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Visualizza Versione Completa : 12 - Mafalda di Savoia Langravia d'Assia



sarchiapone (POL)
19-05-05, 08:58
Carissimi Vi segnalo questa notizia apparsa sul sito che si occupa dell vicende del Sud Pontino.www.telefree.it
intervenite numerosi .


http://www.telefree.it/modules.php?name=Live_News&func=LiveNewsView&nid=14694#6002

Conterio
19-05-05, 11:15
sarà fatto con piacere !

Ciao Carissimo

Cipriano (POL)
19-05-05, 12:31
Credo che la Principessa continui ad abitare a Villa Polissena, come sua nonna.

Fante d'Italia
19-05-05, 21:16
Notizia bella, no, molto bella! E che dovremmo saper usare, perchè presenta nei Marinai di Gaeta un certo tipo d'Italiano: il migliore. Quel tipo di cittadino che solo la Monarchia sa generare.

sarchiapone (POL)
20-05-05, 08:46
Scusate se mi permetto di insistere.
Il portale funziona in questo modo:
se una notizia viene commentata molto rimane in evidenza altrimenti finisce nel dimenticatoio mano mano che passa il tempo.

Lo so che uno così facendo dovrebbe passare la giornata incollato al computer ma vedete se riuscite a fare uno sforzo


Ps . Da oggi pomeriggio sono in ferie . Se ci riesco aggiorno il sito.
ALOHA!
:-00.G

Conterio
20-05-05, 13:54
C'è voluto un attimo, ma ho postato il mio contributo !

Ciao

Fante d'Italia
23-05-05, 03:20
(AGI) - Latina, 21 mag. -
E’ stata accolta con caloroso affetto la Principessa Mafalda d’Assia che questa mattina si e’ presentata al palazzo municipale di Gaeta per insignire i sette marinai che nel lontano 25 maggio del 1945 individuarono, in una tomba anonima a Buchenwald, il corpo della Principessa Mafalda di Savoia, colpita a morte da un bombardamento aereo.

Con un italiano un po’ stentato, ma con uno stile impeccabilmente regale, Mafalda d’Assia - nipote della Principessa scomparsa nel campo di concentramento - insieme al marito Aldo Brachetti Petretti (presidente dell’Anonima Petroli Italiani) ha reso omaggio al valore civile che i marinai pontini mostrarono nei confronti della famiglia Savoia, alla quale - appunto al termine della seconda guerra mondiale - consegnarono le spoglie della Principessa.

Toccante la cerimonia che si e’ svolta presso il monumento ai caduti sul mare, alla presenza del sindaco di Gaeta Massimo Magliozzi e dei rappresentati delle altre autorita’ civili e militari e delle delegazioni dei Marinai d’Italia di Gaeta e di Bra’, che si sono rincontrate dopo sessant’anni dalle vicende belliche.

A ricevere il tributo della Principessa Erasmo Colaruotolo, Giosue’ Avallone, Apostolo Fusco (gli unici ancora viventi) e i familiari di Corrado Magnani , Antonio Mitrano, Antonio Ruggieri ed Erasmo Pasciuto. Avallone e’ stato raggiuto da Mafalda d’Assia nella sua abitazione di via Cagliari in quanto impossibilitato a prendere parte alla cerimonia per motivi di salute.

AGI
21 5 2005

Fante d'Italia
30-08-05, 04:29
www.monarchici.org/upload/rte/Mafalda1.jpg
il 10 ottobre 1966 Re Umberto, dall’esilio di Cascais, scriveva:
“SPIRITUALMENTE PRESENTE NELLA AMAREZZA DELLA FORZATA LONTANZA INVIO ESPRESSIONE MIO GRATO ANIMO A QUANTI HANNO VOLUTO CONTRIBUIRE A ETERNARE IL SACRIFICIO DI MIA SORELLA MAFALDA E DELLE MADRI ITALIANE COSI’ CRUDELMENTE PERITE LONTANO DALLA PATRIA E DAGLI AFFETTI FAMILIARI”

IN RICORDO DI MAFALDA DI SAVOIA

Alle 05,30 del 29 agosto 1944 moriva nel lager di Buchenwald Mafalda di Savoia, Langravia d'Assia, figlia di Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena.

L'8 Settembre sorprende Mafalda in Bulgaria. Si trova, infatti, a Sofia per rappresentare la Famiglia Reale italiana ai funerali di Re Boris, marito della sorella Giovanna. Al rientro a Roma incontra i figli che sono al sicuro in Vaticano.

La Principessa è poi convocata all'Ambasciata Tedesca da cui, le si dice, potrà parlare telefonicamente col marito. Si tratta in realtà di un tranello dei nazisti: il Principe d'Assia e' già stato internato nel campo di concentramento di Flossenburg. Viene arrestata e tradotta nel lager di Buchenwald dove è ospitata in una baracca ai margini dei campo.

