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Visualizza Versione Completa : Eraclito Ed Il Tradizionalismo Induista



Baltik
18-08-06, 19:02
vediamo di render giustizia ad alcune amnesie perennialiste
Logos e Brahman: raffronto tra il pensiero di Eraclito e le dottrine indiane

di Ada Somigliana


da «Sophia», gennaio-giugno 1959, pp. 87-94.

Gli studiosi sono, per lo più, d'accordo sul valore che ha in Eraclito il termine Logos da un punto di vista generale; ma le opinioni divergono, quando si scenda al particolare e si debba spiegare in quali rapporti esso si trovi con determinati concetti espressi dal filosofo che, si comprende bene, debbono essergli collegati

. S. Kirk, in un suo recente saggio nella Revue philosophique, scrive: «Logos si trova nel fr. 1, nel fr. 2 e nel fr. 50. La difficoltà è che non sappiamo ciò che Logos voglia dire in questo senso». E continua: «Si tratta di qualche cosa che si può intendere e di cui si può sentir parlare (fr. 1), o di qualche cosa che si può ascoltare (fr. 50), o seguire e alla quale si obbedisce (fr. 2); tutte le cose avvengono secondo essa (fr. 1), essa è comune (ciò vuol dire, probabilmente, presente in tutte le cose, dunque afferrabile da tutti gli uomini) (fr. 2) etc.»; e conclude affermando che Logos sembra essere qualche cosa come «la verità delle cose».

Il moderno esegeta è riuscito a rilevare tutte le caratteristiche dell'Ente, che domina sovrano nella costruzione eraclitea; ma egli non ci spiega in quale connessione esse siano tra loro. Infatti questo non si rileva facilmente dai frammenti, considerati a sé, tanto più che la bivalenza di talune espressioni della lingua greca dà adito a diverse interpretazioni. Il neutro hén, per esempio, può esser tradotto "una sola cosa", come nel fr. 41 (Essere una cosa sola il sapere: conoscere l'intelletto, che governa tutto nel tutto), ma può essere tradotto anche "l'Uno". Così nel fr. 29: «I migliori scelgono l'Uno invece di tutte le cose, gloria eterna invece di soddisfazioni mortali». e nel fr. 50: «Non a me, ma al Logos dando ascolto, conviene riconoscere che l'Uno è tutte le cose», e nel fr. 57: «Dei più e maestro Esiodo; ritengono ch'egli tutto sapesse, lui che non conosceva il giorno e la notte: sono infatti l'Uno».

Con il cambiamento di una sola parola muta profondamente il valore ed il significato dei tre frammenti. Il filosofo non ci parla, in forma misteriosa, di una cosa non facilmente identificabile, ma dice chiaramente: l'Uno. E poiché questo Uno è tutte le cose (fr. 50), poiché questo Uno rappresenta la gloria eterna (fr. 29) ed in esso s'identificano i contrari (fr. 57), non abbiamo difficoltà a riconoscere quell'entità metafisica ch'è al centro della speculazione eraclitea, presente in tutti gli esseri ed in tutte le cose e realtà spirituale di ciascuno di noi.

Essa viene dal filosofo chiamata con differenti nomi, secondo il suo diverso modo di manifestarsi nell'universo e nella psiche. Tra questi nomi vi è quello di lògos, che letteralmente significa Parola; ma non una parola qualunque, perché in essa è contenuta l'idea di qualche cosa di eletto e di spirituale, e veniva usata fin dall'epoca di Omero ad esprimere un'attività dello spirito.

Tale termine trova il suo equivalente in un nome largamente usato nel linguaggio metafisico dell'India, per indicare un'entità che ha le stesse caratteristiche del Logos, e questo nome è Brahman. Esso trae origine dal culto sacrificale e, nei testi vedici più antichi, aveva il valore di "parola sacra" con speciale riferimento al suono "Aum" (om), che i sacerdoti, nel cantare gli inni durante i sacrifici, ripetevano dopo ciascun verso. Poiché si attribuiva grande potenza al sacrificio e si riteneva che la parola sacramentale pronunciata dal sacerdote operasse con magico potere su tutto l'universo, così il Primo Principio si metteva in relazione d'identità con la formula sacrificale ed il termine Brahman veniva usato, nella speculazione teosofica, quale punto d'attacco dell'idea per giungere alla conoscenza dell'Inconoscibile.

Ma la genesi di questo nome ha solo un interesse indiretto ai fini del nostro studio; quello ch'è importante per ora precisare h il parallelismo dei due termini Logos e Brahman, che hanno entrambi il significato di Parola con un certo valore di sacralità e stanno entrambi ad indicare l'Ente preso in senso astratto e quale espressione di supremo Vero. Quando, come ho avuto occasione di osservare altrove, si tenga presente che questa entità divina è cosmica e psichica nel tempo stesso, e che l'essere umano, secondo il nostro filosofo, è compenetrato dallo spirito eterno, il quale rappresenta il suo "Io" trascendentale ed assoluto, non è facile rispondere al quesito che il Kirk si pone riguardo al valore del termine Logos nei su citati frammenti.

