bene mi piacciono proprio le tue storie...
che rompi...devo andare a mangiare, pensa mi sono alzata da poco è già ora di pranza se non siamo tutti a tavola per le 13 oggi che è sabato succedi il finimindo
ciao ferruccio

Ambrogio
14-09-02, 17:17
Originally posted by carmen


Ma cosa facevano le bambine in quel periodo?

L'unica cosa che ricordo è che sfilavano con noi nelle adunate scolastiche. Non rammento distinzioni come invece per i maschi; erano tutte PICCOLE ITALIANE. Divisa: gonna nera, camicia bianca con maniche lunghe e berretto nero.

Quanto alla vita fuori della scuola, il fatto che ormai andassi e venissi da solo tra casa e la scuola elementare mi dava maggior libertà di stare fuori durante il pomeriggio. Era stato proprio con il secondo trimestre dell'anno 1937-'38 che l'orario scolastico era stato rivoluzionato. Prima si andava a scuola al mattino fino alle 12 e poi ancora al pomeriggio tra le 14 e le 16. Di giovedì a casa, tutto il giorno, e il sabato solo al mattino. Era il vecchio orario scolastico del "CUORE" di Edmondo De Amicis.

Da gennaio 1938, invece, a scuola tutte le mattine dalle ore 8 alle 13. Fu con un certo disappunto che non avemmo più il giorno di vacanza intermedio; ma, come ho detto, avevamo tutti i pomeriggi liberi, salvo il tempo dei compiti. La conseguenza più importante di quella maggiore libertà era far parte di diritto della "banda di Via Ennio". Composta da tutti o quasi i ragazzini della strada in cui abitavo, era il punto-base di aggregazione e socializzazione dei giovanissimi di allora.

Con la banda si viveva e ci si divertiva, tra l'altro, secondo consuetudini non scritte ma direi quasi automatiche e stagionali. C'era il tempo per la sfide con le "figurine": all'americana, tirandole dal marciapiedi verso le case, oppure a "muro", lasciandole cadere dopo averle appoggiate (su un muro, appunto) da un'altezza concordata. Chi copriva con la sua un'altra figurina si portava via tutte quelle che stavano sul marciapiede. oppure una sola secondo regole occasionali. C'era poi l'epoca delle gare al "GIRO D'ITALIA", con i tappi delle bottigliette di gazzosa (simile all'attuale "Sprite") e con il percorso disegnato, con il gesso, sul marciapiede; oppure, in versione più bella, con una percorso scavato nella terra e con biglie di terracotta o di vetro (molto ambite). Chi vinceva si portata a casa tutte le biglie in corsa.

Altro gioco era quello della "LIPPA", fatto con un pezzo di legno appuntito alle estremità; dapprima, con un bastone, lo si faceva alzare e poi, colpendolo di nuovo, lo si mandava lontano. Un incrocio tra il cricket e il baseball.

Ogni "BANDA" aveva come rivali quelle delle strade vicine (la mia era in attrito con quelle dette "di viale Umbria" e "di via Strigelli"), per motivi che erano i più vari; per esempio, una "banda" si arrabbiava molto se qualcuno di un’altra sconfinava nel loro “territorio” e se addirittura combinava scherzi, come buttare tracchi nella case a pianterreno. A questo punto prima chiedeva riparazione e scuse all'altra e, nelle situazioni più gravi, si consumava una sfida che poteva essere la battaglia con le zolle di terra (dal non grave pericolo) ma anche la sanguinosa "sassaiola".

Ce n’erano state alcune, sui bastioni, alle quali avevano partecipato molte decine di ragazzi e di cui si tramandava la memoria quasi come delle Termopili. Ma la sassaiola era quasi sempre interrotta dai parenti, attirati dallo schiamazzo e magari anche dalle rotture dei vetri delle case circostanti.
Le bande non avevano un capo eletto ma c'era sempre qualcuno che "dominava", ed era a costui che si presentavano i "padrini" della banda sfidante.

Sul tema esiste un bel libro che noi tutti, bambini e ragazzi di allora, abbiamo letto: I ragazzi della via Pal, romanzo ungherese Evidentemente, le "bande" dovevano essere un'istituzione sovranazionale.

"E le bambine?", mi chiederai tu.
Le bambine non vi erano ammesse e con loro, in pratica, non si giocava mai, salvo che con quel rettangolo tracciato sul marciapiede e diviso in altri rettangoli numerati. Si doveva dimostrare la propria abilità percorrendolo tutto, quadro per quadro, nei modi più disparati: con la sola gamba sinistra, poi con la destra, incrociando le gambe e così via. Ma - ripeto... - le bambine erano un mondo a parte e in strada si vedevano molto poco. Anche a scuola, per lo meno la mia, c'erano "classi separate".

L’insegnante era una dolce signora di nome Perini. Data la quasi mania di mia madre nel conservare tutto, ho ritrovato recentemente un'immaginetta che la maestra mi diede in occasione della mia Prima Comunione. Reca scritto sul rovescio:

"4 Maggio 1939
Al mio caro scolaro Ferruccio nel giorno Santo della Prima Comunione. Gesù sia sempre nella tua anima!"

Altre maestre! Altri tempi! Altra Italia!

P.S. Scusate la digressione, ma reputo che sia importante dare il quadro delle abitudini infantili di allora.

Dimenticavo: le bande erano, per così dire, "apolitiche". Niente Figli della Lupa o Balilla. Direi, piuttosto, che vi predominava uno spirito anarcoide e selvaggio. Non passavamo, invece, il tempo a sentire la radio, però ricordo di aver sentito una trasmissione utilizzando una radio "a galena" di mia madre, che era un dono ricevuto da fidanzata. Non c'era corrente o altro. Con un filo d'argento ci si sintonizzava toccando, appunto, una pezzo di galena e il segnale era debolissimo. Mamma mia come sono vecchio!


Un saluto a tutti.

Ambrogio
17-09-02, 11:40
Dello scoppio della guerra io seppi solo il 2 settembre 1939, mentre mi trovavo con la mamma, incinta di mia sorella, a Moltrasio, sul Lago di Como; e lo seppi da mio padre che, acquistata la nuova Fiat 500 detta "TOPOLINO", era andato a fare un giro in Germania (Baviera) e in Austria. Raccontò che aveva avuto difficoltà a reperire il carburante, dato che era scoppiata la guerra, e che a Vienna aveva visto mettere in postazione mitragliatrici antiaeere sui tetti di alcuni palazzi. Non ricordo, però, che la cosa mi abbia turbato più di tanto.

Quello che mi aveva colpito di più era che subito, a cena, papà aveva detto che, a Vienna, tutto quello che per noi erano state sconfitte là erano invece vittorie; aveva visto strade intitolate a Novara, Custoza e Lissa, oltre a un monumento all'ammiraglio qui vincitore.
Disse a mia madre: "Luisa, tuta la storia al cuntrari!" (!Tutta la storia al contrario!!). E formulò anche qualche considerazione sulla relatività della storia stessa.

Ricordo che noi lo guardammo costernati e muti: non potevamo credere che si potesse fare un simile affronto, in particolare a noi, milanesi e di Porta Vittoria per giunta. In ogni caso, ciò rafforzava i sentimenti antitedeschi di tutti che, ricordo benissimo, aumentavano di giorno in giorno. La gente, per lo meno a Milano, non ammetteva la nostra alleanza con questi loro.

E' vero che mio papà aveva la tessera del Fascio. Era, però, un fascista sui generis e non partecipava alla vita politica. Aveva la tessera e basta. Ciò, soprattutto, in conseguenza di quanto avvenuto nel suo quartiere nel 1922. Era una domenica e lui, sedici anni, si pavoneggiava con il primo vestito con i pantaloni lunghi e la magiostrina (cappello di paglia) - nonché con il bastoncino nero appeso al braccio sinistro – quando, da un’ osteria, erano usciti alcuni avventori che, avendolo accusato di essere "un sciur" (un signore), lo avevano parecchio malmenato... "L'è un sciur: bott!"

La cosa fu riferita a un "ardito" del quartiere che, subito, decise di punire i "sovversivi" tirando una bomba a mano dentro il locale. Mia padre l'aveva ostacolato in tutti i modi e, con l'aiuto di altri, aveva impedito che la bomba a mano, già estratta, fosse lanciata. Ricordo che insisteva sempre, nel suo racconto, sul fatto che, ancora in sicura, sfuggiva di mano ora all'energumeno ora agli intervenuti, balzellando con suono sordo e metallico sul marciapiede. Alla fine erano riusciti a far desistere il pazzo dall'insano proposito ma, da allora, nel quartiere mio padre era stato classificato come fascista e come fascista tesserato.

Come ho già detto sopra la guerra era scoppiata e, per dir la verità, io non sapevo al momento neppure fra chi. Era chiaro, comunque, che la cosa era piuttosto importante e anche non del tutto attesa; ma non riguardava l'Italia, che subito si era messa in disparte. Per la prima volta udii le parole "non belligeranti", e tutti si misero tranquilli. Non belligeranti! Noi eravamo a posto e la fiducia nel Duce riprendeva.

Ma io ero in partenza per Roma, dove mio nonno Ambrogio mi avrebbe portato come premio del brillante passaggio alla terza elementare. Qui restammo otto giorni, e così io visitai con lui tutte le cose più rimarchevoli della città, che mi illustrava unitamente a episodi della storia antica.

Fu così che, con grande emozione, salii sull'Altare dalla Patria, dove però mi seccai parecchio in quanto constatavo che i romani - che al Risorgimento avevano contribuito poco o nulla - possedevano una tale opera mentre noi - che con le Cinque Giornate lo avevamo “fatto” - solo un misero monumentino. Lì mio nonno mi fece scattare una bella foto ricordo, ma si vede benissimo che ero nero come "un scurbnatt", che in milanese vuol dire “scarafaggio”. Come ricordo ebbi inoltre una Lupa di Roma in metallo su basamento di alabastro, che conservo ancora.

Iniziò così l'anno scolastico 1939-1940 e, per quel che ricordo, fu allora che da Figlio della Lupa passai a Balilla; così mi spettava di diritto la nuova divisa con mantellina grigio-verde e potevo, pure di diritto, cantare la canzone "Fischia il Sasso, il nome squilla, del ragazzo di Portoria, che l'intrepido Balilla, sta gigante della storia... fuori il petto... fiero il passo ... ma il ragazzo fu d'acciaio e la madre liberò..." (scusate le lacune, ma gli anni sono tanti).

Un saluto.

Ambrogio
19-09-02, 17:56
E così, il 15 ottobre, cominciai la terza elementare. Stessa classe, stessa maestra.

Ricordo che, essendo passato da Figlio della Lupa a Balilla, mia madre mi portò al negozio dell'Unione Militare specializzato in divise per comprare quella nuova: calzoni grigio-verde, fascia nera per trattenerli, camicia nera, cappello con la "M" di latta sul davanti, calze grigio-verde, scarpe nere. E, in più, una bella mantellina grigio-verde, con le borchie a forma di leone al bavero per allacciarla.

La guerra tra Germania a Polonia era in atto, ma non è che ciò influisse sulla nostra vita più di tanto. Mio padre doveva essere molto fiducioso nell'avvenire dato che aveva iniziato a farsi costruire un palazzo a sei piani in Milano, con ben tredici appartamenti di cui due per noi, nonno compreso, e undici per eventuali inquilini. Fu fortunato perché la casa si salvò dai bombardamenti e e questo, a fine guerra, gli permise di ripartire avendo qualcosa di solido da offrire in garanzia alle banche.

Ricordi esatti ne ho relativamente, però era chiaro che non c'era più l'atmosfera di uno-due anni prima. Ho la sensazione che l'entusiasmo del 1936-1937-1938 si fosse come incrinato e, anche se dopo le fasi iniziali in Polonia la guerra guerreggiata non c'era più, purtuttavia qualcosa non quadrava come prima. I discorsi in casa erano sempre incentrati sull'avversione per i tedeschi.

Mi sembra fossero di quei mesi alcuni provvedimenti che suscitarono una sensazione di stanchezza. Quelli che ricordo furono:
a) proibizione di uso di parole straniere laddove vi fosse un corrispondente vocabolo italiano. Questo provvedimento non interessò molto, anche perché allora non vi era l'abuso di inglese che abbiamo oggi quando neppure si traducono i titoli del film;
b) abolizione della stretta di mano, che doveva essere soppiantata dal saluto fascista. Non mi sembra fosse rispettato neanche un po'.
c) abolizione del "Lei", che doveva essere sostituito dal "Voi" nella normale conversazione. Questo fu un provvedimento che apparve non poco cervellotico e che colpì anche noi, bambini e ragazzini, perché incideva sulle nostre abitudini. L'adozione del "Voi" era, fra l'altro, impossibile per chi si esprimeva in dialetto milanese, come i miei, perché si dice "vialter" e cioè "voialtri".

In sostanza, via via che i mesi procedevano, la tensione aumentava, anche se l'Italia in pratica si era dichiarata NON BELLIGERANTE. Ho l'impressione come di una parentesi, fino al maggio 1940. Solita vita, solite sfilate, solite musiche e canzoni.

Di quel periodo ho molto vivo il ricordo di quando mia papà mi portò per la prima volta a San Siro, per vedere il Milan. Lo stadio era nuovo. Ricordo una gran rigore di Boffi, con il portiere che si rannicchiava invece di tentare la parata. Questo era dovuto al fatto che Boffi aveva il tiro "proibito".

E' anche di quel periodo, inizio del 1940, la prima volta in cui sentii parlare dell'Albania. Venne in classe la nostra direttrice e ci disse: "Ragazzi, domani verranno a scuola con Voi tre ragazzi albanesi; trattateli come Vostri fratelli!".

Infatti, il giorno dopo, vennero tre ragazzini con le facce da... morti di fame. Appresi così, con qualche mese di ritardo, che l'Italia si era annessa l'Albania; ma non è che la cosa, per quel che ricordo, destasse entusiasmo. L'ETiOPIA ERA STATA TUTT'ALTRA COSA. I ragazzi albanesi e le loro famiglia abitavano nel quartiere di Case Popolari dette "Case Minime", perché costruite con criteri minimalistici ma molto razionali e di costo bassissimo. Ci sono ancora oggi!

Ricordo anche l'introduzione, nelle nostre marce, del cosiddetto "passo romano", sul quale dovemmo subito esercitarci. Era piuttosto faticoso e richiedeva una distanza tra le file maggiore di prima; ciò perché occorreva tenersi a debita distanza da quelli che seguivano, onde non prendersi una bella pedata là dove non splende il sole. Cosa successa più o meno a tutti, all'inizio. Che male lo scarponcino altrui!

In quel periodo avevo anche cominciato ad andare al cinema; soprattutto film western. Forse era di allora (o forse di un anno dopo) "Ombre Rosse". Spesso, al pomeriggio della domenica, mio nonno mi mandava al cinema insieme alla zia Mariuccia, che però sceglieva, in pratica, solo pellicole francesi. Fu così che io anch’io vidi "Il Bandito della Casbah", poi "Alba Tragica" e, mi sembra, anche "Il porto delle nebbie". Mia zia impazziva per Jean Gabin. Allora non c'erano divieti e così con mia zia entravo anch'io che, per dir la verità, avrei preferito tutt'altro genere di film.

Solo molti anni dopo mia madre disse che il nonno mi mandava al cinema con la zia perché io le stessi tra i piedi, onde impedire... mia zia doveva essere un poco puttanella!

A casa, solite frequentazioni con la mia banda: avevamo anche una specie di piscina nostra, costituita dallo slargo di una roggia che attraversava i campi all'esterno del nostro quartiere. Tutti nudi, ci divertivamo un mondo: con nulla!


Regali di Natale del 1939 furono una bella biciclettina Velox e l'”Enciclopedia dei ragazzi” Mondadori, che mi accompagnerà per anni.

Il nonno mi portava spesso con lui, e così conobbi il famoso teatro della marionette GEROLAMO e il bellissimo planetario Hoepli, ai giardini pubblici, inaugurato qualche anno prima.

Ma stava per scoppiare la bufera. Noi cantavamo le canzoni dei Balilla: "Sole che sorgi libero e giocondo... tu non vedrai più bella cosa al mondo, maggior di Roma..." oppure "Fuoco di vesta... noi siamo la speranza di una nuova età...".

E così siamo al maggio 1940, quando all'improvviso tutto precipita e, in casa, i volti cominciano a scurirsi.

Fine del messaggio (SEGUE S&O, cioè salvo errori e omissioni. Ragazzi, sto parlando di cose di oltre sessanta anni fa. Era un altro mondo!).

Chi ha qualcosa da chiedere non si faccia riguardi. Anzi, mi aiuta a ricordare!

Un saluto a tutti dall'ex Balilla Ferruccio.

Ambrogio
21-09-02, 11:13
Nella mia memoria, del periodo ottobre 1939-maggio 1940 c'è la sensazione che si sia trattato come di un interludio... uno strano interludio.

Passato il mese di settembre, e cessata la guerra guerreggiata, i discorsi in casa, anche quelli normalmente antitedeschi, si erano come attenuati. Ho il ricordo solo dell’occupazione tedesca della Norvegia, a causa di un disegno sulla Domenica del Corriere riguardo il colpo di mano germanico in quel paese.

La casa nuova che mio padre stava costruendo cominciava a venire su e il lavoro non mancava.

Noi Balilla eravamo abbastanza impegnati. Delle canzoni di quel tempo ricordo soprattutto "Fuoco di vesta... erompe la giovinezza va... mostra la spada quando tu lo vuoi... gagliardetti al vento... va la giovinezza va... una maschia gioventù con romana volontà combatterà". Solo parole smozzicate mi sono rimaste, ma la musica la ricordo ancora benissimo; e ricordo anche un certo "orpellismo", in varie occasioni. Mi è rimasta l'impressione di una ricerca di immagine del regime, e anche di una fuga dalla realtà tipo "otto milioni di baionette". L'Italia era debole, ma voleva accreditarsi di fronte a tutti un’immagine di forza. "Facite a faccia feroce!", avrebbero detto al tempo dei Borbone.

A maggio, improvvisamente, l'atmosfera cambiò e ripresero più che mai i discorsi antitedeschi di mio padre e mia madre. Chiaro: i francesi cominciavano a prenderle di santa ragione e, anche se eravamo "non belligeranti", l'alleanza con la Germania era sentita come un qualcosa di non naturale, soprattutto per noi milanesi.

I discorsi in famiglia tradivano una gran delusione, l'esercito francese arretrava e chi aveva pensato che fosse come quello della prima guerra mondiale doveva ricredersi.

Il "poilus" non era imbattibile. Tutt'altro. La delusione doveva essere molto forte. Stranamente, però, da quello che ho letto nei decenni seguenti ciò che succedeva in una famiglia come la mia non era differente da quanto, in realtà, succedeva a Palazzo Venezia. Tutta la politica italiana, compresa quella praticamente di neutralità, si reggeva sulla fiducia che l'esercito francese tenesse o che, comunque, ci sarebbe stato se non un miracolo della Marna almeno un miracolo Maginot. E invece i tedeschi la Linea Maginot se l’erano messa in tasca, e puntavano dritto su Parigi e sulle Alpi.

E' strano che fossero passati tutti quei mesi con i tedeschi e i francesi a guardarsi negli occhi e financo a giocare a pallone tra la Maginot e la Sigfrido. "Drôle de guerre" era stata chiamata dai francesi quelle guerra, e "Phone war" dagli inglesi. Ora appare chiaro che i tedeschi non si erano mossi perché speravano che un armistizio chiudesse la partita e che un successivo trattato di pace sancisse il nuovo ordine in Europa con le clausole di Versailles annullate, soprattutto quelle territoriali.

Oggi come oggi, penso proprio che quel lungo periodo di "Drôle de guerre" dimostri come la Germania NON VOLESSE la guerra generalizzata in Europa, soprattutto contro i francesi e gli inglesi, e che l'operazione contro la Polonia avesse obiettivi territoriali e nulla più. Altrimenti la Germania avrebbe attaccato ben prima, già nell'ottobre del '39, dovendo tra l'altro battere il solo esercito francese dato che di inglesi, fino ad allora, se ne erano visti pochini. Ben diversi gli intendimenti degli inglesi, che erano i veri battitori del gioco avendo trascinato i francesi in una brutta avventura; e qui aveva ben contribuito quella nullità di Ciano, comunicando ai francesi di star tranquilli che noi non li avremmo mai attaccati sulle Alpi, il che convinse il governo di Parigi a dichiarare guerra alla Germania. E' molto probabile che, se i francesi avessero solo paventato un intervento italiano, se ne sarebbero stati tranquilli, mentre gli inglesi si sarebbero trovati a fare una guerra soltanto navale.

Tutto questo si rivelò poi esiziale per l'Italia: se la Francia non si fosse messa nei pasticci non ci sarebbe stata guerra guerreggiata in Europa e non ci sarebbe stata, di conseguenza, un'avanzata tedesca verso Parigi e le Alpi. Cioè non ci sarebbe stato il collasso francese che fu all'origine del nostro ingresso nel conflitto, nel giugno 1940.

Racconta Jas Gavronsky che sua madre, sposata a un diplomatico polacco, andava spesso a Palazzo Venezia per motivi d'ufficio e trovava Mussolini sempre più terrorizzato dalla potenza tedesca e timoroso di una prevalenza tedesca sul continente. Ma ci sono molte altre testimonianze. Mussolini aveva le carte del fronte francese nello studio e fu sentito più volte gridare: "Ma che fa quel cretino di Gamelin? Cosa aspetta a contrattaccare?".

Scusate la mia quasi divagazione. La dichiarazione di guerra non fu accolta bene, in casa mia. I ricordi del 1915-18 erano molto vivi. L'Italia non poteva e non doveva stare con i tedeschi. Era una visione assai semplicistica di tutte quelle vicende e della nostra storia passata e recente. Che la Francia ci avesse adoperato nel primo conflitto mondiale, dandoci poi un bel calcio nel sedere e mettendoci a fianco perfino una Jugoslavia a romperci le scatole, o che ci avesse chiuso le porta in faccia in Tunisia, o che per poco non ci avesse fatto fallire l'intero Risorgimento solo che a Sedan fosse andata diversamente, non contava nulla. Contavano solo Solferino e il miracolo della Marna.

In una delle prime notti facemmo la conoscenza con i bombardamenti aerei. Furono i francesi a colpire per primi Milano, mentre gli inglesi li effettuarono su Torino e Genova. Danni da poco, ma grande l'impressione. Ho in mente l’immagine di mia madre che scende nella cantina della nostra villetta con in braccio mia sorellina di sette mesi. Il giorno dopo, tutti a vedere i danni al Parco Ravizza. Qualche buco in una facciata e piastrelle di clinker rotte. Una bomba inesplosa nel parco.

Avremmo visto ben di peggio. La guerra era cominciata! Mio padre, come tesserato del Partito Nazionale Fascista, fu richiamato nelle contraerea, cosa che lo fece imbestialire. Ne fece quasi una tragedia, dato che doveva trascurare il lavoro; e poi tutta l'organizzazione, i cannoni inefficaci, il comandante superficialotto e ignorante lo indisponevano. Non ne voleva proprio sapere. Malediceva tutto e tutti. Si ricrederà tanti anni dopo, al tempo dei fatti d'Ungheria del 1956, quando davanti a tutti, vedendo l'insurrezione di Budapest nelle cronache televisive insieme all'ultimatum americano ai francesi e inglesi a Suez, esclamò: "G'aveum capi' nagott!" ("Non avevamo capito nulla!").

Fine del messaggio (SEGUE).

Ambrogio
23-09-02, 15:40
Non ho particolari ricordi legati alla scuola che, come sempre, terminò anche quell'anno il 15 giugno, pochi giorni dopo l'inizio della guerra per l'Italia.

Durante l'estate andai dai nonni materni, nel Lodigiano, e ricordo bene l'altoparlante piazzato su un balcone del Municipio per trasmettere il bollettino di guerra che noi ascoltavamo stando appoggiati alla parete opposta della piazza. Ricordo anche mia nonna Luisa che dice: "L'Italia vincerà anche questa volta perché ha sempre vinto!". Anche allora mi sembrò un eccesso di ottimismo.

In casa avevo una pianta dell'Africa e lì mettevo le bandierine che indicavano la nostra avanzata. Ricordo, però, che a un certo punto le bandierine non andarono più avanti. E quando si cominciò ad andare indietro non le misi più.

Ho però come la sensazione che, tra il giugno 1940 e i primi bollettini, si sia aperto un secondo interludio che durò più o meno fino alla ripresa delle scuole.

Non rammento grandi entusiasmi di alcun tipo. Vi erano le solite cerimonie scolastico-patriottiche, ma un po’ in sordina.

Mio padre era stato riformato a causa dei suoi denti, e così non partì per Lampedusa con la sua batteria antiaerea. Non era partito per l'Etiopia né partì per la Spagna, come non seguirà più tardi né la resistenza né la Repubblica. Era a casa e si faceva gli affari suoi. Ricordo che, nell'inverno 1940-1941, tornò da Cortina dicendo che i tedeschi sfottevano a causa dei nostri insuccessi in Grecia (c'erano stati i campionati europei di sci).

A fine ottobre 1940 il disastro di Taranto, di cui si seppe qualcosa. Ricordo che mio papà disse che al caffè dove andava tutte le domeniche pomeriggio un tale si era fregato pubblicamente le mani alla notizia dì di quella catastrofe. Non gli era sembrato un bel gesto, ma nessuno aveva reagito.

A casa, mio fratello e io giocavamo quasi sempre con i soldatini. Lunghe battaglie tra italiani e nemici. Tema: l'assalto italiano a un fortino di cartapesta. Vinceva chi faceva cadere tutti i soldatini nemici. Per questo era molto ambita l'assegnazione di un soldatino che sparava stando steso sulla pancia e che era quanto mai difficile abbattere.

I bollettini di guerra cominciarono a lasciar intendere che, in Africa, le cose non andavano bene e che i tedeschi erano arrivati per aiutarci.

Avevamo imparato bene la canzone "Vincere, vincere, vincere... e vinceremo in cielo, in terra e in mare. E' la parola d'ordine di una suprema volontà...".

Pressoché tutti i brani di quel tempo erano composte da cantautori del momento. Canzoni cosiddette "spontanee" non ne ricordo. La prima del tempo di guerra fu quella degli Alpini: "Sul ponte di Perati bandiera nera, la meglio gioventù che va sottoterra...", sul motivo musicale della canzone del primo conflitto mondiale "Sul Ponte di Bassano". Non infondeva precisamente ottimismo o entusiasmo.

L'unica vera canzone spontanea del '40-'45 resterà sempre, per me, "Le donne non ci vogliono più bene perché portiamo la camicia nera... dicon tutte che noi siamo da catene, dicon tutte che noi siamo da galera...", ma questa è tutta un'altra storia e un altro periodo della guerra.

Non ho altri ricordi speciali di allora. Tutto è avvolto nella coltre di un passato che è difficile penetrare. Quel che so è che, alla fine dell'anno scolastico 1940-1941, la mia vita ebbe un cambiamento radicale, ma questo lo racconterò la prossima volta.

Comparvero anche, nel '40, le tessere annonarie, e ricordo bene quei fogli con i quadrati dei bollini per i vari generi di consumo. Scomparvero, tra l'altro, tutti i formaggi, per far posto a uno strano prodotto fuso, il "ROMA", ben poco appetibile. Ci sarà stato ancora almeno il grana? Non ricordo.

Segue.

RIPETO L'INVITO A FARE QUALCHE DOMANDA PER AIUTARE LA MIA MEMORIA, SEMPRE CHE A QUALCUNO INTERESSI TUTTO CIO'.

Un saluto a tutti. Magari tra Voi c'è qualche "redivivo" della guerra e di quel tempo che mi può aiutare.

:qi

Ambrogio
24-09-02, 16:46
Il 1941 fu per me un anno memorabile, in negativo, per altri motivi. A fine maggio traslocammo nella casa nuova, che stava in tutt'altra zona di Milano, e così di botto persi tutti i miei amici di quartiere. Fu uno shock, come si dice oggi.

D'improvviso mi ritrovai in un nuovo quartiere, dove non conoscevo nessuno. Tutto mi era estraneo.

Per una quindicina di giorni, fino al 15 giugno, frequentai la mia vecchia scuola, impiegando circa un'ora di tram all'andata e una al ritorno. Poi, più nulla.

Ma non fu il solo shock di quell'anno. Ve ne fu un altro ancora peggiore.

“Un bombardiere tedesco con un carico di xx quintali di bombe ne lascia cadere xxxx chili su Londra e le restanti le lascia cadere su Coventry. Quante gliene restano da far cadere su Liverpool?". Così diceva, più o meno, il problemino di aritmetica che il nuovo maestro Sabbadini mi aveva assegnato da svolgere a casa.

Mio padre andò su tutte le furie. Decise di togliermi dalla scuola pubblica e, anche in considerazione della guerra incombente e dei primi bombardamenti, decise insieme a mia madre di mandarmi in collegio. Fu scelto l’Angelo Mai di Clusone, filiale del S. Alessandro di Bergamo.

L'atmosfera generale, intanto, si faceva sempre più preoccupante. Iniziò la guerra in Russia, ma io non ho ricordi particolari né in casa rammento specifici discorsi o atteggiamenti.
Ricordo solo una lunga villeggiatura a Nervi, dove andavo spesso sulla bellissima passeggiata a mare.

Poi, a metà ottobre, mi portarono a Clusone. Il Collegio era tenuto dai preti e subito mi fecero rinnovare la tessera dei Balilla. Ma c'era una novità: mi avevano fatto anche quella dell'Azione Cattolica.

Era un lugubre edificio derivato dalla trasformazione di un vecchio convento del '400, con tanto di chiostro con porticato e chiesa. Corridoi molto bui, tutti storti, e grandi camerate come dormitori.
Consumavamo i pasti nel vecchio refettorio dei frati; e del monastero era anche rimasta l'abitudine di sentire la lettura delle Sacre Scritture fino alla distribuzione del secondo piatto, dopo di che si poteva parlare. Prima e dopo, inoltre, una preghiera di ringraziamento.

I riscaldamenti erano molto scarsi e occorreva pagare per avere a sera, nel letto, la boule dell'acqua calda; oppure, ancora con supplemento, il cosiddetto "prete", cioè una specie di slitta che conteneva al suo interno un vaso di metallo con braci dei fuochi di cucina.

La scuola elementare (facevo la quinta) era interna. Non più sfilate e niente bollettini di guerra. Questa, da Clusone, sembrava pressoché sparita. Nel corso dell'inverno 1941-1942 una parte del collegio fu occupata da un reparto di fanteria che effettuava esercitazioni prima di partire per il fronte. Una sera udii due soldati che parlavano e uno chiese all'altro: "Ma tu pensi che lo dovremo usare davvero questo fucile in Russia?" E indicava il suo moschetto 91! La scena mi e' rimasta impressa, perché ebbi come un presagio di sventura.

A casa tornavo solo per la vacanze estive e a Natale; e talvolta, per arrivare alla stazione, usavamo una carrozza coperta chiamata giardiniera con un solo cavallo. Infatti, a un certo momento, il treno cominciò a doversi fermare un paio di stazioni prima di quella di Clusone in quanto, a causa del combustibile, non ce la faceva più ad arrivare fin lassù. Ci capitò anche di dover scendere dal treno nel tornare in Collegio; solo così il trenino riusciva ad arrivare, alimentato a legna e non più a carbone.

Finita la quinta elementare, nell'autunno del '42 cominciai a frequentare la prima media, che però era quella pubblica esterna; così un po’ ripresi contatto con il mondo esterno.

Ma ormai il tempo dei Balilla, delle sfilate e dei canti della Patria era finito. Arrivavano tempi molto, molto duri.

(SEGUE)

Un saluto a tutti.

Ambrogio
26-09-02, 18:36
Anche alle scuole medie esterne, dei Balilla non si parlava pressoché più. Nel frattempo la vita in Collegio peggiorava; faceva difetto soprattutto il cibo. Approvvigionare almeno duecento ragazzi, a quei tempi, non era facile, e ciascuno si arrangiava con ciò che veniva mandato da casa come biscotti, marmellata, ecc.

Pagando un supplemento si poteva avere, per esempio, un uovo al tegamino, ma chi lo riceveva doveva poi mangiarlo con sopra gli occhi di quelli che non se lo potevano permettere. Il che avrebbe turbato anche per un ragazzino. Ci rinunciai.

Spesso, durante l’inverno, non era possibile lavarsi, poiché l'acqua gelava nei tubi. Era già tanto se, il sabato pomeriggio, si poteva fare una doccia calda, ma dopo bisognava asciugarsi al freddo perché di riscaldamento, nelle camerate e nei bagni, non se ne parlava proprio. E così fecero la loro comparsa i pidocchi!

Si tornava a casa per la per Pasqua, per le vacanze estive e per quelle natalizie. L'atmosfera a Milano era sempre più pesante, sia per le ristrettezze dovute alla guerra sia per l'andamento sfavorevole della stessa sia per qualche bombardamento che, pur privo dell'intensità che avrebbero caratterizzato quelli del '43, già dimostrava l'inadeguatezza delle nostre difese antiaeree. Ricordo che, nel '42, comparvero alcune batterie tedesche, nei pressi di casa mia, con cannoni da 120.

I ricordi veramente rimarchevoli, tuttavia, arrivano con il 1943. Ero a Milano, a luglio, quando si verificarono le "dimissioni" di Mussolini.

A quel tempo prendevo lezioni di fisarmonica da una maestro che stava al settimo piano, e così dovevo portare lo strumento per mezza città e salire le scale. Una pena. La prima conseguenza del venticinque luglio fu che mia madre non mi fece più andare, causa la situazione dell'ordine pubblico. Che sollievo!

Le "dimissioni" di Mussolini furono accolte come se il conflitto fosse ormai terminato e ricordo che mio padre prese molto male la frase di Badoglio "la guerra continua"; nessuno capì che si trattava di un ennesimo inganno per i tedeschi. Nel frattempo, dopo lo sbarco, gli alleati stavano dilagando in tutta la Sicilia e, chiaramente, ormai per tutti noi la vicenda bellica volgeva al triste epilogo. Il cosiddetto “fronte interno” non esisteva più, e in tutti vi era ormai uno spirito di rassegnazione. Una nuova Caporetto, senza però il Piave. L'ascolto di Radio Londra era generalizzato e veniva presa per oro colato tutta la propaganda inglese e americana (soprattutto la prima, con il famigerato Colonnello Stevens).

La guerra psicologica era altrettanto spietatamente condotta; anzi, ai fini bellici, era addirittura più importante di quella militare. Tristi ricordi.

Era impressionante vedere come, all'improvviso, tutti si dichiarassero contro il Duce e nessuno fosse più fascista. Era lo spettacolo di una trasformazione troppo repentina per non essere di pura convenienza.

Bandiere con stemma sabaudo ai balconi e alle finestre. Il Re era ancora un punto di riferimento. Ricordo in piazza del Duomo, dove io ero andato a curiosare, un ufficiale tedesco seguito da gente con bastoni, che si allontanava tallonato da questa.

Ricordo anche, in corso Buenos Aires, l'esercito che disperdeva la folla assembrata per un qualcosa che, anni dopo, seppi essere stato un comizio comunista. C'era anche uno di quei cingolati piccoli piccoli, che faticava perfino a salire sul marciapiede e che mi fece pensare che, forse, il nostro armamento non era stato molto adeguato.

Si arrivò così all'otto settembre. Fu allora che allora ebbe inizio la vera tragedia.

(SEGUE)

Un saluto a tutti.

Ambrogio
30-09-02, 09:59
I miei ricordi dell’estate 1943 prendono a manifestarsi quasi sotto forma di immagini: come se sfogliassi un album.

Visione di un articolo del Corriere della Sera dove si parla della vita privata del Duce e del suo legame con la Petacci. Conserverò sempre una speciale avversione per questo giornale.

Bombardamento di Milano, otto agosto. Colpi fortissimi dal pavimento del rifugio antiaereo.

Bombardamento di Milano, otto agosto. Una ragazza emerge dalle macerie della sua casa in Via Hayez tirandosi dietro un catino con relativo treppiede e grida felice: "E' mio! L'ho trovato!".

Visione di un signore che mi dice: "In via Maiocchi non si può andare perché ci sono sessanta morti in una cantina colpita da una bomba!".

Da Cittiglio, sopra Como, dove eravamo sfollati, visione di Milano durante i bombardamenti. Nessun rumore, ma solo grande luce rossa cangiante. Dietro di noi i bagliori di Chiasso, parte svizzera.

A Milano grido ai miei che non hanno il coraggio di guardare se la nostra casa è rimasta in piedi: "C'è ancora! C'è ancora!". Non avevano neppure terminato di pagarla!

Mio nonno simile a un barbone, che era rimasto a custodire la casa sotto i bombardamenti. Ha sparato contro alcuni ladri e una porta mostra i segni delle revolverate.

Visione di piazza San Carlo. Le colonne stanno in mezzo e si è formata una collinetta di macerie, sulla quale transito. Una voce, indicando l'ex cinema Ambasciatori che brucia: "C'è dentro il portinaio!". Io rispondo: "Come si fa a entrare? Sta bruciando tutto!".

Visione della mia famiglia in bicicletta, alla sera, uscendo da Milano
in mezzo al fumo dei nebbiogeni.

Di mattina presto. rumore di un crollo. E' una casa vicina, già colpita in agosto, che si affloscia completamente.

Visione di case distrutte nel mio quartiere, angolo via Sangallo.

Otto settembre: assembramento di gente attorno a un'edicola dove distribuiscono il giornale "L'Italia Libera". Grido a mia mamma: "La guerra e' finita!".

Voce del maresciallo Badoglio che, da un disco, comunica l'armistizio. Del disco sapremo più tardi.

Carri armati tedeschi passano, sferragliando, di fronte a casa mia.

Nel cielo, un aereo traccia un nodo di Savoia.

Con alcuni compagni eliminiamo paletti messi dai tedeschi a indicare una palificazione per una linea telefonica d'emergenza. Visione, da lontano, dei tedeschi piuttosto incazzati.

Mio nonno Angelo viene dal Lodigiano in bicicletta, con roba da mangiare. Negli anni successivi sopravviveremo grazie a lui.

Alla stazione di Bergamo (io sono diretto a Clusone, in collegio) da un carro merci piovono pezzi di carta. Ne raccolgo qualcuno, insieme con altre persone. Sono diretti a familiari di nostri soldati portati in Germania dai tedeschi. Pregano di avvisare i parenti, dei quali danno l'indirizzo. Dal collegio ne avrei spediti tre.

Visione di un cannone di grosso calibro, italiano, abbandonato lungo la strada per San Lucio, sul Pizzo Formico. Mio fratellino Marco ne asporta i pezzi in ottone.

Quell'anno non vi furono più iscrizioni all'Opera Nazionale Balilla.

Fu comunque un periodo durissimo, ma qui terminano le mie memorie come Balilla.

Se qualcuno vorrà, potrò descrivere il periodo dall'autunno '43 al '45, l'anno più significativo della mia vita.

Quasi due anni, ma quali anni!

Da Clusone e poi dalle vicinanze della Repubblica dell'Ossola, e quindi dal settembre '44 all'aprile '45, la MILANO DI ALLORA. UNA MILANO veramente da raccontare!

E ora vi lascio. Tornerò, se vorrete, dopo l'otto ottobre, perché devo assentarmi per lavoro.

Un saluto a tutti. Spero di avervi interessato e anche un po' divertito, malgrado le tragedie di quel tempo che io attraversai prima con gli occhi di bambino e quindi di adolescente.

Tomás de Torquemada
01-10-02, 03:50
Originally posted by Ferruccio
E ora vi lascio. Tornerò, se vorrete, dopo l'otto ottobre, perché devo assentarmi per lavoro.

Certo che lo vogliamo... :):):)

A presto.

Ambrogio
08-10-02, 11:29
Quasi alla fine dell’anno scolastico 1943-44 fui espulso dal Collegio, per diverse marachelle.

Il fatto che, tra queste, vi fosse anche il furto dal magazzino viveri del Collegio di alcune scatole di Wafer Saiwa, con l’aggravante di averle in parte nascoste in Sacrestia, sotto l’armadio dei paramenti sacri, dice quali fossero le nostre condizioni alimentari. Eravamo quasi alla fame, e c’era da augurarsi di non prendere neppure l’influenza poiché la cura principale consisteva nel dare al malato solo minestra. Il mio fratellino Marco, che mi aveva seguito in collegio nell’autunno del ’43, al ritorno fu dichiarato dal medico di famiglia in “stato di denutrizione”, con assegnazione speciale di biscotti savoiardi per farlo riprendere. Visto nudo era né più né meno come i bambini che poi vedemmo nelle foto, reduci dai campi di concentramento, o quasi.

Trascorsi le ultime due settimane di scuola a pensione dal canonico di una chiesa vicina, dove ero stato messo affinché non perdessi l’anno.

E la scuola finì con dieci giorni d’anticipo, subito dopo la presa di Roma da parte anglo-americana.

C’erano già state lunghe vacanze, in inverno, durante le quali si studiava per… posta. Dal collegio arrivavano i compiti da svolgere e, sempre per posta, a nostra volta dovevamo mandare gli scritti.

In collegio avevamo poche notizie, o nessuna. Ricordo solo la caduta di Roma. Rammento inoltre che, a casa per le vacanze invernali, rividi mio cugino Franco, che era diventato un partigiano metropolitano nel I GAP milanese, agli ordini di Giovanni Pesce. Lo descriverò meglio in un capitoletto specifico.

La vita in collegio era molto dura e, per mancanza di alimenti e di riscaldamento, si aggravava sempre più. E così, quando i familiari del Rettore ammazzavano il maiale, andavamo a vedere il macabro spettacolo della morte del suino urlante per poter avere un poco di “sanguinaccio” caldo.

Tutti i ragazzi manifestavano una spiccata turbolenza, diventando ogni giorno più insofferenti a ogni disciplina. Quest’ultima era tenuta a suon di “camerino di rigore”, dove venivano messi i più riottosi senza neppure la possibilità di andare al gabinetto. I nostri bisogni li facevano nel pitale, che poi nascondevamo nella stufa per non sentire il puzzo. Grande abbondanza, poi, di scapaccioni piuttosto violenti, che ti facevano volare un metro più in là. Nella camerata-dormitorio vi era inoltre la classica punizione dell’ora in ginocchio sui ceci. Una tortura!

Eravamo diventati selvaggi. Una volta bersagliammo con grossi sassi e pezzi di tegole di una chiesetta sul Colle Crosio il trenino della Valseriana, che risaliva faticosamente da Ponte Nossa a Clusone. Non vi furono feriti per puro caso. E il collegio proibì le gite sulla collinetta vicina, prima che ci scappasse il morto.

Dei Balilla neppure il ricordo. Ma, in compenso, eravamo spesso occupati con lavori scritti che facevano capo all’Azione Cattolica. Ricordo premi costituiti da “brillanti di carta adesiva” per i nostri compiti… cattolici.

Fu, in pratica, un anno di quasi totale isolamento. E fu una vera liberazione quando, nel giugno del 1944, tornammo a casa. Lasciai così l’abitazione del Canonico che mi aveva accolto. Ricordo la sua grande sala da pranzo dove, finalmente, mangiavo in modo per me addirittura luculliano. Con lui c’era una vecchissima perpetua, ed entrambi si divertivano un mondo ad ascoltare i racconti delle mie marachelle nel vicino collegio.

Poi, di nuovo, a Milano. La mia città e la mia casa, finalmente! Iniziò allora un anno per me straordinario. C’era la guerra, anche quella civile, ma per uno che, come me, veniva dal collegio era il più bel mondo possibile. Un mondo di avventura e libertà, che io vissi intensamente. Ero libero!

Un saluto.

Ambrogio
11-10-02, 17:18
Subito dopo il ritorno da Clusone mia mamma scucì da tutta la mia biancheria l'etichetta con il n. 47, che mi identificava al guardaroba del Collegio dove le suore ci consegnavano quello di cui avevamo bisogno e dove lo riconsegnavamo per il lavaggio; così cessai definitivamente di essere il n. 47 di quella specie di lager che era stato il Collegio Angelo Maj per ben tre anni.

Non ho ricordi particolari di quel giugno-luglio 1944, se non che a Milano la vita era difficile. Eravamo riforniti da mio nonno materno che, da Lodi, ci portava parecchia roba, mentre mia madre spesso cuoceva anche il pane in un fornetto apposito che si metteva sopra la cucina a gas (quando il gas c'era).

Tutti sentivano Radio Londra, e ricordo la voce del Colonnello Stevens con il suo “BUONASERA!” dal tono leggermente menagramo; ma anche la voce di Fiorello La Guardia, sindaco di New York. Rammento molto bene anche una voce italiana da Radio Bari, controllata dagli inglesi, che incitava a far fuori i fascisti e i tedeschi; e i cosiddetti "messaggi speciali", con frasi convenzionali, diretti alla resistenza.

Nel frattempo mia padre aveva acquistato una piccola fattoria sopra Lesa, sul Lago Maggiore; questo per trovarci un posto tranquillo, perché temeva una ripresa dei bombardamenti a Milano e, comunque, una situazione pericolosa nel futuro.

Si chiamava "Masseria della Volpe" e si trovava appena fuori dal paese di Massino, sulla strada di San Salvatore. Era un'autentica bicocca, senza luce e senz'acqua. Quella potabile si otteneva da una piccolissima sorgente, cascando goccia a goccia in un secchio che si riempiva molto lentamente. Per quella per lavarci mio nonno, idraulico, aveva fatto realizzare una cisterna per raccogliere l'acqua piovana; con lui, che voleva finire i lavori, un giorno andai a Massino. Era esattamente il 20 luglio del '44, lo ricordo bene perché l'indomani acquistammo il Corriere della Sera e c'era la notizia dell'attentato a Hitler.

Tornando alla masseria vidi per terra un pacchetto vuoto di sigarette NAVY CUT e lo raccolsi, chiedendomi come mai si trovasse lì. Fu il primo segnale che non eravamo affatto nel posto creduto tranquillo da mio padre, bensì in piena zona di Resistenza. Le sigarette erano parte di quanto gli aerei alleati gettavano ai partigiani, con i quali stavano (lo seppi dopo) ufficiali inglesi ex prigionieri di guerra fuggiti l'otto settembre dai campi di concentramento.

Loro stavano sulla montagna che dava sopra i paesi lungo la sponda del Lago Maggiore, mentre i tedeschi, che utilizzavano gli alberghi di Stresa per i feriti provenienti dal fronte, si trovavano appunto nei paesi come Arona, Meina, Lesa, Stresa, ecc.

Correva voce di una fatto tragico accaduto verso la fine del '43, quando alcune SS provenienti da Milano, su delazione, avevano buttato un gruppo di ebrei nel Lago annegandoli. Una parte di loro era riemersa giorni dopo, andando a finire sulla spiaggia di Meina, dove c'era l'Hotel Milano che era stato il loro ultimo rifugio. Ciò aveva provocato un grande turbamento, dando fiato ai partigiani benché i tedeschi dei presidi locali non c'entrassero nell'accaduto.

Nella zona tra Domodossola e il Lago d'Orta operavano varie formazioni partigiane, di diversa estrazione politica. Ricordo un manifesto verde affisso ai muri di Massino e firmato dai Fratelli di Dio.

I partigiani limitavano le loro azioni a piccole scorribande e spari contro singoli tedeschi. Questi ultimi reagivano con rastrellamenti ma, tutto sommato, con moderazione. Non ricordo quindi fatti sanguinosi, come invece accaddero in altre parti d'Italia. Una sola volta si videro soldati della Xa Mas.

Un giorno ci fu anche uno scambio di prigionieri fra tedeschi e partigiani, seguito da una gran pranzo in una trattoria del paese. Quindi, dopo pochi giorni, altro rastrellamento, anche con l’uso di un carro armato.

Il paese cambiava spesso di mano e io, che ero incaricato di comprare il pane al mattino, cautamente mi informavo su chi "comandasse" quel giorno.

Tanto per cambiare, il cibo faceva molto difetto e noi eravamo riforniti settimanalmente da mia madre che, in treno e poi a piedi, ci portava tutto quello che poteva. Eravamo io, la nonna Lucia, il fratellino Marco, la sorellina Anna e due cugine poco più grandi di noi.

Ricordo che, durante un rastrellamento tedesco, una mitragliatrice pesante cominciò a sparare e il rumore ci terrorizzava. Stavamo acquattati sotto il bordo di una finestra, per schivare eventuali pallottole. A un certo punto vidi il pavimento riempirsi di acqua. Fui sorpreso perché, nella masseria non ce n'era. E infatti non era acqua; era pipì di mia sorella, di mia nonna e delle mie cugine, che se la stavano facendo addosso.

Non possedendo in quel momento orologi, avevo realizzato in cortile una specie di meridiana che era necessaria quando, se stavamo sopravento, dal campanile del paese non ci arrivava più il suono dall'orologio della parrocchia. Aveva solo due posizioni: le dodici, ora di pranzo, e le sedici, ora di merenda. Con noi c’era una piccola volpina che, quando le davamo croste di formaggio, andava a nasconderle sotto mucchietti di terra come se facesse sue scorte private; e non perdeva mai d'occhio tali ripostigli. In realtà è un'abitudine che hanno spesso i cani, ma io non lo sapevo e la consideravo una reazione della bestiola alla nostra situazione di scarsità di cibo. L'unica cosa che abbondava era la frutta, ma ormai ne avevamo la nausea (mi è rimasta tuttora, dopo quasi sessant'anni). Non poteva essere venduta, data la scarsità dei mezzi di trasporto; inoltre gli americani avevano bombardato il ponte sul Ticino, a Sesto Calende, ostacolando ancora di più il traffico ferroviario.

Ambrogio
12-10-02, 19:20
Devo dire che se mio padre avesse avuto l'intenzione di metterci veramente, come si dice, "all'avventura", non avrebbe potuto scegliere di meglio. Peraltro eravamo, e me ne resi conto solo più tardi, in un punto privilegiato per osservare di persona avvenimenti che poi furono raccontati spesso con distorsioni notevoli rispetto a quella che fu la realtà.

La gente, tutto considerato e - come si dice - in mezzo a tutto, propendeva certamente più per i partigiani che non per i tedeschi e i fascisti, anche perché in quella zona notevole era stato il prestigio dei fratelli Di Dio, che non erano comunisti. Caduti, mi sembra, tutti e due; almeno uno certamente.

I partigiani di orgine strettamente locale lo erano più per sfuggire ai bandi di arruolamento di Graziani che non per grandi ideali patriottici; o così a me sembrò. L'entita' delle forze partigiane non era evidente, e la leggenda diceva che tra Massino e il lago d'Orta i partigiani fossero piu' di 10.000. Benché della fattoria di mio padre facessero parte anche piccoli appezzamenti di terreno sparsi sul monte, noi ci guardammo bene dall'andare a controllare per non ritrovarci nella zona in cui dovevano esserci questi diecimila partigiani. Era una notizia messa evidentemente in giro più per ragioni psicologiche che altro. Mai i partigiani impegnarono in combattimento chicchessia e mai controbatterono i tedeschi, la cui azione, compresa la famosa mitragliatrice pesante che aveva fatto orinare dallo spavento le donne di casa, era per lo più di carattere psicologico e dimostrativo. E' anche vero che, in quella zona, non ci furono mai incendi di paesi o di cascine né fucilazioni reciproche, salvo quella (ma solo nel '45) di un elemento partigiano risultato una spia dei tedeschi. Ciò avvenne in occasione di un nostro ritorno alla masseria, mesi dopo, per recuperare alcune nostre cose; per questo ne sono informato.

