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Visualizza Versione Completa : Citazioni.



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18-09-06, 22:20
Nella primavera del 1991 Antonio Lepori, sardista di “antica data”, da sempre impegnato nella battaglia per la valorizzazione della lingua sarda, a cui si devono importanti contributi sulla macrovariante campidanese, grazie all’Editore pubblica una raccolta, organizzata per argomenti, di citazioni che ripercorrono il “pensiero” sardista attraverso le parole di dirigenti e semplici militanti.

Mi sembra un prezioso contributo offerto a chi non conosce e vorrebbe approfondire questo “pensiero”.
Non so se ci siano ancora copie in circolazione, ma ritengo importante farne sapere i contenuti attraverso la presentazione di E. Pilleri, l’introduzione dell’Autore e l’indice.
Se sarà possibile, a richiesta, ne riporterò alcune parti.


http://img116.imageshack.us/img116/2553/copiadicopertinasm6.jpg (http://imageshack.us)

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18-09-06, 22:21
“La Sardegna sarà redenta dai Sardi” è scritto nel frontespizio del volumetto stampato a Sassari nel 1924, dal titolo “Il pensiero autonomista del Partito Sardo d'Azione". E' una delle frasi di maggior successo popolare. La troviamo tra le parole d'ordine scandite in piazza, a cominciare dalla prima grande manifestazione pubblica del sardismo, il 19 settembre 1920 a Sassari. Dicono le cronache che oltre diecimila persone, di cui almeno tremila ex combattenti a cavallo, manifestarono la volontà di cambiamento e il bisogno di giustizia del popolo sardo, attorno a trenta bandiere sarde listate a lutto.
Dal movimento degli ex combattenti nasceva nel 1921 il Partito Sardo d'Azione, quel Partito che il 14 luglio di quest'anno ha voluto farmi l'onore di chiamarmi a rivestire la carica di Segretario Nazionale, quella carica che fu di uomini come Camillo Bellieni, Luigi Oggiano. Salvatore Sale, Luigi Battista Puggioni. Piero Soggiu, Giovanni Battista Melis, Michele Columbu, Carlo Sanna. "La Sardegna sarà redenta dal Sardi" è la frase che la redazione de “Il Solco", l'organo del Partito Sardo, sceglieva come motto da affiancare alla testata del giornale, alla ripresa delle pubblicazioni domenica 4 marzo 1945, dopo 19 anni di silenzio forzato dovuto alla dittatura fascista.
"La Sardegna sarà redenta dai Sardi” sono anche le parole con cui il Direttore del giornale, l'indimenticato Luigi Battista Puggioni, concludeva il suo editoriale in cui chiamava i sardi a raccolta per riprendere la lotta con maggior vigore di prima.
Anche questo periodo storico che stiamo vivendo, in Sardegna. in Europa e nel Mondo, ha bisogno di quella tensione morale e di quella carica emotiva che permise ai fondatori del P.S.d'A. di elaborare un programma di libertà e riforme sociali più che mai attuale a settant'anni di distanza, e resistere alle lusinghe e alle minacce del colonialismo metropolitano.
Giungere alle soglie del Duemila più orgogliosi che mai di avere ragione, sapendo che il Mondo intero ha sete di sardismo, è per noi motivo di immensa soddisfazione. Dalla piccola Sardegna abbiamo indicato ai popoli oppressi, alle etnie soffocate, alle minoranze nazionali calpestate nei loro diritti, la strada da seguire, quella dell'indipendenza nella democrazia.
Ma non voglio fare in questa occasione un discorso politico. Come giustamente scrive Antonio Lepori nell'introduzione, l'intento di questo libro non è elettorale. Esso vuole essere un doveroso omaggio per tutti coloro, famosi e sconosciuti, dirigenti e semplici militanti, che in oltre
70 anni di vita del Partito Sardo hanno lottato, sperato, sofferto, vinto e perso, si sono illusi e disillusi, ma mai si sono arresi. E sono sicuro che questo libro sarà anche per noi, sardisti di oggi, un valido sostegno nella lotta di tutti i giorni, per aiutarci a ricordare chi siamo e che cosa vogliamo. Colgo l'occasione per ringraziare l'Autore di questo prezioso contributo, l'Editore per averlo voluto pubblicare a sue spese, e mi auguro, anzi sono certo, che il 1991 vedrà, nell'ambito delle manifestazioni celebrative dei settant'anni di vita del P.Sd’A che il Partito ha in programma di realizzare, numerose occasioni di incontro e dibattito sulla nostra storia.


