PDA

Visualizza Versione Completa : SI' DEL SENATO, IL FEDERALISMO E' LEGGE



carlomartello
29-04-09, 21:22
SI' DEL SENATO, IL FEDERALISMO E' LEGGE

(AGI) - Roma, 29 apr. - Con 154 voti a favore, 6 contrari e 87 astenuti il Senato approva in via definitiva il ddl sul federalismo fiscale nel primo compleanno della legislatura. A favore hanno votato PdL, Lega e IdV. Il Pd si e' astenuto e l'Udc ha votato contro.

I senatori della Lega hanno appleudito in piedi Umbertto Bossi quando il capogruppo Federico Bricolo ha concluso la sua dichiarazione di voto. Accanto a Bossi c'erano il ministro dell'Agricoltura, Luca Zaia e il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, che si e' speso in questi mesi per un percorso il piu' condiviso possibile per la nascita del federalismo fiscale.

Con il via libera definitivo del Senato, parte la rivoluzione federalista fortemente voluta dalla Lega. Questi i punti principali del disegno di legge varato da Palazzo Madama.
- COSTO STANDARD: Il criterio della spesa storica per i servizi sara' sostituito da quello del costo standard, uguale in tutto il paese, nell'ottica di garantire autonomia di entrata e di spesa agli enti locali.
- AUTONOMIA FISCALE: Nel rispetto del principio che non potra' aumentare la pressione fiscale, sara' data autonomia tributaria agli enti territoriali.
- CLAUSOLA SALVAGUARDIA: Il federalismo fiscale non dovra'
comportare nuovi oneri per la finanza pubblica. Prevista una
clausola di salvaguardia per le regioni del sud cosi' che i fondi perequativi non comprendano il fondo da 1 miliardo e mezzo per il Mezzogiorno.
- COMPARTECIPAZIONE: Alla Camera e' stata eliminata l'aliquota riservata Irpef per le Regioni che pero' hanno ottenuto compartecipazioni ai tributi erariali e, prioritariamente, al gettito Iva.
- CITTA' METROPOLITANE: Sono nove le citta' metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria e Roma capitale.
- ROMA CAPITALE: Nasce il nuovo ente Roma Capitale con nuove funzioni e un patrimonio proporzionale. Il Consiglio comunale si chiamera' assemblea capitolina.
- LEGGE STATALE PER LEA E LEP: Sara' una legge dello Stato
a definire i nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) e delle prestazioni (Lep) con cui poi saranno stabiliti costi e fabbisogni standard.
- ISTRUZIONE: Alle Regioni spetteranno le spese per la sola gestione amministrativa del settore scuola.
- TRASPORTO PUBBLICO: Sara' definito a livello nazionale un livello di servizio minimo per il trasporto pubblico locale che non e' pero' tra le funzioni essenziali.
- PREMI AI VIRTUOSI: i premi ai Comuni virtuosi vengono estesi a Province e Comuni che si associano per la fornitura di servizi.
- REGIONI A STATUTO SPECIALE: Sara' istituito un tavolo di confronto tra il governo e ciascuna regione a statuto speciale e ciascuna provincia autonoma per individuare le linee guida, gli indirizzi e gli strumenti per assicurare il concorso delle regioni a statuto speciale e delle province autonome agli obiettivi di perequazione e di solidarieta'.
- BICAMERALINA: Una commissione bicamerale - composta
da 15 deputati e 15 senatori nominati dai presidenti dei due
rami del Parlamento - esprimera' parare sui decreti attuativi.
- TEMPI: Entro un anno dall'entrata in vigore della riforma dovra' essere emanato il primo decreto attuativo - ma si prevde che arrivi gia' prima dell'estate - e si attende un piu' chiaro quadro dei costi. Tutti i decreti delegati dovranno essere varati entro 2 anni, con eventuali correzioni entro altri 24 mesi, fra cui il testo con il passaggio dalla spesa storica al costo standard che dovra' andare a regime entro 5 anni.

http://www.agi.it/politica/notizie/200904292013-pol-rt11370-il_federalismo_e_legge_si_al_senato


carlomartello

carlomartello
29-04-09, 21:23
Lega: e' la nostra battaglia, non dividera'