Il primo di essi si basa sull'importanza che il filosofo attribuiva alla conoscenza del Logos, particolare che non è sfiggito al Kirk e che trova, come il resto, piena rispondenza nelle dottrine dell'antico Oriente. Infatti, secondo il pensiero indiano, il tempo ha carattere ciclico ed il mondo storico e le forme che si sviluppano nel tempo, viste sul piano dei ritmi cosmici, non hanno valore, perché mancano di durata e si definiscono per l'esistenza dei contrari Ma, se si considera che il tempo e l'eternità (kâlâc-âkalaçca, tempo e senza tempo) sono due aspetti di un unico ente (aspetto manifesto e non manifesto, che riunisce in sé tutte le polarità e le opposizioni, chi accede ad esso, realtà unica che trascende «il giorno e la notte», ossia trascende i contrari, che sono l'espressione della limitatezza e della sofferenza, «passa al di là del dolore».

«Chi vede [questa verità] non vede la morte, né la malattia; né il dolore; chi vede, vede il Tutto, raggiunge il Tutto da ogni parte. Egli diventa unico, diventa triplice, settemplice e nonuplo, ed inoltre vien ricordato ch'egli è undici e centoundici e ventimila»

Ma questa conoscenza, che viene considerata il più alto vertice del sapere e via di salvazione, non è agevole né accessibile a tutti; solo pochi eletti possono pervenire ad essa attraverso l'insegnamento di un maestro che «li liberi dalle bende dell'ignoranza» e l'aiuto della fede perché «quando uno, invero, ha fede, allora pensa. Chi non ha fede, non pensa».

Pure Eraclito quando, nel primo frammento, accenna al Logos come a «qualche cosa di cui si può sentir parlare» (Kirk), allude a questa dottrina metafisica, ch'egli si accingeva a spiegare nel suo libro. Nel fr. che stiamo esaminando infatti si legge:

«E la Parola, che pure è sempre quella, gli uomini non la intendono né prima di averla ascoltata, né ascoltandola per la prima volta.
Infatti pure avvenendo ogni cosa secondo la Parola, inesperti ne sembrano anche quelli che hanno esperienza di idee e fatti, quali io espongo, spiegando ciascuna cosa secondo natura ed indicando come sia».

«Sempre quella», perché eterna, come giustamente intende lo Zeller, e pure perché costantemente presente in tutte le cose, di cui costituisce l'unica essenza. Ma a questa importante verità metafisica gli uomini non sono capaci di arrivare da soli, e non sanno neppure comprenderla quando venga loro insegnata per la prima volta.

Inoltre, benché tutto avvenga attraverso questo Ente, il quale rappresenta la forza universale operante sullo svolgimento di tutti i fenomeni naturali, non lo conoscono neppure quelli che hanno dimestichezza con tale genere di studi (e qui forse Eraclito vuole alludere ai filosofi della Natura, che indagavano sui problemi della generazione e dissoluzione). Ad essi è rivolto l'insegnamento dell'Efesio, non agli altri uomini, che non sono animati dal desiderio di conoscere la verità, di cui non comprendono il valore ed il significato, indifferenti ed inconsci, quasi dormienti.

«Agli altri uomini sfuggono le cose che fanno quando sono desti, come non sanno quanto compiono dormienti».

Nella seconda parte del frammento ho seguito la traduzione dello Zeller (da cui si discosta il Mazzantini) e a spiegarne le ragioni mi si permetta una breve digressione.

Eraclito considera il sonno da un punto di vista metafisico: l'uomo, durante il sonno, separato dal mondo sensibile, vive d'intensa vita spirituale, alimentandosi alla luce della propria anima, e crea sogni e si immedesima con l'Assoluto. In tale stato egli supera questo mondo d0illusorie differenziazioni, ritrova il Vero e con esso la suprema beatitudine. È una condizione simile a quella riservata allo spirito umano, quando la morte abbia spezzato i legami con la realtà empirica: per questo l'uomo dormendo «si accosta a chi è morto» (fr. 26). Poi, al risveglio, perde coscienza di quanto è avvenuto durante il sonno e dimentica la luce della verità, per lasciarsi nuovamente ingannare dall'apparenza delle cose labili e transitorie («Morte sono le cose che vediamo appena desti», fr. 21). Per questa ragione lo stato di veglia, dal punto di vista metafisico, è simile allo stato di sonno dal punto di vista fisico («svegliato si accosta a chi dorme», fr. 26). Ora l'espressione «Non sanno quanto compiono dormienti», del fr. che stiamo esaminando, si riferisce all'oblio per l'uomo, durante lo stato di veglia, di quanto era avvenuto mentre dormiva.

