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Visualizza Versione Completa : Vino, miti da sfatare ...



Tizius MCMLXVI
17-10-06, 17:29
- Cominciamo dal vino gelato. Molti mettono il vino, specie quello bianco in frigo (quello rosso fa onestamente schifo dopo). Quando te lo mettono a tavola non sa di niente. Provate a mettere una pesca divisa in due, un metà in frigo l'altra fuori, quale ha sapore? Poi il vino gelato nasconde il sapore, tutto il vino freddo è buono. Lo sappiamo che andrebbe temperatura di cantina o dell'apposito frigo per i vini, ma non tutti ce l'hanno o se lo possono permettere. Magari mettetelo in frigo e tiratelo fuori un'oretta prima.

- Non tutto il vino va invecchiato. Solo alcuni tipi di vino come l'Amarone.

- Non è vero che il vino rosso va aperto prima, (mezz'ora per ogni anno di invecchiamento), non c'è differenza di sapore.

...

v!olet
18-10-06, 07:28
- - Non è vero che il vino rosso va aperto prima, (mezz'ora per ogni anno di invecchiamento), non c'è differenza di sapore.

...


No, dai, secondo me il sapore cambia. Specialmente per il vino rosso. Io lo preferisco di gran lunga dopo un po' che ha "respirato", saró condizionata dall'idea? Chi lo sa.

ConteMax
18-10-06, 09:47
Non sono un sommelier ma il vino rosso effettivamente dopo "respirato" acquista corposità.

Concordo che è stupido ghiacchiare il vino, che mai va servito sotto i 10°. Il rosso, ovviamente, a temperatura ambiente.

unghio
18-10-06, 10:56
- Non è vero che il vino rosso va aperto prima, (mezz'ora per ogni anno di invecchiamento), non c'è differenza di sapore.

dove l'hai letto? su un libro di barzellette?
Fai confusione con la coca cola

unghio
18-10-06, 11:00
Non sono un sommelier ma il vino rosso effettivamente dopo "respirato" acquista corposità.

Concordo che è stupido ghiacchiare il vino, che mai va servito sotto i 10°. Il rosso, ovviamente, a temperatura ambiente.

Cosa vuol dire temperatura ambiente?

Se sei in estate e ti vuoi bere un rosso importante lo bevi a 30 gradi?

La temperatura ambiente nel vino non esiste, mentre esiste una temperatura per il vino

Corso
18-10-06, 12:47
io ho i bianchi nel refrigeratore a 8 gradi, i rossi a 16.

ConteMax
18-10-06, 14:27
Cosa vuol dire temperatura ambiente?

Se sei in estate e ti vuoi bere un rosso importante lo bevi a 30 gradi?

La temperatura ambiente nel vino non esiste, mentre esiste una temperatura per il vino
In estate solo un pazzo beve vino rosso.

Corso
18-10-06, 14:37
In estate solo un pazzo beve vino rosso.



:-0#09o

Alberich
18-10-06, 18:44
Io bevo vino rosso anche d'estate...:rolleyes:

Tizius MCMLXVI
18-10-06, 18:46
io ho i bianchi nel refrigeratore a 8 gradi, i rossi a 16.

E ciai pure i soldi. Intendovo per noi poveri mortali che non possiamo permettercelo, più che per denaro, per mancanza di spazio.

In effetti il vino rosso d'estate non è buonissimo, l'ho apprezzato solo in alta montagna (abbruzzese ovviamente), anche se era vino rifermentato.

Coca cola? 'azzo è? :D

Tizius MCMLXVI
18-10-06, 18:50
Altra notiziola appresa quà e là:

La candela che si mette a centro tavola non serve per le cene romantiche, l'origine dell'uso stava per verificare il vino (si guarda se lascia il segno sulla coppa) e per verificare che il cameriere non fregasse.

Gira su Discovery real time un reality su "come ricevere", dove gli ospiti prendono la coppa per il gambo, non si fà.

Perdu
18-10-06, 22:16
In estate solo un pazzo beve vino rosso.


e con il maialetto, cosa dovrei bere???? solo il vino nero è ok! :-01#44

DD
18-10-06, 22:32
La candela che si mette a centro tavola non serve per le cene romantiche, l'origine dell'uso stava per verificare il vino (si guarda se lascia il segno sulla coppa) e per verificare che il cameriere non fregasse.

.


Magari la candela originariamente la si metteva anche perche' non c'era la corrente elettrica:rolleyes:

Eymerich (POL)
19-10-06, 01:32
- Cominciamo dal vino gelato. Molti mettono il vino, specie quello bianco in frigo (quello rosso fa onestamente schifo dopo). Quando te lo mettono a tavola non sa di niente. Provate a mettere una pesca divisa in due, un metà in frigo l'altra fuori, quale ha sapore? Poi il vino gelato nasconde il sapore, tutto il vino freddo è buono. Lo sappiamo che andrebbe temperatura di cantina o dell'apposito frigo per i vini, ma non tutti ce l'hanno o se lo possono permettere. Magari mettetelo in frigo e tiratelo fuori un'oretta prima.

- Non tutto il vino va invecchiato. Solo alcuni tipi di vino come l'Amarone.

- Non è vero che il vino rosso va aperto prima, (mezz'ora per ogni anno di invecchiamento), non c'è differenza di sapore.

...



- Temperatura. Anzitutto il vino non è una pesca: alimenti (o bevande) diverse richiedono accorgimenti diversi e si "esprimono" in maniera differente. Vero è, in parte, che "tutto il vino freddo -o meglio ghiacciato- è buono". Non a caso per i vini si indicano due temperature: quella di consumo e quella di degustazione. Il caldo infatti accentua i difetti del vino, li fa risaltare: così nelle degustazioni guidate o ai concorsi enologici non è raro assaggiare bianchi (anche brut) a temperature attorno ai 12-13°. Mentre la temperatura di consumo è sugli 8°. Se al tavolo mi venisse servito lo stesso vino che in degustazione bevo a 13° a questa stessa temperatura lo manderei certamente indietro, se in degustazione me lo servissero troppo freddo non avrei modo di giudicarlo appieno.
C'è poi da tenere presente che un conto è la temperatura di servizio, l'altra la temperatura a cui lo bevi a fine pasto (contando il secchiello di ghiaccio). Il vino servito a 8° tende inevitabilmente (a meno che la temperatura ambiente non sia sugli 8-10° apputno) a scaldarsi, il vino che hai nel calice si scalda: se venisse servito già a 12° si arriverebbe a fine cena su temperature troppo elevate per un bianco.
La temperatura di cantina va bene per i rossi: è un errore servire i rossi (anche importanti) troppo caldi: si esalta l'alcolicità, si bruciano alcune essenze e si guasta la percezione dei terziari. Senza contare che il "palato" medio (dell'italiano almeno) nelgi ultimi 20 anni si è andato disabituando a bevande troppo calde. Non si abbia paura a servire un rosso (anche importante, molto importante!) bello fresco, a 14° o anche 12°. Se non si ha la cantina non si tema di immergerlo nel secchiello del ghiaccio per alcuni minuti: al momento dell'assaggio sarà perfetto. E ci sarà modo, nel corso della cena, di osservarne l'evoluzione, di vedere come cambia con il calore, di coglierne nuovi aspetti, nuovi profumi, nuove note di retrogusto.... anche nuovi colori.

