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Su Componidori
03-08-06, 15:55
Consiglio Regionale della Sardegna
Gruppo Misto – Partito Sardo d’Azione

Cagliari, 3 agosto 2006
Comunicato stampa

I consiglieri regionali sardisti Beniamino Scarpa e Giuseppe Atzeri hanno presentato una interpellanza sugli interventi della Regione per realizzare un sistema di biblioteche nelle carceri sarde.
I consiglieri hanno ricordato le attività svolte al riguardo dal Consiglio Regionale, che nel 2001 ha realizzato una indagine sullo stato delle carceri in Sardegna, e successivamente ha stanziato importanti fondi per realizzare iniziative inerenti il reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro, la loro formazione professionale, la assistenza sanitaria all’interno delle carceri, il sostegno alla realizzazione di strutture di accoglienza per giovani adulti soggetti a misure alternative ed a provvedimenti di esecuzione penale esterna, fino alle iniziative a sostengo dei familiari dei detenuti.
Un approccio davvero innovativo e concreto.

I consiglieri hanno anche ricordato le importantissime iniziative della Giunta Regionale adottate negli ultimi anni, tese a realizzare il progetto "Le biblioteche carcerarie in Sardegna” con l'intento di offrire un servizio di pubblica lettura all'interno delle strutture carcerarie sarde. Interventi tutti tesi a contribuire al reinserimento del recluso nella società e dare un supporto ricreativo e di accrescimento culturale ai detenuti.

Le iniziative sono state progettate ed attuate nelle ultime due legislature, realizzate tramite importanti e moderni accordi della Regione con lo Stato Italiano, finanziate con fondi del bilancio ordinario e con fondi comunitari.
Fino ad oggi l’azione della Regione è stata portata avanti con coerenza e impegno, ricercando nuove opportunità e sviluppi in grado di fornire alle persone che si trovano detenute in Sardegna un servizio culturale teso a facilitarne il reinserimento nella società ed a migliorarne per quanto possibile le drammatiche condizioni di vita.

Nel contesto del progetto le cinque biblioteche campione sono state connesse alla rete delle biblioteche carcerarie, associandole per la gestione della catalogazione alle Biblioteche del Servizio Beni Librari e del Centro Servizi Bibliotecari della Provincia di riferimento territoriale.

Infine questo importante sistema di biblioteche carcerarie tiene conto della presenza di numerosi detenuti di cultura arabo-mussulmana: da questa esperienza è anche nata la importante Biblioteca di Cultura Arabo - Mussulmana della Regione in collaborazione con il Governo Tunisino ed il Comune di Cagliari.

A seguito dell’azione della Giunta Regionale si è realizzato nelle carceri sarde un moderno e funzionante sistema bibliotecario, con operatori efficienti e formati e con una intensa attività di animazione alla lettura.

E’ evidente che la esperienza condotta dalla Regione Sarda nel campo delle biblioteche carcerarie presenta connotati fortemente innovativi, è stata ed è una esperienza pilota in Italia ed una esperienza all’avanguardia anche riferita a tutte le democrazie avanzate del pianeta.

Si cerca di affrontare le cause del disagio sociale e non solo i suoi effetti, e si va in senso opposto al provvedimento di indulto varato recentemente dal governo italiano, misura che se pure può fornire un momentaneo sollievo alle strutture, ai ristretti ed agli operatori, tuttavia a detta di tutti coloro che si occupano del mondo carcerario avrà il solo effetto di svuotare per un breve periodo gli istituti di pena, ma non inciderà sulle cause del disagio sociale che spesso stanno a monte delle singole esperienze di detenzione.

Nonostante queste brillanti premesse, i consiglieri regionali sardisti denunciano che recentemente il lavoro inerente il progetto procede molto lentamente, anche a causa di una riorganizzazione del Servizio Beni Librari che ha decimato il personale ed i collaboratori esterni ed ha allontanato dalla realizzazione del progetto coloro che lo hanno ideato, ne hanno seguito la realizzazione e consentito lo sviluppo.
I
n sostanza si sono adottati una serie di provvedimenti organizzativi di cui non si intravede la motivazione ed il vantaggio per la amministrazione, ma che lasciano di fatto sguarnita una trincea che invece ha bisogno oggi ed in futuro di essere sempre maggiormente presidiata.

Il rischio maggiore è che, in mancanza di personale o con personale nuovo che ancora deve entrare nei meccanismi complessi dell’organizzazione carceraria e nella riflessione che sta alla base del lavoro svolto finora, si perda altro tempo inutilmente.

O, peggio ancora, che il progetto venga ridimensionato oppure abbandonato.

Secondo i consiglieri regionali ciò che attualmente manca è una strategia a medio e lungo termine, un ragionamento sulle prospettive future, sulla maniera di rendere meno sporadico e più strutturato e certo l’intervento della Regione in questo importante settore.

E’ il momento di chiedersi in che modo le biblioteche possono essere definitivamente inserite nei Sistemi Bibliotecari Territoriali perché possano funzionare come una biblioteca “normale”.

Per tutte le ragioni e considerazioni sopra esposte i consiglieri regionali sardisti hanno chiesto al Presidente della Regione Sarda ed all’ Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione:
1) quali siano i motivi che hanno indotto alla drastica riduzione del personale interno e dei collaboratori esterni che si occupavano del progetto “biblioteche nelle carceri in Sardegna”;
2) quale sia lo stato di attuazione dei progetti riguardanti le biblioteche nelle carceri Sarde, sia con riferimento a quelli finanziati con fondi del bilancio ordinario della Regione, sia con riguardo ai progetti finanziati con fondi strutturali;
3) quali siano gli intendimenti della Giunta Regionale riguardo alla attuazione di detti progetti negli anni futuri;
4) se intenda la Giunta Regionale rafforzare le politiche della Regione in questo importante settore prevedendo il consolidamento della citata politica della Regione per gli anni successivi al 2006, garantendo a tali interventi stabilità di finanziamento ed operatori in numero congruo e opportunamente preparati;
5) quali siano le intenzioni della Giunta Regionale con riguardo allo sviluppo ed al consolidamento della Biblioteca di Cultura e Civiltà Arabo–Mussulmana della Regione Sarda sita a Cagliari.


firmato Beniamino Scarpa, Giuseppe Atzeri

Davide Nurra
04-08-06, 00:23
Consiglio Regionale della Sardegna

Gruppo Misto – Partito Sardo d’Azione


Cagliari, 3 agosto 2006
Comunicato stampa


I consiglieri regionali sardisti Beniamino Scarpa e Giuseppe Atzeri hanno presentato una interpellanza sugli interventi della Regione per realizzare un sistema di biblioteche nelle carceri sarde.
I consiglieri hanno ricordato le attività svolte al riguardo dal Consiglio Regionale, che nel 2001 ha realizzato una indagine sullo stato delle carceri in Sardegna, e successivamente ha stanziato importanti fondi per realizzare iniziative inerenti il reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro, la loro formazione professionale, la assistenza sanitaria all’interno delle carceri, il sostegno alla realizzazione di strutture di accoglienza per giovani adulti soggetti a misure alternative ed a provvedimenti di esecuzione penale esterna, fino alle iniziative a sostengo dei familiari dei detenuti.
Un approccio davvero innovativo e concreto.