Forza Paris
Cagliai, 4 dicembre 1990



Efisio Pilleri

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18-09-06, 22:23
Il primo punto da tener fermo nel considerare il pensiero è che questo può essere soltanto pensiero di qualcuno.
Chi pensa infatti è una persona, un soggetto pensante che lavora concretamente per elaborare storicamente un sapere. Una serie storica di pensieri elaborati in più di settant'anni di vita del movimento sardista e del Partito Sardo d'Azione, questo è il contenuto del presente volume. Non si tratta pertanto di categorie già pensate impersonalmente ab aeterno, giacché il pensiero si esplica solo facendo esperienza (e d'altronde un'esperienza non raccolta da pensiero non darebbe risultati, anzi non si costituirebbe), se per esperienza si intende, come io intendo, non solo l'esperienza esterna (anch'essa guidata dal pensiero) ma anche quella, puramente mentale, di mettere alla prova i propri pensieri, di verificare quali approdino a un risultato e quali no.
Il pensiero umano è un'attività e un'originaria costruzione di strutture semplicemente possibili (perché tutto ciò che pensiamo lo pensiamo «sub specie possibilitatis") e l'esperienza, anche l'esperienza politica, ha l'insostituibile funzione di realizzare tali possibilità.
In questo senso condivido ciò che Ortega y Gasset scrive in "Apuntes sobre el pensamiento": "Pensiero è ciò che facciamo, qualunque cosa sia, per uscire dal dubbio in cui siamo caduti e giungere di nuovo alla certezza".
In sardo suonerebbe pressapoco così: "Pensamentu est su ki faeus, calisisiat cosa siat, po bessiri de is dudas aundi seus arrutus e lompi torra a sa siguresa".
Ma "pensamentu" in sardo è anche preoccupazione, apprensione, inquietudine dell'animo: un significato più che mal applicabile al pensiero sardista, che nel raccogliere l'esperienza dolorosa della condizione della Sardegna in un corpus ideologico organico, si mette continuamente alla prova, valuta i propri dubbi, raggiunge livelli più alti di certezza, prende coscienza. Sente, intende, immagina, vuole.
La Sardegna è l'oggetto del pensiero sardista, il termine di riferimento intenzionale, ciò che a questo pensiero conferisce significato.
Oggetto di pensiero sia nel senso del sapere (conoscenza scientifica della “Questione sarda") sia nel senso della partecipazione emotiva, dell' “aturai in pensamentu", dell'inquietudine dell'animo di chi teme danni sempre maggiori per la sua terra dal perdurare di una situazione infelice.
Mi sono ricordato di essermi laureato in filosofia per stilare questa introduzione. Perché questo non è un libro di politica, né è la storia di un partito politico. Il mio intento infatti, che mi si creda o no, non è quello di presentare l'ideologia sardista sotto la migliore luce "elettorale". Questo vuol essere innanzitutto un libro di storia delle idee, della loro nascita e della loro evoluzione.
Idee, idee pensate da uomini, che dagli anni Venti ad oggi indicano per la Sardegna strutture politiche e sociali non pensate in altri movimenti e partiti più omogenei e meno possibilisti. Gran parte infatti del pensiero sardista è ancora «sub specie possibilitatis" e l'esperienza politica dello stesso Partito Sardo d'Azione deve ancora realizzare tali possibilità.
Questo libro inoltre non può e non vuole essere una fredda elencazione di citazioni. Non intendo infatti presentare acriticamente un pensiero politico che è anche il mio pensiero politico, giacché se un sardista non può scrivere senza spirito partigiano un libro che riguarda il suo partito, allora nessuno dovrebbe scrivere sul suo partito, dovrebbe lasciare che ne scrivano gli altri, come finora è accaduto per il Partito Sardo d'Azione. Ne hanno scritto un po’ tutti (a mio parere da un'ottica di incomprensione e di incomunicabilità ideologica ed emotiva) ed alcuni con l'intento fin troppo evidente di snaturare e fagocitare il sardismo. Per questi motivi ritengo sia giusto che un sardista scriva sul sardismo, senza bisogno di commentare ciò che si commenta da sè.
E' chiaro che la scelta di alcune piuttosto che di altre citazioni, rappresenta di per sè una posizione critica e ideologica abbastanza netta. Ma questo grande affresco di vita sarda che è stato ed è il sardismo non può, in quanto idea ancora in cammino, essere studiato come una cosa finita, come un quadro già compiuto ed esposto, o meglio “arrenconau", in un museo di scienze politiche.
Ho scritto all'inizio che il pensiero può essere soltanto pensiero di qualcuno. C'è cioè sempre qualcuno che pensa, elabora e poi pronuncia o mette per iscritto una frase, un concetto, una parola d'ordine che viene accettata dai suoi compagni di lotta e diventa patrimonio di un Partito, in questo caso di tutti coloro che si riconoscono nel sardismo.
Una volta comunicate, quelle idee divenute parole non appartengono più soltanto a chi le ha pensate per primo, così come la radio non appartiene più soltanto a Guglielmo Marconi ma è in tutte le case del mondo. Così le frasi di Bellieni, Lussu, Puggioni etc. fanno parte del pensiero sardista e vivono ormai di vita propria. Anche nel caso di abbandono del Partito da parte di chi per primo le ha pronunciate, queste frasi rimangono patrimonio di tutti i sardisti, pensiero collettivo, visione del mondo, 'bisura 'e su mundu".

Dicembre 1990


Antonio Lepori

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18-09-06, 22:25
Indice


Presentazione di Efisio Pilleri
Introduzione (Antonio Lepori)
“Pal noi non v’ha migliori…” - Il pre-sardismo
La Sardegna
La Sardegna sarà redenta dal sardi
Che cos'è il sardismo
Cos'è il Partito Sardo d'Azione
Che cosa vuole il Partito Sardo d'Azione
L'identità
La questione linguistica
La scuola
L'autonomia, mezzo, non fine
Il federalismo e la riforma dello Stato
L'indipendenza
L’Europa
Allearsi? Con chi?
L'antifascismo sardista
Il socialismo sardista
I mulatti dell'autonomia
Sardismo e comunismo
P.S.d'A. e D.C.
Sardismo e religione
Non una repubblica qualsiasi
Il sardismo e i giovani
Le donne e il sardismo
Può la Sardegna bastare a se stessa?
Prima di tutto i lavoratori sardi
La questione sociale
Nord e Sud
Libertà doganale
I sindacati
Finanze e tributi
Contadini e pastori
L’industrializzazione
Democrazia Interna
Piccola antologia della canzone sardista

Testimonianza di un vecchio militante sardista.
di Giovanni Battista Columbu



1a EDIZIONE - MARZO 1991

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