-Invecchiamento. Non tutto il vino va invecchiato. Può essere... ma cosa intendi per "invecchiamento"? Un anno, due, tre.... o dieci? Quindici? In ogni caso ridurre i vini invecchiabili all'Amarone mi pare eccessivo......

- "Stappamento". La regola di mezz'ora per anno di invecchiamento è senz'altro ridicola. Ci sono vini che richiedono una adeguata ossigenazione prima di essere assaggiati e consumati: il sapore (ed il colore!) cambia notevolemente fra un vino adeguatamente ossigenato ed uno non adeguatamente ossigenato: si parla di vini invecchiati ovviamente e di un certo tipo. Certo il Valpolicella o il Lambrusco della vendemmia passata non necessitano di particolari accorgimenti.
Ad esempio un Sassicaia del 2003, dell 2002 o anche del 2000 non richiede di essere aperto prima. Neanche di essere scaraffato (lo si "brucerebbe" subito). Basta versarne una buona quantità in un bicchiere giusto (nel caso un ampio bordolese magari).
Un Lagrein del 1998 è meglio scaraffarlo.
Un Nebbiolo del 1994 o un Gutturnio fermo del 1996 vanno aperti senz'altro prima: ma non c'è bisogno di farli stare le ore.
Un Amarone, un Sagrantino o un Barbaresco di 20 anni o più possono essere aperti anche 4-5 ore prima (alcuni dicono addirittura 12). Anche se dubito che qualcuno che non sia davvero un esperto sia in grado di cogliere la differenza fra 2 ore (ad esempio) e 12.... e dubito che anche i cosidetti esperti capirebbero da quanto tempo quel vino è aperto :p
Poi c'è vino e vino: un Nobile di Montepulciano (anche di 5 anni) non richiede grande ossigenazione, un Monteregio (magari solo di 3 anni) ha già bisogno di qualche minuto per "assestarsi" ma poi non si evolve più di tanto, un Taurasi (anche 6 o 7 anni) è buono anche appena aperto, non soffre di mancanza di ossigeno, ma poi si evolve lentamente nel corso della cena.......

Tizius MCMLXVI
19-10-06, 14:28
e con il maialetto, cosa dovrei bere???? solo il vino nero è ok! :-01#44

Com'è? "u purceddu", maialino da latte cotto sotto la cenere giusto? Quant'è buono ... si scioglie in bocca! :-01#44

Perdu
20-10-06, 13:49
Com'è? "u purceddu", maialino da latte cotto sotto la cenere giusto? Quant'è buono ... si scioglie in bocca! :-01#44

su proceddu ;)

cotto in un fosso e su proceddu in su carraxu ;) troppo complicato da fare in città (anche se hai un giardino, mica te lo sventri!!) e poi esce praticamente hemm...bollito...io intendevo il classico maialetto arrosto ;)

Tizius MCMLXVI
20-10-06, 19:11
- Temperatura. Anzitutto il vino non è una pesca: alimenti (o bevande) diverse richiedono accorgimenti diversi e si "esprimono" in maniera differente. Vero è, in parte, che "tutto il vino freddo -o meglio ghiacciato- è buono". Non a caso per i vini si indicano due temperature: quella di consumo e quella di degustazione. Il caldo infatti accentua i difetti del vino, li fa risaltare: così nelle degustazioni guidate o ai concorsi enologici non è raro assaggiare bianchi (anche brut) a temperature attorno ai 12-13°. Mentre la temperatura di consumo è sugli 8°. Se al tavolo mi venisse servito lo stesso vino che in degustazione bevo a 13° a questa stessa temperatura lo manderei certamente indietro, se in degustazione me lo servissero troppo freddo non avrei modo di giudicarlo appieno.
C'è poi da tenere presente che un conto è la temperatura di servizio, l'altra la temperatura a cui lo bevi a fine pasto (contando il secchiello di ghiaccio). Il vino servito a 8° tende inevitabilmente (a meno che la temperatura ambiente non sia sugli 8-10° apputno) a scaldarsi, il vino che hai nel calice si scalda: se venisse servito già a 12° si arriverebbe a fine cena su temperature troppo elevate per un bianco.
La temperatura di cantina va bene per i rossi: è un errore servire i rossi (anche importanti) troppo caldi: si esalta l'alcolicità, si bruciano alcune essenze e si guasta la percezione dei terziari. Senza contare che il "palato" medio (dell'italiano almeno) nelgi ultimi 20 anni si è andato disabituando a bevande troppo calde. Non si abbia paura a servire un rosso (anche importante, molto importante!) bello fresco, a 14° o anche 12°. Se non si ha la cantina non si tema di immergerlo nel secchiello del ghiaccio per alcuni minuti: al momento dell'assaggio sarà perfetto. E ci sarà modo, nel corso della cena, di osservarne l'evoluzione, di vedere come cambia con il calore, di coglierne nuovi aspetti, nuovi profumi, nuove note di retrogusto.... anche nuovi colori.

-Invecchiamento. Non tutto il vino va invecchiato. Può essere... ma cosa intendi per "invecchiamento"? Un anno, due, tre.... o dieci? Quindici? In ogni caso ridurre i vini invecchiabili all'Amarone mi pare eccessivo......

- "Stappamento". La regola di mezz'ora per anno di invecchiamento è senz'altro ridicola. Ci sono vini che richiedono una adeguata ossigenazione prima di essere assaggiati e consumati: il sapore (ed il colore!) cambia notevolemente fra un vino adeguatamente ossigenato ed uno non adeguatamente ossigenato: si parla di vini invecchiati ovviamente e di un certo tipo. Certo il Valpolicella o il Lambrusco della vendemmia passata non necessitano di particolari accorgimenti.
Ad esempio un Sassicaia del 2003, dell 2002 o anche del 2000 non richiede di essere aperto prima. Neanche di essere scaraffato (lo si "brucerebbe" subito). Basta versarne una buona quantità in un bicchiere giusto (nel caso un ampio bordolese magari).
Un Lagrein del 1998 è meglio scaraffarlo.
Un Nebbiolo del 1994 o un Gutturnio fermo del 1996 vanno aperti senz'altro prima: ma non c'è bisogno di farli stare le ore.
Un Amarone, un Sagrantino o un Barbaresco di 20 anni o più possono essere aperti anche 4-5 ore prima (alcuni dicono addirittura 12). Anche se dubito che qualcuno che non sia davvero un esperto sia in grado di cogliere la differenza fra 2 ore (ad esempio) e 12.... e dubito che anche i cosidetti esperti capirebbero da quanto tempo quel vino è aperto :p
Poi c'è vino e vino: un Nobile di Montepulciano (anche di 5 anni) non richiede grande ossigenazione, un Monteregio (magari solo di 3 anni) ha già bisogno di qualche minuto per "assestarsi" ma poi non si evolve più di tanto, un Taurasi (anche 6 o 7 anni) è buono anche appena aperto, non soffre di mancanza di ossigeno, ma poi si evolve lentamente nel corso della cena.......

