er uagh
27-11-06, 15:37
Wikipedia introduce il quartiere di Roma in questo modo:
Zona di Roma che prende il nome dalla via che la attraversa, la quale a sua volta si rifà all'antica usanza di portare nei prati di allora mandrie a pascolare. In passato famosa per gli zingari che vi abitavano, per le baracche costruite a ridosso dell'acquedotto Felice (http://it.wikipedia.org/wiki/Acquedotti_di_Roma) e per le prostitute che vi si poteva trovare la notte, il Mandrione è oggi una zona piacevole e in graduale recupero, dove si alternano palazzi residenziali, officine, botteghe di artigiani, treni (almeno 3 linee ferroviarie si snodano intorno alla via principale) e l'onnipresente acquedotto.
Il Mandrione è citato in diverse opere letterarie e cinematografiche, fra tutte quelle di Pier Paolo Pasolini (http://it.wikipedia.org/wiki/Pier_Paolo_Pasolini) che è stato anche spesso ritratto mentre passeggiava per via del Mandrione e dintorni.
Artisti al Mandrione
Di grande interesse l'inchiesta svolta nell'aprile del 1956 (http://it.wikipedia.org/wiki/1956) dall’antropologo Franco Cagnetta (http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Franco_Cagnetta&action=edit) e dal fotografo Franco Pinna (http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Franco_Pinna&action=edit)(1925-1978). Supportata dall'editore Giangiacomo Feltrinelli (http://it.wikipedia.org/wiki/Giangiacomo_Feltrinelli),fu seguita da vicino da importanti personaggi della cultura come Elsa Morante, Goffredo Parise e Pier Paolo Pasolini (http://it.wikipedia.org/wiki/Pier_Paolo_Pasolini). Partiva, con la visita al Mandrione, un ampio progetto sulle borgate romane e si innestava su una ricerca di Giorgio Nataletti (http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Giorgio_Nataletti&action=edit) e Diego Carpitella (http://it.wikipedia.org/wiki/Diego_Carpitella) sulle usanze coreutico-musicali degli zingari residenti nelle vicinanze della via Casilina. Le danze e le musiche rom furono perciò oggetto di una documentazione integrata, che associava le fotografie di Pinna alle registrazioni sonore. Il progetto proseguì con la visita della zona delle prostitute, verso la Via Tuscolana, giungendo fino alle baracche dell’Acquedotto Felice. La documentazione fotografica realizzata da Pinna in questo frangente viene ritenuta fra le più importanti di tutta la fotografia neorealistica.
Zona di Roma che prende il nome dalla via che la attraversa, la quale a sua volta si rifà all'antica usanza di portare nei prati di allora mandrie a pascolare. In passato famosa per gli zingari che vi abitavano, per le baracche costruite a ridosso dell'acquedotto Felice (http://it.wikipedia.org/wiki/Acquedotti_di_Roma) e per le prostitute che vi si poteva trovare la notte, il Mandrione è oggi una zona piacevole e in graduale recupero, dove si alternano palazzi residenziali, officine, botteghe di artigiani, treni (almeno 3 linee ferroviarie si snodano intorno alla via principale) e l'onnipresente acquedotto.
Il Mandrione è citato in diverse opere letterarie e cinematografiche, fra tutte quelle di Pier Paolo Pasolini (http://it.wikipedia.org/wiki/Pier_Paolo_Pasolini) che è stato anche spesso ritratto mentre passeggiava per via del Mandrione e dintorni.
Artisti al Mandrione
Di grande interesse l'inchiesta svolta nell'aprile del 1956 (http://it.wikipedia.org/wiki/1956) dall’antropologo Franco Cagnetta (http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Franco_Cagnetta&action=edit) e dal fotografo Franco Pinna (http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Franco_Pinna&action=edit)(1925-1978). Supportata dall'editore Giangiacomo Feltrinelli (http://it.wikipedia.org/wiki/Giangiacomo_Feltrinelli),fu seguita da vicino da importanti personaggi della cultura come Elsa Morante, Goffredo Parise e Pier Paolo Pasolini (http://it.wikipedia.org/wiki/Pier_Paolo_Pasolini). Partiva, con la visita al Mandrione, un ampio progetto sulle borgate romane e si innestava su una ricerca di Giorgio Nataletti (http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Giorgio_Nataletti&action=edit) e Diego Carpitella (http://it.wikipedia.org/wiki/Diego_Carpitella) sulle usanze coreutico-musicali degli zingari residenti nelle vicinanze della via Casilina. Le danze e le musiche rom furono perciò oggetto di una documentazione integrata, che associava le fotografie di Pinna alle registrazioni sonore. Il progetto proseguì con la visita della zona delle prostitute, verso la Via Tuscolana, giungendo fino alle baracche dell’Acquedotto Felice. La documentazione fotografica realizzata da Pinna in questo frangente viene ritenuta fra le più importanti di tutta la fotografia neorealistica.