ROMA - Il federalismo fiscale è una riforma che "non andrà a dividere ma farà sviluppare il Paese". Lo ha detto il capogruppo della Lega al Senato Federico Bricolo, parlando in Aula al Senato nell'ambito delle dichiarazioni di voto sul ddl. "Questo è un momento fondamentale per il nostro Paese: cambieranno tante cose, cambieranno in meglio, si andrà a smantellare la zavorra" dell'assistenzialismo. "Daremo finalmente - ha aggiunto Bricolo - autonomia finanziaria ai Comuni. I soldi che i cittadini pagano in tasse resteranno sul territorio, non andranno più a Roma. Saremo finalmente padroni in casa nostra". Bricolo ha rivendicato con orgoglio il percorso verso il federalismo, partito con Cattaneo nell'800 e poi proseguito con Salvadori, Miglio, e "sempre portato avanti da Umberto Bossi". "Questa battaglia - ha evidenziato - noi della Lega l'abbiamo iniziata da soli con la stampa e i partiti della Prima Repubblica contro. L'abbiamo portata avanti stando fuori dai palazzi e col popolo in una battaglia dal basso e ora molti partiti si sono dovuti adeguare a questo sentimento popolare". Per questo Bricolo ha ringraziato "i tanti militanti della Lega che da anni con scritte, volantini, manifesti, i gazebo, hanno contribuito a portare avanti questa battaglia. Ora i tempi sono maturi per una riforma che non andrà a dividere ma farà sviluppare il Paese". "Questo - ha concluso - è il provvedimento più importante di questa legislatura. Quello di oggi è un punto di arrivo ma anche di partenza per una trasformazione di questo Stato. Bisogna continuare con i decreti attuativi, la Carta delle Autonomie, la riforma costituzionale. Grazie alla Lega questa sarà la legislatura del cambiamento".

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_958065383.html


carlomartello

carlomartello
29-04-09, 21:24
Il sì al federalismo fiscale riapre il conflitto tra Pdl e Lega

di Emilia Patta

«Ventinove, quattro, due e nove, che è la data di oggi, più sei che sono i mesi che ci abbiamo impiegato a farlo: me li giocherei al lotto perché sono numeri fortunati...». Non c'è dubbio che oggi è un grande giorno per la Lega Nord: il Senato ha varato in via definitiva il disegno di legge sul federalismo fiscale con la benevola astensione del Pd e Roberto Calderoli, "padre" della storica riforma e principale artefice del dialogo con l'opposizione pur nel clima difficilissimo che ha segnato questo primo anno di legislatura, ha di che essere contento. Il Carroccio ha finalmente la sua bandiera identitaria da sventolare a Nord nella campagna elettorale per le elezioni amministrative ed europee di giugno.

Per la Lega in qualche modo si chiude un'epoca. Ma se ne apre subito un'altra nei rapporti interni alla maggioranza, con le tensioni sin qui tenute sotto controllo proprio in vista del via libera al federalismo pronte a riesplodere. Silvio Berlusconi - forte della popolarità di cui gode soprattutto dopo la tregua di solidarietà nell'Abruzzo colpito dal terremoto e dopo la celebrazione bipartisan del 25 aprile - non ha alcuna intenzione di farsi dettare l'agenda da un alleato che comincia a essere troppo ingombrante e competitivo, soprattutto nelle Regioni del Nord.

In questo senso va letto l'«outing» sul sì al referendum elettorale previsto del 21 giugno. Il premier, che già aveva annunciato la propria intenzione di andare a votare, ha precisato che voterà sì ai quesiti che se dovessero passare introdurrebbero un Italia un bipartitismo di fatto: «Il referendum dà un premio di maggioranza al partito più forte e vi sembra che io possa votare no? Va bene tutto ma non si può pensare di essere masochisti». Non è lo schieramento ufficiale del Pdl in favore del referendum ma poco ci manca. E soprattutto è una dichiarazione di guerra alla Lega, fortemente contraria al referendum. «Mi pare evidente a chi convenga questo referendum - ha risposto seccamente il ministro dell'Interno Roberto Maroni rivolgendosi al leader del Pd Dario Franceschini -. Il sì del Pd è masochista».

C'è poi il grosso capitolo dell'immigrazione. Le questioni care alla Lega, ossia il prolungamento della permanenza nei centri per l'identificazione e l'espulsione (Cie) da 2 a 6 mesi e le ronde cittadine, sono confluite nel disegno di legge sulla sicurezza all'esame della Camera. E il timore dei franchi tiratori nelle "forche caudine" di Montecitorio per la Lega è forte. Da qui la richiesta insistente di Maroni di porre la fiducia sul provvedimento. «Ci sono timori - ha spiegato il ministro - che i mal di pancia all'interno del Pdl si riflettano ancora una volta negativamente su un provvedimento coerente e orientato a combattere la criminalità, svuotandolo cioè di significato. Domani in Consiglio dei ministri chiederò di mettere la fiducia».