Anzitutto era un esempio pratico. Per il resto ti ringrazio ma era una chiacchierata alla buona mettendo in ridicolo certe persone che adottano certi atteggiamenti per lo più appresi in tv e che si atteggiano a somelier, ma non è che, come quest'ultimi, giriamo con l'affare fatto apposta appeso al collo, dentro casa.

patatrac (POL)
22-10-06, 21:09
- Temperatura. Anzitutto il vino non è una pesca: alimenti (o bevande) diverse richiedono accorgimenti diversi e si "esprimono" in maniera differente. Vero è, in parte, che "tutto il vino freddo -o meglio ghiacciato- è buono". Non a caso per i vini si indicano due temperature: quella di consumo e quella di degustazione. Il caldo infatti accentua i difetti del vino, li fa risaltare: così nelle degustazioni guidate o ai concorsi enologici non è raro assaggiare bianchi (anche brut) a temperature attorno ai 12-13°. Mentre la temperatura di consumo è sugli 8°. Se al tavolo mi venisse servito lo stesso vino che in degustazione bevo a 13° a questa stessa temperatura lo manderei certamente indietro, se in degustazione me lo servissero troppo freddo non avrei modo di giudicarlo appieno.
C'è poi da tenere presente che un conto è la temperatura di servizio, l'altra la temperatura a cui lo bevi a fine pasto (contando il secchiello di ghiaccio). Il vino servito a 8° tende inevitabilmente (a meno che la temperatura ambiente non sia sugli 8-10° apputno) a scaldarsi, il vino che hai nel calice si scalda: se venisse servito già a 12° si arriverebbe a fine cena su temperature troppo elevate per un bianco.
La temperatura di cantina va bene per i rossi: è un errore servire i rossi (anche importanti) troppo caldi: si esalta l'alcolicità, si bruciano alcune essenze e si guasta la percezione dei terziari. Senza contare che il "palato" medio (dell'italiano almeno) nelgi ultimi 20 anni si è andato disabituando a bevande troppo calde. Non si abbia paura a servire un rosso (anche importante, molto importante!) bello fresco, a 14° o anche 12°. Se non si ha la cantina non si tema di immergerlo nel secchiello del ghiaccio per alcuni minuti: al momento dell'assaggio sarà perfetto. E ci sarà modo, nel corso della cena, di osservarne l'evoluzione, di vedere come cambia con il calore, di coglierne nuovi aspetti, nuovi profumi, nuove note di retrogusto.... anche nuovi colori.

-Invecchiamento. Non tutto il vino va invecchiato. Può essere... ma cosa intendi per "invecchiamento"? Un anno, due, tre.... o dieci? Quindici? In ogni caso ridurre i vini invecchiabili all'Amarone mi pare eccessivo......

- "Stappamento". La regola di mezz'ora per anno di invecchiamento è senz'altro ridicola. Ci sono vini che richiedono una adeguata ossigenazione prima di essere assaggiati e consumati: il sapore (ed il colore!) cambia notevolemente fra un vino adeguatamente ossigenato ed uno non adeguatamente ossigenato: si parla di vini invecchiati ovviamente e di un certo tipo. Certo il Valpolicella o il Lambrusco della vendemmia passata non necessitano di particolari accorgimenti.
Ad esempio un Sassicaia del 2003, dell 2002 o anche del 2000 non richiede di essere aperto prima. Neanche di essere scaraffato (lo si "brucerebbe" subito). Basta versarne una buona quantità in un bicchiere giusto (nel caso un ampio bordolese magari).
Un Lagrein del 1998 è meglio scaraffarlo.
Un Nebbiolo del 1994 o un Gutturnio fermo del 1996 vanno aperti senz'altro prima: ma non c'è bisogno di farli stare le ore.
Un Amarone, un Sagrantino o un Barbaresco di 20 anni o più possono essere aperti anche 4-5 ore prima (alcuni dicono addirittura 12). Anche se dubito che qualcuno che non sia davvero un esperto sia in grado di cogliere la differenza fra 2 ore (ad esempio) e 12.... e dubito che anche i cosidetti esperti capirebbero da quanto tempo quel vino è aperto :p
Poi c'è vino e vino: un Nobile di Montepulciano (anche di 5 anni) non richiede grande ossigenazione, un Monteregio (magari solo di 3 anni) ha già bisogno di qualche minuto per "assestarsi" ma poi non si evolve più di tanto, un Taurasi (anche 6 o 7 anni) è buono anche appena aperto, non soffre di mancanza di ossigeno, ma poi si evolve lentamente nel corso della cena.......

Eymerich, è troppo...!!!
La tua è una lezione da master universitario (nemmeno i corsi Ais sono così eruditi...).

Io dico che l'ossigenzaione del vino avviene nel bicchiere dove tu lo versi. Perciò, per me, è più importante il bicchiere (o, volendo, il decanter) che la stappature ore o minuti prima.

La temperatura alla quale va bevuto il vino, dipende da diversi fattori: dalla temperatura esterna, ovviamente; dalle caratteristiche del vino e da ciò che si mangia e a cui il vino va abbinato.

Ha ragione Perdu: se mangio il maialetto, anche d'estate, non lo posso abbinare a un bianco.

E non è detto che il bianco, anche d'estate, debba essere superfreddo.
Vorrei vedere abbinare a una zuppa di cozze fumante un vino a 6/7/8 gradi...

I rossi, in ogni caso, non devono essere serviti al di sotto dei 12/14 gradi (poi dipende dal vino: un lambruschino lo puoi bere anche a 10 gradi...).
Ma i rossi importanti, tannici e corposi, devono essere bevuti sui 20 gradi.

Concordo con te: dire temperatura ambiente è una sciocchezza: vorrei vedervi bere un Nero d'Avola a temperatura ambiente, in quel di Noto o di Pachino, con temperature esterne sui 40/45 gradi...

Eymerich (POL)
24-10-06, 13:13
Eymerich, è troppo...!!!
La tua è una lezione da master universitario (nemmeno i corsi Ais sono così eruditi...).

Io dico che l'ossigenzaione del vino avviene nel bicchiere dove tu lo versi. Perciò, per me, è più importante il bicchiere (o, volendo, il decanter) che la stappature ore o minuti prima.

La temperatura alla quale va bevuto il vino, dipende da diversi fattori: dalla temperatura esterna, ovviamente; dalle caratteristiche del vino e da ciò che si mangia e a cui il vino va abbinato.

Ha ragione Perdu: se mangio il maialetto, anche d'estate, non lo posso abbinare a un bianco.

E non è detto che il bianco, anche d'estate, debba essere superfreddo.
Vorrei vedere abbinare a una zuppa di cozze fumante un vino a 6/7/8 gradi...

I rossi, in ogni caso, non devono essere serviti al di sotto dei 12/14 gradi (poi dipende dal vino: un lambruschino lo puoi bere anche a 10 gradi...).
Ma i rossi importanti, tannici e corposi, devono essere bevuti sui 20 gradi.

Concordo con te: dire temperatura ambiente è una sciocchezza: vorrei vedervi bere un Nero d'Avola a temperatura ambiente, in quel di Noto o di Pachino, con temperature esterne sui 40/45 gradi...



