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Visualizza Versione Completa : Purusha e Prakriti. Sanathana Dharma



SATTWA
29-07-06, 00:25
Ciò che è “al di là” della Natura, ciò che per essenza trascende ogni divenire è la Realtà di ogni cosa manifestata. Questo Principio, in quanto inalterato e inalterabile, considerato nella prospettiva della manifestazione, è il cuore di ogni essere. In quanto centro di ogni essere esso è Prajâpati, il «Signore degli esseri prodotti», Brahma stesso inteso come Volontà divina e Ordinatore Supremo.
Il nome dato dalla Tradizione indù a tale Principio è Purusha, parola che secondo un’interpretazione simbolica degli elementi di cui essa è composta (vale a dire secondo il Nirukta) rimanda all’idea di «città» (pura) o di «pienezza» (puru)poiché il cuore non manifesto di ogni essere è la «Città divina» (Brahma-pura), ove non esiste luce né del sole, né della luna o del fuoco ma solo la luce della Gloria di Brahma e di Agni.
Questo Sole (Âtmâ) trova il suo piano orizzontale di riflessione in ciò che come l’acqua funge da principio plastico immagine della «passività universale», in Prakriti. Tale Sostanza primordiale indifferenziata, Mâyâ «madre delle forme», espressione di Brahma stesso in quanto «perfezione passiva», costituisce propriamente il substratum universale e l’appoggio o la radice prima (Mûla-Prakriti) di tutta la manifestazione; sotto l’influenza non-agente e ordinatrice di Purusha, Prakriti si attualizza in molteplici determinazioni, secondo le gradazioni indefinite delle sue tre qualità costitutive, i gunas.
Considerando la condizione dell’essere umano reintegrato nel suo centro, per Grazia divina avendo ripercorso in senso ascendente quel raggio celeste che da Âtmâ discende e illumina il suo capo, l’intelletto superiore (Buddhi), egli risiede nella dimora stessa di Brahma e così dal punto di vista fisico conosce l’Etere (Ākāsha), dal punto di vista psichico la sua anima diventa «anima vivente» (jîvâtmâ) mentre dal punto di vista strettamente metafisico l’individuo scompare per divenire «persona», stabilizzata nella Beatitudine (Ânanda) e Conoscenza (Jnâna) del Sé, ancora parzialmente legata alle condizioni di manifestazione (vidêha-mukti) o del tutto liberata già in vita (jîvan-mukti).
La Volontà Divina che si manifesta così nel cuore dell’uomo e che trova perfetta realizzazione nell’«Uomo Universale» è la stessa che in ogni ciclo speciale d’esistenza si manifesta come il Manu di questo ciclo e che ad esso dà la sua Legge (Dharma) essendol’Intelligenza cosmica immagine riflessa (e una con Lui) di Brahma.
Tale conformità e rettitudine a ciò che permane invariato al centro di tutte le cose e che di esse ne costituisce il senso è ciò che propriamente costituisce il «sacrificio», la radice dhri della parola dharma (da dhru deriva dhruva «polo») è infatti strettamente imparentata con quella di rita, dunque tutto quel che è compiuto conformemente all’ordine.

Sanathana Dharma è allora la Tradizione Perenne della Parola di Brahma, la Gloria eterna di Purusha in Prakriti, il santo soggiorno dell’uomo e del cosmo nella «Città divina».