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Su Componidori
21-10-06, 00:02
Dal Gds, 20 ottobre 2006

Il caso. Da qualche mese la Lega imperversa

Radio Padania in Sardegna
per rivendere le frequenze
L'emittente del Carroccio è sbarcata nell'Isola: al miglior offerente una quota di etere.

Ignazio Caddeo
sport@epolis.sm

Da qualche mese sull'etere di Cagliari è stata accesa la frequenza di Radio Padania Libera.
L'emittente del “Carroccio” è ascoltabile nel capoluogo sui 93.700 mhz, andando a disturbare non poco le frequenze di Radio Press, nota emittente cagliaritana sui 93.500, e di Radio Internazionale, posizionata sui 93.700.

RADIO PADANIA, in particolare (e non solo in Sardegna) in questi ultimi tempi, sta accaparrandosi l'etere, per poi rivendersi entro poco tempo dalla sua accensione, le frequenze.
Tutto questo in forza dell'articolo 74 della legge finanziaria n.448 del 2001 che al quanto canagliesco.
Questo trucco messo in moto, a carattere nazionale, s'inquadra in una vergogna legislativa, introdotta dal deputato leghista Davide Caparini, che è la prova ulteriore della tendenza del vecchio governo Berlusconi, a confezionare leggi a loro uso e consumo. Questo ha portato all'erogazioni straordinarie di somme stratosferiche alle reti nazionali comunitarie o politiche, come è nel caso Radio Padania. Rete nazionale solo sulla carta e non sul territorio dove invece sta irradiando le proprie trasmissioni. Ma il trucco, o meglio il segreto di Pulcinella, voluto dalla radio del “Carroccio” è presto spiegato.
Dopo aver attivato l'impianto di trasmissione l'emittente conclude una trattativa in tempi brevi con un soggetto interessato .

IN SARDEGNA COSÌ, a parte Cagliari, sono stati accesi (o stanno per essere attivati) le frequenze del Monte Ortobene a Nuoro, di Monte Moro nella zona di Arzachena, Sant'Antioco, Punta Tricoli per l'Ogliastra e La Maddalena. Tutte frequenze appetibili ad emittenti regionali (Radiolina e Radio Internazionale non hanno infatti copertura in quasi tutti questi luoghi) ma anche nazionali, come il gruppo Hazan che possiede Radio 105 e Radio Montecarlo e che sta cercando di coprire il territorio nazionale con l'ultima sua creatura RMC 2.
Ma è chiaro che L'opportunità è ghiotta. Indiscrezioni, da fonti solitamente bene informate, danno comunque ad un passo dall'acquisto delle frequenze di Radio Padania, una delle due emittenti regionali citate.

Davide Nurra
21-10-06, 00:22
Non possiamo impedire a Radio Padania di trasmettere in Sardegna.

Il punto è un altro.

Dove sono le radio e le televisioni indipendentiste sarde?

Su Componidori
21-10-06, 00:32
Considerato il sensibile calo di consensi alle recenti consultazioni elettorali subìto dalla Lega Nord, e quindi una conseguente diminuzione del finanziamento pubblico destinato ai partiti, viene da chiedersi da dove provengano i fondi utilizzati per mantenere gli attuali strumenti di comunicazione del “Carroccio” (carta stampata, radio, televisione).
Perplessità accentuata dall’accaparramento delle frequenze, con l’intento di rivenderle subito dopo, lucrando “sull’etere” grazie all’ennesima vergogna legislativa trascorsa.
Chi c’è dietro queste operazioni?
Domanda retorica.