Non parlarmi dell'AIS per favore, non li sopporto :D :D (AIS= Associazione Italiana Scolatori-di-vino?; o Associazione Italiana Succhiasoldi?)
La mia era una semplice "chiacchierata" -come dice Orso Marsicano- , un pour parler che ha preso come base solo la mia esperienza.

Mi dici che l'ossigenazione avviene dove lo versi (verissimo), ma che non è importante la stappatura ore o minuti prima (:eek:). Domenica ho bevuto un barolo del '96: appena aperto faceva quasi schifo, ha cominciato ad essere un barolo dopo mezz'ora (più o meno) che era nel decanter. A fine cena era perfetto. Con il tempo si è "evoluto", è cambiato: se avessi voluto berlo "giusto" avrei dovuto stapparlo 1 oretta prima. Il tempo di ossigenazione conta eccome.

Il discorso del maialetto è giusto (cmq non ho mai detto il contrario, nè che si debba bere solo bianco d'estate....). Riguardo al giusto abbinamento vino-temperatura-pietanza hai ragione: ci sono delle eccezioni alla regola generale, anche perchè il gusto è soggettivo e quello che piace a me non piace a te. Infatti io sulla zuppa di cozze ci bevo il rosso :p (anche d'estate).

Non concordo sulla temperatura di servizio dei rossi "tannici e corposi" (come dici tu): 20° è decisamente troppo. Anche 18°. E' vero che un tempo si diceva così (sulle varie "Guide del perfetto Degustatore" si trovano ancora simili clichés...), ma servito a quella temperatura perde molto. Molto davvero.
Poi dipende da tanti fattori, come dici tu, se sei al Polo Nord allora è meglio servirlo sui 20° (e tenerlo in un termos :D) se no tempo pochi minuti fa schifo.
Ma se la temperatura è media, da interno (tipo casa o ristorante) è meglio servirlo un po' più fresco (sui 14°), se no si scalda troppo ed appena aperto (soprattutto) si "brucia" alcuni aromi.

Naitmer
24-10-06, 21:26
. Il rosso, ovviamente, a temperatura ambiente.

E in estate a 40 gradi?

patatrac (POL)
25-10-06, 08:26
Mi dici che l'ossigenazione avviene dove lo versi (verissimo), ma che non è importante la stappatura ore o minuti prima (:eek:). Domenica ho bevuto un barolo del '96: appena aperto faceva quasi schifo, ha cominciato ad essere un barolo dopo mezz'ora (più o meno) che era nel decanter. A fine cena era perfetto. Con il tempo si è "evoluto", è cambiato: se avessi voluto berlo "giusto" avrei dovuto stapparlo 1 oretta prima. Il tempo di ossigenazione conta eccome.

Infatti io sulla zuppa di cozze ci bevo il rosso :p (anche d'estate).

Non concordo sulla temperatura di servizio dei rossi "tannici e corposi" (come dici tu): 20° è decisamente troppo. Anche 18°. E' vero che un tempo si diceva così (sulle varie "Guide del perfetto Degustatore" si trovano ancora simili clichés...), ma servito a quella temperatura perde molto. Molto davvero.
.

Bè, sono stato proprio io a citarti il decanter, per cui il vino, una volta ivi versato, gli devi dare il tempo di ossigenarsi. Ma non è detto che debba stare delle ore ad ossigenarsi...

Dipende sempre da come la cucini, la zuppa di cozze. Se la fai salsata e piccante, allora un rosso di medio coprpo ci può stare pure bene, e, ovviamente, a una temperatura compatibile alla temperatura della zuppa.

Guarda che 20 gradi non sono un'enormità. Credo che un grande rosso, tannico, ricco di struttura, caldo di alcol, può essere tranquillamente bevuto a tale temperatura (specialmente se lo accompagni a un pezzo di carne appena tolto dalla brace; ma anche in meditazione; forse con i salumi e i formaggi è preferibile berlo a una temperatura appena più bassa).

Il_Grigio
25-10-06, 12:08
Io lo bevo come mi piace, se un rosso mi piace gelato lo metto in freezer. Alla fine è roba mia eh...

Eymerich (POL)
26-10-06, 15:34
Bè, sono stato proprio io a citarti il decanter, per cui il vino, una volta ivi versato, gli devi dare il tempo di ossigenarsi. Ma non è detto che debba stare delle ore ad ossigenarsi...

Dipende: dal vino, dall'invecchiamento, da tante cose.... non è detto che debba, ma neanche che non debba..... :-01#44


Dipende sempre da come la cucini, la zuppa di cozze. Se la fai salsata e piccante, allora un rosso di medio coprpo ci può stare pure bene, e, ovviamente, a una temperatura compatibile alla temperatura della zuppa.

Ok per la prima parte, ma la seconda che significa? Che la temperatura del vino dev'essere proporzionale a quella dell'alimento? :-00w09d


Guarda che 20 gradi non sono un'enormità. Credo che un grande rosso, tannico, ricco di struttura, caldo di alcol, può essere tranquillamente bevuto a tale temperatura (specialmente se lo accompagni a un pezzo di carne appena tolto dalla brace; ma anche in meditazione; forse con i salumi e i formaggi è preferibile berlo a una temperatura appena più bassa).

De gustibus...... io preferisco cogliermi tutte le sfumature, tu perdertene alcune.... :K :-:-01#19

patatrac (POL)
27-10-06, 21:08
Ok per la prima parte, ma la seconda che significa? Che la temperatura del vino dev'essere proporzionale a quella dell'alimento? :-00w09d





Anche. Te lo immagini di bere un vino a 6/8 gradi, ma anche a 14/16 gradi su una zuppa a 50/60 gradi?

ConteMax
27-10-06, 23:44
E in estate a 40 gradi?
Mai rosso in estate.

Naitmer
28-10-06, 00:44
Mai rosso in estate.

Inceve io il rosso lo bevo dal frigo in estate.:-:-01#19

patatrac (POL)
28-10-06, 15:17
Mai rosso in estate.

Sei disarmante...

patatrac (POL)
28-10-06, 15:18
Inceve io il rosso lo bevo dal frigo in estate.:-:-01#19

Da un sardagnolo non potevi aspettarti altro...

Eymerich (POL)
28-10-06, 16:54
Anche. Te lo immagini di bere un vino a 6/8 gradi, ma anche a 14/16 gradi su una zuppa a 50/60 gradi?

E che fa? Su una zuppa di legumi calda, ad esempio, posso benissimo berci un lambruschino fresco... su dei salumi di cervo o cinghiale o d'oca un inferno sui 15°.....

patatrac (POL)
30-10-06, 00:39
E che fa? Su una zuppa di legumi calda, ad esempio, posso benissimo berci un lambruschino fresco... su dei salumi di cervo o cinghiale o d'oca un inferno sui 15°.....

Sulla zuppa di legumi calda, proprio non ce lo vedo, il lambruschino. Trattandosi di un piatto sapido, aromatico e succulento, meglio ci vedrei un vino fermo, secco, astringente, quindi tannico, mediamente alcolico, con un buon corredo aromatico. Ottimi i rosati pugliesi o il nostro Per'e palumme.
Ribadisco che la temperatura del vino va modulata anche sulla temperatura del piatto al quale viene abbinato.
Il lambruschino fresco è ottimo sui salumi senza troppe pretese. Sui salumi citati da te, salvo il salame d'oca che non conosco (ha tendenza dolce?), va bene l'Inferno della Valtellina che già è un vino un pò più impegnativo del lambrusco. Va benissimo, sui salumi, la temperatura citata da te (fresco di cantina).

