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Visualizza Versione Completa : Lettera aperta dei Ragazzi di Locri (pubblicata sul forum di Politica Nazionale)



Matteo Lamanna
24-09-06, 15:55
La Calabria ha bisogno di passione e coraggio
Lettera aperta alla Calabria degli Onesti


http://www.ammazzatecitutti.org/basta-parole-fatti.jpgE’ trascorso quasi un anno, ormai, da quel terribile 16 ottobre 2005. Il giorno che a suo tempo definii “l’11 settembre dei calabresi”, il giorno in cui la ‘ndrangheta sfidava apertamente e nel modo più eclatante la politica, in un seggio elettorale, quasi a voler rimarcare il concetto che in Italia la sovranità appartiene al popolo, ma in Calabria no: se c’è in Calabria chi vota con la penna, c’è sempre chi per votare usa le calibro 9. E’ la Calabria della ‘ndrangheta, quella che non fa sconti a nessuno, quella che le cambiali elettorali te le fa pagare con gli interessi, quella che non fa differenza tra destra e sinistra: la ‘ndrangheta governativa.
L’eccezionale risposta in prima istanza da parte dello Stato ci ha fatto credere che davvero il sacrificio di Franco Fortugno non fosse stato vano.
Il Presidente Ciampi, l’allora candidato Premier Romani Prodi, il Ministro all’Interno Pisanu che ha mandato a Reggio il super-Prefetto De Sena. Dal tramonto segnato dall’omicidio del Vicepresidente del Consiglio regionale si intravedeva l’alba di una nuova Calabria.
La fantastica e spontanea ribellione di noi ragazzi e ragazze di tutta la regione, che con i tanti striscioni, a partire dallo straordinario “striscione bianco” dei ragazzi del Liceo Zaleuco di Locri esposto il 17 ottobre davanti al Tribunale di Locri, ha commosso l’Italia intera che ci ha battezzati “i ragazzi di Locri”.
E da lì per mesi inviti nelle scuole di tutto lo Stivale; conferenze, dibattiti, assemblee, incontri. Un intero Paese che sentiva e sente tutt’ora la necessità di costruire una nuova cultura della legalità a partire dai giovani, da quei “coraggiosi ragazzi di Locri”, che per una volta hanno fatto sì che si parlasse positivamente della Calabria.
Quei ragazzi, a quasi un anno, ancora quell’alba la attendono. Continuano a sperare e non si fermano mai. Incontrano per strada il sostegno degli ultimi, dei dimenticati, degli onesti, e soprattutto delle vittime, di chi ha pagato sulla propria pelle la spietata potenza distruttiva della ‘ndrangheta, come i figli dello stesso Franco Fortugno, Rosanna Scopelliti, figlia del compianto giudice Antonino, Mario Congiusta, padre del giovane imprenditore sidernese Gianluca, una delle oltre 30 vite spezzate “senza movente né mandanti” nella Locride in un solo anno.
Quei ragazzi continuano la loro piccola rivoluzione in silenzio. Accusati in passato di strumentalizzazioni politiche, sono loro a “strumentalizzare” paradossalmente i politici facendo sottoscrivere ad oltre 130 deputati e 35 senatori il rivoluzionario Disegno di Legge “Lazzati”, che va a ledere come un bisturi il rapporto contrattuale stretto dalla mafia con la politica.
E mentre il Palazzo litiga su poltrone e rimpasti in Giunta, i ragazzi si auto-organizzano, fanno rete.
La Calabria non può più aspettare. I calabresi onesti non vogliono più aspettare.
Una regione dove a detta di tutti all’indomani dell’omicidio Fortugno tutto doveva cambiare, nulla sarebbe dovuto essere più come prima. Ed invece no, qui è tutto, purtroppo, peggio di prima.
Ventidue consiglieri regionali indagati, a destra ed a sinistra, tra questi ora anche il Vicepresidente della Regione per truffa, abuso d’ufficio ed associazione per delinquere. Passando per l’approvazione tacita delle prime vergognose leggi-antitrasparenza della storia della nostra regione. E, dulcis in fundo, tenendo presente che in questo momento siede in Consiglio regionale chi fino a qualche tempo fa aveva nella propria segreteria anche uno dei presunti mandanti dell’omicidio Fortugno, già arrestato per traffico d’armi.