Ripeto che la gente del paese era piuttosto indifferente, come chi è capitato in una bufera e attende che, prima o poi, passi.

Ambiente che destò molto la mia attenzione fu, invece, quello degli sfollati da Milano giù a Lesa e Solcio, che ogni tanto frequentavamo essendoci là un coppia di amici di famiglia.

Giù sul lago l'atmosfera era un poco irreale. Era un ambiente di piccola e media borghesia benestante, di cui mi colpì l'indifferenza a quanto andava succedendo poco sopra. Sembrava che quanto accadeva non li riguardasse nemmeno, mentre noi eravamo consci di vivere ai limiti della tragedia di una guerra civile. Della quale, inoltre, arrivavano i riflessi di avvenimenti tragici sul Ticino, dove le Decima Mas si era scontrata con i partigiani, con morti, agguati sanguinosi, cascine bruciate ed episodi efferati da ambo le parti; oppure in Valsesia, dove la lotta tra i partigiani comunisti di Moscatelli e le forze della RSI era feroce. O così si disse poi; io là non c'ero.

La buona borghesia ripeteva, in quelle circostanze, gli stessi "riti" cui era abituata giù in città: la partita di calcio scapoli-sposati, gli inviti reciproci, ecc. Ricordo un: "Venite domani da noi alle cinque, che abbiamo una torta?". Insomma, la gran parte era indifferente e non parteggiava per nessuno. Aspettavano che tutto finisse, come in fondo quelli di sopra, contadini. Ma quell'atteggiamento dei più mi è rimasto nella memoria; e non fu il solo episodio del genere, in quei mesi.

Per finire il "pezzo" di oggi devo ricordare un particolare buffo. In una casa vicino alla nostra bicocca stava sfollato il primo violino del Teatro alla Scala, che spesso si esercitava con il proprio strumento ma gli riusciva difficoltoso perché la mia cagnetta volpina, sollecitata dal suono, ululava accompagnando la musica; e più i toni salivano più la cagnetta faceva altrettanto, quasi fosse una soprano che seguiva, con il canto, la musica. Ci fu una rottura con il vicino, che ci impose di far tacere la cagnetta. Si incazzava veramente e tirava moccoli contro la cagnina.

La situazione, comunque, andava peggiorando sempre più, sia per azioni di guerriglia dei partigiani che per azioni di controguerriglia da parte tedesca e fascista. Poi ci si misero anche gli americani, che cominciarono a bombardare fino alla distruzione il ponte di Sesto Calende e, soprattutto, a mitragliare i battelli della navigazione lacustre.

Alcuni aerei americani, il 20 settembre, prima mitragliarono un
battello che stava andando da Stresa a Baveno, quindi scesero a mitragliare coloro che, ancora indenni, stavano nuotando per
arrivare all'imbarcadero. Una carneficina; e, in quei giorni, furono ben tre i battelli affondati sul Lago Maggiore, con decine e decine di morti e feriti. Un'azione criminale e malvagia, di cui nessuno più parla. "Danni colleterali", si direbbe oggi. Io, però, non dimentico.

Un certo giorno, in occasione di una delle sue visite, mia madre concluse che quello non era affatto un posto tranquillo e che era meglio andarcene a casa tutti, abbandonando la masseria sul lago.

Cosi' riunimmo le nostre poche cose e, portandoci dietro ognuno il suo materasso, raggiungemmo Sesto Calende in treno, traghettammo su una barca, demmo con gli altri il regolare assalto al treno per Milano (ci andò bene, perché i mitragliamenti dei treni civili erano ormai all'ordine del giorno) e arrivanno così, dopo l'ora del coprifuoco, a Milano Stazione Centrale. Qui restammo fino al mattino. A un certo punto della notte vedemmo avanzare verso di noi un militare tedesco. Ci preoccupammo. Invece il soldato si fermò davanti a mia cugina Angelina, scattò sull'attenti con un suono secco di tacchi e diede alla ragazza un gran pezzo di pane quadrato nonché un bel pezzo di salsiccia affumicata. Quindi fece un regolamentare dietrofront e si allontanò. Ancora oggi, quando passo dalla biglietteria della Stazione Centrale di Milano, lo rivedo davanti a noi.

Quella sera mangiammo pane e salsiccia. Non abbiamo avuto neppure il tempo di dirgli grazie. Glielo dico adesso.

Un saluto a tutti.

Ambrogio
14-10-02, 19:00
La situazione che trovammo a Milano a fine settembre del '44 era certamente peggiore di quella di due mesi prima.

C'era stata l'esecuzione a Piazzale Loreto di quindici ostaggi da parte della Muti di Milano, a seguito dell'attentato gappista in viale degli Abruzzi contro gente che riceveva dai tedeschi verdura e avanzi di cucina delle loro caserme. C'era uno stillicidio di azioni partigiane, in città e fuori.

Della caduta di Firenze non ricordo nulla, però rammento molto bene la bomba notturna di PIPPO che uccise un intera famiglia in viale Piceno.

Essendo prossima la riapertura delle scuole, e non potendo io più tornare nel Collegio a Clusone, si pose il problema di dove finire le medie. A Milano le scuole erano pressoché chiuse, e gli alunni erano istruiti svolgendo i programmi tramite lezioni saltuarie e con compiti a casa. Tale sistema era già stato d'attualità anche a Clusone, il passato inverno. Mia madre scoprì che l'unica scuola funzionante con regolarità era quella dei Gesuiti, il Collegio Leone XIII, e io vi fui iscritto come esterno. Gli interni erano già andati via da Milano, e stavano in una dipendenza del Collegio a Triuggio, in Brianza.

Fu così che, verso i primi di ottobre, fui convocato in segreteria per le pratiche usuali, e ci andai arrivando dai bastioni. Il Leone XIII stava in un un palazzo ottocentesco, sito all'inizio di corso di Porta Nuova venendo da via Fratebenefratelli, sulla sinistra.

Arrivando, notai una gruppo di ragazzi sul marciapiedi opposto all'ingresso del Collegio, che guardavano proprio verso il quest'ultimo. Girato lo sguardo, vidi che il marciapiede era ingombro di detriti. Mi avvicinai e seppi dai ragazzi che, nella notte, il Collegio era stato colpito da una o due bombe lanciate da Pippo. Non era crollato, ma la "dondolata" era stata notevole. Devo dire, e Voi ne sarete certamente scandalizzati, che i ragazzi erano letteralmente festanti. A nessuno di loro andava giù di essere gli unici scolari regolari, o quasi, in Milano.

Poco dopo, uscì dal collegio uno dei padri. Era un giovane prefetto, con capelli scuri e accento meridionale. Potrei anche sbaglare ma, secondo me, era proprio il Rev. Padre De Rosa, oggi anziano condirettore delle Rivista ufficiale della Chiesa "LA CIVILTA' CATTOLICA".

Semplicemente ci disse che il collegio, causa Pippo, era inagibile e che avremmo ricevuto a casa comunicazione su come si sarebbe affrontato l'anno scolastico. Noi ce ne andammo, sicuri che per noi l'anno scolastico fosse già terminato e si sarebbe proseguito con il sistema dei compiti a casa e lezioni saltuarie.

Non fu così. I reverendi padri Gesuiti affittarono lo stabile della vicina Via Parini, dove si trovava il Collegio delle Orsoline, anche loro trasferitesi, con le alunne, fuori Milano. Era pure quello uno stabile ottocentesco, dotato di Chiesa, refettorio palestra e di tutto quanto serviva; li ci presentammo che doveva essere il 18 o 19 ottobre del 1944. Notammo che a due passi, in piazzale Fiume angolo con quella che oggi è via Turati, c'era il comando della Decima Mas. La zona era circondata da filo spinato, che tagliava a metà via Parini all'ìncrocio con via Appiani.

Era il 20 ottobre, circa le 11, quando suono' il GRANDE ALLARME. Il rettore ci disse di uscire dal Collegio, che non aveva un rifugio antiaereo neanche appena affidabile, e di cercare posto in qualche casa vicina. Lo trovammo in una di Via Appiani, casa recente dotata di rifugio regolamentare, e insieme al nostro Prefetto Padre Dossi scendemmo nel rifugio. Ma qui avemmo una brutta sorpresa: gli inquilini dissero al Padre che quello era un rifugio privato e che, pertanto, dovevamo andarcene in uno pubblico.

Le preghiere di Padre Dossi non sortirono nessun effetto e noi, tutti e quindici della terza media, ci ritrovamnmo in strada. Da allora ho sempre avuto l'idea che, molte volte, la cosiddetta gente bene (quelle era una casa di benestanti, in un quartiere della Milano "su", come si dice ) fosse molto meno bene di quanto apparisse. Non so perché, collegai questo fatto a quanto avevo visto sul Lago Maggiore giu' a Solcio, con tanta brava gente che sembrava neppure accorgersi di quanto succedeva intorno.

Eravamo li sul marciapiede, incerti sul da farsi, quando sopra di noi sentimmo un rumore fortissimo, assordante, di motori. Pochi secondi e sbucò dai tetti una formazione di aerei americani. Volavano bassissimo, non piu' di 200/250 metri forse meno, e si vedeva benissimo la stella bianca sulla fusoliera. Erano
quadrimotori con ala alta, che piu' tardi seppi essere "Liberators B-24". Io sentivo lo sfintere aprirsi. Se quelli mollavano le bombe (eravamo vicinissimi alla Decima Mas), noi eravamo fritti.

Fortunatamente gli aerei proseguirono e noi ci incamminammo per tornare in Collegio, ma saranno trascorsi uno o due minuti, non di più, quando sentimmo fortissime esplosioni provenire grosso modo dalla Stazione Centrale. Continuarono per almeno un minuto.

A mezzogiorno, con il cessato allarme, tornai a casa e nulla seppi fino all'indomani quando, venendo a scuola, fui informato che era stata bombardata una frazione di Milano, Gorla, con centinaia di morti inclusi duecento e più bambini delle elementari.

Un mio compagno di scuola, un certo Dellorto, che abitava a Precotto (frazione di Milano contigua a Gorla) mi disse che, quella mattina, rientrando aveva trovato sul marciapiedi di casa un piede di donna ancora dentro la scarpa.

Questo fu l'inizio dell'anno di scuola 1944-1945.

Un saluto.

Per i piu' giovani: guardate che scrivo soprattutto per Voi, per darVi l'idea del nostro mondo di allora, che forse neppure immaginate cosa fosse.

Alessandro.83
14-10-02, 23:37
Sono storie stupende Ferruccio...

Continua, ti prego... Sono veramente curioso di vedere il seguito...

Io non sono fascista ma le tue storie sono comunque stupende... Sono una validissima testimonianza della vita di allora...

Continua, continua... ;)

__________
Saluti liberaldemocratici di Destra :qi

Ambrogio
15-10-02, 09:26
Originally posted by Aledex
Sono storie stupende Ferruccio...

Continua, ti prego... Sono veramente curioso di vedere il seguito...

Io non sono fascista ma le tue storie sono comunque stupende... Sono una validissima testimonianza della vita di allora...

Continua, continua... ;)

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Saluti liberaldemocratici di Destra :qi

Grazie Aledex! Quanto scrivi mi incoraggia a proseguire con ancor maggiore motivazione.

Tieni presente che, con il 1944-45, andavo ormai per i quattordici anni e pertanto i ricordi si infoltiscono, cosa che rende più agevole il mio lavoro.

Ogni tanto, per vari motivi, mi torrnano in mente dettagli. Per esempio, giorni fa, da una trasmissione sul gerarca fascista BOTTAI, Rai 3, ho saputo chi aveva introdotto nelle elementari statali il cosidetto "lavoro manuale".

Alla nostra classe a Milano, la IV D , era stato assegnato il lavoro di ebanista, cioè lucidatori di mobili.

Per un anno, armati di carta vetrata delle diverse misure, mordente e vernice per mobili, avevamo imparato questo lavoro. Come e chi ci aveva dato questo tipo di "apprendimento" non si sa.

Alla fine c'era stato anche il cosidetto "capolavoro", cioè qualcosa di simile all'esame che gli apprendisti dovevano fare in un'azienda per essere assunti.

Io aveva fatto un portacarte da scrivania in legno e con quello passai l'esame. Il giorno stesso lo persi sul tram e non mi è rimasto quel bel ricordo!

A presto!



:qi

Ambrogio
16-10-02, 19:01
Ho gia' detto che l'Istituto Leone XIII, dei Rev. Padri Gesuiti, aveva ripreso a funzionare utilizzando la sede del Collegio delle Orsoline in via Parini, a circa cento metri dal collegio andato distrutto a causa di una o due bombe di PIPPO.

Era un ambiente ben diverso dal Collegio di Clusone. I Padri erano per lo piu' persone raffinate e di cultura notevolissima, che li portatava però a voler sempre avere l'ultima parola. In pratica, avevano sempre ragione loro. In sottordine stavano i cosidetti Fratelli, una sorta di persone di servizio permanenti che facevano tutti i lavori più umili. Una specie di proletariato religioso.

Sovrastavano tutti i Padri due figure di sacerdoti: il Preside Rev. Padre Andretta e il nostro Padre Spirituale Fossati, due santi uomini in tutto e per tutto dei quali conservo grande memoria e che, in fin dei conti, furono gli unici a darmi veramente qualcosa. L'educazione dei Padri Gesuiti era basata su una grande sfiducia in noi ragazzi. Tendevano a deresponsabilizzarci alquanto e mantenevano sempre una certa distanza con noi.

Niente scapaccioni e niente dialetto bergamasco. E neanche fame; quando iniziò il doposcuola, e di conseguenza la refezione di mazzogiorno, notai come i pasti fossero qualitativamente e quantitativamente regolari e accettabili.

Nella mensa c'era l'inconveniente dello sfasciarsi di sedie e tavoli, conseguenza del fatto che le Orsoline avevano portato via tutto ed era stata utilizzata mobilia recuperata dal bombardamento. Ogni tanto qualcuno sprofondava dal pavimento. Un giorno cadde tutta una tavolata.

La nostra giornata, salvo il sabato, finiva alle 17, ora di uscita e che ci vedeva volare fuori e correre verso i vicini bastioni di Porta Venezia, dove da mesi si trovava un Luna Park, impossibilitato ormai a trasferirsi data la situazione di pericolo. Era un'autentica "corte dei miracoli". Vi affluivano ragazzi, adulti, militari italiani e tedeschi. Noi ci divertivamo sulle giostre, che erano quelle di allora calcinculo compreso, gabbia a spinta, ecc.

Ma l'attrazione più importante stava in fondo, verso Porta Venezia, ed era un casottello dove si poteva fare il tirassegno
alle pipette di gesso ferme o in movimento. La sua particolarità di stava nel fatto che non si vincevano i soliti pupazzetti di peluche o simili. Il premio era dato dalla proprietaria stessa e cioè Francesca, una bionda sui trent'anni.

In ordine crescente, se si arrivava ad un certo punteggio raggiungibile, però, dopo ripetute serie di cinque palline o piumini) c'erano questi premi: palpare il sedere di Francesca, mettere la mano sotto la camicetta e toccarle di conseguenza il seno oppure oltre la sottana e in mezzo alle gambe.

Non c'era premio più grosso. Se uno voleva la COSA, ed era maggiorenne, da un pertugio nella rete che circondava i giardini pubblici poteva accoppiarsi con Francesca pagando.

Lei metteve una coperta sul prato, ecc.

Noi ragazzini potevamo guardare rimanendo a una certa distanza, magari dietro una pianta; però a un certo punto,
sul finire dell'anno scolastico, fummo ammessi a stare in cerchio intorno. Ricordo che la Francesca emetteva grida che, come capii dopo erano, una simulazione dell'orgasmo; una volta gridò in milanese: "Uh che bel! Uh che bel!".

Dai Padri Gesuiti la parola SESSO era proibita; tutto quanto riguardava il sesso lo ignoravano, lasciando che la natura facesse il suo corso. L'educaziomne dei Gesuiti era quello che era, ma qui avevano ragione perché, in tal modo, non creavano nei ragazzi né complessi né sensi di colpa (coseguenza molto comune, invece, dell'educazione religiosa in genere.

Ciò non toglie che mi pentii di aver raccontato tutto questo, in confessione, al Padre Spirituale Fossati. Temetti gli prendesse un colpo quando sentì cosa combinavamo fuori dal Collegio.

Talvolta, alla sera, nel giardino pubblico vicino al Luna Park si esibiva, a grande richiesta e a pagamento, un soldato tedesco che, tenendo il pubblico a debita distanza, faceva esplodere una di quelle bombe a mano con il manico in legno in dotazione al suo esercito. Si metteva l'elmetto e, tenendo la bomba dritta sulla testa e il manico di legno appoggiato all'elmetto, la faceva esplodere. Io questo non lo vidi mai, però mi fu raccontato dai compagni. Non so se fosse vero o meno, tuttavia là non c'era più da stupirsi di nulla.

Una variante a tutto questo era uno scherzo, direi psicologico, che ordivamo ai danni dei passeggeri del tram che passava per Viale Vittorio Veneto.

Erano tempi di attacchi aerei e quant'altro, e tutti erano molto tesi. Noi acquistavamo per qualche lira circa cinquanta centimetri di nastro da mitragliatrice dai quasi coetanei delle Decima Mas e andavamo a piazzarlo sui binari del tram, al passaggio del quale provocava il rumore di una raffica che seminava il panico specie nei passeggeri e nel guidatore. Il mezzo si bloccava e tutti scappavano via terrorizzati, pensando a un attacco aereo. Noi ci godevamo lo spattacolo fuori portata, ma poi smettemmo perché i tranvieri avevano mangiato la foglia e non era il caso di insistere.

La fiera di Porta Venezia era un parte molto importante della nostra vita scolastica. A scuola andavamo con il massimo entisiasmo poiché ogni giorno, si può dire, era come se fosse una nuova avventura. Poi tornavo a casa, compiti già fatti, con il tram. I miei erano molto contenti di avermi messo all'Istituto Leone XIII, e io con loro.

Di quanto accadeva fuori dal Collegio neppure una parola. La nostra era come un'isola sul mare in tempesta. A dare tono alla scuola erano anche le lezioni di scherma, che facevano parte dell'educazione fisica ma solo per chi pagava. La retta era, secondo mia madre, abbastanza salata.

La giornata cominciava alle ore 8 con una Santa Messa con relativa Santa Comunione, motivo per il quale chi si era comunicato faceva colazione (a pagamento) in Istituto. Non sempre la colazione arrivava a buon fine, perché bastava una parola di uno qualsiasi che interrompesse il silenzio affinché la colazione venisse tolta; ma si pagava lo stesso, anche se la colazione veniva lasciata sui tavoli e si saliva in classe. Inchiostro (da versare nell'apposito calamaio), quaderni, diari, carte per i temi in classe, gomme, matite, penne ecc., tutto (o quasi) si acquistava alla cartoleria interna.

Dopo il pranzo c'era il doposcuola (a pagamento), che era ottimo perché, con un poco di faccia tosta, grazie ai padri prefetti si risolvevano tutte le difficoltà, in particolare di latino.

Avevamo anche imparato che, quando si chiedevano lumi al doposcuola, se c'era un certo prefetto era meglio mettersi davanti alla sua cattedra, spalle alla classe, e non vicino a lui, onde non essere discretamente "palpati".

Il nostro insegnante, però, non era un gesuita ma un prete solito Don Manazza. Altezza metri 1.50 circa, dotato di una bacchetta di bambù, con questa teneva a posto tutta la classe sia con tre vergate sulla mani (voleva le nocche rivolte all'insù) sia con bacchettate sulle gambe nude.

Un giorno ebbe da dire con il padre di un nostro compagno di classe, perché aveva dato da studiare a memoria la poesia del Giusti "Sant'Ambrogio", il che era stato interpretato in chiave antitedesca. Dopo il 25 aprile il compagno ebbe anche qualche minaccia da qualcuno che ricordava l'episodio, ma finì in nulla.

Un saluto a tutti. Ditemi se Vi annoio.

MThule
16-10-02, 20:57
Originally posted by Ferruccio
Un saluto a tutti.Ditemi se Vi annoio.


Ti leggo con la stessa attenzione con la quale ascoltavo mio padre nei suoi racconti...Con immenso piacere.

MarcoL.

Tomás de Torquemada
17-10-02, 01:56
Originally posted by Ferruccio
Un saluto a tutti.Ditemi se Vi annoio.

Annoiarci? Sarebbe difficile immaginare, carissimo Ferruccio, uno spaccato più interessante ed emozionante della vita quotidiana di quel periodo... Grazie, anzi, per il patrimonio di ricordi che stai elargendo a noi tutti... :):):)

Ciao.

Alessandro.83
17-10-02, 13:31
La noia non fa parte di questa discussione, così ricca di informazioni preziose sulla vita di allora...

E' una discussione interessantissima, fatta di moltissimi ricordi e emozioni legate alla vita di allora...

Anche io ho raccolto alcune testimonianze presso mia nonna... Ve le pubblico subito... :)

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Un saluto :qi

Alessandro.83
17-10-02, 13:49
Ok... Spero che Ferruccio non se la prenda se gli rubo per un attimo il posto...

Dunque...

Mia nonna viveva in un piccolo paesino ma anche lassù il fascismo era ben radicato e presente.

Le leggi di allora imponevano (e questo lo sappiamo tutti) l'obbligo di iscriversi al PNF e, nel rispetto di questo obbligo, tutti i cittadini erano regolarmente iscritti al partito...

Capitò, però, che il padre di mia nonna (il mio bisnonno, per intenderci) dimenticò, una volta, di fare l'iscrizione... Del resto aveva moltissimi pensieri per la testa: mantenere una famiglia numerosa, badare alla campagna, allevare gli animali... E quindi, come spesso capita a tutti, capitò anche a lui di dimenticarsi di fare l'iscrizione al PNF...

...ma la vita di allora non permetteva simili mancanze...

Poco ci mancava che le camicie nere non pestassero il mio bisnonno... Erano veramente molto incazzate con lui ma, per sua fortuna, un amico che lavorava, mi sembra, presso il comune riuscì a fargli avere l'iscrizione al partito e tutto si risolse positivamente...

Mia nonna era anche iscritta all'Azione Cattolica... All'epoca, come tutti sappiamo, la religione cattolica era fortemente valutata tanto che, con i Patti del 1929, era stata dichiarata religione di Stato ponendo fine all'inimicizia che vi era tra il Vaticano e lo Stato... Inimicizia dovuta agli avvenimenti del 1870...

Ad ogni modo, le camicie nere del paese dove abitava mia nonna non erano molto d'accordo con ciò... Oppure erano leggermente atei e schifavano la religione Cattolica... Comunque sia, obbligarono mia nonna e le sue compagne a togliere dalla camicietta lo stemma dell'Azione Cattolica... A me, quando mia nonna mi raccontò quest'aneddoto, fece una strana impressione ma, ad ogni modo, era impossibile per Mussolini controllare l'operato di tutti i suoi soldati... Succede tutt'ora quando, ad esempio, la Polizia commette degli abusi... E' impossibile, per lo Stato, controllare l'operato della Polizia e delle altre istituzioni... Diciamo che anche allora, come oggi, si confidava nel buonsenso della gente che a volte era presente ma, a volte, era anche assente...

Scusate la divagazione... :)

Mia nonna andava a scuola e la sua insegnante era una sola, come era anche UNA la scuola in tutto il paese... Ad ogni modo, l'insegnate di mia nonna era una fascista convintissima tanto che, prima di cominciare le lezioni, obbligava gli alunni a fare il saluto romano gridando "Eja, Eja, Alalà"...

Le lezioni erano molto severe... Si impartivano agli alunni i principi base delle materie principali (letteratura, matematica) e per chi non studiava bene c'era solo un "premio": UNA BELLA MAZZATA SULLE MANI... :D

Va beh... All'epoca era diffusissima questa pratica... :)

Dopo le scuole elementari, mia nonna passò alle scuole medie e l'insegnante cambiò... Dalla "dolce" maestrina si passò a ricevere gli insegnamenti dal sacerdote locale...

Le lezioni erano sicuramente più approfondite tanto che alla classe di mia nonna il sacerdote insegnò anche alcuni cenni della Divina Commedia (soprattutto il Paradiso :D) e, inoltre, gli faceva imparare a memoria molte poesie... Ora i titoli non li ricordo bene, comunque l'insegnamento era abbastanza approfondito...

La vita, ad ogni modo, era sempre la stessa... Si coltivava la campagna, si allevava il bestiame e, spesso e volentieri, non c'era molto tempo per andare a scuola anche se mia nonna il tempo lo trovava comunque...

Piccolo aneddoto "scolastico": il sacerdote locale, ogni sera, vigilava attentamente che tutte le ragazze tornassero alle proprie case dato che capitò più di una volta che alcune ragazze rimanessero incinta... All'epoca non c'era la fecondazione artificiale, di conseguenza il fatto di rimanere incinta era legato ad una sola pratica... :D

Ad ogni modo, mia nonna rimase incinta solo dopo il matrimonio... Era una ragazza seria... ;)

Ad ogni modo a causa della "vigilanza" del sacerdote, tali episodi si erano sensibilmente ridotti... Diciamo pure che non capitò mai più... :D

...

Adesso vado a ricordare un po' di cosine sulla guerra e ve le pubblicherò appena avrò tempo... Tenete ben presente che queste testimonianze non sono inventate ma sono frutto dei ricordi di mia nonna che visse in maniera molto lucida il periodo fascista e, soprattutto, il periodo legato agli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale...

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Un saluto da Aledex :qi

Ambrogio
17-10-02, 15:10
Benissimo, caro Aledex! Il tuo intervento mi è graditissimo perché è proprio quello di cui ho bisogno per aiuitarmi a scavare nella memoria; e poi i ricordi si completano a vicenda.

Devo dire che il conformismo, grande male di questa nostra Nazione, ebbe anche a quei tempi modo di manifestarsi, e nelle forme peggiori. Ho già raccontato del problemino conformista che un maestro mi diede e che fu causa notevole del mio andare in collegio.

Tale non fu, comunque, lo spirirto della RSI, poiché il conformismo - o meglio, il trasformismo - stava per lo più dall'altra parte, e sempre parlando con rispetto di tutte le scelte.

Il grande conformismo, però, era che la massa non sceglieva! Si era messa alla finestra e aspettava gli eventi, cercando di non esporsi per nessun motivo.

Un saluto cordiale.

Ambrogio
17-10-02, 18:55
A casa la situazione era niente male. Il lavoro di impiantistica era pressoché nullo, salvo un bel cantiere alla Innocenti di Milano che stava riattrezzando i capannoni per via della produzione bellica, prima per il Governo italiano poi per i tedeschi a partire dal 1943 e ancora nel tardo 1944. Era un lavoro, come si suol dire, "grasso", da quello che capivo per lo più svolto "in economia" il che signficava il contrario di "economico".

Erano lavori per lo più a consuntivo, ma ci fu anche, a partire dal settembre 1943, un'autentica gallina dalle uova d'oro e cioè un bel negozio, nel Palazzo Falck, che sul finire del 1941 era stato dato in affitto a mio padre, in un'epoca in cui era difficile trovare gestori. Si trattava di un negozio per la vendita di lampadari ed elettodomestici i cui arredi avevano fatto testo in quanto progettati dall'Arch. Albini in stile novecento-razionale. Vi era una serie di pannelli alti due metri, con colori che sfumavano dal nero al bianco passando per tutti gli altri. Il resto era costituito dai nuovissimi ponteggi Innocenti. Tutti si fermavano a guardarlo, tanto era inusuale.

Fino a settembre del 1943 non era stato un grande affare, anzi. Si reggeva a mala pena, anche perché era necessario pagare un addetto. Poi, in agosto, una bomba caduta lì davanti, nel cortile del palazzo di corso del Littorio (oggi corso Matteotti) lo aveva danneggiato gravemente, distruggendo tutto: merce, arredo e soprattutto il cristallo verso strada. Era stato rabberciato alla meglio, fra l'altro sostituendo il cristallo con vetri inseriti in tanti piccoli riquadri in ln legno. Una sistemazione di fortuna!

Da quel momento era però inziato un commercio formidabile, soprattutto di stufe elettriche, forni elettrici per il pane e (molte, moltissime) pile a dinamo, che sostituivano quelle vere e proprie, divenute pressoché introvabili; frattanto era anche cessata l'erogazione del gas cittadino e le bombole non esistevano ancora. Fino a tutto il 1946 ci fu anche uno scaldaacqua a immersione, per la vasca da bagno; pericolosissimo in quanto, entrando in quest'ultima mentre era acceso, si poteva restare fulminati. Ricordo molto bene che il Corriere della Sera diede notizia di un tizio rimasto fulminato in tale circostanza. Era stato trovato dalla moglie il giorno dopo, ben cotto a lesso con tanto brodo di carne umana.

I mitragliamenti alleati non davano tregua. Ricordo che, una sera, aspettavamo mio padre andato a Dalmine per un'assegnazione di tubi da lavoro "Innocenti". Dato il suo "Congedo Illimitato Provvisorio", ottenuto agli inizi della guerra dopo un provvidenziale grosso problema dentario, poteva muoversi a piacimento senza rischi di contestazioni tedesche o fasciste.

Entrò in casa e, aprendo il soprabito come per far vedere che c'era ancora tutto, disse: "Sunt chi per miracul!" ("Sono qui per miracolo!"). Raccontò che, mentre si trovava in uno scompartimento del trenino Bergamo-Monza, erano arrivati alcuni aerei che lo avevano mitragliato, facendo una strage a cominciare dal macchinista. Avevano perfino inseguito i superstiti lungo i campi, e lui stesso aveva visto davanti al naso i traccianti dei cannoncini da 20 mm. di cui erano dotati i Thunderbolt americani.

Azioni alleate di questo tipo erano diffusissimo, e quasi non c'era giorno che non se ne segnalassero. Treni, corriere, battelli lacustri, auto, ciclisti: tutto poteva diventare loro bersaglio. Un autentico, criminale macello! C'erano piloti alleati che, per non tornare a casa ancora con le bombe e rischiare un'incriminazione per mancate azioni ordinate, era capace di mollare tutto dove capitava capitava (Gorla ne fu l'esempio più lampante). Ma tornerò su questo argomento in seguito.

Tutti ascoltavano Radio Londra. La antipatie erano soprattutto contro i tedeschi, tradizionalmente nostri "nemici", ma in sostanza tutti stavano a guardare, in attesa che la guerra finisse. Ognuno si dava da fare per sopravvivere in tanto marasma! I fascisti erano visti come alieni incomprensibili, ed erano invisi anche loro per essere alleati dei tedeschi. Le informazioni erano frammentarie e reticenti da parte fascista, sia tramite i giornali sia per radio.

Una sola tramissione era molto seguita: Radio Tevere! Fingeva di provenire da Roma occupata dagli alleati e faceva satira ma anche informazione meno convenzionale. Un grande successo propagandistico targato RSI!

Frattanto Milano diventava ogni giorno più cupa. L'unica cosa che io sapevo era che gli alleati, dopo aver preso Firenze, si erano affacciati sulla Valle del Po ma li si erano fermati. Dell'arrivo a Milano del Duce, a dicembre, ne venni a conoscenza solo dopo, grazie a un tale che mi disse di averlo incontrato mentre scendeva con il suo seguito in Via Dante, in visita alla caserma della Ettore Muti. Ormai lo riteneva quasi un ricordo, ma nel vederlo aveva sentito come rimescolarsi il sangue. Il fascino del Duce non era, dunque, morto del tutto!

I primi clienti del nostro negozio, dopo il disastro, erano stati i tedeschi, che mio padre ricordava arrivare con fogli di cartamoneta italiana nuovi e interi, certamente provenienti dalla zecca di Stato. Li tagliavano con le forbici. Ma ciò non durò che qualche settimana, poi di tedeschi con lire in fogli più nulla.

Il fatto è che la tanto vituperata e vilipesa Repubblica Sociale, nella persona del Ministro Pellegrini, era stata capace di imporsi ai tedeschi; cosa di cui non furono capaci i governi democratici del Sud con le famigerate AM-LIRE.

Ricordo molto bene che, sino al maggio del 1945, il prezzo del biglietto radiuale+circonvallazione, che tanto usavo per tornare da scuola, era rimasto fisso a 55 centesimi; ma dopo l'arrivo degli alleati l'inflazione divenne feroce. In un battibaleno, quel biglietto passò prima a due, poi a tre e quindi a cinque lire! Fu un disastro fermato solo nel 1947 dalla politica di restrizione del credito del Ministro Einaudi. Le Amlire sparirono sempre nel 1947, quando gli alleati lasciarono l'Italia o poco prima.

In città c'era uno stillicidio di attentati partigiani; e adesso è arrivato il momento di parlare di mio cugino Franco, del I GAP di Milano agli ordini di Giovanni Pesce. In tutto circa una quarantina di uomini, che esordirono nel dicembre del 1943 con l'uccisione del Federale Aldo Resega dando inizio alla guerra civile che rapidamente, anche a seguito di altri episodi, si sparse in tutta la RSI.

(SEGUE)

Un cordiale saluto a tutti. Alla prossima.

Alessandro.83
18-10-02, 14:09
Molto bene Ferruccio... A questo punto, se permetti, mi inserisco io con qualche piccolo episodio legato alla guerra... La fonte è sempre mia nonna... ;)

Dunque...

Mia nonna era molto giovane ai tempi della guerra e si ricorda benissimo moltissimi particolari... A volte anche allucinanti...

I combattimenti aerei erano visibili anche dall'alto delle montagne dove è ubicato il suo paesino di nascita e mia nonna, all'epoca molto ingenua, si metteva a guardare gli aerei che combattevano a colpi di mitra... Per lei era uno spettacolo insolito... Sapeva che la guerra era orribile, ma i combattimenti aerei erano un bello spettacolo... Molto suggestivi...

Finchè... Un giorno... Accadde una cosa bruttissima...

Un amico della sua famiglia, di cui non ricordo il nome, era stato colpito alle gambe da alcune scariche di mitra...

Mia nonna lo vide... Da allora non se lo dimenticò più, come non dimenticò il suo sguardo pietoso che sembrava volesse dire "in futuro stai attenta... Quello che è successo a me può capitare a chiunque..."

Da allora fu molto più prudente...

E la guerra continuava imperterrita a seguire il suo tragico corso di morti e feriti...

Un giorno mia nonna era affacciata al balcone di casa sua... In quel mentre arrivò un tedesco piuttosto "agitato" che le disse delle parole incomprensibili (del resto era la lingua tedesca, lingua a lei sconosciuta)...

Mia nonna non capì quello che volesse dire quel soldato che, nel frattempo, continuava a urlare...

...ma capì presto cosa volesse dire quel militare...

Poco dopo scoppiò una bomba e, a causa dello spostamento d'aria, mia nonna fu catapultata dentro casa con violenza... Fortunatamente non cadde dal balcone, altrimenti, a quest'ora, non avrebbe potuto raccontarmi questi episodi e non sarei qui a scriverli...

...per fortuna le andò bene...

...

Allo scoppio della guerra suo fratello, carabiniere, era stato chiamato alle armi e, quindi, partì in guerra...

...posso lasciarvi immaginare l'ansia in cui era lei, le sue sorelle e i suoi genitori...

In effetti suo fratello se la vide piuttosto brutta...

Un giorno fu catturato dai tedeschi e rinchiuso in prigione... Era, più o meno, verso la fine della guerra...

Un giorno i tedeschi decisero di eliminare tutti i prigionieri... Suo fratello lo seppe ma, purtroppo, dovette mettersi in fila con tutti gli altri per essere condotto nel luogo dove doveva essere fucilato...

...ma gli venne in mente una brillante idea...

Lui era alla fine della fila e pensò bene di allontanarsi dal gruppo fingendo di allacciarsi le scarpe...

...un soldato tedesco lo intimò ben tre volte a camminare insieme con gli altri...

Alla terza gli sparò...

Suo fratello cadde a terra, fortunatamente colpito ad una spalla, e finse di essere morto... Il tedesco, nella fretta, non se ne accorse e, vedendolo a terra, lo diede per morto e si rimise in cammino...

Passata tutta la colonna dei prigionieri, suo fratello si alzò e si mise in cammino...

...e qui comincia una delle pagine più sofferenti della storia di quest'uomo...

Dovette vivere per molto tempo rinchiuso nelle grotte mangiando radici finchè, un giorno, si rimise in cammino...

...ma il suo percorso era lungo e molto difficile...

Ad ogni passo che faceva gli cadevano vicino moltissime bombe, a volte anche sfiorandolo... Forse fu per un intervento divino che nessuna bomba lo colpì... Come se non bastasse, spesso e volentieri, doveva camminare anche in mezzo all'acqua cosa che, di certo, non gli fece bene...

Ad ogni modo, un giorno, intravide, da lontano, un gruppo di militari russi...

Stanco e fisicamente distrutto si fece riconoscere come un militare italiano... I russi già avevano il fucile in mano per ucciderlo ma, fortunatamente, l'ufficiale che comandava gli altri soldati li fermò e lo fece avvicinare... L'ufficiale rimase profondamente impressionato dalla somiglianza del fratello di mia nonna con, mi sembra, suo figlio e lo accolse molto amorevolmente...

Insieme ai russi mio zio (d'ora in poi lo chiamerò così per abbreviare) rinacque... Gli facevano suonare la fisarmonica (strumento musicale che egli conosceva molto bene) e, mentre suonava, gli infilavano in bocca le bistecche per farlo mangiare e, contemporaneamente, per non farlo smettere di suonare...

Oltre a tutto ciò, lo rivestirono di tutto punto e lo rispedirono a casa...

...vi tralascio i particolari legati al suo ritorno a casa... Sembrava un altro... Si era ripreso tantissimo dalle sofferenze della guerra...

...

Fu bellissimo il rivederlo tornare... Mia nonna ancora se ne ricorda e si emoziona moltissimo mentre ne parla...

...

Molto bene... Vi lascio ma, non appena potrò, vi scriverò moltissimi altri particolari legati alle esperienze di mia nonna durante la seconda guerra mondiale...

A presto... :qi

Ambrogio
19-10-02, 10:37
Mio cugino Franco, classe 1921, figlio del fratello di mia madre, proveniva da una famiglia operaia. Mio zio era sempre stato dichiaratamente comunista.

Nel 1941 fu richiamato alle armi e inviato in Unione Sovietica. Si fece tutta la campagna di Russia, dall'inizio alla fine, e se la cavò senza neppure un graffio. Su quello che raccontava anche allora nutrivo molti dubbi. Che fosse potuto uscire dalla sacca di Stalingrado riuscendo a imbarcarsi su uno degli aerei Junkers tedeschi (le cosidette "Zie JU") poteva anche essere creduto, ma che, come diceva lui, avesse fatto tutta la ritirata di Russia a cavallo di un renna mi sembrava un parto della sua fervida fantasia, dato che le renne stanno a latitudine ben superiori rispetto a dove si era trovato a combattere.

Sta di fatto che lo reincontro nell'estate del 1943 a Milano, in quanto l'esercito italiano dagli inzi dell'anno si era ormai ritirato dal fronte russo.

Franco era un tipo piuttosto "caldo" e il 25 luglio del '43 era certamente "in piazza", a Milano, dato che lo si vede mentre aiuta a portar via un presunto fascista. E' ben riconoscibile a pagina 12 del primo volume della "Storia della Guerra Civile" di Pisanò, il primo a destra mentre torce un braccio al ragazzo reo di avere, anche in quei giorni, sostenuto Mussolini. L'ho trovato anche in altre immagini, e in una della fine di aprile fa esibire un "repubblichino" davanti a una fotografo, probabilmente poco prima che il poveraccio venisse accoppato. Come è chiaro, si tratta di un ufficiale della RSI, dunque condannato già in partenza.

Sta di fatto che Franco si mette con i partigiani comunisti di Egisto Rubini, nel I Gap di Milano. Per quel che ci era dato sapere, si trattava di circa quaranta elementi che abitavano per lo più tra Porta Romana e Porta Vigentina-Ludovica. Il primo sanguinoso episodio, come dicevo, fu l'uccisione del federale Aldo Resega, un moderato, che innescò volutamente le reazioni fasciste dando così inizio alla guerra civile a Milano.
Un episodio che provocò conseguenze ben oltre la mia città.

Dei circa quranta elementi di tali formazioni ben pochi soipravviveranno; mio cugino fu tra questi. Lo testimonia la lapide sull'esterno dell'arco di Porta Romana, che elenca i caduti.

Non penso che Franco fosse tra coloro che fecero fuori Resega, ma certamente, da quello che lui stesso raccontava, fede da palo per l'uccisione del farmacista di Via Anfossi, un simpatizzante della RSI. E' quasi certamente l'esecutore dell'attentato (questa volta agli ordini di Giovanni Pesce, subentrato a Egisto Rubini che si era impiccato a San Vittore per non cedere durante feroci interrogatori.Tra parentesi anche Giorgio Pisanò gli rende onore, sempre in "Storia della Guerra Civile".

Io frequentavo la casa di Franco, in un vecchissimo edificio a ringhiera della vecchia Milano (gabinetto comune con accesso dal ballatoio esterno, niente portineria, due stanze), e fu così che cominciò a darmi piccoli incarichi, come quello di distribuire proaganda partigiana. Ho bene in mente piccoli manifestini inneggianti alla morte dei nazifascisti, che io deposi sui tavolini del caffè Motta di piazzale Cinque Giornate angolo corso XXII Marzo mettendoli sotto i posacenere, nonché due o tre copie dell'UNITA' clandestina che misi sotto le vetrine di alcuni negozi, proprio di fronte alla caserma di Via Lamarmora.

Chiaro che Franco era un incosciente perché, se solo mi avessero notato, è certo che mi avrebbero fatto "cantare".

Che lui abbia avuto a che fare con l'attentato contro l'ufficio informazioni tedesco, alla Stazione Centrale, è quasi certo, in quanto era trapelato; i miei erano anche seccatissimi perché i tedeschi, essendo morte in quella circostanza due ausiliarie, avevano imposto per alcuni giorni il coprifuoco alle ore 17, cosa che intralciava la vita di tutti. C'è poi la descrizione dell'attentatore che fa lo stesso Giovanni Pesce nel suo libro "Soldati senza uniforme ": "un giovane di Porta Romana, molto entusiasta e pieno di volonta"... Il suo ritratto!

Proprio l'anno scorso la vedova di Franco ebbe a dirmi che lui era stato preso dai fascisti per aver affisso manifesti partigiani sui muri di Milano. Lei era riuscita a convincerli, ma si era ancora agli inizi.

Sta di fatto che i fascisti, avendolo identificato, lo cercavano per fargli la pelle; ma, a un certo punto, lo cercavano anche i partigiani in quanto, a corto di soldi, si era venduto due preziose pistole che aveva avuto in dotazione. Era, direi, un incosciente, ma a quel punto aveva avuto un lampo di genio: si era arruolato con i tedeschi nella organizzazione TODT, un'impresa tedesca che lavorava per l'esercito tedesco soprattutto nelle fortificazioni, trinceramenti ecc.; e con la TODT sparì per qualche mese. Da notare che chi si arruolava nella TODT aveva buona paga, vitto, alloggio e poi, cosa importantissima, era praticamnente al sicuro da tutti e da tutto.

Tra aprile e maggio del '45 ricompare, come ho detto, nelle foto; tra i partigiani che, evidentemente, lo avevano graziato.

Militerà poi nel PCI e si distinguerà durante la campagna elettorale del 1948, quando ingabbierà la casa di una mia zia, democristiana sfegatata bigotta e un poco anche carognetta, "vestendola" completamente con manifesti del Fronte Popolare. Tanto che lei, quel mattino, non poteva più aprire le finestre; né uscire di casa, se non dopo qualche sforzo.

Non si parlarono per quarantanni. Sembra una storia di "Mondo Piccolo" di Guareschi.

Molti anni dopo, a seguito di un viaggio in macchina in Russia, mi si disse che, uscendo, dopo la dogana russa verso Helsinki, si
mise a sputare per terra, inveendo contro Unione Sovietica e quant'altro. Quantum mutatum ab illo! ,avrebbero detto gli antichi!

A quel tempo, parlo del 1943-44, mio cugino era per me un eroe, e io lo ammiravo molto. Era, per me, motivo di orgoglio raccontargli quando, subito dopo l'8 settembre, insieme ad alcuni compagni avevo tolto alcuni paletti piazzati dai tedeschi per sistemare una linea telefonica tra la caserma dell'aeronautica e una casa da dove lanciavano i loro palloni sonda.

Ho tentato di saperne di più sul suo conto dalla vedova, ma ho incontrato una certa reticenza, proprio il trascorso giorno dei morti. Vedrò se, quest'anno, riuscirò a saperne di più.

Prima che morisse lo vedevo solo ai funerali, né in famiglia si andava a cercarlo molto. Era visto con sospetto.

Subito dopo la liberazione aveva trovato posto alla Olivetti, era diventato capo area e, ancora in pensione, lavorava per riparare le vecchie Divisumma, Multisumma, Lettera 22 ecc., tutte macchine ormai fuori commercio. Ma lui aveva conservato tanti pezzi di ricambio ed era rimasto uno dei pochi che sapessero farci con quei vecchi catenacci.

Addio Franco! Eri un eroe? Un pazzo? Un criminale? Un incoscente?

Forse eri solo un "prodotto" di quegli anni. Tra pochi giorni, per i Morti, passerò a trovarti e magari cercherò di frugare fra le vecchie carte, se tua moglie me lo permettera'. Peccato che tuo fratellino minore le abbia fregato tutti i tuoi ricordi della camoagna di Russia:tre belle icone antiche, alcune monete zariste d'oro e altro.

E ora un saluto a tutti.

(SEGUE)

Dimenticavo: anche Franco stava sul trenino Gamba de Legn, mitragliato dagli americani e in cui c'era anche mio padre. INDENNE! Chiaro che aveva anche un gran c..o!

Ambrogio
21-10-02, 18:42
L'essere pro o contro la RSI non implicava un atteggiamento fisso e irremovibile; vi erano molti ondeggiamenti a seconda dei fatti. Per esempio a Milano, in occasione del bombardamento di Gorla del 20 Ottobre 1944, che tra l'altro non vide una chiara presa di posizione e di condanna da parte degli esponenti del CLNAI (Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia ). Per gli azionisti non c'era da stupirsi, causa i noti motivi di sudditanza agli inglesi, ma dagli altri la gente si sarebbe aspettata qualcosa di più.

Lo stesso avvenne il 16 Dicembre 1944, in occasione della visita di Mussolini a Milano con relativo discorso al Teatro Lirico.

"Difenderemo con le unghie e con i denti la Valle del Po. ... Noi vogliamo che la valle del Po resti repubblicana, nell'attesa che tutta l'italia sia repubblicana... Faremo una sola Atene di tutta la Valle del Po "... "Già vedo i segni premonitori della ripresa, qui, soprattutto in questa Milano antesignana e condottiera che il nemico ha selvaggiamente colpito ma non ha minimamente piegato."... "Milanesi, cari camerati milanesi, è Milano che deve dare e darà gli uomini, le armi e la volontà della riscossa!".

Indubbiamente la visita del Duce a Milano, in quel brumoso e drammatico dicembre, fu un grande successo. Qualcuno disse poi che la magia del vecchio stregone aveva funzionato ancora.

In quei giorni l'antifascismo non si fece vivo e anche il ritmo delle azioni gappiste rallentò e di parecchio. Non più falsi postini
che dicevano di dover consegnare un telegramma e invece ti
ammazzavano a bruciapelo, non più colpi di pistola alle spalle e fughe in bicicletta (del resto l'identico sistema fu poi copiato dalle Brigate Rosse, anche in tempi recentissimi).

Per quanto mi riguarda, ebbe su di me un notevole effetto un episodio accaduto un sabato mattina, verso mezzogiorno, all'uscita dal Collegio.

Come di consueto ci eravamo presentati ai reticolati che sbarravano via Parini, ma le sentinelle non ci lasciarono passare come di solito facevamo noi alunni dell'Istituto Leone XIII.

Era in corso la "rivista" di almeno una compagnia di marò della Decima, nello slargo di via Parini che ancora oggi si può vedere a fianco dell'ex caserma della Milizia. Il reparto era in partenza per il fronte della Valli di Comacchio, doive resistettero fino ad aprile contro gli inglesi dell' VIII armata e il resto di greci, polacchi, ecc.

Gli uomini stavano su più file. Dietro i più anziani, nella prima ragazzi che avranno avuto al massimio uno/due anni più di noi. Stavano impettiti e fieri, infagottati nella divisa troppo grande per loro, con a tracolla il mitra Beretta e i caricatori nelle apposite giberne sul petto. Elmetto in testa.

DIFENDEREMO CON LE UNGHIE E CON I DENTI LA VALLE DEL PO!

Niente spettatori dalle case vicine. Finestre e balconi vuoti facevano corona alla scena, sottolineando in modo palese l'isolamento di quegli uomini e di quei ragazzi che andavano a morire (e lo sapevano benissimo) al fronte contro forze che dire "preponderanti" era dire nulla. Pensate:era il gennaio del 1945! Ragazzi, si può dire tante cose su loro ma è un fatto che di coraggio ne avevano da vendere; e forse anche per questo stavano lì soli, abbandonati da quasi tutti. Erano perdenti e, si sa, l'italiano non ama costoro; tanto meno i bravi borghesi di quel quartiere "bene", del cui egoismo avevamo sperimentato la prova provata quando ci avevano sbattuto fuori dal rifugio anitaereo.

Li guardavamo con un misto di compatimento.e di astio. Per noi, in fondo, erano quasi "alieni"; o meglio, pazzi assolutamente da non imitare. Del resto, sia in Collegio che a casa l'atmosfera era quella che era. Attendere i vincitori e adattarsi!

Ce ne stavamo a guardarli da dietro il reticolato quando vedemmo arrivare, dalla parte opposta, un gruppo di personaggi. Individuammo i primi due, che stavano davanti a tutti.

Uno era il principe Junio Valerio Borghese,comandante della Decima; l'altro,in divisa della Brigate Nere,con maglione, era il Segretario del Partito Fascista Repubblicano Alessandro Pavolini. Passavano in rivista quella Compagnia che doveva far parte del Battaglione Lupo, a quanto seppi.

Quando Borghese, Pavolini e gli altri giunsero in fondo si portarono sul marciapiede opposto. E da lì Borghese salutò i suoi uomini.

DECIMA MARINAI!, gridò lui.

DECIMA COMANDANTE!, risposero i marò.

Il grido possente di quegli uomini e di quei ragazzi ci arrivò come uno schiaffo, sul volto, e percosse anche le finestre e i balconi vuoti delle case circostanti. Quel grido era sfida, coraggio, disprezzo, rabbia, abnegazione. Era un grido esaltante di guerra e di morte!

La scena finì e io mi incamminai con gli altri verso casa. Ma non ero più quello di prima.

Un saluto a tutti.

Tomás de Torquemada
22-10-02, 02:44
Originally posted by Ferruccio
DECIMA MARINAI ! grido' il principe Borghese

DECIMA COMANDANTE ! risposero i maro'.

ed il grido possente di quegli uomini e di quei ragazzi ci arrivo' come uno schiaffo sul volto e percosse le finestre ed i balconi vuoti
delle case circostanti .Quel grido era sfida,coraggio, disprezzo,
rabbia, abnegazione.Era un grido esaltante di guerra e di morte !

La scena fini' ed io mi incamminai con gli altri verso casa.Ma io non ero piu' quello di prima.

Mi hai fatto venire i brividi, caro Ferruccio...

Grazie ancora per tutte le perle di memoria che ci stai regalando... :)

Saluti.