Eymerich (POL)
30-10-06, 00:52
Sulla zuppa di legumi calda, proprio non ce lo vedo, il lambruschino. Trattandosi di un piatto sapido, aromatico e succulento, meglio ci vedrei un vino fermo, secco, astringente, quindi tannico, mediamente alcolico, con un buon corredo aromatico. Ottimi i rosati pugliesi o il nostro Per'e palumme.
Ribadisco che la temperatura del vino va modulata anche sulla temperatura del piatto al quale viene abbinato.
Il lambruschino fresco è ottimo sui salumi senza troppe pretese. Sui salumi citati da te, salvo il salame d'oca che non conosco (ha tendenza dolce?), va bene l'Inferno della Valtellina che già è un vino un pò più impegnativo del lambrusco. Va benissimo, sui salumi, la temperatura citata da te (fresco di cantina).

A parte che l'abbinamento dovrebbe andare per complementarietà (quindi piatto aromatico, il vino dev'essere non aromatico :-01#44 ) dimostri che la correlazione temperatura vivanda - temperatura vino è questione di gusti..... (e poi voi campani siete fissati con i vostri vini :D) :-:-01#19

patatrac (POL)
30-10-06, 01:30
A parte che l'abbinamento dovrebbe andare per complementarietà (quindi piatto aromatico, il vino dev'essere non aromatico :-01#44 ) dimostri che la correlazione temperatura vivanda - temperatura vino è questione di gusti..... (e poi voi campani siete fissati con i vostri vini :D) :-:-01#19


Nel caso del corredo aromatico, come del dolce. vale, appunto, la complementarità.
Per l'acido e il salato, vale il contrasto.
La correlazione che mi chiedi, la puoi sperimentare "sul campo", bevendo un vino freddissimo su un piatto caldissimo...

Eymerich (POL)
30-10-06, 01:41
Nel caso del corredo aromatico, come del dolce. vale, appunto, la complementarità.
Per l'acido e il salato, vale il contrasto.
La correlazione che mi chiedi, la puoi sperimentare "sul campo", bevendo un vino freddissimo su un piatto caldissimo...

Appunto... quindi su un piatto aromatico ci va un vino non-aromatico... questa è complementarietà :-01#44

Perchè devi esagerare sulla correlazione (che tra l'altro ho sperimentato "sul campo" ;)): non si parlava di vini freddissimi (che vuol dire? 2°.... 0°.... sotto zero?) con cibi caldissimi (80°.... 90°.... in ebollizione :-0008n ) ma di vini freddi (o freschi) su cibi caldi: che si abbinano benissimo. Questo almeno mi dice la mia sperimentazione "sul campo" (:rolleyes: ).

:-:-01#19

Naitmer
30-10-06, 10:39
Da un sardagnolo non potevi aspettarti altro...

sempre meglio di berlo in mezzo alla monnezza.:-0008n

patatrac (POL)
30-10-06, 19:15
sempre meglio di berlo in mezzo alla monnezza.:-0008n

O in mezzo agli asini e alle pecore, come è abituato un sardagnolo come te.

patatrac (POL)
30-10-06, 19:24
Appunto... quindi su un piatto aromatico ci va un vino non-aromatico... questa è complementarietà :-01#44

(:rolleyes: ).

:-:-01#19


Vedo che per "complementarità" tu intendi quello che intendo io per contrasto.
Mi dispiace, ma l'aromatico si accompagna all'aromatico, e deve essere aromatico per aggiunta o per completamento del bouquet , non per contrasto (eppoi, come faresti a contrastare un aromatico? con un non aromatico?).
Il contrasto vale, secondo me, in prevalenza, per l'acido e per il non acido. Le altre componenti organolettiche devono equilibrarsi e armonizzarsi. A maggior ragione, devono equilibrarsi e armonizzarsi le componenti olfattive.

patatrac (POL)
30-10-06, 19:39
(e poi voi campani siete fissati con i vostri vini :D) :-:-01#19

Ma perchè mi dici ciò? Io, e come me tutti i miei corregionali, apprezzo i vini di tutta Italia. Ti ho segnalato i rosati pugliesi e ti ho dichiarato che un vino del prpfondo nord d'Italia, l'Inferno della Valtellina, è un buon vino. Tutti i vini, di qualsiasi regione, se ben fatti, sono vini a cui voler bene.
Io poi ho fatto le mie prime esperienze empiriche di degustazione nelle cantine e nelle enoteche della Romagna e della Val Tidone (prima di allora ero abituato, come molti di noi, ancora a tracannarlo, senza rendermi conto di cosa effettivamente ci fosse nel bicchiere) .
Se noi campani elogiamo i nostri vini, lo facciamo per un senso di autopromozione regionale, ma anche perchè sono davvero buoni e veramente tipici e caratteristici del territorio (da noi non hanno attecchito Pinot, Chardonnay, Merlot, Cabernet, ecc., ecc.).

Eymerich (POL)
31-10-06, 14:33
Vedo che per "complementarità" tu intendi quello che intendo io per contrasto.
Mi dispiace, ma l'aromatico si accompagna all'aromatico, e deve essere aromatico per aggiunta o per completamento del bouquet , non per contrasto (eppoi, come faresti a contrastare un aromatico? con un non aromatico?).
Il contrasto vale, secondo me, in prevalenza, per l'acido e per il non acido. Le altre componenti organolettiche devono equilibrarsi e armonizzarsi. A maggior ragione, devono equilibrarsi e armonizzarsi le componenti olfattive.

Mi spiace ma non concordo: aromatico con non-aromatico.


Ma perchè mi dici ciò? Io, e come me tutti i miei corregionali, apprezzo i vini di tutta Italia. Ti ho segnalato i rosati pugliesi e ti ho dichiarato che un vino del prpfondo nord d'Italia, l'Inferno della Valtellina, è un buon vino. Tutti i vini, di qualsiasi regione, se ben fatti, sono vini a cui voler bene.
Io poi ho fatto le mie prime esperienze empiriche di degustazione nelle cantine e nelle enoteche della Romagna e della Val Tidone (prima di allora ero abituato, come molti di noi, ancora a tracannarlo, senza rendermi conto di cosa effettivamente ci fosse nel bicchiere) .
Se noi campani elogiamo i nostri vini, lo facciamo per un senso di autopromozione regionale, ma anche perchè sono davvero buoni e veramente tipici e caratteristici del territorio (da noi non hanno attecchito Pinot, Chardonnay, Merlot, Cabernet, ecc., ecc.).