Nel corso del libro il filosofo parlerà poi ripetutamente di "dormienti" in senso metaforico. Nel fr. 75 li chiama «cooperatori inconsapevoli dell'ordine cosmico», nel fr. 73 ammonisce che «non bisogna parlare ed agire come dormienti», e nel fr. 89 afferma che «per i pienamente desti esiste un solo mondo sociale; i dormienti si ripiegano ciascuno verso un proprio mondo personale».

Questo ultimo si spiega più facilmente congiungendolo con il fr. 2, che tradurrei:

«Bisogna seguire ciò ch'è comune. Ma, pure essendo la Parola comune a tutti, i più vivono come se avessero una ragione personale«.

Il termine xynós non indica qui solamente, in senso generico, «presente in tutte le cose e quindi afferrabile da tutti gli uomini», come pensa il Kirk, ma piuttosto comune a tutti gli uomini in quanto presente nella loro anima, con la quale s'identifica, ed espressione di Verità vivente in loro (fr. 45, fr. 115 e fr. 119).

Per questa ragione gli uomini debbono considerarsi un tutto sociale, non viventi una vita indipendente ed esclusiva. Quindi le idee da seguire sono quelle che, essendo comuni a tutti, debbono essere considerate vera manifestazione del thèion, non espressione personale ed inganno dei sensi.

Si comprende quindi come "per i pienamente desti", cioè per coloro che hanno capito il vero valore della vita, nella quale l'umanità rappresenta un tutto unico ed inscindibile (qualche cosa di più che un vincolo di fratellanza), esista "un solo mondo sociale" e "i dormienti", che non sono consapevoli del legame che li unisce ai loro simili, si ripieghino ciascuno verso un loro mondo esclusivo.

Poiché, come abbiamo visto, il nostro filosofo attribuisce somma importanza alla Sapienza, intendendo per sapienza la "Metafisica dell'Essere", nella quale egli vede la soluzione di tutti i problemi della vita universa, ne consegue ch'egli giudica prevalentemente i suoi simili secondo l'interesse che manifestano per essa.

Dunque vediamo da una parte i pochi saggi che ricercano la Verità e dall'altra «oi pollòi», i quali o si curano esclusivamente delle soddisfazioni materiali che la vita può offrire loro e «si rimpinzano come capi di bestiame»; o danno ascolto alle leggende diffuse dai cantori del popolo e seguono le antiche tradizioni, senza valutarne la consistenza e la veracità.

Non bisogna quindi prendere a maestro il volgo perché «oi pollòi kakòi, olígoi de agathòi» (fr. 104). E anche in questa affermazione la parola del sommo filosofo greco suona concorde con quella dell'antico savio d'Oriente:

«Che il brahmano, nella sua saggezza, avendolo riconosciuto [l'Uno] realizzi la Scienza. Che il suo pensiero non segua le idee della folla: le stesse sono parole vacue«.

Come abbiamo visto, i punti di contatto tra la speculazione eraclitea e quella indiana non sono pochi né trascurabili. Dal concetto dell'Uno-tutto all'identità dell'anima universale con quella individuale, dalla Teoria degli Opposti al loro superamento attraverso la conoscenza dell'Essere, dall'importanza dell'introspezione al disprezzo per coloro che ignorano le supreme verità metafisiche, dalla dottrina delle "due vie" a quella dello stato dello spirito durante il sonno, abbiamo tutta una catena di concordanze che involgono l'intero sistema, le quali, per il loro particolare carattere, non possono essere effetto del caso e non vanno quindi sottovalutate.

E ritengo utile insistere su questo punto perché, oltre a ragioni di metodo, ci sono dei fattori psicologici che, nonostante il nostro sforzo verso l'oggettività, ci spingono a non tenere quelle concordanze nella dovuta considerazione. Anzitutto il nostro orgoglio di Occidentali avvezzi a vedere in Grecia la culla del pensiero: poi il fatto che il mistero di Eraclito è un mito che amiamo. Intorno ad esso si sono misurati i nostri migliori ingegni e le loro opere, alcune delle quali apprezzabilissime per indagine storica e profondità di pensiero, qualora mutasse l'orientamento critico, dovrebbero per buona parte esser rifatte su di un piano completamente diverso. Infine i frammenti del filosofo, se esaminati alla luce del pensiero vedico, si compongono in unità intorno ad un nucleo centrale, l'Uno (il Logos), e tutto diviene chiaro, semplice, facile; troppo semplice e troppo facile in rapporto all'immagine che di Eraclito, come osserva il Kirk, ci eravamo creati, prestandogli i termini di una speculazione posteriore.