I consiglieri hanno anche ricordato le importantissime iniziative della Giunta Regionale adottate negli ultimi anni, tese a realizzare il progetto "Le biblioteche carcerarie in Sardegna” con l'intento di offrire un servizio di pubblica lettura all'interno delle strutture carcerarie sarde. Interventi tutti tesi a contribuire al reinserimento del recluso nella società e dare un supporto ricreativo e di accrescimento culturale ai detenuti.

Le iniziative sono state progettate ed attuate nelle ultime due legislature, realizzate tramite importanti e moderni accordi della Regione con lo Stato Italiano, finanziate con fondi del bilancio ordinario e con fondi comunitari.
Fino ad oggi l’azione della Regione è stata portata avanti con coerenza e impegno, ricercando nuove opportunità e sviluppi in grado di fornire alle persone che si trovano detenute in Sardegna un servizio culturale teso a facilitarne il reinserimento nella società ed a migliorarne per quanto possibile le drammatiche condizioni di vita.

Nel contesto del progetto le cinque biblioteche campione sono state connesse alla rete delle biblioteche carcerarie, associandole per la gestione della catalogazione alle Biblioteche del Servizio Beni Librari e del Centro Servizi Bibliotecari della Provincia di riferimento territoriale.

Infine questo importante sistema di biblioteche carcerarie tiene conto della presenza di numerosi detenuti di cultura arabo-mussulmana: da questa esperienza è anche nata la importante Biblioteca di Cultura Arabo - Mussulmana della Regione in collaborazione con il Governo Tunisino ed il Comune di Cagliari.

A seguito dell’azione della Giunta Regionale si è realizzato nelle carceri sarde un moderno e funzionante sistema bibliotecario, con operatori efficienti e formati e con una intensa attività di animazione alla lettura.

E’ evidente che la esperienza condotta dalla Regione Sarda nel campo delle biblioteche carcerarie presenta connotati fortemente innovativi, è stata ed è una esperienza pilota in Italia ed una esperienza all’avanguardia anche riferita a tutte le democrazie avanzate del pianeta.

Si cerca di affrontare le cause del disagio sociale e non solo i suoi effetti, e si va in senso opposto al provvedimento di indulto varato recentemente dal governo italiano, misura che se pure può fornire un momentaneo sollievo alle strutture, ai ristretti ed agli operatori, tuttavia a detta di tutti coloro che si occupano del mondo carcerario avrà il solo effetto di svuotare per un breve periodo gli istituti di pena, ma non inciderà sulle cause del disagio sociale che spesso stanno a monte delle singole esperienze di detenzione.

Nonostante queste brillanti premesse, i consiglieri regionali sardisti denunciano che recentemente il lavoro inerente il progetto procede molto lentamente, anche a causa di una riorganizzazione del Servizio Beni Librari che ha decimato il personale ed i collaboratori esterni ed ha allontanato dalla realizzazione del progetto coloro che lo hanno ideato, ne hanno seguito la realizzazione e consentito lo sviluppo.
I
n sostanza si sono adottati una serie di provvedimenti organizzativi di cui non si intravede la motivazione ed il vantaggio per la amministrazione, ma che lasciano di fatto sguarnita una trincea che invece ha bisogno oggi ed in futuro di essere sempre maggiormente presidiata.

Il rischio maggiore è che, in mancanza di personale o con personale nuovo che ancora deve entrare nei meccanismi complessi dell’organizzazione carceraria e nella riflessione che sta alla base del lavoro svolto finora, si perda altro tempo inutilmente.

O, peggio ancora, che il progetto venga ridimensionato oppure abbandonato.

Secondo i consiglieri regionali ciò che attualmente manca è una strategia a medio e lungo termine, un ragionamento sulle prospettive future, sulla maniera di rendere meno sporadico e più strutturato e certo l’intervento della Regione in questo importante settore.

E’ il momento di chiedersi in che modo le biblioteche possono essere definitivamente inserite nei Sistemi Bibliotecari Territoriali perché possano funzionare come una biblioteca “normale”.

Per tutte le ragioni e considerazioni sopra esposte i consiglieri regionali sardisti hanno chiesto al Presidente della Regione Sarda ed all’ Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione:
1) quali siano i motivi che hanno indotto alla drastica riduzione del personale interno e dei collaboratori esterni che si occupavano del progetto “biblioteche nelle carceri in Sardegna”;
2) quale sia lo stato di attuazione dei progetti riguardanti le biblioteche nelle carceri Sarde, sia con riferimento a quelli finanziati con fondi del bilancio ordinario della Regione, sia con riguardo ai progetti finanziati con fondi strutturali;
3) quali siano gli intendimenti della Giunta Regionale riguardo alla attuazione di detti progetti negli anni futuri;
4) se intenda la Giunta Regionale rafforzare le politiche della Regione in questo importante settore prevedendo il consolidamento della citata politica della Regione per gli anni successivi al 2006, garantendo a tali interventi stabilità di finanziamento ed operatori in numero congruo e opportunamente preparati;
5) quali siano le intenzioni della Giunta Regionale con riguardo allo sviluppo ed al consolidamento della Biblioteca di Cultura e Civiltà Arabo–Mussulmana della Regione Sarda sita a Cagliari.



firmato Beniamino Scarpa, Giuseppe Atzeri

Visto che ultimamente è di moda imprigionare le idee è giusto che insieme alle idee ci finiscano pure i libri che le contengono.

Meglio di niente!

Un tempo i libri venivano messi all'indice e poi bruciati.

Che dire? i libri sono gli unici oggetti che hanno accompagnato l'uomo nel suo cammino di emancpazione.

Un tempo uomini e libri finivano al rogo, oggi semplicemente vanno in prigione.

nograzie
04-08-06, 09:52
Continuate a vedere il dito e non la luna, oltre che essere lontani milioni di Km dal mondo reale, andate avanti così, fregatevene delle cose veramente importanti e cazzeggiate con pizzi e merletti, la società reale vi seppellirà.

Davide Nurra
04-08-06, 11:14
Continuate a vedere il dito e non la luna, oltre che essere lontani milioni di Km dal mondo reale, andate avanti così, fregatevene delle cose veramente importanti e cazzeggiate con pizzi e merletti, la società reale vi seppellirà.
Quale è il dito e quale è la luna in tutta questa storia.

I pizzi e i merletti sono di per se inutili come tante altre cose, come questo tuo commento a margine per esempio.

nograzie
04-08-06, 12:47
Rilassati ogni tanto Daviduccio.
Il dito è vedere come unica necessità carceraria la biblioteca, la panacea per i mille problemi della vita dietro le sbarre.
Risolvere i veri problemi no vero? Meglio rempirsi la bocca con palliativi.
La disintossicazione per i tossicodipendenti in cella, le strutture fatiscenti, 10 persone dove ce ne dovrebbero stare 4, creare una prospettiva per il futuro per quando uscirà chi ha sbagliato.............. troppo difficile, non rientra nelle competenze, meglio aprire la biblioteca, così ci scappa anche una bella inaugurazione con le TV.

Su Componidori
04-08-06, 23:00
Visto che ultimamente è di moda imprigionare le idee è giusto che insieme alle idee ci finiscano pure i libri che le contengono.

Meglio di niente!

Un tempo i libri venivano messi all'indice e poi bruciati.