Però fra tutti i vini italiani "fermi, secchi, astringenti, aromatici" ne hai citati due campani: un po' di campanilismo ce l'hai.... :K

Perdu
31-10-06, 15:23
Da un sardagnolo non potevi aspettarti altro...


sardagnolo? ti dico solo una cosa.....napoletano.....:-:-01#19

Perdu
31-10-06, 15:25
O in mezzo agli asini e alle pecore, come è abituato un sardagnolo come te.

asini e pecore sono senz'altro una compagnia migliore rispetto a camorristi, scippatori, baby assassini che affollano la tua terra dove le montagne di immondezza sono la normalità! :-:-01#19

unghio
31-10-06, 19:24
Ma perchè mi dici ciò? Io, e come me tutti i miei corregionali, apprezzo i vini di tutta Italia. Ti ho segnalato i rosati pugliesi e ti ho dichiarato che un vino del prpfondo nord d'Italia, l'Inferno della Valtellina, è un buon vino. Tutti i vini, di qualsiasi regione, se ben fatti, sono vini a cui voler bene.
Io poi ho fatto le mie prime esperienze empiriche di degustazione nelle cantine e nelle enoteche della Romagna e della Val Tidone (prima di allora ero abituato, come molti di noi, ancora a tracannarlo, senza rendermi conto di cosa effettivamente ci fosse nel bicchiere) .
Se noi campani elogiamo i nostri vini, lo facciamo per un senso di autopromozione regionale, ma anche perchè sono davvero buoni e veramente tipici e caratteristici del territorio (da noi non hanno attecchito Pinot, Chardonnay, Merlot, Cabernet, ecc., ecc.).

Se e' una cosa che manca ai vini del sud e' proprio la tipicita', tanto e' vero che molti viticultori ed enologhi hanno pensato bene di provare a piantare vigneti non autoctoni ottenendo per altro ottimi risultati, ora sinceramente in campania non lo so, ma in sicilia uve come merlot e chardonnay hanno attecchito molto bene, vero anche che si tratta di vitigni che si adeguano a quasi tutti i tipi di terreno, e con dovuti accorgimenti specialmente durante la vendemmia (facendola anche di notte, evitando cosi viste le temperature, la parziale fermemtazione dell'uva stessa) si ottengono risultato davvero considerevoli.

patatrac (POL)
03-11-06, 09:34
Se e' una cosa che manca ai vini del sud e' proprio la tipicita', tanto e' vero che molti viticultori ed enologhi hanno pensato bene di provare a piantare vigneti non autoctoni ottenendo per altro ottimi risultati, ora sinceramente in campania non lo so, ma in sicilia uve come merlot e chardonnay hanno attecchito molto bene, vero anche che si tratta di vitigni che si adeguano a quasi tutti i tipi di terreno, e con dovuti accorgimenti specialmente durante la vendemmia (facendola anche di notte, evitando cosi viste le temperature, la parziale fermemtazione dell'uva stessa) si ottengono risultato davvero considerevoli.

Scherzi? Il Mezzogiorno non ha vini tipici?
Ma se la terra dei vitigni autoctoni è proprio il Sud, certificato da riconoscimenti internazionali.

Non voglio parlare io, ma ti riporto il primo articolo che ho trovato in rete:

La Campania ha svolto un ruolo di primo piano nell'evoluzione della viticoltura e dell'enologia mondiale potendo vantare una tradizione viticola che risale al XIII secolo a. C.. La vite su queste terre venne insediata con ogni probabilità dai greci, ai quali seguirono i romani, la civiltà che ha contribuito maggiormente alla diffusione della vitivinicoltura nella storia dell'umanità.

Le zone archeologiche di Ercolano e Pompei costituiscono una delle più importanti testimonianze sugli usi e costumi dell'epoca, ed i simboli e riferimenti all'enologia sono tra i più ricorrenti.

I vini di pregio venivano conservati in particolari anfore di terracotta, chiamate doli, ed erano chiuse da pittacium, su cui erano annotate la zona d'origine delle uve e l'anno della vendemmia. Questa è la prova che in questa regione il concetto di denominazione d'origine, ovvero la consapevolezza della primaria importanza del territorio nei confronti della qualità del vino, era già noto fin d'allora.

Non è per caso che i vini bevuti dagli imperatori romani erano prodotti in Campania.

Già allora, i vitigni da cui originavano questi vini venivano studiati, descritti, classificati e selezionati in modo da diffondere solo le varietà migliori. Gli ampelografi del tempo – Plinio, Columella, Virgilio, Catone – descrivono la Vitis Hellenica, la Vitis Apiana e l'Aminea Gemina, che altro non sono che i progenitori dell'Aglianico, del Fiano e del Greco. Da lì è cominciato il percorso che ha portato queste varietà fino ai giorni nostri.

Un ruolo fondamentale nel mantenimento delle varietà viticole nel corso del tempo si può attribuire all'orogarafia della regione, che è estremamente diversificata nel clima e nel suolo, spesso di natura vulcanica che, ostacolando la diffusione di alcune gravi ampelopatie fino alla fine dell'ottocento, ha evitato l'espianto dei vigneti e la sostituzione delle varietà autoctone con altre extra-regionali.

L'infestazione di fillossera all'inizio del secolo scorso ha però messo in pericolo quest'enorme patrimonio varietale,rischiando di cancellarlo completamente. Il post-filossera purtroppo non diede vita alla ripresa della viticoltura campana, la quale per anni venne considerata, insieme a quella di altre regioni del Mezzogiorno, in primis Sicilia e Puglia, come serbatoio da cui attingere vini da taglio per vini prodotti al nord e in Francia.

Nell'ultimo ventennio però si è assistito ad una vera e propria inversione di tendenza, grazie in particolare all'impegno dei produttori, i quali hanno puntato sulla valorizzazione e recupero delle varietà autoctone, contando anche sul sostegno dell'amministrazione regionale che ha incentivato queste scelte.

I risultati non si sono fatti attendere. Oggi i circa 39mila ettari di vigneto regionale producono in media ogni anno due milioni di ettolitri di vino, con una presenza di tutto rispetto di produzioni a DOC e DOCG. Attualmente i vini a denominazione d'origine sono 20 – tra cui le tre DOCG irpine – alle quali corrispondono oltre 70 tipologie. Tra l'altro, dal 2004 alle 9 IGT pre-esistenti si è aggiunta l'IGT Campania, nel cui disciplinare sono previsti esclusivamente vitigni autoctoni.

L'istituzione di ben 10 strade del vino ha inoltre contribuito notevolmente a valorizzare le potenzialità vitivinicole della regione.

da http://italian-flavor.com/italiano/news/vitigni_autoctoni/campania1.html

ConteMax
03-11-06, 09:52
Ai nostri vini manca la tipicità? Tu sei fuori.

Hai mai assaggiato un asprinio di Aversa? Quello delle nostre cantine private, non quello imbottigliato e adulterato? Un vino ineguagliabile per secchezza.

Hai mai assaggiato un Falerno del Massico, che cresce nelle terre del vulcano di Roccamonfina. Vino rosso e bianco cantato nel Satyricon di Petronio, nella famosa cena di Trimalcione?

Se non conosci i nostri vini è per tua ignoranza.

ConteMax
03-11-06, 09:56
http://www.montecastelli.com/wine/_gfx_/Villa_Carafa_AsprinioVines.jpg (http://www.montecastelli.com/wine/_gfx_/Villa_Carafa_AsprinioVines.jpg)

http://www.diwinetaste.com/html/dwt200409/images/Vendemmia.jpg (http://www.diwinetaste.com/html/dwt200409/images/Vendemmia.jpg)

Alberata di uva asprinia, maritata al pioppo, nella tipica vendemmia.