Dapprima viene registrata col nome Prinzessin Mafalda von Hessen geborne Prinzessin von Savoia e pochi giorni dopo, su ordine diretto di Hitler, questi dati vengono cancellati e sostituiti con l’indicazione “Frau von Weber”.
Il regime e', comunque, durissimo come per tutti gli internati nei lager; per scherno i nazisti la chiamano “Frau Abeba”, in spregio alle tramontate fortune imperiali dell'Italia. Mafalda, di salute delicata, deperisce rapidamente.

Malgrado i divieti nazisti, la notizia si diffonde fra i prigionieri italiani del campo: la figlia del Re si trova a Buchenwald. Alcuni Italiani cercano di aiutarla. Il 24 agosto 1944 aerei Alleati bombardano le acciaierie che si trovano ai margini del lager e anche quest’ultimo e' colpito.
La baracca di Mafalda e' centrata in pieno. La Principessa rimane gravemente ferita, ma invita i primi soccorritori ad estrarre subito, dalle macerie della baracca, i suoi compagni di sventura. Oltre a bruciature e contusioni varie, Mafalda ha il braccio sinistro maciullato. Mentre viene trasportata in infermeria, distesa su una scala, riconosce due prigionieri italiani , fa loro segno di avvicinarsi e dice:
"Italiani, Italiani io muoio, ricordatevi di me non come di una principessa, ma come di una vostra sorella".
L'infermeria, stracolma di feriti, non può riceverne altri. Mafalda viene quindi trasportata nel postribolo del campo (ad uso delle S.S.) e lì abbandonata. Dopo due giorni la ferita al braccio degrada in cancrena e si decide per l’amputazione. Riportata nel postribolo, assistita solo dalle donne che li si trovavano "per lavoro" e dopo ore di agonia, la mattina seguente, viene trovata morta dissanguata.

Il suo corpo, completamente denudato, viene gettato sul mucchio dei cadaveri del bombardamento, per essere cremato.
Il Prete boemo del campo, padre Tyl, chiede agli addetti alla cremazione di chi sia quel cadavere di donna senza il braccio sinistro. Gli si risponde: della principessa italiana. Padre Tyl ottiene, dopo molti sforzi, che il corpo venga sottratto alla cremazione. Il corpo di Mafalda viene messo in una bara di legno e seppellito in una tomba anonima con solo un numero, il 262 e la scritta: Unbekannte Frau (Donna sconosciuta).
Solo dopo alcuni mesi, il 21 luglio 1945, il Re Vittorio Emanuele III e la Regina, durante il loro soggiorno a Napoli a Villa Rosbery, apprendono dai giornali, a con loro tutti gli italiani, la tragica notizia della morte della loro figlia. Trascorrono ancora alcuni mesi, a guerra finita un gruppo di marinai di Gaeta, già prigionieri a Buchenwald , identificano la tomba e così i resti di Mafalda possono essere consegnati alla Famiglia.
La principessa Mafalda riposa ora nel piccolo cimitero degli Assia nel castello di Kronberg in Taunus (Francoforte sul Meno).

Il 10 ottobre 1966, grazie ad una sottoscrizione da parte di 1071 italiani, veniva donato e consacrato, nel Tempio dell’Internato Ignoto M.O. di Padova, un altare dedicato a “Mafalda di Savoia Assia e di tutte le madri perite nei lager”. Erano presenti il Principe Filippo d’Assia, i figli Enrico ed Elisabetta e la Principessa Maria Beatrice di Savoia.
Re Umberto, dall’esilio di Cascais, scriveva:
“SPIRITUALMENTE PRESENTE NELLA AMAREZZA DELLA FORZATA LONTANZA INVIO ESPRESSIONE MIO GRATO ANIMO A QUANTI HANNO VOLUTO CONTRIBUIRE A ETERNARE IL SACRIFICIO DI MIA SORELLA MAFALDA E DELLE MADRI ITALIANE COSI’ CRUDELMENTE PERITE LONTANO DALLA PATRIA E DAGLI AFFETTI FAMILIARI”

da:
http://www.monarchici.org/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=63&mode=thread&order=0&thold=0

sarchiapone (POL)
03-12-06, 04:56
Riporto qui quano avevo chiesto in Rassegna stampa perche' vedo che non mi ha seguito nessuno, spero perche' sfuggito alla Vostra attenzione.

http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=36985


Cari amici su questo thread si svolge una discussione su Mafalda di Savoia. Credo che sarebbe utile per la Causa comune, la partecipazione di tutti noi.
Saluti.

dito5
07-12-06, 18:15
Sono andato a leggere e ho trovato:

"La fiction... si un buon lavoro [:33:] al servizio della disinformazione! Si è voluto ingigantire la figura di una Principessa della Casa Reale che ci ha liberati dal fascismo e dalle sue tragiche alleanze, solamente per poterla usare con maggior efficacia contro la Casa Reale stessa.