La sua figura, ad ogni modo, non ne uscirebbe menomata, perché era più difficile per lui, educato nell'ambiente greco del suo tempo, penetrare nel vero spirito del pensiero orientale, di quanto non sia oggi per noi comprendere i suoi frammenti. Dobbiamo infine tenere presente che per opera sua il primo germe della speculazione aria, che doveva poi nel paese d'origine subire un processo involutivo, prendeva invece in Occidente grande sviluppo e dava frutti preziosi.

http://www.advaita.it/testi%20e%20filosofi/Greci%20-%20Eraclito.htm

saluti.

Baltik
19-08-06, 16:09
La via dell'immortalità non è fatta di dubbi, di rinvii, di autocommiserazioni e di paure. La "Via del Fuoco" è fatta per chi sa osare e lasciare i pregiudizi inerenti all'umano.

(Raphael - La Via del Fuoco)



Officina Libraria
Su indicazione di Raphael, questo sodalizio è sorto seguendo l’ispirazione degli Sankaracarya dello Sri Kamakoti Pitham di Kanci e dello Sri Sarada Pitham di Sringeri, grazie all’Associazione Vidya Bharata, al Ramakrishna Mission (già Associazione Italiana Ramakrishna Math), all’Associazione Italiana Ramana Maharshi, con il contributo fondamentale delle Edizioni Asram Vidya di Roma.



Le azioni qui esposte sono un omaggio a Raphael e all'opera da Egli svolta attraverso l'Asram Vidya, e ai Conoscitori tutti. Il simbolo concesso, il tempio che racchiude al suo interno il triangolo ascendente al cerchio dal basso, evoca l’unicità, la sacralità e lo scopo ultimo della Tradizione Metafisica universale rappresentata.



Il sodalizio offre e condivide note, spigolature e riflessioni sulla Tradizione Metafisica o Philosophia Perennis o Sanathana Dharma, espressa nel Vedanta Advaita codificato da Gaudapada e Sankara e, in Occidente, dal lignaggio di Pitagora, dell'Orfismo, del Platonismo, del Neoplatonismo...



Le attività del sodalizio e di quanti in esso si riconoscono, nello spirito tradizionale orientale e occidentale, rifuggono dal proselitismo e dal confronto mentale-manasico; aperte alle note che possano chiarire aspetti della conoscenza tradizionale e che fungano da elementi di "persuasione" intesa nel senso platonico di intimo riconoscimento di verità. Tale "persuasione" è perciò opera della facoltà noetica nell’uomo (e non di quella mentale) e in quanto tale è scevra da qualsiasi forma di settarismo, distinzione, contrapposizione, autoaffermazione. La sua modalità è quella del dialogo e della compartecipazione di cuore tese allo svelamento della verità-realtà e solo di quella.



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codificato da Gaudapada e Sankara e, in Occidente, dal lignaggio di Pitagora, dell'Orfismo, del Platonismo, del Neoplatonismo