Tecnica di coltivazione di origine longobarda che assicura secchezza al vino.

Per potare la vite e racoglierele uve c'è bisogno di un operai specializzato.

ConteMax
03-11-06, 09:57
Asprinio di Aversa
"Aversa, lodatissima per il vino Asprinio, il quale risolleva la molestia del caldo con leggerezza e soavità e apporta benessere e lunga vita..." Così un poeta dell'antichità cantava le lodi di questo "piccolo grande vino" della Campania come lo definì Mario Soldati. Il vitigno presente solo nell'agro aversano, ha la carattersitca di attaccarsi ai pioppi ed ai gelsi raggiungendo anche notevoli altezze: 10/15 mt. Avete mai visto viti che si arrampicano, "maritate" al pioppo, verso il cielo fino a raggiungere i 15 metri di altezza, fornendo delle imponenti barriere verdi, cariche di grappoli? Uve che per essere raccolte impongono ai viticoltori equilibrismi incredibili su altissime scale? Viti, inoltre, franche di piede, come in era pre-fillosserica? Queste sono alcune delle caratteristiche che rendono unico, ineguagliabile, l'Asprinio di Aversa, il "grande, piccolo vino" di Mario Soldati che scrisse:. "Non c’è bianco al mondo così assolutamente secco come l’Asprinio: nessuno. Perché i più celebri bianchi secchi includono sempre, nel loro profumo più o meno intenso e più o meno persistente, una sia pur vaghissima vena di dolce. L’Asprinio no. L’Asprinio profuma appena, e quasi di limone: ma, in compenso, è di una secchezza totale, sostanziale, che non lo si può immaginare se non lo si gusta... Che grande piccolo vino!". Le caratteristiche fisiologiche del vitigno Asprinio, coltivato solo nella zona aversana, ne fanno, oltre ad un vino "allegro, leggero, brioso" (Veronelli), uno spumante elegante, eccezionalmente buono, molto ricercato per la sua naturale freschezza.
http://www.aversalenostreradici.com/AvSF/Asprinio/vigne.jpg
http://www.aversalenostreradici.com/AvSF/Asprinio/ZoPrAsp.gifOggi, l’Asprinio, viene vinificato con tecniche moderne, spesso nemmeno più coltivato con le tipiche alberate, e conservato però sempre nelle tipiche grotte di tufo profonde anche oltre 15 metri, dove la temperatura rimane costante, inverno ed estate, intorno ai 13 - 14 gradi.
Questo vino, che già nel 1300 deliziava, anche come spumante, dame e cavalieri della corte di Roberto D’Angiò, ha ottenuto la consacrazione a livello nazionale e internazionale nel 1993 con l’assegnazione del marchio DOC. L'area di produzione include 22 comuni, ricadenti nelle province di Caserta e di Napoli, il territorio dei comuni che in pratica facevano parte dell'antica Contea di Aversa: Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano di Aversa, Lusciano, Orta di Atella, Parete, San Cipriano d'Aversa, San Marcellino, Sant'Arpino, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa di Briano, Villa Literno. E dei seguenti comuni posti .adesso in provincia di Napoli: Giugliano in Campania, Qualiano, Sant'Antimo.
Scheda tecnica.
http://www.aversalenostreradici.com/AvSF/Asprinio/Asp03.jpg
Asprinio classico
-Tipi: Tranquilli da pasto
Uve: Asprino 100%
Gradazione alcolica: 11°.
Colore: Giallo paglierino più o meno carico.
Profumo: Intenso, fruttato caratteristico. Asprinio(85%) ammessi altri vitigni bacca bianca (max15%)
Sapore: Fresco, secco.
Bicchiere:Per bianco tranquillo, o flùte se spumante.
Età ottimale: 12-18 mesi.
Temperatura di servizio: 8-10°C.
Accostamenti: Insalate di mare, pesce alla brace o al cartoccio, pizza alla napoletana.crostacei, molluschi, vermicelli al pomodoro, pesci delicati. Ottimo anche come aperitivo, se servito fresco



Asprinio Spumante BRUT (metodo Charmat)

-Terreno: alluvionale, di origine vulcanica, di medio impasto
Vitigni: Asprinio 100%
Coltivazione: vitigni allevati nella tipica alberata aversana, consociati ai pioppi fino a 15 metri di altezza.
Vendemmia: manuale, dalla IVa settimana di settembre.
Vinificazione: tradizionale con macerazione a freddo per 8 ore a 7°C. Spremitura soffice e fermentazione a 18°C per 15 giorni.
Spumantizzazione: charmat lungo, lo spumante rimane a contatto con i lieviti di fermentazione per sei mesi in tini di acciaio.
Maturazione: cinque - sei mesi in tini di acciaio.
Affinamento: due mesi
Durata: si consiglia di berlo entro due anni


http://www.aversalenostreradici.com/AvSF/Asprinio/caputo2%20copia.JPG
http://www.aversalenostreradici.com/AvSF/Asprinio/Asp06EBrut.JPG
Asprino Spumante Extra-Brut Classic

_Terreno: alluvionale, di origine vulcanica, di medio impasto
Varietà di uve: Asprinio 100%
Coltivazione: vitigni allevati nella tipica alberata aversana, consociati ai pioppi fino a 15 metri di altezza.
Vendemmia: manuale, dalla IIIa decade di settembre.
Vinificazione: tradizionale con macerazione a freddo per 8 ore a 7°C. Spremitura soffice fermentazione a 18°C per 15 giorni.
Spumantizzazione: la prese di spuma avviene nella primavera successiva ed il metodo classico tradizionale viene seguito con scrupolo in tutte le fasi, dalla maturazione sui lieviti, che dura minimo 48 mesi, al remuage e al degorgement, effettuato qualche mese prima della commercializzazione.
Affinamento: uno-tre mesi
Durata: si consiglia di berlo entro due anni

patatrac (POL)
03-11-06, 10:23
asini e pecore sono senz'altro una compagnia migliore rispetto a camorristi, scippatori, baby assassini che affollano la tua terra dove le montagne di immondezza sono la normalità! :-:-01#19

Senti, Perdu, io contro i fratelli sardi non ho assolutamente niente, anzi mi sono simpatici e gli voglio bene.
Detesto solo i cialtroni tipo naitmer che, sardi o non sardi, vengono sui forum solo per provocare e per rompere le scatole, senza mai dire niente di veramente interessante.
E smettiamola pure con questa storia della camorra: tutti abbiamo i nostri problemi, e anche la Sardegna è terra di banditi e di rapinatori di cose e di persone.
Ma non voglio rinfacciare niente, solo dire: andateci piano!

unghio
03-11-06, 10:57
Ai nostri vini manca la tipicità? Tu sei fuori.

Hai mai assaggiato un asprinio di Aversa? Quello delle nostre cantine private, non quello imbottigliato e adulterato? Un vino ineguagliabile per secchezza.

Hai mai assaggiato un Falerno del Massico, che cresce nelle terre del vulcano di Roccamonfina. Vino rosso e bianco cantato nel Satyricon di Petronio, nella famosa cena di Trimalcione?

Se non conosci i nostri vini è per tua ignoranza.