Ambrogio
24-10-02, 16:14
Pochi giorni dopo me la vidi veramente brutta. Per essere stato sul balcone di casa a vedere, per ormai acquisita abitudine a tale spettacolo, gli aerei americani mitragliare lo smistamento ferroviaro di Milano-Lambrate, mi beccai una scheggia in un piede oltre a un bello sbrego sulla fronte.

Io andai all'ospedale su un triciclo, ma l'aereo americano seppi dopo essere stato abbattuto dai tedeschi che, quel giorno, avevano messo in batteria una mitragliatrice a quattro canne; il che significò che nessun aereo venne piu' a disturbare il traffico ferroviario almeno in quella zona.

Il pilota fu catturato dopo aver spanciato sul viale Forlanini, quello che ancora oggi conduce all'aereoporto di Milano Linate, e fu molto malmenato dalla gente. Era un nero e non era certamente sobrio, come mi riferirono in ospedale dove poco dopo arrivò anche lui; io, però, non lo vidi.

Di quei giorni ho come fotografie impresse nella memoria:

la mia cagnolina che, a causa dello spostamento d'aria, viene sbalzata nel buco della pattumiera, ma riesce a non precipitare nel vuoto e ne esce spingendosi sulle quattro zampe;

la vista del mio sangue sulla mano, dopo averla passata sulla fronte dove sentivo qualche cosa di anormale;

la cameriera di mia madre che, nel vedermi rientrare dal balcone pieno di sangue, sviene. Tutti i parenti che non sanno più chi soccorrere. Io che mi aggiro dolorante per la casa, con il parentado dietro;

la vista della scarpa sinistra con un buco tringolare nel cuoio. Il piede, dopo un paio di minuti, mi doleva maledettamente. All'inizio non mi ero accorto di questa seconda ferita;

il dito mignolo del piede sinistro quasi staccato;

l'infermiera che, facendomi spogliare, scuoteva i miei panni che lasciavano cadere una quantità di piccole schegge. Una più grossa nella fibbia delle cintura e lo sbuffo dei pantaloni alla zuava con un gran taglio;

in sala operatoria il chiurugo che mi fa vedere il mio piede aperto,
mentre tira fuori un pezzetto nero di metallo. Chiaro che avevano operato in anestesia locale;

un partigiano piantonato nella mia corsia da militari della RSI. Altre guardie all'ingresso dello stanzone;

un mio vicino di letto che si lamentava essendo andato sotto a un tram. Muore nella notte;

Un'infermiera che mi strappa via con tutta la sedia a rotelle dove mi avevano messo per non lasciarmi tutto il giorno in corsia. Stanno arrivando alcune ambulanze. Portavano morti e feriti del mitragliamento della corriera da Lodi. Poi mi dissero che, dalle ambulanze, sembravano sbarcare grandi pezzo di burro mescolati a salsa di pomodoro. 50 i morti.

Tornato a casa, dopo una quindicina di giorni scendo dal letto e mi trovo con il piede sinistro tutto storto; "Niente di male!" dice l'ortopedico "Giocare al pallone!". E quel rimedio funzionò benissimo.

Arriva un certificato della RSI dove si dice che sono stato ferito dai LIBERATORI ANGLOSASSONI.

Mia madre lo straccia dicendo che, DOPO, tale certificato poteva essere compromettente... Lei che conservava tutti i ricordi, biglietti del tram di una visita a Roma e biglietti di ingresso a Pompei compresi, come cari ricordi!

Quel DOPO si avvicinava rapidamente, e ne parlerò nel prossimo messaggio. Furono gli ultimi mesi di guerra e della RSI.

Un saluto.

antoninus
24-10-02, 21:18
Grazie, caro Ferruccio, per questa testimonianza preziosa.

Ambrogio
25-10-02, 09:22
Originally posted by antoninus
Grazie, caro Ferruccio, per questa testimonianza preziosa.


Huuau Antoninus piacere di risentirti e grazie !


Un saluto a te ed anche alla Comunita' Italo-Americana !


:qi

Ambrogio
26-10-02, 18:46
Dopo il ritorno dall'Ospedale Resnati mi sentii molto cambiato. Era importante anche quello che avevo visto vicino alla scuola, quel giorno della partenza dei marò della Decima Mas per le valli di Comacchio.

Fu così che manifestai ai miei l'intenzione di arruolarmi nella... Ettore Muti. Ancora oggi non capisco perché volessi arruolarmi in quella formazione - che era tra le più discusse anzi, addirittura, alquanto malfamate della RSI - e non, come sarebbe stato logico, nella Decima Mas. Forse, dopo quello che avevo visto, mi sentivo anch'io... più estremista. Non so come, ma era così.

Ma era più una velleità mia che non una decisione ben dfeterminata; e, d'altra parte, a neanche quattordici anni non poteva essere diversamente. I miei mi proibirono una cosa del genere, anche un po' brutalmente (leggi: sberla di mio padre), e fu così che non mi arruolai nella Muti.

Mancavano poco più di due mesi alla fine eppure, malgrado tutto, la vita a Milano continuava regolarmente, e questa era la cosa più sorprendente. Il fronte stava, in linea d'aria, a circa 200 km., gli attentati gappisti si intensificavano, la situazione alimentare peggiorava a vista d'occhio; ma la vita, come si dice, continuava.

Andavamo regolarmente a scuola, mio fratello dalle suore vicino casa. All'Istituto Leone XIII, il Padre Preside Rev. G.B. Andretta S.J. aveva fatto armare con grossi pali le cantine del Collegio, dove ora ci recavamo quando veniva suonato il Grande ALLARME.

Ho ancora nella orecchie la voce dell'annunciatore tedesco, che iniziava il comunicato con un:

ACHTUNG ACHTUNG DIE LUFT LAGE MELDUNG

cui poi seguiva il comunicato in lingua italiana

ATTENZIONE ATTENZIONE COMUNICATO SULLA SITUAZIONE AREA

Le indicazioni erano, quindi, meglio comprese utilizzando una carta di colore azzurro, con indicato lo spazio aereo in Lombardia diviso in vari cerchi con le relative distanze da Milano. Molte volte veniva dato il PICCOLO ALLARME e poi, improvvisamente, c'erano gli aerei alleati sopra di noi.

Dopo la fine gennaio del 1945, per quel che ricordo, non ci furono più attacchi nell'area cittadina, salvo una tentativo di mitragliamento alla sede del Comando della Decima Mas vicino a noi.

Fu quella l'unica occasione nella quale sentimmo tuonare la mitragliatrice pesante binata e corazzata che stava proprio di fronte al comando. Ma l'aereo alleato, proveniente dalla Stazione Centrale, non ebbe modo di colpire il bersaglio. Probabilmente a causa della mitraglia pesante dovette allontanarsi in fretta; unica vittima fu il cavallo di un carrettiere.

Lo andammo a vedere dopo l'incursione. Era morto stecchito, in mezzo a tanto sangue rappreso. Del carrettiere, nulla.

Noi trovammo quel mitragliamento un'autentica piccola fortuna, in quanto tutto attorno al cavallo e al carretto abbandonato c'era una quantità di bossoli di cannoncino. Roba di lusso, roba da America: erano di rame bello lucido, e noi ragazzi ci precipitammo per raccoglierli in quanto era tutta roba vendibilissima ai rottamai. Ricordo che zampettavo in mezzo al sangue del cavallo per prenderne più che potevo, di bossoli

A un certo punto gli allarmi si fecero molto frequenti; si arrivò a ben tredici in una giornata, e ciò voleva dire che, per tredici volte, quel giorno noi scendemmo e salimmo le scale, con quale resa scolastica potete immaginare. E poi sempre con il timore che, come era successo a Gorla qualche mese prima, una bomba arrivasse proprio quando noi eravamo dentro la tromba delle scale.

Il Padre Preside decise così (eravamo ormai a marzo) che noi, al mattino, si andasse SUBITO IN RIFUGIO e ci si stesse quasi tutto il giorno.

Il fatto è che non c'erano muri divisori, pertanto le lezioni erano tutte in uno spazio comune; il che signficava che, se uno stava un poco in fondo, invece di sentire la lezione sua di algebra sentiva una lezione sulla Divina Commedia di una classe superiore o, quel che era peggio, tutte e due insieme.

In quel perido ci fu un notevole miglioramento nella dizione a memoria della poesie, ma ciò era dovuto solo al fatto che il Professore Manazza non si accorgeva che recitavamo le poesie appendendone il testo dattiloscritto ai pali del rifugio; così tutti dimostravano di avere studiato molto.

Per il resto tutto come al solito, ma con una tensione che cresceva di giorno in giorno perché era chiaro che, a primavera, l'offensiva alleata sarebbe ripresa e avremmo dovuto affrontare gli ultimi giorni di guerra forse combattuta dentro la città; il che, poi, non avvenne perché Mussolini non volle mettere di mezzo Milano. I milanesi, però, non gliene furono mai grati.

I rifornimenti alla mia famiglia erano assicurati un poco dalla borsa nera e molto da mio nonno per parte di madre, che si faceva tutte le settimane ben 42 chiilometri in bicicletta per portarci dal Lodigiano quello che ci serviva.

Ricordo di quel tempo gran uova sbattute con pancetta, patate con lo spezzatino o, magari, solo patate. Pane fatto in casa da mia mamma e anche acqua frizzante ottenuta con l'Idrolitina e resa fresca dal frigorifero di casa. Una rarità per le famiglie di allora, che per lo più avevano la ghiacciaia funzionante a ghiaccio di giornata, venduto da appositi ambulanti che annunziavano il loro arrivo, dalla strada, con grida di imbonimento.

Una pasta di pasticceria era arrivata a ben 50 lire l'una, prodotta clandestinamente. 50 lire di allora erano almeno 10.000 lire di oggi.

(SEGUE)

UN SALUTO E BUONA DOMENICA A TUTTI!!

Ambrogio
28-10-02, 19:37
In attesa di raccogliere idee e memorie per raccontarvi la fine della guerra e della RSI viste da un ragazzino come ero io, mi permetto di descrivervi qualche personaggio collaterale che, bene o male, per me si collega a quei tempi.


Il calzolaio anarchico.

Da sempre mia mamma si serviva da un calzolaio in viale Monte Nero, e la cosa era proseguita anche dopo il nostro trasloco del 1941.

Era un romagnolo con la palandrana nera da calzolaio, lo sguardo un poco allucinato e una cadenza molto romagnola, con belle "esse" sibilanti. Io lo ricordo con una gran galla nera al collo, simbolo degli anarchici. Non mi consta che non l'avesse anche in quei tempi, non certo positivi per un anarchico.

Ogni tanto capitava che mia madre si sentisse dire dalla moglie: "Mio marito non c'è. E' in collegio!".

Il "collegio" erano le carceri di San Vittore, dove l'anarchico veniva mandato ogni qual volta c'era in città qualche "personaggio"; ciò a seguito dell'attentato al Re alla Fiera Campionaria, mi sembra del 1932. Mia madre diceva che aveva sempre la valigetta pronta. Dopo uno o due o tre giorni, usciva e tornava in negozio.

Il calzolaio non era tenero con il fascismo, dai discorsi che mia madre ci riportava, ma era un personaggio particolare e i suoi atteggiamenti erano quelli di chi era legato più a quanto accaduto in Romagna agli inizi del secolo che dopo.

Non diceva mai MUSSOLINI, IL DUCE o così via. Per lui Mussolini era "Musslein" e basta.

(Segue subito).

Ambrogio
28-10-02, 19:59
Altro personaggio legato a quell'epoca è colui che noi chiamavamo LO ZIO CAPITANO.

Mia zia Mariuccia, anni 25, nel 1941 aveva sposato un ingegnere di 41 anni, nobile e già sotto le armi. Artiglieria. Sorvoliamo sulle reciproche ragioni di quel matrimonio.

Sta di fatto che lo zio capitano, poco dopo l'8 di settembre, comandava una batteria di 8 cannoni ippotrainati di medio calibro, di stanza a Nord di Milano. Perché, a quella data, stesse qui invece che al fronte era poco comprensibile, ma era così.

Bene. Che ti fa il capitano in quel frangente? Stando alle indicazioni date dal maresciallo Badoglio nel famigerato discorso del "disco" non si oppone agli... "attacchi da qualsiasi altra provenienza", non spara neppure una cannonata a salve contro i tedeschi, non butta cannoni ecc. in un burrone e si dà alla montagna. Niente di tutto questo.

Si fa internare in Svizzera con armi, uomini, bagagli, viveri ecc., restando immortalato in un "inventario" fatto dagli svizzeri e che ogni tanto riaffiora nelle cronache di quel tempo. Lo avevo già visto, ma è ricomparso un paio di settimane fa in una citazione storica su quella resa.

Dev'essere stato un gran brutto vedere, quel passaggio in terra elvetica! Una bella processione con ufficiali in testa!

Nel famoso inventario c'era proprio di tutto, dai cannoni e munizioni ai cavalli per il traino giù fino a quintali di pasta alimentare, salsa di pomodoro e, mi sembra, financo carta igienica.

L'onore NON era salvo, ma la dispensa sì. Fulgido esempio di ardimento e di spirito di sacrificio, come si motivavano allora le medaglie al valore!

Il capitano restò in Svizzera fino alla fine delle guerra. Ogni tanto scriveva lettere cretine alla mogliettina, dicendo che al ritorno si sarebbe dato da fare per lei. Che stesse tranquilla!

Intanto stava al sicuro e... imparava l'inglese!

E ora un saluto a tutti. Vado via per qualche giorno, ma tornerò la settimana ventura per il gran finale!

Ambrogio
04-11-02, 12:50
Tutti capivano che in primavera la guerra sarebbe terminata e ci si aspettava l''offensiva anglo-americana che avrebbe portato gli alleati nella valle del Po, dove i tedeschi si sarebbero trovati a operare su un fronte molte volte più ampio che non quello sugli Appennini. Anzi, direi che l'offensiva arrivò tardi perché tutti se l'aspettavano almeno un mese prima, tenuto conto anche dell'enorme disparità delle forze in campo. Forse gli alleati volevano NON danneggiare l'offensiva russa nel centro Europa.

La gente temeva la battaglia finale, anche se riceveva qualche speranza dal fatto che non si vedevano apprestamenti di difesa che lasciassero presagire combattimenti, specie nelle città. C'era la constatazione che, dopo tutto, l'esercito tedesco mai aveva messo di mezzo città nei combattimenti, ritirandosi quasi sempre fuori dagli abitati e valga per tutti l'esempio di Napoli (i combattimenti poi celebrati come "Le cinque giornate di Napoli" furono, in realtà, solo alcune scaramucce, per non parlare di Roma e della stessa Firenze. Qui, nella distruzione dei ponti sull'Arno, notevoli furono anche le responsabilità degli alleati, che rifiutarono ai tedeschi un accordo di NON USO dei ponti fiorentini per passare al di là dell'Arno, costringendoli a far saltare i ponti stessi.

Potrei paragonare l'atmosfera di quei giorni a quando si sta addensando in cielo una gran temporale, con vento e piovaschi, ma con la gente che, bene o male, continua ad accudire alle proprie faccende.

Io nulla seppi dell'arrivo del Duce a Milano, il giorno 18 aprile, né altro seppi su di lui fino alla notizia della sua morte.

Andavamo regolarmente a scuola. Gli allarmi aerei erano radi. Il nervosismo era nell'aria e ricordo anche che, un giorno, un ufficiale della Decima Mas venne al nostro collegio per dirci di piantarla di tirare razzetti dal cortile interno su fin oltre il tetto. Chiaro che i loro botti venivano scambiati per colpi di fucile.

Non ricordo particolario attività partigiane nella settimane antecedenti il 25 aprile; o forse erano ormai tanto abitudinarie da costituire un scenario costante, e così i passaggi di aerei alleati.

Tutto sembrava come al solito: i cinema, i teatri, le giostre di Porta Venezia. Finché la radio cominciò a trasmettere addidittura in chiaro le istruzioni del Comando della Decima ai suoi marò. Erano istruzioni di raduni in direzione di Chioggia. Erano istruzioni di ritirata. Eravamo alla fine!

Malgrado tutto funzionarono fino all'ultimo le mense popolari, dove con poche lire le gente poteva sfamarsi. Fu questa una delle imprese più meritorie della RSI, costata anche tante perdite alla Guardia Nazionale Repubblicana che provvedeva ai difficilissimi approvvigionamenti sotto i mitragliamenti allleati che colpivano chiunque si trovasse sulle strade o nelle campagne. A Milano di queste mense ce n'erano moltissime, sparpagliate in tutti i quartieri.

Nelle notti precedenti il 25 aprile si sentivano come colpi di cannone da Sud, dal Po, anche se forse erano solo esplosioni di altra natura perche' dal fiume Milano dista un cinquantina di chiilometri; ma tutto faceva da sottofondo a una fine ormai annunciata.

La scuola continuava come sempre. Ultimi allarmi aerei. In quella situazione sarebbe stato, a mio avviso, molto opportuno chiuderla in attesa degli eventi, e del resto i Gesuiti non potevano non sapere nulla essendo certo in contatto diretto con l'Arcivescovado. Ma farci stare a casa avrebbe significato scoprire le carte di accordi segreti, e così tutti recitarono la loro parte fino alle ore 14.45 del 25 aprile quando Padre Tessarolo irruppe nella nostra classe gridando:

E' scoppiata la Rivoluzione! Tutti a casa!

Vi rimando così alla mia cronaca delle giornate del 25-26-27-28 e 29 Aprile 1945, che potete leggere sul Forum Esegesi dove il mio scritto e' stato spostato da Alessandra. Scritto che poi ha dato origine a "ERO UN BALILLA"

(SEGUE)

Un saluto a tutti.

Tomás de Torquemada
04-11-02, 23:03
Originally posted by Ferruccio
Vi rimando cosi' alla mia cronaca delle giornate del 25.26-27-28 e
29 Aprile 45 che potete leggere su Forum Esegesi dove il mio scritto e' stato spostato da " ALESSANDRA " scritto che poi ha
dato origine a " ERO UN BALILLA "

Per agevolarne la consultazione, ecco il link... :)

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=21067

Salutoni.

Ambrogio
05-11-02, 10:22
Originally posted by Tomás de Torquemada


Per agevolarne la consultazione, ecco il link... :)

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=21067

Salutoni.

Grazie per la Tua del resto abituale gentilezzo Tòmas !

Una saluto !

Ambrogio
06-11-02, 12:35
il 25 Aprile esco dunque dal mio collegio e attraverso Milano. Anche le città hanno un volto (dallo scritto di un signore che, il 25 luglio del 1943, attraversava Roma dirigendosi verso un brutto appuntamento) e il volto riflette i moti dell'anima. Le case di Milano, con tante finestre ridotte a vuote e tragiche occhiaie, ssmbravano interrogarsi sul loro immediato futuro. Cosa stava per succedere? Che avremmo visto ancora di brutto?

Ultima disperata resistenza in citta' dei fascisti e dei tedeschi?
Nuove incursioni aeree sul centri di resistenza in mezzo alla città?

Nulla di tutto questo, come scrivo nel capitolino descrittivo sulle giornate del 25-26-27-28-29. Allora non lo potei capire, perché solo dopo anni si seppe che i tedeschi, nella persona del Generale Wolf, avevano firmato in Svizzera un armistizio in base al quale dalle ore 14 del 25 Aorile le forze armate tedesche cessavano le ostilità e si ritiravano nei loro acquartieramenti in attesa di arrendersi agli anglo-americani e solo a loro; come infatti avvenne, nella stragrande maggioranza, dei casi in tutto il Norditalia. Ciò svuota parecchio il significato di "insurrezione generale" del 25 aprile, dato che avveniva contro forze che già erano in stato di armistizio, mentre i reparti della RSI si trovarono isolati, nulla sapendo di questo armistizio. I tedeschi arrivarono al punto di far sfilare davanti alla Prefettura di Milano, dove si trovava Mussolini, una colonna di mezzi blindati e armi pesanti, per dargli l'illusione che si apprestassero a difendere la linea del Po mentre, invece, si dirigevano verso l'Alto Adige per proteggersi la ritirata verso la Germania. Le forze armate delle RSI si arresero, dunque, per lo più su invito dei Comitati di Liberazione locali e del clero, ritenendo ormai finita la fase bellica; e, per la maggior parte, finirono in mano a chi ne avrebbe fatto strage.

Tipico esempio di queste situazioni fu la messa in libertà degli uomini della Decima Mas, a Milano. Dopo una trattativa con il CLN se ne andarono a casa, compreso il Principe Borghese cui un picchetto partigiano rese gli onori mentre usciva. Dunque, sulla retorica delle insurrezione CALA TRINCHETTO!, come si usava dire, una volta, a proposito di esagerazioni.

E' comunque un fatto che, il 25 Aprile, non c'erano né a Milano né in Lombardia forze partigiane sufficienti a liberare o ad occupare veramente Milano, che d'altra parte i fascisti avevano abbandonato fin del primo mattino del 26. Ciò prova quanto sia vero quello che ho detto nelle settimane scorse, cioè che, in città, le forze partigiane erano composte da un centinaio e forse anche meno di gappisti, la cui guerra era consistita nel far fuori a tradimento fascisti e tedeschi per attivare e rendere irreversibile la guerra civile. Mai sarebbero stati in grado di affrontare militarmente chicchessia tanto meno i tedeschi, che si arresero solo il 30 aprile, all'arrivo degli alleati. Non parliamo, poi, della Decima Mas.

La tecnica gappista era la stessa poi adottata dalle Brigate Rosse: agguato a tradimento in strada o a casa.

Nella notte tra il 25 e il 26 i punti nevralgici di Milano (Prefettura, radio, giornali, Questura, ecc,) furono occupate dai... finanzieri di Milano, ormai unica formazione militare regolare presente. Questo noi lo sapemmo solo parecchio tempo dopo; nessuna pubblicità fu concessa a tale dettaglio, volendo far credere che Milano fosse stata liberata e occupata da forze partigiane. E invece l'occupazione partigiana si verificherà solo giorni dopo, con l'arrivo in città delle Brigate Oltre Po e degli uomini di Moscatelli; l'arrivo di questi ultimi, il 27 o 28 aprile, coinciderà fra l'altro con lo scatenamento del terrore con esecuzioni sommarie dopo sentenze dettate, in qualche caso, direttamente da alti esponenti del CLN nazionale.

Ho spiegato questi dettagli affinché il lettore abbia presente la vera situazione a Milano, in quei giorni la cui realtà è stata abbastanza mistificata.

Contrariamente a quel che si dice, a Milano in quei giorni vi fu una notevole attività di franchi tiratori fascisti e molti pagarono ciò con la vita. I franchi tiratori usavano anche sparare da autovetture camuffate da macchine partigiane, e ciò lo apprendemmo da comunicati radio che mettevano in guardia contro questo tipi di attacchi.

(SEGUE)

Un saluto a tutti.

Ambrogio
06-11-02, 19:12
A proposito di radio, penso che nessuno o quasi vi abbia mai raccontato di Amami Alfredo", la romanza de "La Traviata" di Verdi.

Che cosa c'entra "La Traviata" con il 25 aprile? C 'entra, c'entra... purtroppo. Sta proprio nei miei ricordi di quei giorni il fatto che, fin dal 26 aprile mattina (dopo l'occupazione dell'EIAR- oggi RAI - da parte dei finanzieri di Milano) cominciò la diffusione di notizie e comunicati .Tra l'uno e l'altro era trasmessa ossessivamente sempre la stessa "aria", appunto "Amami Alfredo", ciò con lo scopo di far distinguere immediatamente Radio Milano dalle altre, per lo più straniere e, in particolare, "alleate".

Non si è mai saputo di chi sia stata questa "brillante" idea, che tradiva la passione per il melodramma. Si sarebbe potuto scegliere benissimo una musica più consona a quei giorni, magari anche patriottica. Che so: "La Canzone del Piave", "Monte Grappa tu sei la mia Patria", l'"Inno di Garibaldi" o altro brano risorgimentale oppure l'Inno di Mameli. E invece no; fu scelto pezzo operistico, che così divenne il leit-motiv di tutte quelle giornate poiché ne era piena l'aria. Tutti, con le finestre chiuse o aperte, per avere qualche notizia di quanto stava accadendo tenevano accesa la radio, magari a volume alto. Eravamo nella storia o nel melodramma? Nell'uno e nell'altro.

"Amami Alfredo" si sentiva per strada, nei cortili, ovunque. E fu così che quei tragici giorni assunsero anche un aspetto melodrammatico che, purtroppo, era molto congeniale al carattere italiano, così portato al melodramma anche nelle occasioni in cui sarebbe poco adatto come quelle giornate. Melodramma che aveva intriso negativamente e per secoli il carattere italiano. Altri, per leggere la Bibbia, imparavano financo a leggere e scrivere; e invece gli italiani si beavano con opere dal contenuto quanto meno fumettistico, improbabili o addiriuttura cretine. Con ciò non intendo dire che le nostre opere non abbiano un gran bel contenuto musicale. Dico solo che l'opera non ha certamente contribuito a irrobustire la nostra tempra, ma solo le nostre corde vocali.

Quel'aria de "La Traviata" era talmente presente in quei giorni da far quasi deformare i ricordi di allora in un Amarcord"musical ".

... Piazzale Loreto. I cadaveri del Duce, della Petacci e dei gerarchi stanno sul pavimento del distributore di benzina. Coro di vocianti intorno, che accompagna la Banda dell'Azienda Tramviaria di Milano.

A un certo punto qualcuno grida: "Sono ancora vivi! Sono ancora vivi!". E' vero: Mussolini e la Petacci si muovono ancora. Poi, all'improvviso, lui si alza faticosamente in piedi e canta:

VOI MI ODIATE PERCHE' MI AMATE ANCORA! (cioè la stessa frase che disse saltando su una sedia al Congresso di Reggio Emilia, nel 1914, quando fu espluso dal Partito Socialista). La Petacci gli si affianca discinta e canta con lui, mentre fa loro eco il coro dei presenti.

Quindi, conclusione della Banda dei Tramvieri mentre i due si accasciano finalmente morti. Applausi finali della feroce folla presente, che grida: "Il Tiranno e' morto! Il Tiranno e' morto!".

Esultiam, esultiam, esultiam!

Non fu così, ma ci andammo vicino. Molto più vicino di quanto si possa immaginare.

(SEGUE)

Un saluto a tutti!

Ambrogio
08-11-02, 19:09
I mei ricordi personali si addensano soprattutto nei giorni 25-26-
27-28 e 29 Aprile che gia' ho descritto nel messaggio che potete vedere sul Forum " Esegesi " e che Tomas ha avuto la gentilezza di indicare con comodo LINK.

Il giorno 30 Aprile gli americani entrarono in Milano e sfilarono attraverso la citta' mostrando la potenza e la quantita' dei loro mezzi tra cui prima di tutto i famosi carri armati Shermann.

Io mi trovavo in piazzale Susa quando una colonna americana
arrivo' scendendo C.so Plebisciti.Stavo sul marciapiede della aiuola interna.Molta la gente plaudente sui due marciapiedi.
Io non applaudii :applaudivano chi e che cosa ? Non dimenticavo Gorla ed il resto. Comunque mi sembro' giusto non applaudirli e oggi ne sono fiero.Tutte le volte che passo di la' mi sembra di tornare a quel momento.

Purtroppo mi capito' un fatto tutto considerato abbastanza comico anche se per me fu particolarmente umiliante.

Ora dovete sapere che i carri armati Shermann erano dotati di cingoli con una specie di " suola " in gomma e questo perche' in pratica erano stati impiegati piu' che altro su strade che non su terreno naturale.La conseguenza per noi spettatori era che dai cingoli si trasmettevano delle vibrazioni fortissime che scuotevano il terreno circostante e naturalmente anche il marciapiede dove io stavo.Indossavo dei pantaloni alla zuava che pertanto avevano un certo peso dovuto allo sbuffo sotto le ginocchia.Fu cosi' che i pantaloni stessi per la vibrazioni fortissime al passaggio dei carri mi scivolorno in basso.Io fui pronto a tirarmeli su dalle ginocchia
dove erano quasi arrivati ma la sensazione mia fu alquanto penosa.Forse il militare americano che sporgeva dal suo pertugia neppure se ne accorse ma la mia umiliazione fu grandissima e credo che pochi in Italia si sentirono degli sconfitti cosi' come io mi sentii' in quel momento.

Un'altro ricordo e' vivo in me.Era certamente ai primi di Maggio
e mi trovavo a Porta Venezia ,forse era lo stesso giorno della grande sfilata delle forze partigiane .

Da Corso Venezia comparve un autocarro pieno zeppo di partigiani in piedi ,armati fino ai denti e che avevano logicamente
l'atteggiamento dei trionfatori.Non so a quale forimazione appartenessero e da dove venissero.La gente li appludiva.

Quasi incastrata tra il motore ed il parafango a sbalzo di quel-
l' autocarro vecchio modello stava una donna.Era una ausiliaria della RSI con la testa rapata.Piuttosto sbattuta e con l'aria di chi non sa se l'indomani sarebbe stata ancora viva.

La ragazza era ancora con la divisa delle ausiliarie della RSI ma senza il basco.Stava in quella posizione scomoda alla berlina di
tutti. Sembrava delle selvaggina portata in giro da dei cacciatori che vogliono mostrare la loro preda.

A distanza di anni lo vedo sempre come uno spettcolo veramente indegno.Come potevano dei " guerrieri " esibirsi in quel modo e sfogandosi alla fine su di una ragazza che avra' avuto ventanni si e no ?
Tra l'altro ingiro c'erano dei fotografi e la foto di quella ragazza sull'autocarro la vidi poi pubblicata anni dopo.SE LA RITROVO VE LA POSTO.Potrebbe forse anche essere la stessa che ,insieme ad latre,si puo' vedere a pag 1650 terzo volume della Storia della Guerra Civile di Giorgio Pisano'.La ragvazza in questa foto non sta sull'autocarro ma e' logicoPoensdare che poi gli stessI
partigiani abbiano sfilato per Corso Vittorio Emanuele e quindi proprio su Corso Venezia.

A distanza di anni tuttavia le parte si sono invertite.Ad uscirne
umiliata non e' l'ausiliaria quasi certamente delle Decima Mas che
essendo oltre a tutto ancora in divisa dimostrava che non era scappata mimetizzandosi con abiti civli ma era stata catturata da soldato.

Tra l'altro la giovane non diceva ne urlava nulla ma trovava il modo lo stesso di comunicare con tutti anche con coloro che la dileggiavano ( che orrido spettacolo ! ).Oggi si direbbe che " comunicava non verbalmente " .Infatti non stava con gli occhi bassi ma fissava negli occhi tutti me compreso quando mi passo'
davanti mentre sulle labbra aveva un sorriso ironico.In ogni caso dimostrava una grande fierezza e dignita' che i suoi catturatori non dimostravano affatto anzi.

Forse lo stesso giorno al mattino( scusate ma ricucire i ricordi e' un poco come ritrovare delle foto senza data in un cassetto ) vidi per la prima volta gli americani.Era due ufficiali che transitavano da quella che e' oggi Piazza della Repubblica e fu cosi' che vidi per la prima volta un jeep, lo strano automezzo cosi' poco convenzionale e che tanto sopravanzava i mezzi tipici dell'esercito italiano in fatto di prestazioni e praticita'.

Altro ricordo personale fu un mattini penso ai primissimi di Maggio
quando la Germania non si era anora arresa, due soldati tedeschi che davanti a casa mia armeggiavano con un autocarro fermo sulla strada.
Per un momento pensai che ci fosse stata una controffensiva
tedesca e che i tedeschi avessero rioccupata Milano.Tremai.
Tutto d'accapo allora ! Notai pero' subito dopo una stella bianca
dentro un cerchio pure bianco.Gli autocarri erano americani e si trattava evidentemente di poigionieri tedeschi adibiti a servizi
dagli alleati in attesa di essere rimandati a casa.

Pochi giorni dopo il 25 Aprile era nel frattempò uscito il CORRIERE DELLA SERA anzi IL NUOVO CORRIERE DELLA SERA secondo le
solite tradizioni trasformistiche nostrane.Quel NUOVo sparira' solo dopo almeno un paio di decenni.Ricordo un articolo proprio da leccaculi a glora dei militari americani.Campioni ndi basket e di guerra idolo dei ragazzini milanesi.......


Altro ricordo.Vicino alla mia scuola dentro il recinto della ex Decima Mas.Ero andato per sapere qualche cosa della mia scuola.
Una quantita' di armi per terra sul marciapiede.Io volevo portarmi a casa un bel piccolo mortaio (ricordo Briixa 37 )ma pesava troppo
e non avevo ne' portapacchi sulla bicicletta ne' una corda.Lo misi
sul manubroi ma nulla da fare.Lo abbadonai dove l'avevo trovato e cosi' non ebbi addirittura un mortaio a ricordo della seconda guerra mondiale.Peccato:lo avrei esibito ai miei nipotini ora .

Il Sei Maggio ricordo anchedi aver visto la grande sfilata partigiana
in Milano.Ricordo delle formazioni di uomini con una divisa improvvisata che pero' fsilando una qualche emozione positiva la davano ancora.Forse ci si voleva illudere alla fine di essere dei vincitori anche noi.Anzi: senza forse.Maa fu solo inquel momento.

Vidi anche passare alcuni signori con fascia trcolorei al braccio.Uno era era un poco buffdo con i suoi calzoni alla zuava come me ragazzino.Solo anni dopo seppi che quei signori erano i
capi della Resstenza e cioe' i memnbri del Comitato Liberazione Nazionale.Il Signore con i calzoni alla zuava era il Gen.Cadorna.


SEGUE


Un saluto a tutti.

Ragazzi siamno quasi alla fine !

Ambrogio
11-11-02, 18:46
Nei miei ricordi di quei giorni di gioia per la fine della guerra ma anche di terrore per la violenza e la ferocia intorno a noi
trovano posto anche testimonianze dirette di persone di fede.

Mio papa' :

questa mattina per entrare in ufficio ho dovuto scavalcare un morto disteso proprio davanti all'uscio...........................

in piazza Guardi hanno fucilato uno che dicevano essere un franco tiratore fascista che sparava dai tetti e che i partigiani avevano catturato.Primna della scarica Lui e noi spettatori ci siamo fatti il segno della croce.Prima di accasciarsi al suolo a causa di colpi che lo avevano raggiunto al collo si era
trasformato per qualche secondo in una fontanella con getti di sangue intorno a lui................

Il mio compagno di classe Dell'Orto:

i partigiani avevano colpito alcuni fascisti sparando loro sulla proda di una fossato ma non li avevano uccisi subito.I condannati stavano su quella proda gridando per il dolore ed implorando che dessero loro il colpo di grazia che tardava ad arrivare.Poi dalla spalletta di un ponticello delle scariche alla testa dei giustiziati e poi ...silenzio.

Mia nonna Lucia che abitava in un piccolo paesee del lodigiano:

il sarto del paese era ritornato a casa subìto dopo il 25 Aprile.Non era un volontario.Era un coscritto ed era l'unico
" repubblichino " presente in paese.Un compaesano si era presentato nel suo laboratorio da sarto dove il poveretto aveva ripreso il suo lavoro e gli aveva sparato con un revolver.Nel
cadere al suolo aveva avuto ancora il tempo di dire,in daletto:
Ma che cosa Vi ho fatto di male ...?


Don Guido Aceti: sacerdote degli scouts Quarto Milano ASCI.

i fascisti stavano allineati contro un muro appena fuori Seregno.
Chiesi di poterli brevemente confessarE e assolverli.Mi fu negato.
Ebbi appena il tempo di benedirli tutti insiemE prima che la raffica del plotone di esecuzione li " terminasse ".


Sig.Corradini . elettricista di mio padre.

Milano.Viale Montenero.Un gruppo di donne anziane scatenate circondano un tale e gridano ad un gruppo di partigiani che stanno passando in quel momento:

Mazel ! Masel ! Masel ! Masele Masel ! ammazzatelo,ammazzatelo,ammazzatelo.

Chi era ? Che cosa aveva fatto ? I partigiani lo avevavano portato via.

Mio cognato:

i partigiani fecero scendere alcune persone all'interno della grande fontana che sta in piazza Grandi ,Corso XXII Marzo a Milano e quando questi furono dentro li finirono a colpi di mitra.Alla fine le pareti ed il fondo della fontana erano piene di schizzi di sangue.



un saluto










:qi :qi :qi

Ambrogio
13-11-02, 17:17
Di quelle giornate di sangue e di vendetta e' cupa testimonianza al Cimitero Maggiore di Milano detto di " Musocco " il campo nr 10
posto nella zona anteriore destra rispetto al piazzale di ingresso.

E' un cimitero dignitosamente povero realizzato in modo direi " minimalista ". Lapidi in cemento,al centro un piccolo altare
ed una croce.Sarebbe stato direi normale mettere delle croci invece che delle lapidi ma tant'e'.

Molti i sepolti ignoti.Tra gli altri potrete vedere le tombe di Alessandro Pavolini,Barracu,Osvaldo Valenti,Luisa Ferida. il colonnello Colombo,Vincenzo Costa ( unico sepolto deceduto ti anni dopo ),il capitano dell'aereonautica Visconti,il cieco di guerra Carlo Borsani giustiziato in piazzale Susa a Milano il 29 Aprile.

Fino a pochissimi anni fa non era possibile celebrare neppure al giorno dei morti una funzione religiosa e tanto meno intorno al 25 Aprile.Niente Santa Messa di suffragio per i fascisti!

Fino a circa dieci anni fa era normale andando a visitare quel luogo e sopratutto in prossimita' di Aprile trovare lapidi rovesciate,fiori buttati intorno,lampade votive spezzate e dispetti vari.Meno male che qualcuno oltre ai parenti stessi provvedeva a rimettere le cose a posto con costanza ma ancora quest'anno il sindaco Albertini e' stato duramente contestato per essere andato a dire una preghiera in privato e dopo essersi tolta la fascia di Sindaco proveniendo dall'altro campo il nr. 56 quello detto " dei partigiani ".

Questo campo e' stato realizzato con parecchio sfarzo,marmi pregiati,cristalli e financo la riproduzione di una parte del monumento al partigiano quale e' stato fatto a Parma.Vi sono ricordati anche tutti i caduti milenesi nei campi di concentramento in Germania uno per uno.Desta anche questo campo un senso di dolore e di pieta' ma non si puo' non fare caso alla diversita' abissale di trattamento con i caduti al campo 10.Ho anche notato che un buon quindici per cento della lapidi sono di tombe di
gente morta anche diversi anni dopo il 25 Aprile del 45.

Altri ricordi stanno sui muri di Milano la' dove i fascisti avevano ucciso qualcuno .Appena finita la guerra furono messe molte lapidi
che ricordano quei morti e ci sono tuttora in quanto a anche se il
palazzo non c'era piu' la targa veniva sempre riportata sulla nuova costruzione.Era d'uso anche lasciare i segni delle pallottole sul muro per ricordo maggiore di quei fatti.Tuttora alle targhje vengono messi dei fiori per il 25 Aprile a cura dell'Anpi.

Per i fascisti solo i segni della pallottole e nulla altro cosi' oggi nella quasi totalita' dei casi non ci sono piu' nemmano quelle.

Qualche segno e' rimasto su muri non di case civili ad esempio sui muri di periferia come ad esempio nei vari " mattatoi" tipo al quartiere Ortica.

Ne ho presente proprio sul muro di contenimento di invito del ponte ferroviario venendo da viale Argonne.I srgni dei colpi sono all'altezza del viso perche' questpo tipo di fucilazione era moltop in voga in quei giorni vedasi per esempio nmel mio rmessaggio su ESEGESI il mio ricordo di quel giustiziato appoggiato al muro , con gli occhi ancpra aperti e con un foro proprio in mezzo alla fronte.

Penso ci sia ancora se non e' stato coperto da qualche cartellone
pubblicitario che pietosamente nasconde quel ricordo della guerra civile.Unico segno di involontaria pieta'.


SEGUE

Ambrogio
15-11-02, 12:34
Ricordo bene che in Maggio di pomeriggio qualcuno in strada avverti' un colpo d'arma da fuoco che sembrava provenisse dal
palazzo vicino.Subito si scateno' una caccia all'uomo con sparatorie dalla strade verso un balcone di tale palazzo.Dati gli spari abbastanza intensi pareva agli attaccanti che qualcuno
reagisse alle forze partigiane che volevano snidare il franco tiratore.

Alla fine ci fu un assalto in piena regola ed alcuni entrarono nel palazzo e raggiunsero l'appartamento da dove sembrava
partissero i colpi.Fu perquisito tutto ma del franco tiratore non c'era traccia.Quasi certamente non c'era mai stato.
Eravamo stati in ballo diverse ore ed io potevo vedere ben nascosto i partigiani che tiravano anche con armi automatiche.
Ricordo anche che ero impegnato a tradurre tutto d'accapo il DE BELLO GALLICO di Giulio Cesare traduzione che avevo smarrito nel trambusto di quel 25 Aprile di pomeriggio.

Ricordate l'ammirazoione di Caio Giulio Cesare quando descrive i Galli che muoiono uno dopo l'altro nel servire una balestra ma
non mollano di combattere contro le soverchianti forze romane ?

Nei miei ricordi vi e' anche quanto ci riferi' mio padre e che lo aveva colpito negativamente al 30 SAprile quando gli americani erano entrati in Milano.Diverse donne davanti alla Prefettura di
si buttavano nella braccia dei soldati americani facendo lingua in bocca.Alla sera sui bastioni zona Vittoria-Lamarmora
prostitute si facevano " godere " in pubblico dagli occasionali avventori.

Gli ammazzamento comunque non cessavano ed un giorno vedemmo affissi alle cantonate un manifesto del nuovo Prefetto di Milano il socialista Ivan Matteo Lombardo che stigmatizzava la esecuzioni ed i giudizie sommari definendo la situazione come intollerabile e mi sembra anche vergognosa.

Con il procedere di Maggio tali esecuzione diminuirono fino a quasi sparire anche se era evidente che la nostra scuola restava chiusa e perche' la situazione sconsigliava di mandare in giro dei ragazzi in quella Milano.

In casa si cominciava a parlare,come tutti, sul DOPO.Era chiaro che l'avvenire nostro stava li' in mezzo alle macerie di palazzi e case e fabbriche che dovevano essere ricostruiti.Si cominciava a fare un inventario delle risorse ed era positivo che essendosi salvata la casa costruita nel 40-41 c'era di che dare in pegno alle banche per farsi finanziare.

La situazione economica restava di emergenza ma la speranza di un normalita' operosa affiorava.Era anche tornato dalla Svizzero il marito di mi a zia " gloriosamente" rifugiato cola' con tuuta la
sua comopegnia di artiglieria l'8 Settembre.Inconveniente molto grave era stato l'apparire delle lire di occuapzione dette AM-LIRE
che in breve invasero il mercato e determinaronbo una fortissima
inflazione foriera di altri gravi problemi sopratutto sociali.

A differenza dei marchi di occupazione che nessuno in pratica vide
mai perche' le autorita' della RSI erano state capaci di toglierle dalla circolazione invece le AM lire circolarono per almeno due anni fino alla partenza degli americani.Stampavano pezzi di carta che costavano loro nulla e gli altri vedevano i prezzi salire alle stelle cominciando dal tram il cui biglietto in poco tempo ando' subito al doppio e poi al triplo e cosi' tutto il resto.Ma gli alleari se ne sbattevano nel modo piu' totale.Compravano con quei pezzi di carta e per lro andava benone.Non per noi.

Finalmente arrivo' dall'Istituto Leone XIII° la comunicazione della riapertura della scuola ed era la fine Maggio del 45.

A questo opunto tutti Vi aspetterete che la ripresa della scuola
fosse per noi una festa e che di botto si tornasse ad una ben
accetta normalita'.

Niente di tutto questo.La ripresa della scuola fu per noi un fatto traumaticamente negativo.Esattamente il contrario !

Ma questi ve lo raccontero' nel prossimo messaggio.

Ambrogio
16-11-02, 19:00
Scusatemi da devo ritornare brevemente indietro esattamente
al 1941 per un episodio per me significativo.

Nell'anno scolastico 1940-41 ( per me quarta elementare )
vi fu una selezione tra tutte le classi della scuole elementari di Milano per un tema di italiano avente come soggettao la guerra in corso.

Fui selezionato a rappresentare la mia classe.Il concorso era indetto dal Comune di Milano e dalla Banca Popolare di Milano

Fu cosi' che un sabato mattina verso fine Maggio mji presentai
per il tema finale insieme ad almeno altri trecento ragazzini
nel salone principale della Banca Popolare di Milano in piazza Meda a Milano ( c'e' ancora ).

Non mi classificai in testa pero' in posizione abbastanza buona.
Non ricordo esattamente il soggetto esatto del tema ma era attinente comunque alla guerra in corso sotto la guida del Duce.

Ebbi un premio una sommmetta in denaro (mi sembra cento lire che erano allora qualche cosa ) messa si di un libretto di risparmio
della Banca Popolae di Milano,un salvadanaio in metallo con chiavetta,la citazione di un periodo del mio tema su di una
pubblicazione che segui',un diploma nonche' un libro dal titolo
" Capinero di Malta " di Olga Visentini editrice SEI.Questo l'ho in questo momento sulla mia scrivania.

Il libro, copertina rossa con marcata molto grande la parola PREMIO recava anche una grande fregio in oro dove in mezzo
ad un volo di aquile c'erano lo stemma del Comune di Milano ed un fascio littorio con intorno la scritta CREDRE OBBEDIRE COMBATTERE.Il libro racconta la storia di Carmelo Borg Pisani
maltese impiccato dagli inglesi perche' sostenitore della italianita' di Malta ( aveva anche lavorato per il Servizio Informazioni Militari
Italiano bisgona anche dire ).Un Cesare Battisti maltese.

La sommetta ando' incrementandlsi in quegli un un poco per
l'interesse che veniva corrisposto ma anche per qualche piccolo versamento fatto da mia madre al quale contribuivo anch'io
con le monete dal salvadanaio.Dimenticavo di dire che
il concorso era stato indetto in collegamento con la celebrazione della Giornata del Risparmio.Il tutto era molto educativo e
patriottico.

Peccato che a guerra finita dovetti accorgermi che il gruzzoletto a
causa della inflazione bellica e post bellica era praticamente finito
in nulla come in nulla erano finiti i risparmi di mio nonno Ambrogio che aveva investito i suoi risparmi in Buoni del Tesoro.

Meno m,le che mia padre nel 40 aveva decisio di investire tutto in un palazzo di sei piani che aveva anche avuta la fortuna di uscire pressocche' indenne dai bombardamenti terroristici inglesi
sopratutto quelli dell'Agosto del 43.

Senza quella casa pagata anche con debiti che on il procedere dell'inflazione si riducevano da soli non so come ce sa saremmo cavata alla ripresa ed anche alla grande stretta creditizia fatta da Einaudi nel 47 e che stronco' l'inflazione che altrimentri nci avrebbe distrutti come una guirra o peggio.

Chiusa la parentesi.


Un salutoa tutti e Buona Domenica ( a me dire buon week-end
non mi sta molto bene ).

agaragar
16-11-02, 20:30
Originally posted by Ferruccio

racconta la storia di Carmelo Borg Pisani
maltese impiccato dagli inglesi perche' sostenitore della italianita' di Malta ( aveva anche lavorato per il Servizio Informazioni Militari
Italiano bisgona anche dire ).Un Cesare Battisti maltese.

no mio caro, malta è maltese, infatti adesso è uno stato indipendente, se fosse stato italiana adesso sarebbe un popolo oppresso, come i poveri impiccati libici.

inoltre mi pare che tu cosa possa essere stato un vero bombardamento non te lo immagini nemmeno,
furono riservati solo alla germania,
altrimenti di Milano,e di te, non sarebbe rimasto nemmeno un pezzettino, altro che Gorle.

Ma in germania danno correttamente la colpa di quello che subirono ai nazisti, lì infatti il neonazismo è totalmente emarginato,
non sono sciocchi come gli italiani che continuarono a giocherellare col fascismo.

Ambrogio
17-11-02, 13:29
Originally posted by Pasquin0

no mio caro, malta è maltese, infatti adesso è uno stato indipendente, se fosse stato italiana adesso sarebbe un popolo oppresso, come i poveri impiccati libici.

inoltre mi pare che tu cosa possa essere stato un vero bombardamento non te lo immagini nemmeno,
furono riservati solo alla germania,
altrimenti di Milano,e di te, non sarebbe rimasto nemmeno un pezzettino, altro che Gorle.

Ma in germania danno correttamente la colpa di quello che subirono ai nazisti, lì infatti il neonazismo è totalmente emarginato,
non sono sciocchi come gli italiani che continuarono a giocherellare col fascismo.

Spiace contraddirti.Io non ho affatto detto che Malta e' italiana ma semplicemente che Carmelo Borg Pisani fu impiccato dagli inglesi per essere stato un sostenitore della italianita' di Malta tanto che ,come ho detto. collaboro' con il servizio informazioini militare italiano SIM.

Quanto ai bombardamentri io c'ero sin dall'inizio nel 1940 con i bombardamenti leggeri francesi sia poi a quello del 14 Febbario 1943 e a quello dell'8 Agosto del 43 rientrando dallo sfollamento il 16 o 17 Agosto trovando Milano come la trovai

Milano subi' danni gravissimi che visto quello che scrivi riportero'
con tutti dati in mio possesso tratti da fonti affidabili..E' vero che Milano non fu rasa al suolo come molte citta' tedesche ma non ci mancava molto.

T dovevi vedere come era ridotto per esempio il centro storico di
Milano per esempio Corso Vittorio Emanuele tanto per fare un solo esempio.Io comunque in rifugio a Milano ci sono stato
e diverse volte e ricordo molto bene tutto.Se peraltro Milano non brucio' come alcune citta' tedesche cio' fu dovuto al fatto che il tipo di costruzioni impiegava relativamente poco legno a differenza delle citta' tedesche.Ancora oggi su qualche casa di Milano ci sono ancora i segni neri degli spezzoni inglesi che colpivano a volte di striscio le facciate delle case.Ce ne erano a centinaia sparsi nelle strade, inesplosi.Erano pieni di una polvere al fosforo.Erano cilindri lunghi circa 50 centimetri e larghi una diecina.

Quanto al resto pensala come pure come la vuoi.Cosi e' , se vi pare ! Direbbe Pirandello.

Buona domenica.


In un prossimo messaggio comunque riportero' i dati sui danni subiti dalla mia citta'.

Ambrogio
19-11-02, 10:41
Originally posted by Pasquin0

no mio caro, malta è maltese, infatti adesso è uno stato indipendente, se fosse stato italiana adesso sarebbe un popolo oppresso, come i poveri impiccati libici.

inoltre mi pare che tu cosa possa essere stato un vero bombardamento non te lo immagini nemmeno,
furono riservati solo alla germania,
altrimenti di Milano,e di te, non sarebbe rimasto nemmeno un pezzettino, altro che Gorle.

Ma in germania danno correttamente la colpa di quello che subirono ai nazisti, lì infatti il neonazismo è totalmente emarginato,
non sono sciocchi come gli italiani che continuarono a giocherellare col fascismo.


Facendo seguito al mio messaggio precedente al riguardo do' le cifre riassuntive dei danni subiti dalla citta' di Milano a seguito dei
bombardamenti alleati:

CHIESE DISTRUTTE O GRAVEMENTE DANNEGGIATE 63

SCUOLE E ISTITUTI CULTURALI IDEM 144

OSPEDALI CLINICHE IDem 145

CASE IDEM 10.770

in totale circa il 50 percento del patrimonio edilizio cittadino.