L'opposizione già grida allo scandalo sull'ipotesi fiducia quando alcuni punti del Ddl, come quello sui Cie, sono già stati bocciati da entrambi i rami del Parlamento. E i deputati "dissidenti" del Pdl, a cominciare da Alessandra Mussolini, si apprestano a dare battaglia per stralciare altre norme ritenute disumane dopo quella sui medici-spia: ad esempio il divieto di registare all'anagrafe i bambini nati da genitori clandestini.

Ora i festeggiamenti sul federalismo. Poi si ricomincia.
29 aprile 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/04/pillola-politica-federalismo-pdl-lega.shtml?uuid=78f3d5ba-34b7-11de-ba2a-2c5e3bbd96fd&DocRulesView=Libero


carlomartello

carlomartello
29-04-09, 21:27
Referendum, la Lega: preoccupati da Berlusconi
Mercoledí 29.04.2009 20:30

"Sorpreso e preoccupato dalla scelta di Berlusconi". Il ministro leghista Roberto Maroni non usa mezze misure per dare voce all'irritazione del Carroccio. L'annuncio che il premier voterà "sì" il 21 giugno a una consultazione che la Lega vede come il fumo negli occhi, viene giudicato con contrarietà e disagio. "E' una presa di posizione che noi non condividiamo e che cercheremo di fargli correggere" taglia corto Maroni. Che, nel caso di vittoria del "sì" prefigura momenti difficili per il governo: "Se così fosse sarebbe inevitabile trarre le conseguenze di una così forte spinta popolare". A chi gli chiede quindi se l'ipotesi sarebbe quella di elezioni anticipate l'esponente del Carroccio si limita a ribadire: "E' difficile che il Parlamento possa fare una nuova legge elettorale dopo un referendum così carico di significato politico. Perciò bisogna evitare che avvenga il danno, perché se avviene, poi, tanti saluti...".

Tensione, dunque, nella maggioranza. Non a caso il segretario del Pd Dario Franceschini vede nella decisione del premier "un'umiliazione della Lega". "Berlusconi più che masochista è surrealista perché vuole abrogare una legge che hanno fatto lui e la sua maggioranza. Nessun problema per noi, visto che Berlusconi tutti i giorni si sta impegnando ad umiliare la Lega, bocciando le ronde, le norme sui Cie e ora dicendo sì al referendum" dice il leader democratico al programma di RadioTre "Faccia a faccia". L'attacco di Franceschini richiama le parole di martedì, quando il presidente del Consiglio aveva rivelato la sua intenzione di votare sì alla consultazione sulla legge elettorale: "Non sono masochista. Il referendum dà il premio di maggioranza al primo partito", aveva detto il premier.

E il segretario del Pd non risparmia le critiche: "Ha perso i freni e sta diventando un problema serio per la democrazia. Quando un uomo politico si ritiene talmente potente da poter fare tutto nella sua vita e perde i freni, diventa un problema serio per l'equilibrio democratico". Agli italiani allora, conclude Franceschini, "domando se la mattina dell'8 giugno (all'indomani delle elezioni europee e amministrativive - ndr) se vogliono svegliarsi con un padrone assoluto o con le garanzie democratiche".

Nonostante l'attacco, però, Franceschini chiede di non "sopravvalutare" Berlusconi. "C'è un complesso psicologico da superare. Voglio fare una domanda: se dal 1994 ad oggi le elezioni si fossero svolte in parità di mezzi, risorse e media, siamo sicuri che Berlusconi avrebbe vinto?", osserva il segretario del Pd. Franceschini torna con la memoria alla mancata legge sul conflitto di interessi ("fu un errore non fare tra il 1996 e il 2001) e non nasconde la critica. "Nell'ultimo governo Prodi - ricorda il segretario del Pd - ci fu l'impegno per fare la legge sil conflitto d'interessi che venne approvata in commissione e calendarizzata in aula ma questo è uno dei motivi per cui Berlusconi ha comprato alcuni senatori e ha fatto cadere il governo".