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Mi spiace ma a ognuno il suo, avrete le migliori arance, limoni , pomodori, ma sul vino siete ad anni luce, dal friuli, veneto, piemonte , toscana, prova ne da che molti vs viticultori impiantano vitigni non autoctoni.
Manca la tipicita' nei vs vini in generale, salvo rare eccezioni, ne bevi uno ed e' come li avessi bevuti tutti.
Ottimi vini da taglio, nulla di piu'

Naitmer
03-11-06, 11:28
Senti, Perdu, io contro i fratelli sardi non ho assolutamente niente, anzi mi sono simpatici e gli voglio bene.
Detesto solo i cialtroni tipo naitmer che, sardi o non sardi, vengono sui forum solo per provocare e per rompere le scatole, senza mai dire niente di veramente interessante.
E smettiamola pure con questa storia della camorra: tutti abbiamo i nostri problemi, e anche la Sardegna è terra di banditi e di rapinatori di cose e di persone.
Ma non voglio rinfacciare niente, solo dire: andateci piano!

ehi nappuletà, fratello lo dici ai tuoi paisà nappuletani come te, noi sardi non centriamo niente con voi, siete degli extracomunitari.

Corso
03-11-06, 12:08
Ai nostri vini manca la tipicità? Tu sei fuori.

Hai mai assaggiato un asprinio di Aversa? Quello delle nostre cantine private, non quello imbottigliato e adulterato? Un vino ineguagliabile per secchezza.

Hai mai assaggiato un Falerno del Massico, che cresce nelle terre del vulcano di Roccamonfina. Vino rosso e bianco cantato nel Satyricon di Petronio, nella famosa cena di Trimalcione?

Se non conosci i nostri vini è per tua ignoranza.

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Mi spiace ma a ognuno il suo, avrete le migliori arance, limoni , pomodori, ma sul vino siete ad anni luce, dal friuli, veneto, piemonte , toscana, prova ne da che molti vs viticultori impiantano vitigni non autoctoni.
Manca la tipicita' nei vs vini in generale, salvo rare eccezioni, ne bevi uno ed e' come li avessi bevuti tutti.
Ottimi vini da taglio, nulla di piu'

questo accade anche in zone che tu citi come tipiche, prima fra tutte la Toscana, dove oramai impazzano cabernet, merlot, syrah, persino pinot nero...
in Langa, altra zona vocatissima e storica, Gaja è uscito dalla disciplinare del barbaresco per poter usare il cazzo d'uva che vuole, anzichè il nebbiolo in purezza...come esempio mi pare sin troppo eloquente.

purtroppo robert parker ha fatto danni ovunque, mica solo in sicilia od in campania... :i

patatrac (POL)
03-11-06, 15:57
ehi nappuletà, fratello lo dici ai tuoi paisà nappuletani come te, noi sardi non centriamo niente con voi, siete degli extracomunitari.


Cialtrone di un sardagnuolo. Puzzi di capra anche attraverso il computer.

agaragar
06-11-06, 01:42
- Cominciamo dal vino gelato. Molti mettono il vino, specie quello bianco in frigo (quello rosso fa onestamente schifo dopo). Quando te lo mettono a tavola non sa di niente. Provate a mettere una pesca divisa in due, un metà in frigo l'altra fuori, quale ha sapore? Poi il vino gelato nasconde il sapore, tutto il vino freddo è buono. Lo sappiamo che andrebbe temperatura di cantina o dell'apposito frigo per i vini, ma non tutti ce l'hanno o se lo possono permettere. Magari mettetelo in frigo e tiratelo fuori un'oretta prima.

- Non tutto il vino va invecchiato. Solo alcuni tipi di vino come l'Amarone.

- Non è vero che il vino rosso va aperto prima, (mezz'ora per ogni anno di invecchiamento), non c'è differenza di sapore.

...
L'ultima è una gran cazzata, perchè non è vero che sia obbligatorio stappare prima i vini INVECCHIATI, ma solo perchè possono piacere di più appena aperti, hanno più sapore, anche se più aspro e tanninico,
però con l'ossigenazione il sapore cambia e moltissimo, e alcuni vini rossi sono imbevibili appena aperti,
io di solito ne bevo un pò subito e il resto dopo, gustando ambedue i caratteri del vino.


-poi, ovviamente i vini bianchi,tranne poche eccezioni come la vernaccia, non vanno invecchiati, perchè mancano delle sostanze che l'invecchiasmento trasforma,
ma i vini rossi migliorano sempre col tempo, chi più chi meno, poi alcuni, poveri di tannini e altro, si possono bere anche giovani....

-mai assaggaito lo champagne a temperatura ambiente? piscio di cavallo....

agaragar
06-11-06, 01:50
Io voto giorgio lamalfa anche d'estate...:rolleyes:

bravo!

Eymerich (POL)
06-11-06, 01:52
L'ultima è una gran cazzata, perchè non è vero che sia obbligatorio stappare prima i vini INVECCHIATI, ma solo perchè possono piacere di più appena aperti, hanno più sapore, anche se più aspro e tanninico,
però con l'ossigenazione il sapore cambia e moltissimo, e alcuni vini rossi sono imbevibili appena aperti,
io di solito ne bevo un pò subito e il resto dopo, gustando ambedue i caratteri del vino.


-poi, ovviamente i vini bianchi,tranne poche eccezioni come la vernaccia, non vanno invecchiati, perchè mancano delle sostanze che l'invecchiasmento trasforma,
ma i vini rossi migliorano sempre col tempo, chi più chi meno, poi alcuni, poveri di tannini e altro, si possono bere anche giovani....

-mai assaggaito lo champagne a temperatura ambiente? piscio di cavallo....

Azz.... è un po' che non ti si legge. Dov'eri finito? :D :D

agaragar
06-11-06, 01:57
-Invecchiamento. Non tutto il vino va invecchiato. Può essere... ma cosa intendi per "invecchiamento"? Un anno, due, tre.... o dieci? Quindici? In ogni caso ridurre i vini invecchiabili all'Amarone mi pare eccessivo......


Anche perchè alcuni vini 'a denominazione' non possono essere messi in commercio prima di un certo tempo, es. 5 anni per il barolo.
e c'è poi il discorso dell'invecchiamento in botte, essenziale per i grandi vini, e poi ancora in bottiglia per qarmonizzare i sapori, i grandi vini vanno tutti in botte, perchè il legno pregiato cede alcune essenze, e vanno tutti invecchiati.

patatrac (POL)
08-11-06, 13:56
[QUOTE=agaragar;4805720]L'ultima è una gran cazzata, perchè non è vero che sia obbligatorio stappare prima i vini INVECCHIATI, ma solo perchè possono piacere di più appena aperti, hanno più sapore, anche se più aspro e tanninico,
però con l'ossigenazione il sapore cambia e moltissimo, e alcuni vini rossi sono imbevibili appena aperti,
io di solito ne bevo un pò subito e il resto dopo, gustando ambedue i caratteri del vino.

QUOTE]

Caspita! Ma allora sei un vero intenditore...! Sono le cose più sensate che ho letto in questo 3d.

patatrac (POL)
08-11-06, 13:56
Azz.... è un po' che non ti si legge. Dov'eri finito? :D :D

S'era messo a studiare...