Per il fatto che nell'Agosto del 43 la gente o era sfollata in piante stabile o alla sera se ne usciva dalla citta' le vittime furono
limitate a circa 2.000 persone.La riprova e' nel fatto che invece il 20 Ottobre del 44 a Gorla essendo la gente a casa o al lavoro o a scuola le vittime furono oltre 600.

C'e' un libro che tratta espressamente Milano sotto i bomdardamenti: si tratta di : BOMBE SULLA CITTA' di Achille Rastelli Edizioni Mursia pagg.258 euro 16 Lit. 18.000.

Molte notizie anche nel libro "Milano nella bufera".

Io comunque fui a Milanjo per i bomdardamenti leggeri del Giugno
Agosto 1940 , quelli del 15 Febbraio e 8 Agosto del 43 definiti con danni molto gravi , a quelli del Luglio de 44 ( danni medi ) e quindi a tutti quelli dal 30 Settembre del 44 al 13 Aprile del 45 incluso quello con danni gravissimi del 20 Ottobre appunto su Gorla.

Nel libro Bombe sulla citta' vi sono tutti i dettagli.Cita financo
l'aereo alleato abbattuto il 30 Gennaio del 45, quello cui fu direttamente o indirettamente collegato il mio ferimento.

Un saluto a tutti e a presto.

Ambrogio
19-11-02, 11:57
DIMENTICAVO:

Ambrogio
19-11-02, 12:02
DIMENTICAVO: le bombe sganciate su Milano dalla RAF nel mese di Agosto 1943 furono nella quantita' di ben 26 mila quintali !

Fonti quelle citate.


ps. Mai chiarita del tutto la feccenda dei bomdardamenti su Milano richiesti da ambiente azionisti per " ammorbidire " il Governo Badoglio.Ne parlo' anche Andreotti nel suo libro:Coro a sei voci.

IN realta' sembra che gli azionisti avessero chiesto il bomdardamento su Roma del 20 Luglio.Ma questa e' un'altra faccenda molto oscura.

Ambrogio
20-11-02, 18:26
Tutta Milano inoltrandosi il mese di Maggio alla sera si trasformava
in una grande sala da ballo.Quasi non c'era cortile dove non fossero stati tesi fili con i palloncini veneziani salvatisi dai bormdardamenti e cio' serviva anche a dare una sensazione
di allegria malgrado le roivine e tutto quanto era accaduto nelle settimane e nei mesi precedenti.

Era una specie di rito liberatorio collettivo.Le gente voleva vivere o meglio voleva rivivere dopo tutto qullo che aveva passato.
Intanto le esecuzioni sommarie si erano ormai molto ridotte per poi finire anche se da altre regioni arrivavano notizie terribili specie dall'Emilia.

Arrivarono anche le prime foto dai campi di concentramento nazisti e fecero una impressione enorme anche se restera' per me sempre un mistero come mai tali foto e tali notzie non fossero arrivate prima non tanto a noi nel Nord quanto nel Sud tenendo conto che i russi erano arrivati ad Auschwitz gia' nel Gennaio del 45. Anche Radio Londra , che veniva moklto ascoltata con
la nostra EIAR da Bari sotto controllo inglese mai era stato detto nulla in proposito.

Arrivo' anche la notizia della riapertura della nostra scuola e noi fummo convocati per fine Maggio.Eravamo stati a casa oltre un mese.Avevo una grande voglia di rivedere i compagni di scuola
che non vedevo da settimane e sentire che cosa evavano fatto e visto in quel tempo dal pomeriggio del 25 Aprile quando padre Tessarorolo aveva fatto irruzione nella nostra classe gridando:
E' scoppiata la rivoluzione ! Tutrti a casa !

Avevo anche voglia di passare le ore del doposcuola sulla Fiera dei Bastioni di porta Venezia che erano stati tanta parte della nostra vita di quell'anno.

Ci ertavamo seduti ai nostri banchi e non avevamo finito di raccontarci quanto visto nelle precedenti qcinque settiomane
l'arch.Crescini nostro insegnante di disegno incomincio' la sua lezione gia' quando era nel corridoio secondo la sua abitudine.

La prospettiva e' .....................ma si interruppe entrando in classe quando vide che uno di noi stava masticando una cicca americana.Di botto gli pesto' sulla guancia sinistra un gran colpo con la sua grande riga e grido' qualche cosa che faceva riferimento al fatto di masticare la gomma secondo le abitudini dei
.......Vostri nuovi padroni !.Ricordo molto bene quelle ultime tre parole.Mi sopno rimaste impresse.

Eravamo tornati a scuola volentieri perche' la scuola aveva rappresentato per noi in tutti quei mesi la possibilita' di
essere partecipi alla vita dela citta',Per me poi ancora di piu' che
provenivo da un collegio su in montagna.Eravamo tanto contenti
di poter vedere il mondo fuori della nostre case e di correre tutte
le avventure che ho gia' racconatato che financo studiavamo volentieri e ci preparavamno con coscienzaa agli esami di terza media che pero' in capo a qualche giorno funmm informati che data la situazione e a tutto quanto successo quell'anno non ci sarebbero stati e saremmo stati tutti promossi .Grande giubilo di quei pochi che non avevano studiato ne' tanto ne' poco.La soppressione degli esami era stata chiesta a gran voce dei genitori di tutto il Regno ! Innun cferoi senso era la prima amnistia
della nuova epoca.

Come di solito alla fine del doposcuola verso le cinque del pomeriggio uscimmo e ci dirigemmo alle giostre della fiera sui
bastioni e qui la situazione per noi precipito'.Le giostre non c'erano piu'.Dopo quasi due anni di fermo non appona ppossibile se ne erano andate lasciando libero tutti quanti i bastioni da piazzale Fiume ( oggi Repubblica ? fino a Porta Venezia.

Quella scoperta fu il catalizzatore che ci fece esplodere dentro il
mutamento epocale avvenuto.La guerra era finita e tutto il mondo di avventura cui ci eravamo abituati non esisteva piu'.
Per tutto il mese di Maggio questa sensazione non ci aveva ancora colpito in quanto era stato sempre un mesese pieno di avvenimenti straordinarii e che continuavano gli avvenimenti precedenti ma ora era diverso:il nostro mondo non c'era piu' e si tornava alla normalita'.Questo poteva aveer un senso per un adulto ma non per noi perchè per noi la normalita' era la guerra,i bomdardamenti.,la guera civile e tutto il resto .

Cinque anni di guerra tra i nove ed i quattrordici anji avevano talmente influito su di noi da portarci ad avere quasi bisogno della guerra come una droga presa a dosi sempre maggiori e che di botto viene tolta.Era una specie di crisi d'astinenza da guerra.

Passando sui bastioni l'unico ricordo che era restato era il buco nella cinta dei giardini pubblici da dove Francesca entrava con i clienti .Noi guardavamo e sospiravamo:Addio Francesca !

SEGUE

agaragar
20-11-02, 19:12
Originally posted by Ferruccio
Passando sui bastioni l'unico ricordo che era restato era il buco nella cinta dei giardini pubblici da dove Francesca entrava con i clienti .Noi guardavamo e sospiravamo:Addio Francesca !

che porcaccioni però...anche senza le cassettine

Ambrogio
21-11-02, 11:27
Originally posted by Pasquin0

che porcaccioni peò...anche senza le cassettine

E' vero.Del resto la Francesca del tiro a segno alla fiera sui bastioni di Porta Venezia fu la nostra " iniziatrice sessuale ".

Spendavamo molto delle nostra" mancetta " per poterla " palpare".

Nel suo genere un vero un " personaggio " ed ha la sua bella parte nei miei ricordi di allora.Era bionda.molto formosa e con la tipica voce cavernosa delle donne come Lei a quel tempo.

Pensa: ho scritto Lei con al La maiuscola !

Un saluto

Ambrogio
23-11-02, 19:20
Dio solo sa quanto fossero normali quei giorni di Giugno.La vita riprendeva ma i segni della guerra erano li' a testimoniare la tragedia avvenuta.Mancavamo di tutto specie in fatto di viveri e mano male che la stagione era ormai estiva perche' non so come avremmo fatto a passare un'altro inverno come quella che era appena trascorso.Il pane restava nerissimo.

In tanti punti della citta' come alle stazioni e dove comunque vi era molto passaggio comparivano i tabelloni con affisse tante
fotografie di militari di cui i famigliari non avevano piu' notizie.Un colossale " Chi l'ha visto ? ".

Ma noi ragazzi non accettavamo la nuova realta' e tutto ci sembrava improvvisamente diventato banale e noioso.Non succedeva piu' nulla di emozionante .

Non c'erano piu' in piazzale Fiume i ragazzi toscani della Decima Mas con i quali avevamo scherzato tanto volte.Niente piu scherzi disgraziati ai passeggeri dei tram,niente piuì' allarmi aerei e lezioni nel rifugio nalle cantine della scuola.

Le vaeita' e' che noi ormai eravamo dei disadattati e nel nostro
animo,nella nostra formazione e maturazione quegli anni terribili
avevano lasciato una impronta indelebile e che non pote' mai
essere totalmente cancellata.

Eravamo cresciuti nella violenza e violenza volevamo tanto che un giorno ce la prendemnmo con quel ragazzo di cognome Certo che aveva mandato il padre a protestare perche' il nostro
professore Don Manazza ci aveva dato da mandare a memoria la poesia del Giusti " Sant'Ambrogio " cosa a suo giudizin
inopportuna in quanto esprimeva sentimenti
antitedeschi.Inseguimmo Certo per mezza Milano ma il fatto e' che ogni tanto riusciva a salire sun di un tram e cosi' il viaggetto si trasfrormava in una specie di " arrimorta" dopo di che la caccia
proseguiva per le strade.Poi lo perdemmo di vista e Lui approfittando che ormai si era tutti promossi non si fece piu' vedere.Ciao " Certo " ! Perdonanci !

La scuola fino' dopo due settimane e cosi' cesso' la componente
primaria del nostro "disadattamento ".Via dalla scuola e via dai bastioni di Porte Venezia il nostro rifiuto della nuova realta' si
riduceva e di parecchio.L'ambiente di casa influiva positivamente.

Mi fece una certa impressione pochi giorni dopo la fine della scuola il ritorno alla nostra Masseria della Volpe in quel di Massino Visconti sopra Lesa ( Lagio Maggiore ) doie eravamo stati sfollati l'estete del 44.Il paese non sembrava piu' quello.
Non piu' partigiani , non piu' rastrellamenti tedeschi o
repubblicani.,non piu' mitragliamenti aerei ai battelli sul Lago Maggiore,non piu' bomdardamenti al ponte di Sesto Calende.

Il paesino era tornato il sonnolento borgo famoso per i suoi
ombrellai.Il sentimenteo di confronto con la realta' precedente ritornava ma la' sul Lago Maggiore l'ambiente agreste ,il dolce panorama , un vita serena e famigliare piacevole facevano si' che la tensione interna si attenuasse pur nelle difficolta' specie alimentari che permanevano.Ricordo che la Nestle' ( lo seppi dopo
da un compagno di scuola figlio der Dierttore Generale ) era stata
costretta a fare delle specie di tavolette di cioccolata fatte di carrube rivestite da un velo di cioccolata e senza marca perche' si vergognavano di fare un prodotto simile.

L'unico fatto veramente degno di nota era stato che al nostro arrivo avevamo notato come fossero spariti i paletti e fili che
distinguevanmo i terreni sercondo i diversi propietarii in quella zona molto spezzettate a causa delle divisioni ereditarie.

on ce ne capacitammo ma un giorno fummo visitati da un
esponente politoco della zona che ci disse che ormai la proprieta'
privata della terra non esisteva piu' e pertano ci sapessimo regolare. ma tutto fini' li'.Piano piano i paletti ed i fili riapparvero ne' il piccolo Lenin si fece piu' vedere.Una rivoluzione abortita ?
Inziata e subito finita.Comunque questo dettaglio la dice lunga sullo spirito ideologico che anima vala formazioini partigiane
comuniste che in quelle zona, da quando ranoe ne eravamo andati nel Settembre del 44 ,avevano dominato.Erano
formazioni di sinistra facenti capo a Moscatelli.Ci dissero anche
che alla fine di Aprile i tedeschi come saluto avevano fatto fuori le
munizioni dei cannoni da 88 sparando dall'altra sponda del Lago Maggiore contro i paesini sul lato di Stresa.Io pero' danni
conseguenti non ne vidi mai.

Fini' cosi' quel periodo denso di avvenimento e tale per cui tante volte ho avuta l'impressione di avere vissuto veramente e compiutamente solo in quel periodo della mia vita e sopratutto quell'anno estate 44-estate 45.Maturammo in un clima che spero
di avere reso efficacemente sopratutto per quelli piu' giovani che
quei tempi non possono neppure figuirarsi , anzi non possono neppure credere a certe cose e a certi dettagli.

Qui termina il mio racconto ERO UN BALILLA.Spero di avervi diverito ed interessato.Penso di avercela messa proprio tutta
ma se non ci sono riuscito scusdatemi che.....NON SI E' FATTO APPOSTA come conluse qualcuno che avete studiato a scuola.

Prego comunque Tomas di trenere in vita questo titolo ancora per qualche tempo nel caso mi tornassero alla mente altri episodi.

Probabilmente riportero' episodi di qualche anno dopo pero' riconducibnili sempre come continuazione delle mie
esperienze del 44-45 come i ricordi del referendum del 46 e le elezioni del 48.Un post-scriptum d'epoca.

Un saluto a tutti.

Ferruccio

Tomás de Torquemada
24-11-02, 04:29
Originally posted by Ferruccio
Prego comunque Tomas di trenere in vita questo titolo ancora per qualche tempo nel caso mi tornassero alla mente altri episodi.

Probabilmente riportero' episodi di qualche anno dopo pero' riconducibnili sempre come continuazione delle mie
esperienze del 44-45 come i ricordi del referendum del 46 e le elezioni del 48.Un post-scriptum d'epoca.

Carissimo Ferruccio,

temo di non avere parole sufficienti a esprimere la mia gratitudine per il patrimonio di ricordi del quale ci hai reso partecipi...

Non soltanto questo thread (che vorrei non finisse mai...) resterà in rilievo ancora a lungo (per consentire a te di aggiungere eventuali, ulteriori, episodi e ad altri di rivolgerti possibili domande...), ma ti chiedo io stesso di proseguire (compatibilmente con il tempo che potrai dedicarci...) nel descrivere anche il clima socio-politico del dopoguerra... Un testimone diretto e lucido, appassionato ma obiettivo, come te è davvero inestimabile, e ci sarà di prezioso aiuto per comprendere appieno fatti ed eventi dell'epoca... :)

Ciao.

Ambrogio
24-11-02, 10:47
Originally posted by Tomás de Torquemada


Carissimo Ferruccio,

temo di non avere parole sufficienti a esprimere la mia gratitudine per il patrimonio di ricordi del quale ci hai reso partecipi...

Non soltanto questo thread (che vorrei non finisse mai...) resterà in rilievo ancora a lungo (per consentire a te di aggiungere eventuali, ulteriori, episodi e ad altri di rivolgerti possibili domande...), ma ti chiedo io stesso di proseguire (compatibilmente con il tempo che potrai dedicarci...) nel descrivere anche il clima socio-politico del dopoguerra... Un testimone diretto e lucido, appassionato ma obiettivo, come te è davvero inestimabile, e ci sarà di prezioso aiuto per comprendere appieno fatti ed eventi dell'epoca... :)

Ciao.


Grazie Tòmas per la tua fiducia e per i tuoi apprezzamenti.
Faro' del mio meglio.

Una saluto e buona domenica !


ferruccio

Ambrogio
25-11-02, 12:33
Di quell'estate 1945 sul LagoMaggiore ho ben poco da raccontare.Finalmente riuscimmo a prendere conosccenza di tutti gli appezzamenti di terreno che facevano parte della Masseria della Volpe e che stavano sparpagliati sulla montagna retrostante.Nel 44 non ci erevamo mai fidati ad andarli a vedere
per prudenza dato che la zona si diceva pullulasse di partigiani in numero di ciurca 10.000 con epicentro l'Eremo di San Salvatore alle nostre spalle.Visitammo anche l'Eremo che non portava traccia di combattimenti o della mitraglia pesante tedesca che tanto ci aveva spaventati.Al massimo avrebbe potuto ospitare un centinaio di persone.Piccola guerra psicologica dei partigiani ?
Probabile.

A fine Settembre il ritorno a Milano e la ripresa della scuola all'Istituto Leone XIII'.Si ripete' la sensazione di disadattamento
che avevamo provato in Giugno.Ci sentivamo sempre orfani dell'ambiente e dell'atmosfera dei mesi precedenti ma cominciava invede anche il nuovo " adattamento " anche se in tutti era chiaro
che noi avevamo vissito un stgione straordinaria della nostra ita.una stagione irrepetibile e della quale avremmo conservato
tanti ricordi nel bene e nel male.Ci eravamo fatti uomini nella guerra e questo ci influenzo' sempre nel futuro.

In generale la situazione era quella che si poteve definire di " miseria " generalizzata che vedeva pero' noi del Leone XIII°
dei privilegiati nei confronti di tanti altri ragazzi.Milano era occupata dali alleati me da parte delle sinistre si manifestava
ogni giorno l'intenzione di operare radicali cambiamenti sociali
anche con la violenza.Comimncio' in quei giorni il ritrovamento di
ingentissimi quantotativi di armi di ogni genere ,ritrovamenti che finirono in pratica circa venti anni dopo.Le armi ,anche pesanti,stavano per lo piou' celate in ambienti murati siti nelle
principali fabbrioche cittadine e sempre venivano trovate ben oliat
e con abbondanate munizionamento.Tra la roba ritrovata ci furono anche cannoni e financo un carro armato.Alla fine dei ritrovamento la concluione fu che c'erano armi suffcienti per armare alcune divisioni con armi leggere e medie, bombe a mano,
resplosivi, radio, panzerfaust etc.etc.

Arrivavanoi anche notizie da guera civile dall'Emilia dove la lotta di classe continuava quelle civile del 43-45.La gente cominciava ad avere paura e molti pavantavano il futuro.

Comunque in questa atmosfera si ando' alle elezioni per la Costituente del 46 con relativo Referendum sulla monarchia che questa perse come e' noto.

Ricordo che in casa mia erano stati sempre piuttosto freddi verso i Savoia come del resto i Milaensi in generale.Milano non era mai stata savoiarda.Quello che ricordo faceva piu' imbestialire mia madre era la fuga del Re e del Generali da Roma abbandonata ai tedeschi con il famoso o famigerato comunicato di Badoglio
trasmesso da una incisione su disco dalla Radio.

Fu questo a mio modesto avviso la ragione prima e fondamentale dalls sconfitta delal Monarchia.Ad una gran parte
delle gente non interessava gran che la connivenza dei Savoia con il Fascismo.Oltre al resto erano diecine di milioni gli italiani che erano stati dalla parte di Mussolini.Quelle fuga peso' in modo
determinante sul referendum e del resto a riprova di cio' come non ricordare che il 25 Luglio dfel 43 tutti inneggiavano al Re che era in quel momento il punto di riferimento di tutta una nazione.Molano era piena di bandiere con lo stemma sabaudo nreanche fosse il 4 Novembre antegiuerra e le gente sfilava dietro la bandiere del Re.

Poi, all'8 di Settembre,piu' nulla.Quella fuga aveva tolta ogni
fiducia al Re.E' vero che occorreva salvarsi dal cadere in mano ai tedeschi ma alla fine meglio cadere in mano ai tedeschi che tanta ignominia.Inutile scendere in dettagli.Ricordavo con orrore i
cannoni della contraererea vicino a casa nostra senza culatta e con i proiettili sparsi per terra.Gli artiglieri fuggiti tutti lasciandoci
alla merce' degli aerrei alleati.

Tra i miei ricordi del 2 Giugno 46 ce ne e' uno che riguarda un
nostro compagno di scuola.Non ricordo il nome ma di cognome faceva Manca di Villahermosa,anzi principe di VillaHermosa sesto o settimo in linea di sucecssioine al trono cosi'
diceva.Naturalmente monarchico accesissimo.

Bene, era nostra abitudine prenderlo in giro e farlo arrabbiare sopratutto dicendogli:ma va la' che il Re e' scappato ! Vergogna !.
Al che lui si metteva a piangere e poi scappava nella Cappella del Collegio e si inginocchiava a pregare per il Re.Noi continuavamo i nostri lazzi stando sulla porta della Chiesa.

Ricordo anche che pero' i miei malgrado i sentimenti tradizio -
nalmente repubblicani votarono per la Monarchia.Mio padre
diceva: va bene la Repubblica ma quale Repubblica ?
Qui si fanno una Repubblica per il comodo di qualcuno.

Con il 2 Giugno fini0 in pratica anche l'anno scolastico 1945-46
della cosidetta " Prima Collegamento " cosi' allora si chiamavano le classi che precedevano i tre anni del Liceo Scientifico
mentre quelli che precedevano il Liceo Classio si chiamavano terza e quarta ginnasio.

SEGUE

Ambrogio
27-11-02, 12:46
In quei momenti l'unica garanzia contro una nuova guerra civile e di un possibile colpo di stato comunista era recepita come la presenza degli eserciti alleati sul territorio nazionale.Si paventava molto la partenza degli americani che chiaramente non avrebbero potuto tenere mobilitato un esercito per presidiare l'Italia

Difficile comunque separare quelli che sono i ricordi personali di
quell'epoca dalla visione dovute a tante letture successive.

E' comunque un fatto che da parte specie del ceto medio,piccoli industriali,negozianti,porofessionisti etc. grandissima era la volonta' di ricominciare da capo e tutti facevano programmi.

Sulla sinistra l'unico programma si riassumeva in due parole.
UNIONE SOVIETICA con STALIN onorato come un Dio vivente.

La miseria ,la poverta' , la mancanza di mezzi e financo di cibo facevano il resto .Comunque si ripartiva ma a ripartire era
sopratutto l'Italia picccolo e medio borghese travolta dalla guerra
ma che conservava ancora dentro di se' la voglia di non soccombere.

Anche in casa si facevano programmi e tra l'altro proprio in quell'anno mio padre rikevo' i macchinari di un suo fornitore scomparso a Mathausen e la cui produzione di valvole non era possibile reperire altrove se non di qualita' infima.Mio padre diceva spesso di quale tragico destino fosse statro vittima quel suo fornitore.Internato a Mathausen nella prima Guerra Mondiale e di nuovo la' prigionero dopo l'8 Settembre del 43 e la' morto di stent.Mio padre diceva quel suo amico era ossessionato e terrorizzato dai ricordi del primo Mathausen e ancora la' dove finire i suoi giorni ! Lo ricordava ancora.

Cio' diede a me la possibilita' di cominciare a lavorare durante l'estate dopo le vacanze da inizio Settembre e meta' Ottobre e fu una esperienza che mi resto' utile.Facevo il tornitore su tornio revolver ed ero sotto la guida di un capofficina vecchio stampo. Hai rotto una punta prima del dovuto ? Eccoti quella nuova.!
Girarsi,.Pedata nel culo.A me la pedata non la dava ma la sua occhiata questo voleva dire ma io avrei preferito prenderla come gli altri apprendisti.Il trattamento di favore mi metteva a disagio.Era un fabbrichetta primitiva in tempi dove se non si sapeva " tirare la lima " , tipica operazione da aggiustatoiri,non si era nessuno in oiffcina ed io di lima tiravo parecchio dato che
per smerigliare i pezzi solo di lima di poteva fare non essendoci in giro ne' nastri abrasivi ne' altro.Venni a contatto cosi' con diversi miei coetanei di famiglie operaie e cosi' vidi che il mondo non era
solo quello dei benestanti dell'Istito Leone XIII= che ormai
mangiavano il "pudding " perche' la parola budino suonava poco shick.Questo mi rimase in mente come fosse un presagio di quello che sarebbe successo dopo .con la lingua italiana in difficolta' di fronte al conformismo linquistico filo inglese o americano indice di una servaggio culturare e di una perdita di indentita' che si esprimera' con l'uso di parole straniere anche la' dove non c'e' nessuna necessita'.

A quel tempo mio padre acquisto' una vetturetta nuova.Era una Topolino Fiat 500 balestra lunga.Andammo a prenderla con un carroa a cavalli.Proprio cosi'.La macchinma veniva consegnata senza gomme e quelle bisognava procurarsele al mercato
nero.Costarono quasi quanto la macchina e durarono si e no 10.000 km.Ma avere alllora una Fiat 500 era un privilegio di pochi ed io non vedevo l'ora di quando aveei potuto fare la patente e cio' tre anni dopo.

In quell'anno in Agsto feci una straordinaria esperienza.Insieme a altri dieci amici ed un prete discesi il fiume Po da Milano fino a Venezia.
Una occasione straordinaria per vedere che cosa era l'Italia di allora.Ci mettemmo sedici giorni ma restammo via quasi un mese
perche' nella laguna andammo a campegfgiare su di una isoletta vivcino a Burano.

Ma questo ve lo racconto la prossima volta.


Un saluto a tutti e grazie della Vsotra pazienza.


f

Ambrogio
28-11-02, 11:45
Un completamento:una cosa che in quegli anni 45-46 che appariva a tutti era l'ambiguita' comunista.I comunisti stavano al Governo e cio' derivava da una loro posizione di forza nell CLN ma
nello stesso tempo operavano specie sulle piazze come una forza di opposizione promuovendo agitazioni e ostacolando ogni azione di Governo che non collimasse con i loro
programmi di cmquista del potere.

Restera' sempre memoria di quanto commissero un poco in tutta
l'Italia del Nord ma specie in Emila dove furono migliaia gli eliminati per ragioni di oddo di classe.Poi la cosidettas amnistai
Togliatrti ai fascisti contribui' ad arginare questa strage dato che essa non collimava con quelle che erano le reali possibilita' di conquista del potere per via legale data anche la presenza fino a Dicembre del 47 degli alleati occupanti militarmente l'Italia,

Il clima sociale comunque resto' molto cattivo ed ostacolo' non poco il desiderio di ripresa del ceto medio.E' vero:era stata data
all'Italia una Costituzione ma questo non e' che fosse avvertito dalle gente come un toccasana.

A Milano ricordo anche la presenza di ua organizzazione terroristica comunista.LA VOLANTE ROSSA che operava sopratutto nella zona di Lambrate-Citta' Studi.Ricordo l'assassinio del giornalista missino Franco De Agazio direttore prima dell'ASso di Bastioni e poi del meridiano d'Italia,giornali della nuova destra.

La VOLANTE ROSSA ebbe financo la possibilita' di sfilare in occasione del Centanario delle Cinque Giornate di Milano.Nella fato si vede che alcuni si coprono il volto non volendo essere riconosciuti.

Nella campagna era stato istituito il cosidetto IMPONIBILE DI
MANO D'OPERA e questo per far fronte alla disoccupazione agricola.C'era cioe' un impiego obbligatorio di salariati agricoli in proprozione alla terra posseduta dalla diverse aziende agricole.

Insomma:il climo socio politico era pesantissimo e peggioiro' in vista delel elezioni del 1948 quando le sinistre coalizzarono nel FRONTE POPOLARE:Fu la fine dei socialisti che primo partito delka
sinistra alle elezioni del 46 si ritrovarono a rimocrhio dei comunisti e ne divennero una filiale riducenodsi ad un partito minore o quasi.Neppure dopo i fatti di Ungheria seppero risollevarsi anzi nel PSI ci fu financo una forte corrente detta " carrista " che appunto sosteneva l'intervento sovietico.Che vergogna ! Ma questi sono fatti di un decennio dopo.


Ci vediamo per il capitolino sulla discesa del Po da Milano a Venezia:episodio basil re nella mia vita di ragazzo.


SEGUE

Ambrogio
28-11-02, 12:45
Ricordo perfettamente le urla di mio padre quando Eimaudi nel 47
nel Governo De Gasperi opera la restrizione brutate del credito e con questo stronca l'inflazione che era l'arma piu' potente in mano ai comunisti.Credo che cio' avvenisse dopo che De Gasperi aveva buttato fuori i comunisti dal Governo.

In famiglia le cose si fecero molto difficili ma la proprieta' del palazzo in Milano ci consenti' di reggere a fronte delle banche.

Scusate se saltello su e giu' ma quando si parla di cose avvenute mezzo secolo fa e' ineluttabile.

SEGUE

Ambrogio
01-12-02, 13:08
La barca parti' dalla darsena di Porta Ticinese a Milano verso le
9 del mattino.Era il 30 Luglio del 1946 e subito imbocco' il Naviglio Pavese che dopo ben quattrdici conche arriva a Pavia
per gettarsi nel Ticino.

Sopra c'ero anch'io ed in divisa dei boy-scouts.Avevo conosciuto questa organizzazione l'anno prima tramite un mio compagno di classe e avevo preso a frequentarla partecipando a qualche campeggio.Facevo parte di un reparto dell'ASCI ( Asssociazione Scautistica Cattoloca It.) in una squadriglia di altri sei ragazzi.Era la squadriglia delle ANTILOPI che aveva un capo sqadriglia,un vice ed un " addetto ai materiali " per lo piu'materiale da campeggio
ed annessi.

Dello scautismo mi piaceva prima di tutto il senso dell'esplorazione e dell'avventura poi il fatto di essere responsabilizzato e motivato.Tutto il contrario dell educazione impartita dai Rev.Padri Gesuiti.Era un tipo di educazione molto inglese e del resto il suo fondatore Lord Baden Powell lo era ed aveva fondato gli scouts addirittura durante la guerra anglo-boera precisamente durantre l'assedo di Mafeking.

Essendo ancora vivo in me il ricordo dei Balilla tutto consifderato
classifivavo gli scouts come dei Balilla " democratici ".Io i balilla li avevao conosciuti piu' che altro per le sfilate e per la previdenze
di cui anch'io avevo goduto ( colonie estive,cure specialistiche etc.) ma la differenza la vedevo.I balilla erano una organizzazione improntata sul patriottismo nazionalistico ed era
legata strettamnente con il Partito Nazionale Fascista ai cui valori ( non dico ideologia ) si ispirava.Data la guerra la mia partecipazione all' Opera Nazionale Balilla fu molto limitata ed avveniva sopratutto in sede scolastica e fino al 1941 quando fui mandato in Collegio a Clusone.Ricordo soporatutto le sfilate
nella varie feste nazionali o i saggi ginnici a scuola.Pero' anche i
balilla qualche cosa mi diedero sopratutto il senso della Nazione tanto che reputo la mia educazione una miscela tra I Baòlilla e
e lo scautismo..

Devo dire che ques'utlimi mi infuenzarono molto di piu' se non altro perche' questa esperienza la feci quando ormai avevo tra
quattordici anni e oltre mentre la prima era qulche cosa che
apparteneva ancora all'infanzia.Devo anche dire che lo scoutismo era qualche cosa di ben piu' formativo che non i Balilla dando al ragazzo delle vere responsabilita'.

" SE VUOI DA QUALCUNO UN APPORTO DAGLI UNA FUNZIONE" era una delle massime di Lord Baden Powell.Peste e corna degli
inglesi ma occorre dire che lo scoustismo era l'espressione del meglio dello spirito inglese.Leggevamo Kipling con tutto cio' che esso significava.Non dimentichiamio che l'Impero Ingkese si era formato non solo per i grandi interessi che ne erano all'origine ma proprio anche per il senso dell'avventura e dell'esplorazione
che fu proprio degli ingelsi per secoli fino a portarli a dominare il mondo con in piu' il senso della " Mission " tipica protestante
che dava all'esplorazione all'avventura anche una motivazione religiosa.Vediamo che la vicina cattoloca Irllanda l'unica cosa che combino' fu solo una gran quantita' di emigranti ìa causa della miseria.Esagero un po' ma un fondamento c'e'.

Fu durante un campeggio sul Lago di Como a Piona che fu offerta al mio reparto una tipica lancia quelle con il divanetto verso poppa e tre postazioni per rematori.,Era in pessime condizioni e per questo fu chiamata " SCASSA ". Non co chi fu ma qualcuno forse il nostro capo-reparto che poi era anche un prete lancio' l'idea di mettere a posto la Scassa e andare da Milano a Venezia navigandoi prima sul Ticino poi sul fiume Po' e poi in Laguna.

Lavorammo qualche settimana nel mio cortile per sistemare e
riverniciare la barca e come ho detto il 30 Luglio del 46
partimmoa dalla Darsena di Porta Ticinese.

Eravamo in undici.A parte il prete che stava sempre a bordo eravamo divisi in due squadre di cinque che si alternavano giorno dopo giorno.Cinque stavano in barca e cinque andavano in bicicletta.Quelli in bicicletta erano a loro volta divisi in due suadre.
Una di tre ragazzi doveva provvedere alle provviste , cucinare un pasto a mezzogiorno previo appuntamento di tutti in un dato
punto del fiume che stabilivamo su carte militari 1:100.000 utilizzate sia dalla barca che dai ciclisti.Alle sera provvedenao a stablire con lo stesso sisytema il lugo dove sitemare le tendfe per la notte etc.Alla sera poi dopo cena si accendeva anche un grande falo' che serviva amnche a temnere blontane le zanzarte che a miliardi infestavano quelle zone.

C'era poi una suadra di due ragazzi che seguiva il piu' possibile dagli argine la barca per ogni evenienza ed inoltre la precedeva
quado era prossimo un ponte di barca ( ponti stradali veri non ce ne erano piu' essendo andati tutti distrutti ( e individuavano il punto dove la barca poteva passare segnalandolo con due grandi bandiere rosse.Se nessun punto era praticabile allora si
chiedeva agli addetti di aprire il ponte cosa che ci veniva sempre concessa senza difficolta'.

Fu una grande avventura ed un grande espertienza che ci mise a contatto con la realta' di una vasta zona 'd'Italia nell'immediato dopoguerra ed inoltre ci permise di vsitare citta' come Pavia,
Cremona,Mantova,Ferra,Chioggia.

Questa era il tipo di avventura che ci permise di uscire della nostra psicosi di esperienze belliche che erano state la nostra vita fino al 1945 e di cui Vi ho gia' detto.In un certo senso ci " guari" dalla guerra anche se i posti che attraversavamo portavano ancora i segni e comunque la memoria della guerra sopratutto nella sua fase finale.

ma del viaggio Milano-VeneZia vi parlero' in seguito in dettaglio:intanto Vi basti sapere che in tutto restammo fuori un
mese completo dando notizie a casa per posta e ricevendo da da
casa solo un paio di fermo-posta.

SEGUE

Un saluto a tutti e buona domenica.Finalmente non piove.
Ma e'possibile che ad ogni pioggia stagionale vien giu' mezza Italia? Al tempo dei Balilla io non ricordo cose del genere.

Il mio amico Prof:Florianio Villa presidente dei gelogi dice che
questo e' dovuto a tutti gli abusi,speculazioni.manefregheismo
del regime attuale partendo dal 1845.C'erano piu' geologi al tempo dell'Impero Romano e quello che dicvevano veniva rispettato.Il primo dovere di una Stato dovrebbe essere quello di
avere cura del territorio sul quale sorge.Invece...........l'inmcuria e' stata massima ed ora i risultati si vedono e si toccano.


CIAO TUTTI !

Ambrogio
03-12-02, 17:12
Quel giorno 30 luglio 46 arrivamm a Pavia e dopo l'ulima conca doppia scendemmo nel Ticino.Il campo quella sera lo piantammo in Borgo Ticino , il gruppo di case che fronteggia Pavia e dal quale
si ha la vista panoramica di questa citta' di impronta
Longobarda che visitammo come il giorno prima avevamo visitata la Certosa di Pavia , abbazia viscontea tra le piu' sontuose d'Italia.

Daghela a lur la carne grasa ( datela a loro la carne grassa )
ci grido' una donna di Borgo Ticino volendo con cio' significare che noi eravamo in sostanza dei privilegiati. e in realta' alla fine era proprio cosi'.Di Pavia ricordo il ponte Vecchio distrutto daegli aerei alleati e le cui rovine si vedono ancora ogg a monte del ponte ricostruito.

Il mattino dopo entravamo nel Po' al Ponte della Becca e qui devo fare una divagazione necessaria su che cosa e' il fiume Po'.
Il Po non e' solo un fiume.E' un mondo a parte per lo piu' ignorato
dagli italiani che a male pena lo hanno intaevisto dal treno o dall'
austostrada quando lo attreversano.Il mondo del Po' e' dato dal
fiume stesso e da una striscia di terra larga qualche chilometro
o a volte poche centinaia di metri.In detto mondo entrano a
male pena le sue citta' rivierasche tipo Mantova.Cremona,Ferrara.

E' un mondo fatto di grandi prospettive ,di argini, golene e spiagge deserte.L'effetto che ha su chi lo accosta magari per caso e' quello sentirsi respinto se non si hanno quelle
caretteristiche umane peculioari di chi vive sulle sue rive.Animo rude e facile a infiuammarsi ma sostanzilmemnte generoso e
pieno di umanita',ESTEMISTA E PRUDENTE ALLO STESSO MODO

Questo mondo lo ha ben descritto Guareschi ma anche il pittore Naif Ligabue poer il quale la zona del Po e' l'unica che abbia prospettive di dimensioni americane e forse per questo e per la sua gran massa d'acqiua spaventa specie chi non ha dimestichezza con lui.E' un ambiente che ha avuto tanta parte nella nostra letteratura , nella pittura, nella musica ed anche nella vita spirituale con le grandi Abbaazie di San Benettto Po e di Pomposa.Resta un ambiente " isolato " dai gradni argini maestri
una spoecie di enclave misteriosa e solitaria,un mondo a se'e on dico piu' altro.D'inverno nebbia nebbia e ancora nebbia.

Il cambio di dimensioni dal Ticino al Po' lo notammo subito cpme
notammo anche subito degli strani " lavoranti " che sulla riva
facevano uno strano lavoro.Cribbiavano della sabbia e poi la facevano passare insiema acqua su un grande piano inclinato di legno per poi trattare la sabbia residua in una grande padella piatta sopra al fuoco.Ci spiegarono che cercavano l'oro le cui
pagluizze provenienti dalla zona di Pestarena nella Valle Anzasca abbondavano venedo gettate a riva dalla corrente.

L'oro allora costava ben 900 lire al grammo e cosi' quello che raccoglievano a fine giornata bastava a tenere in piedi le loro
famiglie.l'ORO CE' ANCORA MA DI CERCATORI NEPPURE L'OMBRA OGGI.

Nella zone che attraversammo i segni della guerra c'erano ma non erano molto rilevanti dato che la guerra era passata senza
sostarvi.I danni maggiori erano dati dal fatto che non esistevano piu' ponti stradali ed erano stati riattati solo pochi ponti ferroviarii di cui l'unicoi rimasto pressocchje' intatto era il ponte della Becca.Al posto dei ponti stradali vi era un quantita' di ponti di barche sorvegliati da addetti ,ponti che venivano aperti in caso di necessita' di navigazione.

La gente del Po ricordava soprattutto gli ultimi giorni di guerrra
con la ritirata dei tedeschi che utilizzavano tuttii i mezzi possibli
per passare il fiume,financo cavalcando le vacche e usando gli armari a mo' di barche.Lungo le rive magari nascoste dalla
vegetazione quanita' di munizioni abbandonate di tutte le specie.
Capitava di andare a fare i propri bisogni e di ritrovarsi su cataste di proiettili di cannone o di mitragliera pesante.Il peggio pero' erano le mine.Specie nel Delta era moltissimo il terreno ancora minato e un volta senza saperlo mettemo le tende proprio vicino ad uno di quei campi e fummo avvertiti del pericolo solo al mattino dopo da uno sminatore che faceva il suo lavoro e che attese che il primo di noi uscisse e mentre stava per mettere i piedi
nel campo minato ci diede una voce.

Anni dopo vidi a Ravenna una grande targa a ricordo di tutti gli sminatori caduti in quel pericooso lavoro.Erano diecine e diecine di nomi.

.....e per loro torno' a fiorri la terra !

Stava scritto in fondo alla grande lapide e nel ricordo di quello sminatore che quel mattino ci aveva evitato un pericolo gravissimo mi resto' impressa per sempre.

SEGUE

Tomás de Torquemada
04-12-02, 07:48
Originally posted by Ferruccio
Il mattino dopo entravamo nel Po' al Ponte della Becca e qui devo fare una divagazione necessaria su che cosa e' il fiume Po'.
Il Po non e' solo un fiume.E' un mondo a parte (...)

Grazie per la bellissima (come sempre...) descrizione, caro Ferruccio... Anche se dal profondo Sud, ho sempre avvertito il fascino del grande Po... :)

Ciao.

Ambrogio
05-12-02, 17:55
E' certo che la discesa del Po fino a Venezia fu una bellissima avventura ma era una avventura ben divesra da quelle che avevamo vissuto fino al'anno prima e che tanto ci avevano
influenzato negativamente fino a renderci degli autentici disadattati in tempo di pace.

Quando era il nostro turno sulla barca ci godevamo sempre mutevoli panorami fluviali.Ci colpiva come colpisce ancora il grande silenzio che incombeva sul Po dovuto ai grandi argini maestri e ai boschi sopratutto di pioppi che filtravano i rumori di fondo ieri come oggi.

Sul fiume quasi nessuno, solo qualche pescatore mentre essendo il Po in periodo di magra lasciava scoperte grandi isole o spiagge di sabbia bianca ornate da resti di alberi che assumevano l'aspetto di sculture moderne.Pochi allora gli uccelli che invece oggi sono tornati sul fiume tipo aironi bianchi e grigi,garzette,cavalieri d'Italia etc..Penso che propabilmente se li fossero mangiati tutti negli anni di fame delle guerra.

Un giorno fummo " distratti " da una personaggio inconsueto.
Una prostituta " fluvale " che doveva avere come clienti gli addetti
alla ricomparsa navigazione per trasporto materiali poveri ci segui' per un buon tratto incitandoci a servirci di lei e illustrando anche le sua capacita' e bellezze anche tirandosis le
sottane.Saltellava sulla riva e ci chiamava " umanciu' "
proprio come nel film Amarcord fa il personaggio della Volpina
allupata perenne.

Il sacerdote che era con noi faceva finta di niente ma poi incitava ad accellerare la remata. Un giorno e fu l'unico di tutto il viaggio
fino a Venezia si levo' un vento esattamente da ovest che ci
accompagno' per tutta la mattinata.Cosi' potemmo alzare un alberetto di cui era dotata la barca ed innlalzare una primitiva vela quadra.Quel mattino non si remo' e fummo spinti dal solo vento.Comunque quando si stava sulla barca i contatti con
l'ambiente umano di quei posti era molto poco cosa invece che avveniva quando era il turno di andare in bicicletta o nella squadra .....annonaria o in quella di assistenza logistica
alla barca.

Potemmo vedere cosi' diversi paesi e frazioni e cascine e parlare con la gente.La guerra aveva lasciato tracce e vi era grandfe
poverta' anche se con un provvedimento molto criticato dagli agrari c'era stata l'imposizione di braccianti sulla base della superficie della aziende agricole cosa che da un lato aveva reso
difficile la vita delle predette aziende ma aveva pero' tolto dall'indigenza molti che altrimenti non avrebbero sdputo come
cavarsela.Di buono c'era che essendo tutte zone la cui
economia era basata sull''agricoltura il cibo non scarseggiuava e questo era gia' qualche cosa a paragone con le grandi citta' dove
la situazione non era poi cambiata gran che rispetto al periodo di guerra e dove ce'ra ancora la borsa nera.

Ricordo perfettamente che non appena arrivammo all Po per la prima volta da sei anni vedemmo il pane bianco sottoforma di quei pani a forma di doppio cornetto o di luimaca
fatto di grando duro e che era ed e' bianchissimo.La prima volta che noi lo potemmo avere tra le mani lo giravamo e rigiravamo tra le mani.Del pane bianco noi quasi non avevamo piu' i memoria.La
prima volta addirittura si fece silenzio.Neanche fosse stato un meteorite piovuto sulla terra da chissa' quale mondo.

Comuqnue quando si andava in biciletta i contatti con le gente sia sulla riva sinistra che sulla riva destra del fiume erano frequenti.
Erano per lo piu' zone di " sinistra " ma sempre fummo accolti bene ed aiutati nei rifornimenbti di acqua , verso il Delat anche di legna da bruciare che in quelle zone scarseggiava.

Un giorno incontrammo un tipo di tragjhetto molto
primitivo detto a " pendolo ".Consisteva di una cima molto
robusta e lunga quasi un kilometro agganciata ad un' ancora ben sistemata.La lunghezza della fune permetteva ad una barca
con l'aiuto del timone opportunamente manovrato di spostarsi da una riva all'altra.Era un traghettamento molto lento ma aveva il
pregio di non avere bisogni di motore.Roba arrivata a noi probabilmente da centinaia per non dire migliaia di anni prima.

Andava tutto bene salvo il fatto che avendo il prete che era anche il nostro capo sbagliato totalmente i suoi calcoli ci
accorgemmo che i soldi che avevamo portato erano insufficineti
pertanto fummo costrette a ridurre i nostri acquisti di cibo
all'essenziale.Cio' ci provoco' tra l'altro quello che doveva essere un inizio di scorbuto da mancanza di vitamine che solopoteaavno
venire dalla verdura fresca e dalla frutta che avevamo abolito.Personalmente rimediai fermandomi quando ero di turno
in biccletta nelle cosidette "anguriere."
Era capanne fatte di frasche ingiallite e seccate dal sole dove si potevano mangiare angurie ed anche i meloni.C'erano della
panche e qualche volta anche i tavoli.Le angurie erano sistemate in cassoni pieni d'acqua che veniva cambiata qualche volta al giorno e cosi' le angurie stavano un poco piu' fresche.
Oggi le auguriere sono pressocche' scomparse e quelle che sopravvino campano abbastanza male malgardo siano sistemate in tuttaltro modo che quelle di allora.La gente reputa di perdere
in immagine frequantandolw.Magari comperano le angurie ma pochi si siedono.Cosi' e' qui da noi.

Un giorno alla sosta del pranzo, mentre stavamo sulla riva destra del Po dopo Ferrara mentre bighellonavo mi imbattei in quello
che doveva essere una volta un natante.Consisteva in un
barcone grande collegato ad un'altro barcone piu' piccolo da un qualche cosa come una ruota.Stavo chiedendomi che cosa potesse essere stato dato che stava a secco ed aveve l'aspetto malandato avendo ormai la vernice ed i calafati in condizioni
miserevolie quando un contadino dietro di me grido' in dialetto
ferrarese:

Questo e' l'ultimo mulino de Po.Ragazzi , guardatelo bene !
Non lo vederete mai piu' !

Capii allora che cosa era quello strano natante abbadonato.Anni dopo venni a sapere che quello era stato veramente l'ultimo mulino del Po e precisamente quello appartenuto al Senatore
Arlotti di Ferrara,gran commerciante di granaglie che aveva voluto conservare almeno un mulino in funzione.Era stato proprio su
quel mulino fluviale che Riccardo Bacchelli si era impratichito
su tutto quanto riguardava la molitura e sulla nomenclatura delle
varie parti dei mulini fluviali e sulle manovre che esso comportava sia per lavorare che per spostarsi.Seppi anche che pocho tempo dopo da quando lo avevo visto il mulino era stato bruciato per la paura che sollevandosi a causa di una delle fequenti piene
andasse a danneggiare qualche ponte di barche.Peccato non sia
stato smontato e salvato:oggi avremmo un importante ricordo del mondo contadino e della nostra storiaa compresa l'iniqua tassa sul macinato che cosi' malamente aveva influenzato la vita sociale nell''800 in quelle zone gia' cosi' critiche..Mi raccomando.chi non lo ha letto vada a comperare " Il Mulino del PO e mi ringraziera'.E' meglio di un gran libro di
storia patria e certi personaggi come Scacerni e Dosolina non li
dimentichera' mai piu'.

Aggiungo che il Sen Arlotti non pote' vedere la fine di quel
mulino.,Fu fucilato a Ferrara nel Gennaio del 44 da un gruppo di fascisti repubblicani per vendicarsi dell' uccisione del Federale Guagnellini.Il Sen. Arlotti era un antifascista e' vero ma l'uccisione
di Guagnellini era stata opera di comunisti ed era avvenuita del quadro della loro strategia di attizzare la guerra civile puntando
proprio sulla reazione degli estremisti che avevano perfettamente abboccato all'amo.Guagnellini era un moderato e per questo anche fu tolto di mezzo.Scusate la digressione ma quando ci vuole ci vuole.

Segue


Un saluto a tutti.

Ambrogio
06-12-02, 19:59
Avrete forse notato come parlando del Po non ho menzionato ne' Guareschi ne' Peppone ne' Don Camillo.Perche' ? Perche' nel 46
pochi conoscevano Guareschi ed i suoi personaggi gli stavano ancora nella penna.Questo Vi fa capire di quanto anni fa sto parlando.

Intanto che procedevamo vcerso Venezia notavamo come lo
Stato Italiano non era gran che presente.Soprattutto facevano difetto i carabinieri specie in Emilia.Qui si sembrava si fosse quasi al Soviet.

In proposito Vi racconto un episodio fortemente comico.Eravamo
a Ponte Lagoscuro pochi chilometri da Ferrara quando ci venne voglia di visitare uno zuccherificio.Chiedemmo e ci fu consentito.
Fummo ricevuti dalla Direzione che ci accolse in uno stanzone.
La Direzione era composta da un Direttore piu' alcune altre persone.Piu' che una Direzione normale era un Soviet e sopra
aveva grandi ritratti di Marx. Engels, Lenin,Stalin.Mao no perche' allora nessuno lo teneva ancora presente.

Noi eravamo come sempre accompagnati dal nostro prete che pero' vestiva pure lui uan divisa da scout e pertanto non era riconoscibile come sacerdote..

Il "Direttore " accogliendoci prima della visita intavolo' discorso con il nostre prete e dopo alcuni convenevoli gli fece alcune domande tanto per rompere il ghiaccio trasudando anche
una certa curiosita' su cosa realmente noi fossimo.

Ad un certo punto gli butto' li tanto per " inquadrarlo ": che cosa Le piace di piu' nella vita ?
Le piace mangiare bene ? No rispose il nostro Capo.

Silenzio ...sorpreso dell'interlocutore e quindi altra domanda:
allora Le piace il vino ? No rispose ancora il nostro.

Silenzio prolungato, pieno di interrogativi e di preoccupato
stupore da parte del " Direttore " e dei suoi collaboratori.Quindi altra domanda:
allora Le piace fumare......no non fumo fu la risposta.

A questo punto il silenzio si fece ancora piu' .....silenzio mentre gli astanti cominciavano a tradire nelle espressioni una certo
disgusto.A questo punto la domanda risolutiva :.
ma allora se a Lei non piace mangiare bene,non piace il vino, non piace il fumo vuol dire allora che almeno va matto per le donne !

Noi eravamo li che ascoltavamo una tale inquisizione e ci chiedevamo come sarebbe andata a finire.

La riposta fu ancora negativa.A questo punto il silenzio si fece tombale e prolungatissimo finche' Capo del Soviet sbotto' ad alta voce:

Scusi ma Lei allora cosa sta al mondo a fare ?

Dopo Pontelagoscuro raggiungemmo la grande conca di Volta Grimana ,ancora presidiata dagli inglesi e raggiungemmo Chioggia
incrociando sia l'Adige che il Brenta.Chioggia ci accolse con una fila si escrementi uimani che galleggiavano sul filo della corrente e che mi vidi sfilare sotto la prua.