saluti

testadiprazzo
19-08-06, 22:42
La Tradizione è una..come una è la Verità..e si esprime in molteplici Forme..che costituiscono tanti sentieri per pervenirvi..ma..per pervenirvi realmente e non solo concettualmente..è necessaria l'Iniziazione..che sarebbe il percepire Brahman..nella propria interiorità.."Tat tvam asi"..Tu sei quello...e un Maestro..l'unico autorizzato a trasmettere quest'influenza..usa appoggiarsi a l'autorità di qualsiasi Forma..per affermare il proprio messaggio..sempre uguale ..e sempre nelle forme diverso..secondo i tempi e i luoghi..
Il Platonisno..il Pitagorismo..L'Orfismo..il Neoplatonismo..sono delle Forme estinte per quanto riguarda l'insegnamento esoterico..e rimangono solo con qualche trattato..o frammento..che illuminato dalla Consapevolezza di un Maestro..torna in vita..ad indicare la Via..
Voglio dire che il Pitagorismo..il Platonismo..possono essere state delle Vie complete alla loro origine..ma che poi..la parte esoterica si è estinta..e con lei anche l'interpretazione Tradizionale dei testi o frammenti rimasti..e allora..solo la parte discorsiva o intellettualistica è rimasta della Dottrina..rendendo quindi la Forma..solo una filosofia..speculativa..e non più realizzativa..
Raphael..ha scritto di queste Forme occidentali..relazionandole all'Advaita Vedanda..che è una Forma ancora vivente..e che lo ha ispirato ..a riconoscere certi tratti..simili..anche nelle Forme occidentali del passato..per questo..anche Raphael può avere fatto quello che veniva rimproverato a Guenon..e cioè di avere plasmato la Forma in funzione del proprio pensiero..l'uno a negare che l'Occidente abbia avuto una Metafisica l'altro invece ad affermare che la Metafisica l'abbia avuta..
Io non mi pronuncio su qualcosa che è impossibile verificare..in quanto ognuno legge se stesso..e..un Maestro..può trasformare anche la lista della spesa in un profondo sutra metafisico..in quanto chi ha il dono delle lingue..usa qualsiasi supporto per esporre la Verità..Una cosa però è chiara..la Tradizione occidentale si è estinta..qualora ci sia stata..e non ha avuto minimamente il ruolo di elite intellettuale che ha svolto in India..per millenni..e oggi...se ci si vuol di nuovo rivolgere alla Tradizione ..è all'India che bisogna guardare..anche se al giorno d'oggi..stanno nascendo varie scuole..in Occidente..che .pur avendo tratto ispirazione da l''India..ne sono però di fatto autonome..in quanto si disinteressano ..come lo zen..a creare una metafisica speculativa ..specchio di quella realizzativa...ma anzi..si fermano solo al realizzativo..considerando lo speculativo...non essenziale..ed infatti non lo è..ma è solo un momento propedeutico..a creare quell'abbandono ..condizione fondamentale per il momento realizzativo..
Raphael come Krishnamurti..è Asparsa..yoga..per l'Illuminazione improvvisa..frutto di una profonda Comprensione..la comprensione di essere Brahman......"Aham Brahmasmi"..Io sono Brahman..anche nello zen ci sono le due scuole..dell'Illuminazione improvvisa e di quella graduale..ma..improvvisa o graduale..è necessario sempre un salto oltre la mente e il pensiero..e Raphael..usa i testi..per realizzare quella totale comprensione mentale..che può portare oltre il pensiero..Osho ha fatto così anche..salvo poi dire di avere piegato i testi..al dire quello che voleva Lui..Raphael non lo dice..ma il concetto è lo stesso..anche perchè i simboli letterari e il linguaggio..hanno una validità estremamente limitata nel tempo e nello spazio.e..se sono più precisi dei simboli visivi..quando vengono creati..col tempo diventano incomprensibili..e allora per ricreare la Tradizione..è necessario ricrearla linguisticamente..e la strada più battuta..è l'interpretazione nuova..dei testi...e questo..succede anche con le Forme exoteriche ..come il Cistianesimo e l'Islam..
A me interessa la Verità..e non la Sua storia..e se pur in Occidente è esistita una Tradizione dei Grandi Misteri..non ha lasciato traccia..se non in qualche Maestro che ne ricrea lo spirito..ad usum delphini..per portare acqua al suo mulino Advaita..
La Tradizione esiste se qualcuno consapevolmente la trasmette..mancando questo..nessuno..che non sia un'iniziato..può interpretare i testi Tradizionali..pena il renderli exoterici....cioè..speculativi solamente..o moralmente coercitivi..
L'importante è l'iniziazione ..che ricrea quel processo cosmogonico di creazione alla vita..di cose che non l'avevano..che senza questo..non c'è nessuna Verità..ma ancora solo teorie..che sono ben lontane da Brahman..
Quindi..per venire al quibus del nostro contendere..se ce n'è uno..l'Occidente può avere avuto delle Tradizioni..ai Grandi Misteri..ma in realtà..per l'effetto che hanno lasciato..è come se non ne avesse avute..perchè ..non hanno lasciato traccia .se non nella speculazione teorica e mentale..

Baltik
20-08-06, 01:41
]forse quella catena verticale che univa oriente ed occidente è stata in qualche modo spezzata e non è difficile certo comprenderne il motivo basterebbe volgere l'orecchio alle scuole Buddhiste Vajrayana potenziali dirette de Je Tzong Khapa, il fondatore del lignaggio Ghelugpa.(ogni dharma riposa nel brhaman) vi è un'ottima spiegazione storica metastorica e tradizionale ben conservata e diretta proprio "ai fratelli occidentali" come d'altronde accade nelle scuola iniziatiche
dei "parsi" inutile credo disquisire sui risvolti posteriori dando colpe ad un ben non identificato occidente (io da studioso ossessionato dal particolare l'ho ben individuato e anche loro : 7-9 "Se chiedete chi diffuse il Dharma dei mlecchas, è detto: Adamo, Noé, e Abramo della casta degli asura e, dalla casta naga," quindi evitiamo di parlare di maestranze esoteriche quando le tradizioni sono assai più vaste e complicate )

mai stato in tibet guènon? (forse ho ben saldo il motivo)

quanto all' l'india in quanto salvata è comprensibile e auspicabile
che abbia conservato determinate direttive tradizionali
differentemente avrebbe sviluppato le stesse tendenze interiori dell'occidente
ne più,ne meno. quindi "occultamento e sparizione" sono parole senza alcun senso per me,di contro rimane ben salda l'idea di prevaricazione con tanto di centinaia dei migliori studiosi e documenti a tal sostegno

quanto il processo di sviluppo sensoriale di una civiltà sia addebitato al concetto storico non sono io ad esprimerlo,ma qualsiasi studioso ben documentato.