Che dire? i libri sono gli unici oggetti che hanno accompagnato l'uomo nel suo cammino di emancpazione.

Un tempo uomini e libri finivano al rogo, oggi semplicemente vanno in prigione.
Non è molto chiaro il senso del post, se non per l’ironia.

Poiché il documento che accompagna l’interrogazione è abbastanza lungo, ho ritenuto preferibile “linkarlo” quando verrà pubblicato nel sito della RAS, ma se sarà necessario sono pronto ad inserirlo.
Leggilo prima di esprimerti.

Ovviamente le problematiche del sistema penitenziario in Sardegna necessitano di ulteriori considerazioni che preferisco rimandare.
Il tempo e le energie spesi nel forum per me sono eccessivi, se altri Sardisti non si registrano e intervengono.

Su Componidori
04-08-06, 23:07
Continuate a vedere il dito e non la luna, oltre che essere lontani milioni di Km dal mondo reale, andate avanti così, fregatevene delle cose veramente importanti e cazzeggiate con pizzi e merletti, la società reale vi seppellirà.
Allora, attento bene: forse ti è sfuggito l’ultimo tentativo, in questo forum, di schernire i Sardisti con patetiche provocazioni, volontà offensive senza argomentazioni, evitando accuratamente il confronto costruttivo.
Quel “protagonista” è stato bannato.

Devo trattenermi dal rispondere per le rime agli insulti ma ti avverto: questa è l’ultima possibilità che hai avuto di usare una terminologia così sprezzante.
Pertanto qualsiasi altro intervento di questo tenore verrà censurato inesorabilmente, così come ho già avvisato.
Se non cambi atteggiamento è preferibile che continui ad ignorare questo forum, così come fanno altri.

Nello specifico, credo che tu ci vivi proprio sulla luna.
Ma chi sei per stabilire cosa è più o meno importante e quali sono le priorità?

Per il resto rassegnati, il PSd’Az rappresenta ancora l’organizzazione politica nazionalitaria, indipendentista, federalista in ambito europeo, laica e progressista, che possiede nel suo DNA la democrazia, la non violenza, la sensibilità e l’attenzione per interpretare le più nobili ed avanzate aspirazioni della società civile in Sardegna.

Per questo sopravvivrà a movimenti votati all’autodistruzione come il tuo.

Su Componidori
04-08-06, 23:14
Il dito è vedere come unica necessità carceraria la biblioteca, la panacea per i mille problemi della vita dietro le sbarre.
Risolvere i veri problemi no vero? Meglio rempirsi la bocca con palliativi.
La disintossicazione per i tossicodipendenti in cella, le strutture fatiscenti, 10 persone dove ce ne dovrebbero stare 4, creare una prospettiva per il futuro per quando uscirà chi ha sbagliato.............. troppo difficile, non rientra nelle competenze, meglio aprire la biblioteca, così ci scappa anche una bella inaugurazione con le TV.
Vediamo…
Chi ha mai detto o scritto che le biblioteche sono “l’unica necessità carceraria” e la “panacea per i mille problemi della vita dietro le sbarre”?

I Problemi veri…

“La disintossicazione per i tossicodipendenti in cella”.

Secondo te le strutture carcerarie sono adatte per la disintossicazione dei tossicodipendenti?
Oppure sarebbe preferibile che i consumatori di spinelli, non finiscano in carcere?
Ma ci stiano gli spacciatori senza scrupoli?
Forse la depenalizzazione del consumo delle “non-droghe” e la somministrazione controllata di droghe più “serie” potrebbe evitare tutti i fenomeni malavitosi legati al traffico e spaccio di droga, ed agli “espedienti” dei tossici per procurarsela.
E’ solo una ipotesi, ma ci sono vari tipi di sperimentazione nei Paesi più avanzati d’Europa, non certo in Italia.
Sul recupero dei tossicodipendenti la discussione porterebbe troppo lontano.

“le strutture fatiscenti”.
Naturalmente la responsabilità è del PSd’Az, non del Governo italiano e del Ministero competente delle strutture carcerarie con tutti i Ministri succedutisi nel tempo. :rolleyes:

“10 persone dove ce ne dovrebbero stare 4”.
Secondo te si dovrebbero costruire più carceri?
Oppure sarebbe preferibile ad esempio chiudere le carceri nel centro storico di Oristano, Cagliari, Sassari? Trasferendo in nuove strutture più idonee alla detenzione ed al recupero sociale, per “creare una prospettiva per il futuro per quando uscirà chi ha sbagliato” ?
Conosci Don Giovanni Usai?

Mi è capitato talvolta di ascoltare, nella trasmissione “radiocarcere”su Radio Radicale, racconti, lettere, testimonianze tristissime sulla vita “dietro le sbarre”, ed ho sentito le problematiche ed i dati esposti dal sociologo e politico Luigi Manconi sull’argomento, persone molto competenti.

Credo però che ti sia completamente sfuggito l’approccio “indipendentista” al problema…
Prima ancora di pensare a costruire strutture idonee e quant’altro, è assolutamente necessario stabilire dei princìpi irrinunciabili come:
• la Sardegna non deve essere più una colonia penale dello Stato italiano (così come per le servitù militari), pertanto tutti i detenuti non sardi, in attesa di giudizio o condannati, che non hanno commesso dei reati in territorio sardo o che per competenza territoriale appartengono alla penisola, non devono essere tradotti in Sardegna;
• viceversa, i Sardi giudicati o in attesa di giudizio nella penisola, con residenza in Sardegna, devono poter restare nell’Isola.

Solo allora sarà possibile “strutturare” il problema.

Ma forse c’è bisogno di un TzdA per “studiare” l’argomento. :-01#44

Su Componidori
04-08-06, 23:27
Consiglio Regionale della Sardegna
Gruppo Misto – Partito Sardo d’Azione

Interpellanza SCARPA, ATZERI con richiesta di svolgimento in Assemblea ai sensi dell’ art. 108 comma 5° del Regolamento interno del Consiglio Regionale, inerente:

Interventi della Regione Sarda per realizzare un sistema di biblioteche nelle carceri sarde.

I sottoscritti

premesso che

Nel 2001 la Seconda Commissione permanente del Consiglio Regionale della Sardegna ha realizzato un’”Indagine sullo stato delle carceri in Sardegna” che, fatta propria dal Consiglio Regionale, ha dato il titolo ad un dossier pubblicato subito dopo e che rappresenta un impietoso studio della situazione e della vita, ancora oggi molto grave, all’interno delle carceri sarde.
Fatti dolorosi e gravissimi, riportati anche dalle cronache, hanno fatto emergere situazioni agghiaccianti di degrado, esclusione e deprivazione che certamente non hanno favorito alcun reinserimento del detenuto nella società.
Pestaggi e suicidi hanno funestato la vita delle carceri della Sardegna, causati dal sovraffollamento e da una cultura prevalentemente punitiva alla base dell’organizzazione della vita all’interno del carcere.
Non molto potevano e possono fare, del resto, educatori in organico sottodimensionato, polizia penitenziaria costretta a turni massacranti e direttori spesso impegnati a dirigere più carceri contemporaneamente.

