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Visualizza Versione Completa : 29 - De Gasperi - La politica e la santità



Gilbert
02-08-05, 18:57
De Gasperi si definiva "un trentino prestato all'Italia"

Si dice che indicò lui agli americani gli obbiettivi da colpire su Roma in occasione del primo bombardamento aereo.

De Gasperi negò all'Istria, Dalmazia e al Quarnaro la possibilità di svolgere un referendum popolare quando questo gli fu offerto perfino dai russi e dagli slavi. (De Leonardis)

De Gasperi disse nel bel mezzo degli infoibamenti "che l'istriano doveva adoperarsi in senso jugoslavo" (De Leonardis)

De Gasperi rifiutò la possibilità di subentrare agli Angolamericani nella gestione del Governo Militare alleato di Trieste.

De Gasperi fermò Brosio e Pella che volevano far intervenire esercito e carabinieri in soccorso degli oltre 350 mila esuli italiani delle terre strappate dai comunisti all'Italia.

De Gasperi non protestò per Briga e Tenda sottratte all'Italia dalla Francia.

De Gasperi tradì Umberto II, mantenendo libertà di voto agli elettori DC, rischiando pertanto, in caso di vittoria comunista nel 1948, la dittatura comunista in Italia.

De Gasperi non sconfisse per merito suo i comunisti nel 48.
La Dc non avrebbe mai vinto senza Gedda e l'Azione Cattolica.


Cordiali saluti!

Fante d'Italia
20-08-05, 17:18
Infatti è un'idolo dei cattolici-romani post-conciliari e militanti, su Pol, di Libertà cristiana.... Guardatevi, nel forum Camera, il thread del loro congresso :-0f09b

Gilbert
21-08-05, 23:23
In Origine postato da Fante d'Italia
Infatti è un'idolo dei cattolici-romani post-conciliari e militanti, su Pol, di Libertà cristiana.... Guardatevi, nel forum Camera, il thread del loro congresso :-0f09b


e sinceramente non riesco a capire come può in tutta onestà un cattolico ammirare tale alcide de gasperi!

Fante d'Italia
22-08-05, 05:23
Appena partito il Re, il Ministro della Real Casa si recò dall'Ammiraglio Ellery stone, che era il vice presidente della commissione alleata di controllo, per informarlo che Sua Maestà Italiana aveva lasciato l'Italia e diretto un Proclama alla Nazione.

L'americano gli chiese se il messaggio del Sovrano era noto al presidente del consiglio, S.E. il Ministro rispose asciutto:
"No. Il Proclama Reale non è diretto al presidente De Gasperi bensì al Popolo Italiano. Peraltro non riconosco il governo che ha compiuto un colpo di Stato."

Conterio
23-08-05, 09:39
In Origine postato da Gilbert I

De Gasperi tradì Umberto II, mantenendo libertà di voto agli elettori DC, rischiando pertanto, in caso di vittoria comunista nel 1948, la dittatura comunista in Italia.


Il tuo post ti fa onore caro Gilbert, ma su questo punto, sbagio e di grosso...

Degasperi, non solo tradi il Re, ma anche i suoi "compari" di meranda...

Intanto, faceva parte della maggioranza dei dirigenti DC dichiaratamente repubblicani, e ne faceva orgoglioso sfoggio i giorni antecedenti il referendum, poi il giorno 4 giugno, quando si vide, che la Monarchia non era morta, scrisse lesto, da buon doppiogiochista una lettera al Re, facendo presente che non riteneva più probabile una vittoria repubblicana... per tenere aperta una possibilità, e saltare sul carro del vincitore !
Evidentemente i suoi colleghi, si erano ben guardati dal comunicargli che la repubblica avrebbe comunque ed in ogni caso vinto.... loro... lo conoscevano meglio del Re !!!

Questa è verità, ed è provata dal fatto che la sua provincia (trento), risulta tra le più repubblicane al voto, ed anche tra le più truffaldine.
Non dimentichiamo che in essa votarono il 101 % degli aventi divitto al voto !!!!!

Saluti

Gilbert
23-08-05, 18:42
In Origine postato da Conterio
Il tuo post ti fa onore caro Gilbert, ma su questo punto, sbagio e di grosso...

Degasperi, non solo tradi il Re, ma anche i suoi "compari" di meranda...

Intanto, faceva parte della maggioranza dei dirigenti DC dichiaratamente repubblicani, e ne faceva orgoglioso sfoggio i giorni antecedenti il referendum, poi il giorno 4 giugno, quando si vide, che la Monarchia non era morta, scrisse lesto, da buon doppiogiochista una lettera al Re, facendo presente che non riteneva più probabile una vittoria repubblicana... per tenere aperta una possibilità, e saltare sul carro del vincitore !
Evidentemente i suoi colleghi, si erano ben guardati dal comunicargli che la repubblica avrebbe comunque ed in ogni caso vinto.... loro... lo conoscevano meglio del Re !!!

Questa è verità, ed è provata dal fatto che la sua provincia (trento), risulta tra le più repubblicane al voto, ed anche tra le più truffaldine.
Non dimentichiamo che in essa votarono il 101 % degli aventi divitto al voto !!!!!

Saluti

infatti...il 101% degli aventi diritto al voto...
c'è da mettersi le mani sui capelli...


Pensa che a Lonigo in provincia di Vicenza hanno trovato pochi anni fa centinai di schede del referendum abbandonate dentro a scatoloni in un magazzino.

Lo sai che si è scoperto che erano votate a favore della Monarchia?

Conterio
25-08-05, 15:50
Tutto sul Traditore !!

http://www.degasperi.net/index.php

FedericoAmMI
04-09-05, 21:16
Bravo Gilberto!! Hai pienamente ragione!! Il grandissimo Giovannino Guareschi gridava queste cose a tutti i veri italiani (in particolar modo monarchici...) e finì per attirarsi tutti gli odi della "Vecchia Ciabatta" De Gasperi.
Che Andreotti la pianti di osannare il "suo" Alcide su tutti i giornali.

Fante d'Italia
28-08-06, 08:03
......
Pongo una domanda a chi di voi sa da rmi risposta...esistono presidenti della repubblica beati o santi?
Grazie...
La risposta non Te la so dare proprio. Anzi, credo che nessuno possa dartene una che non sia un NO! secco, assoluto.

Posso però dirTi l'idea che m'è venuta in seguito alla Tua domanda. Perchè non aprire due thread, uno titolato: la presidenza della repubblica, fucina di criminali; l'altro: I Re criminali della Storia. Ho l'impressione che daremmo un ulteriore contributo nel dimostrare che il Trono ci garantisce meglio.

