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Rodolfo (POL)
14-12-06, 04:47
Ci sono degli eventi cosmici, tipo uno scudetto guadagnato perché la squadra di testa perde per autorete sotto un diluvio universale, un derby vinto ogni tanto, che riportano all’attenzione collettiva una categoria che, per il resto del tempo, se ne sta confusa tra le pieghe del tessuto sociale senza dare prova di sé, insomma “se ‘nguatta”: i laziali.
L’osservatore, allora, più per spirito di indagine che per reale interesse (cioè solitamente nun ce ne po’ fregà de meno), si interroga sulla quintessenza di questa categoria non senza cogliere alcuni spunti interessanti.
Prendiamo le origini.
La Roma ha, indubbiamente, il suo fondatore in Romolo. A lui è dedicato il colle del Campidoglio con la splendida lupa bronzea che allatta i due gemelli.
I laziali, forse, potrebbero identificarsi nella stirpe di Remo e le ragioni sarebbero duplici. La prima è che pare che all’epoca altre famiglie non ve ne fossero in giro dalle nostre parti, la seconda è che Remo è pur sempre lo sconfitto del primo derby della Storia locale, il che riporterebbe immediatamente alla quintessenza dello spirito laziale: l’idolatria della sconfitta secondo il motto “soffro godendo e godo soffrendo” che ne orienta costantemente gli umori nell’approccio alla Città Eterna.
Del resto, sembra che Remo dopo la sconfitta sia emigrato all’estero (a Siena si dice, e ivi pare abbia fondato una fiorente industria laniera con le pecore che si era portato appresso) recando seco i cimeli di famiglia. Un po’ come la dirigenza laziale che è scappata dopo aver svuotato la bacheca di Formello.
Un’altra ipotesi colloca le origini laziali nei Curiazi, anch’essi sconfitti in un derby dopo aver finito il primo tempo in superiorità numerica.
Qui i raffronti si fanno più incerti, ma non meno attendibili. In fondo i Curiazi erano i vicini di casa dell’epoca che protestavano perché i romani, e romanisti,facevano troppa caciara.
Ecco, questo “essere contro” la città che li ospita è certamente un altro tratto fisiognomico e sociologico dei laziali.
Se hai l’ardire di chiedere ad uno di loro perché è laziale, la prima frase che ti risponde è “perché odio i romanisti” seguita da: “i romanisti so’ troppo romani, noi siamo diversi”, vale a dire, stranieri in patria, esuli nel cortile de casa loro, perseguitati per scelta e vocazione. Laziali, appunto.
La storia sportiva conferma e non smentisce le origini leggendarie.
Nata nel 1900 come Società Sportiva Podistica Lazio, la Lazio tratteggia con le sue scelte gli orientamenti dei propri tifosi. In fondo cosa si impara in una società sportiva se non a correre? E la corsa non simboleggia la fuga? E’ come se l'AS Roma si fosse chiamata Associazione Sportiva Dàmose Roma. Ma dai.
I colori prescelti, che aulicamente i laziali riconnettono alla tradizione greca, sono chiaramente fraintesi visto che se uno guarda la maglia di quel celestino slavato non dice: “toh, la bandiera greca”, dice “ma che merda è questa?”. Insomma i laziali so’ pure daltonici.
Il simbolo dell’aquilotto, poi, più che alle aquile imperiali riporta all’emblema della forestale e qui si affacciano i primi riferimenti iconografici agresti che fanno dei laziali la prima, e forse l’ultima, tifoseria agropastorale della storia calcistica.
Dal punto di vista topografico e toponomastico anche la collocazione si presenta problematica.
Non c’è infatti una zona di Roma o della Regione che possa definirsi laziale e questo se per molti versi consola, per altri preoccupa. I laziali, infatti, non sono come i clivensi o i sampdoriani che si possano collocare geograficamente in un quartiere specifico così che essi potrebbero essere ovunque. Il loro mimetismo d’altra parte è tradizionale. Dopo un derby perso, infatti, il laziale invece di rivendicare la propria appartenenza, scopre altre discipline sportive: il tamburello, la ruzzola, le bocce, e magari si avvede che in quelle discipline un’oscura articolazione della Polisportiva Lazio si sta facendo valere. E allora gonfia il petto ed afferma: “avremo pure perso lu derby, ma a la bocciofila portuense v’amo fatto nu culo cusì!”.
La collocazione popolare, comunque, li colloca in massa nell’agro romano, tra dolci colline e mansuete greggi. Ameni luoghi dai quali si trasferiscono a Roma mal volentieri e quasi sempre in occasione dell’evento sportivo. Essi, allora, non vengono a Roma: menano le greggi, e se seguono la squadra fuori Roma non vanno in trasferta: transumano.
A onor del vero, questa diceria del volgo parrebbe ingiustificata visto che la Polisportiva Lazio nasce nel 1900 nel quartiere Prati, meglio noto ora per essere la sede dei Tribunali e di importanti studi professionali. Tuttavia, se si esaminano le cartine storiche del quartiere della Roma di inizio '900, il quartiere Prati si presenta in modo singolarmente corrispondente al suo nome e, mi consentirete, il passo tra prati e greggi è assai breve.
Ciò detto e precisato, va pure affermato che il derby del 10 dicembre 2006 è stato vinto dalla Lazio con pieno merito, anche se è certo che se la Roma fosse scesa in campo il risultato poteva essere diverso.
Né i romanisti potrebbero accampar scuse sul fatto che la Roma è impegnata su più fronti (campionato, champions, coppa Italia) perché anche la Lazio è altrettanto impegnata in diversi tornei: calcio, fisco, processi. E sono impegni, specie gli ultimi due, assai pericolosi da trascurare.
Infine quando ti fanno gol Ledesma e Mutarelli (che un giorno diranno ad un bambino su una panchina dei giardinetti: “ho fatto gol alla Roma nel derby” e il frugolo si allontanerà dicendo “poi dice che nun è vero che a invecchia’ ce se rincojonisce e che li vecchi dicono un sacco de cazzate!”) devi prendere atto che gli Dei ti sono avversi e piegarti al loro volere. Infausta, infatti, era già la data prescelta: la domenica del ponte dell’Assunta, tradizionalmente dedicata alla composizione del presepe. E si sa, il presepe è l’unica rappresentazione nella quale i pastori sono numerosi e protagonisti.

oltrelalinea
14-12-06, 10:23
ammazza alle 4 di mattina non hai un cazzo da fare che pensare ai laziali, e per fortuna che poi siamo noi...comunque la differenza tra chi da è ente morale da ben prima che veniva fatta la fusione bastarda la dice la storia!

oltrelalinea
14-12-06, 10:29
ah ma te sei quello che gode per le sentenze dei tribunali....addio marescià!

geppo
14-12-06, 17:22
ah ma te sei quello che gode per le sentenze dei tribunali....addio marescià!
Quoto!!!

Alessandro.83
14-12-06, 18:21
Appena ho tempo me lo leggo tutto, per ora mi è caduto l'occhio solo sulla parte di Ledesma e Mutarelli. Sul secondo sono d'accordo in parte, visto che il suo goal è stato viziato da una svista ENORME della difesa giallorossa, ma su Ledesma permettimi di dissentire. L'ho sempre ritenuto un buon giocatore, non mi sembra così strano un suo goal contro la Roma. Mia modesta opinione.

Rodolfo (POL)
15-12-06, 04:07
Dai Ale...il testo è vagamente ironico e goliardico...non fa sempre il serio...:ue

Alessandro.83
15-12-06, 20:10
Dai Ale...il testo è vagamente ironico e goliardico...non fa sempre il serio...:ueAh... :D