Alla fine del 2002 l’Assessorato della Pubblica Istruzione, prendendo le mosse dalle risultanze della citata indagine, tramite il suo servizio beni librari, ha promosso il progetto "Le biblioteche carcerarie in Sardegna”, elaborato da una cooperativa di bibliotecari sardi, che prevede un piano di intervento per il recupero e per l’attivazione della biblioteca all’interno di ciascuna struttura penitenziaria della Sardegna con l'intento di offrire un servizio di pubblica lettura all'interno delle strutture carcerarie, di curarne l’attivazione e di coordinarne lo sviluppo e la continuità.
Oltre alle finalità proprie di una biblioteca, il progetto si propone di:
- integrare e sostenere gli interventi rieducativi già presenti nel carcere;
- contribuire al reinserimento del recluso nella società;
- dare un supporto ricreativo e di accrescimento culturale ai detenuti.

Il 30.12.2002 la Giunta Regionale ha approvato con deliberazione n. 44/36 il piano di intervento inerente le seguenti cinque strutture penitenziarie sarde, scelte per tipologia e ripartizione geografica:
• Casa Circondariale Buoncammino di Cagliari
• Istituto Penale Minorile di Quartucciu
• Casa Circondariale San Sebastiano di Sassari
• Casa di Reclusione Mamone di Lodè
• Casa Circondariale di Iglesias
I rapporti già avviati dal Servizio Beni Librari della Regione con i direttori e gli educatori dei penitenziari sono diventati sempre più frequenti ed anche i più diffidenti hanno accettato di buon grado l’ ”invadenza” dei bibliotecari, nonostante questo rappresentasse un aggravio di lavoro, tensione e vigilanza per il corpo di polizia in cronica sofferenza di organico.
Ma, soprattutto le persone che più di ogni altro stanno a contatto con i reclusi, si sono rese conto dell’importanza di attività di riabilitazione del detenuto, alternative all’ozio disumano, che possono essere intraprese attraverso il libro.
Il carcere pone problemi complessi, impossibili da risolvere con formule matematiche o con la bacchetta magica. Occorre un approccio umile, un atteggiamento che metta la persona in primo piano; le soluzioni precostituite probabilmente sono destinate al fallimento se non si è preparati ad adattarsi alle situazioni ed ad adottare i necessari cambi di rotta che la realtà carceraria impone.

Nel gennaio 2003 la Regione Sarda ha comunicato alle competenti autorità italiane (Ministero della Giustizia, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Centro per la Giustizia Minorile), l’intenzione di proporre la realizzazione di un progetto pilota riguardante l’organizzazione e la gestione dei servizi bibliotecari nelle cinque strutture penitenziarie campione.
Si è iniziata l’elaborazione di un protocollo d’intesa tra le Amministrazioni pubbliche coinvolte. In attesa della firma dell’accordo, la disponibilità delle suddette Istituzioni italiane ha consentito di:
- fare una ricognizione dello stato delle strutture bibliotecarie, delle dotazioni bibliografiche e informative, degli arredi, delle risorse umane e dell'utenza potenziale degli Istituti penitenziari;
- elaborare un progetto d'intervento esecutivo, con l'indicazione dell'impegno di spesa per ogni singola struttura;
- avviare le attività di catalogazione del posseduto da ciascun carcere.

A dieci mesi dall’avvio del progetto è stato realizzato:
- l’acquisto di circa 600 libri suggeriti dai bibliotecari operanti nelle strutture penitenziarie;
- la messa a regime delle attività di animazione alla lettura in tutte le strutture e verifica dei risultati conseguiti;
- l’acquisto di personal computers con stampante;
- il completamento degli arredi ritenuti necessari.

Nel febbraio 2003 L'Istituto Penitenziario Minorile di Quartucciu, nella consapevolezza che l'intervento culturale possa occupare un posto significativo nel quadro delle attività trattamentali a favore dei giovani detenuti, ha espresso la propria disponibilità ad avviare e contribuire alla realizzazione del progetto.

Nello stesso mese Il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’ Amministrazione Penitenziaria ha espresso parere favorevole alla realizzazione del progetto di servizi integrati di pubblica lettura nelle biblioteche carcerarie, ed Il Ministero della Giustizia - Dipartimento Giustizia Minorile ha espresso forte interesse per la realizzazione del progetto.

Sempre nel febbraio 2003 la Regione ha provveduto ad informare tutti gli Istituti penitenziari coinvolti della ricezione dell’autorizzazione da parte del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento Giustizia Minorile a procedere per i lavori attinenti le biblioteche carcerarie, secondo le seguenti linee di intervento:
- ricognizione dello stato delle strutture bibliotecarie, delle dotazioni bibliografiche e informative, degli arredi, delle risorse umane e dell'utenza potenziale;
- elaborazione di un progetto d'intervento, con l'indicazione dell'impegno di spesa per ogni singola struttura prevista per la quale sia concessa l'autorizzazione del Dipartimento dell’ Amministrazione Penitenziaria e del Provveditorato Regionale della Amministrazione Penitenziaria per la Sardegna (per gli istituti penitenziari per adulti) e l'autorizzazione del

Ministero della Giustizia e del Centro Giustizia Minorile per la Sardegna (per l'istituto penitenziario minorile);
- avvio delle attività, nella struttura bibliotecaria, di catalogazione centralizzata e locale, di formazione con verifica dei risultati dopo quattro mesi;
- regime completo di attività in tutte le strutture e seconda verifica dei risultati dopo dieci mesi;
- conclusione dell'annualità del progetto e presentazione delle relazioni sulla sua realizzazione per ciascun istituto e sintesi generale finale del progetto.

Il 28 e 29 marzo 2003, con la collaborazione della sezione Sardegna dell’ Associazione Italiana Biblioteche, la Regione Sarda ha realizzato a Sassari il convegno nazionale “Biblioteche scatenate” – Biblioteca, Carcere e Territorio” di cui successivamente sono stati pubblicati gli atti.
Il programma del convegno ha previsto interventi di funzionari dell’ amministrazione penitenziaria, docenti universitari, operatori delle strutture penitenziarie, bibliotecari, insegnanti, nonché la partecipazione virtuale di detenuti particolari come Adriano Sofri che nella sua intervista dà una testimonianza diretta dell’importanza della biblioteca e della lettura in carcere.
Sulla stampa sono stati pubblicati diversi articoli, tra i quali:
26 marzo 2003 La Nuova Sardegna: Le carceri aprono ai libri. Fondi della Regione per rifornire le Biblioteche. di Stefano Ambu
26/03/2003 L'Unione Sarda: Se un libro ti rende più libero. La prima biblioteca (dal 3 aprile) è per i ragazzi di Quartucciu. di Serena Schiffini
30/03/2003 La Nuova Sardegna: I libri aprono le porte della libertà. "Biblioteche scatenate": convegno a Sassari su come aiutare i detenuti. di Federico Spano
22/04/2003 Sardinews: Leggere in biblioteca tra le mura di un carcere. La cooperativa L'Aleph prepara una rivoluzione. Iniziativa della Regione per Buoncammino, Mamone, Iglesias, Sassari e Quartucciu. di Monica Carta
Marzo 2003 Le Due Città (Rivista dell'Amministrazione Penitenziaria): Biblioteche un bene comune. di Assunta Borzacchiello.
Marzo 2003 Le Due Città (Rivista dell'Amministrazione Penitenziaria): Uno spazio per crescere. di Marzia Fratini