Pensateci, anche adesso, nel peggiore momento per noi degli ultimi decenni, ci sentiamo schiacciati perchè un Principe è volgare, va a puttane, è frivolo... e questo per tanti è ragione per condannare la Monarchia. Non dovremmo fare muso duro e chiedere conto, ai repubblica chini, di una repubblica che ci ha dato un presidente in combutta con il nemico sterminatore della nostra Gente? E che dire del presidente che applaude un crimine contro l'Umanità quale fu la repressione d'Ungheria?

Un Monarca che va a puttane non mi piace, ma pur lo preferisco ad un presidente traditore della Patria e complice degli assassini del "suo" popolo beffato e stupidamente contento, visto che lo acclama quale "il miglior presidente";e dico stuipidamente perchè, nello stesso tempo, getta vetriolo sul povero Principe, sgarbato donnaiolo.

Gilbert
28-08-06, 13:30
[QUOTE=Fante d'Italia]La risposta non Te la so dare proprio. Anzi, credo che nessuno possa dartene una che non sia un NO! secco, assoluto.

Posso però dirTi l'idea che m'è venuta in seguito alla Tua domanda. Perchè non aprire due thread, uno titolato: la presidenza della repubblica, fucina di criminali; l'altro: I Re criminali della Storia. Ho l'impressione che daremmo un ulteriore contributo nel dimostrare che il Trono ci garantisce meglio.

Pensateci, anche adesso, nel peggiore momento per noi degli ultimi decenni, ci sentiamo schiacciati perchè un Principe è volgare, va a puttane, è frivolo... e questo per tanti è ragione per condannare la Monarchia. Non dovremmo fare muso duro e chiedere conto, ai repubblica chini, di una repubblica che ci ha dato un presidente in combutta con il nemico sterminatore della nostra Gente? E che dire del presidente che applaude un crimine contro l'Umanità quale fu la repressione d'Ungheria?

[QUOTE]

quoto...sinceramente!

arduinus
28-08-06, 14:13
esistono presidenti della repubblica beati o santi?

No... e di nessun presidente della Repubblica di alcuna nazione è in corso la causa di beatificazione... sono attualmente in corso solamente cause di beatificazione e canonizzazione di sovrani e principi vari... Per maggiori info vedere qui: http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=279610

Gilbert
28-08-06, 14:24
forse Lec Walesa potrà essere preso in considerazione?
Per me quello fu un bravissimo presidente, pur se purtroppo non italiano ma polacco!!!

arduinus
28-08-06, 17:38
forse Lec Walesa potrà essere preso in considerazione?
Per me quello fu un bravissimo presidente, pur se purtroppo non italiano ma polacco!!!

Era cattolico?

Comunque ad onor del vero, di un presidente/dittatore ecuadoregno; Gabriel Garcia Moreno, del quale esistono immaginette in cui viene qualificato quale "Servo di Dio", anche se in realtà non risulta essere ufficialmente in corso la sua causa di beatificazione... e pensare che sarebbe assai semplice portarla in porto in quanto martire! Comunque guardate il post a lui dedicato: http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=265950

Vari siti internet riportano una notizia infondata secondo cui sarebbe in corso la causa del cancelliere tedesco Konrad Adenauer, mentre l'unica cosa certe è che nella Pentecoste 2008 ripartirà ufficialmente il processo per canonizzare il principe tedesco Beato Bernardo II margravio di Baden.

Gilbert
28-08-06, 21:15
effettivamente LEc Walesa è cattolico ed è una brava persona, ma apparte il fatto che è vivente, non mi sembra ancora un santo, se no Umberto II dovrebbe essere già sugli altari da tempo...

Di Adenauer so della proposta..ma fu proposto pure De Gasperi..dai progressisti ultrà ....e poi giustamente ritratto...

Dell'ecuadoregno sapevo qualcosa e sapevo che era una gran brava persona...

arduinus
29-08-06, 20:01
effettivamente LEc Walesa è cattolico ed è una brava persona, ma apparte il fatto che è vivente, non mi sembra ancora un santo, se no Umberto II dovrebbe essere già sugli altari da tempo...

Di Adenauer so della proposta..ma fu proposto pure De Gasperi..dai progressisti ultrà ....e poi giustamente ritratto...

Dell'ecuadoregno sapevo qualcosa e sapevo che era una gran brava persona...

La causa di beatificazione di De Gasperi, per quanto ne so io, fu sospesa dopo le proteste dei suoi corregionali, in quanto a detta loro, in qualità di capo del governo non operò in favore della salvaguardia della loro minoranza linguistica...

arduinus
29-08-06, 20:04
La causa di canonizzazione di De Gasperi va avanti. Lentamente

http://www.ilvelino.it/archivio/homepage/thumbnail_266.jpg (http://www.ilvelino.it/archivio/homepage/thumbnail_266.jpg)