ps e quando intendono "fratelli" e catena interrotta intendono esattamente questo.

http://www.bartleby.com/61/images/indoeuro.jpg


saluti

testadiprazzo
20-08-06, 15:25
]forse quella catena verticale che univa oriente ed occidente è stata in qualche modo spezzata e non è difficile certo comprenderne il motivo basterebbe volgere l'orecchio alle scuole Buddhiste Vajrayana potenziali dirette de Je Tzong Khapa, il fondatore del lignaggio Ghelugpa.(ogni dharma riposa nel brhaman) vi è un'ottima spiegazione storica metastorica e tradizionale ben conservata e diretta proprio "ai fratelli occidentali" come d'altronde accade nelle scuola iniziatiche
dei "parsi" inutile credo disquisire sui risvolti posteriori dando colpe ad un ben non identificato occidente (io da studioso ossessionato dal particolare l'ho ben individuato e anche loro : 7-9 "Se chiedete chi diffuse il Dharma dei mlecchas, è detto: Adamo, Noé, e Abramo della casta degli asura e, dalla casta naga," quindi evitiamo di parlare di maestranze esoteriche quando le tradizioni sono assai più vaste e complicate )

mai stato in tibet guènon? (forse ho ben saldo il motivo)

quanto all' l'india in quanto salvata è comprensibile e auspicabile
che abbia conservato determinate direttive tradizionali
differentemente avrebbe sviluppato le stesse tendenze interiori dell'occidente
ne più,ne meno. quindi "occultamento e sparizione" sono parole senza alcun senso per me,di contro rimane ben salda l'idea di prevaricazione con tanto di centinaia dei migliori studiosi e documenti a tal sostegno

quanto il processo di sviluppo sensoriale di una civiltà sia addebitato al concetto storico non sono io ad esprimerlo,ma qualsiasi studioso ben documentato.

ps e quando intendono "fratelli" e catena interrotta intendono esattamente questo.

http://www.bartleby.com/61/images/indoeuro.jpg


saluti

..ma se quello che vuoi comunicare è importante e verace..dovrai usare un linguaggio adatto anche per gli esseri umani..in fin dei conti..il cercare di farsi capire..per chi parla..è quasi importante come avere capito..quello che si vuole dire

Non posso rispondere a causa incomprensibilità del post...:-:-01#19

stuart mill
20-08-06, 17:42
si, Baltik, ti pregherei di ricordare che in un forum bisogna far si che gli altri capiscano ciò che diciamo... :)