http://www.affaritaliani.it/politica/referendum-franceschini-berlusconi-lega290409.html


carlomartello

carlomartello
29-04-09, 21:28
Con il Federalismo finisce l'era dell'assistenzialismo

“Con l’approvazione del disegno di legge sul Federalismo Fiscale si chiude un’epoca, si chiude una fase di centralismo e assistenzialismo che ha caratterizzato parecchi decenni della vita del nostro Paese”. Con queste parole Rosi Mauro, vicepresidente del Senato è intervenuta in aula durante la discussionesul Federalismo Fiscale. “Questo provvedimento – ha aggiunto – vuole superare l’attuale sistema basato sulla finanza derivata ispirata al criterio della spesa storica per arrivare invece ad avere un sistema pubblico che sia efficace ed efficiente. Importante è anche che vengano premiati quegli enti che ottengono risultati positivi in termini di lotta all'evasione e all'elusione fiscale”. “Creando un collegamento diretto tra reperimento delle risorse pubbliche e gestione della spesa, si rafforza sempre più sia il controllo degli enti sui contribuenti, sia il legame tra gli amministratori ed i cittadini, che sono in grado di valutare meglio se l’entità delle tasse pagate giustifichi o meno la qualità dei servizi erogati. Sono convinta che per favorire lo sviluppo di tutto il nostro Paese sia necessaria una solidarietà che superi la mera logica dell’assistenzialismo e che responsabilizzi i singoli amministratori. A solo un anno dall’inizio della legislatura questo disegno di legge dà attuazione all’articolo 119 della Costituzione e si ispira ad un principio solidaristico volto alla promozione della crescita e dello sviluppo delle singole realtà territoriali”. “La nostra gente – ha concluso - vuole le riforme: noi le abbiamo inserite nel nostro programma elettorale e le stiamo facendo senza divisioni. E soprattutto continueremo a farle per il bene del nostro Paese, facendo seguire alle parole anche i fatti! Dopo un lungo percorso di battaglie siamo finalmente giunti al traguardo: il federalismo fiscale sarà presto una realtà”.

http://www.leganord.org/dblog/articolo.asp?articolo=1644


carlomartello

carlomartello
29-04-09, 21:29
FEDERALISMO: COTA (LEGA), FINE CENTRALISMO E' RISULTATO IMPORTANTISSIMO

(IRIS) - ROMA, 29 APR - "Finalmente! Ci sono voluti quasi 150 anni e ora un primo importantissimo risultato è arrivato. Da oggi non si torna più indietro. E' stata sancita la fine del centralismo e della finanza derivata in cui i soldi della gente che paga le tasse vengono prelevati senza sapere dove vadano a finire. Adesso con il federalismo le risorse rimarranno sul territorio, ciascun amministratore locale sarà responsabile di come spenderà le risorse e degli aiuti che riceverà attraverso i meccanismi perequativi di aiuti tra le regioni" Roberto Cota, presidente dei deputati leghisti, commenta con grande soddisfazione l'approvazione del federalismo.

http://www.irispress.it/Iris/page.asp?VisImg=S&Art=35036&Cat=1&I=null&IdTipo=0&TitoloBlocco=Politica&Codi_Cate_Arti=27


carlomartello

Eridano
30-04-09, 07:53
Lega: e' la nostra battaglia, non dividera'Purtroppo...

Chiodo
30-04-09, 08:41
Vorrei sollevare una questione.Questa legge sarà attuata attraverso decreti attuativi da parte del governo quindi numeri e cifre saranno decisi dal governo stesso.Quindi questa non potrebbe essere vista solo come una buona dichiarazione di intenti?Come farà poi la lega ad imporre a berlusconi numeri che non svantaggiano il nord attraverso strani bizantinismi e giochi di parole?Inoltre se la lega dovesse essere eliminata dal referendum il federalismo sarà attuato lo stesso?Il federalismo è un percorso che nessuno potrà arrestare anche con la scomparsa della lega?

carlomartello
30-04-09, 12:12
Purtroppo...

Sarebbero divisioni politiche, magari fossero territoriali...

carlomartello

carlomartello
30-04-09, 12:14
Vorrei sollevare una questione.Questa legge sarà attuata attraverso decreti attuativi da parte del governo quindi numeri e cifre saranno decisi dal governo stesso.Quindi questa non potrebbe essere vista solo come una buona dichiarazione di intenti?Come farà poi la lega ad imporre a berlusconi numeri che non svantaggiano il nord attraverso strani bizantinismi e giochi di parole?Inoltre se la lega dovesse essere eliminata dal referendum il federalismo sarà attuato lo stesso?Il federalismo è un percorso che nessuno potrà arrestare anche con la scomparsa della lega?