Roma, 21 ago (Velino) - “Il processo di canonizzazione di Alcide De Gasperi va avanti. Sarà lento, questo sì, ma non si blocca assolutamente”. A dichiararlo al VELINO è monsignor Armando Costa dell’Arcidiocesi di Trento, già vice postulatore nella causa di beatificazione del leader democristiano, che ha così voluto smentire la notizia di una totale paralisi del processo canonico avviatosi quasi venti anni fa. La dichiarazione di monsignor Costa restituisce fiducia ai fautori della santificazione di De Gasperi rimasti sorpresi dalla dichiarazione del cardinal Achille Silvestrini il quale, l’altro ieri, durante le celebrazioni per il cinquantaduesimo anniversario della morta dello statista, ha dichiarato che la Chiesa non sente l’esigenza “di inseguire le piste delle cause di beatificazione, perché l’opera di De Gasperi vale già in se stessa come modello per il laico cristiano”. La causa di beatificazione prese le mosse nel 1987, a Trento, per iniziativa di un comitato composto da sei laici e dall’ex vicario della diocesi monsignor Guido Bortolamelotti. Due anni dopo Camillo Ruini, allora segretario generale della Conferenza episcopale italiana, annunciò che il processo per fare santo De Gasperi stava per cominciare. Alle dichiarazioni di Ruini fece seguito una nota degli altoatesini della Sudtiroler Volkspartei che definirono “discutibile” l’ipotesi di beatificazione. La Svp accusava in particolare De Gasperi di aver agito come Hitler e Mussolini per aver obbligato i sudtirolesi a vivere in una zona a maggioranza italiana unificando il Trentino e l’Alto Adige. “Questa politica di De Gasperi – proseguiva la nota della Svp -, nemica delle minoranze (insediamento di migliaia di italiani, assegnazione esclusiva ad italiani di posti pubblici e di case popolari) portò alle gravi agitazioni e agli attentati terroristici degli anni Cinquanta e Sessanta”. Nonostante questa dura presa di posizione degli altoatesini, il processo di canonizzazione andò avanti e il primo atto ufficiale venne compiuto il 28 febbraio 1991, quando l’allora arcivescovo di Trento, Giovanni Maria Sartori, nominò suo fratello, padre Tito Sartori dell’ordine dei Servi di Maria, postulatore della causa.
Nell’aprile 1991 la Svp ribadì la propria contrarietà attraverso le parole del leader storico, Silvius Magnago, che dichiarò: “In Alto Adige si potrebbe creare un contrasto con la Chiesa nel caso della beatificazione di De Gasperi, che più che nell’interesse dei sudtirolesi ha agito a favore dei trentini”. La causa di canonizzazione proseguì e nell’aprile del 1993 arrivò anche il via libera della Santa Sede che, tramite la Congregazione delle cause dei Santi, diede il proprio nulla osta. Di pari passo con il processo, però, proseguirono anche le proteste di chi vi si opponeva. Nel settembre 1993 il vescovo di Bolzano, Wilhelm Egger, mise al corrente la segreteria vaticana dei “dubbi di molti altoatesini” circa la beatificazione dello statista trentino. Poche settimane dopo, un frate di Bressanone raccolse circa tredicimila firme contrarie alla beatificazione di De Gasperi per “il trattamento che riservò agli altoatesini di lingua tedesca e non in buona fede”. Tra i firmatari vi era anche il vescovo ausiliare della diocesi Bolzano-Bressanone, Heinrich Forer. La ferma opposizione della Svp e il rischio che potesse aprirsi una pericolosa ferita nel tessuto sociale e religioso del Trentino Alto Adige, obbligarono molti politici ad assumere una posizione di cautela sul tema della beatificazione del leader democristiano. Giulio Andreotti, nel marzo 2000, affermò: “Meglio aspettare. Se per Pio IX ci fu una attesa di cinquant′anni per non risollevare i problemi di Porta Pia, credo che per De Gasperi si possa aspettare ancora qualche anno”. Ancora Andreotti, due anni dopo, ribadì: “La questione va riesaminata con attenzione per evitare di addossare a De Gasperi la responsabilità di essere stato un soggetto che alimentava divisioni”. Sempre nel 2002, Francesco Cossiga dichiarò: “La firma per una causa di beatificazione di Alcide De Gasperi non la metterei”, aggiungendo che “l’ultimo politico fatto santo è stato Tommaso Moro: ma lì c’era il marchio del martirio”.
Ai problemi di natura politica se ne sono aggiunti altri di natura economica che hanno notevolmente frenato la causa di canonizzazione. Nel 2002 il vescovo di Trento, Luigi Bressan, lanciò l’allarme della mancanza di denaro necessario per studiare a fondo le carte lasciate da De Gasperi, denaro che monsignor Costa ha quantificato in due milioni di euro. Nel giugno 2003, inoltre, il postulatore della causa, padre Sartori, si è dimesso per ragioni personali. Infine, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di De Gasperi, nell’agosto 2004, è tornata nuovamente a tuonare contro la beatificazione del leader democristiano gran parte della comunità altoatesina. L’allora presidente della Regione Trentino-Alto Adige/Sudtirol e attuale presidente della provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, si dichiarò “contrarissimo all’ipotesi di beatificazione” spiegando che “per i più poveri, allora lo eravamo noi altoatesini, non ha fatto tutto ciò che poteva fare. E io dico, un santo lo deve essere specialmente per i poveri”. Gli Schützen, dal canto loro, definirono in quella circostanza De Gasperi “poco europeo e amico dei fascisti”, mentre il giornale di lingua tedesca Dolomiten titolò “De Gasperi pensava come Mussolini”. Viste le notevoli difficoltà politiche ed economiche incontrate fino ad oggi, il processo di canonizzazione di De Gasperi sembra essere entrato in un vicolo cieco. E le parole dell’altro giorno del cardinale Silvestrini non fanno altro che confermare questa ipotesi. Monsignor Costa, però, non si arrende e ribadisce al VELINO: “Da molto ho deciso che su questo argomento non parlerò più. Ma posso assicurare che la causa andrà avanti”. (Emanuele Gatto)

http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=254371

arduinus
29-08-06, 20:09
De Gasperi santo o beato? Aspettiamo un miracolo

Amakusa Shiro La recente polemica su un supposto blocco della causa di beatificazione di De Gasperi costringe a riflettere sulla vox populi, che fino a Urbano VIII era sufficiente a canonizzare qualcuno. Il processo di beatificazione, condotto da soli ecclesiastici e approvato dal Papa, venne introdotto nel XVII secolo per tacitare le critiche protestanti su un metodo (quello della voce popolare, appunto) che, secondo i luterani, dava luogo ad abusi.
Così, la Chiesa decise di procedere in modo rigoroso, talmente rigoroso che, cinque secoli dopo, Giovanni Paolo II fu costretto a snellire perché tra le fitte maglie della procedura rischiava di non passare quasi più nessuno. In tal modo, si è abolito il cosiddetto «avvocato del diavolo» (il prelato che doveva cercare il pelo nell’uovo nella vita del beatificando) e dai due miracoli post mortem richiesti per la beatificazione, più altri due per la canonizzazione, si è scesi a uno e uno.
Ma, sia chiaro, almeno uno ci vuole. Della vox populi, certo, si tien conto, ma solo per l’«opportunità» o meno di una proclamazione. Stando alle aspettative popolari, certuni andrebbero fatti «santi subito», come Wojtyla, De Gasperi, La Pira. E altri no, come Pio XII e Isabella di Castiglia. Si pensi alle non lontane rimostranze per la beatificazione di Pio IX, e alle trepidanti aspettative per quella di Giovanni XXIII, che per molti risultò anche troppo tardiva. Ora, se si tien dietro alla cosiddetta opinione pubblica (diciamo «cosiddetta» perché, in realtà, è spesso solo quella di una minoranza politicamente corretta e amplificata dai media), per non pochi «santo subito» dovrebbe valere per Paolo VI e Giovanni Paolo I; addirittura per Chesterton, per la cui beatificazione esiste da tempo un apposito comitato costituitosi ad hoc. Giustamente, qualcuno ha fatto osservare che di scrittori cattolici fieramente schierati ce ne sono stati altri, come gli ottocenteschi Louis Veuillot (battagliero direttore del giornale sfegatatamente papista L’Univers), Juan Donoso Cortés (politico e famoso oratore), Louis De Bonald (grande apologeta), e poi il celebre De Maistre, Montalembert (autore della formula «libera Chiesa in libero Stato», poi stravolta da Cavour), Clemente Solaro della Margarita (ministro piemontese) eccetera. Epperò ci vuole il miracolo, non bastando neppure il fatto che siano in molti a rivolgersi al soggetto nella preghiera. Per esempio, Maria Romana, figlia di De Gasperi, ha affermato in una intervista sul «Corriere della Sera» (21 agosto u.s.) che «c’è già tanta gente che mi scrive e che mi dice che lo prega come un santo». Ebbene, stiamo a vedere se i miracoli arrivano, almeno uno (come nel caso di Giovanni XXIII). Ci sono cause di beatificazione ferme perché politicamente scorrette: l’influente lobby ebraica, per esempio, si oppone a Pio XII e Isabella la Cattolica (contro quest’ultima protestano anche i musulmani). Eppure questi due personaggi hanno al loro attivo non uno ma diversi miracoli post mortem. Invece, per De Gasperi e La Pira non c’è ancora nulla. Ci sarà? Staremo a vedere. E non serve accampare la scusa che Benedetto XVI è più avaro di beatificazioni rispetto a Giovanni Paolo II. È falso. L’unica differenza è che l’attuale Papa ha voluto ritornare all’antico sistema: beatificazioni nelle rispettive diocesi, e in San Pietro solo le canonizzazioni. Infatti, il Beato è proposto al culto locale, diversamente dal Santo, che viene inserito nel calendario universale. Di santi con figli viventi ce ne sono, pensiamo a Gianna Beretta Molla e ai coniugi Beltrame; dunque, nulla osterebbe, anche per questo aspetto, alla beatificazione di De Gasperi. Di politici sugli altari, infine, è pieno il martirologio (da Luigi IX a Thomas More, tanto per dirne due). Così come di laici anche recenti, pensiamo a Piergiorgio Frassati (figlio del fondatore de La Stampa) e Contardo Ferrini (professore universitario), nonché al medico Giuseppe Moscati. Certi scivoloni pubblici, infine, sono irrilevanti, perché al santo non è richiesto di essere infallibile. Per esempio, non pochi hanno storto il naso alla beatificazione di Ildefonso Schuster, il cardinale di Milano che secondo alcuni avrebbe potuto salvare Mussolini e non lo fece. Però fa miracoli, dunque è Beato. Così, sarebbe ininfluente, tanto per dirne una, l’aver mandato in galera Guareschi da parte di De Gasperi, e la disapprovazione di Pio XII nei confronti della sua politica. Insomma, aspettiamo i miracoli. Sennò, lasciamo perdere.
Il processo di beatificazione venne introdotto nel XVII secolo per tacitare le critiche protestanti sul metodo della voce popolare. La Chiesa adottò un procedimento talmente rigoroso che, cinque secoli dopo, Giovanni Paolo II fu costretto a snellire, perché tra le fitte maglie della procedura rischiava di non passare quasi più nessuno.