Io penso non sia affatto un caso che i Marinai di Gaeta siano stati ignorati. Il film ha il compito di riconfermare le accuse a Vittorio Emanuele III: vigliaccheria, fuga, causa di sciagure e lutti per gli Italiani. Ecco che, contro la realtà storica verificabile, il film ci presenta i Prigionieri italiani pieni di odio verso il Re e Casa Savoia ritenuti responsabili di quanto detto. Un falso, un falso degno di un Paese che, dopo 62 anni, ancora teme la Storia. Perchè Storia, con la "s" maiuscola, è che i Prigionieri Italiani rifiutarono in massa di venir meno al giuramento prestato al Re e alla Patria. Furono pochissimi quelli che accettarono di tradire, accogliendo la proposta dei Tedeschi di aver salva la vita e di poter rientrare liberamente in Patria, aderento alla repubblica sociale di Salò.
E quello che fecero i Marinai di Gaeta non è bene venga divulgato con la potenza di un film, perchè non è dovuto solo alla loro umanità e al loro spirito cristiano, ma anche alla loro fedeltà al Re, alla loro Italianità, alla consapevolezza che necessità e condizione, per il futuro dello Stato e della Nazione, era il loro sacrificio, quello della Principessa, quello del Re stesso che affrontò l'umiliazione di dover lasciare la sua capitale, il dolore di non poter proteggere nemmeno tutti i suoi figli per poter servire l'Italia e gli Italiani con il libero svolgimento delle sue funzioni.

Che questi fossero i sentimenti e le consapevolezze anche dei Marinai di Gaeta, lo dimostra l'accoglienza riservata, il 21 maggio dell'anno scorso, alla giovane Principessa Mafalda d'Assia dai tre Superstiti di quella tragedia. Hanno accolto la Principessa scattando sull'attenti, soldati innanzi a una corona che è ancora un simbolo per loro, più che uomini che accolgono il grazie di un beneficato.

D'Essi, dunque, non si deve parlare...

Dopo 62 anni la repubblica non ha più paura della grande figura e dell'eroismo materno di Mafalda di Savoia, ma ha ancora paura che noi Italiani scopriamo la grandezza di Vittorio Emanuele III e, con ciò, la superiorità della monarchia rispetto alla repubblica.
La repubblica non teme più i Principi, che può distruggere con la potenza dei suoi mezzi, ma teme la conoscenza dei fatti e la forza delle idee."

http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=36985

Complimenti a chi ha il coraggio di dire la verità. :jd

Zarskoeselo
30-01-07, 18:24
http://www.giornal.it/funzioni/gimg.asp?idm=14516Ricordata Mafalda di Savoia, principessa che morì come una sorella
Il giorno della memoria è appena trascorso ma non ci può essere giustizia se non c’è verità. I monarchici hanno ricordato Mafalda di Savoia per onorare la shoah, che in ebraico significa distruzione, con l’autrice Cristina Siccardi che ha scritto: "Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald" edizione Paoline, che tanto rimpiangiamo di non aver più in Alessandria.

Ma i primi venti anni del secolo scorso vengono puntualmente saltati da chi ha retaggi culturali antimonarchi "Il secolo breve per l’Italia si condensa in 80 anni." sottolinea Piercarlo Fabbio invitato alla manifestazione da Carmine Passalacqua, e prosegue" Abbiamo 20 anni dimenticati dalla ideologia imperante anche se non governante. Istituti storici soltanto per qualche parte.

E’ così per l’Istituto Storico della resistenza. L’inizio del secolo scorso è una storia da portare alla luce. Un modo di Governo monarchico è storia della
nostra storia" Ecco che allora il giorno della memoria dovrebbe rilanciare un lavoro costante della riscoperta delle nostre origini. "Nessun istante ci può essere oscurato" ha concluso Fabbio" perchè avremmo una riduzione di libertà".

Invece questa è una abitudine che hanno rappresentanti della sinistra che a detta di Carmine Passalacqua non risparmiano veleno contro i Savoia.

"Mafalda fu un esempio di nobiltà in vita e in morte e ad Alessandria abbiamo un busto proprio rappresentante le sue fattezze, di cui dobbiamo andare orgogliosi" Celebre la frase della secondogenita di Vittorio Emanuele III che nel traversare il lager dove venne uccisa, riconoscendo due prigionieri italiani dalla ’I’ che portavano cucita sulla schiena, fece loro segno di avvicinarsi e disse: "Italiani, io muoio, ricordatevi di me non come di una principessa, ma come di una vostra sorella".