Chioggia era ( ed e' ancora ) bellissima.Una cittadina di pescatori
e di ortolani nella frazione di Sottomarina quandoi non era ancora stata sommersa dagli albergjhi.Allora era poverissimama intatta
ed era un grande spettacolo vedere i canali e la laguna ed il
marei ngombri di pescherecci e di paranze con le grandi vele coloratissime ognuna diversa dalle altre.I pescherecci non avevano nella quasi totalita' un motore e solo qualche anno dopo ebbero i primi diesel a un cilindro slolo..Erano svedesi .

Sembravano dei grossi funghi e per farli partire dovevano introdurre da una valvola una piccola carica di esplosivo con miccia che scoppiando provocava la partenza del motore.
Ve lo immaginate ?

Dovevano fare tutto a vela o a remi compreso l'arrivo con il pescato quando in assenza di vento prendevano il canale di ingresso dal mare in laguna con spreco di tempo e fatica enormi.La vita dei pescatori allora non era gran che diversa da
quella dei pescatori di duemila anni prima !

In laguna su potevano i vedere ancora delle grosse imbarcazioni da carico con i pennoni e le vele.Velieri magari varati cinquanta e e piu' anni prima seppur con motore ausiliario venuto dopo.

Le case avevano i tipici colori lagunari e lungo le calli sedute sui gradini di casa una quantita' di donne lavorava al tombolo.
Una di loro intonava una canzone di quell'epoca e tutte
seguivano e la canzone si spargeva come un gigantesco domino
per tutte le calli di Chioggia.Altri tempi , altro mondo , altra Italia !

SEGUE

Tomás de Torquemada
07-12-02, 05:26
Originally posted by Ferruccio
La riposta fu ancora negativa.A questo punto il silenzio si fece tombale e prolungatissimo finche' Capo del Soviet sbotto' ad alta voce:

Scusi ma Lei allora cosa sta al mondo a fare ?

E a quel punto come è finita? Il prete che ha risposto? :D

Ciao. :)

Ambrogio
07-12-02, 10:50
Originally posted by Tomás de Torquemada


E a quel punto come è finita? Il prete che ha risposto? :D

Ciao. :)


Caro Tòmas ,

ho scritto " la risposta fu negativa ".Il prete disse no, non vado a donne.Ti assicuro che il " soviet " lo squadro'anzi ci squadro' veramente male dopo di che il capo sbotto'come ho detto: ma Lei che cosa sta al mondo a fare ? Forse aveva pensato.Questi qui sono....dei c..............

Comunque fu una scena veramente da Peppone e Don Camillo.

Un saluto e buona domenica.

Ambrogio
07-12-02, 14:25
Originally posted by Tomás de Torquemada


E a quel punto come è finita? Il prete che ha risposto? :D

Ciao. :)

Scusa Tòmas, non avevo capito bene la tua domanda.Il prete non rispose nulla e all'ultima domanda del "Commissario del Soviet" segui' solo il silenzo e la facce stupefatte degli astanti come ho detto prima..

A quel punto cosa vuoi riospondesse il nostro prete.Avrebbe dovuto tradirsi e dire chi era ma non lo fece.Scusa la mia disattenzione.

Un saluto e buona domenica.

Tomás de Torquemada
08-12-02, 03:48
Originally posted by Ferruccio


Scusa Tòmas, non avevo capito bene la tua domanda.Il prete non rispose nulla e all'ultima domanda del "Commissario del Soviet" segui' solo il silenzo e la facce stupefatte degli astanti come ho detto prima..

Eh! Eh! Immagino davvero che scena... :):):)

Grazie e buona domenica anche a te.

Ambrogio
09-12-02, 12:21
A Chioggia restammo due giorni e tre notti.Aevvamo messo le tende sulla spiaggia in laguna lato di Sottomarina.Allora n'n vce'ra neppure l'omnbra della esplossione di costruzioni, di alberghi in particolpare.Sttomarina era tutta ortaglia e questo era il lavoro dei " marinanti " cosi' ci chaimano gli abitanti di quella frazione di Chioggia,in eterena contrapposizione con i pescatori di Chioggia.

Molte la baruffe dentro le faimose osterie e non per nulla Chioggia e' la protagonista delle famose " Baruffe Chiozzotte " di Goldoni che e

Ambrogio
09-12-02, 13:01
A trovare trame per le sue commedie Goldninon faceva molta fatica.Se le trovava tutte le mattine in triibunale.

A Chioggia notammo che il dialetto era un poco diverso dal solito
dialetto veneto.Cio' era dovuto alla guerra con Genova di duecento anni fa prima quando Chioggia era stata occupata dai Genovesi per almeno ventanni e cosi' la loro permenenza per via di matrimoni etc.aveva finito per modificare anche la lingua.Poi i genovesi erano stati sconfitti dai Veneziani.

Tramite conoscenze del nostro prete sia a pranzo che a cena eravamo ospiti del locale Isituto dei Salesiani.Quando andavamo
la'' incrociavamo una piccola folla di ragazzi e ragazzini che venivano aiutati e rifocillati dai Padri Salesiani

Erano ragazzi ormai senza piu' famiglia conseguenza della guerra soprattutto quella combattuta tra Rimini e le Valli di Comacchio.
Quei ragazzi non avevano piu' nulla e l'unica risorsa per loro erano i salesiani che davano loro da sopravvivere e cercavano di fare loro scuola.Il loro dormitorio erano vecche imbarcazioni in disarmo ancorate sulla parte finale del canale San Domenico
la' dove non ci sono pescherecci.Erano burci,maone,vecchi pescherecci,tartane le cui stive erano state tranutete in dormitori.Figurarsi il freddo e l'umido in inverno!

Ricordco che tale massa di ragazzi era molto turbolenta e manesca tanto che all'ingresso i Padri Salesianoi avevano fatto affiggere un manifesto che vietava l'ingresso con in tasca armi ta da taglio e bastoni.Pensandoci sento ancora oggi una stretta al cuore.Questo anche era l'Italia del 1946 !

Il giorno 16 Agosto vcerso le ore 10 partimmo con la barca per Venezia.Io avevo chiesto l'onore di stare in barca invece che in bicicletta per arrivare a Venezia dalla laguna.Sperimentammo che la laguna e' in sostanza un prato allagato perche' subito ci
arenammo e cosi' imparammo che li' si dovevano serguire i canali
navigabili segnalati da briccole.Costeggiammo cosi' i murazzi e passammo davanti a Pellestrina ,e San Piuetro in Volta lasciando
sulla destra il relitto del transatlantico Conte di Savoia.

Arrivammo a Venezia passando tra la Giudecca e l'Isole di San
Giorgio e quasi un motoscafo americano ci sfascia perche' a causa
della sua velocita' eccessiva ci spalanco' l'acqua sotto e ci mando' a sbattere sul fondo.

L'approdo fu al ponte delle Paglia ( quello che fronteggia il Ponte dei Sospsiri ) ed io notai sul libro di bordo:Ore 16.20 arrtivati a Venezia.Poi andammo alla Chiesa di San Francesco dove trovammo i nostri ciclisti.Ci restammo con le tende nel cortile tre giorni durante i quali giravamo per Venezia anche in barca facendo sghignazzare i veneziani dato che noi remavamo come solito da noi e cioe' con i remi a coppia il che signiifcava che ogni tanto remavamo sui........muri.Le gente ci guardava dai ponti:
eravamo il divertimento di tutta Venezia.

Non dimentichero' mai mentre ci avvicinavamo a Veenzia
il sorgere all'orizzonte porima del Campanile di San Marco e poi del resto come se un invisibile martinettio idraulico lentamente facesse sollevare gli edifici piu' alti di Venezia fino a che Venezia di fu davanti per intiero.Non c'e' modo migliorre di arrivare a Venezia ma oggi i vaporetti per Chioggia sono stati abolti e ci si
va in filobus con traghetto ad Alberoni e a Malamocco.
Passati tregiorni ci spostammo con la barca all'Isola di Mazzorbo
vicinissima Burano ma ogni tanto tornavamo a Venezia tutto a remi.Avevamno messe le tende in un forte della marina della Ia Guerra Mondiale i cui cannoni da 380 avevano tuonato per mesi durante le battaglie del Piave.

Visitammo cosi' Murano.Burano e il convento di San Francesco al Deserto ed anche Torcello.In laguna c'erano solo pescatori e silezio.Indimenticabile !Burano e bellissima .Oggi poi hanno
restaurato tutto financo hanno priìbito usare i parabordi di plastica e rimesso in funzione gli ormeggi con bastoni infilati obliqui nel fondo su cui la barca appoggia la modanatura metallica del bordo.Sempre tante le donne che lavoravano ( oggi non piu')
al tombolo e al canto di canzoni popolari come gia' avevamo visto a Chioggia.Stesse anche la canzoni .Oggi i pizzi venduiti vengiono dalla Cina salvo quelli fatti ancora a mano che costano un occhio
a dir poco.

Comunque da allorav sono sempre rimasto moltolegato a Chioggia ma anche a Venzia ed alla sua laguna.Che bello e' il paese in cui viviamo Certe volte ho l'impressione che in fondo non lo meritiamo.



SEGUE

Ambrogio
10-12-02, 17:39
Arrivo' il momento di tornare a casa e spedimmo per ferrovia la nostra scassatissima barca.Noi avremmo seguito di li' il giorno
dopo.Ricordo l'ultima sera sullì'isola di Mazzorbo di fronte a Burano.

Non avendo piu' la barca volevamo chiedere un traghetto a qualche barca di passaggio e ci eravamo messi sulle fondamenta
vesro il canale ognuno con una torcia in mano e distanziati di qualche metro l'uno dall'altro.faceva buio.Io ero il primo della fila e vidi arrivare una di quelle imbarcazioni lagunari a remi dette " topi Allora di fuori bordo non c'era neppure l'ombra.Il barcaiolo remava con i due remi incrociati alla " valligiana ".

Io gli chiesi:scusi per piacere potrebbe traghettarci a Burano ?

Il tipo alzo' lo sguardo e vedendoci comincio' a gridare:

I FULETT ! I FULETT ! ( i folletti, i folletti ) e si allontano' remando
molto velocemente verso l'isola di Torcello ! Sembra un motoscafo.

Facemmo il viaggio di ritorno a Milanoin treno a tappe.Quelli in bicicletta seguivano.Lo spettacolo era desolante:tutte le stazioni erano rase la suolo menttre i ponti erano stati rabberciati alla meglio con piloni fatti di travi di legno.Ricordo che passai il ponte ferroviario di Desenzano seduto sui di un respingente del treno e avevo le vertigini !

L'Italia era in pezzi.Eravamo degli sconfitti ma la voglia di ripresa,di fare,di lavorare, di rimettersi in piedi era tanta.

Onore alla generazione che rimise in piedi l'Italia da tante rovine!


Un saluto a tutti


La prossima volta di raccontero' il GUZZINO 1947.Oggi neanche a un ragazzo regalassero una Ferrari farebbe altrettanto effetto.

UN GUZZINO ! Il sogno di tutti noi ragazzi insiema alla Vespa e alla Lambretta.

Ambrogio
15-12-02, 14:23
Dovendo pensare a qualche cosa che simbolizzi il 1946 non posso non pensare al Guzzino, la piccola motocicletta delal Guzzi 65 cc
trazione a catena.

Subito dopo la guerra era molto sentito il bisogno di avere qualche cosa con il quale potersi spostare e risolvere cosi' i problemi basici di spostamento sopratutto da casa al lavoro.

La voglia di vivere o meglio di rivivere faceva il resto.Fu cosi' che
la motorizzazione riprese e all'inizio non furono certo le Fiat 500 t ( come ho detto consegnate all'inziio addirittura senza gomme ) che risolsero la situazione.

L'inizio della motorizzazione fu dato da due piccoli motori da applicare alla bicicletta di il cui piu' venduto fu il cosidetto
MOSQUITO un trappolino di 38 cc che applicato ad una bicicletta
trasmetteva il moto alla ruota posteriore e mezzo di un rullo rigato. Faceva appunto il rumore di una grssso moscone da cui il nome.
Con quello si faceva di tutto compreso portare sulla canna qualcuno o meglio qualcuno per chilometri.L'altro era il CUCCIOLO un 48 cc a quattro tempi molto piu' veloce e potente che trasmetteva il moto alla ruota posteriore della bici a mezzo della catena.Per le ragazze faceva gra differenza chi aveva o no un Mosquito per andare......imn campagna.

Questi due motorini rappresentarono l'inizio della motorizzazione.
Nel 46 era uscita la Vespa di chiara derivazione aereonautica della Piaggio una moto di nuova concezione definita uno SCOOTER:Fu un successo enorme ma costava parecchio per le borse di allora:Lo scooter Lambretta venne solo qualche anno dopo.

Nel 1947 invece usci' dalla Guzzi una piccola vera motocicletta detta Guzzino che accontentava chi vedeva nello scooter qualche cosa piu' da donna che da uomo e comunque era destinato ad un pubblico piu' tradizionalista e votato anche a viaggi piu' lunghi.

Io lo ebbi in regalo nel Settembre del 1947 dopo una prenotazione di sei mesi ed un costo di Lit.!70.000 allora un cifra enorme.

Ora ve lo descrivo:rosso, con ruoite piu' simili a quelle di un triciclo da trasportoc he a quelle di una bici,diciamo poco piu' delle
ruote di una odierna mountain bike.Motore moncilincro da 65 cc ,trasmissione a catena.Avviamento a pedale.Il cambio era a leva esterna sul lato destro da manovrare a mano , tre marce.

Coanado aria e gas a mezzo di due levette separate poste sul
manubrio lato destro.Frizione a leva lato sinistro sul manubrio.. A
destra un freno manuale con altro freno a pedale lato destro.

Nessun clakson ma solo una tromba a pera il gomma nera che
faceva POTI-POTI .

Nessun sedile o portapacchi posteriore.Marmitta orizzontale
con uscita a mezzo di un piccolo tubo:davano un suono caretteristico,una specie di spetezzamento inconfondibile.
Telaio con cerniera al centro che permetteva alla moto di ripiegarsi contratata pero' da due grosse molle.Cio' dava una
andatura da cammello che si accentuava nel caso di strada irregolare.

Questa era la moto base che poi ciascuno modificava a volonta' anche perche' ccsirono molti dispositivi di " correzione " negli
anni successivi quali:clakson elettrico, manopola del gas a
rotazione.cambio a pedale,portapacchi posterie.,
marmitta meno " spezzante", una testina piu' compressa detta "
Milano-Taranto" che montata al posto di quella originale
permetteva maggiorvelocita' e rupresa.

Il motoire a due tempi non permetteva di tenere l'andatura
con il gas sempre aperto in quanto facilmente la candela si sporcava.Questo rendeva necessario ogni uno due minuti di togleire il gas per spezzare il velo d'olio nel cilindro onde come ho detto non sporcare la candela.Comunque questa si sporcava spesso rendendo necessario fermarsi per pulira.Cio' aveva come conseguenza che i, filetti dei cilindro si usuravano molto e cio' fece si che un giorno fermo in attesa di passare davanti ad un vigile,quandi diedd gas cio'provoco' lo " sparo " della candela fino
ai piedi del vigile stesso.Dovetti fermarmi per raccoglierla e
cercare di riavvitarla ma era caldissima e mi scottavo.,Una scena buffissima cui asistettero diecine di persone divertite nel
vedermo cercare di prendere la candela ma lasciarla subito.

il GUZZINO fu un mito di quei tempi e lo ricordo ancora con commOzione.Nella scuola ero stato preceduto l'anno prima nel possEdere una moto solo da un certo CIRLA di una
famiglia di proprietarii di cartiere che pero' aveva avuto in regalo
ancora prima di Vespa d Guzzino uno scooter per paracaduti inglesi.

Era tutto ripieghevole . 98 cc , molto absso.L'avviamento avveniva in corsa spingendolo e cio' non era molto agevole perche' lo sccoter poteva anche scappare di mano.Comicissmo
con tutto cio' Ciaal era ritenuto un privilegiato porche' ne aveva uno.

Altri tempi ragazzi ! io mi sentivo UN RE con quel trabiccolo!

ùSe ruiescoi nei prosismi giorni mando una foto perdhe' tutti vedqno che cosa erqa UN GUZZINO.
Era un poco la Harley Devidison di quel tempo !

Un saluto

Ambrogio
18-12-02, 10:39
Noi di Porta Vittoria attendevamo la festa del Centenario dell Cinque Giornate di Milano.Sapevamo che era prevista una grande manifestazione e ci aspettavamo qualchcecosa che risollevasse il nostro spirito patriottico dopo tanta umiliazione.

Andai cosi' insieme a mio nonno a vedere la sfilata che pero' fu tuttaltra cosa da quello che ci aspettavamo.Il corteo era diviso in base ai varii partiti e consisteva di formazioni di partigiani o sedicenti tali che sfilavanmo dietro la insegne dei rispettivi partiti le quali abbondavano ed erano ben di piu' di quelle italiane delle quali c'era anche carenza data l'epurazione di quelle vecchie con lo stemma sabaudo e dato il disinteresse della gente a provvedersen di nuove.Ricordo un signore cliente di mia pladre dire a dei muratori che stavano facendo dei lavori di ripristino alla sua casa:quello tiratelo via.Non serve piu'.---Quello era il portabandiera sul balcone principale.Il portabandiera sulla
facciata della casa era stato fino alla guerra un qualche cosa di
praticamente obbligatorio.La frase di quel signore era proprio
quanto mai significativa dei nuovi tempi.La avertii come una fine della Nazione !

La sfilata a piazza delle Cinque giornate si trasformo' comunque in una manifestazione politica di parte ed invece di
testimoniare lo spirito unitario di quell'avvenimento cosi' significativo della nostra storia patria mise in luce che ormai era la
fazione a prevalere e cio' anche nella musiche e nei canti che si sentivano.Considerando quello che era la aspettattiva della
sfilata del 1938 e per la ricorrenza del centenario ce ne tornammo a casa molto molto delusi.
Concludemmo che sarebbe stato mloto meglio non andare a vedere ed avere negli occhi ancora e solo la sfilata del 1938
compreso l'ultimo dei Garibaldini ,dei Mille o delle Argonne del 70 non importava.

Eravamo in piena campagna elettorale del 1948 e dunque potete immaginare quale contaminazione ne subi' la celebrazione del Centenario delle gloriose 5 GIORNATE DI MILANO.

Segui' per me un episodio drammatico circa tre settimane dopo episodio che si ricollega a quanto acadde a Milano nell'Aprile del
45.Ve lo raccontero' la prossima volta a chiusura di ERO UN BALILLA:



PS -Tra gli altri nel Marzo 48 sfilarano anche i Comunisti ed in testa avevano proprio la formazione detta VOLONTE ROSSA , una squadra avente sede a Lambrate messa in piedi a scopi
decisamente di intimidazione ed e' a questa formazione che si addebitano diverse imprese di violenza.Fu un quel periodo che
venne assassinato il Direttore de Il Meridiano d'Italia organo del rinato MSI.Abitava in un quartiere vicino a Lambrate.Si chiamava De Agazio.Portavano tutti giacconi di pelle.Questa formazione si dissolse nei mesi successivi e sembra che molti riparassero in Paesi dell'Est.


SEGUE

"Il Ventennio"
21-12-02, 16:39
poitrà l'italia tornare grande, come allora?
NO, finchè rimarrà un solo komunista in giro.:(

Ambrogio
21-12-02, 18:41
Sara' capitato penso a tutti Voi di imbattervi nello scatinato o in un ripostiglio di casa in qualche oggetto li' abbandonato e che
ha la magia di ricordarVi qualche cosa capitatovi molto anni prima.


Bene, succede ogni tanto a me nelrivedcere in una vecchia mazza
da baseball o piu' precisamente da softball ( il baseball per ragazzi e donne).E' un poco piu' grande di quelle per gli uomini.

E' anche quella un ricordo di scuola.Giocavamo a sofball all'Istituto Leone XIII di Milano tra il 45 ed il 49.Il materiale lo davano gli americani di stanza a Milano e il promotore di quel gioco era niente popo' di meno che il grande pugile Joe Louis , il " bombardiere nero " che era stato in servizio militare proprio a Milano.Io avevo avuto la mazza ed anche un gran guantone da " katcher ".Joe Louis pero' non lo vidi mai.
Lo lasciavo normalmente in portineria per non portarlo su e giu' da casa al sesto piano.Le partite le facevamol in un prato vicino a casa mia.

Ogni volta che vedo quella mazza le dico di cuore :GRAZIE !

Ora Vi racconto perche' e questo e' un episodio del 1948 ma strettamente connesso con i fatti dell'Aprile 1945 e come tale va considerato.

Eravamo a circa uina settimana dalla elezioni dfel 18 SAprile 1948
e l'atmosfera era particolarmente infuocata.Si temeva una vittoria delle sinistre del Fronte Popolare anche se queste avevano dovuto incassare il brutto colpo del colpo di Stato in Cecoslovacchia con relativo lancio dalla finestra del primo Ministro Masarik da parte di comunisti;Tale colpo di Stato alla vigilia delle nostre elezioni era stato per la sinistre una catastrofe.Mi sono sempre chiesto come mai i Russi non avevano aspettato solo poche settimane.Mistero.

I muri erano pieni dei manifesti efficacissimi di Giovannino Guareschi tipo : Nella cabina elettorale Dio ti vede , Stalin no !
oppure quello dello scheletro di prigioniero italiano in Russia che
urlava:Mamma votagli contro anche per me ! Inoltre Guareschi conduceva un campagna sul suo CANDIDO di grande asprezza
e durezza.La vuttoria della DC fu notevolmente anche merito Suo.

Ritornavo da scuola ed ero sceso alla fermata del tram di piazzale Susa quando notai che era in corso un comizio comunista proprio vicinissimo al punto dove era stato ucciso il cieco di guerra Carlo Borsai insieme a Doin Calcagno ed altri.Vi rimando al mio
raccontino su quel giorno riportato nel forum " ESEGESI ".

Stetti li' ad ascoltare per qualche minuto.Ero appoggiato proprio al muro di mattoni rossi dove si notava ancora molto bene un gran sbaffo di sangue ricordo di quelle fucilazioni.Quindi mi avviai a casa per il pranzo.

Mentre procedevo verso casa ad un certo punto sentii il rumore di gente che mi camminava dietro.Mi voltai e vidi almeno una
trentina di adulti che mi seguivano e che avevano un' aria minacciosa nei miei confronti.Io non ne capivo il perche' neppure minimamente anche se percepivo sulle loro labbra il nome di BORSANI.Pensai che era meglio non stare a discutere e accellerai.Loro pure.Io mi mise a correrei e loro pure.
Riuscii ad aumentare la distanza tra me e loro ma era chiaro che
non per questo il pericolo era diminuito.Inseguito da quella masnada arrivai sotto casa e qui mi ricordai della mazza da softball che tenevo in portineria.Salii i pochi gradini della scala,afferrai la mazza e mi misi brandendola proprio sul portocino sbarrandolo tutto.Lo squadrone arrivo' sotto ma vista la mazza non oso' saltarmi addosso anche perche' dove stavo non era possibile aggirarmi e poi la mazza faceva paura.

Cosi' dopo avere bofonchiato quialche cosa sul fascista Borsani
il gruppo di inseguitori si sciolse e spari' come d'incanto.

Tra l'altro la scena del mio arrivo era stato seguita dal balcome del sesto piano da mia mamma e mio fratello che poì non
poterono vederne l'esito con l'effetto " manganello ".

Solo giorni dopo mia mamma venne a sapere nel nostro quartiee che quelle gente era stata aizzata contro i me dalla portinaia di fronte ,comunista, che aveva detto a quelli che stavan seguendo
il comizio che ero io che mettevo la notte i fiori dove era stato ucciso Carlo Borsani il 29 Sprile del 45 il che non era vero.Io non avevo mai messo fiori ai pedi di quel muro anche se quello che avevo visto il 28 Aprile 45 non lo dimenticavo di certo.

In realta' la donna era stata spinta a fare quello che aveva fatto
oer quello che allora si chiamava " odio di classe ".Io ero figlio di un boreghese benestante e proprietario di cxasa e questo bastava perche' io fossi il " nemico di classe " da pestare
quanto meno.Tre anni prima mi avrebbero anche accoppato ne sono certo.Ora avevao rischiato di essere pestato e da una trentina di esagitati.

Il meccanismo di odio cieco e criminale era comuqnue lo stesso meccanismo per il quale nell'Aprile del 45 molti ci avevano rimesso la pelle.Odio di classe, lotta di classe ,guerra civile etc,etc.Questa
era l'atmosfera di allora.Io alle svolte tipo BOLOGNINA non ci credero' mai. Chi ha visto quegli anni NON CI PUO' CREDERE.

E' comunque un fatto che quando rivedo quella mazza non posso fare a meno di pensare " GRAZIE SANTO MANGANELLO ! "

Sapete come anadrono poi le elezioni:A scuola prendemmo in giro a lungo alcuni nostri compagni di famiglie altolocate che avevano atteso i risultati stando a ........Lugano.Li rivedemmo una settimana dopo anzi forse anche di piu'.

SEGUE

Ambrogio
26-12-02, 12:20
Ieri Natale 2002 non ho potuto non ricordare i Natali di guerra il
cui ricordo e' ancora tanto vivo in me sia perche' sono i Natali
della mia infanzia e puberta' sia perche' furono Natali piuttosto speciali.Permettemi allora una piccola divagazione e di rimandarte l'ultimo messaggio della serie ERO UN BALILLA:

Furono Natali sui quali pesaava una situazione nazionale e
sociale sempre piu' pesante a causa della guerra che con il passare degli anni andava sempre peggio.Particolarmente grami io Natali 43 e 44.

Per chi non ha vissuto quei tempi penso riesca ben difficile immaginare un Natale senza luci decorative pev le strade,anzi
senza neppure l'illuiminazione pubblica e magari anche con il coprifuoco dalle 19 alle 6 del mattino.Niente vetrine addobbate
niente regali sfiziosi.Niente rumore di traffico salvo i tram.
Gli spettacoli ed i cinema finivano un'ora prima del coprifuoco.

La gente regalava libri che la lettura era tornata in gran voga dato che la casa ( chi ce l'aveva ancora ) era il luogo dove la gente passava le serate.

Con tutto questo nel Natle del 4o ebbi in regalo una bicicletta da ragazzo marca VELOX e nel 41 l'Enciclopedia dei Ragazzi edita da
Mondadori enciclopedia che mi sara' molto utile per anni e anni.

Era molto comune il regalare ai ragazzi i soldatini con i quali poi si
combattevano accanite battaglie che duravano ore e ore.Nessuno voleva usare i soldatini tedeschi.

Il Natale acquisto' poi per me ancora maggior valore quando stavo in Collegio a Clusone che molte volte appariva piu' come un piccolo campo di concentramento che non Istituto per ragazzi.

E' un fatto comunque che l'atmosfera Nataliziaera molto sentita ed
era sempre con grandf emozione che entravo nela nostra sala
da pranzo con camino acceso.Il resto della casa non era riscaldato e per i letti si suppliv con le boules dell'acqua xcalda.

La situazione generale portava a sentire ben di piu' di oggi il valore della famiglie e dei suoi valori.Intorno c'era buio gelo e
sopratutto tanta tragedia ma la casa ed in particolare la sala da
pranzo era sentita come in rifugio.Era come una zattera di salvataggio in mezzo alla tempesta.I Natali di oggi sono solo un pallido ricordo di quelli di allora in questo senso.Il consumismpo non si sapoeva neppure cosa fosse.

Il pranzo di Natale a Milano era tradizione cominciasse alle sei del pomeriggio.Ricordo che nel 44 andammo ad assistere ad uno spettacolo di marionette dei Fratelki Colla al Tetaro Gerolamo.A
Natale davano sempre I NANI BURLOLNI seguiti da una farsa con Gerolamo maschera piemontese.Fummo interrotti da un allarrmea
aereo ma non ci furono aerri sopra di noi.Poi a casa e piedi.

Molto drammatico fu il Natale del 1943 con una Milano
semi distrutta dai bormbardamenti e con l'inzioi della guerra civile
che a Milano ebbe inziio il 18 Diuecmbre con l'uccisione del federale Aldo Resegio colpito da sicari alle spalle in via Fratelli Bronzetti mentre e si accingeva a prendere il tram per andare in
ufficio.Segui' una rappresaglia fascista:quello che i comunisti volevano per avvelenare l'atmosfera.Avevamo peersa la testa ammise pubblicamente Giorgio Pisano tanti anni dopo !

Le donne di casa cercavano nel menuì' di attenersi alla tradizione e mia mamma faceva il panettone da sola..Immancabilki i ravioli a mezza luna.Diversa roba proveniva o come ho detto da un mio nonno che ce la portava in biciletta da Lodi oppure dal mercato nero.Le paste per esempio erano arruvate a bel 50 lire ognuna e
non erano i soldi di adesso.Un cannolo era ambitissimo la pasta
per eccellenza !

Anche il Natale del 42 comport0' una atmosfera molto cupa a causa del bomnbardamento di fine Ottobre su Milano con
distruzione delle case di piazzale Tricolore circa 1500 metri da
casa nostra e che a casa nostra non di dovevano lamentare perdite o assenze per motvii bellici ma provate ad iommaginare
quale atmosfera nelle case dove si lamentavao o caduti in guerra o feriti e mutilati oppure internati fuori dai confini d'IUtalia o magari in progione o rifugiati sulle montagne o chi sa' dove.

Mai piu' riprovai l'èatmosfera struggente di quei Natali di Guerra
con i messagi radiofonici dai soldato al fronte e le notizie dare a
loro dai famigliari ed i bollettini di guerra letti neglm orari del Giornale Radio delle 13 e delle ore 20.Nei locali poubblci gli avventoroi dovevano ascoltarli stando in piedi in silenzio cosa che non avveniva nella famiglie.Pensatre che allora la Radio era TUTTO ed era l'intrattenimento piu' diffuso.Molto i concerti di musica sinfonica e le commedire recitare anche da attori di grido.

Nei cinema davano spesso film tedeschi ma molti anche i film italiani come ad esempio il film anticomunista Addio Kira ! oppure La Nave Bianca di Renzo Rosselliinio. Alfa Tau , Uomini sul fondo,
Giarabub, etc.Tutti film molto dignitosi e dove si notave l'assenza di odio per il nemico.Era film di guerra da di ben limitata propaganda.Quaale differenza con i film di guerra americani.Con i tedeschi efd i gaipponesi sermpre cattivi ed imbecillie lolro gli americani semra brfavi e buoni.Oggo come oggi non li presentano
è piu' tanto fanno schifo e tanto sannno di smaccata propaganda.


Tra quelli tedeschi ricordo il film Suss l'Ebreo, film di propaganda antisemita.In genere poco imoegnati i film italiani del 44 che
venkvano fatti non piu' a Cinecitta bensi a Venezia.

I Natali di guerra restano comunque nella mia memoria come i
momenti nei quali maggiormante ho sentiti forti i vincoli famigliari
che la FAMIGLIA era in quei momenti il rifugio e la difesa di tutti.La famiglia era come una fortezza inespugnabile dalle brutture e
dagli odi del momento.Un'oasi n di oace e concordia in mezzo aklla bufera di quei giorni.,, in mezzo a tante rovine, in mezzo a tanta poverta' anzi a tanta miseria.Sempre mangiammo a casa e mai usufruimmo delle Mense Comnunali che a poche lire sfamavano una quantita' di persone e dove si potevano ottenere anche pasti da asporto.

Quelle mense furono uno dei tanti misconiosciuti sforzi sociali
della RSI ed il loro fuunzionamento costo' la vita a diecine di ! repubblichini " nell'opera di reperimento delle derate il che avveniva sotto gli incessanti attacchi dei caccia alleati che spadonreggiavano nei cieli del Nord Italia e che spravano a tutto quanti si muovesse , anche ai ciclist singoli.

Poi finalmente la pace e quello dfel 45 resto' pure lui un Natale
molto povero ma la guerra era finita e con essa tutti gli incubi che avevano contraddistinto l'asmosfera dei Natali 40-41-43-43
e 44. Anche se il pane resto quello nero per altri due anni.

Scusate la divagazione mentre si avvicina il capitolo finale.


SEGUE

Buone feste a tutti e speriamo che il prossimo Ntale sia migliore dio questo che e' quasi un Natale di guerra anche questo

Ma la mia generazione come ho dfetto ha conosciuto " QUEI NATALI ".Le generazioni di oggi dubito che possano accetare la caduta del livello di vita che si prpsèetta per i futuro !

Tornero'al Guzzino ? Chi vivra' vedra !


Ferruccio classe 1931.

Ambrogio
29-12-02, 14:03
Eccomi alla fine di ERO UN BALILLA e termino ricordando un episodio famigliare che anche se avvenne nel 1956 e' sostanzialmente legato al periodo 1938-1945.

Era una sera di fine Novembre o inzio Dicembre 1956.Mia
mamma,mio fratello.mia sorella ed io sedevamo a tavola in attesafdell'arrivo del capofamiglia.La televisione era accesa e trasmetteva la drammatiche immagiini della repressione sovietica
della rivoluzione ungherese ed anche le vicende conseguenti
all' ordine perentorio di arresto da parte americana dell'intervento anglo-francese a Suez per contrastare la nazionalizzazione del canale stesso de parte egiziana Tutte e
due chiaramente azioni dirette contro l'Europa.

Arrivo' mio padre .guardo' le televisione ed esclamo' in milanese:
Gh'eum capi' nagott ! ( Non avevamo capito niente !

Quelle tre parole suscitarono un silenzioso stupore di tutti ma in particolare di mia madre e mio.Eravamo molto molto stupefetti perche'ìcon quelle parole mio padre si rimangiava tutto quello che aveva detto e sostenuto durante le guerra quando era stato
antitedesco al massimo e sostanzialmente filo inglese e francese
specie nel nome della fraternita' d'armi con gli alleati di allora ma
sopratutto nel solco di una tradizione milanese antitedesca.

Con quelle parole mio padre voleva dire che le vere ragioni della seconda guerra mondiale,in sostanza una guerra in funzione antieuropea da parte anglo-americana .erano da addebitarsi agli
stessi anche nella creazione dei presupposti della seconda guerra mondiale.Mio padre era anche irritato per il fatto che fino ad allora tramite Radio Europa Libera da Monaco di Baviera gli
americani avevano incitato gli europei dell'est alla rivolta.Quando questa si era verificata invece gli europei erano stati abbandonati
alla repressione russa senzsa fornire ujn minimo aiuto ai rivoltosi di Budapest e pensare che sarebbero bastati poche centinaia di bazooka per mettere in grande difficolta ' i carri russi
sparsi in mezzo alla citta'.La Nazioni unite e gli USA assistettero indifferenti all'interevnto russo come pure in seguito alla impiccagione del Gen:Maleter e del capo del governo ungherese Imre Nagy.A Suez gli anglo-francesi dovettero ritirarsi
con quale effetto psicologico ne segui' in tutto il mondo si poteva
immaginare.L'Eiropa non contava piu' nulla ed a questo punto
anche un uomo della strada come mio padre si era reso conto di come stavano le cose.Nel frattempo financo nel vecchio PSI si
manifestava una corrente detta carrista favorevole all'intervento russo mentre ricordo molto bene che a Bologna ci fu una grande manifestazione di massa innegggiante alla armata rossa
con scritte tipo. W LA GLORIOSA ARMATA ROSSA ETC.ETC.

REPUTO IMPPORTANTE QUESTO EPIDODIO PERCHE' IN UN CERTO
SENSO eSSO ERA LA PRIMiSSIMA MANIFESTAZIONE
DEL REVISIONISMO STORICO. CHE POI PRENDERA' BEN ALTRA CONSISTENZA.ERA IL REVISIONISMO STORICO CCHE PARTIVA
DA NORMALI PERSONE CHE CONSTATAVANO IN SOSTANZA DI ESSERE STATE INGANNATE.J.P.TAYLOR CHE SERGIO ROMANO
SOSTIENE ESSERE L'INIZIATORE DEL REVISIONISMO STORICO CON IL SUO " ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE "
ERA DI LA' DA VENIRE! IN SOSTANZA.la seconda guerra mondiale
era la prosecuzione di una centenaria politica inglese di perdominio in Europa contro gli interssi europei, poltiica fatta propria anche dall'alta finanza americana.

NON AVEVAMO CAPITO NULLA !


FINISCE COSI' LA SERIE ERO UN BALILLA CHE HO SCRITTO VOLENTIERI SOPRATUTTO PER I GIOVANI NELLA SPERANZA CHE SERVA A FAR LORO CAPITRE UN PERIODO DI STORIA NAZIONALE CHE MOLTI HANNO LORO INSERGNATO IN MANIERA NON OBIETTIVA.

PREGO TOMAS DI LASCIARE ANCORA IN ESSERE " ERO UN BALILLA " SIA PERCHE' LO POSSANO ANCORA LEGEGRE PERE UN POCO DI TEMPO SIA PERCHE' POTREBBE VENIRMI IN MENTE ANCORA QUALCHE COSDA DI SIGNIFICATIVO.

INOLTRE VORREI PROVVEDETRE A RILEGGERE IL TUTTO APPORTANDO CORREZIONI VARIE DEGLI ERRORI DI SCRITTURA CHE POSSO AVERE FATTO E SPECIE ERRORI DI BATTUTA CHE POI NON HO VISTO E COMUNQUE LO PREGO DI DARMI AVVISO
QUANDO ELIMINERA' " ERO UN BALILLA ".VORREI VERAMENTE
RIFINITE BENE IL MIO LAVORETTO NEL QUALE CI HO MESSO
VERAMENTE IL CUORE.

ED ORA BUON ANNO A TUTTI !


FERRUCCIO EX BALILLA CLASSE 1931









.

"Il Ventennio"
29-12-02, 14:24
Caro Ferruccio, mia mamma è del "32, mio padre buon anima era del "26.
Mio nonno paterno era Federale, del paese, è una vita (circa 38 anni) che sento racconti di tutti i generi, che sento la rabbia salire dal mio stomaco, l'unica cosa che non riesco a capire è:
Se la situazione è questa , se la situazione è stata quella da voi raccontata con dovizia di particolari, perchè nel dopoguerra non siete riusciti a riequilibrare le cose?
perchè adesso che al governo c'e' un partito erede diretto del vecchio partito fascista (seppur lavato a fiuggi), le cose non cambiano veramente?
Perchè avete scaricato sulle genrazioni future il peso di riequilibrare la storia, una storia pesante, lacerante, con ferite ancora vive?
perchè non ostante ancora nel 1960 , su 62 questori, 60 erano transitati dal vecchio partito fascista, e tutto l'apparato dello stato era rappresentato da funzionari che avevano lavorato per il regime, in Italia, non si è riuscito a combinare nulla di buono , che non 50 di DC e PCI?
Perchè?
Quanti perchè a cui non c'e' risposta?
Perchè non avete preso le armi nel dopoguerra?
perchè avete lasciato proliferare, il partito comunista e tutte le sue storture?
Troppe domande?
Con sincera ammirazione, ti auguro Buon Anno!
-Un erede dei ballila-

Ambrogio
30-12-02, 11:05
Caro Ventennio ,

grazie per gli auguri e la stima.Vedro' di rispondere alla tue domande con calma nei prossimi giorni.

Il fatto sostanziale e' che l'8 Settembre del 43 l'Italia come
Nazione mori'.

C'e' un bellissimo libro di Galli della Loggia " Morte di una nazione " Leggilo.Ne vale la pena.

Spero comunque che qualcun altro intervenga a commento del tuo messaggio.Potevamo fare di piu' ? Forse.Ma la legnata era stata veramente immane.

Un saluto e a presto.

Ambrogio
01-01-03, 19:29
Originally posted by "Il Ventennio"
Caro Ferruccio, mia mamma è del "32, mio padre buon anima era del "26.
Mio nonno paterno era Federale, del paese, è una vita (circa 38 anni) che sento racconti di tutti i generi, che sento la rabbia salire dal mio stomaco, l'unica cosa che non riesco a capire è:
Se la situazione è questa , se la situazione è stata quella da voi raccontata con dovizia di particolari, perchè nel dopoguerra non siete riusciti a riequilibrare le cose?
perchè adesso che al governo c'e' un partito erede diretto del vecchio partito fascista (seppur lavato a fiuggi), le cose non cambiano veramente?
Perchè avete scaricato sulle genrazioni future il peso di riequilibrare la storia, una storia pesante, lacerante, con ferite ancora vive?
perchè non ostante ancora nel 1960 , su 62 questori, 60 erano transitati dal vecchio partito fascista, e tutto l'apparato dello stato era rappresentato da funzionari che avevano lavorato per il regime, in Italia, non si è riuscito a combinare nulla di buono , che non 50 di DC e PCI?
Perchè?
Quanti perchè a cui non c'e' risposta?
Perchè non avete preso le armi nel dopoguerra?
perchè avete lasciato proliferare, il partito comunista e tutte le sue storture?
Troppe domande?
Con sincera ammirazione, ti auguro Buon Anno!
-Un erede dei ballila-


Nel 1945 in un clima che per quanto si tenti ma e' impossibile
descrivere fu fondato da pochi coraggiosi il MSI e subito i comunisti ne accopparono qualcuno.

Oramai comuqnue la borghesia italiana si era messa nelle braccia della DC e del resto trattavasi di una borghesia che con il 25 Luglio aveva cambiata casacca e che dal 43 al 45 nella sostanza
si era messa dalla parte del futuro vincitore.Era ed e' una borghesia di serie b o addirittura c.

La Patria ormai non esisteva piu'.Per alcuni la patria era l'Unione
Sovietica per altri il Vaticano per altri l'America.Tutte le forze
antinazionali si erano trovate padrone del vapore e vedevano il potere come il miglior mezzo per arricchirsi.Dai comunisti ai lDC etc.

No.Non penso che abbiamo da rimproverarci gran che.Quando
poi gli altri nel 1972 paventarono un nostro successo ce ne fecero di tutti i colori.Pensa a quanti morti il MSI dovette annoverare tra le sue fila.Arriovarono financo a provocare la scissione di Democrazia Nazionale.Furono anni nei quali il massimo che si potyeva fare era quello di sopravvivere.Siamo sopravvissuti ma poi e' arrivata Fiuggi e dei rinnegati ci hanno regalato un'altro 25 Luglio-

Tieni poi presente che il PC era funzionale alla DC e viceversa.
Resta comunque il fatto che la borghesia italiana come ho detto aveva trovato chi era consono ai suoi interessi materiali.La
guerra fredda fece il resto e consenti alla classe politica italiana di
usare detta guerra fredda per camuffare tutta una situazione.La guerra fredda fece tanto comodo a tanti !

Che sia Franza o che sia Spagna basta che se magna !

Eterno motto italico !


Un saluto e buon anno !

Ma ricordati sempre Ramelli. Pedenovi, Mantaks, i fratelli Mattei.
etc.etc.E rocordiamo sempre Giorgio Pisano' l'indimenticablie
Giorgio Pisano'.Comabbate quasi solo contro tuttoe contro tutti.
Ricordiamo Reggio Calabria 1970 forse la sola vera occasione persa da noi.Ma anche la' vi fu chi, a Roma,saboto'.

Tomás de Torquemada
02-01-03, 16:05
Originally posted by Ferruccio
FINISCE COSI' LA SERIE ERO UN BALILLA CHE HO SCRITTO VOLENTIERI SOPRATUTTO PER I GIOVANI NELLA SPERANZA CHE SERVA A FAR LORO CAPITRE UN PERIODO DI STORIA NAZIONALE CHE MOLTI HANNO LORO INSERGNATO IN MANIERA NON OBIETTIVA.

PREGO TOMAS DI LASCIARE ANCORA IN ESSERE " ERO UN BALILLA " SIA PERCHE' LO POSSANO ANCORA LEGEGRE PERE UN POCO DI TEMPO SIA PERCHE' POTREBBE VENIRMI IN MENTE ANCORA QUALCHE COSDA DI SIGNIFICATIVO.

INOLTRE VORREI PROVVEDETRE A RILEGGERE IL TUTTO APPORTANDO CORREZIONI VARIE DEGLI ERRORI DI SCRITTURA CHE POSSO AVERE FATTO E SPECIE ERRORI DI BATTUTA CHE POI NON HO VISTO E COMUNQUE LO PREGO DI DARMI AVVISO
QUANDO ELIMINERA' " ERO UN BALILLA ".VORREI VERAMENTE
RIFINITE BENE IL MIO LAVORETTO NEL QUALE CI HO MESSO
VERAMENTE IL CUORE.

ED ORA BUON ANNO A TUTTI !


FERRUCCIO EX BALILLA CLASSE 1931
.

Ti ringrazio, carissimo Ferruccio, per l'inestimabile corpus di ricordi che hai voluto donarci...

Mi onorerò di lasciare in rilievo ancora per molto tempo questo thread, senz'altro il più pregevole del forum, e potrai dunque integrarlo e sistemarlo a tuo piacimento... Anzi, per quel che riguarda gli errori di battitura, se vuoi potrei aiutarti io nelle correzioni, visto che ho la facoltà tecnica di aprire e modificare i messaggi... Fammi sapere... :)

Ciao.

natoW
02-01-03, 16:09
Grazie !!!

Ambrogio
02-01-03, 16:29
Originally posted by Tomás de Torquemada


Ti ringrazio, carissimo Ferruccio, per l'inestimabile corpus di ricordi che hai voluto donarci...

Mi onorerò di lasciare in rilievo ancora per molto tempo questo thread, senz'altro il più pregevole del forum, e potrai dunque integrarlo e sistemarlo a tuo piacimento... Anzi, per quel che riguarda gli errori di battitura, se vuoi potrei aiutarti io nelle correzioni, visto che ho la facoltà tecnica di aprire e modificare i messaggi... Fammi sapere... :)

Ciao.


Grazie Tòmas.Approfittero' certamente del tuo aiuto ma dimmi come devo fare non volendo pero' disturbarti troppo.


Sono io comunque che devo ringraziare avendo avuto la possibilita' di fare quanto avevo sempre pensato di fare ma mai fatto ed ora ho avuto questa bellissima possibilita'.Ho passato dei mesi bellissimi rivangando i ricordi di quel tempo.Un grande conforto per me in questi tempi .....di ferro.

GRAZIE A TUTTI e BUON 2003 !

Walter
02-01-03, 20:51
Un magnifico 2003 a te Ferruccio e grazie per la preziosissima testimonianza che ci hai offerto!

http://www.scuolevda.org/Sit/progettostoria/Archivio%20fotografico/balilla2.jpg

Ambrogio
03-01-03, 12:53
GRAZIE WALTER.Mi hai dato una idea-magari settimana prossima mando anchio qualche foto.....d'epoca.

Un saluto

Tomás de Torquemada
05-01-03, 02:46
Originally posted by Ferruccio



Grazie Tòmas.Approfittero' certamente del tuo aiuto ma dimmi come devo fare non volendo pero' disturbarti troppo.

Sarà solo un piacere, caro Ferruccio... :)

Se per te va bene, potrei eliminare gli errori di battitura in almeno un post al giorno, partendo dal primo...

Ciao.

Ambrogio
05-01-03, 13:45
Originally posted by Tomás de Torquemada


Sarà solo un piacere, caro Ferruccio... :)

Se per te va bene, potrei eliminare gli errori di battitura in almeno un post al giorno, partendo dal primo...

Ciao.

Caro Tòmas ,

Ti ringrazio per la tua squisita gentilezza che spero di poter contraccambiare.

Intanto di nuovo auguri di buon anno a te e famiglia !


f

Walter
06-01-03, 16:06
http://www.provincia.so.it/Scuole/ICGrosio/images/balilla.jpg

IMG]http://www.weblab900.it/db900/foto900/balilla1.JPG[/IMG]

http://www.liceodavincitv.it/didatt/fasc/balilla.jpg

http://www.liceodavincitv.it/didatt/fasc/regime/onb.jpg

http://www.weblab900.it/db900/foto900/donnaBamb.JPG

http://www.weblab900.it/db900/foto900/balilla2.JPG

Ambrogio
07-01-03, 10:32
Grazie Walter ! Eravamo proprio cosi' e molto fieri della nostra divisa !

Fischia il sasso
il nome squilla
del ragazzo di Portoria
che l'intrepido Balilla
sta gigante nella storia
.............
.................

Un saluto e grazie ancora.Chi ha qualche fotoi significativa dei Balilla o dei Figli della Lupa la metta in rete che cosi' completiamo ERO UN BALILLA con un suo album fotografico.

Buon Anno a tutti !

Walter
09-01-03, 23:15
http://web.infinito.it/utenti/c/cartagio/images/8_6.jpg

http://web.infinito.it/utenti/c/cartagio/images/8_7.jpg

http://web.infinito.it/utenti/c/cartagio/images/8_4.jpg

http://web.infinito.it/utenti/c/cartagio/images/8_3.jpg

Ambrogio
10-01-03, 10:28
GRAZIE WALTER ,


OGGI SPERO DI MANDARE UNA MIO FOTO " STORICA " DI FAMIGLIA
E CHE SPERO DI COMMENTARE ADEGUATAMENTE CON UN APPOSITO MESSAGGIO.STO TRIBOLANDO UN POCO CON
I BIT MA CONTO DI FARCELA.

UN SALUTO


FERRUCCIO
EX BALILLA CLASSE 1931

RACCOMANDO CHI HA FOTO PERTINENTI DI MANDARLE E MAGARI COMMENTARLE.

Ambrogio
11-01-03, 11:10
WALTER SCUSAMI MA NON RIESCO A MANDARE LA FOTO SU " ERO UN BALILLA ".MI PUOI SPIEGARE COME HAI FATTO TU A SPEDIRE
LE TUE FOTO CHE MI SONO ARRIVATE REGOLARMENTE ?

E' UNA VECCHIA FOTO IN BIANCO E NERO ED HO GIA' FATTO IL LAVORO ALLO SCANNER.

TI RINGRAZIO PER LA CORTESIA.SE QUALCUNOI LEGGE PUO' SPIEGARMI PYRE LUI.

UN SALUTO

Walter
11-01-03, 11:45
Caro Ferruccio,
ti ho risposto in privato!

Walter

Jaki
11-01-03, 23:21
Ferruccio ha richiesto l'inserimento di questa foto.

http://aaronjaki.supereva.it/aaron/ferruccio.jpg

Ambrogio
12-01-03, 12:30
Originally posted by Jaki
Ferruccio ha richiesto l'inserimento di questa foto.

http://aaronjaki.supereva.it/aaron/ferruccio.jpg

INTANTO GRAZIE DI CUORE JAKI !


La foto e' del 1935 ed io vesto una approssimativa divisa da
Balilla alla quale a quattro anni non avevo diritto ancora e con tanto di fucilino.

Non ho faticato a cercarla perche' sta nel mio studio.A mio avviso
e' una foto che esprime gli anni del cosidetto consenso da parte di un ceto medio magari di provenienza sociale piu' bassa copme nper la nostra famiglia.

Negli anni successivi infatti io non ho mai visto altre foto di questo tipo.Ricordo dopo soli due anni le riserve di mia mamma sulle sorti italiane a seguito delle impresa abissina e la contrarieta'di doversi ritrovare alleati con i tedeschi i nemici della Prima Guerra Mondiale la cui fine vittorsosa per le classi medie di quel tempo era un valore di riferimento primario nel sostegno a Mussolini che quella vittoria aveva propugnato e difeso.

Ma fu mia mamma che dopo la Guerra 40-45 mi fece sapere che a Milano c'era il campo 10 dei caduti della RSI a Musocco.

Quei de la Repubblica-----diceva in milanese ed aggiungeva:tanti gli .....IGNOTO , IGNOTO, IGNOTO.Poeri fieu : ( poveri ragazzi .diceva ).