http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=64818,1,1

arduinus
29-08-06, 20:12
De Gasperi, la politica e la santità
- di Mario Cervi (http://www.ilgiornale.it/la_aut.pic1?ID=1080) -



Alcide De Gasperi santo? La discussione sul tema è stata riaccesa in questi giorni da una frase del cardinale Silvestri. Questi ha detto in sostanza che il processo canonico di beatificazione dello statista trentino non ha bisogno alcuno d'essere accelerato e agevolato, perché un politico così virtuoso è già altamente esemplare. Non gli occorrono altri riconoscimenti per essere indicato, come laico cristiano, a modello per le successive generazioni. Questa presa di posizione ha stupito - e direi anche rattristato - la famiglia di De Gasperi: la cui figlia Maria Romana, in sommessa polemica, ha ricordato che la santità non è preclusa ai politici: tra i quali può essere annoverato Tommaso Moro, pur elevato all'onore degli altari. Ha aggiunto, la figlia e biografa di De Gasperi, che «dietro mio padre - ossia, per intenderci, dietro il percorso della “causa” di beatificazione - non c'è né un partito né un istituto».
Queste espressioni, che ho letto in un'intervista di Maria Romana De Gasperi al Corriere della Sera, hanno un po' stupito e rattristato me.
Forse per la sinteticità approssimativa che le dichiarazioni giornalistiche a volte comportano, quella di De Gasperi santo sembrerebbe a questo punto una faccenda di mancate sponsorizzazioni, e di sordità o assenze ecclesiastiche, sociali, partitiche.
Sono sempre stato e sono un ammiratore strenuo di Alcide De Gasperi. Senza alcun dubbio - a mio parere - il maggior personaggio politico, per altezza intellettuale e per tempra mortale, che l'Italia abbia espresso dopo la seconda guerra mondiale.
Mi piacquero - in un Paese spesso e volentieri fanfarone, parolaio, leggero - la sua serietà montanara, la sua allergia alla retorica comiziesca, la sua sincerità di democratico, l'autenticità della sua fede: e non voglio insistere qui sulla perfetta battuta montanelliana secondo cui in chiesa De Gasperi dialogava con Dio, Andreotti col prete.

De Gasperi ha ridato credibilità a un'Italia screditata. Un solo appunto mi sento di muovergli, quello d'aver con straordinaria capacità e tenacia ricostruito le strutture pubbliche, ma senza procedere - quando la Dc aveva la maggioranza assoluta - a riforme delle quali sentiamo tuttora la mancanza.
Non l'ho visto spesso, di persona. Ebbi occasione di parlargli anche a lungo quando, come cronista del Corriere, seguii a Milano, nell'aprile del 1954 il processo per diffamazione che aveva intentato contro Giovanni Guareschi: poi condannato, quest'ultimo, per avere affermato, in base a documenti falsi, che De Gasperi avesse chiesto agli angloamericani di bombardare Roma.
Un brutto scontro giudiziario tra due galantuomini. De Gasperi era teso, terreo - nell'agosto successivo morì - e insieme risoluto. Di sicuro non aveva dimenticato l'apporto di Guareschi alla vittoria schiacciante della Dc nelle elezioni del 18 aprile 1948. Ma l'accusa infamante e reiterata, fondata su una menzogna, non era disposto a tollerarla: perché infamava lui, perché infamava il suo partito, perché poteva alimentare la campagna propagandistica della sinistra che faceva di lui un tedeschizzante Von Gasper, antiitaliano.
Ecco un episodio che m'induce a riflettere sulla coesistenza, in De Gasperi, di profondi valori morali e religiosi e di una non meno profonda consapevolezza delle esigenze che la vita quotidiana d'un politico ha, e che possono indurlo a volte a durezze - se preferite a intransigenze, e la vertenza con Guareschi ne dà dimostrazione - e altre volte a diplomatiche ipocrisie. Alla morte di Stalin De Gasperi non si abbandonò certo allo scomposto e delirante cordoglio di Palmiro Togliatti per l'umanità, pronunciò in Parlamento, se ben ricordo, un molto misurato elogio funebre del tiranno scomparso.
L'itinerario di un politico - anche se straordinariamente motivato sul piano spirituale come Alcide De Gasperi - è un intreccio di aspirazioni morali e di concessioni materiali. Non entro qui, per carità, nell'esame dei requisiti che portano alla canonizzazione. Mi riferisco soltanto alla questione sollevata dal cardinale Silvestrini. E mi dichiaro totalmente d'accordo con lui.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=113346

arduinus
29-08-06, 20:18
Come potete ben leggere, a De Gasperi e La Pira manca un requisito fondamentale per poter un giorno procedere alla loro beatificazione: un miracolo attribuito alla loro intercessione. Senza questo, tanto vale aspettare a procedere con le costose pratiche che la causa di canonizzazione comporta... Sono già tanti i personaggi dichiarati "Venerabili" e non beatificabili in quanto manca il miracolo... Non fatemi fare l'elenco, ma so per esempio di alcuni piemontesi e salesiani...