BARROSU83
21-10-06, 01:25
la notizia è certamente vergognosa in tutto e per tutto.
Davide tui naras abi funti is arradiusu e telebisuras indipendentistas ma po si poni a fai concorrenza a is atras arradius ci oidi dinai abbigas.
ki ua arradiu padana potzada fai scidai sa cussentzia de su populu nostu beni benjada e beni ci da torraus a bogai nosu de meris me in custa terra de intendi e de fai intendi a su populu nostu cosas ki no sianta medramisi razzistas e ki no ci fainti nudda me innoi. mi pedu itta ndi pentzanta i de radiolina e po itta no fainti kunkua cosa ma a cantu parridi radiolina videolina e tottu cantu funti prus itallyanus de tottu is itallyanus postus impari.

comunkas mancu de diora meda ,immoi ka seus kistionendi de arradiusu, ia intendiu u domigu ora de sa una de ameigama u programma de s'arradiu e Guspini ''radiosupersound'' ka fadianta domandas tottu me in sadru e is ki arraspundianta puru stau ka fueddanta me in sadru. fui abarrau spantau..biu is tempus cumenti funti e tottu is arradius sadras ki is pag ottas ki fueddanta me in sadru du fainti po arrii e po fai is pagliaccius..

Davide Nurra
21-10-06, 01:29
La lega ha una struttura organizzativa che ricorda quella del vecchio PCI fatta di cooperative e a addirittura di istituti di credito sparsi per tutto il nord.

Non credo che per la Lega ci siano problemi patrimoniali, se mi permetti la Lega ha saputo tesorizzare il successo elettorale degli anni passati.

Non così ha fatto il Partidu Sardu. dopo gli anni del vento sardista

Vincent II
21-10-06, 15:08
Non possiamo impedire a Radio Padania di trasmettere in Sardegna.

Il punto è un altro.

Dove sono le radio e le televisioni indipendentiste sarde?
E' esattamente quello che mi sono chiesto io ma più che di radio o televisioni indipendentiste parlerei di radio e televisioni nazionaliste in genere con contenuto politico ovvero culturale.
Ad esempio nell'etere cagliaritano esistono almeno due radio che trasmettono solo musica italiana (Radio Italia e Radio latte e miele) ma non ce n'è una sola che abbia anche solo una parte della programmazione riservata ai vari Marras, Parodi, Tazenda, Balentes. Al posto di questi siamo oggi costretti a sorbirci i canti delle mondine, le stonature di Davide Van Der Sfroos o quelle Alberto Fortis o canzoncine allucinanti e come "ti amo terrone".
Secondo esempio: sempre nell'etere cagliaritano esistono due radio (Radioradicale e RaiGRParlamento) che trasmettono tutte le sedute di Camera e Senato e in più, almeno la prima, tutti i congressi dei principai partiti e i principali avvenimenti politici italiani. Non c'èinvece una sola Radio che trasmetta le sedute del Consiglio Regionale della Sardegna nè, tantomeno, i congressi nazionali dei partiti sardi o quelli regionali dei patiti italiani. Al posto di questi siamo costretti oggi a sorbirci le sedute del Consiglio Regionale della Lombardia o del Parlamento della Padania.
Manca ovviamente una radio che trasmetta solo in Sardo così come c'è a Barcellona una radio che trasmette solo in catalano ma quì il discorso è stato già affrontato anche perchè il problema è sempre lo stesso: manca oltre alla volontà politica anche una lingua in cui trasmettere. al posto di questa siamo oggi costretti a sorbirci programmi di nicchia riservati al dialetto veneto.
E questo per l'imitarci all'etere radiofonico.
Non aggiungo altro. In questo come in altri casi è troppo comodo scaricare la responsabilità, quando qualcosa và male, sull'arroganza altrui perchè in questo come in atri casi è decisiva l'inadeguatezza e l'ignavia della classe dirigente locale e come sempre la popolzione locale ne paga le conseguenze.

sa socca
21-10-06, 17:03
E' ovvio che quella di radio padania è sostanzialmente una operazione speculativa consentita da una delle innumerevoli leggi di comodo del passato governo di centrodestra. Il fatto che probabimente la lega stia cercando liquidità, non modifica i fatti. Bossi senza soldi (come del resto sarebbe logico aspettarsi dopo il bluff della banca padana, il cambio al vertice della banca d'italia, e la sconfitta elettorale ), o chiunque altro, cambia poco.
Questo casomai potrebbe essere il momento di domandare a Giacomo Sanna, visti i suoi ottimi rapporti con la lega, di richiedere per il Partito Sardo le frequenze necessarie per una radio SARDA, a prezzo politico.
Una risultato del genere riscatterebbe, anche se in minima parte, la figuraccia fatta alle elezioni anche se nulla potrà ripagare l'allontanamento di tanti sardisti.
Ma questi sono sogni..... e forse non converrebbe neppure accettare un regalo del genere, data la fama di ambiguità che ci siamo fatti tutti (e non solo la dirigenza).