stuart mill
20-08-06, 17:48
La Tradizione è una..come una è la Verità..e si esprime in molteplici Forme..che costituiscono tanti sentieri per pervenirvi..ma..per pervenirvi realmente e non solo concettualmente..è necessaria l'Iniziazione..che sarebbe il percepire Brahman..nella propria interiorità.."Tat tvam asi"..Tu sei quello...e un Maestro..l'unico autorizzato a trasmettere quest'influenza..usa appoggiarsi a l'autorità di qualsiasi Forma..per affermare il proprio messaggio..sempre uguale ..e sempre nelle forme diverso..secondo i tempi e i luoghi..
Il Platonisno..il Pitagorismo..L'Orfismo..il Neoplatonismo..sono delle Forme estinte per quanto riguarda l'insegnamento esoterico..e rimangono solo con qualche trattato..o frammento..che illuminato dalla Consapevolezza di un Maestro..torna in vita..ad indicare la Via..
Voglio dire che il Pitagorismo..il Platonismo..possono essere state delle Vie complete alla loro origine..ma che poi..la parte esoterica si è estinta..e con lei anche l'interpretazione Tradizionale dei testi o frammenti rimasti..e allora..solo la parte discorsiva o intellettualistica è rimasta della Dottrina..rendendo quindi la Forma..solo una filosofia..speculativa..e non più realizzativa..
Raphael..ha scritto di queste Forme occidentali..relazionandole all'Advaita Vedanda..che è una Forma ancora vivente..e che lo ha ispirato ..a riconoscere certi tratti..simili..anche nelle Forme occidentali del passato..per questo..anche Raphael può avere fatto quello che veniva rimproverato a Guenon..e cioè di avere plasmato la Forma in funzione del proprio pensiero..l'uno a negare che l'Occidente abbia avuto una Metafisica l'altro invece ad affermare che la Metafisica l'abbia avuta..
Io non mi pronuncio su qualcosa che è impossibile verificare..in quanto ognuno legge se stesso..e..un Maestro..può trasformare anche la lista della spesa in un profondo sutra metafisico..in quanto chi ha il dono delle lingue..usa qualsiasi supporto per esporre la Verità..Una cosa però è chiara..la Tradizione occidentale si è estinta..qualora ci sia stata..e non ha avuto minimamente il ruolo di elite intellettuale che ha svolto in India..per millenni..e oggi...se ci si vuol di nuovo rivolgere alla Tradizione ..è all'India che bisogna guardare..anche se al giorno d'oggi..stanno nascendo varie scuole..in Occidente..che .pur avendo tratto ispirazione da l''India..ne sono però di fatto autonome..in quanto si disinteressano ..come lo zen..a creare una metafisica speculativa ..specchio di quella realizzativa...ma anzi..si fermano solo al realizzativo..considerando lo speculativo...non essenziale..ed infatti non lo è..ma è solo un momento propedeutico..a creare quell'abbandono ..condizione fondamentale per il momento realizzativo..
Raphael come Krishnamurti..è Asparsa..yoga..per l'Illuminazione improvvisa..frutto di una profonda Comprensione..la comprensione di essere Brahman......"Aham Brahmasmi"..Io sono Brahman..anche nello zen ci sono le due scuole..dell'Illuminazione improvvisa e di quella graduale..ma..improvvisa o graduale..è necessario sempre un salto oltre la mente e il pensiero..e Raphael..usa i testi..per realizzare quella totale comprensione mentale..che può portare oltre il pensiero..Osho ha fatto così anche..salvo poi dire di avere piegato i testi..al dire quello che voleva Lui..Raphael non lo dice..ma il concetto è lo stesso..anche perchè i simboli letterari e il linguaggio..hanno una validità estremamente limitata nel tempo e nello spazio.e..se sono più precisi dei simboli visivi..quando vengono creati..col tempo diventano incomprensibili..e allora per ricreare la Tradizione..è necessario ricrearla linguisticamente..e la strada più battuta..è l'interpretazione nuova..dei testi...e questo..succede anche con le Forme exoteriche ..come il Cistianesimo e l'Islam..
A me interessa la Verità..e non la Sua storia..e se pur in Occidente è esistita una Tradizione dei Grandi Misteri..non ha lasciato traccia..se non in qualche Maestro che ne ricrea lo spirito..ad usum delphini..per portare acqua al suo mulino Advaita..
La Tradizione esiste se qualcuno consapevolmente la trasmette..mancando questo..nessuno..che non sia un'iniziato..può interpretare i testi Tradizionali..pena il renderli exoterici....cioè..speculativi solamente..o moralmente coercitivi..
L'importante è l'iniziazione ..che ricrea quel processo cosmogonico di creazione alla vita..di cose che non l'avevano..che senza questo..non c'è nessuna Verità..ma ancora solo teorie..che sono ben lontane da Brahman..
Quindi..per venire al quibus del nostro contendere..se ce n'è uno..l'Occidente può avere avuto delle Tradizioni..ai Grandi Misteri..ma in realtà..per l'effetto che hanno lasciato..è come se non ne avesse avute..perchè ..non hanno lasciato traccia .se non nella speculazione teorica e mentale..


ottimo post

testadiprazzo
20-08-06, 18:38
ottimo post

Se non ci fossi tu..qua dentro sarebbe dura..:D
Ma le lodi..sono più pericolose del biasimo..perchè ci legano di più al giudizio..degli altri..che poi..è la cosa a cui sono tutti maggiormente attaccati..
Ce la faremo a vivere ..considerando i giudizi..come i soldi che ci scivolano dal portafoglio? Cioè..da non trattenere? :D

stuart mill
20-08-06, 19:09
[QUOTE]Se non ci fossi tu..qua dentro sarebbe dura..:D


grazie, grazie.:-01#44
Beh, perchè visto che ci sei, non posti il messaggio in questione, anche su questo thread? :
considerazioni sulla tradizione
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=270459&page=2
grazie:)


Ma le lodi..sono più pericolose del biasimo..perchè ci legano di più al giudizio..degli altri..che poi..è la cosa a cui sono tutti maggiormente attaccati..

vero, a chi lo dici: io infatti non amo i complimenti per questo:i



Ce la faremo a vivere ..considerando i giudizi..come i soldi che ci scivolano dal portafoglio? Cioè..da non trattenere? :D

un realizzato si, io non so
scusa l'indiscrezione (astieniti pure dal rispondere se non ti va) : essendo tu un iniziato, non dovresti comunque aver raggiunto un livello di 'calma' interiore, di distacco dalle 'acque' tale da renderti quasi immune a ciò? (detto senza ironia)

testadiprazzo
20-08-06, 20:06
[quote=stuart mill]






un realizzato si, io non so
scusa l'indiscrezione (astieniti pure dal rispondere se non ti va) : essendo tu un iniziato, non dovresti comunque aver raggiunto un livello di 'calma' interiore, di distacco dalle 'acque' tale da renderti quasi immune a ciò? (detto senza ironia)