arduinus
29-08-06, 20:23
effettivamente LEc Walesa è cattolico ed è una brava persona, ma apparte il fatto che è vivente, non mi sembra ancora un santo, se no Umberto II dovrebbe essere già sugli altari da tempo...

Anche io ho sempre pensato che Umberto II meriterebbe la gloria degli altari... Purtroppo per sua madre ci sono voluti ben 50 anni dalla morte prima che qualcuno si decidesse ad intraprendere le pratiche necessarie... e la Conferenza Episcopale Italiana non si è minimamente interessata alla questione, tanto che la causa ha avuto inizio per interessamento del vescovo di Montpellier, nel cui territorio la Regina Elena è deceduta... Infatti in teoria le cause di canonizzazione dovrebbero essere intraprese dalla diocesi dove il personaggio è morto in fama di santità, a meno che non sia morto improvvisamente per caso o per altri motivi (campi di concentramento) in posti diversi da dove viveva abitualmente...

Sangiupino
30-08-06, 00:48
Ma un santo può andare a merendare e a delinquere con una compagnia di atei, assassini e truffatori? :-01#44

Serendipity
30-08-06, 01:52
Ma un santo può andare a merendare e a delinquere con una compagnia di atei, assassini e truffatori? :-01#44 A quanto pare può anche detronizzare i Re... Mah, strani i santi che fanno al giorno d'oggi... :i

arduinus
30-08-06, 08:41
Ma un santo può andare a merendare e a delinquere con una compagnia di atei, assassini e truffatori? :-01#44

Mah... xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx...
-------------------------
Come da Te richiesto.

Firemind
30-08-06, 09:30
Ma di San Paolo e di Sant'Agostino sono rimaste tracce del loro pentimento e della loro missione cristiana, di De Gasperi non mi pare.
Ma forse l'avere dato all'Italia un'istituzione repubblicana può essere sufficiente per santificarlo.
A questo punto raccogliamo le firme per Re Umberto II martirizzato dal repubblicano e in odore di santità De Gasperi Alcide.
Mi pare corretto. De Gasperi ci ha regalato l'obbribrio repubblicano; Re Umberto è stato detronizzato e scacciato dalla sua Terra senza alcun motivo.

Conterio
30-08-06, 09:45
Come potete ben leggere, a De Gasperi e La Pira manca un requisito fondamentale per poter un giorno procedere alla loro beatificazione: un miracolo attribuito alla loro intercessione. Senza questo, tanto vale aspettare a procedere con le costose pratiche che la causa di canonizzazione comporta... Sono già tanti i personaggi dichiarati "Venerabili" e non beatificabili in quanto manca il miracolo... Non fatemi fare l'elenco, ma so per esempio di alcuni piemontesi e salesiani...


Ma un miracolo l'ha fatto nel giugno 1946, grazie a lui il Re che aveva vinto il Referendum istituzionale (procedendo alla riesamina dei voti come richiesto ...) fu costretto a partire, in quanto LUI accettò poteri che non gli spettavano, e contro la stessa legge, mettendo di fatto il Re nella posizione di imbracciare le armi ! :-0#09o ...costui è un ipocrita arrivista !!

Se non è un miracolo questo... per i repubbli-chini/cani !!! :rolleyes:

Beatifichiamo ? bene...
Beatifichiamo chi dal vaticano, chiedeva (scrivendo su carta intestata della S. Sede agli americani di ammazzare la popolazione civile italiana per mezzo di bombardamenti aerei (e direi terroristici) e poi cari signori non stupiamoci dell'attuale società...

Penso ad un ipocrita sanguinario, e vedo con l'occhio sinistro Toglieatti, ...con l'occhio destro DEGASPERI !

Auguri ! :-01#44

Fante d'Italia
30-08-06, 09:51
De Gasperi è somma espressione dello spirito della chiesa post-conciliare.... dei neo-cattolici e del loro concetto di santità :D

arduinus
30-08-06, 13:59
Ma di San Paolo e di Sant'Agostino sono rimaste tracce del loro pentimento e della loro missione cristiana, di De Gasperi non mi pare.

Scusatemi... cancellate il mio esempio di Paolo ed Agostino, perchè avevo capito male un post...

Fante d'Italia
31-08-06, 16:45
De Gasperi, la politica e la santità
- di Mario Cervi (http://www.ilgiornale.it/la_aut.pic1?ID=1080) -


........ Ebbi occasione di parlargli anche a lungo quando, come cronista del Corriere, seguii a Milano, nell'aprile del 1954 il processo per diffamazione che aveva intentato contro Giovanni Guareschi: poi condannato, quest'ultimo, per avere affermato, in base a documenti falsi, che De Gasperi avesse chiesto agli angloamericani di bombardare Roma.Un brutto scontro giudiziario tra due galantuomini. De Gasperi era teso, terreo - nell'agosto successivo morì - e insieme risoluto. Di sicuro non aveva dimenticato l'apporto di Guareschi alla vittoria schiacciante della Dc nelle elezioni del 18 aprile 1948. Ma l'accusa infamante e reiterata, fondata su una menzogna, non era disposto a tollerarla: perché infamava lui, perché infamava il suo partito, perché poteva alimentare la campagna propagandistica della sinistra che faceva di lui un tedeschizzante Von Gasper, antiitaliano.
Ecco un episodio che m'induce a riflettere sulla coesistenza, in De Gasperi, di profondi valori morali e religiosi e di una non meno profonda consapevolezza delle esigenze che la vita quotidiana d'un politico ha, e che possono indurlo a volte a durezze - se preferite a intransigenze, e la vertenza con Guareschi ne dà dimostrazione - e altre volte a diplomatiche ipocrisie. Alla morte di Stalin De Gasperi non si abbandonò certo allo scomposto e delirante cordoglio di Palmiro Togliatti per l'umanità, pronunciò in Parlamento, se ben ricordo, un molto misurato elogio funebre del tiranno scomparso.
L'itinerario di un politico - anche se straordinariamente motivato sul piano spirituale come Alcide De Gasperi - è un intreccio di aspirazioni morali e di concessioni materiali. Non entro qui, per carità, nell'esame dei requisiti che portano alla canonizzazione. Mi riferisco soltanto alla questione sollevata dal cardinale Silvestrini. E mi dichiaro totalmente d'accordo con lui.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=113346