Il centrodestra dice che ormai il federalismo è anche un suo patrimonio, viste le esternazioni di Berluska non si direbbe proprio.
Se la Lega verrà esclusa del tutto, non ci sono garanzie perché è l'unico partito che antepone gli interessi del Nord a quelli del centralismo e del mantenimento del Sud...

carlomartello

Eridano
30-04-09, 12:50
Sarebbero divisioni politiche, magari fossero territoriali...

carlomartello
Sarebbero priorità irrinunciabili. Anche se il canale 'Europa non esiste ancora...:D

carlomartello
30-04-09, 17:37
Sarebbero priorità irrinunciabili. Anche se il canale 'Europa non esiste ancora...:D

O il 'Muro per la Padania'. :D

carlomartello

carlomartello
30-04-09, 17:42
FEDERALISMO: ZAIA, E' LA RIFORMA CHE IL PAESE ASPETTAVA


(ASCA) - Roma, 30 apr - ''Ora possiamo cambiare davvero questo Paese: il federalismo e' la migliore risposta a chi da troppo tempo attendeva l'avvio di una nuova stagione di cambiamento. Finalmente, i grandi progetti di riforma di cui l'Italia ha bisogno stanno diventando realta'''. Con queste parole il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia ha commentato il si definitivo del Senato a ddl sul federalismo fiscale.

''Si tratta - ha aggiunto il Ministro - di una grande opportunita' per le regioni del nord, ma anche per tutta la comunita' del sud; nessuno deve preoccuparsi o sentirsi escluso dai benefici di questa riforma: il federalismo sara' un bene per tutti''.

''Ora infatti - precisa Zaia - si aprira' una vera stagione di responsabilita' e partecipazione, dove anche l'agricoltura sara' veramente valorizzata e il lavoro di ciascuno sara' preso in maggiore considerazione perche' sara' premiato chi merita''.

''Finalmente - conclude il Ministro - ci lasciamo alle spalle la logica dell'assistenzialismo e del centralismo che per troppo tempo ha pesato su questo Paese e riconosciamo il ruolo centrale svolto dagli Enti locali, a cui viene concessa quell'autonomia fiscale e di spesa che garantira' un maggior controllo della spesa pubblica, una nuova responsabilizzazione degli amministratori locali e dunque un vero sviluppo delle singole realta' del nostro territorio''.

http://www.asca.it/news-FEDERALISMO__ZAIA__E__LA_RIFORMA_CHE_IL_PAESE_ASPE TTAVA-827498-ORA-.html


carlomartello

HOTDOG
30-04-09, 19:03
comunque anche il Dio Po ha esultato per l'approvazione del federalismo fiscale arrivando a livelli che non raggiungeva da anni...

Chiodo
01-05-09, 00:48
Il centrodestra dice che ormai il federalismo è anche un suo patrimonio, viste le esternazioni di Berluska non si direbbe proprio.
Se la Lega verrà esclusa del tutto, non ci sono garanzie perché è l'unico partito che antepone gli interessi del Nord a quelli del centralismo e del mantenimento del Sud...

carlomartello
Allora perchè la lega va dicendo che oramai centralismo e sprechi sono un capitolo chiuso ed è una svolta storica quasi fosse un capitolo chiuso?Sta per caso bleffando con i suoi elettori?

carlomartello
01-05-09, 01:56
Allora perchè la lega va dicendo che oramai centralismo e sprechi sono un capitolo chiuso ed è una svolta storica quasi fosse un capitolo chiuso?Sta per caso bleffando con i suoi elettori?

Perché conta di neutralizzare il referendum magari? :mmm:

carlomartello

carlomartello
01-05-09, 04:49
Guida al federalismo che verrà, punto per punto

di Gaia Carretta
Il Foglio

Ecco di che cosa diavolo stiamo parlando quando parliamo di bozza Calderoli - Il testo in esclusiva
Tutto il testo della bozza, pagina per pagina

Clicca qui e leggi tutto il testo della bozza Calderoli in esclusiva (http://www.ilfoglio.it/soloqui/1001).