Il 22 maggio 2003 è stato firmato il Protocollo di Intesa tra lo Stato Italiano (Ministero della Giustizia -Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) e la Regione Sarda (Assessorato alla Pubblica Istruzione).
Nel ribadire l’importanza della collaborazione tra Amministrazione penitenziaria e Regione per la realizzazione di progetti d’intervento mirati al reinserimento dei soggetti in esecuzione penale, si è sottolineato, in accordo con l’art. 17 dell’Ordinamento Penitenziario, che l’iniziativa costituisce una forma di partecipazione della comunità esterna all’attività trattamentale.
I contenuti del protocollo si possono così riassumere:
- favorire l'organizzazione e la gestione dei servizi bibliotecari e di mediateca nelle carceri sarde, migliorandone il funzionamento e curandone l'istituzione;
- facilitare l'accessibilità dei detenuti nelle Biblioteche garantendo gli spazi per il servizio;
- consentire l’accesso del personale, individuato dall'Assessorato della Pubblica Istruzione, incaricato dello sviluppo del progetto.
Anche in quella circostanza la stampa dedica molto spazio all’iniziativa considerata di estrema importanza e attualità, con numerosi articoli tra i quali:
22/05/2003 L'Unione Sarda: Libri e cultura a Buoncammino.
23/05/2003 L'Unione Sarda: Un buon libro per "evadere": in carcere apre la biblioteca. di Francesco Pintore
Maggio 2003 Rivista del volontariato: Libri fra le sbarre. di S.G.
Maggio 2003 AGI (Agenzia Giornalistica Italia): Carceri: Biblioteche in cinque istituti di pena sardi.
05/06/2003 Panorama: Sottile piacere del Dizionario sardo. di Adriano Sofri
07/08/2003 Sa Republica: Carceri: progetto finanziato dalla Regione. "Biblioteche scatenate". di Giulia Maria Calcagnile
10/09/2003 L'Unione Sarda: Suonano i Nomadi: "Donate libri ai detenuti".

Nell’aprile 2003 è iniziato il lavoro vero e proprio.
I bibliotecari si sono attivati dando inizio ai lavori di biblioteca con il servizio di prestito, previa accurata ricognizione del materiale librario e documentario posseduto.
Sono stati effettuati i sopralluoghi nelle strutture penitenziarie per accertarsi delle dotazioni bibliografiche e informative degli arredi, delle risorse umane e dell'utenza potenziale.
E’ stato elaborato un progetto d'intervento esecutivo, con l'indicazione dell'impegno di spesa per ogni singola struttura.
È stata attivata l’ attività di catalogazione del posseduto di ciascun carcere.
Sono stati acquisiti i necessari permessi di ingresso per i funzionari regionali e gli operatori bibliotecari incaricati.
Il lavoro, all’interno delle strutture, è stato programmato per raggiungere i seguenti obiettivi:
- riorganizzazione e sviluppo dei servizi di base offerti da ciascun istituto;
- trattamento scientifico del materiale posseduto;
- miglioramento della fruizione del patrimonio documentario;
- miglioramento delle attività culturali;
- azioni di integrazione multiculturale e multietnica;
- promozione rieducativa professionale.

Dopo dieci mesi dall’avvio del progetto le biblioteche sono state rese funzionali con il completamento degli strumenti ritenuti necessari.
La scelta dei libri è stata effettuata da un’apposita commissione di bibliotecari ed educatori del carcere che ha selezionato il materiale da acquistare tenendo conto dell’utenza reale e potenziale di ciascuno dei carceri interessati.
La presenza di una significativa percentuale di detenuti extracomunitari, provenienti in gran parte dal mondo arabo, ha indotto anche il Centro Islamico Culturale d'Italia, opportunamente contattato, a fornire gratuitamente 250 copie del Corano, in arabo e francese, da distribuire dove fossero presenti reclusi arabo-musulmani.
Detta presenza ha inoltre indotto successivamente la Regione ad elaborare un progetto di istituzione di una Biblioteca della Cultura e Civiltà arabo-musulmana in partenariato con il Governo Tunisino ed il Comune di Cagliari.

Il periodo 2003-2004 è particolarmente importante per lo sviluppo del progetto “biblioteche carcerarie in Sardegna”.
Sono infatti stati impostati due nuovi progetti, di grande rilievo non tanto per la entità dei finanziamenti quanto per la loro qualità e per l’introduzione di una prima riflessione riguardante il futuro delle biblioteche in carcere.

In un primo momento si è proceduto alla attuazione di un progetto finanziato con fondi regionali.
In questo progetto si è prevista l'estensione ed il potenziamento dei servizi bibliotecari a tutte le strutture penitenziarie dell’isola e l’inserimento delle biblioteche carcerarie nella Intranet Ministeriale.
Questa soluzione consente ai detenuti-utenti di accedere più facilmente al servizio di prestito, migliorando la qualità e favorendo ancora di più l’accesso all'informazione e alla lettura della popolazione carceraria.
ll progetto prevede:
- la continuità del trattamento scientifico del materiale librario e documentario di tutte le biblioteche carcerarie da svolgersi in modalità centralizzata, come nella prima annualità;
- l’integrazione e l'acquisizione dell’attrezzatura informatica, degli arredi, del materiale librario, documentario e informativo per tutti gli istituti penitenziari;
- la promozione di corsi di formazione inerenti la sfera culturale e informativa;
- la promozione e animazione della lettura;
- la fruizione del patrimonio documentario e l'aggiornamento periodico del catalogo:
- il miglioramento delle attività culturali e di animazione alla lettura con la collaborazione di ulteriore personale specificamente preparato;
- le azioni di integrazione multiculturale e multietnica con il sostegno e la professionalità dei mediatori multiculturali già attivi in carcere;
- l'informatizzazione delle Biblioteche carcerarie con un software di gestione e la realizzazione di una connessione all'OPAC del Polo Sardegna che consenta lo scarico dei dati dal web e l'utilizzo degli stessi off-line.
Nel contesto del progetto le cinque biblioteche campione sono state connesse alla rete delle biblioteche carcerarie, associandole per la gestione della catalogazione e collocazione centralizzata alle Biblioteche del Servizio Beni Librari e del Centro Servizi Bibliotecari della Provincia di riferimento territoriale.