Cervi, ho letto molto di lui e tutto mi conferma che è un...pennivendolo con la stessa morale che di De Gasperi denuncia: "profondi valori morali e religiosi e di una non meno profonda consapevolezza delle esigenze che la vita quotidiana d'un politico ha.
Infatti come De Gasperi é tanto "santo" per quanto turpe politicante e ministro disonesto e traditore, anche Cervi fa il giornalista con impegno e dice anche certe verità che altri tacciono del tutto, si, ma è altrettanto impegnato anche a promuoversi di fronte al padrone, anzi, alla padrona madama la republicha.
Insiste nel dire che i documenti che, inchiodano De Gasperi quale feroce e persino sanguinario politicante, sono falsi. Cervi sicuramente sa che quei documenti sono stati riconosciuti autentici da tutte le perizie, che solo dal tribunale che condannò il generoso Guareschi "vennero considerate false sulla base della parola di De Gasperi" Lo afferma un insospettabileAntonio Di Pietro su Oggi (29luglio 1998)

http://www.giovanninoguareschi.com/ta-pum/2lettere.htm
e ancora, ne vale la pena se si vuol parlare con cognizione di causa:
http://www.giovanninoguareschi.com/ta-pum/tapum.html

Insomma la republicha non poteva permettere si sapesse che l'antitaliano, che invocava gli ameri cani di bombardare Roma per piegare la popolazione, fosse colui che con un colpo di mano scippò i poteri di capo dello stato ad un Uomo come Re Umberto II, Sua Maestà il Re d'Italia.

Sudicia republicha! E' nata dalle mani più sporche, dall'anima nera di chi pretese venisse bombardato il Popolo Italiano: continuò facendo suo "Presssideente" il criminale complice dei massacratori degli Italiani dell'Istria e della Dalmazia... tanto complice di giungere a passare, calpestando la terra delle foibe, dove giacciono i resti dei suoi connazionali, per andare ad abbracciare e baciare l'infoibatore stesso. Più di così.

Eppure ci sono ancora repubblica chini... e tanti... ed inferociti... Dov'è Dio?

Conterio
31-08-06, 17:14
Mirabile come sempre Fante, ...mirabile !

arduinus
31-08-06, 20:35
Servo di Dio Alcide De Gasperi
Senza data (http://www.santiebeati.it/00/00)

Pieve Tesino (TN), 3 aprile 1881- Sella Valsugana (TN), 19 agosto 1954
Alcide De Gasperi (Trento 1881-1954) fu deputato nel parlamento di Vienna nel 1911. Dopo la prima guerra mondiale fu tra i fondatori del Partito popolare e presidente del consiglio dal 1945 al 1953, guidando la ricostruzione del Paese. A Trento la fase diocesana del processo di beatificazione è stata aperta nel 1993.


Fu il primo dei quattro figli di Maria Morandini ed Amedeo De Gasperi. Dopo di lui nacquero, Mario, che fu sacerdote, Marcella ed Augusto.
Era italiano, ma l’Italia non era ancora fatta e pertanto nacque suddito dell’impero austro-ungarico.
Nel periodo degli studi universitari, a Vienna e ad Insbruck, fu leader del movimento studentesco e protagonista delle lotte degli studenti italiani, che miravano ad ottenere una facoltà di diritto in lingua italiana.
Al ritorno a Trento fu giornalista, direttore di La Voce Cattolica. Fu in quel periodo che subì degli attacchi dalle pagine di un giornale da un giovane pubblicista romagnolo che in seguito avrebbe fatto parlare di sé: Benito Mussolini.
Nel 1909, a 28 anni, fu eletto consigliere municipale di Trento e nel 1911 deputato e poi presidente del gruppo dei parlamentari italiani nel grande parlamento austroungarico di Vienna, il Reichsrat; successivamente fu anche deputato nella dieta di Insbruck.
Come parlamentare italiano nel parlamento austriaco, anche dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, pertanto in una posizione molto delicata, si prodigò con coraggio e dedizione a sostegno della causa dei profughi trentini, internati in campi di concentramento austriaci, denunciando le violenze che questi subivano. Al parlamento di Vienna dichiarò con coraggio che il Trentino voleva essere annesso all’Italia.
Dopo la prima guerra mondiale fu tra i fondatori del Partito popolare e nelle elezioni del 15/5/1921 fu eletto deputato nel parlamento italiano, nelle liste del P.P.I. per le Valli di Fiemme e Fassa.
Nel 1922 sposò Francesca Romani, da cui ebbe quattro figlie, sorella di un amico parlamentare.
In pieno periodo fascista, alla partenza di Don Sturzo per l’esilio, De Gasperi lo sostituì nel gravoso ruolo di capo del partito popolare e fu tra i protagonisti del cosiddetto Aventino dei parlamentari oppositori del regime, all’indomani dell’assassinio di Giacomo Matteotti.
All’inasprirsi della dittatura fascista la sua situazione divenne sempre più delicata e subì una decisa persecuzione politica, che sfociò, nel 1927, nell'arresto alla stazione di Firenze e nella condanna, l'anno successivo, per tentato espatrio clandestino, a quattro anni di detenzione, poi ridotti a due, scontati in parte a Regina Coeli e successivamente, per motivi di salute, in una clinica romana.
Uscito dal carcere non sapeva come mandare avanti la sua famiglia e visse insieme ai suoi cari un duro periodo di indigenza. Successivamente, fu assunto nella biblioteca vaticana come impiegato provvisorio, grazie all’interessamento dei pochi amici che gli erano rimasti vicini, in particolare del suo amico sacerdote dei tempi giovanili, Celestino Endrici, divenuto vescovo di Trento.
Nel trentuno Mussolini tentò di farlo licenziare, ma fortunatamente fu ferma l’opposizione di Pio XI.
Nel luglio del 1943 capì che il regime era alla fine ed iniziò a scrivere il programma della ricostruzione, che egli intendeva prima di tutto dal punto di vista morale ed ideale e poi materiale.
Al termine della seconda guerra mondiale fondò la Democrazia Cristiana, e ne divenne segretario. Nel governo Bonomi, che succedette al primo governo dell’Italia libera, il governo Badoglio, De Gasperi, come segretario della democrazia cristiana, fu ministro senza portafoglio, poi nel secondo governo Bonomi, nel dicembre 1944, fu nominato ministro degli esteri, incarico che gli fu confermato nel 1945, nel governo Parri. Nel dicembre 1945, guidò il suo primo governo, composto dai sei partiti del Comitato di Liberazione Nazionale.
Era il primo di sette governi, che furono in carica 8 anni e che condussero l’Italia, un Paese che sembrava non riuscire ad emergere dalle sue rovine, verso la ricostruzione morale e materiale.
Fece scelte decise e coraggiose in momenti veramente drammatici.
Fu un sostenitore della grande giornata elettorale del 2 giugno 1946, nella quale gli italiani scelsero tra monarchia e repubblica ed elessero i membri dell’assemblea costituente.
Gestì la difficile mediazione con il re Umberto II, che non accettava il risultato elettorale; seppe ascoltare e dialogare ma anche assumere decisamente l’iniziativa: su nomina del Consiglio dei Ministri, diventò Capo provvisorio dello Stato, e ciò indusse il re a partire per l’esilio.
L’Italia che De Gasperi prese in mano era un Paese letteralmente a pezzi, con masse di profughi senza casa e senza lavoro. Cercò aiuto finanziario in America e ottenne per il suo Paese un prestito di 50 milioni di dollari.
Restituì all’Italia, la nazione che insieme alla Germania nazista aveva causato la guerra, dignità internazionale: il discorso alla conferenza di pace di Parigi, il 10 agosto 1946, è intriso di dignità, di valori ideali e morali e di fiducia nella capacità dei suoi connazionali di risollevarsi e di collaborare alla costruzione di un mondo più giusto e più umano.
Alla politica interna, fatta di ricostruzione delle case, delle istituzioni e della democrazia, affiancò una politica estera con grandi e difficili scelte di campo.
Il 16 aprile 1948, nelle elezioni più drammatiche della storia italiana, al termine di una campagna elettorale infuoca, ottenne per il suo partito la maggioranza assoluta dei voti, ma sorprendendo tutti, decise di chiamare al governo, fedele alla sua linea di mediazione e di dialogo, altri partiti di centro.
Si può veramente dire che nel momento più difficile della sua storia, dopo il disastro della seconda guerra mondiale, l’Italia ebbe la fortuna di avere al suo servizio un grande statista, che, facendo leva sulla dignità e sulla forza morale, quando non era rimasto ormai alcun un punto d’appoggio, in otto anni di governo risollevò il Paese, rifondò la sua vita economica e avviò il processo di unità europea.
Mediatore e pronto al compromesso nella soluzione dei problemi concreti, come deve essere un grande politico, era fermissimo sui principi e mai agì per calcoli di convenienza personale, poiché concepiva la politica come alto servizio verso lo Stato.
Racconta la figlia Maria Romana, in uno dei libri sulla vita del padre, che la figlia suora, Lucia, gli mandava dei bigliettini di meditazioni, tratte dalla Bibbia o da libri di santi, che egli leggeva prima di una difficile seduta parlamentare o una riunione del Consiglio dei Ministri, per trarne un conforto spirituale o l’ispirazione per le difficili decisioni che si trovava a dover assumere.
Al congresso di Napoli della Democrazia Cristiana del giugno del 1954, a pochi mesi dalla sua morte, ormai ai margini della politica che conta, vittima dell’umana ingratitudine, pronunciò il suo ultimo discorso politico, denso di visioni ideali e prospettiche, nel quale ancora una volta era riportata la grande intuizione della necessità di un’Europa unita.