UN SALUTO

segue

Ambrogio
12-01-03, 13:34
Cara mamma ,

mi viene in mente che in casa ci sono ancora delle ricevute di
quando offristi alcune tue gioie compresa la fede nuziale in occasione dell'invito fatto alle donne italiane perche' dessero il loro oro come aiuto alla impresa d'Abissinia. ORO ALLA PATRIA !

Basta solo questo a testimoniare un consenso al fascismo nonche' l'approvazione generale alla intrapresa africana.

Magari Ti scrivero' ancora nei prossimi giorni.

Ciao mamma

Ambrogio
14-01-03, 18:52
Dai ricordi famigliari mi viene piuttosto chiaro il diminuire del consenso al fascismo. Questo comincia a verrificarsi quasi assieme al massimo successo con la proclamazione dell'Impero.

E' una conseguenza della partecipazione alla guerra di Spagna,
l'alleanza con la Germania nazista , l'occupazione dell'Albania.

Ma piu' che i singoli fatti citati e' il " ritmo " che comincia a generare la paura di sviluppi negativi e cioe' il concaternarsi l'ìuno
sull'altro di intraprese o fatti.Come in un cero senso puo' capitare quando siamo su di una macchina che sta andando che so' a 80 all'ora ma il guidatore accellera e si mette ad andare a
130 e piu'.Non nso se rendo bene l'idea.Questo me lo disse mio padre anni dopo ma io l'ho ancora ben presente.

Il "consenso" ha poi una ripresa nel 39 con la dichiarazione di non belligeranza come anche quando Mussolini torna da Monaco foriero di una pace aime' trpppo fragile.

Anche le leggi razziali ebbero il loro peso nel far perdere consensi al regime ma su quest non ho ricordi precisi.

Un saluto a tutti

Scusate la precisazione.

Ambrogio
16-01-03, 11:02
Ricordo bene questa frase di mia padre parecchi anni dopo la fine della guerra.


Il fascismo ha pagato ben piu' duramente di quanto fossero le reali responsabilita' per la guerra in Europa.

Ricordo ancora quel suo : non avevamo capito nulla ! Fine Novembre inizio Dicembre 1956.

A proposito delle leggi razziali del 38 posso anche dire che non ricordo reazioni particolari a livello famigliare conoscenti parenti
etc.

Passo' tutto mi sembra con una certa indifferenza.Dovuta a influenza religiosa millenaria ? Forse.Sta di fatto che noi ci furono queste grandi reazioni che oggi uno si aspetterebbe avrebbero dovuto esserci.

Succedevano anche cose strane:i miei ebbero una visita delle SS
(come ho raccontato ) a causa di una lettera anonima che diceva essere nascoste in casa nostra due donne ebree e nel contempo al terzo piano abitava normalmente una famiglia ebrea dal cognome LUCCA e ci abito' iinterrottamente fino al 45 ed oltre.

Protezione speciale ? Categoria protetta prevista nelle leggi razziali ? Non ricordo.A questi omunque non fu torto un capello
e il Sig.Lucca andava regolarmente al lavoro.

Misteri di quel tempo.


Un saluto

Ambrogio
18-01-03, 19:13
Scavando nella memoria mi vengono in mente discorsi di mio padre durante e dopo la guerra riferiti alla perdita di consenso del fascismo a partire dal 1936 annao nel quale il consenso con la guerra d'Etiopia era stato massimo.

Guerra di Spagna: non ebbe ceratemnte il favore della guerra d'Etipia e fu percepita come un aguerra ideologica anche se c'era una coscienza sulla opportunita' di fermare il comunismo che sembrava stesse affermandosi in quella nazione mediterranea
nostra sorella.

Dopo la guerra di Abissinia la gente voleva tranquillita' ed invece non si era neppure avuto il tempo di fiatare che incominciava una nuova avventura.L'italiano medio avveriva una accellerazione preoccupante.I nemici cominciavano a esddre troppi.

Occuipazione dell'Albania: percepita in se stessa non come una
cosa preoccupante.Ma ripeto era il " ritmo " che diventava troppo incalzante.

Alleanza con la Germania.nel Nord ma sopratutto a Milano
che allora aveva una importanza ben superiore a quella attuale nella formazione dell'opinione pubblica era reputata quasi un sacrilegio vista la tradizione antitedesca ( tutto considerato anche frutto di disinformazionme e propaganda massonica filo ingkese e filo francese.

Quello che peor' a detta di mio padre aveva molto contribuityo ad una caduta del consenso era stato il clima venutosioa creare
dopo la vittorias in Etiopia con il manifestarsi di un invadente " orpellismo " che caratterizzava ormai la vita pubblica.

Divise e stivali oviunque,lasensazioen di una perdita del senso delle " nostre proporzioni " rispettoa quello che era l'Italia reale nel contesto generale,sfilate ad ogni pie' sospinto,intriusione eccessiva nelle abitudini della gente tipo " abolite il Lei e adottate il Voi " , abolizione dfella stretta di mano,allora sembro' una intrusione anche la lotta contro l'os di parole straniere la' dove non indispensabili ( oggi direi invece che fu una zione di difesa molto centrata visto quello che sta accadendo , ma io riferisco le opinioni di allora.

Delle leggi razziali ho gia' detto.Mio padre non ne parlo' mai solo mia padre disse un giorno che gli ebrei prima erano ebrei e poi italiani ma non per questo posso dire che ce l'avessde con gli ebrei.

Ripeto che quello ch piu' turbava gli italinai era il " ritmo " e la piega che avevano presi gli avvenimenti prima ancora che la " sostanza ".Eccesso di voleocita' in curva !

Diue erano i petrsonaggi che piu' nocquetro la fascimo:Starace
e Ciano.Il prmo,poi degfenestarto era un valoroso aridto della Prima Giuerra M ondiale mori' in modo coraggioso e virile salutando il Duce appeso per i peidi in Piazaale Loreto ma il suo agire mettevba il ridicolo mil Duce ed il Fascismo con atteggiamenti ed inziative suoerficiali e retoriche basate su una coreogrifia specie delle audunate tra il roboante e lpinfantile.

Starace fece i danni peggiori al fascismo.<Si eera reso inmviso a tutti.L'atmosfera da basso impero che si venne a creare fu opera in gran parte sua.Quando fu " dimesso " era tardi.

Altroi petrsonaggio che la gnete percepiva male era il Conte Ciano reputato una zucca vuota. Valeva per Lui il titolo di una nota rivista di Macario dal titolo."Lo vedi come sei ? " dove sulla locandina capmeggiava anche una zucca.la gente aveva ragione dico io:Di Ciano e' notevole la tresponsabita' dfell'entrate binm Guerra dfella Francia nel 39 avendo egli detto all'ambasciatore francese Francoi Poncet che l'Italia,malgrado il patto d'acciaio,non sarebbe entrata comuqnue in guerra e cosi' la Francia si srnti' la spalle coperte.Molto propbabiole che tale informazione fosse stata passata agli inglesi e voi cvapite la conseguenze del caso.

Sua la principale responsabilita' del fuasco in Grecia.Fu lui a genarre la convinzione che in Grecia satrebbe andata come inm Albania.delle belle £" buste " sarebbe andato titto a posto:una psseggiata fino ad Atene ed invece.....e pnsanre che il nostro SDIM aveva riferito quale era invece la realta' greca,la motivazione deio greci contro di noi, la buoan effcienza efd armamnanto ( vendiuto loro da noi comptesoi mortati Brixia di cui fecero poi cosiì' buon uso ) etc.etc.

La ghmte rimproverava poi a Mussolioni di avere datyo una cosi'altta carica al Conte Ciano che poi chjiaccherava troppo al Circolo della Caccia o a quello degli scacchi.Capace si di scriver il " diario " ma solo quello che gli eceva comodo a " memoria furura ".

Insomma da un consenso massimo del 5 Maggio del 36 si passo' la consenso ridotto del 1940 per i motici che mio ,padre in piu'
occasione ebbe a dirmi.

Cero e' che se Il Diuvce avesse avuto ancora suo ftratello Srnaldo e Margherita Sarfatti non fosse nel frattempo sfiorita...
a ,a sia sa.Come dicomo gli inglesi: Grandi Uomini grandi sbagli
e con tutto questo e malgrado tutto ancora e sempre sempre : Viva il Duce !

Alla fine preferisco ancora avera avuto torto con Mussolini che avbere avuto ragioen con Roosvelt petrche , cvome disse un famoso avvocato americano: talvolta ci si pente amaramente di non a vere avuto torno dopo di che si e' constatato chi erano veramente q

Ambrogio
19-01-03, 17:24
Scusate_ieri il messaggiop se ne e' partito da solo prima che potessi correggerlo.

Ultima frase:

CAPITRA DI DOVERSI PENTIRE AMARAMENTE DI NON AVERE AVUTO
TORTO UNA VOLTA CONOSCIUTI CHI ERANO VERAMENTE QUELLI INSIEME AI QUALI AVEVAMO AVUTA RAGIONE.

La sequenza di avvenimenti percepiti come una accellerazione
sgradita a molti fu la seguente:

Guerra d'Etiopia, guerra di Spagna,avvicinamento alla Germania e conseguenti leggi razziali,annessione dell'Albania.

E' un fatto che con la vittoria delle guerra d'Abissinia finita benissimo tutti anelavano ad un peridoo di pace mettendo a frutto la comnquista e le nuove possibilita' di lavoro che si aprivano anche se la situazione nella nuova colonia non era ancora del tutto sicura.

Mio padre stesso ebbe il consiglio dal suo maggiore cliente di aspettare èprima di aprire un filiale in Africa Orientale il cui territorio non era ancora nel 37 sotto il completo controllo italiano.
( ricordate il film Luciano Serra pilota ? ).

Un saluto


segue

Aeroplanino (POL)
20-01-03, 20:17
http://www.activitaly.it/immaginicinema/chaplin/immago/musolino.JPG

Bellarmino
21-01-03, 19:45
Originally posted by Aeroplanino
http://www.activitaly.it/immaginicinema/chaplin/immago/musolino.JPG

Scommetto che questo coglione sei tu col vestito di carnevale :D :lol

Aeroplanino (POL)
22-01-03, 10:59
Originally posted by Bellarmino


Scommetto che questo coglione sei tu col vestito di carnevale :D :lol

http://www.viaggio-in-germania.de/hit-muss.jpg

Quasi... come si diceva una volta: impara l'arte e mettila da parte.

(Tu allora sei quello di fianco...)

:rolleyes:

Tomás de Torquemada
22-01-03, 16:28
Ho l'impressione che gli ultimi messaggi non siano consoni allo spirito di questo thread, così "umano" e rispettoso nei confronti di chiunque... Mah...

Saluti.

Aeroplanino (POL)
22-01-03, 17:11
Miiii....

Tomàs un po di libertà (anche di spirito e d'arte!)

siam forse su Marte?


Visto che si parla di memoria, e di ricordi, allora mettiamo gli originali, foto d'epoca e timbri del periodo, niente di contraffatto (per non dimenticare):

http://www.viaggio-in-germania.de/hitler.jpg

http://www.viaggio-in-germania.de/briefm1.jpg

http://www.viaggio-in-germania.de/briefm2.jpg

Tomás de Torquemada
22-01-03, 20:58
Originally posted by Aeroplanino
Miiii....

Tomàs un po di libertà (anche di spirito e d'arte!)

siam forse su Marte?

Tranquillo, non siamo né su Marte né su Raitre (:D) ma ancora sulla Terra e in un forum dove è noto che la libertà non manca... E, infatti, nessuno ha mai pensato di censurarti... Ho solo espresso un'opinione su alcuni contributi di questo thread... Sarò, appunto, libero di farlo... no? :lol

Ciao.

Vassilij
22-01-03, 21:01
Originally posted by Tomás de Torquemada


Tranquillo, non siamo né su Marte né su Raitre (:D) ma ancora sulla Terra e in un forum dove è noto che la libertà non manca... E, infatti, nessuno ha mai pensato di censurarti... Ho solo espresso un'opinione su alcuni contributi di questo thread... Sarò, appunto, libero di farlo... no? :lol

Ciao.




Si, ma intanto ha rovinato il 3d che ferruccio porta avanti da mesi.
Non ci costa un pò troppo sta tolleranza?

Tomás de Torquemada
22-01-03, 21:16
Originally posted by Vassilij





Si, ma intanto ha rovinato il 3d che ferruccio porta avanti da mesi.
Non ci costa un pò troppo sta tolleranza?

Non credo che il thread ne soffrirà più di tanto, caro Vassilij... Il nostro amico Ferruccio (che, peraltro, mancherà per alcuni giorni da POL...) è un uomo di spirito e di esperienza, che ben conosce il film di Chaplin e le persone che ne postano i fotogrammi in maniera quanto meno opinabile... Anzi, oserei dire che l'episodio ha perfino arricchito la discussione, poiché aiuta a meglio comprendere certe... differenze...

Ciao.

Aeroplanino (POL)
23-01-03, 15:35
Vassilij! Subito ad atteggiarsi vittima?
Insomma! Schiena dritta e moschetto alla mano!
Come pensi si possano abbattere le demoplutocrazie giudaiche se ci si piega alla prima fronda?
Che penserá Ferruccio, e che penseranno i gloriosi combattenti d'Abissinia?
Vassilij! Facci misurare il cranio!!! Qualcosa di strano fa sorgere in noi il dubbio: sei forse discendente della fiera stirpe romana o piuttosto un subdolo infiltrato di qualche razza inferiore?
Insomma, Tomàs, bisogna fare qualcosa!
Hanoi!

:K

Vassilij
23-01-03, 15:41
Originally posted by Aeroplanino
Vassilij! Subito ad atteggiarsi vittima?
Insomma! Schiena dritta e moschetto alla mano!
Come pensi si possano abbattere le demoplutocrazie giudaiche se ci si piega alla prima fronda?
Che penserá Ferruccio, e che penseranno i gloriosi combattenti d'Abissinia?
Vassilij! Facci misurare il cranio!!! Qualcosa di strano fa sorgere in noi il dubbio: sei forse discendente della fiera stirpe romana o piuttosto un subdolo infiltrato di qualche razza inferiore?
Insomma, Tomàs, bisogna fare qualcosa!
Hanoi!

:K




E continui anche, povero pagliaccio fallito.

Tomás de Torquemada
24-01-03, 03:59
Originally posted by Aeroplanino
Vassilij! Subito ad atteggiarsi vittima?
Insomma! Schiena dritta e moschetto alla mano!
Come pensi si possano abbattere le demoplutocrazie giudaiche se ci si piega alla prima fronda?
Che penserá Ferruccio, e che penseranno i gloriosi combattenti d'Abissinia?
Vassilij! Facci misurare il cranio!!! Qualcosa di strano fa sorgere in noi il dubbio: sei forse discendente della fiera stirpe romana o piuttosto un subdolo infiltrato di qualche razza inferiore?
Insomma, Tomàs, bisogna fare qualcosa!
Hanoi!

:K

Certo... A quanto vedo, bisogna precisare che essere pazienti e libertari non significa essere scemi...

A buon intenditor...

Ciao.

Tomás de Torquemada
24-01-03, 05:34
Tornando ad argomenti seri, e come promesso, meglio tardi che mai ho terminato di correggere gli errori di battitura del nostro amico per quanto riguarda pagina uno (ho solo espunto una frase, della quale chiederò il senso all'autore poiché non vorrei alterarlo... :))...

Aggiungo che, quando la stesura e la revisione saranno completate, preparerò una copia del thread selezionando solo le memorie di Ferruccio e i contributi ad esse organici (e tralasciando, dunque, quelli che nulla aggiungono...)... Pronta da conservare ed eventualmente stampare, trattandosi di un documento di grande pregio e interesse...

Saluti.

Aeroplanino (POL)
24-01-03, 17:16
:ronf beh, speravo meglio...

Ambrogio
25-01-03, 10:40
Ragazzi ,

grazie a tutti Voi per il Vostro contributo ed in particolare al nostro moderatore.

Devo dirVi la verita': c'e' stata una piccola rivoluzione in famiglia
e mio figlio mi ha accusato di distrarmi troppo dal lavoro con l'uso di Internet e Politicaonline in particolare e cosi' mi ha tagliato tutto salvo l'uso delle E-Mail.

Questa mattimna ho appreso che mi e' consenito l'uso di Internet ma solo al sabato e alla domenica.Puoi' anche essere che qualche
giorno io abbia esagerato ma e' da tenere presente
che vivendo tempi calamitosi il miglior sistema per spezzare la fortissima tensione nervosa nella quale vivo e si vive il rimedio piu' efficace era quello di spostare la mente altrove su qualce cosa di interessante.E' cosi'.Tenete conto inoltreche ho 72 anni e lavoro tuttora in azienda.Pensione ? A 9o anni ?

Comunque sto organizzandomi per mettere una postazione in casa ed utilizzare cosi' le ore specie quelle notturne ed intervalli.

Certo che dovevo vedere anche questa ! Sono in castigo dietro la lavagna e domani dovro' venire a scuola con mia madre a parlare con la maestra!

Approfittero' per scrivere oggi o domani ancora qualche cosa su ERO UN BALILLA.

Intanto raccomando a tutti tanta calma.


Un saluto a tutti







PS. Tomasmi faccia sapere per cortesia la frase che non capisce.
Grazie.

Tomás de Torquemada
26-01-03, 06:39
Caro Ferruccio,

ti ho mandato un messaggio privato... :)

(A proposito... In giornata, risponderò anche a tre amici ancora in attesa...:K )

Salutoni.

Ambrogio
26-01-03, 13:13
Originally posted by Aeroplanino
:ronf beh, speravo meglio...

Ho scritto ERO UN BALILLA adattandomi a questa sede che non e' esattamente quella di un libro.Cosi' coem e' scritto ERO UN BALILLA ANDREBBE CONSIDERATA UNA BASE per dettagliare ed approfondire meglio.

Tieni presente lo sfrorzo veramente notevole non solo di ricordare
ma di " far emergere " i ricordi tramite un sistema che ormai ho colladuto e che e' quello di far uscire i ricordi percorrrendo ad esempio una certe strada o un determinato ambiente.In questo modo si sforzano i ricordi ad uscire.Poi Vi sono coloro che sono stati testimoni insieme di quei tempi.Ho discusso per esempio con mia fratello dove si ricorda mangiassimo normalmente in
famiglia perche' io non ricordavo bene.Mangiavamo ammucchiati in cucina e non in sala da pranzo sfruttando le fonti di calore della cucia stessa.Dettagli ma alla fine cosi' ripeto si forzano i ricordi ad uscire.

Tieni poi presente che io ho vissuto molto di quel periodo che andavo alla elementari ed i miei ricordi sono per lo piu' quelli di un bambino o al massimo di una ragazzino.Solo con il 1942 i ricordi salgono di consistenza.

Un saluto

Ambrogio
01-02-03, 18:41
I ricordi sembrano scomparsi nel nulla ed invece sono li' che ci aspettano e basta poco per evocarli.Sono o come " I PRIGIONI " di Michelangelo che sembrano invocare :tirateci fuori
da qui !

I ricordi sembrano sepolti dietro i muri delle vecchie case ,sono la' dentro e ci aspettano.Quando passiamo li sentiamo ancora vivi
e noi riviviamo il nostro passato all'improvviso per il solo fatto di passare da un certo luogo in una certa ora.E' come una magia !

Andavo per Milano nel pomeriggio tardi di un giorno di Dicembre.
Le luci e gli addobbi di Natale dominavano la scena insieme
all'affollarsi della gente , al traffico di auto e mezzi pubblici,ai rumori , ai cartelloni pubblicitarii quando mi venne in mente di cercare di immaginare e come era quel posto, corso Vittorio Emanuele un giorno del Dicembre 1944 sotto Natale.

Sulla sinistra venendo da piazza San Babila un fila di palazzi distrutti del fuoco.Il tipico ordore delle rovine :un misto di odore di cantina e di calcinacci.Tipico era il caso di case che erano
crollate dalle parte della facciata ed avevano lasciato cadere tutti i pavimenti che pero' erano rimasti appesi sul lato di fondo diventando cosi un campionario di parquets,di piastrelle,di linoleum.

Angoli intimi di case in mostra:quadri ancora appesi, stanze da bagno esposte al pubblico magari con i lavabo ancora attaccati al muro.Tutta l'intimita' della casa esposta in strada,come violata ed
offesa.

Per strada traffico automobilistico inesistente.Solo biciclette e
qualche tram che al sopravvenire del buio usava il fanale ma non
tutto.solo una striscia di luce da una fessura di pochi centimetri.

Sui muri rimasti in piedi qualche manifesto di Boccasile:quello per il bombardamento di Gorla del 20 Ottobre.Poi avvisi di spettacoli di varieta' al Teatro Mediolanum per lo spettacola della Compagnia di Nuto Navarrini e di Vera Roll.

Soldati tedeschi guardinghi a passeggio che osservano il colonnato di piazza San Carlo semidistrutto con le colonne ancora ammucchiate in strada dove e' stato aperto un varco per far passare i tram.

Passanti infagottati in vecchi paletots e con l'aria di chi non mangia a sufficienza.

Poi arriva il buio e con questo anche le nebbia allora cosi' frequente della Milano non riscaldata.Si comincia ad usare
la lampada a dinamo che oltre che a dare un luce un poco
salteggiante a seconda della spinta della mano sulla leva con il suo rumore avvisa anche gli altri passanti che c'e' qualcuno che arriva.

I negozi sono molto spogli e con poca merce per lo piu' produzione del tempo di guerra .L'illuminazione interna e' molto scarsa anche a causa dell'oscuramenteo imposto per ragioni di
difesa contro le incursioni aeree.Alle otto scatta il coprifuoco e
oltre quell'ora nessuno salvo permesso speciale puo' trovarsi per strada.Nei bar superstiti solo bevande autarchiche e niente
generi da mangiare.

Tutto e' triste , dimesso , buio.

Poi rumori di oggi e la scena ritiorna al 2002.

I ricordi erano svaniti di nuovo ma la magia aveva funzionato ed i ricordinerano usciti dal passato.

Un saluto e ....buona Domenica !

Ambrogio
09-02-03, 13:32
Tanti i discorsi a tavola nel dopoguerra su argomenti del periodo 1914-1945.

Mussolini doveva fermarsi all'Abissinia ! Mai con i tedeschi !
L'attacco proditorio alla Francie via di questo passo.

Ma c'era un argomento che mia madre metteva in campo spesso e che sembrava prendere vigore piu' mio padre avanzava negli anni:la relazione del Duce con la Petacci,vista come una relazione pericolosa fisicamente ed intellettualmente per il Duce.

Una tosanetta ( una ragazzina ): diceva mia mamma della Petacci.
El sera metu' con v'on de vintann ! Si era messo con una di vent'anni !

Mio padre non interloquiva mai:faceva finta di nulla.Un boccone,un sorso di vino e silenzio.

Dignitosa indifefrenza !

kid
05-03-03, 18:49
di ferruccio che leggo sempre con passione e dignitosissimo e forse commovente, se mi si permette di usare questo termine, anche il suo legame ideale con il fascismo. Ci fa ricordare che la grande maggioranza degli italiani era fascista e che si liberò con una certa facilità, per non dire altro, di questa sua fede.
Mi ha colpito, piuttosto, il giudizio su Ciano, "testa vuota", mi chiedo, se mi può rispondere per cortesia, se non c'è un po' una vena di rancore in questo suo giudizio. Insomma, Ciano vanitoso, e presuntuoso si, ma stupido nel senso vero della parola sinceramente non mi è mai parso. E poi scusate il duce si prendeva uno stupido come delfino? Più logico e tragico un traditore.

Ambrogio
06-03-03, 19:26
Originally posted by calvin
di ferruccio che leggo sempre con passione e dignitosissimo e forse commovente, se mi si permette di usare questo termine, anche il suo legame ideale con il fascismo. Ci fa ricordare che la grande maggioranza degli italiani era fascista e che si liberò con una certa facilità, per non dire altro, di questa sua fede.
Mi ha colpito, piuttosto, il giudizio su Ciano, "testa vuota", mi chiedo, se mi può rispondere per cortesia, se non c'è un po' una vena di rancore in questo suo giudizio. Insomma, Ciano vanitoso, e presuntuoso si, ma stupido nel senso vero della parola sinceramente non mi è mai parso. E poi scusate il duce si prendeva uno stupido come delfino? Più logico e tragico un traditore.

Purtroppo e' cosi' e stupisce come mai Mussolini che in altri campi si era scelto collaboratori di grande valore a esempio
Rocco nella Giustizia,Beneduce per l'IRI etc ) negli esteri avesse affidato tale settore a un ragazzo o poco piu' per di piu' suo genero.Forse dopo l'esperienza con DINO GRAnDI NON SI FIDAVA PIU' DI NESSUNO e dando gli esteri a Ciano intendeva tenere
la politica estera sotto suo ferreo controllo sistemando anche il
genero,more italico.

Senza perdermi in troppi dettagli Ciano combino' due autentici
DISASTRI.Il primo nel 1939 quando,dopo avere contibuito a
sottoscrivere un PATTO D'ACCIAIO contenente impegni per noi troppo gravosi non avendo compiutamente valutato che cosa signifivcava talo PATTO , diede un grande contributo allo scoppio in Europa della guerra.Infatti ,sfiorando il tradimento dell'alleato che mai glielo perdono', ando' a spifferare all'Ambasciatore
francese Francois Poncet che la Francia se ne poteva stare piu' che sicura sulla Alpi perche' l'Italia,Patto d'accaio o no, mai la avrebbe attacata sulle Alpi stesse nel caso di conflitto tra Francia e Germania.Tale confidenza ebbe conseguenze catastrofiche perche' e'certissimo che cosi' la Francia decise di entrare in guerra con la Germania a fine Agosto del 39 proprio perche'
SAPEVA che nessun pericolo incombeva su di lei da parte italiana.Neppure il famoso tamburino ed una bandiera sulla Alpi di bismarchiana memoria concedemmo alla Germania o quasi.

L'Inghilterra avrebbe molto probabilmente dichiarata guerra alla Germania,guerra che essa stessa aveva fomentato in ogni modo possibile e che aveva ormai deciso e da tempo.

Per noi fu una auitentica catastrofe:se la Francia non fosse entrata in guerra ,e' lapalissiano il dirlo,non ci sarebbe stato neppure il crollo francese del Maggio 40 che fu la ragione vera del nostro intervento per bloccare i tedeschi prima che arrivassero alle Alpi e poter cosi' andare al tavolo della pace.Spero che prima o poi qualcuno tiri fuori un lettera di Daldier ministro degli esteri francese che chideva il nostro intervento per bilanciare la Germania.Cosi' cademmo nella trappola franco.inglese.

Ciano commise una leggerezza imperdonabile a fare tale confidenza.Fu la guerra sul nostro continente che invece sarebbe rimasta sui mari che era cosa ben diversa.

Teniamo presente che,come disse e scrisse Hitler,duranje la guerra i tedeschi doivettero NON INFORMARE gli italiani
di cose importanti data l'abitudine di Ciano di spifferare tutto nei circoli del Golf o della caccia o degli scacchi a Roma quando faceva circolo con la bella societa' e tante tante belle dame.

Era reputato un chiaccherone.

Ma nel 40 in autunno ne combino' un'altra forse peggio ancora.
Fu sua la responsabilita' dell'attacco alla Grecia che lui pensava di risolvere come aveva sisteemato l'anno prima l'Albania e cioe' a suon di tangenti.More italico.Ma con i Greci ando' male
E si' che il nostro SIM lo aveva piu' che informato sulle forze armate greche,sulla loro motivazione e preparazione e sull'aria che spirava in Grecia.Ciano incastro' Mussolini. ( vedere il libro di De Sio LA CLESSIDRA DI MJUSSOLINI.


SEGUE con il resto.Intanto riprendo fiato e poi temo che il messaggio parta da solo mandando perso quanto scritto.

Un saluto a tutti.

kid
06-03-03, 19:53
ne approfitto perchè Ferruccio lo conosce meglio di me. Mussolini aveva un particolare fiuto per gli uomini e per saperli utilizzare, Beneduce vale come esempio per tutti. Certo sbagliò Starace, ma non sbagliò con Muti. Evidentemente riteneva che le sfere dirimenti della politica estera ed interna dipendessero interamente da lui, Muti non era un politico. Però qualcosa di Ciano doveva pur averlo colpito! Non ci credo che voleva sistemare il genero. Poi non ho mai conmpreso la confidenza che aveva Ciano con i tedeschi o che credeva di avere con i tedeschi visto la sua simpatia per gli ambienti britannici. Ciano ha rapporti con gli inglesi anche negli anni di maggior legame fra L'Italia e la Germania, o mi sbaglio e Ferruccio che idea ha di questa autonomia di uno che doveva fare per Mussolini, più o meno quello che Frattini fa per Berlusconi, scusate l'accostamento irriverente: Mussolini era davvero un grande statista, anche se non il mio preferito, a Berlusca voglio bene, ma insomma....

Ambrogio
07-03-03, 18:00
Originally posted by calvin
ne approfitto perchè Ferruccio lo conosce meglio di me. Mussolini aveva un particolare fiuto per gli uomini e per saperli utilizzare, Beneduce vale come esempio per tutti. Certo sbagliò Starace, ma non sbagliò con Muti. Evidentemente riteneva che le sfere dirimenti della politica estera ed interna dipendessero interamente da lui, Muti non era un politico. Però qualcosa di Ciano doveva pur averlo colpito! Non ci credo che voleva sistemare il genero. Poi non ho mai conmpreso la confidenza che aveva Ciano con i tedeschi o che credeva di avere con i tedeschi visto la sua simpatia per gli ambienti britannici. Ciano ha rapporti con gli inglesi anche negli anni di maggior legame fra L'Italia e la Germania, o mi sbaglio e Ferruccio che idea ha di questa autonomia di uno che doveva fare per Mussolini, più o meno quello che Frattini fa per Berlusconi, scusate l'accostamento irriverente: Mussolini era davvero un grande statista, anche se non il mio preferito, a Berlusca voglio bene, ma insomma....

CHE COSA CI VEDESSE MUSSOLINI IN CIANO PROPRIO NON RIESCO A SPIEGARMELO.

Mussolini " centro' " tanti ottimi collaboratori ma anche ne sbaglio'.Starace gli face dei danni immensi per esempio.

Resta comunque il fatto che non si mette il genero agli Esteri
dopo aver cacciato un Grandi che cosi' buona prova aveva dato durante la crisi abissina.Ma lo avete sentiro parlare Ciano in qualche documentario magari quando era ambasciatore in Cina ?

Poi dopo il fiasco greco Mussolini fu costretto a metterlo come Ambasciatore in Vaticano e sfido:gli aveva dato ascolto pensando che in Grecia sarebbe stata una passeggita come gli aveva detto Ciano ed invece.......... l'Italia fece proprio quello che gli inglesi volevano e cioe' si indeboliva dei balcani che subito dopo esplosero coinvolgendo pesantemente i tedeschi che di questo
....diversivo proprio non avevano bisogno data l'imminenza della guerra preventiva contro i russi.Guarda caso ma al'10 Luglio del 43 la meta' del nostro esercito invece di essere a difendere il suolo nazionale stava......nei Balcani e dintorni !

Un cenno sui famosi Diari di Ciano:sostanzialmente scritti a
" futura memoria " ma per uso e consumo suoi personali.
Lui lo aveva sempre detto ...........................era sempre stato contro i tedeschi.Questi in un primo tempo gli diedero confidenza ma poi lo ignorarono data la sua tendenza a " spifferare ".Mi sembra di ricordare che egli non fu presente mai ai colloqui drammatici tra Ribbentrop e Mussolini nel Marzo del 40 ed e' tutto dire.

Per i diari faccio un esempio:allo scoppIo delle ostilita' per il Kossovo andai a vedere i suoi diarii per vedere che cosa diceva
sulla nostra entrata in guerra del 41 contro la Jugoslavia.
Sorpresa: non dice nulla di nulla.Come mai mi sono chiesto?
Cosa nascondeva.Non ricordo peraltro gran che di importante sulla guerra contro la Grecia e si' che l'aveva perorata lui.

Dall'Albania nel 39 alla nostra dispersione nei balcani ( tedeschi idem ) nel 43 questo aveva voluto dire anche la leggereza del Conte Ciano.Avevamo un solo vero fronte da " curare " quello in AFRICA E NOI MANDAVAMO MEZZO ESERCITO NELLA MONTAGNE DELLA JUGOSLAVIA .CIANO CASCA NELLA TRAPPOLA GRECA E MUSSOLINI CON LUI CON I TEDECSHI CHE PERDONO OGNI FIDUCIA IN NOI E SI RENDONO CONTO SOLO ALLORA QUALE PESO SIA L'ALLEANZA CON L'ITALIA E QUESTO PERCHE' IL CONTE CIANO CREDE CHE CON LE STECCHE SI POTEVA COMPERARE I GRECI COME SI ERANO COMPERATI GLI ALBANESI o come
Cavour aveva comperato nel 60 i generali borbonici.

Hiter si precipito' a Roma quando serppe che cosa maturava per fermare Mussoloni ma non arrivo' in tempo.Aveva capito l'idiozia
di quelle impresa balorda.

Dalla gente Ciano era disistimato.Ricordo molto bene mio
padre che mi diceva che Ciano era stato definito il signor : LO VEDI COME SEI ? da una nota rivista di Macario che sul cartellone portava quella scritta.Si riferiva ad una zucca vuota.

Ciano fu uno dei grandi errori di Mussolini ma si sa:
come dicono gli inglesi: GRANDI UOMINI GRANDI SBAGLI !

UN SALUTO E BUON FINE SETTIMANA A TUTTI !

agaragar
08-03-03, 16:20
Certo, l'attacco alla grecia fu un'impresa balorda,

ma certamente mai quanto l'attacco di Hitler alla russia....

e anche hitler aveva un precedente fronte aperto a cui badare....

inoltre, non diamo le colpe al povero Ciano....e la francia dichiarò guerra alla germania perchè Ciano aveva detto....
....mussolini invase la Grecia perchè Ciano aveva fatto credere...
hitler si precipita a roma perchè aveva saputo che Ciano....

a Galeazzo nessuno se lo cacava veramente, figuriamoci se i francesi scatenavano la IIGM sulla base delle assicurazioni di Ciano... :rolleyes:

era stupido....ma tutti facevano quello che diceva lui....

Ciano non era stupido, anche se non era sicuramente intelligente.

______________
Ciano di cortellazzo...
buona la rima in ano
meglio quella in azzo.....

Ambrogio
09-03-03, 12:52
Comunque e' in dato di fatto che Ciano fu promosso da Minsitro degli Esteri ad........................ambasciatore in Vaticano.Qualche grave motivo Mussolini lo deve avere avuto nel fare questo non ti pare ?

E' ormai noto che quella di Hitler contro la Russia fu una guerra preventiva con la quale precedette di due settimane l'attacco russo che la Geremania avrebbe dovuto contrastare direttamente su suolo tedesco.I russi stavano concentrando tutte le loro forze
in prossimita' del confine russo-polacco ed erano cosi' numerose
da rendere molto redditizio l'attacco per i tedeschi.Ogni colpo un bersaglio !

Il vero errore tedesco non fu tanto la guerra ai russi quanto il disumano trattamento da loro riservato alle popolazioni civili.

Mentre le forze armante russe si disfacevano come neve al sole e la popolazione civile accoglieva i tedeschi come liberatori
dal comunismo questi ultimi fecero ai rujssi questo bel discorso:

a ) voi seite una sottorazza umana

b ) noi in quanto esseri superiori faremo di Voi una grande
colonia tedescae Voi sarete i nostri schiavi.

dalle parole seguirono i fatti e fu cosi' che nel giro di mesi sei
si scatgeno' una rivolta generale contro i tedeschi dando
luogo alla coneguente guerra partigiana e determinando la
massim a motivazione di tutta la Russia nel combattere quei
tedeschi che aveva accolto come liberatori.

Resta comunque il fatto che i tedeschi attaccarono per non essere loro gli attaccati di sorpresa e senza avere alle spalle
gli immensi spazi che invece i Russi avevano.

Comunque Mussolini aveva visto giusto quando grido' a sua moglie saputa la notizia dell'attacco tedesco: RACHELE !LA GUERRA E' PERDUTA ! I TEDESCHI HANNO ATTACCATO LA RUSSIA !

Un saluto e buona domenica.

agaragar
09-03-03, 18:25
Originally posted by Ferruccio
E' ormai noto che quella di Hitler contro la Russia fu una guerra preventiva con la quale precedette di due settimane l'attacco russo che la Geremania
Noto a chi :confused:

Se veramente la russia voleva attaccare la germania hitler non avrebbe dovuto fare la guerra ad occidente.

La comunità internazionale non avrebbe mai permesso alla russia di occupare l'europa centrale, in quaesto senso la germania era supergarantita.

L'unico modo per annullare questa garanzia sarebbe stato un attacco ad occidente,
per avere poi quella guerra su due fronti che hitler scrisse di voler evitare a tutti i costi.

kid
10-03-03, 12:07
devo dire che su Ciano sei molto convincente e credo che tu veda bene a posteriori. Certo preoccupa l'idea se mai è esistita che fosse lui il capo papabile del fascismo dopo mussolini. Me l'immagino proprio: Ciano capo del fascismo e te che diventavi antifascista!
Sull'attacco preventivo della Russia alla Germania, perdonami, ma è la prima volta che ne sento parlare e mi ha sorpreso abbastanza e adesso vedrò di documentarmi meglio su un fatto di cui non ho mai avuto notizia.

Ambrogio
10-03-03, 16:06
Originally posted by calvin
devo dire che su Ciano sei molto convincente e credo che tu veda bene a posteriori. Certo preoccupa l'idea se mai è esistita che fosse lui il capo papabile del fascismo dopo mussolini. Me l'immagino proprio: Ciano capo del fascismo e te che diventavi antifascista!
Sull'attacco preventivo della Russia alla Germania, perdonami, ma è la prima volta che ne sento parlare e mi ha sorpreso abbastanza e adesso vedrò di documentarmi meglio su un fatto di cui non ho mai avuto notizia.

Sarebbe stato preoccupante eccome.Un pirla ( come si dice a Milano ) come GRANDE CAPO.Tra l'altro avevo dimenticato di dire che quando fu fucilato nel Gennaio del 44 non ricordo che la notizia abbia poi commosso.C'era sempre nell'aria quel " LO VEDI COME SEI ?

Quanto all'attacco preventivo del Giugno 41 e' qualche cosa che da tempo trapela in varii modi.A parte considerazioni varie di Hitler stesso tra i quali quella fondamentale che se non avesse attaccato si sarebbe trovato a difenxderi da una attacco sovietico direttamente in casa ci sono notzie sparse qua' e la' su questo
argomento l'ultima l'ho letta in Norimberga Ultima battaglia di David Irving.Irving e' uno scrittore revisionista e' vero tuttavia il libro e' straordinariamente convincente e documentato.

A proposito di questo libro nel primo capitolo vienje documentato
come gli inglesi avevano deciso in ogni caso di far fuori Mussolini non appena catturato ! E qui sono cinquantasette anni che si fanno congetture, forse che gli inglelosi si' forse che gli inglesi no.Non sono congetture di Irving ma verbali,lettere,testimonianze etc.etc.Leggere per credere.

Al momento si tratta comunque di informazione fino ad ora MOLTO MOLTO PROTETTA.Mi sono spiegato ?Vedremo che ne verra' fuori ma ho come l'impressione che i Russi prima o poi la useranno a loro vantaggio a scopo di favorire la Germania che oggi come oggi FILA con loro.

Antifascista io ? Lo ero certamente almeno fino alle elezioni del 1961.Poi scusami l'espressione:certo antifascimo mi ha proprio rotto le palle.Votavo liberale fino ai 30 anni et idem in casa mia.
Poi mi nauseai.Ma te lo ricordi L'ARCO COSTITUZIONALE tanto per fare un esempio , UCCIDERE UN FASCISTA NON E' REATO ! etc.etc.etc.

Un saluto

Ambrogio
10-03-03, 16:13
Originally posted by Pasquin0
Noto a chi :confused:

Se veramente la russia voleva attaccare la germania hitler non avrebbe dovuto fare la guerra ad occidente.

La comunità internazionale non avrebbe mai permesso alla russia di occupare l'europa centrale, in quaesto senso la germania era supergarantita.

L'unico modo per annullare questa garanzia sarebbe stato un attacco ad occidente,
per avere poi quella guerra su due fronti che hitler scrisse di voler evitare a tutti i costi.

La comunita' internazionale non fece una piega quando Stalin si pappo' Berlino , Praga,Varsavia,Budapest,Sofuia,Burarest e gli
anglo-americani VOLLERO l'occupazione sovietica di mezza Europa.Potevano occupare Berlino e Vienna e NON LO FECERO.


Hitler come Napoleone I°: costretto a fare la guerra per avere la pace.Stessa storia e lo dissero entrambi.

Un saluto

kid
10-03-03, 16:32
Caro Ferruccio, Irving è un negazionista non un revisionista e alcunio documenti da lui prodotti sono stati ritenuti dei falsi da diversi altri storici e diversi sedi giudiziarie lo hanno condannato proprio per falso. Per dare credito ad una tesi di questo genere occorrerebbero, a mio parere ,fonti sovietiche e non tedesche. Queste fonti mancano. Da un punto di vista politico la tesi in questione non mi convince, in quanto la Russia di Stalin era per il comunismo in un paese solo, non ha mai avuto un particolare interesse per l'evoluzione europea oltre ai paesi che riteneva strategici, quelli baltici e la polonia e l'accordo con Hitler negoziato da Molotov era per Stalin un buon accordo. Tra l'altro l'odio per le democrazie era superiore a quello verso Hitler e dunque immagino che al Cremlino considerassero positiva la divisione dell'occidente fra Germania ed Inghilterra, come un vantaggio per la loro forza ad oriente. Detto questo l'attacco preventivo russo poteva avere senso solo se Stalin si fosse convinto di dover subire un'invasione nazista, o avesse avuto il sentore di un'espansione tedesca ad est. Resta però il fatto militare e cioè che l'urss sapeva di non essere preparata ad un conflitto con l'esercito tedesco, che vinse su una linea difensiva e con forze irregolari sul genere di bande partigiane o per fare riferimento all'epoca napoleonica, cosacche. Le mie sono comunque solamente impressioni, dettate dal fatto che Stalin avesse un'idea maggiore dei propri limiti rispetto ad Hitler. Quanto alla debolezza occidentale nei confronti di Stalin, bene hai ragione, ma era stata negoziata dagli accordi di Yalta e gli alleati si limitarono a difendere l'Europa liberata sacrificando quella rimasta sotto il dominio sovietico. Ora, mi pare che stiano cercando di rimediare a quella situazione che si determinò sul campo e che sancì la fine della seconda guerra mondiale. Un mio prozio, se mi consenti, un riferimento personale, la pensava come te. Antifascista durante il fascismo, iscritto al partito liberale, negli anni '60 mi confidò che tutto sommato il fascismo era stato meglio dello stato retto dai democratici cristiani, per lo meno fino all'entrata in guerra a fianco della Germania e che se Mussolini fosse stato in grado di salvaguardare la neutralità come fece Franco, il nostro Paese avrebbe avuto un futuro migliore. Ancora grazie per le tue memorie e conto di leggerti presto.

Ambrogio
10-03-03, 19:44
Caro Calvin ,

ho letto di Irving " Norimberga l'ultima battaglia " ma francamente non ho avuto l'impressione di un testo negazionista
anzi.Irving parla parecchio delle atrocita' naziste ma mette in rilievo anche le accuse strumentali o falsi.In sintesi del processo di Norimberga dice: dei criminali processavano abusivamente altri criminali " usando trucchi vari tra cui il non accesso della difesa alle documentazioni cui aveva accesso invece l'accusa.

Guarda caso e' sla stessa tesi del non sospetto J.P.Taylor che
che con il suo " Le origini della seconda guerra mondiale " senza neppure immaginarselo fece da levatrice al revisionismo storico ( il negazionismo e' una depravazione di questo ).

Ho letto della sentenza sfavorevole a Irving ma sinceramente e'una sentenza FORZATA a mio avviso dalle somme impiegate per
distruggere Irving ( parcelle per oltre sei miliardi di vecchie lire solo in una causa )

Comunque il testo che ho letto io escludo che sia negazionista.

Quanto alle fonti che stanno trapelando circa l'attacco tedesco del Giugno 41 beh queste sono proprio di origine russa.Siamo solo agli inizi e anc'hio mi documentero' meglio.Non so perche'
ma mi sa molto di un qualche forma di ricatto.

Erano i tedeschi che avrbbero attaccato per primi o i russi ?
Come dire chi era il vero aggressore a Pearl Harbour.Clausevetiz dice che il vero aggressore non e' chi spara il primo colpo ma chi genera le tensioni precedenti.Comunque quella dell'attacco tedesco nel 41 solo ora comincia a " bollire " vedremo che cosa ci sara' nella pentola in futuro.Per ora registro solo quello che e' venuto a galla in modo vario.Ricordiamo comunque che anche Napoleone I° ° era aggressore. Ma lo era veramente ?

E' un fatto che la storia " ufficiale" sta facendo acqua da tutte le parti.E' come appunto al processo di Norimberga dove che so'
l'URSS aveva proibito che neppure si accennasse al Patto Ribb entrop-Molotov ao alle fosse di Katgn, la Gran Bretagna aveva proibito che si parlasse che in Norvegia era stata preceduta solo di poche ora dai tedeschi poi accusati di aggressione a quel Paese
e via di questo passo.

Alla fine tra Russia e Germania era un poco Chicago Nord-Chicago Sud.Chi vole aggredire chi ? Buio ( interessato ) pesto.

Sono convinto anch'io che se Mussolini avesse potuto salvaguardare la neutralita' dell'Italia il futuro pere noi sarebbe stato migliore e Mussolini sarebbe rimasto in sella a vita.Dopo di che il fascismo come il franchismo non sarebbe sopravvissuto alla morte del fondatore e noi,piu' o meno saremmo......come ora.

Quello che piu' mi secco' dell'antifascimo furono tutte le palle che ci cacciarono dopo la guerra.A uno come me che ha visto con si suoi occhi che cosa fu realmente il 25ZAprile a Milano non si puo' dare a bere che Milano insorse etc.etc.,Non insorse nessuno.
I fascisti se ne andarono,nella notte la Finanza occupo' la Radio
e la Prefettura e per due giorni non si vide piu' nessuno.Ma i " media " di allora furono abili ad inventarsi una insurrezijone che
non era mai esistita.Ho fatto un esempio ma ne potrei fare molti altri.Comnque io riferisco su quello che io ho visto di persona ma avevo visto parecchio.

Ho ancora negli orecchi " Amami Alfredo " .Pensavamo di stare nella storia ed invece stavamo nel melodramma.la rovina degli italiani.

Grazie per la tua con siderazione cnhe contraccambio che di cuore.

A presto.Occhio che ho gia' preso un cicchetto dai miei per "
abuso di internet " e devo starmi accorto.

Un saluto

kid
10-03-03, 20:15
hai ragione, caro ferruccio, e questo è responsabilità dei marxisti, convinti com'erano che la storia fosse un progresso radioso dell'umanità verso il socialismo e dunque gli storici marxisti dovevano ricostruirla a loro piacere.
Irving non l'ho mai letto direttamente e quindi riferisco da resoconti giornalistici. Aspetto novità sul fronte delle fonti russe, non hai però confutato la mia interpretazione politica e psicologica dei due dittatori, Hitler e Stalin. Napoleone era una contraddizione vivente, voleva portare la rivoluzione negli altri paesi con le baionette e gli sono rimaste solo le baionette. Aveva mosso guerra agli imperi centrali e si è fatto imperatore sposando pure un'austriaca! A me piace solo il Napoleone primo console!

Ambrogio
11-03-03, 19:48
PERSONALE PER CALVIN

sono stato via tutto il pomeriggio e rientro ora 18.45.Rispondo domani.

Augur buona serata.

agaragar
11-03-03, 23:23
Originally posted by calvin
Un mio prozio, se mi consenti, un riferimento personale, la pensava come te. Antifascista durante il fascismo, iscritto al partito liberale, negli anni '60 mi confidò che tutto sommato il fascismo era stato meglio dello stato retto dai democratici cristiani, per lo meno fino all'entrata in guerra a fianco della Germania e che se Mussolini fosse stato in grado di salvaguardare la neutralità come fece Franco, il nostro Paese avrebbe avuto un futuro migliore. Ancora grazie per le tue memorie e conto di leggerti presto.
Il periodo dal 54(dopo morto de gasperi) al 74(finta vittoria dei divorzisti)
è senza dubbio il periodo in cui l'italia è stata governata meglio, rispetto al passato e al futuro,
impetuoso sviluppo economico e sociale.
Per quanto riguarda il prozio, li conosciamo quei fascisti infiltrati nei partiti democratici.

agaragar
11-03-03, 23:26
Originally posted by calvin
hai ragione, caro ferruccio, e questo è responsabilità dei marxisti, convinti com'erano che la storia fosse un progresso radioso dell'umanità verso il socialismo e dunque gli storici marxisti dovevano ricostruirla a loro piacere.
Irving non l'ho mai letto direttamente e quindi riferisco da resoconti giornalistici. Aspetto novità sul fronte delle fonti russe, non hai però confutato la mia interpretazione politica e psicologica dei due dittatori, Hitler e Stalin. Napoleone era una contraddizione vivente, voleva portare la rivoluzione negli altri paesi con le baionette e gli sono rimaste solo le baionette. Aveva mosso guerra agli imperi centrali e si è fatto imperatore sposando pure un'austriaca! A me piace solo il Napoleone primo console!
L'Austria era l'alleata storica della francia, anche dal punto di vista matrimoniale, e Napoleone l'erede dei monarchi francesi,
quale contraddizione quindi??

Napoleone aveva 2 nemici,
la Gran Bretagna e la chiesa, fu il suo massimo errore quello di non aver saputo allacciare rapporti più stretti con l'impero austriaco.

kid
12-03-03, 11:52
sul mio prozio ovviamente che simpatizzò per Mussolini quando Mussolini era stato seppellito e disprezzò profondamente l'esperienza del centrismo democristiano, senza per questo essere stato mai fascista. Su Napoleone che solo un ignorante può considerare l'erede della monarchia francese. E' talmente grande che nemmeno vale la pena di approfondire, studia qualcosa, va.

Ambrogio
12-03-03, 19:06
Originally posted by calvin
hai ragione, caro ferruccio, e questo è responsabilità dei marxisti, convinti com'erano che la storia fosse un progresso radioso dell'umanità verso il socialismo e dunque gli storici marxisti dovevano ricostruirla a loro piacere.
Irving non l'ho mai letto direttamente e quindi riferisco da resoconti giornalistici. Aspetto novità sul fronte delle fonti russe, non hai però confutato la mia interpretazione politica e psicologica dei due dittatori, Hitler e Stalin. Napoleone era una contraddizione vivente, voleva portare la rivoluzione negli altri paesi con le baionette e gli sono rimaste solo le baionette. Aveva mosso guerra agli imperi centrali e si è fatto imperatore sposando pure un'austriaca! A me piace solo il Napoleone primo console!

Caro Calvin ,

le notizie sulla " guerra preventiva " filtrano da qualche anno
ora si dice anche da Putin stesso.Sono certamente notizie molto controverse ma e' un fatto che " filtrano ".Se sono rose fioriranno.

Rispondere sulla tua interpretazione politica e psicologica su Hitler e Stalin non mi e' facile ne' voglio rispondere in qualche maniera tanto per rispondere.