Roma. Da anni si sente parlare di federalismo, di riforma del titolo V, di decentramento, ma dalle parole si è passati a ben pochi fatti. Oggi, però, le cose sembrano essere diverse. La Lega ha deciso di fare sul serio e quella che nel 1992 poteva sembrare una parolaccia, “federalismo”, appunto, grazie alla bozza Calderoli, a distanza di 16 anni, diventa il termine più ricorrente e urgente. Da nord a sud sono tutti d’accordo nel dire che la situazione della finanza pubblica necessita di una riforma vera e non solo di quelle mezze vie che negli ultimi anni hanno contribuito a spostare competenze verso regioni, province e comuni, senza introdurre un modello efficace di finanziamento delle funzioni.

Federalismo solidale. Il federalismo fiscale (l’applicazione dell’art. 119 della Costituzione) oggi sembra essere la soluzione per il rilancio della competitività del sistema, contro il rischio di spaccare il paese e contro l’esplosione dei costi. Non è un caso che la corte costituzionale abbia sottolineato in numerose occasioni l’urgenza di dare attuazione all’art. 119, che per sette anni è rimasto in sonno. Ora, con la riforma che tra questo e il prossimo Consiglio dei ministri verrà presentata dal governo, il sistema si ribalta completamente e questa volta sembra ci sia la possibilità di arrivare a una soluzione. Si parte dal presupposto che lo stato ha il dovere costituzionale di garantire a tutti i cittadini gli stessi diritti su materie come sanità, assistenza e istruzione. Con la riforma del Titolo V si è data autonomia nella gestione delle funzioni alle regioni, lasciando le risorse a livello centrale (tranne per una piccola quota – cinque per cento – sulla sanità, il decreto 56/2000, che le regioni si gestiscono autonomamente). La distribuzione delle risorse avviene secondo criteri di solidarietà (perequazione, da qui la definizione di federalismo solidale) tra le diverse realtà territoriali. La riforma vuole mantenere le garanzie costituzionali, ma vuole anche abbattere i costi, cercando di ottimizzare la spesa. Questo è il senso dell’introduzione di quelli che sono stati definiti i costi standard per i servizi con il criterio di superamento della spesa storica. In sostanza, si definisce un costo per servizio che sia uguale per tutte le realtà del territorio e questo valore sarà l’indicatore che consentirà all’amministrazione centrale di sapere quanto e in che modo distribuire le risorse. Si supera così quel meccanismo secondo cui le risorse venivano erogate secondo quanto era stato speso negli anni precedenti, il cosiddetto superamento della spesa storica. Per le altre materie, ogni regione potrà chiedere autonomia nelle gestione delle funzioni e dei tributi (art. 116 comma terzo della Costituzione, il federalismo differenziato). Vien da sé che nessun amministratore ha interesse ad alzare le tasse locali e a dare un cattivo servizio. Questo principio dovrebbe infatti garantire processi di virtuosità anche nelle realtà più difficili.

Fiscalità decentralizzata. Il presupposto della riforma Calderoli è che aver mantenuto un modello di fiscalità centralizzata ha generato una situazione istituzionale che oggi rende ingovernabili i conti pubblici e che favorisce la duplicazione di strutture, l’inefficienza e la deresponsabilizzazione. Un sistema come quello che c’è stato finora, con la politica degli aiuti alle amministrazioni inefficienti o con criteri basati sulla spesa storica, ha finito per premiare chi crea più disavanzo, cioè un buco destinato poi a essere coperto dalle tasse di tutti gli italiani. In sostanza, si è finito per consacrare il principio per cui chi ha più speso in passato può continuare a farlo, mentre chi ha speso meno, perché è stato più efficiente, deve continuare a spendere di meno. L’esperienza della sanità è significativa: i costi per l’erario sono quasi raddoppiati in dieci anni, passando dai 55,1 miliardi del 1998 ai 101,4 miliardi del 2008, nonostante le misure di contenimento previste nelle leggi finanziarie. Tra le novità del ddl: il finanziamento integrale sulla base di costi standard delle prestazioni che riguardano i diritti civili e sociali, come la sanità, l’istruzione e l’assistenza (art. 117, “livelli essenziali delle prestazioni”) e un adeguato finanziamento del trasporto pubblico locale. Questi due capitoli di spesa saranno finanziati attraverso il gettito dell’Irap, in attesa che questa imposta sia sostituita da altri tributi regionali da individuare in una fase successiva. La parte residua delle spese viene, invece, finanziata con il gettito dei tributi regionali e con la perequazione, attuata in modo trasparente sulla capacità fiscale.