A Trento la fase diocesana del processo di beatificazione è stata aperta nel 1993.

Per comprendere l’uomo e il suo spessore spirituale.
Alcide De Gasperi, il 4 settembre 1935, in pieno regime fascista e quindi da perseguitato politico, in uno stato di salute molto preoccupante che faceva temere il peggio, scrive alla moglie questa lettera, che è un intensissimo testamento spirituale, da cui emerge pienamente la profonda spiritualità di un uomo che l’Eterno Padre, stava preparando per un Suo disegno di servizio a quella parte di umanità, costituita dalla nazione italiana del secondo dopoguerra.


“Cara Francesca,
se la provvidenza vorrà chiudere la mia vita terrena, prima che io abbia assolto il mio compito di padre, affido alla suprema paternità di Dio le mie bambine e confido con assoluta certezza che il Signore ti aiuterà giorno per giorno a farle crescere buone e brave.
Oltre che ai parenti, io le raccomando all’aiuto ed all’appoggio di quei pochi ma generosi amici che nel periodo delle prove mi conservarono la loro amicizia. Non posso lasciar loro mezzi di fortuna, perché alla fortuna ho dovuto rinunziare per tener fede ai miei ideali. Fra poco saranno cresciute tanto da comprendere il mondo in cui vivono. Apprendano allora da te per quale ideale di umana bontà e di cristiana democrazia il loro padre combatté e sofferse. Leggendo le mie lettere d’un tempo e qualche appunto per le mie memorie, impareranno ad apprezzare la giustizia, la fratellanza cristiana e la libertà.
Muoio con la coscienza d’aver combattuto la buona battaglia e colla sicurezza che un giorno i nostri ideali trionferanno. Cara Francesca, io ti sarò sempre vicino in ispirito e ti aiuterò vigilando presso il signore Gesù, mia suprema ed ultima speranza, sarà anche il tuo confortatore quotidiano.
A tutti voi della mia e della vostra famiglia raccomando di vivere in fraterna amicizia, aiutandovi l’un l’altro. Oltre le mie bambine, raccomando in modo particolare ad Augusto la nostra buona sorella Marcella.
Addio Francesca, io ti ho molto amato, ma non mai quanto avresti meritato. Supera il dolore del distacco e vivi più intensamente per le nostre deliziose bambine, sulle quali, per la bontà e misericordia del Signore, io veglierò dal Cielo.
Ti stringo per sempre nell’indissolubile abbraccio delle nostre speranze mortali”.



BIBLIOGRAFIA
Igino Giordani, "Alcide De Gasperi il ricostruttore" - Edizioni Cinque Lune - Roma - 1955
Giulio Andreotti, "De Gasperi e il suo tempo" - Mondadori - Milano -1956
Lorenzo Tedeschi, "Il giovane De Gasperi" - Bompiani - Milano - 1974
Alcide De Gasperi, "Lettere dalla prigione" - Edizioni Cinque Lune - Roma - 1974,
Giulio Andreotti, "De Gasperi Visto da vicino" - Rizzoli - Milano - 1987,
Elisabeth Arnoulx De Pirey, "De Gasperi" - San Paolo Edizioni - 1992
Maria Romana De Gasperi, "Mio caro padre" - Marietti - Genova Milano - 2003
Andrea Riccardi Pio XII e Alcide De Gasperi - Una storia segreta" - Laterza - Roma Bari - 2003
Alcide De Gasperi, "Cara Francesca. Lettere." - Morcelliana - Brescia - 2004,
Maria Romana De Gasperi, "De Gasperi - Ritratto di uno statista" - Mondadori - Milano - 2004

Autore: Pietrino Maurizi



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http://santiebeati.it/immagini/Original/92035/92035D.JPG

Firemind
31-08-06, 20:58
[quote=arduinus
[B]Gestì la difficile mediazione con il re Umberto II, che non accettava il risultato elettorale; seppe ascoltare e dialogare ma anche assumere decisamente l’iniziativa: su nomina del Consiglio dei Ministri, diventò Capo provvisorio dello Stato, e ciò indusse il re a partire per l’esilio.
L’Italia che De Gasperi prese in mano era un Paese letteralmente a pezzi, con masse di profughi senza casa e senza lavoro. Cercò aiuto finanziario in America e ottenne per il suo Paese un prestito di 50 milioni di dollari.


