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Su Componidori
07-09-06, 19:45
Dal GDS di oggi.

Fiction
Domenica e lunedì “L'ultima frontiera” con Nicole Grimaudo, una storia antica ambientata in Sardegna. Saccà: «Un piccolo gioiello in tv».

di Emanuele Bigi


E la Rai riscopre un'Isola

Ultimi scampoli d’estate. Primi assaggi della nuova stagione televisiva.
Fiction, varietà, reality. La macchina macina audience sta riprendendo lentamente il ritmo consueto. L’ultima frontiera, in onda su Raduno domenica e lunedì è un assaggio di tutto rispetto, che forse avrebbe meritato una collocazione più consona nel palinsesto. Magari in pieno inverno.
Il film in due parti, diretto da Franco Bernini, prodotto da Rai Fiction e A.E. Media Corporation, interpretato da Fabrizio Gifuni (Il Partigiano Johnny) e Nicole Grimaudo (Delitti imperfetti - R.I.S.) ha una protagonista d’eccezione: la Barbagia.
LA SARDEGNA dei primi del Novecento diventa personaggio di primo piano, con il suo paesaggio, arido e affascinante, con le sue radici culturali che riportano al codice barbaricino, al banditismo e con un linguaggio inconfondibile.
Era dal 1958 che la Rai non realizzava un film ambientato sull’isola. Due mesi di riprese, in pieno inverno, un’accoglienza indimenticabile e un cast con diversi attori sardi. Ad esserne completamente catturati, oltre ai creatori del film, i personaggi della storia. Gabriele è un tenente piemontese che viene mandato a Nuoro per punizione, «perché allora e fino a poco tempo fa - afferma il regista - era una punizione essere inviati in Sardegna». Qui trova un territorio in preda al brigantaggio, guidato dal fuorilegge Elias (Guido Caprino).
I tentativi di opporsi sul piano militare non portano buoni risultati. Occorre intervenire in altro modo. Nel frattempo viene a conoscenza di Francesca (Nicole), una delle due sorelle di Elias. Inizialmente il contatto è in funzione al bandito, un espediente per carpire notizie, poi però sboccia qualcosa tra i due. «Una storia d’amore impossibile raccontata in un momento in cui lo Stato non riesce a trovare se stesso - spiega Bernini - in cui la Sardegna si sente Nazione. Una frontiera geografica, dove vige lo scontro tra culture, che diventa anche emotiva e morale».
«Con questa esperienza – afferma Gifuni - Gabriele oltrepassa la sua linea d’ombra, cambia la visione dello Stato, il suo rapporto con le donne. Quello che mi ha convinto di più è la crescita del personaggio attraverso la forza della natura. La Sardegna è la vera protagonista».
Bernini, che ha firmato la sceneggiatura assieme al giallista sardo Marcello Fois, ha girato buona parte delle scene in Sardegna, fra Nuoro, Oliena, Cala Gonone e Tempio. Una Sardegna meticolosamente descritta grazie al cosceneggiatore autore di Memorie del vuoto «uno che vive ancora un po’ come quei tempi», confessa il regista.
Entusiasta del prodotto, il direttore di Rai Fiction Agostino Saccà: «Si tratta di un piccolo grande gioiello. Non solo perché racconta la storia di un amore impossibile ma perché questo amore è la metafora della difficile composizione fra Stato e nazione.
Erano quarant'anni, da Canne al vento, che la Rai non raccontava questa specificità della Sardegna».


Mah! Staremo a vedere… :-00E

Davide Nurra
07-09-06, 23:37
Dal GDS di oggi.



Fiction
Domenica e lunedì “L'ultima frontiera” con Nicole Grimaudo, una storia antica ambientata in Sardegna. Saccà: «Un piccolo gioiello in tv».

di Emanuele Bigi


E la Rai riscopre un'Isola

Ultimi scampoli d’estate. Primi assaggi della nuova stagione televisiva.
Fiction, varietà, reality. La macchina macina audience sta riprendendo lentamente il ritmo consueto. L’ultima frontiera, in onda su Raduno domenica e lunedì è un assaggio di tutto rispetto, che forse avrebbe meritato una collocazione più consona nel palinsesto. Magari in pieno inverno.
Il film in due parti, diretto da Franco Bernini, prodotto da Rai Fiction e A.E. Media Corporation, interpretato da Fabrizio Gifuni (Il Partigiano Johnny) e Nicole Grimaudo (Delitti imperfetti - R.I.S.) ha una protagonista d’eccezione: la Barbagia.
LA SARDEGNA dei primi del Novecento diventa personaggio di primo piano, con il suo paesaggio, arido e affascinante, con le sue radici culturali che riportano al codice barbaricino, al banditismo e con un linguaggio inconfondibile.
Era dal 1958 che la Rai non realizzava un film ambientato sull’isola. Due mesi di riprese, in pieno inverno, un’accoglienza indimenticabile e un cast con diversi attori sardi. Ad esserne completamente catturati, oltre ai creatori del film, i personaggi della storia. Gabriele è un tenente piemontese che viene mandato a Nuoro per punizione, «perché allora e fino a poco tempo fa - afferma il regista - era una punizione essere inviati in Sardegna». Qui trova un territorio in preda al brigantaggio, guidato dal fuorilegge Elias (Guido Caprino).
I tentativi di opporsi sul piano militare non portano buoni risultati. Occorre intervenire in altro modo. Nel frattempo viene a conoscenza di Francesca (Nicole), una delle due sorelle di Elias. Inizialmente il contatto è in funzione al bandito, un espediente per carpire notizie, poi però sboccia qualcosa tra i due. «Una storia d’amore impossibile raccontata in un momento in cui lo Stato non riesce a trovare se stesso - spiega Bernini - in cui la Sardegna si sente Nazione. Una frontiera geografica, dove vige lo scontro tra culture, che diventa anche emotiva e morale».
«Con questa esperienza – afferma Gifuni - Gabriele oltrepassa la sua linea d’ombra, cambia la visione dello Stato, il suo rapporto con le donne. Quello che mi ha convinto di più è la crescita del personaggio attraverso la forza della natura. La Sardegna è la vera protagonista».
Bernini, che ha firmato la sceneggiatura assieme al giallista sardo Marcello Fois, ha girato buona parte delle scene in Sardegna, fra Nuoro, Oliena, Cala Gonone e Tempio. Una Sardegna meticolosamente descritta grazie al cosceneggiatore autore di Memorie del vuoto «uno che vive ancora un po’ come quei tempi», confessa il regista.
Entusiasta del prodotto, il direttore di Rai Fiction Agostino Saccà: «Si tratta di un piccolo grande gioiello. Non solo perché racconta la storia di un amore impossibile ma perché questo amore è la metafora della difficile composizione fra Stato e nazione.
Erano quarant'anni, da Canne al vento, che la Rai non raccontava questa specificità della Sardegna».


Mah! Staremo a vedere… :-00E


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