Successivamente è stato elaborato un progetto finanziato con fondi POR.A seguito di ripetute sollecitazioni e incontri con i suoi referenti, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ed il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria hanno accettato l’idea di creare una rete intranet del Ministero di Giustizia per le Biblioteche carcerarie, all’interno dei confini della rigida normativa vigente che vieta, comprensibilmente, l’uso improprio della rete da parte dei detenuti.
Il Dipartimento si è adoperato per convincere tutte le strutture a collaborare per la realizzazione del collegamento con i cataloghi informatizzati delle biblioteche pubbliche attraverso la "rete giustizia".
Sono iniziati, quindi, i sopralluoghi degli esperti informatici del CED dell’Amministrazione Penitenziaria negli Istituti di pena per verificarne il cablaggio e le possibilità di connessione alla rete Intranet con una linea dedicata per la consultazione e l’accesso ai cataloghi bibliografici della rete bibliotecaria del territorio.
A conclusione della ricognizione è stata redatta una mappa degli interventi necessari per la realizzazione della suddetta rete che, nei casi più semplici, vengono rapidamente compiuti.
E’ stato predisposto un progetto da finanziare con i fondi comunitari previsti per gli interventi della Società dell’Informazione che, tra l’altro include la realizzazione della rete delle biblioteche carcerarie sarde, sul modello del progetto già realizzato dal sistema delle biblioteche del Comune di Roma.
Il progetto è stato presentato all’Autorità di gestione del POR, che lo ha approvato.
Il progetto POR si integra perfettamente con il secondo progetto approvato dalla Giunta Regionale alla fine del 2003 che prevede l’estensione del servizio alle restanti strutture carcerarie dell’isola, a quattro comunità di recupero e a due strutture ospedaliere regionali, gli ospedali Oncologico e Microcitemico di Cagliari.
L’integrazione tra i due progetti ha consentito di razionalizzare meglio l’intervento a favore delle biblioteche carcerarie; i progetti sono stati riformulati e le voci di spesa ridistribuite sgravando il progetto regionale di quanto poteva essere caricato sui fondi POR per consentire in tal modo la garanzia del servizio dei bibliotecari nelle strutture penitenziarie fino alla fine di luglio 2006.

Attualmente, nonostante tutte queste brillanti premesse, risulta che il lavoro proceda molto lentamente, anche a causa di una riorganizzazione del Servizio Beni Librari che ha decimato il personale ed i collaboratori esterni ed ha allontanato coloro che fino a ieri hanno seguito il progetto e ne hanno consentito lo sviluppo.
Risultano inoltre non ancora effettuati alcuni dei bandi per la spesa dei fondi comunitari, e non si hanno notizie certe riguardo le intenzioni della giunta regionale sul futuro del progetto.
Il rischio maggiore è che, in mancanza di personale o con personale nuovo che ancora deve entrare nei meccanismi complessi dell’organizzazione carceraria e nella riflessione che sta alla base del lavoro svolto finora, si perda tempo inutilmente.
O, peggio ancora, che il progetto venga ridimensionato oppure abbandonato.
Ciò che, attualmente, manca è una strategia a medio e lungo termine, un ragionamento sulle prospettive future, sulla maniera di rendere meno sporadico e più strutturato e certo l’intervento della Regione in questo importante settore.
E’ il momento di chiedersi in che modo le biblioteche possono essere inserite nei Sistemi Bibliotecari Territoriali perché possano funzionare come una biblioteca “normale”.

In conclusione, è evidente che la esperienza condotta dalla Regione Sarda nel campo delle biblioteche carcerarie presenta connotati fortemente innovativi, è stata ed è una esperienza pilota in Italia ed una esperienza all’avanguardia anche se riferita a tutte le democrazie avanzate del pianeta.
Il progetto è stato realizzato ed eseguito da giunte di diversa estrazione politica, ma è stato fino ad ora attuato con continuità ed impegno, ricercando nuove opportunità e sviluppi in grado di fornire alle persone che si trovano ristrette in Sardegna un servizio culturale che vada nel senso di facilitare il loro reinserimento nella società e di migliorare per quanto possibile le drammatiche condizioni nelle quali si trovano a vivere i detenuti nelle carceri sarde.
Del resto, dal 2001 in poi la Regione Sarda è stata attivamente presente in numerosi altri settori che riguardano il “pianeta carcere”.
Si rammentano al riguardo gli importanti stanziamenti effettuati nelle leggi finanziarie degli anni dal 2002 in poi, relativi al reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro, alla loro formazione professionale, alla assistenza sanitaria all’interno delle carceri, al sostegno alla realizzazione di strutture di accoglienza per giovani adulti soggetti a misure alternative e ad a provvedimenti di esecuzione penale esterna, fino alle misure di assistenza alle famiglie dei detenuti.
Tra l’altro, come detto sopra, tutte le politiche a favore delle biblioteche nelle carceri hanno dato vita ad una importantissima e concreta esperienza di politica culturale internazionale da parte della Regione, tramite la realizzazione della Biblioteca di Cultura e Civiltà Arabo-Mussulmana in collaborazione con il Governo Tunisino ed il Comune di Cagliari.
Tale istituzione rappresenta non solo un punto di riferimento certo per le persone di lingua e cultura arabo - mussulmana che sono ristrette o a qualunque altro titolo si trovano in Sardegna, ma costituisce anche un formidabile e concretamente già esistente strumento di politica culturale nelle relazioni con gli stati di lingua e cultura arabo-mussulmana che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.
E’ di questi giorni la richiesta formulata da numerosi consiglieri regionali della maggioranza al Presidente della Regione mediante una mozione, con la quale chiedono di intervenire nel complesso scenario del conflitto in Libano anche con strumenti inerenti la protezione civile, la assistenza, gli interventi di soccorso e nel sociale: la Sardegna può intervenire in quello scenario anche con strumenti inerenti la cultura mobilitando le importanti risorse contenute nella sua Biblioteca di Cultura e Civiltà Arabo - Mussulmana.
Tutte queste circostanze inducono a ritenere importante ed irrinunciabile l’azione della Regione Sarda in un settore che la vede all’avanguardia, impegnata a realizzare concrete misure che riguardano la necessità di raggiungere sempre migliori livelli di intervento verso una società che miri al progresso sociale con attenzione anche verso coloro che hanno sbagliato e che debbono essere aiutati nel senso di un loro pieno e completo reinserimento nella società.
Si tratta di azioni che cercano di affrontare le cause del disagio sociale e non solo i suoi effetti, e che vanno in senso opposto al provvedimento di indulto varato recentemente dal governo italiano, misura che se pure può fornire un momentaneo sollievo alle strutture, ai ristretti ed agli operatori, tuttavia a detta di tutti coloro che si occupano del mondo carcerario avranno il solo effetto di svuotare per un breve periodo gli istituti di pena, ma che appunto non incideranno sulle cause del disagio sociale che spesso stanno a monte dei singoli casi di persone detenute.
Per queste ragioni preoccupa lo smantellamento che sembra essere attualmente in corso nel servizio beni librari dell’ Assessorato Regionale della Pubblica Istruzione con riferimento al progetto “biblioteche carcerarie in Sardegna” con drastica riduzione di personale, eliminazione dei professionisti che hanno fin dall’inizio concepito e curato l’esecuzione del progetto, oltre allo spostamento improvviso ed immotivato di competenze tra funzionari, ed in sostanza con la adozione di una serie di provvedimenti di cui non si intravede la motivazione ma che lasciano di fatto sguarnita una trincea che invece ha bisogno oggi ed in futuro di essere sempre maggiormente presidiata.

*****

Per tutte le ragioni e considerazioni sopra esposte i sottoscritti consiglieri regionali



domandano


Al Presidente della Regione Sarda ed all’ Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione

1) quali siano i motivi che hanno indotto alla drastica riduzione del personale interno e dei collaboratori esterni che si occupavano del progetto “biblioteche carcerarie in Sardegna” e dei suoi successivi sviluppi;
2) quale sia lo stato di attuazione dei progetti riguardanti le biblioteche nelle carceri Sarde, sia con riferimento a quelli finanziati con fondi del bilancio ordinario della Regione, sia con riguardo ai progetti finanziati con fondi strutturali;
3) quali siano gli intendimenti della Giunta Regionale riguardo alla attuazione di detti progetti negli anni futuri;
4) se intenda la Giunta Regionale rafforzare le politiche della Regione in questo importante settore prevedendo il consolidamento della citata politica culturale per gli anni successivi al 2006, garantendo a tali interventi stabilità di finanziamento ed operatori in numero congruo e opportunamente preparati;
5) quali siano le intenzioni della Giunta Regionale con riguardo allo sviluppo ed al consolidamento della Biblioteca di Cultura e Civiltà Arabo – Mussulmana della Regione Sarda avente sede a Cagliari.