In una regione “normale” una situazione del genere non esisterebbe, perché serietà istituzionale imporrebbe a tutta la classe politica un grande passo indietro ed un momento di sincera e pubblica riflessione. In Calabria evidentemente no.
Ma la partita non è ancora chiusa.
Vogliamo continuare a sperare di poter presto vedere i frutti del sacrificio di Franco Fortugno e di tutte le altre vittime innocenti che hanno pagato col sangue l’amore per la nostra Calabria. Per far ciò occorre prima di tutto passione e coraggio da parte di tutti, in primis dagli uomini delle Istituzioni, quei pochi politici onesti, che devono saper lanciare lo sguardo oltre l’orizzonte e coinvolgere attivamente in un vero nuovo corso per la nostre regione quella fetta di Calabria sana che per troppo tempo ha aspettato fuori dalla porta. E’ la Calabria dei giovani, dei professionisti, di chi sogna e spera di non scappare, e di far crescere qui un domani i propri figli.
Dobbiamo unirci, fare rete. Noi giovani antimafiosi lo stiamo già facendo, o almeno ci stiamo provando seppur con mille sacrifici. Ma non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo essere i soli Don Chisciotte della situazione.
In tutta la Calabria, non solo a Locri, nonostante l’incessante impegno degli uomini delle Forze dell’Ordine certamente in numero insufficiente (con investigatori “sprecati” forza di cose a fare i posti di blocco), si contano un morto ammazzato al mese, decine di auto incendiate a settimana, ogni giorno rapine a mano armata in casa di anziani pensionati ed atti intimidatori a magistrati ed amministratori locali.
Non possiamo e non dobbiamo, a questo punto, continuare a delegare i problemi della Calabria alle sole forze dell’Ordine ed alla Magistratura. Bisogna ripartire dal basso, con associazioni, movimenti, cooperative sociali, sacerdoti, magistrati, professionisti, studenti, imprenditori, professori, giornalisti, padri e madri di famiglia, la cosiddetta società civile insomma.
La Calabria non può più aspettare, aiutiamola. Aiutiamoci.
Non si tratta di scegliere se stare a destra o a sinistra, ma si deve scegliere solo da quale parte del campo stare, se dal lato degli Onesti o dall’altro.
Quello che serve davvero alla Calabria è un processo di inversione culturale delle coscienze. Una piccola rivoluzione fatta non con le armi, ma con e nelle teste prima di tutto dei calabresi. Ed a tutto questo occorre soprattutto affiancare fatti concreti, perché di parole inutili ne sono state dette troppe.
“La gente fa il tifo per noi”, diceva sempre più spesso Giovanni Falcone a Paolo Borsellino.
Anche in Calabria è così, ce l’ha dimostrato concretamente l’Italia intera: la gente fa il tifo per noi. La Calabria ha bisogno di passione e coraggio. Non lasciamoci soli.
12 settembre 2006


Aldo Pecora

Matteo Lamanna
06-10-06, 10:01
Bilancio sul forum Nazionale: 2 commenti.

RibelleSano
06-10-06, 11:33
A quelli non gliene frega un cazzo! Mi fanno appena incazzare...

Matteo Lamanna
06-10-06, 22:43
Non pensavo che gli utenti di Pol, una piccola parte di cittadini di questo Paese, per lo più interessati di politica, avrebbe reagito con così tanta inerzia di fronte a 3d riguardanti il problema Mafia.
Sbalordito.

RibelleSano
07-10-06, 02:01
Per taluni individui é più produttivo capire chi è più mangione tra berlusconi e prodi.
Che schifo...

MORTE ALLA MAFIA!!!

Matteo Lamanna
07-10-06, 15:02
Hai proprio ragione.