L'iniziato non è un Illuminato..:D
E' semplicemte qualcuno..a cui un Maestro..con i suoi infiniti sistemi..ha fatto capire che la sua natura profonda è l'Essere....che il Brahman..quello nirguna..è ancora bel lontano..:D
Sembra una sciocchezza ma non lo è..perchè comprendere l'Essere..percepirlo dentro di te..sapere che è il tuo Centro di Gravità Permanente..perchè un Maestro te lo ha spiegato..e lo hai capito..ti dà una gioia incredibile..Esci dall'inferno ed entri in purgatorio..ed è esattamente in purgatorio che mi sento..perchè percepisco la Luce..ma nel medesimo tempo..le mie identificazioni o peccati...mi trascinano ancora verso il basso..ma..non sono capaci di portarmi all'inferno..ma solo all'inizio del purgatorio..e da lì cercare sempre di risalire fino al tuo girone o vizio o difetto fondamentale..vero nodo che impedisce la salita verso il possesso dell'Essere o Consapevolezza..
L'iniziato è qualcuno sulla Via..ma dovendo ancora lottare contro le forze disgreganti la Consapevolezza..il suo aspetto non è quello della parata..ma quello del campo di battaglia..sporco..sudato..con la divisa a pezzi..perchè la lotta..è contro tutte le forze cosmiche che impediscono la salita..che sono poi le forze che tu stesso evochi..con gli attaccamenti..
Anzi... ti dirò una cosa..E' proprio tra i discepoili o iniziati..che potrai trovare le peggiori canaglie..per due motivi..primo..perchè le forze cosmiche cercano di costruire intorno ad un vero Maestro un muro..per impedire che parli al mondo..e l'ingresso di gente non qualificata potrebbe distruggere tutto..come effettivamente è successo con Osho..poichè..alla domanda perchè desse a tutti il mala o iniziazione..virtuale beninteso..rispondeva che altrimenti..sarebbe rimasto solo..:D
Quindi le canaglie sono fisiologiche e financo cosmiche..ma poi..esistono anche le canaglie effettivamente iniziate..che approfittano della sicurezza derivante dalla percezione dell'Essere..per affrontare quelle prove o attaccamenti che prima..senza l'iniziazione..venivano tenuti a bada..dalla morale....L'iniziazione distrugge la morale..e pone l'Essere o Consapevolezza..al Centro di te stesso..ma ..qui si aprono quelle possibilità sempre tenute a freno..che ora hanno campo libero..perchè ..per essere Consapevoli..l'inconscio va reso conscio..il ragno va cavato da buco..e la spazzatura va tolta da sotto il tappeto...ma il discorso è lungo..e non si può esaurire in due righe..
Insomma..l'iniziato..percependo l'Essere..è una persona franca e nobile..:D
ma dovendo rendere alla luce del sole il suo inconscio e gli attaccamenti..in vista di un loro riassorbimento nella Consapevolezza..è anche una canaglia..:D
e può apparire in un modo e nell'altro a seconda se la persona con cui parla..è inconscia o conscia..per Talib..per esempio..sono una canaglia..per te sono una persona da ascoltare..tutto a seconda di quale energia si vede in me..che poi sarebbe l'energia che potenzialmente possiede l'interlocutore..
Quindi non ti preoccupare..che tutte le caratteristiche che dicevi..non le possiedo per niente..:D .anche se prima o poi....batti e ribatti..chissà..che anche il purgatorio come l'inferno..finisca..:-0003e
Però..anche se non sono illuminato..sono pur sempre al secondo grado..avendo finito la fase di apprendistato..o teorica..assolutamente fondamentale..se non si vuol venire divorati..dalle forze che maldestramente abbiamo evocato..Senza fase teorica o di studente..finiremo in certi prolungamenti psichici..interrompendo la salita..e bloccandoci in zone interiori anche pericolose..Hitler..aveva un potere..ma non avendo capito quale..lo ha rivolto alla distruzione e non alla costruzione..e serve appunto a questo..la fase teorica o dottrinale..poi..avendo superato gli attaccamenti si dovrebbe aprire la fase energetica o astrale..del potere..ma..ora ..basta..

stuart mill
20-08-06, 22:33
ottimo messaggio grazie.
P.s. per tutti: credo che testadiprazzo abbia usato hitler SOLO come esempio. Evitate quindi di cogliere la palla al balzo per buttarla in politica.
Se raggiungeremo quota 6 utenti interessati, allora chiederò all'amministratore di aprire il sottoforum, dobve potrete parlare di chi volete, ma in caso contrario, e fino ad allora, evitate di politicizzare il forum.