Cagliari, 3 agosto 2006


Firmato
Beniamino Scarpa, Giuseppe Atzeri

Davide Nurra
05-08-06, 00:34
Non è molto chiaro il senso del post, se non per l’ironia.

Poiché il documento che accompagna l’interrogazione è abbastanza lungo, ho ritenuto preferibile “linkarlo” quando verrà pubblicato nel sito della RAS, ma se sarà necessario sono pronto ad inserirlo.
Leggilo prima di esprimerti.

Ovviamente le problematiche del sistema penitenziario in Sardegna necessitano di ulteriori considerazioni che preferisco rimandare.
Il tempo e le energie spesi nel forum per me sono eccessivi, se altri Sardisti non si registrano e intervengono.
l'ironia non è rivolta a offendere ma a far riflettere.

Su Componidori
06-08-06, 17:28
l'ironia non è rivolta a offendere ma a far riflettere.
Davide, non ho scritto che l’ironia avesse intenti offensivi, tranquillo.
Magari un tantino “forzata”, ma va bene.

nograzie
07-08-06, 10:55
Allora, attento bene: forse ti è sfuggito l’ultimo tentativo, in questo forum, di schernire i Sardisti con patetiche provocazioni, volontà offensive senza argomentazioni, evitando accuratamente il confronto costruttivo.
Quel “protagonista” è stato bannato.

Devo trattenermi dal rispondere per le rime agli insulti ma ti avverto: questa è l’ultima possibilità che hai avuto di usare una terminologia così sprezzante.
Pertanto qualsiasi altro intervento di questo tenore verrà censurato inesorabilmente, così come ho già avvisato.
Se non cambi atteggiamento è preferibile che continui ad ignorare questo forum, così come fanno altri.

Nello specifico, credo che tu ci vivi proprio sulla luna.
Ma chi sei per stabilire cosa è più o meno importante e quali sono le priorità?

Per il resto rassegnati, il PSd’Az rappresenta ancora l’organizzazione politica nazionalitaria, indipendentista, federalista in ambito europeo, laica e progressista, che possiede nel suo DNA la democrazia, la non violenza, la sensibilità e l’attenzione per interpretare le più nobili ed avanzate aspirazioni della società civile in Sardegna.

Per questo sopravvivrà a movimenti votati all’autodistruzione come il tuo.

Bada che io non ho attaccato il Psd'Az, ho semplicemente rimarcato l'inutilità di un gesto singolo legato dal contesto di cui si parla, le carceri appunto.
infatti la tua risposta punto per punto al mio post l'apprezzo e rispecchia le mie idee di recupero della persona che ha avuto difficoltà nella vita.

Poi se ritieni che incazzarti così ti faccia bene alla salute sei liberissimo di farlo, ma per il tuo bene te lo sconsiglio.

Saluti

Su Componidori
08-08-06, 00:57
Bada che io non ho attaccato il Psd'Az, ho semplicemente rimarcato l'inutilità di un gesto singolo legato dal contesto di cui si parla, le carceri appunto.
infatti la tua risposta punto per punto al mio post l'apprezzo e rispecchia le mie idee di recupero della persona che ha avuto difficoltà nella vita.

Poi se ritieni che incazzarti così ti faccia bene alla salute sei liberissimo di farlo, ma per il tuo bene te lo sconsiglio.

Saluti
Effettivamente, nella mia prima risposta riconosco di aver ecceduto in aggressività, ma penso che tu mi possa capire…
Nel merito del tema in discussione, sembra comunque si stia muovendo seriamente qualcosa.
A seguito dell’indulto, sul quale le opinioni sono legittimamente controverse, anche la RAS pare stia provvedendo; in proposito è interessante l’articolo di ieri che si può leggere qui (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_56_20060807090822.pdf).
Ma l’ottica indipendentista è quella che ci deve guidare per affrontare correttamente gli aspetti sociali “de sa Natzioni”, e naturalmente tutti altri.

Ciao. :)

is4morus (POL)
08-08-06, 11:38
totu bellu ma unu loghixeddu po is lìburus in sardu no dd'agataus?! ca su scàmbiu cun sa cultura araba e de totu su mundu àndat beni meda ma a innantis de totu abisòngiat a connosci sa nosta po podi tenni cosa 'e scambiai e po si podi oberri a s'allenu o nou?! A chini no ponit mancu pìgat narànt is antigus.

Su Componidori
09-08-06, 00:06
Su cunsideru mi parit justu, e sa “pregunta” a su guvernu de s’arrejoni si movit in custu tretu.
Puru in presoni, is tènnigas informàtigas podint ajudài arresolvendi custas fainas.
Sa “didadura” de is lìburus, ki podint essi lìgius in « intrada » cumenti in su jassu de « sardegnacultura » est de valori meda.
Figurausì ita podit essi su traballu te tradusidura de medas paperis in is lìnguas de is istrangius, de parti de issus etotu, mancài in presoni.
Certu est pagu cosa, poita ddui funt atrus abisonjus prus de importu, … boh, ita ndi naras?

Su Componidori
09-08-06, 00:14
Tra i vari servizi comparsi appena ieri sulla stampa, a seguito dell’indulto, aventi come argomento il pianeta carcerario, colto anche nella interpellanza dei Consiglieri “regionali” sardisti, mi sembra interessante l’articolo di fondo sull’Unione Sarda dello scrittore Massimo Carlotto, a cui fa eco il gds con l’intervista al regista Enrico Pau, autore del film “Jimmy della collina” tratto dall’omonimo romanzo dello stesso Carlotto.



L’Unione Sarda, 08.agosto.06, prima pagina
Il mondo dietro l’indulto
Sistema carcerario: storia di un fallimento
DI MASSIMO CARLOTTO

I politici non amano scontentare l’elettorato sui temi della giustizia, della sicurezza e della certezza della pena. In questo senso appare evidente che la concessione dell’indulto non è stata presa a cuor leggero ma si è trattata di un’inderogabile necessità per correggere una situazione insostenibile.
E indecente.
Come sempre del resto nella storia recente della Repubblica. Mai una volta amnistia e indulto hanno assunto il significato di un atto di clemenza di uno Stato forte e illuminato ma sono serviti a tamponare crisi che il sistema penitenziario non era più in grado di gestire. Poteva essere una buona occasione per discutere di carcere e di pena in modo serio invece, addetti ai lavori a parte, la faccenda è stata affrontata con sconfortante semplicismo, farcito dei soliti luoghi comuni.
D’altronde non c’è da stupirsi. In questo Paese il carcere fa notizia solo quando un detenuto, scarcerato dalla magistratura o a cui è stata concessa una misura alternativa alla pena, commette un reato. Consumata la notizia l’universo penitenziario torna a essere una realtà misteriosa e inquietante. E io mi permetto di aggiungere: fallimentare. Il carcere, alla faccia dei sacri dettami costituzionali, non rieduca e tantomeno rende migliori le persone. Sviluppa patologie specifiche e non è in grado di curare adeguatamente quelle ereditate dalla pregressa libertà. Si muore di malattia e di suicidio, altra realtà degna di statistiche. Il lavoro è un miraggio e studiare non è facile. Nonostante le mura di cinta spesso esistono diversi livelli di illegalità. I detenuti trascorrono le giornate parlando di sesso, calcio e reati e buona parte di loro è destinata a commetterne in futuro.