Bisognerebbe invece verificare se non esista la possibilità per la Regione Sarda di porre un'opzione per l'acquisizione di una radio per servizio pubblico sganciata dalla radiotelevisione italiana e dalle emittenti private. Le une e le altre infatti hanno in comune riferimenti politici differenti e ben individuati, ma suscettibili di cambiamento in funzione dei risultati elettorali.
Per le private è anche presente la variabile legata ai cambiamenti di proprietà o agli equilibri societari. Si tratta in entrambi i casi di situazioni che non offrono garanzie assolute per lo sviluppo non condizionato né ricattabile di una informazione nazionale.
Ecco allora la necessità di una radio (televisione) istituzionale sarda, gestita magari con una presenza minoritaria privata, utile all'abbattimento dei costi. L'emittente dovrebbe essere bilingue (sardo-italiano) e trasmettere nelle diverse varianti della limba senza distinzione o ricerca di una variante terza unificante che non potrà che crearsi nel tempo con l'uso e l'incrociarsi continuo e naturale di quanto esiste.
Perché francamente da sardista e da sardo non posso credere che qualcuno pensi davvero che la diversità tra campidanese e logudorese possa vanificare la nascita di una radio sarda, se esiste davvero la volontà politica, e più ancora la volontà dei sardi in questo senso.

Su Componidori
21-10-06, 17:04
La lega ha una struttura organizzativa che ricorda quella del vecchio PCI fatta di cooperative e a addirittura di istituti di credito sparsi per tutto il nord.

Non credo che per la Lega ci siano problemi patrimoniali, se mi permetti la Lega ha saputo tesorizzare il successo elettorale degli anni passati.

Non così ha fatto il Partidu Sardu. dopo gli anni del vento sardista

Scusa Davide ma sull’argomento mi sembra perlomeno ingeneroso da parte tua, se non del tutto arbitrario o improponibile, paragonare il PSd’A dopo gli anni ’80 con la Lega Nord.
Premesso che la Lega è cresciuta in un territorio economicamente “ricco”, i suoi sostenitori, i militanti, i dirigenti, hanno da sempre avuto una particolare “attenzione” agli aspetti finanziari interni al loro partito e non solo, con operazioni alquanto discutibili.
Vai a leggere nei forum Padania!, Fronte Indipendentista Lombardia, e forse te ne renderai conto.
Ma soprattutto il livello del potere politico da loro raggiunto non è minimamente confrontabile.

Quando nella seconda metà degli anni ’70 studiavo a Milano, andai nella sede della mitica “Radio Popolare” per avere lo Statuto sociale e raccogliere informazioni sulla loro organizzazione, struttura dei palinsesti compresa.
Il proposito era quello di replicare in Sardegna, ovviamente con una caratterizzazione nazionalitaria ed indipendentista, quella esperienza.
Tieni presente che allora le prime radio “libere” (dal 1975 in poi) si stavano appena affacciando ed in breve tempo si diffusero localmente grazie alla relativa semplicità delle attrezzature occorrenti.
Purtroppo quella che era una intenzione, rimase tale per vari motivi, soprattutto economici.
In Sardegna, fu “Radiu Supramonte”, legata al Moimentu de Su Populu Sardu, a fare scuola in questo senso.
Quindi Radiolina e Videolina di Grauso, con finalità puramente commerciali.
C’è stato un periodo negli anni ’80 che le radio commerciali proliferavano, era diventata una “moda”, per poi scomparire lentamente, con l’avvento di Berlusconi.