E' un fatto che nel DNA di Hitler c'era il DRANG NACH OSTEN e cioe'
il prepotente desiderio di espansione ad EST che era sempre stato proporio dei Tedeschi dove per EST si deve dire RUSSIA che sola puo' dare grandi spazi e risorse.Sono convintissimo che la ragione VERA sia della prima che della seconda guerra mondiale
sia da ascriversi al terrore anglo-americano di vedere una potenza immane sorgere dall'unione Germania-Russia
" chi domina le terre del centro ( dall'Oder al Caucaso domina
l'isola mondo ( triangolo Gibilterra-Vladivostok.Ceylon ) ma chi domina l'isola mondo domina il mondo " vecchio assioma
che fu e resta la base della politica inglese e poi anglo-americana.

Chi voleva attaccare chi ? Probabilmente tutti e due i dittatori.
Teniamo comunque presente che la Russia sempre era stata a fianco delle grandi potenze marittime.Contro Napoleone,prima guerra mondiale.E' certo che i russi stavano ammassando mezzi e truppa in modo enorme.Ho letto da qualche parte che ad un certo punto un comandante tedesco disse che in quell'area non serviva neanche quasi puntare i pezzi con precisione,.Tanto
qualche coda colpivano comunque.Sara' vero ?

Comunque e' anche un fatto che le forze armate russe erano
ben equipaggiate e la prova ep' che poi malgrado tutto resistono
e riescono a bloccare i tedeschi.Li aiuta l'inverno ma e' certo che le loro produzioni specie in carri armati era quantitativamente
veramente notevole.

A mio avviso l'accordo Ribbentrop-Stalin era reputato dai due dittatori una arrimorta ? Forse.Non ti so dire altro.E' piu' logico pensare che fosse piu' arrimorta per Hitler che per Stalin.Ma fu veramente cosi' ?

E' comunque un bel dilemma storico.Ma non e' il solo ancora di attualita'.



SEGUE DOMANI SERA

Intanto saluto.









E'

agaragar
13-03-03, 02:32
Originally posted by calvin
sul mio prozio ovviamente che simpatizzò per Mussolini quando Mussolini era stato seppellito e disprezzò profondamente l'esperienza del centrismo democristiano, senza per questo essere stato mai fascista. Su Napoleone che solo un ignorante può considerare l'erede della monarchia francese. E' talmente grande che nemmeno vale la pena di approfondire, studia qualcosa, va.
Sai come si riconoscono gli ignoranti?
Che danno dell'ignorante agli altri senza lontanamente capire le loro idee quando non si inquadrno nelle banalità correnti.

Napo, buon generale, ma non più di tanto, era mediocre politico,
suo figlio aveva il titolo di re di Roma.....

Egli effettuò un normale cambiamento di dinastia, come se ne sono avuti tanti nella storia, specie antica,
ed era tradizione dei re francesi quella di impalmare principesse austriache.

Figura fra quelle di Cesare e Cromwell, anche quest'ultimo fu generale tostissimo e misconosciuto dai suoi nemici in quanto invitto,
anch'egli provò a fondare una nuova dinastia monarchica ma l'esercito non lo volle.

Al di là delle suggestioni adolescenziali per gli uomini di "genio" e per le illusoni "democratiche" l'idea della buona monarchia si ripresenta sempre anche in epoca contemporanea.

kid
13-03-03, 11:55
fatto che tranciano giudizi senza sapere di cosa stanno parlando. Quello su Napoleone erede della monarchia, ognuno può farsene un'idea. Sul dare del fascista al mio prozio, solo perchè pensava con la sua testa non ti permettere. Se vuoi dallo a me.

Ambrogio
13-03-03, 19:06
Yalta: in buona sostanza gli anglo-americani vendettero mezza Europa a Stalin.Bella impresa ma che cosa ci si poteva aspettare di piu' da degli antieuropei come loro ? Il bello e' che alla fine
i Russi anche Yalta la presero nella saccoccia come ben dice Solgenitzin anche Gennadi Zyuganov:alla fine i Russi fecero solo
quello che gli anglo-americani volevano che essi facessero ( furono e sono degli specialisti in questo ) in modo che L'Europa corresse sotto la chioccia americana per farsi proteggere.La scena madre fu il blocco di Berlino.a meno che Stalin non fosse , e non lo credo,un gran coglione per esporsi con una figura cosi' di c.....a nel 48 ! Tra coilpomdi stato a Praga e blocco di Berlino
dice un colpo durissimo alle ambizioni del PCI.Ricordo Praga pochi gironi prima delle elezioni del 48 con disfatta del Fronte Popolare.

Sul fatto che Stalin pensasse al comunismo ma in un paese solo
mi sembra non attendibile.Negli anni 30 c'era un Cominform o
Comontern che fosse proprio per l'esportazione dell Comunismo verso l'esterno ( una specie di ufficio export del Comunismo )
come ci fu anche una guerra di Spagna dove i comunisti alla fine
divennero la parte dominante con l'aiuto russo e questo lo dico senza certo gran simpatia del Generale Franco e della Chiesa
Catttolica Spagnola quest'ultima con gravi responsabilita' in quello che era accaduto.

Poi quando ne ebbe l'occasione Stalin non ci penso' due volte
a portare il Comunismo fuori dalla Unione Sovietica con grande sollazzo di Polonia,Cekslovacchia,Ungheria etc.etc.Non dimenticare che gia' nel 39 con l'accordo Ribbentrop Molotov Stalin si era annesso l'Estonia la Lettonia e la Lituania dove aveva imposto il regime sovietico.Non parliamo poi dell'espansione comunista nell'Estremo Oriente.E' comunque un fatto che il Comuinismo conobbe un suo espansionismo.Altro che comunismo in un solo paese !

Ma torniamo alla guerra preventiva:io propendo per una guerra preventiva tedesca per parare un attacco russo pero' anche ammetto con il Pirandelliano:

COSI' E' SE VI PARE !

Vedremo che cosa saltera' fuori dopo le prime ammissioni.


Un saluto ed al piacere di risentirti.

kid
14-03-03, 11:53
anche se io ho più dubbi sulla storia che certezze. Penso in verità che la divisione dell'Europa con i russi sia stato un trauma per gli Usa, non perchè filoeuropei, ma perchè preoccupati dell'espansionismo sovietico. Comunque certo ferruccio non si sbaglia nel pensare che gli usa non avessero grande considerazione all'europa così come i russi la ritenevano una colonia. La dottrina del comunismo in un paese solo che è staliniana, non è contraddittoria con l'assoggettamento all'unione sovietica. Ed è comunque alla base dell'alleanza con Hitler nel '38, se non mi sbaglio. I sovietici non volevano un altro paese comunista con cui fare i conti senza il loro controllo. Per cui io non discuto il principio espansionista dei sovietici, non escludo affatto che qualcuno sostenesse di invadere l'Europa e di farla finita con il fascismo, dubito che avessero i mezzi per farlo. Per cui se Ferruccio intende dire che la Germania invase la Russia per evitare un problema orientale in futuro, questo è un argomento. Anche se non capisco perchè Hitler e Stalin non stessero stretti in un accordo di spartizione che conveniva ad entrambi e non avrebbe consentito un varco agli americani.
Non sono invece d'accordo sulla Spagna. La mia impressione è che i comunisti sovietici intervennero solo per regolare i conti con i Trotzkisti, altro che repubblica spagnola.
Comunque ringrazio Ferruccio per la sua pazienza e per il piacere che procura con le sue argomentazioni e la passione che in esse ogni volta si rileva.

Ambrogio
17-03-03, 18:19
Originally posted by calvin
anche se io ho più dubbi sulla storia che certezze. Penso in verità che la divisione dell'Europa con i russi sia stato un trauma per gli Usa, non perchè filoeuropei, ma perchè preoccupati dell'espansionismo sovietico. Comunque certo ferruccio non si sbaglia nel pensare che gli usa non avessero grande considerazione all'europa così come i russi la ritenevano una colonia. La dottrina del comunismo in un paese solo che è staliniana, non è contraddittoria con l'assoggettamento all'unione sovietica. Ed è comunque alla base dell'alleanza con Hitler nel '38, se non mi sbaglio. I sovietici non volevano un altro paese comunista con cui fare i conti senza il loro controllo. Per cui io non discuto il principio espansionista dei sovietici, non escludo affatto che qualcuno sostenesse di invadere l'Europa e di farla finita con il fascismo, dubito che avessero i mezzi per farlo. Per cui se Ferruccio intende dire che la Germania invase la Russia per evitare un problema orientale in futuro, questo è un argomento. Anche se non capisco perchè Hitler e Stalin non stessero stretti in un accordo di spartizione che conveniva ad entrambi e non avrebbe consentito un varco agli americani.
Non sono invece d'accordo sulla Spagna. La mia impressione è che i comunisti sovietici intervennero solo per regolare i conti con i Trotzkisti, altro che repubblica spagnola.
Comunque ringrazio Ferruccio per la sua pazienza e per il piacere che procura con le sue argomentazioni e la passione che in esse ogni volta si rileva.


Io ho tali e tante certezze che financo stavo pensando di mettere in fondo ai miei messaggi la sigla S.E.&.O e cioe' salvo errori ed omissioni.Pensa un po' !

Comunque se gli americani avessero veramente voluto NON fare
occupare l'Europa dai russi avrebbero potuto " correre " un poco di piu ed arrivare almeno primi a Vienna,Berlino,Praga oppure intimare ai russi ( avevano le atomiche ! ) di tornersene un poco piu' indietro !

Io penso che la spartizione dell'Europa sia stata voluta e per nulla
sofferta dagli americani.Intanto l'Europa era alla merce' loro.
Io parlo sempre partendo dalla logica amerficana rissunta nella parole del loro primo Presidente Washington:piu' guai per l'Europa piu' vantaggi per gli USA e cio' nel quadro di una prospettiva geopolitica americana da sempre antieuropea ( anche
oggi piu' che mai !).

Se consideriamo che Stalin,preveggente.fece fuori prima della guerra tutti gli alti ufficiali individuati come sospetti filo-tedeschi,
penso fosse proprio perche' si figurasse lo scontro con i tedeschi.
Fu cosi' ?

Sulla Spagna non saprei cosa dire.La Russia comunque intervenne
pesantemente con apporto di materiali e con i quadri comunisti internazionali.In funzione anti Trotski ? Io penso invece che cominciasse a voler mettere le mani la' dove poteva e riusceire ad avere altri paesi comunisti per di piu' in posizione strategica.

Devo dire che la roba non la regalo' ed anzi alla fine ebbe l'oro della Banca Nazionale Spagnola che mai restitui'.L'ultimo Primo Minsitro repubblicano spagnolo lascio' tanti anni dopo a mani del Generalissimo la ricevuta della consegna di quell'oro ai russi ma la Spagna non mi sembra lo ebbe mai di ritorno.

Tra l'altro io ho sempre pensato che l'intervento di Mussolini in Spagna dovesse avere un qualche avvallo inglese di parte conservatrice.Non penso che gli inglesi vedessero di buon occhio
una pagna comunista proprio alle spalle di Gibilterra.

E' solo un mio ragionamento " LOGICO " un poco come talvolta gli astronomi individuano un nuovo corpo celeste non perche'
lo vedano ma solo come conseguenza logica dei movimenti di altro corpi celesti che non possono non essere provocati da un
qualche altro corpo eleste nascosto ma che esercita una sua occulta influenza.

Grazie per la considerazione e stima che contraccambio.Eh si io dovevao fare un'altro mestiere ! Ah se potessi tornare indietro !


S.E.&.O.

Un saluto.

Una segnalazione

leggete

LA FLOTTA TRADITA

di Carlo De Risio ( autore anche di " La clessicra di Mussolini" Edizioni DE DONATO-LERICI

euro 16,00 pagg. 252


SBALORDIRETE !

kid
17-03-03, 18:45
Ferruccio ti leggo per capire e devo ammettere che sono le tue suggestioni fascinose con un riferimento con la realtà molto forte. Su Stalin hai ragione: egli non riteneva assolutamente plausibile negli anni venti un conflitto con gli Usa, che fra l'altro erano divisi all'epoca nei confronti della rivoluzione, e quindi vedeva nella Germania un nemico storico naturale con cui misurarsi. Resta il fatto dell'accordo e della convergenza di obiettivi che comunismo e nazismo hanno sulla liquidazione del regime democratico borghese. Io credo che poi i comunisti russi si siano accorti che il nazismo aveva fatto un compromesso con il capitalismo e che fondamentalmente diventava un avversario inevitabile. Sull'Europa io credo che la Russia abbia coniugato fasi ed impulsi diversi. Una tradizione che la vede interessata al controllo dell'area baltica e dell'influenza sui popoli slavi, la difesa del comunismo realizzato prima che l'espansione, il problema di pulizia interna al proprio regime. Questi elementi ritornano per tutto il trentennio a cominciare dalla guerra di Spagna in un libero gioco dialettico, per così dire. Hitler invece rivendicava una unità con le popolazioni tedesche che riguardavano zone che arrivavano fino alla Russia bianca, per questo ho sempre ritenuto, ma posso sbagliare, che più che una minaccia russa sentisse il bisogno di espandersi ad est, liberando, come tu stesso hai detto in un post sulla storia, mi pare, quelle enclave tedesche finite sotto la dittatura comunista. Poi credo che l'esercito russo non fosse ancora in grado di misurarsi su un terreno diverso da quello nazionale contro la Germania, così come Alessandro non era in grado di competere con la Grande Armata fuori dai suoi territori. Detto questo sarei curiosissimo di conoscere delle fonti russe sulla tua ipotesi che possono benissimo essere circolate e soppesate da Stalin. Poi, ti ripeto, Stalin era più misurato e prudente di Hitler, non per caso ha vinto!
Vengo agli anglosassoni. Tu hai ragione nel ritenere che gli Usa non avevano particolare interesse all'Europa. La mia impressione però è sempre stata che mentre i russi avevano di fronte una disfatta delle linee tedesche e quindi correvano, gli Usa si trovarono quelle fortificate e arrancarono. Poi in America vi sono sempre una molteplicità di tendenze che rendono più difficili i passi politici nella loro compiutezza. Prima dei maccartisti c'erano democratici suggestionati da Stalin e dall'Urss e desiderosi di andarci d'accordo. Tieni presenti che i grandi economisti britannici che svolgevano una influenza diretta sulla politica Usa, Schumpeter, Keynes, guardavano al socialismo russo e alla Nep con simpatia. Per cui una valutazione completa ha ritardato sul percorso sovietico da parte statunitense e questo poi spiega anche la radicalizzazione che è avvenuta successivamente in molti ambienti di destra che aiutarono financo i nazisti sconfitti!
Sull'Inghilterra infine hai ragione. I conservatori non erano così contrari al fascismo e a Franco, e anche se la repubblica spagnola non era comunista, una reazione militare alla stessa non dispiaceva. Gli Inglesi sono subito schierati contro il comunismo ed arrivano anche a simpatizzare con Mussolini. Basta pensare a Churchill. A presto e ancora grazie per una discussione sempre più interessante!

Ambrogio
19-03-03, 16:51
Originally posted by calvin
Ferruccio ti leggo per capire e devo ammettere che sono le tue suggestioni fascinose con un riferimento con la realtà molto forte. Su Stalin hai ragione: egli non riteneva assolutamente plausibile negli anni venti un conflitto con gli Usa, che fra l'altro erano divisi all'epoca nei confronti della rivoluzione, e quindi vedeva nella Germania un nemico storico naturale con cui misurarsi. Resta il fatto dell'accordo e della convergenza di obiettivi che comunismo e nazismo hanno sulla liquidazione del regime democratico borghese. Io credo che poi i comunisti russi si siano accorti che il nazismo aveva fatto un compromesso con il capitalismo e che fondamentalmente diventava un avversario inevitabile. Sull'Europa io credo che la Russia abbia coniugato fasi ed impulsi diversi. Una tradizione che la vede interessata al controllo dell'area baltica e dell'influenza sui popoli slavi, la difesa del comunismo realizzato prima che l'espansione, il problema di pulizia interna al proprio regime. Questi elementi ritornano per tutto il trentennio a cominciare dalla guerra di Spagna in un libero gioco dialettico, per così dire. Hitler invece rivendicava una unità con le popolazioni tedesche che riguardavano zone che arrivavano fino alla Russia bianca, per questo ho sempre ritenuto, ma posso sbagliare, che più che una minaccia russa sentisse il bisogno di espandersi ad est, liberando, come tu stesso hai detto in un post sulla storia, mi pare, quelle enclave tedesche finite sotto la dittatura comunista. Poi credo che l'esercito russo non fosse ancora in grado di misurarsi su un terreno diverso da quello nazionale contro la Germania, così come Alessandro non era in grado di competere con la Grande Armata fuori dai suoi territori. Detto questo sarei curiosissimo di conoscere delle fonti russe sulla tua ipotesi che possono benissimo essere circolate e soppesate da Stalin. Poi, ti ripeto, Stalin era più misurato e prudente di Hitler, non per caso ha vinto!
Vengo agli anglosassoni. Tu hai ragione nel ritenere che gli Usa non avevano particolare interesse all'Europa. La mia impressione però è sempre stata che mentre i russi avevano di fronte una disfatta delle linee tedesche e quindi correvano, gli Usa si trovarono quelle fortificate e arrancarono. Poi in America vi sono sempre una molteplicità di tendenze che rendono più difficili i passi politici nella loro compiutezza. Prima dei maccartisti c'erano democratici suggestionati da Stalin e dall'Urss e desiderosi di andarci d'accordo. Tieni presenti che i grandi economisti britannici che svolgevano una influenza diretta sulla politica Usa, Schumpeter, Keynes, guardavano al socialismo russo e alla Nep con simpatia. Per cui una valutazione completa ha ritardato sul percorso sovietico da parte statunitense e questo poi spiega anche la radicalizzazione che è avvenuta successivamente in molti ambienti di destra che aiutarono financo i nazisti sconfitti!
Sull'Inghilterra infine hai ragione. I conservatori non erano così contrari al fascismo e a Franco, e anche se la repubblica spagnola non era comunista, una reazione militare alla stessa non dispiaceva. Gli Inglesi sono subito schierati contro il comunismo ed arrivano anche a simpatizzare con Mussolini. Basta pensare a Churchill. A presto e ancora grazie per una discussione sempre più interessante!


Calvin: non mi e' facile rusponderti.Ho cognizioni limitate.

Niente si addice di piu' come simbolo della Russia della bambola mulipla chiamata MATRIOSKA.Come diceva Churchill la Russia e' un mistero chiuso in un mistero chiuso a sua volta in un'altro mistero.Difficile penetrarlo veramente.Ricordo che nel 1968 mi trovai al Monastero di Zagorsk ,ambiente di pellegrini che portavano a far benedire i malati,pareva di essere ai tempi di Tolstoi.

Ebbi la sensazione precisa che l'Unione Sovietica fosse solo una sovrastuttura e per di piu' provvisoria sopra qualche cosa di ben piu' solido e antico e cioe' che una cosa fosse l'Unione Sovietica e un'altra la Vecchia Santa Russia che prima poi sarebbe ritornata
alla luce del sole.

L'Unione Sovietica si portava dentro tutti i DNA della Russia e primo di tutto il terrore dell'isolamento unito a quello dei pericoli esterni con le invasioni di Tartari,dei Cavalieri teutonici,degli svedesi,dei polacchi etc.etc.

Che i tedeschi ambissero ad andare ad Est e da sempre e' un dato di fatto e che considerassero la Russia europea come il loro Lebensraum altrettanto.Ancora subito prima della prima guerra mondiale le industrie tedesche stavano " avanzando " in Russia
e questo dava tremendamente fastidio ooltre manica ed oltre atlantico.Io resto sempre del parere che tra i motivi fondanti sia
della prima CHE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE ci sia stato proprio la decisione dei grandi ambienti finanziarii di impedire una unione economica tra Europa e Russia.Ma ci mimmaginiamo la sommatoria Germania+Russia ? L'affare polacco a mio modesto avviso fu solo un escamotage per scatenare la bufera.

Alla fine penso che la Russia stesse aspettando solo il momento di una sua guerra preventiav e la Germania.....pure.

SEGUE


S.E.&.O



Un saluto

Ambrogio
19-03-03, 19:19
Calvin.veniamo ai dati di fatto.DNA russo a parte e' un fatto che
il nazismo diciamo si "integra" con la grande industria tedesca e viceversa.Krupo, Farben.grande finanza ( Hialmar Scacht graziato a Norimberga su intervento finanza internazionale ! ).

Il nazismo e' anticomunista e pur tuttavia l'Armata Rossa "ospita" la Wermacht che sperimenta lontano da occhi indiscrerti e in barba al trattato di Versailles le nuove armi.

Ma Stalin poi fa fuori tanti alti ufficiali russi sospetti di simpatie
naziste o comunque filotedeschi.

Che industrialmente parlando i russi non fossero in grado di contrastare i tedeschi lo dubito.Stalin aveva condotto una industrializzazione forzata con conseguenze sull'industria militare che disponeva di carri armati.aerei,cannoni,etc.etc ma e' anche un fatto che senza l'apporto americano i russi contro i tedecshi non ce l'avrebbero fatta.Un dato solo:oltre 400.000 autocarri e sopratutto viveri.I russi si concentrarono sui carri armati cannoni katiusce.Non buttarono energie in bombardamenti.

Piu' ci penso e piu' mi confermo che ognuno dei due guatasse l'altro.Ognuno poteva exssere aggressore od aggredito ma nella realta' tutti erano aggressori.O sbaglio ?

Per la Spagna ripeto che fu una occasione di espansionismo
ideologico che si presento' a Stalin e questi la sfrutto'.Tenere
sempre presente che era gia' attivo il Cominform che fu " sospeso " dopo il 41 per non urtare gli anglo-americani per riprenderne li scopi dopo il 45 et relativa poi guerra fredda il cui
primo passo' pero' fu americano.Atomiche !

Stalin era prudente ? Non direi.Era solo un volpone che pero' nel 48-49 si espose a Berlino con gli esiti che sappiamo e ne usci' pestato ed umiliato di fronte al mondo intero.

Gli USA avevano certamente un interesse in Europa.Quella di
renderla loro succube e farne una " nazione a sovranita' limitata " e del resto questo lo vediamo tuttora Francia a parte.

Gli USA restano spietati avversari dell'Europa in modo direi istituzionale e viscerale fin dalla nascita ma in modo virulento
dopo il 1865 quando liberi dalla guerra civile letteralmente si buttano per la lolro biblica " mission":la prima vittima e' il Giappone.

Le notizie sulla guerra preventiva fino ad ora non hanno la veste di studi approfonditi ma compaiono qua e la' come buttate li'.

Inzio' anni fa Giorgio Pisano'.Ultimamente ho letto da qualche parte:si sa che Putin ha detto a Schroder che quelle del 41 della Germania fu una guerra preventiva.Altre tre parole in David Irving.
Al momento le annotai ma non diedi importanza solo che ora cio' appare di piu'.Tieni presente che quella delle responsabilita' russe era parecchio tabu' per ovvi motivi.

Ricordo anche la descrizione della prima grande battaglia nella descrizione di un generale tedesco a proposito dell'assembramento dei mezzi corazzati russi e poi dico io.ma come hanno fatto i tedeschi a catturare due milioni di militari russi se questi non stavano li me se stavano li' perche' erano li per
di piu' in aree ristrette. ? Cerchiamo anche soluzioni logiche.

Spagna e Inghilterra.Gli inglesi sono dei pragmAtici.Pertanto il loro interesse era quello di proteggere i lloro interessi.Non stupirebbe di sapere che tramite Churchill operavassero subdolanente senza esporrfe il governo ingkese e non dimenticare che nel 15 Mussolini ere sostenuto anche da loro.

Alla fine comunque dico io bisogna uscire dagli abusati schemi
storiografici e cercare cercare cercare.La verita' prima o poi verra' a galla.Magari sara' troppo tardi come diceva De Felice
ma alla fine la soddisfazione dei ricercatori sara' grande.

COSI E' SE VI PARE !"

S.E.&.O.

UN SALUTO CORDIALE

kid
19-03-03, 19:37
Ferruccio che prendo molto volentieri. Solo su Stalin trovo che tendi a sottovalutare la sua preoccupazione interna di partito e la sua formazione di uomo di apparato. Mica ho detto che fosse una persona equilibrata! Era solo più prudente di Hitler, a mio giudizio. Ad esempio gli ufficiali russi che fece fucilare per simpatie per i nazisti, ho più di un dubbio a proposito. Il cominform era più una struttura di controllo dei partiti fratelli, per così dire, che una centrale di elaborazione della rivoluzione mondiale. Sulla Spagna io resto della mia idea: Stalin partecipò senza entusiasmo e l'unico interesse che trovò in quella guerra era regolare i conti con i suoi oppositori.

Ambrogio
20-03-03, 11:24
Originally posted by calvin
Ferruccio che prendo molto volentieri. Solo su Stalin trovo che tendi a sottovalutare la sua preoccupazione interna di partito e la sua formazione di uomo di apparato. Mica ho detto che fosse una persona equilibrata! Era solo più prudente di Hitler, a mio giudizio. Ad esempio gli ufficiali russi che fece fucilare per simpatie per i nazisti, ho più di un dubbio a proposito. Il cominform era più una struttura di controllo dei partiti fratelli, per così dire, che una centrale di elaborazione della rivoluzione mondiale. Sulla Spagna io resto della mia idea: Stalin partecipò senza entusiasmo e l'unico interesse che trovò in quella guerra era regolare i conti con i suoi oppositori.

Per carita' Calvin non parlare di lezioni che non e' proprio il caso.
Sono un dilettante e niente altro come pure non parlare delle mie " memorie ".Sono solo di ricordi di una bambino-ragazzino-ragazzo.La parola " memorie " ha un che di pomposo che non mi piace. Con la parola " memorie " quanti contrabbandi di verita' fasulle !


Per il resto al tuo messaggio risspondero' in seguito.Non e' facile.
Chi era Stalin ?A mio avviso un nuovo Czar e comunque Czar russo con ben presenti gli interessi russi e del resto perche' non avrebbe dovuto essere cosi' ? Coinvolse financo per salvare il siuo aeses la Vhiesa Ortodossa di cui aveva distrtutto le chiese fino a pochi anni prima.

A presto ed un saluto cordiale.

Ambrogio
20-03-03, 13:07
AMARCORD ! Ecco la parola che calza a pennello.Perche' a tale distanza di tempo i nostri ricordi piaccia o no subiscono sempre quanto meno una certa deformazione.Talvolta anche una grande deformazione.

Anche ai ricordi scritti bisognerebbe poter dare un sottofondo musicale ed a me quello di Nino Rota per quel film di Fellini andrebbe benissimo.

Piu' magari qualche canzone o musica di quell'epoca.

Fischia il sasso,il nome squilla ,del ragazzo di Portoria,che l'intrepido Balilla sta gigante nella storia........................

Un saluto

Ambrogio
21-03-03, 18:00
PER CALVIN

RAGIONAMENTO ELEMENTARE. DOPO TUTTO NEL SETTEMBRE 1939 SIA L'URSS CHE LA GERMANIA AGGREDIRONO LA POLONIA TUTTI E DUE ASSIEME.FURONO AGGRESSORI E DUNQUE NON E' FUORI LOGICA CHE TUTTI E DUE SI PREPARASSERO AD AGGREDIRSI
ESSENDO ANCHE CHIARO CHE L'AGGRESSIONE DELL'URSS ALLA POLONIA ERA DETTATA DA RAGIONI DI PRECAUZIONE VERSO LA GERMANIA DI HITLER IN FUNZIONE DI UNA PERICOLOSA POTENZIALE SITUAZIONE FUTURA.

MAGARI HO TORTO MA LA LOGICA A MIO AVVISO MOLTO VOLTE NELLA RICERCA STORICA QUANTO MENO VA TENUTA PRESENTE.

LA LOPGOICA NON LA PUO' DEFORMARE O NASCONDERE NESSUNO. LE INFORMAZIONI E DOCUMENTAZIONE INVECE SI.

E' PROPRIO PER QUESTO TRA Lè'ALTRPO CHE A NORIMBERHGA IL PATTO RIBBENTROPO MOLOTOVA ERA TABU'.PATTO RIBBENTROP-
MOLOTOV ? CHI ERA COSTUI ? MAI ESISTITO !


NON CREDI ?

kid
21-03-03, 20:14
due totalitarismi che stringevano accordi fra di loro e si preparavano a colpirsi l'un l'altro alle spalle. Il mio dubbio era puramente tecnico militare e cioè sulle capacità dei russi di essere potenza aggressiva in quel determinato momento, non certo ideologico politico.

enrique lister
01-04-03, 03:48
Originally posted by calvin
Sulla Spagna io resto della mia idea: Stalin partecipò senza entusiasmo e l'unico interesse che trovò in quella guerra era regolare i conti con i suoi oppositori.


diciamo che a un certo punto ha preso atto della situazione e ha chiuso il conto. Nella sconfitta ha guadagnato qualcosa: l'eliminazione a livello continentale (poi proseguite in Urss con il suo sgherro Togliatti) dei nemici interni e quindi il totale allineamento delle classi operaie a difesa dell'Urss :)

però penso che all'inizio l'idea dei Fronti Popolari in Spagna ed in Francia lo solleticasse non poco

kid
01-04-03, 11:51
nella nostra considerazione del valore ideale in Stalin. I fronti popolari negli anni trenta vegono sconfitti più o meno ovunque ed il principio della rivoluzione si trincea nella sola Unione sovietica. Chi lo sostiene in Europa è Trotsky, il principale rivale di Stalin.

enrique lister
01-04-03, 14:54
Originally posted by calvin
nella nostra considerazione del valore ideale in Stalin. I fronti popolari negli anni trenta vegono sconfitti più o meno ovunque ed il principio della rivoluzione si trincea nella sola Unione sovietica. Chi lo sostiene in Europa è Trotsky, il principale rivale di Stalin.

ma Stalin non è intenzionato a promuovere alcuna rivoluzione. A lui bastava costruire in Europa una serie di governi amici, rispettabilmente e sinceramente borghesi e capitalisti, in doppa funzione antifascista e, potenzialmente, antiinglese.

Nel '36 Stalin già consoceva la volontà della Germania di espandersi ad est, e temeva l'anticomunismo dilagante nell'Europa dell'est

kid
01-04-03, 15:14
Stalin era un dittatore, mica un rivoluzionario. La rivoluzione russa, che poi fu un colpo di stato, era finalizzata alla dittatura. Trotsky, al più ,era un rivoluzionario e Lenin stava a metà.

Ambrogio
01-04-03, 15:38
Originally posted by enrique lister
ma Stalin non è intenzionato a promuovere alcuna rivoluzione. A lui bastava costruire in Europa una serie di governi amici, rispettabilmente e sinceramente borghesi e capitalisti, in doppa funzione antifascista e, potenzialmente, antiinglese.

Nel '36 Stalin già consoceva la volontà della Germania di espandersi ad est, e temeva l'anticomunismo dilagante nell'Europa dell'est


L'unica cosa che io posso dire e' che , preveggentemente,
STALIN alla fine anni trenta fece fuori tutti gli alti ufficiali dell'Armata Rossa sospetti filotedeschi.Si aspettava un attacco tedesco ? Probabile !

Avesse Mussolini fatto lo stesso con gli ammiragli italiani filo inglesi
I veri dittatori fanno cosi' e poi mandano la flotta contro il nemico fino all'ultima nave e fino allì'ultimo marinaio !

Ma ripeto bisogna essere dei veri dittatori.

Un saluto

agaragar
02-04-03, 01:45
Originally posted by calvin
Stalin era un dittatore, mica un rivoluzionario. La rivoluzione russa, che poi fu un colpo di stato, era finalizzata alla dittatura. Trotsky, al più ,era un rivoluzionario e Lenin stava a metà.
Stalin ha profondamente cambiato il mondo, ci ha lasciato tra l'altro la cina odierna....

Lenin era solo un dittatore, e trotsky una fighetta.

kid
02-04-03, 13:26
pasquino quel fine conoscitore della storia che ci spiega come Napoleone fosse l'erede della monarchia francese.

kid
02-04-03, 13:27
e degli uomini visto che ritiene il più prestigioso comandante dell'Armata Rossa, "una fighetta".

Ambrogio
02-04-03, 15:23
Originally posted by Pasquin0
Stalin ha profondamente cambiato il mondo, ci ha lasciato tra l'altro la cina odierna....

Lenin era solo un dittatore, e trotsky una fighetta.

Trotzky sara' stato un " fighetta " magari fanatico e sanguinario ma sul campo condusse i suoi alla vittoria contro una potente coalizione supportata financo da grandi potenze straniere.Mica roba da poco.

Stalin vinse poi dentro al Partito con i metodi che sappiamo.

Non e' che io ne sappia molto a millantare conoscenze limitate in materia ma cio' mi sembra evidente.


Un saluto

agaragar
02-04-03, 20:53
Originally posted by Ferruccio
Trotzky sara' stato un " fighetta " magari fanatico e sanguinario ma sul campo condusse i suoi alla vittoria contro una potente coalizione supportata financo da grandi potenze straniere.Mica roba da poco.

Stalin vinse poi dentro al Partito con i metodi che sappiamo.

Non e' che io ne sappia molto a millantare conoscenze limitate in materia ma cio' mi sembra evidente.

Quello di Trotzky valoroso capo dell'armata rossa è solo una mistificazione, lo zarismo perse perchè aveva contro il 90% della popolazione, compresa la borghesia e gli ufficiali dell'esercito e financo gli agenti dell'okrana che passarono in massa alla ceka,
e perchè l'aiuto dato dalle potenze "capitalistiche" fu solo formale,
tanti avevano interesse alla caduta dello zar, e nessuno, che si intendesse di politica, credeva davvero che lenin fosse un socialista.

Cominciando dall'armistizio di brest, si presume che i tedeschi abbiano massicciamente appoggiato il bolscevismo fino e oltre il novembre 18,
l'inghilterra vedeva allontanarsi la pressione su india e cina ecc.

In realtà molti avevano capito che la rivoluzione bolscevica avrebbe portato all'esplosione dell'impero zarista, cosa che poi avvenne nel 1989, con ritardo perchè un colosso come Stalin nessuno poteva prevederlo.

La prova del valore dell'armata "rossa" di trotsky si vide nella sonora sconfitta ad opera del meno che mediocre esercito della piccola polonia nel 1920, sconfitta in seguito alla quale la polonia occupò 200.000 kmq di territorio sovietico.

trotsky era solo buono ad assassinare operai in rivolta come a kronstad.

Ambrogio
03-04-03, 10:11
La sconfitta dei BIANCHi fu dovuta per larga parte al fatto che questi avevano contro le campagne e sopratutto i piccoli proprietarii terrieri che dai comunisti avevano avuto terre del latifondo ( kulaki.Se solo avessero potuto prevedere la loro sorte successiva di pochi anni con Stalin ! ).I Kulaki temevano che i Bianchi avrebbero loro tolto le terre avute.Tutto qui'.La Russia e' sopratrutto la campagna specie allora.Dominare la campagna voleva dire dominare tutto e i Bianchi si disperseroi in quegli enormi spazi per di piu' ostili.

La sconfitta dei bolscevichi in Polonia fu dovuta in primis ai corpi franchi tedeschi della Prussia Orientale che diedero un aiuto determinante al Maresciallo Pilsudski e che erano la prima linea contro i russi.

I tedeschi nel 41 con il loro comportamento bestiale verso la popolazione civile fecero il resto.

Un saluto

kid
03-04-03, 11:32
fra gli altri, la rivoluzione tradita, che per chiunque abbia un barlume di intelligenza dovrebbe essere sufficiente ad infondere un po' di rispetto per un uomo coerente con le sue idee tanto da pagarne un prezzo piuttosto alto.

enrique lister
03-04-03, 15:33
Originally posted by calvin
fra gli altri, la rivoluzione tradita, che per chiunque abbia un barlume di intelligenza dovrebbe essere sufficiente ad infondere un po' di rispetto per un uomo coerente con le sue idee tanto da pagarne un prezzo piuttosto alto.

però ha ragione Pasquino nel dire che T. guidò l'Armata Rossa all'insegna del terrore più totale, verso i soldati, i contadini e i nemici.
A questo proposito io ho una fonte decisamente anticomunista (Pipes) che forse avrà esagerato qualcosa, magari gonfiato qualche cifra, ma non credo si sia inventato tutto di sana pianta.

Piuttosto mi piacerebbe aprire una discussione su Stalin, sulla base di quella che mi disse a lezione la mia prof di università qualhce anno fa, ma non credo che 'sto forum sia il posto più adatto.

Quasi quasi vado su Historia magistra etc.
:D

Ambrogio
03-04-03, 15:46
Originally posted by enrique lister
però ha ragione Pasquino nel dire che T. guidò l'Armata Rossa all'insegna del terrore più totale, verso i soldati, i contadini e i nemici.
A questo proposito io ho una fonte decisamente anticomunista (Pipes) che forse avrà esagerato qualcosa, magari gonfiato qualche cifra, ma non credo si sia inventato tutto di sana pianta.

Piuttosto mi piacerebbe aprire una discussione su Stalin, sulla base di quella che mi disse a lezione la mia prof di università qualhce anno fa, ma non credo che 'sto forum sia il posto più adatto.

Quasi quasi vado su Historia magistra etc.
:D

Te ne saremmo grati.E'il forum piu' adatto per questo genere si 3d
ed e' stato creato apposta per questo genere di dibattiti dibattiti.

Quanto a Trotsky certamente era un fanatico sanguinario.Perche'
fu fatto assassinare da Stalin ? Quale pericolo vedeva Stalin in Lui
specie in quel periodo ? Come mai lo aveva lasciato uscire dall'URSS invece di farlo fuori subito ?

Un saluto

enrique lister
03-04-03, 16:28
Originally posted by Ferruccio

Quanto a Trotsky certamente era un fanatico sanguinario.Perche'
fu fatto assassinare da Stalin ? Quale pericolo vedeva Stalin in Lui
specie in quel periodo ? Come mai lo aveva lasciato uscire dall'URSS invece di farlo fuori subito ?

Un saluto


avanzo un'ipotesi. Credo che ad un certo punto (fine anni '30) l'eliminazione di T. fosse inevitabile ed improrogabile perché Stalin vedeva in lui un elemento di lacerazione dell'unità del movimento comunista.
Fino ad un certo punto, Stalin si occupò di eliminare soprattutto il dissenso interno all'Urss e di controllare all'esterno.
Ad un certo punto lo fece anche al di fuori dell'Urss, nei movimenti operai (vedi la repressione della Cnt/Poum, l'eliminazione dei dirigenti comunisti europei sgraditi etc.etc.).

Perché questo cambiamento? perché era mutata la scena mondiale, l'Urss era sotto attacco sia delle democrazie, sia dei nazifascismi ed ad isolamento internazionale e Stalin confermò nella pratica la sua teoria: non è l'Urss a dover essere a servizio della rivoluzione della classe operaia, ma è la classe operaia a dover difendere l'Urss.
Inoltre in quel momento era vitale avvicinarsi alle borghesie progressiste europee e la rivoluzione permanente dei trotzkisti non era certo propizia a questo scopo.
Insomma in quegli anni le vicende imposero a S; di prendere totalmente e definitivamente in mano il movimento operaio, tant'è vero che non eliminò solo T. ma ogni forma di dissidenza anche minima (Kamenev, Zinov'ev, Radek....)

che ne pensate?

Ambrogio
03-04-03, 16:56
Originally posted by enrique lister
avanzo un'ipotesi. Credo che ad un certo punto (fine anni '30) l'eliminazione di T. fosse inevitabile ed improrogabile perché Stalin vedeva in lui un elemento di lacerazione dell'unità del movimento comunista.
Fino ad un certo punto, Stalin si occupò di eliminare soprattutto il dissenso interno all'Urss e di controllare all'esterno.
Ad un certo punto lo fece anche al di fuori dell'Urss, nei movimenti operai (vedi la repressione della Cnt/Poum, l'eliminazione dei dirigenti comunisti europei sgraditi etc.etc.).

Perché questo cambiamento? perché era mutata la scena mondiale, l'Urss era sotto attacco sia delle democrazie, sia dei nazifascismi ed ad isolamento internazionale e Stalin confermò nella pratica la sua teoria: non è l'Urss a dover essere a servizio della rivoluzione della classe operaia, ma è la classe operaia a dover difendere l'Urss.
Inoltre in quel momento era vitale avvicinarsi alle borghesie progressiste europee e la rivoluzione permanente dei trotzkisti non era certo propizia a questo scopo.
Insomma in quegli anni le vicende imposero a S; di prendere totalmente e definitivamente in mano il movimento operaio, tant'è vero che non eliminò solo T. ma ogni forma di dissidenza anche minima (Kamenev, Zinov'ev, Radek....)

che ne pensate?

Come ipotesi mi sembra piuttosto fondata e valida.Ma io non ho le conoscenze e le letture sufficienti per un giudizio convinto.

Ricordo anche la vicenda di Bucharin e quella diirigenti comunisti polacchi vicende che videro implicato di........... brutto Togliatti.

A proposito dei corpi franchi tedesco prussiani mi viene in mente un libro molto documentato che ho su a casa:BALTIKUM.

Se qualcuno e' interessato posso comunicare autore ed editore.
Ma e' roba di almeno venti anni fa.Come passa il tempo ragazzi !

Un saluto

kid
03-04-03, 18:01
sono corrette e riflessive, aggiungerei solo che l'eliminazione diretta di una personalità come Trotky era comunque un problema di non facile realizzazione per Stalin, essendo considerato per molti versi lui l'erede politico di Lenin e non il "magnifico georgiano". Di fatti non c'è mai stata una rivendicazione del regime stalinista dell'omicidio maturato in seguito. Comunque la mia obieizione era alla definizione di Trotsky come "fighetta", che d'altra parte fa il paio con quella della stessa fonte che definisce napoleone, "soltanto un generale". Se avessi letto che Trotsky era spietato e sanguinario, come dimostrò a Kronstad e non solo, non avrei avuto nulla da obiettare. I bolscevichi, tutti, Lenin per primo, erano spietati e sanguinari come e forse più dei nazisti. Mussolini era davvero un bonaccione in confronto!

agaragar
04-04-03, 02:34
Originally posted by calvin
fra gli altri, la rivoluzione tradita, che per chiunque abbia un barlume di intelligenza dovrebbe essere sufficiente ad infondere un po' di rispetto per un uomo coerente con le sue idee tanto da pagarne un prezzo piuttosto alto.
Trotsky era una fighetta, ciò traspare da tutti i suoi scritti.

Tu sei fesso.

Ambrogio
04-04-03, 09:06
Originally posted by Pasquin0
Trotsky era una fighetta, ciò traspare da tutti i suoi scritti.

Tu sei fesso.

Ma pecrhe' far scadere una civile ed educata discussione con questo termine ? Che cosa ci guadagni ? Guarda che la brutta figura la fai tu di fronte a tutti.Potevi dire che so':ingenuo
ma fesso ..........non e' " stile".

Un saluto....civile !

agaragar
04-04-03, 18:27
pane al pane e vino......

Come definire chi si lascia incantare da uno spione come trotsky, membro di quella banda di mascalzoni che fu il partito bolscevico?

il nostro t. comunque fino al 1917 tenne il piede in due staffe,
quella bolscevica e quella della socialdemocrazia europea.

Se c'è una figura di oggi che gli somiglia è il "leader maximo" fidel castro...

kid
07-04-03, 12:18
ma il livello di pasquino è quello che è. Piuttosto basso.

agaragar
07-04-03, 12:22
tranqui calvin, d'ora in poi non risponderò più ai tuoi posts.

kid
07-04-03, 12:27
così ti qualifichi per quello che sei e per le tue profonde conoscenze della storia e dei suoi protagonisti.

Tomás de Torquemada
11-04-03, 07:06
Più tardi, con grande piacere, riprenderò la mia modesta opera di revisione dei testi per espungere gli errori di battitura, purtroppo interrotta quando è scoppiata la guerra (tra i cui effetti nefasti c'è anche l'avermi distratto da tante cose importanti... :))...

Ciao.

Ambrogio
11-04-03, 10:21
Originally posted by Tomás de Torquemada
Più tardi, con grande piacere, riprenderò la mia modesta opera di revisione dei testi per espungere gli errori di battitura, purtroppo interrotta quando è scoppiata la guerra (tra i cui effetti nefasti c'è anche l'avermi distratto da tante cose importanti... :))...

Ciao.

grazie tomas !

Buon fine settimana !

Ambrogio
11-04-03, 10:21
Originally posted by Tomás de Torquemada
Più tardi, con grande piacere, riprenderò la mia modesta opera di revisione dei testi per espungere gli errori di battitura, purtroppo interrotta quando è scoppiata la guerra (tra i cui effetti nefasti c'è anche l'avermi distratto da tante cose importanti... :))...

Ciao.

grazie tomas !

Buon fine settimana !

Ambrogio
11-04-03, 10:24
Originally posted by Tomás de Torquemada
Più tardi, con grande piacere, riprenderò la mia modesta opera di revisione dei testi per espungere gli errori di battitura, purtroppo interrotta quando è scoppiata la guerra (tra i cui effetti nefasti c'è anche l'avermi distratto da tante cose importanti... :))...

Ciao.

grazie tomas !

Buon fine settimana !

kid
11-04-03, 18:20
ho trovato in un libro di Robert Kagan appena pubblicato in Italia, paradiso e potere, mondadori, sostegno alle tue tesi sull'avversione degli Usa di Roosvelt all'Europa. Io non le avevo contestate, ma le avevo interpretate come un problema più complesso. Invece a leggere Kagan mi pare che avevi più ragione tu. E' una lettura molto interessante che ti raccomando. Buona domenica.

agaragar
11-04-03, 19:35
Originally posted by Tomás de Torquemada
Più tardi, con grande piacere, riprenderò la mia modesta opera di revisione dei testi per espungere gli errori di battitura, purtroppo interrotta quando è scoppiata la guerra (tra i cui effetti nefasti c'è anche l'avermi distratto da tante cose importanti... :))...

Ciao.

grazie tomas !

Buon fine settimana !

Tomás de Torquemada
13-04-03, 00:11
Originally posted by Pasquin0
grazie tomas !

Buon fine settimana !

Grazie, caro Pasquin0, ma già avevo capito... :)

Succede a volte, per problemi con il server, che il post si "moltiplichi"...

Ambrogio
03-06-03, 17:54
Sara' certamnente capitato anche a Voi nel riordinare vecchie carte o vecchi libri di ritrovare qualche cosa che vi procura l'emozione del ritrovamenteo di un pezzo della vostra vita e di senikre improvisamente il passato cadervi addosso come un macigno.

E' la sensazione che ho provato l'altra giorno nel ritrovare un cvecchio fascicolo dal titolo: IL TEMPO DEL BASTONE E DELLA CAROTA - Storia di un anno ( Ottobre 1942.Settembre 1943 )

Autore:BENITO MUSSOLINI

Supplemento del Corriere della Sera nr.190 del 9-8-1944 XXI

Lit. 10

E' la raccolta di tutti gli articoli della predetta serie usciti tra il Giugno ed il Luglio 1944.

Copertina molto semplice colore grigio chiaro quasi verdino.
Carta di qualita' infima ( proprio roba da 1944 ).

Comincia con una prefazione che dice:

Desiderata da molti, viene qui raccolta la serie degli articoli che nei mesi di giugno e luglio furono pubblicati dal " Corriere della Sera "

Si trattava di far conoscere come i fatti e gli avvenimenti si svolsero nei mesi piu' tragici della recente storia d'Italia.Si trattava
cioe' di offrire una documentazione ched potra' ESSERE E SARA'
A SUOI TEMPO COMPLETATA MA NON POTRA' ESSERE SMENTITA.POICHE' TUTTO CIO' CHE FU RFACCONTATO E' VERO,CIOIE' E' REALMENTE ACCADUTO.

Nella stessa vicenda e nelle sue fatali conseguenze e' contenu
ta la morale.

L'Italia e' oggi crocefisda, ma gia' si delinea all'orizzonte il crepuscolo mattinale della Resurfrezione.


M.

Da quei fogli ingialliti, come per magia,arriva come il sentore di una grande tragedia.Si sente la sofferenza di chi ha scritto quelle righe ed il suo tormento di italiano che vede la tragedia della Patria ma nello stesso tempo affiora l'atmosfera irrepetibile di quei giorni nel 44.E' come se da quei fogli slabbrati ed ingialliti uscisse un vento di bufera e un urlo di dolore.Cerchi di placare
queste sensazioni ma non ci riesci.IL PASSATO RITORNA COME UNO SPETTRO ANSIOSO DI GIUSIIZIA E DI VENDETTA.

Vi saluto.

Ambrogio
04-06-03, 17:30
Ho postato ieri su questo 3d un messaggio riguardo il mio ritrovamento di un vecchio fascicolo del CORRIERE DELLA SERA con la raccolta degli articolo apparsi nel 44 a firma di Benito Mussolini con il titolo IL TEMPO DEL BASTONE E DELLA CAROTA - Storia di un anno.

Il mio messaggio anzi due e' apparso regolarmente ma non
compare pero' tale invio come messaggio inviato da Ferruccio in data 3.06.03.Qualche disfunzione ?

Grazie et saluti a tutti.

Clarissa (POL)
30-07-03, 18:06
sono felice di "sentir parlare" qualcuno di quel periodo in modo equilibrato, senza pregiudizi ma semplicemente con il desiderio di raccontare i fatti e l'ambiente in cui è cresciuto. non mi capita mai ! mi devo confrontare quotidianamente con politici che non conoscono la storia ma preoccupati unicamente di salvaguardare interessi di cordata, con lacchè che adulano i sopracitati onorevoli per ottenere un qualche beneficio o favorire la propria carriera, oppure con giovani mossi da un sincero entusiasmo e voglia di fare e Purtroppo! destinati ad essere utilizzati come manovalanza. Sono proprio stanca ! non mi capita mai invece di ascoltare qualcuno che manifesta amor di patria e vede nella politica il mezzo per l'affermazione del nostro paese. Sapere che ciò è accaduto e constatare che esiste qualcuno che si ricorda di questo sentimento , veramente mi rincuora. Questo forse il pregio e la grande ambizione di Mussolini, aver tentato di trasformare una massa senza forma e senza denominatore comune in popolo, in un popolo fatto di persone che si riconoscevano nella propria nazione che ne desideravano l'affermazione e che ne vantavano l'appartenenza con orgoglio. Tutto il resto - per citare una canzone - E' noia.
Saluti
Clarissa - da Roma

Ambrogio
30-07-03, 18:25
Grazie Clarissa, hai capito molto bene lo spirito del mio racconto.

Eravamo orgogliosi di essere italiani ed io ringrazio Mussolini per quello che mi ha dato.

Ho come la sensazione di avere vissuto in un Paese per lo meno decente fino alk 25 Luglio del 43.

Poi purtroppo ho invece la sensazione di avere vissuto in un letamaio.


Un zsaluto

agaragar
30-07-03, 21:14
In origine postato da Ferruccio
Grazie Clarissa, hai capito molto bene lo spirito del mio racconto.

Eravamo orgogliosi di essere italiani ed io ringrazio Mussolini per quello che mi ha dato.

Ho come la sensazione di avere vissuto in un Paese per lo meno decente fino alk 25 Luglio del 43.

Poi purtroppo ho invece la sensazione di avere vissuto in un letamaio.


Un zsaluto
giusto ferruccio, al paese dei miei ancora vivevano in splendide grotte allora e non in malsane palazzine!

La denutrizione impediva antiestetici ingrassamenti, e la disoccupazione lasciava libera la gente di andare a passeggio,

le leggi razziali, l'alleanza con hitler, la guerra civile......ah, ke bei tempi.

Ambrogio
31-07-03, 11:02
In origine postato da Pasquin0
giusto ferruccio, al paese dei miei ancora vivevano in splendide grotte allora e non in malsane palazzine!