L’universo penitenziario soffre di una cronica mancanza di strutture interne ed esterne per avviare i detenuti a un reale percorso di reinserimento sociale. È cronica anche la mancanza di personale e quello in servizio è costretto a sacrificare il lato educativo per mantenere gli standard di sicurezza. Evasioni, rivolte e omicidi infatti sono un ricordo del passato.

Ma sovraffollamento e scarsezza di personale non giustificano fino in fondo il fallimento del sistema penitenziario italiano.
Una parte degli addetti ai lavori (funzionari ministeriali, polizia penitenziaria, direttori e magistrati di sorveglianza) non crede alla funzione rieducativa della pena e concepisce il carcere come mero luogo di detenzione.
Ed è la parte più realistica. In tutta Europa il fallimento della politica come risposta al disagio sociale, che provoca comportamenti illegali, ha sviluppato risposte poliziesche e penitenziarie.
Il futuro del carcere è in questa direzione.
L’unica realtà in grado di contrastare questa tendenza è il volontariato. I volontari carcerari sono eroi dei nostri tempi che sacrificano tempo ed energie per trasformare in realtà le parole vuote dello Stato. Quando un detenuto ha la fortuna di incontrarli e si crea un’alchimia positiva tra volontari, operatori e magistratura di sorveglianza e si trova qualcuno disposto a offrire un posto di lavoro, allora esiste la possibilità di salvarsi e di ricostruirsi una vita. Nell’era della tolleranza zero bisogna avere anche un po’ di fortuna perché da soli è difficile, se non impossibile, imboccare la strada giusta.

Su Componidori
09-08-06, 00:19
Gds, 08 agosto 2006

L’intervista a Enrico Pau.
Regista cagliaritano, Pau dal 1975 si occupa di teatro, prima come attore, poi come regista.
Nel 1996 firma la sua prima regia cinematografica “La Volpe e l’Ape”. Nel 2001 gira “Pesi leggeri”, il suo primo lungometraggio.


«Il carcere? Un luogo dove i sogni
possono manifestarsi facilmente»

Enrico Pau il regista di “Jimmy della collina” presentato a Locarno racconta i retroscena del film e svela il suo sogno nel cassetto: un road movie in terra sarda.
di Emanuele Bigi

Il Concorso internazionale del Festival di Locarno è nel vivo ma le pietanze in tavola, talvolta, sono un po' scarse. Una si distingue più delle altre, il primo film italiano in gara: Jimmy della Collina del regista cagliaritano Enrico Pau. Non è amor patrio, semplicemente obiettività. Jimmy (Nicola Adamo), quasi maggiorenne, è una ragazzo che non desidera una vita normale, da operaio, nella sua testa frulla qualcos’altro.
Con un gruppo di amici svaligia le ville dei ricchi e un giorno tenta il colpo della vita, le cose però non vanno nel verso giusto. Si aprono così i cancelli del carcere minorile, poi quelli della comunità “la Collina”. Inizia per lui una ricerca di se stesso.

-Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Massimo Carlotto. Cosa conserva di quelle pagine?
È stata la piattaforma da cui siamo partiti. Gli elementi in comune sono l’Istituto penitenziario minorile di Quartucciu e la comunità “la Collina”.
Da qui abbiamo avuto l’esigenza di trasformare la scrittura in immagini, di trovare i personaggi e le ambientazioni.
Stimoli che ci sono venuti frequentando intensamente per due mesi quei luoghi di recupero.

-Come si è trovato a girare in un carcere e nella comunità?
C’è stato spirito di collaborazione, alcuni degli attori sono dei veri carcerati. Addirittura non vedevano l’ora che andassimo a girare. A loro piaceva essere ripresi. Quando entri in questo mondo devi sospendere i tuoi giudizi, soprattutto se sei in contatto con giovani che hanno davanti a sé ancora tutta una vita. La Comunità, a pochi chilometri da Cagliari, guidata da circa dieci anni da Don Ettore Cannavera permette a questi ragazzi di concludere la pena in modo più degno, lavorando nei vigneti, nei cantieri e nelle officine.
Qui si riesce a raggiungere la vera redenzione, quella morale .

-A livello produttivo è stata una vera e propria avventura.
Sì, ma la nostra caparbietà e testardaggine ci ha permesso di racimolare il budget necessario.
Il film lo avrei girato allo stesso modo anche con molti soldi, perché l’ho pensato sin dall’inizio in grande, anche se si tratta di un film piccolo.
Abbiamo atteso un anno e mezzo la risposta della Rai. Almeno i privati ti dicono subito sì o no.Comunque l’aspetto interessante di questa produzione è l’intervento delle istituzioni, della Regione Sardegna, della Provincia di Cagliari e del Comune di Sarroch, insieme a fondazioni private. Credo sia un segnale positivo per tutto il cinema italiano.

-Rispetto al primo lungometraggio in questa sua opera seconda lascia più spazio al silenzio, ai gesti e agli sguardi.
Pesi leggeri era un film sulla boxe ma era poco fisico e molto parlato. Qui invece volevo avvicinarmi al cinema a cui mi sento più legato, fatto di gesti, luoghi, spazi. Volevo colmare una sorta di lacuna.

-In Jimmy della Collina si incontrano anche momenti onirici.
La realtà è invasa dai sogni e dalla poesia. Poi il carcere lo considero il contenitore ideale dove i sogni si possono manifestare più facilmente.

-E invece qual è il suo prossimo sogno?
Un film sul teatro di un tempo, quello itinerante. Un road movie in terra sarda da girare tra paesi sconosciuti e messe in scena.

is4morus (POL)
09-08-06, 14:07
Su cunsideru mi parit justu, e sa “pregunta” a su guvernu de s’arrejoni si movit in custu tretu.
Puru in presoni, is tènnigas informàtigas podint ajudài arresolvendi custas fainas.
Sa “didadura” de is lìburus, ki podint essi lìgius in « intrada » cumenti in su jassu de « sardegnacultura » est de valori meda.
Figurausì ita podit essi su traballu te tradusidura de medas paperis in is lìnguas de is istrangius, de parti de issus etotu, mancài in presoni.
Certu est pagu cosa, poita ddui funt atrus abisonjus prus de importu, … boh, ita ndi naras?

ti dd'apu nau, cumenti si bollat chi siat, s'idei mi parit bona, lìburus in sardu, computeras (cumenti nàrat màriu puddu), ingresu etc. no si ndi bògant is ogus apari, podint andai beni totu e is tres. su chi apu nau deu est de no si ndi scaresci su "ita" depeus contai a is stràngius candu s'emus a depi oberri. e custu "ita" iat a depi essi su chi seus, s'identidadi nosta, ca si no ndi teneus cosa 'e contai cumbenit a no si presentai nimancu a custa cuncàmbia.