PDA

Visualizza Versione Completa : Evoluzionismo teologico



Eugenius
14-08-06, 16:48
Una domanda per Eymerich ripresa da un vecchio thread:
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=254555&page=5

Che differenza c'è tra quanto è scritto nel CCC agli articoli 94 e 66 e alla dottrina dell'evoluzionismo teologico?
Anche il Catechismo degli adulti della CEI parla di una comprensione sempre maggiore (pagina 295-296), cosa significa in realta?

CIAO:)

Eymerich (POL)
17-08-06, 15:55
Ti rispondo, anche se non si doverebbe (;)) con un'altra domanda:

una comprensione maggiore comporta una modifica della verità precedentemente compresa o solo un suo maggiore approfondimento?

Ciao :)

Eugenius
17-08-06, 17:21
Solo un suo maggiore approfondimento senza dubbio. Non si può cambiare la verità altrimenti non sarebbe verità. Quello che è vero non può essere soggetto a cambiamento per il principio di non contraddizione.
Comunque dopo aver posto la domanda ho trovato risposta in un ottimo testo di teologia dogmatica.

Dalla della Somma di teologia dogmatica di Giuseppe Casali:

-----

TESI - Il dogma è sostanzialmente immutabile e il progresso dei dogmi consiste solo in una più vasta e chiara spiegazione della dottrina nel solo senso in cui l’ha intesa la Chiesa.

É DI FEDE

la prima e la terza parte della tesi dal Concilio Vaticano I (D. B. 1818);

É CERTO

per la seconda che cioè il progresso consiste solo in una spiegazione più vasta e più chiara della dottrina, dallo stesso Concilio, (D. B. 1809). Esso dice: «Se alcuno avrà detto che può avvenire che ai dogmi proposti dalla Chiesa, talvolta secondo il progresso della scienza si debba attribuire un altro significato da quello che ha inteso ed intende la Chiesa, sia scomunicato».
E riguardo alla seconda parte: «Cresca e progredisca molto e intensamente l’intelligenza, la scienza, la sapienza tanto dei singoli che di tutti, tanto di un solo uomo, che di tutta la Chiesa col passar delle età e dei secoli; ma nel suo stesso genere, vale a dire, nello stesso dogma, nello stesso senso, nello stesso giudizio».

PROVA della 1a parte.

A) - NELLA SCRITTURA troviamo che S. Paolo (Gal. 1) dice:
«Quand’anche noi, o un Angelo del Cielo vi annunziasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema».
Questa proposizione dichiara come non vi può essere cambiamento che contraddica a ciò che è l’annunzio di verità propostoci dalla Chiesa. L’insegnamento delle verità rivelate da Dio rimane in eterno. Passeranno il Cielo e la terra, ma non passeranno le parole del Signore. «Il Cielo e la terra passeranno; ma le mie parole non passeranno» (Mt. 24, 35).

B) - LA RAGIONE lo conferma. li dogma essendo una verità, come più volte abbiamo ripetuto, non può essere e non essere. La verità è una sola, e nel dire che col passar del tempo viene ad avere significato diverso, sarebbe negare la veracità di Dio che ha manifestato e consegnato alla Chiesa tali verità.
La stessa verità umana, quando è veramente acquisita con certezza, non può ricevere mutamenti: tanto meno la verità che ci è stata rivelata da Dio. Dice in proposito l’Enc. «Humani generis»: Poiché la verità ed ogni sua manifestazione filosofica non può essere soggetta a quotidiani mutamenti, specialmente trattandosi dei principi per sé noti alla ragione umana e di quelle asserzioni che poggiano tanto sulla sapienza dei secoli quanto nel consenso e sul fondamento anche della Rivelazione divina qualsiasi verità la mente umana con sincera ricerca ha potuto scoprire, non può essere in contrasto con la verità acquistata».

2a e 3 parte - Può esserci un progresso nei dogmi?

Messa ben salda la nozione della immutabilità sostanziale del dogma, possiamo ben parlare di un progresso, non nella sua SOSTANZA, ma nella sua CONOSCENZA. Non è relativa la verità, la quale resta immutabile, ma è perfettamente la sua conoscenza. Molte verità rivelate sono contenute nelle loro fonti in modo implicito, come abbiamo veduto, e perciò oscuro. La Chiesa stessa, colle sue definizioni viene a farcele conoscere più chiaramente. Per esempio, nel Vangelo Gesù dice: «Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv. 10, 30). Il Conc. di Nicea (325) definisce contro Ano che «Il Verbo è consostanziale al Padre, cioè della stessa sostanza». Il concetto è uguale, ma nella Scrittura sono usati termini diversi. Il Concilio colla parola nuova nello stesso concetto lo spiega più chiaramente con questo termine scientifico, ma la verità non cambia. La stessa Chiesa può domani con una nuova definizione chiarire e completare un concetto che oggi non ha chiarito in una determinata definizione. La ragione è che colla assistenza dello Spirito Santo la Chiesa nel dare una definizione non esaurisce tutto quanto può dirci intorno a quelle verità, ma solo è assistita in modo che quanto dice non abbia nulla di errato. Per portare un esempio recente, nella definizione del dogma della Assunzione della B. V. al Cielo il Papa ha definito che «dopo questa vita mortale, Maria è stata Assunta ai Cielo in anima e corpo», ma non ha definito se sia stata soggetta alla morte o no.
Se un giorno la Chiesa definisce questo punto, non vuoi dire che sia mutato il dogma della Assunzione.
Inoltre alcune delle verità rivelate possono restare oscurate per qualche tempo, ma non in modo generale e universale, né possono restare oscurate quelle definite. Pio VI (D. B. 1501) condannò la proposizione del Sinodo di Pistoia che dice: «in questi ultimi secoli si è diffuso nelle verità dì maggiore importanza, riguardanti la Religione e che sono base della Fede e della dottrina morale di Gesù Cristo, un generale oscuramento».
Da questo oscuramento particolare ne consegue un progresso quando la Chiesa ha parlato. Solo in questo senso si può parlare di progresso o evoluzione del dogma: progresso ed evoluzione soggettiva nella conoscenza e non oggettiva nella sostanza, che resta sempre la medesima. Per richiamarci a un esempio già portato parlando dei misteri, diremo che la verità è come un diamante prezioso appena trovato nella miniera: è coperto di carbone e di scorie: man mano che viene lavorato presenta le sue sfaccettature e il suo splendore. Sempre più se ne vede la bellezza, ma il suo valore sostanziale c’era anche prima: soltanto non appariva al nostro occhio. Così anche nel progresso per la nostra conoscenza il dogma resta sempre lo stesso e non gli si deve dare nessun altro senso di quello che gli ha dato e gli dà la Chiesa.

---

CIAO :)