Mah....a me più che una mediazione è sembrato un colpo di stato, quello perpetrato ai danni di Re Umberto II che anzi aveva voluto il referendum, a conferma della sua onestà e integrità morale.
A chi poteva rivolgersi se non agli americani?? In cambio del servilismo politico ti diamo 50 milioni di dollari.
Bell'affare!!!
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Fante d'Italia
31-08-06, 23:46
Servo di Dio Alcide De Gasperi
Senza data (http://www.santiebeati.it/00/00)

Pieve Tesino (TN), 3 aprile 1881- Sella Valsugana (TN), 19 agosto 1954
Alcide De Gasperi (Trento 1881-1954) .....


...........Alcide De Gasperi, il 4 settembre 1935, .... scrive alla moglie questa lettera, che è un intensissimo testamento spirituale, da cui emerge pienamente la profonda spiritualità di un uomo che l’Eterno Padre, stava preparando per un Suo disegno di servizio a quella parte di umanità, costituita dalla nazione italiana del secondo dopoguerra..........

Autore: Pietrino Maurizi

http://www.santiebeati.it/dettaglio/92035


Quel Maurizi nella sua irreprimibile idolatria di De Gasperi, non rifugge la blasfemia più orrenda. Affibia all'Eterno Padre l'intenzione criminosa di rendere quel servizietto all'Italia che fu la truffa elettorale seguita dal colpo di stato?
Ma insomma, ci vuole fegato.... a parte il pudore ed il rispetto verso il Padreterno.
Certa gente mi rafforza nella mia laicità, pur rispettosa, forse a torto, della Chiesa e di certi suoi "Wanne Marchi".

Serendipity
01-09-06, 00:02
http://img350.imageshack.us/img350/8398/gasperivo7.png

Gilbert
01-09-06, 00:23
http://img350.imageshack.us/img350/8398/gasperivo7.png
sapevo che puzzava così...credo sia stato mio nonno a dirmelo....d'altronde fu un soldato del Re prima, un partigiano del Re poi, un attivista del Re sempre..

Gilbert
01-09-06, 00:25
Quel Maurizi nella sua irreprimibile idolatria di De Gasperi, non rifugge la blasfemia più orrenda. Affibia all'Eterno Padre l'intenzione criminosa di rendere quel servizietto all'Italia che fu la truffa elettorale seguita dal colpo di stato?
Ma insomma, ci vuole fegato.... a parte il pudore ed il rispetto verso il Padreterno.
Certa gente mi rafforza nella mia laicità, pur rispettosa, forse a torto, della Chiesa e di certi suoi "Wanne Marchi".


non temere...probabilmente quando i papi hanno letto queste proposte, ammesso che lo abbiano fatto, hanno sorriso amabilmente...

Sicuramente ad alcide non accenderei il lumino in Chiesa...ma lo accenderei di gusto a Sant'Antonio o a San Pio!!!

Conterio
01-09-06, 08:48
sapevo che puzzava così...credo sia stato mio nonno a dirmelo....d'altronde fu un soldato del Re prima, un partigiano del Re poi, un attivista del Re sempre..

Fu solo l'ultimo rantolo di un'impero che abbiamo debellato : L'Austria Ungheria

Non era stato definito un trentino prestato all'Italia ? ...ecco, occorreva renderlo all'Austria subito ! :-01#44

Gilbert
01-09-06, 13:44
Fu solo l'ultimo rantolo di un'impero che abbiamo debellato : L'Austria Ungheria

Non era stato definito un trentino prestato all'Italia ? ...ecco, occorreva renderlo all'Austria subito ! :-01#44
in realtà a lui del giuramentoprestatopure all'Imperatore d'Austrianon gliene fregava nulla...viene da chiedersi se perluii giuramenti erano boutade o cos'altro...

Sangiupino
02-09-06, 01:34
Cervi, ho letto molto di lui e tutto mi conferma che è un...pennivendolo con la stessa morale che di De Gasperi denuncia: "profondi valori morali e religiosi e di una non meno profonda consapevolezza delle esigenze che la vita quotidiana d'un politico ha.
Infatti come De Gasperi é tanto "santo" per quanto turpe politicante e ministro disonesto e traditore, anche Cervi fa il giornalista con impegno e dice anche certe verità che altri tacciono del tutto, si, ma è altrettanto impegnato anche a promuoversi di fronte al padrone, anzi, alla padrona madama la republicha.
Insiste nel dire che i documenti che, inchiodano De Gasperi quale feroce e persino sanguinario politicante, sono falsi. Cervi sicuramente sa che quei documenti sono stati riconosciuti autentici da tutte le perizie, che solo dal tribunale che condannò il generoso Guareschi "vennero considerate false sulla base della parola di De Gasperi" Lo afferma un insospettabileAntonio Di Pietro su Oggi (29luglio 1998)

http://www.giovanninoguareschi.com/ta-pum/2lettere.htm
e ancora, ne vale la pena se si vuol parlare con cognizione di causa:
http://www.giovanninoguareschi.com/ta-pum/tapum.html

Insomma la republicha non poteva permettere si sapesse che l'antitaliano, che invocava gli ameri cani di bombardare Roma per piegare la popolazione, fosse colui che con un colpo di mano scippò i poteri di capo dello stato ad un Uomo come Re Umberto II, Sua Maestà il Re d'Italia.

Sudicia republicha! E' nata dalle mani più sporche, dall'anima nera di chi pretese venisse bombardato il Popolo Italiano: continuò facendo suo "Presssideente" il criminale complice dei massacratori degli Italiani dell'Istria e della Dalmazia... tanto complice di giungere a passare, calpestando la terra delle foibe, dove giacciono i resti dei suoi connazionali, per andare ad abbracciare e baciare l'infoibatore stesso. Più di così.

Eppure ci sono ancora repubblica chini... e tanti... ed inferociti... Dov'è Dio?
Accidenti! :eek: Non ne sapevo niente.