La denutrizione impediva antiestetici ingrassamenti, e la disoccupazione lasciava libera la gente di andare a passeggio,

le leggi razziali, l'alleanza con hitler, la guerra civile......ah, ke bei tempi.

Ma allora devi anche fare un paragone a che cosa era l'Italia prima del fascismo.

Io ho parlato di un paese almeno decente non perfetto.Guardati intorno.

Un saluto

agaragar
31-07-03, 19:50
L'italia fu fin dalle origini un pò fascista, comunque l'italia risorgimentale era piena di speranze, combattè e vinse onorevolmente una guerra,

L'italia attuale è ancora fascista, come diceva almirante e come dimostra Fini.

Clarissa (POL)
01-08-03, 13:52
L'italia vota Fini, ma il fascismo non sà cosa sia.
Sono soltanto persone che sostengono chi governa, perchè non ci hanno votato quando eravamo MSI ? anzi lo hanno fatto, perchè Fini alle Comunali da Candidato a Sindaco raggiunse il 48% dei voti. Salvo poi trasformare in un baleno il nostro partito in qualcosa di indefinito, in un simbolo che non si sà che cosa rappresenta, in un partito che non ha nessuna identità.

agaragar
01-08-03, 14:19
In origine postato da Clarissa
L'italia vota Fini, ma il fascismo non sà cosa sia.
Sono soltanto persone che sostengono chi governa, perchè non ci hanno votato quando eravamo MSI ?
perchè esisteva ancora la democrazia cristiana e an non poteva avere i suoi voti al sud.....

Fini sa benissimo cosa sia il fascismo, anche il fascismo di mussolini all'inizio sembrava una specie di socialismo, anche il partito di hitler si chiamava socialista....

Clarissa (POL)
01-08-03, 14:44
di cosa hai paura !
tranquillo, perchè in Alleanza Nazionale è qualcosa di molto simile ai D.S. Comunque NOI siamo meglio ! abbiamo più capacità, personalità e determinazione. e scusa tanto... !

Ambrogio
01-08-03, 14:58
In origine postato da Pasquin0
giusto ferruccio, al paese dei miei ancora vivevano in splendide grotte allora e non in malsane palazzine!

La denutrizione impediva antiestetici ingrassamenti, e la disoccupazione lasciava libera la gente di andare a passeggio,

le leggi razziali, l'alleanza con hitler, la guerra civile......ah, ke bei tempi.

L'IRI , l'INPS , L'INAM , opere pubbliche a bizzeffe, GLI ACQUEDOTTI, LE PRIME AUTOSTRADE, L'ELETTRIFICAZIONE
DELLE FERROVIE,LE COLONIE MARINE , LO STATO SOCIALE CHE PRIMA NON ERA NEPPURE ESISTITO.

DOVREI SCRIVERE PAGINE INTIERE SOLO PER CITARE TUTTE LE OPERE DEL REGIME CHE CAMBIARONO IL VOLTO DELL'ITALIA.
E NEL CONTEMPO CI ERAVAMO FATTI ANCHE UN IMPERO.UNA GRANDE FLOTTA DA GUERRA ETC.

MA FORSE QUESTE REALIZZAZIONI AVEVANJO UNA RAGIONE DI FONDO:I FASCISTI NON RUBAVANO !

UN SALUTO

Clarissa (POL)
01-08-03, 15:29
Sono assolutamente d'accordo con te Ferruccio !
Anche adesso esistono fascisti che non rubano.
Gli uomini di alleanza nazionale hanno un solo handicap, quello di avere un complesso di inferiorità, forse a causa di 50 anni di emarginazione sociale vissuta.
Io sono fascita mio malgrado, il mio solo rammarico è che non posso dirlo a voce alta perchè il mio stesso partito non grasdisce.

agaragar
01-08-03, 15:35
In origine postato da Ferruccio
L'IRI , l'INPS , L'INAM , opere pubbliche a bizzeffe, GLI ACQUEDOTTI, LE PRIME AUTOSTRADE, L'ELETTRIFICAZIONE
DELLE FERROVIE,LE COLONIE MARINE , LO STATO SOCIALE CHE PRIMA NON ERA NEPPURE ESISTITO.

DOVREI SCRIVERE PAGINE INTIERE SOLO PER CITARE TUTTE LE OPERE DEL REGIME CHE CAMBIARONO IL VOLTO DELL'ITALIA.
E NEL CONTEMPO CI ERAVAMO FATTI ANCHE UN IMPERO.UNA GRANDE FLOTTA DA GUERRA ETC.

MA FORSE QUESTE REALIZZAZIONI AVEVANJO UNA RAGIONE DI FONDO:I FASCISTI NON RUBAVANO !

UN SALUTO
gli altri paesi nello stesso tempo fecero molto ma MOLTO di più,
governo laburista in inghilterra nel 26
leon blum e le 40 ore
Stalin in russia
Roosevelt e il new deal in america.....

Durante il fascismo non c'era un vero controllo sulla spesa pubblica, usavano i soldi come gli pareva, la politica economica era deflazionista e i conti dell'IRI li paghiamo ancora oggi....

Mi pare che l'italia prefascista vinse una guerra e il fascismo la perse,
sprofondati nell'abisso.

Ambrogio
01-08-03, 16:33
In origine postato da Clarissa
Sono assolutamente d'accordo con te Ferruccio !
Anche adesso esistono fascisti che non rubano.
Gli uomini di alleanza nazionale hanno un solo handicap, quello di avere un complesso di inferiorità, forse a causa di 50 anni di emarginazione sociale vissuta.
Io sono fascita mio malgrado, il mio solo rammarico è che non posso dirlo a voce alta perchè il mio stesso partito non grasdisce.

Io lasciai il MSI nel 1987 insieme a Giorgio' Pisano' che aveva capito dove andavano a parare i Fini , Gasparri , Tatarella +,
etc.etc.

Diceva: il loro motto e':ABBIAMO PAZIENTATO QUARANTANNI.ORA BASTA !

Sentivano gia' fin da allora il gradevole odore del potere ed in nome di quello erano pronti a tutto anche a buttare alle ortiche
L'IDEA !

Un saluto cameratesco.

Ambrogio
01-08-03, 17:05
In origine postato da Pasquin0
gli altri paesi nello stesso tempo fecero molto ma MOLTO di più,
governo laburista in inghilterra nel 26
leon blum e le 40 ore
Stalin in russia
Roosevelt e il new deal in america.....

Durante il fascismo non c'era un vero controllo sulla spesa pubblica, usavano i soldi come gli pareva, la politica economica era deflazionista e i conti dell'IRI li paghiamo ancora oggi....

Mi pare che l'italia prefascista vinse una guerra e il fascismo la perse,
sprofondati nell'abisso.

No.fecero molto molto di me no quelli che dici.

Roosvelt: ancora oggi engli USA non hanno neppure lontanamente quello che Mussolini diede negli anni 20 e 30.
Quello che fece lo fece proprio scopiazzando Mussolini.
Lo stato sociale italianio e' ancora,financo nelle sigle,fascista.
Tredicesima, assegni famigliari,assistenza sanitaria etc.:tutta roba del Duce ,sabato di riposo ( il cosidetto sabato fascista )

Non mi risulta che il Fronte Popolare abbia fatto di piu' e meglio del fascismo a parte rovinare la Francia facendole perdere la guerra con la Germania perche' questa era alleata dei sovietici.

Stalin ? Manco mangiavano i russi.Stalin distrusse l'agricoltura russa accoppando sei milioni di kulaki che non volevano farsi sequestrare i raccolti.Fino aa pochi anni fa nei ristoranti eran ignorata l'esistyenza di frutta e verdura e se volevi una zucchina o un cetriolo dovevi andare in stazione doive nel piazzale
vendevano cari come il fuoco il raccolto del.....lolro oirticello privato.
Stalin sacrifrico' il benessere di una nazione alla industrializzazione forzata.Mancavano di tutto ancora nel 1990.

L'italia fascista vinse la guerra d'Etiopia e quella di Spagna.
Perse quella del 40 soprattutto per il tradimento di troppi in prima
linea degli ammmiragli e di tutti quelli prezzolati e a libro paga della massoneria.Comunque per batterlo dovettero mettere insieme la piu' grande coalizione militare di tutti i tempi.

I laburisti diedero l'assistenza sanitaria nel...........50 !

Comque con l'IRI furono salvate le grandi industrie italiane e messa la premessa per la ripresa post-bellica.Del resto Mussolini pensava / e lo ha detto Prodi stesso ) che l'IRI ormai era da dismettere per esaurimento del suo compito.Invece i democratici la usarono per clientelismo ed i conti che abbiamo pagato sono quelli democratici non i conti fascisti.

Comunque negli anni 30 l'Italia ebbe uni sviluppo incredibile e non dimenticare che eravamo una paese sostanzialmente agricolo
ed il Fascismo ci trasformo' in nazione industriale.E non avevamo materie prime !

Il complesso di opere pubbiche fu imponente. MOLTE DELLE INDUSTRIE CHE ANCORA OGGI VANNO PER LA MAGGIORE FURONO FONDATE IN QUEGLI ANNI.

A proposito sai cosa dicono in Russia.oggi ? Ma smettetela di parlare male di Mussolini che in fin dei conti vi ha salvati in tempo da quelle canaglie.

Un saluto


PS Comunjque io penso in ERO UN BALILLA di essere stato molto obbiettivo ed ho cercato di farvi rivivere un'epoca in sincerita'


Un saluto

kid
04-08-03, 09:54
A me è difficile fare paragoni fra gli stati e le politiche di Stati così diversi come gli Usa e l'Italia, ma non avrei dubbio che il fascismo fu un progetto di grande riscatto nazionale, cosa che non credo sia mai stato il comunismo. Mussolini era un grande statista, forse il più grande che abbiamo avuto in Italia, e proprio la gestione dell'industria di Stato che affidò a Beneduce, l'ex segretario di Nitti, un liberale, lo dimostra. Poi i mezzi dell'Italia erano quelli che erano e la distruzione del tessuto democratico un errore gravissimo perchè teso a sostituite la dialettica politica con il culto della personalità. Il duce non sbaglia mai, si diceva. Purtroppo no, anche lui sbaglia eccome. Fatale l'emulo Hitler che certo non aveva l'equilibrio di Mussolini ma che aveva un paese industriale più forte alle spalle. Però anche i fascisti rubavano, ad esempio il maresciallo Graziani in Etiopia. Grazie a solerti funzionari della Banca d'Italia il duce se ne accorse e si arrabbiò moltissimo. Ma Graziani la sfangò lo stesso perchè la cosa si poteva mettere a tacere. Opinione pubblica imbavagliata.

Ambrogio
04-08-03, 11:42
In origine postato da calvin
A me è difficile fare paragoni fra gli stati e le politiche di Stati così diversi come gli Usa e l'Italia, ma non avrei dubbio che il fascismo fu un progetto di grande riscatto nazionale, cosa che non credo sia mai stato il comunismo. Mussolini era un grande statista, forse il più grande che abbiamo avuto in Italia, e proprio la gestione dell'industria di Stato che affidò a Beneduce, l'ex segretario di Nitti, un liberale, lo dimostra. Poi i mezzi dell'Italia erano quelli che erano e la distruzione del tessuto democratico un errore gravissimo perchè teso a sostituite la dialettica politica con il culto della personalità. Il duce non sbaglia mai, si diceva. Purtroppo no, anche lui sbaglia eccome. Fatale l'emulo Hitler che certo non aveva l'equilibrio di Mussolini ma che aveva un paese industriale più forte alle spalle. Però anche i fascisti rubavano, ad esempio il maresciallo Graziani in Etiopia. Grazie a solerti funzionari della Banca d'Italia il duce se ne accorse e si arrabbiò moltissimo. Ma Graziani la sfangò lo stesso perchè la cosa si poteva mettere a tacere. Opinione pubblica imbavagliata.

Quisquilie ,sempre che sia vero,in confronto a quanto accaduto e accade tuttora in regime democratico.

Mussolini comunque non amava Graziani.Se lo ritrovo' nella RSI
dove Graziani con grande sprezzo delle sue personali convenienze si schiero'.Si gioco' la pelle altro che soldini !

Mica era un Badoglio ! Duca di Addis Abeba,Marchese del Sabotino etc .etc.

Un saluto

kid
05-08-03, 10:29
anche fra le personalità del regime fascista, più o meno come in tutti i regimi, ce ne sono di notevoli, alcune ammirevoli, io sono sempre affascinato da Balbo e anche da quel gradasso di Muti, per esempio, e non ti dirò Grandi, perchè se non mi accusi subito di tradimento! Ma altre erano disdicevoli ed anche ignobili.
Conoscevo personalmente il l'allora giovanissimo funzionario della Banca Commerciale che incastrò Graziani per ordine di Mussolini in Africa e che Mussolini dovette difendere perchè Graziani forte della sua autorità cercò di far condannare in Italia. Graziani fu un massacratore di popolazioni inermi in Somalia, aderì allla Rsi perchè il cln lo avrebbe fucilato se preso come criminale di guerra. E non rischiò niente perchè appena le cose andarono male si consegnò al buon cuore degli americani. Era meglio se si ammazzava Graziani e si lasciava vivere Mussolini. Rimpianti.

Ambrogio
05-08-03, 11:13
In origine postato da calvin
anche fra le personalità del regime fascista, più o meno come in tutti i regimi, ce ne sono di notevoli, alcune ammirevoli, io sono sempre affascinato da Balbo e anche da quel gradasso di Muti, per esempio, e non ti dirò Grandi, perchè se non mi accusi subito di tradimento! Ma altre erano disdicevoli ed anche ignobili.
Conoscevo personalmente il l'allora giovanissimo funzionario della Banca Commerciale che incastrò Graziani per ordine di Mussolini in Africa e che Mussolini dovette difendere perchè Graziani forte della sua autorità cercò di far condannare in Italia. Graziani fu un massacratore di popolazioni inermi in Somalia, aderì allla Rsi perchè il cln lo avrebbe fucilato se preso come criminale di guerra. E non rischiò niente perchè appena le cose andarono male si consegnò al buon cuore degli americani. Era meglio se si ammazzava Graziani e si lasciava vivere Mussolini. Rimpianti.

Non ho la pretesa di sostenere che TUTTI i fascisti erano onesti e specchiato.Affermo solo che nel complesso i fascisti erano onesti tanto e' vero che quando dopo la guerra cominciarono i processi per " profotti di regime " all'atto pratico doivettero piantarla in fretta perche' di profitti di regime ce ne furono ben pochi e stava diventando contriproducente processare perf questo i fascisti.

Immagina se oggi come oggi si dovessero fare dei processi
consimili a tutta la classe politica democratica dal 1945 ad oggi !

Prendo nota che Mussolini si diede da fare per incastrare Graziani: pero' che primo Ministro avevamo.Mica copriva i suoi.

A Mussolini Graziani stava sul ventre anche per i fatti successivi e soprattutto per la batosta di Sidi El Barrani.

E' indubbio ntuttavia che la condotta delle guerra di Mussolini stesso era stata quello che era stata cominciando dalle fasi inziali della guerra ...concordate con Parigi e Londra , ERA CADUTO IN UNA TRAPPOLA:

Vero che Grazianik si arrende agli americani e d'altra parte colsa doveva fare ? Arrivo' a San Vittore per puro miracolo.

Vero che sia in Libia che in Abissinia non scherzo' ed ebbe la mano veramente ( troppo ) pesante.Ma qualche cosa doveva pur fare per contrastare la guerriglia.Ad Addis Abeba poi erfano state tirfate delle bombe poroprio mentre stavano distribuendo aiuti alimentari ai civili.

Lo riscatta molto il fatto di essersi messo bene o male con i sicuri perdenti.A confronto di Badoiglio comunque ...............

Dei gerarchi fasctsti che preferisco.Italo Balbo anch'ìo ed idem
Ettore Muti.

Poi Bottai, Pavolini,quest'ultimo fece in campo culturale cose egregie che durano ancora oggi ( Maggio Mìujsicale fiorentino per esempio,Torneo di pallone in costume ed altro).Buoni i suoi interventi letterari,Pensa che nel 1944 fece pubblicare AMERICANA , antologia letteraria americana diretta niente popo' di meno da Elio Vittorini.Ricordo ancora quando vi lessi IL RANOCCHIO SALTATORE di Mark Twain.C'era il coprifuoco e nelle famiglie si leggeva moltissimo e fu cosi' che lessi AMERICANa, Uomini e topi, La via del tabacco, Il ragazzo di Sycmore, etc.
Era roba che acquistava mio papa' ma io ne approfittavo.

Forse la stessa Mostrf delk Cienam di venezia fu roba anche di Pavolini.

Un saluto

pS CIANO NON MI E' MAI PIACIUTO e tanto menol Dino Grandik

C

kid
05-08-03, 11:38
come sai non ho mai avuto particolari idee e ho chiesto a te ragguagli che mi hai dato. Di Grandi mi piaceva l'interpretazione mazziniana della rivoluzione fascista, ma credo in sostanza che fosse un opportunista. Graziani lo disprezzo. Mussolini, hai ragione, lo voleva proprio mettere sotto torchio per i soldi che si prendeva a sbafo in Somalia e chi mi ha raccontato l'episodio, non ha mai sospettato una qualche rivalsa di Mussolini di tipo politico, ma proprio di tipo etico. Mussolini era furibondo perchè chi rappresentava l'Italia nell'Impero rubava! Lo facesse un funzionario qualunque. E' chiaro che chi mi raccontò questo episodio vissuto direttamente era un noto antifascista. Io però, di educazione altrettanto antifascista, ho capito così e per la prima volta, che il duce voleva imprimere un tratto di nobiltà e di disinteresse attraverso la sua classe politica nel paese e l'ho apprezzato. Il punto è che su questo l'Italia ci sente poco, allora adesso e se pensi a Giolitti anche prima.

agaragar
05-08-03, 15:25
Calvin, repubblicano e repubblichino.

Ambrogio
05-08-03, 15:52
In origine postato da calvin
come sai non ho mai avuto particolari idee e ho chiesto a te ragguagli che mi hai dato. Di Grandi mi piaceva l'interpretazione mazziniana della rivoluzione fascista, ma credo in sostanza che fosse un opportunista. Graziani lo disprezzo. Mussolini, hai ragione, lo voleva proprio mettere sotto torchio per i soldi che si prendeva a sbafo in Somalia e chi mi ha raccontato l'episodio, non ha mai sospettato una qualche rivalsa di Mussolini di tipo politico, ma proprio di tipo etico. Mussolini era furibondo perchè chi rappresentava l'Italia nell'Impero rubava! Lo facesse un funzionario qualunque. E' chiaro che chi mi raccontò questo episodio vissuto direttamente era un noto antifascista. Io però, di educazione altrettanto antifascista, ho capito così e per la prima volta, che il duce voleva imprimere un tratto di nobiltà e di disinteresse attraverso la sua classe politica nel paese e l'ho apprezzato. Il punto è che su questo l'Italia ci sente poco, allora adesso e se pensi a Giolitti anche prima.

.....l'Italia non ci sente per nulla su tale argomento e del resto gia' ai tempi di Cicerone...........pensa alla Catilinaria......
mai pronunciata........era una questione di tangenti ma Cicerone
temeva per la sua pelle.........niente di nuovo sotto il sole.

Comunque un fatto e' certo.Mussolini non rubava e questo non si puo' crto dire per tutti i gerarchi fascisti.Comunque sempre poco o nulla se facciamo i paragoni con quanto accaduto dopo il 45 e non parliamo di oggi................o solo di ieri.

In famiglia ( impianti riscaldamento,idraulicio condizionamento )
mai si era sentito parlate di tangenti almeno fino a meta' anni cinquanta quasi anni sessanta..Poi se volevi lavorare................

Un nostro cliente ebreo costruttore in Milano falli' proprio perche'
non voleva sottosatre a ricatti e non pagava tangenti.

Se ne parlo' in famiglia per decenni.


Un saluto


Un saluto

Ambrogio
05-08-03, 16:27
In origine postato da Pasquin0
Calvin, repubblicano e repubblichino.

La R.S.I aveva sintetizzato i suoi programmi in:

ITALIA REPUBBLICA SOCIALIZZAZIONE

il che devia ammettere che e' abbastanza mazziniano.

Bellissimo il manifesto della RSI su Goffredo Mameli che diceva pressappoco:

LO SPIRITO DELLA REPUBBLICA ROMANA DEL 1849 PROTEGGERA'
REPUBBLICA SPOCIALE ITALIANA

e sullo sfondo si vedeva un Goffredo Mameli giganteggiare a spada sguanata contro lo straniero.

Bello ed istruttivo !


Un saluto



la repubblica sociale

kid
05-08-03, 16:46
con molto coraggio, caro pasquino. Il programma della Rsi, se non fosse per le leggi razziali, che non è poco badate è l'unico programma di governo del secolo di impostazione mazziniana ed il rapporto fra i mazziniani ed i fascisti è stato strettissimo. E' chiaro che finisce quando è netta la scelta monarchica di Mussolini, Grandi era contrario poi lo ha accettato, e sopratutto e definitivamente con la scelta totalitaria del regime. I repubblicani si differenziano dai repubblichini per il fatto che non ritengono si possa rinunziare alla democrazia e quindi al rispetto delle idee di tutti. Principio che mi chiedo se valga anche per Pasquino. Quanto alla lezione del fascismo è una lezione molto complessa che pesca radici profonde della storia patria, come del resto Ferruccio dimostra ogni giorno. Io non la condivido, ma certo non la sottovaluto e in alcuni casi l' apprezzo. Non riesco a trovare motivi di apprezzamento nella storia del comunismo. Al più in qualche suo uomo ed in qualche sua idea.

agaragar
05-08-03, 17:01
In origine postato da calvin
con molto coraggio, caro pasquino. Il programma della Rsi, se non fosse per le leggi razziali, che non è poco badate è l'unico programma di governo del secolo di impostazione mazziniana ed il rapporto fra i mazziniani ed i fascisti è stato strettissimo. E' chiaro che finisce quando è netta la scelta monarchica di Mussolini, Grandi era contrario poi lo ha accettato, e sopratutto e definitivamente con la scelta totalitaria del regime. I repubblicani si differenziano dai repubblichini per il fatto che non ritengono si possa rinunziare alla democrazia e quindi al rispetto delle idee di tutti. Principio che mi chiedo se valga anche per Pasquino. Quanto alla lezione del fascismo è una lezione molto complessa che pesca radici profonde della storia patria, come del resto Ferruccio dimostra ogni giorno. Io non la condivido, ma certo non la sottovaluto e in alcuni casi l' apprezzo. Non riesco a trovare motivi di apprezzamento nella storia del comunismo. Al più in qualche suo uomo ed in qualche sua idea.
certo, anche gli assasinii di gobetti o matteotti erano mazziniani....
l'unico programma di governo del secolo di impostazione mazziniana è Il programma della Rsi, se non fosse che la rsi fu fondata da Hitler.....CVD.....

kid
05-08-03, 17:54
la realizzazione del mazzinianesimo sarei stato fascista, cosa che non sono e non sono mai stato. Sei tu che mi hai dato del repubblichino solo perchè cerco di capire cosa è stato un fenomeno che il 90% degli italiani ha condiviso per vent'anni, invece di stare lì come te a demonizzarlo. Visto che la mia famiglia era antifascista negli anni '30 e ha subito le leggi razziali, io posso permettermi di non esserlo ora. Io sono contro il totalitarismo punto. Ed il fascismo in Italia fu molto meno totalitario del fascismo in Germania, i libri qui si leggevano e non si bruciavano e non voglio nemmeno paragonarlo a quello sovietico. Il mazzinianesimo dei fascisti lo ritengo una radice comune e una radice nobile del fascismo. Una radice nobile del comunismo non l'ho mai trovata. Poi gli assassini sono assassini e la scelta di sopprimere la democrazia di Mussolini un torto alla storia dell'Italia. Anche se a fronte di certa sinistra ne capisco le intenzioni, sinceramente.

Ambrogio
05-08-03, 18:07
BENE CALVIN , se si vuole non capiure nulla di un qualche cosa di storico o di politico ci sono duje sistemi brillantissimji equivalenti:

demonizzare o mitizzare un determinato evento storico o poltico.

Il risultato sara' sicurissimo nel senso che non si capira' nulla.

Inoltre occorre sempre inquadrare tutto nel SUO CONTESTO STORICO , NEL SUO MOMENTO STORICO.

SI FINISCE QUASI SEMPRE CON IL GIUDICARE CERTI EVENTI DEL PASSATO SULLA BASE DEL CONTESTO DI OGGI O DI IERI MATTINA.

Sarebbe sensato giudicare i fatti di secoli fa per non dire di millenni fa sul metro di oggi ?

Il tempo del fascismo fu il suo tempo non il nostro di oggi.altri tempi,altri uomini,altro tutto.

Un saluto

agaragar
06-08-03, 21:07
In origine postato da Ferruccio
Inoltre occorre sempre inquadrare tutto nel SUO CONTESTO STORICO , NEL SUO MOMENTO STORICO.

SI FINISCE QUASI SEMPRE CON IL GIUDICARE CERTI EVENTI DEL PASSATO SULLA BASE DEL CONTESTO DI OGGI O DI IERI MATTINA.

Sarebbe sensato giudicare i fatti di secoli fa per non dire di millenni fa sul metro di oggi ?

io giudico guardando al domani...

Ambrogio
07-08-03, 08:53
In origine postato da Pasquin0
io giudico guardando al domani...

Cosa molto difficile.Spengler diceva che scrivere di storia e' abbastanza facile trattandosi tutto considerato di cose gia' avvenute.Dice anche che i libri di storia bisognerebbe essere capaci di scriverli prima e non dopo.Ma se tu sei capace.......
complimenti vivissimi.

Un saluto

kid
07-08-03, 09:06
perchè giudicare a me pare cosa abbastanza difficile, la storia in particolare. Ma addirittura pensando al domani. Insomma o sei un cagliostro o sei un po' presuntuoso o no?

soviet999
08-08-03, 19:20
In origine postato da calvin
Una radice nobile del comunismo non l'ho mai trovata.

...forse la miseria della classe operaia? :rolleyes:

agaragar
09-08-03, 13:29
In origine postato da calvin
Una radice nobile del comunismo non l'ho mai trovata.
....solo 2000 anni di riflessione sulla liberazione umana....:rolleyes:

mi pare sia il fascismo a non avere una vera ideologia nè nobili ragioni.

Ambrogio
11-08-03, 09:51
In origine postato da Pasquin0
....solo 2000 anni di riflessione sulla liberazione umana....:rolleyes:

mi pare sia il fascismo a non avere una vera ideologia nè nobili ragioni.

Il fascismo ha dei valori ma non ha una ideologia.Il comunismo invece ha una ideologia ma niente o quasi valori.

Il fascismo e' pragmatico .Il comunismo e' schematicamente distaccato dalla realta' umana.Per questo e' fallito.

Il fascismo non e' crollato come l'altro.E' stato battuto solo attraverso la piu' grande coalizione militare mai esistita pagata con i soldi del grande capitale.

Un saluto

kid
13-08-03, 12:17
la miseria della classe operaia è un problema che affrontano i socialisti politicamente molto prima dei comunisti. Persino le dame di carità dell'800 se ne preoccupano prima del movimento comunista, la cui radice è la dittatura del proletariato, che come principio può anche essere valido e pratico, ma scusate non lo trovo affatto nobile, proprio perchè prevede il dominio di una classe sull'altra. A parziale giustificazione di Marx va detto che egli prevedeva che la ricchezza si sarebbe concentrata in poche mani e il proletariato aumentare a dismisura, ma non sarà certo una previsione sbagliata a rendere nobile una tesi. Poi sul crollo del fascismo la penso diversamente da Ferruccio, nel senso che Mussolini degli errori li ha fatti, primo fra tutti quello di mettersi contro la più grande coalizione militare della storia quando lui era sicuro di avere la stessa dalla sua parte con l'asse fra Tokyo e Berlino. O no?

Ambrogio
13-08-03, 15:50
In origine postato da calvin
la miseria della classe operaia è un problema che affrontano i socialisti politicamente molto prima dei comunisti. Persino le dame di carità dell'800 se ne preoccupano prima del movimento comunista, la cui radice è la dittatura del proletariato, che come principio può anche essere valido e pratico, ma scusate non lo trovo affatto nobile, proprio perchè prevede il dominio di una classe sull'altra. A parziale giustificazione di Marx va detto che egli prevedeva che la ricchezza si sarebbe concentrata in poche mani e il proletariato aumentare a dismisura, ma non sarà certo una previsione sbagliata a rendere nobile una tesi. Poi sul crollo del fascismo la penso diversamente da Ferruccio, nel senso che Mussolini degli errori li ha fatti, primo fra tutti quello di mettersi contro la più grande coalizione militare della storia quando lui era sicuro di avere la stessa dalla sua parte con l'asse fra Tokyo e Berlino. O no?

La grande coalizione militare ando' formandosi strada facendo tre il 39 ed il 41.
Le idee di Mussolini erano una insidia mortale per quelle che allora erano definite plutocrazie e che si erano pappate il mondo intiero e che non volebvano mollare il maltolto e continuare a soffocare gli altri.Questo il motivo per cui ci liquidarono insieme alla Germaniaed al Giappone.

Mussolini non ando' con i tedeschi con le sue gambe.Vedere Memorie di Winston Churchill .Storie vecchie.

Buon Ferragosto

soviet999
15-08-03, 16:37
In origine postato da calvin
la miseria della classe operaia è un problema che affrontano i socialisti politicamente molto prima dei comunisti. Persino le dame di carità dell'800 se ne preoccupano prima del movimento comunista, la cui radice è la dittatura del proletariato, che come principio può anche essere valido e pratico, ma scusate non lo trovo affatto nobile, proprio perchè prevede il dominio di una classe sull'altra. A parziale giustificazione di Marx va detto che egli prevedeva che la ricchezza si sarebbe concentrata in poche mani e il proletariato aumentare a dismisura, ma non sarà certo una previsione sbagliata a rendere nobile una tesi. Poi sul crollo del fascismo la penso diversamente da Ferruccio, nel senso che Mussolini degli errori li ha fatti, primo fra tutti quello di mettersi contro la più grande coalizione militare della storia quando lui era sicuro di avere la stessa dalla sua parte con l'asse fra Tokyo e Berlino. O no?

E con ciò? Resta che il pensiero marxista ha in questa miseria la sua origine. E che centra la dittatura del proletariato? Il fatto è che i socialisti credevano di poter risolvere facendo felici tutti e hanno combinato ben poco, perchè le ingiustizie al mondo sono sempre più presenti; semplicemente sono meno evidenti perchè globalizzate e scaricate su soggetti privi di ogni tutela.
I comunisti, invece, prendono atto che gli interessi di borghesia e proletariato sono inconciliabili: e, francamente, degli interessi della borghesia ai comuinisti non interessa niente!

soviet999
15-08-03, 16:41
In origine postato da Ferruccio
1)Il fascismo ha dei valori ma non ha una ideologia.Il comunismo invece ha una ideologia ma niente o quasi valori.

2)Il fascismo e' pragmatico .Il comunismo e' schematicamente distaccato dalla realta' umana.Per questo e' fallito.

3)Il fascismo non e' crollato come l'altro.E' stato battuto solo attraverso la piu' grande coalizione militare mai esistita pagata con i soldi del grande capitale.

Un saluto

1) Solidarietà, uguaglianza, fratellanza, internazionalismo... non sono valori?
2) Il fascismo, non avendo un'ideologia propria, si aggrappa ad ogni cavillo che può portarlo al potere, ma al potere ci sale solo se lassù qualcuno lo vuole (non l'onnipotente, ma sua maestà il capitale). Il marxismo è un'ideologia generale, vi sono poiu diverse applicazione, quali quella leninista, che definire pragmatiche è poco!
3) Il fascismo è stato scaricato dalla stessa forza che lo ha portato al potere... l'alta borghesia.
Il socialismo reale è crollato per l'accerchiamento capitalista e per la rinuncia di Stalin all'esportazione mondiale della rivoluzione.

jesi1194 (POL)
15-08-03, 16:56
In origine postato da soviet999
(...) per la rinuncia di Stalin all'esportazione mondiale della rivoluzione.

C'avevano il rublo sopravvalutato?

Ambrogio
15-08-03, 20:07
In origine postato da soviet999
1) Solidarietà, uguaglianza, fratellanza, internazionalismo... non sono valori?
2) Il fascismo, non avendo un'ideologia propria, si aggrappa ad ogni cavillo che può portarlo al potere, ma al potere ci sale solo se lassù qualcuno lo vuole (non l'onnipotente, ma sua maestà il capitale). Il marxismo è un'ideologia generale, vi sono poiu diverse applicazione, quali quella leninista, che definire pragmatiche è poco!
3) Il fascismo è stato scaricato dalla stessa forza che lo ha portato al potere... l'alta borghesia.
Il socialismo reale è crollato per l'accerchiamento capitalista e per la rinuncia di Stalin all'esportazione mondiale della rivoluzione.

Domani o dopo Ti rispondo in dettaglio e punto per punto.Intanto se puoi vatti a vedere il film : Good bye Lenin ! ti divertirai.

Buon ferragosto ancora

Ambrogio
17-08-03, 13:02
In origine postato da soviet999
1) Solidarietà, uguaglianza, fratellanza, internazionalismo... non sono valori?
2) Il fascismo, non avendo un'ideologia propria, si aggrappa ad ogni cavillo che può portarlo al potere, ma al potere ci sale solo se lassù qualcuno lo vuole (non l'onnipotente, ma sua maestà il capitale). Il marxismo è un'ideologia generale, vi sono poiu diverse applicazione, quali quella leninista, che definire pragmatiche è poco!
3) Il fascismo è stato scaricato dalla stessa forza che lo ha portato al potere... l'alta borghesia.
Il socialismo reale è crollato per l'accerchiamento capitalista e per la rinuncia di Stalin all'esportazione mondiale della rivoluzione.

Apparentemente ma solo apparentemente.In redlta' i valori piu' in portanti del comunismo fujrono l'odio di classee la lotta di classe.Sai che valori !

2 il marxismo e' una teoria filosofica.il fascimo e' vita prtica.Il fascismo e' stato portato al potere come difesa contro il bolscevismo ed il comunismo dallaclasse media.La grande borghesia e' sempre stata con il grande capitale vedi ultima guerra mondiale.

3 il fascismo era gia' stato scaricato dfall'altra borghesia gia' nel 1924 la qujale poi si adatto'.......


Il socialismo reale e' crollato quando al grandfe capitale non serviva piu'.Alla grande finanza il comunismo ha sempre fatto comodo.Se il grandfe capitate avesse voluto far crolla il socialismo reale prima sarebe bastato troncare le esportazione di grano
per mettere tuttam l'Uniione Sovietica alla fame.

L'Unione Sovietica ha sempre fattol quello di cui gli Sttaoi Uniti avevano bisogna essa facesse cmiciando dalla occupazionr di mezza Eurtopa gia' nel 45. blocco di Berlino nel 48 etc.etc.etc.

Tutta la grande industria spaziale degli armamenti americana si e'
retta per decenni sulla minaccia russa ver o presunta che fosse.

Leggiti in proposito cosa scrive Solgenitgzin oppure ancora meglio Gennadi Ziuganov in STATO E POTERE.

Comunismo e liberalimos ono ambede figli di quellaq maledizione che s' stato l'Illuminismo,Due facce della stessa foilosaofia materialista.Se il capitalsimo asesse veramente voluto mettere in difficolta' il comunismo sarebbe intervenuto nel 53 a Berlino,Nel 56 a Budapest, nel 68 a Praga etc.etc..Invece fece solo delle chiacchere.Il comunismo fu un grande affare per le plutocraziai fini del dominio mondiale.Poi crollo' da solso e gli diedero il benservito ed ai comunistio liberta' di arricchirsi frfegando una seconda volta il popolo russo.

Comunisti= lacche' dei capitalisti.

Vai vai a vedere Good bye Lenin !

Quella era la DDR .Il fatto e' quasi nessun comunita mise mai piede in quei paesi da incubo ! Parlavano per sentito dire
e del rfesto piu' che comformismo da quella genge non c'era da aspettarsi altro. CULTURAME ERA PER LO PIU !

Ho sintetizzato

Buona domenica

soviet999
17-08-03, 13:35
In alcuni punti hai ragione... i paesi capitalisti potevano benissimo troncare le esportazioni di grano e mettere alla fame i Russi... ma sarebbe stata una scelta conveniente?
"I capitalisti sarebbero capaci di produrre e vendere la corda della propria forca", manco a dirlo è Lenin che spiega questo fatto... altro che Goodbye Lenin (film che avevo proprio intezione di andare a vedere! appena esce in cassetta lo prendo)

Ad ogni modo... è inutile sviare; dici che il fascismo è salito al potere per ostacolare l'avanzata del socialismo: verissimo!! Ma chi intimoriva maggiormente tale avanzata? Chi ha finanziato a dismisura i Fasci di combattimento dopo il biennio rosso? E chi ha fatto pressioni sulla monarchia, provocando la caduta di Mussolini? E quando lo fece?
Le prime tre domande hanno una sola risposta: la borghesia, specie l'alta borghesia agraria e in parte industriale. La risposta all'ultima domanda è: quando il fascismo risultava ormai inutile al capitale, in quando il malcontento della guerra stava provocando una rivolta popolare, che avrebbe potuto sconfinare in una rivoluzione socialista.

Comunque stiamo affrontando una discussione analoga sul forum di Rifondazione http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=62594&perpage=20&pagenumber=4

agaragar
18-08-03, 01:21
In origine postato da Ferruccio
Apparentemente ma solo apparentemente.In redlta' i valori piu' in portanti del comunismo fujrono l'odio di classee la lotta di classe.Sai che valori !

il valore portante del comunismo sono le alleanze di classe, la lotta di classe è solo un rimedio estremo quando i borghesi si rifiutano di collaborare col socialismo.

Ambrogio
18-08-03, 09:13
In origine postato da soviet999
In alcuni punti hai ragione... i paesi capitalisti potevano benissimo troncare le esportazioni di grano e mettere alla fame i Russi... ma sarebbe stata una scelta conveniente?
"I capitalisti sarebbero capaci di produrre e vendere la corda della propria forca", manco a dirlo è Lenin che spiega questo fatto... altro che Goodbye Lenin (film che avevo proprio intezione di andare a vedere! appena esce in cassetta lo prendo)

Ad ogni modo... è inutile sviare; dici che il fascismo è salito al potere per ostacolare l'avanzata del socialismo: verissimo!! Ma chi intimoriva maggiormente tale avanzata? Chi ha finanziato a dismisura i Fasci di combattimento dopo il biennio rosso? E chi ha fatto pressioni sulla monarchia, provocando la caduta di Mussolini? E quando lo fece?
Le prime tre domande hanno una sola risposta: la borghesia, specie l'alta borghesia agraria e in parte industriale. La risposta all'ultima domanda è: quando il fascismo risultava ormai inutile al capitale, in quando il malcontento della guerra stava provocando una rivolta popolare, che avrebbe potuto sconfinare in una
rivoluzione socialista.

Comunque stiamo affrontando una discussione analoga sul forum
di Rifondazione http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=62594&perpage=20&pagenumber=4

Il fascimo e' salito al potere per salvare l'Italia dal BOLSCEVISMO dopo che nel Congresso di Livorno del 21 l'ala massimalista del Partito Socialista Italiano aveve abbraccciata la causa bolscevica fondando il Partito Comunista d'Italia e adottandone nella bandiera financo il simbolo bolscevico.E' èure vero che nell'Ottobre del 22 il pericolo bolscevico non era piu' o quasi me questo e' tutta un'altra storia.

Che la borghesia italiana specie quella grande poi appoggiasse il fascismo sentendosi minacciata questo e' anche vero e che poi la stessa borghesia abbia scaricato Mussolini quando non le conveniva piu' appoggiarlo e' anche vero.Sono dello stesso parere di un vecchio detto anarchico romagnolo:BORGHESIA ITALIANA BPRGHESIA P.......A !

Un saluto

Good bye Lenin e' fino ad ora il piu' bel film di quest'anno.

kid
20-08-03, 17:40
mi scuso ma sono stato un po' oberato di lavoro, altro che agosto di vacanze!
Non sono d'accordo caro soviet nel ritenere la miseria operaia una radice del marxismo. E' chiaro che qui siamo alle interpretazioni. Per me la radice del marxismo è tutta ideale, è sta nel capovolgimento della filosofia di Hegel. Tanto che io non considero Marx nemmeno un economista. Ovviamente Hegel, che io non ho comunque mai amato, è una radice di pensiero nobilissima, ci mancherebbe. Il problema è che il comunismo viene sì creato da Marx, ma rinnegato da Lenin. Lenin non è un marxista e la rottura con la socialdemocrazia europea si consuma su questo presupposto, cioè una rivoluzione, un colpo di mano per l'esattezza, senza che sia stata preceduta dall'industrializzazione. Kautsky che era un marxista non ha avuto un attimo di esitazione a condannare l'ottobre, che invece piaceva ai democratici inglesi e ai liberal americani, perchè pragmatici e diciamolo, meno sottili dialetticamente, anche nell'interpretazione della storia. Insomma io non sono polemico con il marxismo, è una teoria che ha fallito in tutti i sensi, ma resta una teoria piuttosto stimolante, oltretutto. Lo sono con il regime comunista, quale quello che conosciamo in Unione sovietica da Lenin in poi. C'è una differenza profonda fra il fascismo tedesco e italiano e il comunismo sovietico, lo dico a Pasquino: che i primi due si appoggiavano sul consenso, il terzo sul terrore. E' vero che Mussolini o i suoi scherani hanno ammazzato Matteotti, Gobetti, e Amendola, ma non hanno sterminato sei milioni di Kulaki! Forse ha fatto fuori Muti, non lo so, ma non tre generazioni di dirigenti comunisti come fece Stalin! Allora l'idea di indipendenza, che sarebbe nobile, del partito bolscevico per il proprio paese si scontra con qualcosa che non è solo l'odio di classe. Un qualcosa difficile da definire, ma che è estraneo al fascismo italiano e forse assomiglia in grande alla notte dei lunghi coltelli in Germania, quando Hitler fa fuori le sa di Rhome, se non mi sbaglio. Ma anche qui non c'è proporzione nel misfatto compiuto. Insomma il fatto che esista una rifondazione comunista, mi ha sempre fatto pensare alla necessità di un ripensamento di un'idea e di un progetto, non so se realizzabile o meno vedete voi, rispetto ad una realtà tragica che si è consumata e da cui, scusate di nobile non resta un bel nulla, nemmeno le migliori intenzioni, che so bene ci sono state. Basta leggersi Koestler.

Ambrogio
21-08-03, 09:24
Cavolo che cultura hai ! Ti invidio.

Piccole osservazioni: guarda che Muti fu fatto fuori nell'Agosto del 43 dai badogliani non dai fascisti.Muti divenne un mito della RSI.

Matteotti:assassinio molto misterioso che a Mussolini porto' solo danno.Quasi certamente un delitto di massoneria per far fuori............entrambi.

Gobetti.se le ando' a cercare offendendo gravamente il cieco e mutilato di guerra Carlo Del Croix che Gobetti aveva definito sulle pagine di Rivoluzione Libverale " un rottame umano con il quale gli faceva schifo polemizzare ".

Su Amendola non mi esprimo in quanto al m omento non ricordo nulla.

Un saluto

kid
21-08-03, 09:42
anch'io sapevo che Muti fu fatto fuori dai badogliani, ma ho visto poi delle ipotesi diverse derivate da una eventuale rottura fra Muti e Mussolini. Non ho un'idea in realtà certa dell'episodio. Sul delitto Matteotti sotto il profilo del ragionamento politico puoi avere ragione, ma sinceramente ho più di un dubbio. Gobetti è vero era una testa matta, ma tra l'insulto scritto e le mazzate date, ne converrai, ce me passa. Il povero Amendola fu poi pestato a morte da degli squadristi, Mussolini non aveva responsabilità diretta. Ma insomma come ripeto a soviet999 e come insegnava Togliatti: "attenzione, il fascismo e Mussolini hanno dietro di loro la grande maggioranza degli italiani". Per questo gli italiani nel complesso sono stati bene durante il fascismo fino all'entrata in guerra. C'era quella sintonia di fondo che non c'era in Unione sovietica con il potere ufficiale.

Ambrogio
21-08-03, 10:25
In origine postato da calvin
anch'io sapevo che Muti fu fatto fuori dai badogliani, ma ho visto poi delle ipotesi diverse derivate da una eventuale rottura fra Muti e Mussolini. Non ho un'idea in realtà certa dell'episodio. Sul delitto Matteotti sotto il profilo del ragionamento politico puoi avere ragione, ma sinceramente ho più di un dubbio. Gobetti è vero era una testa matta, ma tra l'insulto scritto e le mazzate date, ne converrai, ce me passa. Il povero Amendola fu poi pestato a morte da degli squadristi, Mussolini non aveva responsabilità diretta. Ma insomma come ripeto a soviet999 e come insegnava Togliatti: "attenzione, il fascismo e Mussolini hanno dietro di loro la grande maggioranza degli italiani". Per questo gli italiani nel complesso sono stati bene durante il fascismo fino all'entrata in guerra. C'era quella sintonia di fondo che non c'era in Unione sovietica con il potere ufficiale.

Trovo i pestaggi assolutamente disdicevoli :penso che allora specie dopo la Grande Guerra fossero penetrati un poco nel DNA di tutti.Violenza chiama violenza !

Quanto a Muti ripeto che la sua uccisione avvenne quando Mussolini era a Ponza o alla Maddalena e dunque non poteva c'entrarci.Cosi' penso.

Per Gobetti il motivo del suo pestaggio sta proprio nel genere di insulto che aveva portato a Carlo Delcroix ,senza gambe, senza braccia e cieco a causa di una azione di guerra sulla Marmolada.
Con tutto questo Delcoriux era stato insieme a Mussolini uno degli animatori con lo scritto e la parola della nostra riscossa del 18.Non si puo' affibbiare ad un uomo simile la definizione di " rottame umano talmente rottame da far schifo finanche il dialogarci per scritto.Fu per questo che Gobetti fu ridotto lui a " rottame umano ".La colpa di base fu fua.Poi daccordo le mazzate bisogna darle solo ...moralmente.

Un saluto

Un saluto

agaragar
21-08-03, 22:47
In origine postato da Ferruccio
Cavolo che cultura hai ! Ti invidio.

anche a dogmatismo va forte.....

In origine postato da calvin
mi scuso ma sono stato un po' oberato di lavoro, altro che agosto di vacanze!
Non sono d'accordo caro soviet nel ritenere la miseria operaia una radice del marxismo. E' chiaro che qui siamo alle interpretazioni. Per me la radice del marxismo è tutta ideale, è sta nel capovolgimento della filosofia di Hegel. Tanto che io non considero Marx nemmeno un economista. Ovviamente Hegel, che io non ho comunque mai amato, è una radice di pensiero nobilissima, ci mancherebbe. Il problema è che il comunismo viene sì creato da Marx, ma rinnegato da Lenin. Lenin non è un marxista e la rottura con la socialdemocrazia europea si consuma su questo presupposto, cioè una rivoluzione, un colpo di mano per l'esattezza, senza che sia stata preceduta dall'industrializzazione. Kautsky che era un marxista non ha avuto un attimo di esitazione a condannare l'ottobre, che invece piaceva ai democratici inglesi e ai liberal americani, perchè pragmatici e diciamolo, meno sottili dialetticamente, anche nell'interpretazione della storia. Insomma io non sono polemico con il marxismo, è una teoria che ha fallito in tutti i sensi, ma resta una teoria piuttosto stimolante, oltretutto. Lo sono con il regime comunista, quale quello che conosciamo in Unione sovietica da Lenin in poi. C'è una differenza profonda fra il fascismo tedesco e italiano e il comunismo sovietico, lo dico a Pasquino: che i primi due si appoggiavano sul consenso, il terzo sul terrore. E' vero che Mussolini o i suoi scherani hanno ammazzato Matteotti, Gobetti, e Amendola, ma non hanno sterminato sei milioni di Kulaki! Forse ha fatto fuori Muti, non lo so, ma non tre generazioni di dirigenti comunisti come fece Stalin! Allora l'idea di indipendenza, che sarebbe nobile, del partito bolscevico per il proprio paese si scontra con qualcosa che non è solo l'odio di classe. Un qualcosa difficile da definire, ma che è estraneo al fascismo italiano e forse assomiglia in grande alla notte dei lunghi coltelli in Germania, quando Hitler fa fuori le sa di Rhome, se non mi sbaglio. Ma anche qui non c'è proporzione nel misfatto compiuto. Insomma il fatto che esista una rifondazione comunista, mi ha sempre fatto pensare alla necessità di un ripensamento di un'idea e di un progetto, non so se realizzabile o meno vedete voi, rispetto ad una realtà tragica che si è consumata e da cui, scusate di nobile non resta un bel nulla, nemmeno le migliori intenzioni, che so bene ci sono state. Basta leggersi Koestler.
.....inoltre pippo baudo ha presentato troppe volte San Remo......

Nè Lenin nè Kautsky erano marxisti, erano un'altra cosa, non diciamo quale,
cmq anche il dogmatismo è un male, e le rivoluzioni rispondono a esigenze pratiche non a una cattiva interpretazione di qualsiasi testo,
si potrebbe osservare che stalin avendo liquidato,non sterminato ma mandato in galera,i kulaki poteva vantarsi di appoggiarsi solo sulla classe operaia.

Hitler la Gestapo chiesero invece il permesso di ammazzare 30 milioni fra russi ebrei zingari e cristiani ortodossi....:rolleyes:

osserverei che mentre la rivoluzione russa ,pur con tutte le sue mistificazioni, si opponeva al potere tradizionale del proprio paese e quindi vinse solo perchè aveva con se la grande maggioranza del popolo,
sia Hitler che Mussolini furono chiamati al potere dal vecchio apparato di potere,4 vecchi stronzi che non capivano un accidente,
giustificando anzi, a posteriori, l'operato di lenin.

Prendiamo mussolini, dopo una carnevalata fu chiamato dal re a presiedere il governo, da capo del governo e avendo con lui tutte le vecchie cariatidi liberali, tutta la stampa, che montò una campagna isterica sul pericoli dei comunisti finanziati da loro stessi,
riuscì a imporsi a un popolo ignorante e frastornato....

bisogna ammettere che in germania hitler ebbe vita molto più dura....

non resta un bel nulla....evidentemente l'impronta su TUTTE le politiche economiche del mondo a partire dal new deal e 1.300.000.000 di cinesi sono nulla.....

la cultura è sempre la cultura non c'è che dire.

Tomás de Torquemada
18-11-03, 00:39
Caro Ferruccio,

come promesso ho riportato in rilievo il tuo bel thread, motivo di orgoglio per questo forum, ricominciando altresì la rettifica degli errori di battitura... che preseguirà costantemente, fino a rapido termine... :)

Ciao.

Ambrogio
20-11-03, 19:04
Caro Tomàs ,

GRAZIE ! Ti rispondo solo ora in quanto sono stato a letto con l'influenza per cinque giorni e torno in ufficio solo ora.

Scusa il mio silenzio !

Ferruccio

brunik
15-12-03, 18:25
Bellissimo thread. Mi sono letto tutto fino al 1945, ci ho messo quasi due ore, ma ne è valsa la pena. Ferruccio scrive bene e rende magnificamente l'idea di quegli anni.

Appena posso leggo il resto.

Se ne potrebbe ricavare un libro, Ferruccio, non ci hai pensato?

Ancora complimenti.