La finanza locale. Una seconda importante questione riguarda l’assetto della finanza delle province e dei comuni (gli enti locali), in particolare il ruolo di coordinamento svolto dallo stato e dalle regioni. Quest’ultime potranno ridefinire la spesa e le entrate standardizzate degli enti locali secondo i criteri di riparto fissati dallo stato riferiti al proprio territorio. In caso di ritardo o di mancata distribuzione dei fondi da parte della regione, lo stato potrà esercitare il potere sostitutivo nei suoi confronti. Questa novità è fondamentale nella gestione dei bilanci dei comuni, che temevano il passaggio da una gestione centralista a una “feudo-regionale” della fiscalità e il conseguente mancato trasferimento di risorse. Riguardo alle fonti di finanziamento degli enti locali, si prevede che sia lo stato a individuare i tributi propri dei comuni e delle province, a definirne presupposti, soggetti passivi e basi imponibili, a stabilirne le aliquote di riferimento valide per tutto il territorio nazionale. Il ddl prevede un tributo comunale di scopo per finanziare opere pubbliche, oneri dei flussi turistici e della mobilità urbana, la cosiddetta “service tax”. Per garantire l’autonomia delle province è prevista la razionalizzazione dell’imposizione fiscale per gli autoveicoli e le accise sulla benzina e sul gasolio. Gli enti locali dispongono del potere di modificare le aliquote dei tributi di loro competenza e di introdurre agevolazioni. Altra questione riguarda le tariffe per le prestazioni e i servizi offerti su cui comuni e province hanno una piena autonomia. Sono anche previste disposizioni per il finanziamento delle città metropolitane e di Roma capitale (per quest’ultima anche per il relativo patrimonio).

Regioni a statuto speciale. In sintesi, autonomia dovrà diventare sinonimo di efficienza. Proprio per questo è previsto anche, a favore degli enti più virtuosi, un sistema premiante e, dall’altra parte, un meccanismo di tipo sanzionatorio per gli enti meno virtuosi. In particolare gli enti che non hanno raggiunto gli obiettivi non potranno sedere nei posti di ruolo vacanti nelle piante organiche e iscrivere in bilancio spese per attività discrezionali. Sono previsti, inoltre, meccanismi automatici sanzionatori degli organi di governo e amministrativi nel caso di mancato rispetto degli equilibri e degli obiettivi economico-finanziari assegnati alla regione e agli enti locali (gli obiettivi del patto di stabilità interno). Nel ddl, vengono infine enunciati principi diretti a garantire il coordinamento del sistema tributario con la finanza delle regioni a statuto speciale e delle province autonome, individuando un percorso diretto a prevedere, nel rispetto degli statuti e delle relative norme di attuazione, la partecipazione di queste realtà istituzionali al sistema di perequazione e di solidarietà e all’esercizio dei loro diritti e doveri. Ovviamente, tutto questo meccanismo dovrà avvenire senza maggiori oneri per il bilancio dello stato.

http://www.ilfoglio.it/soloqui/999


carlomartello

carlomartello
04-05-09, 20:06
FEDERALISMO: FRANCO (LN), PIU' POTERE A PROVINCE NO ISTITUTI INTERMEDI


(ASCA) - Roma, 4 mag - ''Alle province possono essere date delle competenze ulteriori al fine di evitare una serie di istituti intermedi che costano molto e che potrebbero essere invece accorpati alle Province, tipo i Consorzi di Bonifica e le Comunita' Montane. A tal proposito, attribuirei al presidente della Provincia anche le competenze del prefetto e delle prefetture. E' altrettanto vero che esistono province che, per il numero di abitanti, non hanno ragione di esistere ed e' verissimo che negli ultimi anni sono state fatte tante nuove province che non era opportuno fare''.

Cosi' il senatore Paolo Franco (Lega Nord) componente della commissione Finanze al Senato, nel corso della rubrica settimanale di Gr Parlamento ''60 Minuti'', sul tema dell'abolizione o meno delle province. ''Se una provincia - continua Franco - ha da 700mila a 1 milione di abitanti ha ragione esistere, mentre una provincia da 80 a 100mila abitanti non ha ragione di esistere''.

http://www.asca.it/news-FEDERALISMO__FRANCO_(LN)__PIU__POTERE_A_PROVINCE_N O_ISTITUTI_INTERMEDI-827934-ORA-.html


carlomartello