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tolomeo
14-02-07, 21:55
Rudy guida i "metro-republicans" con sette minuti di vantaggio

IL FOGLIO, 14 febbraio 2007

Milano. Rudy Giuliani è un conservatore o una quinta colonna liberal dentro il Partito repubblicano? La sua è un battaglia persa prima ancora di cominciare oppure da leader dei “metro-republicans” è addirittura in grado di cambiare la geografia politica americana? Si è aperto un gran dibattito intorno alla figura politica dell’ex sindaco di New York, oggi semi-ufficialmente candidato alla Casa Bianca 2008, e sul fatto che in ambito conservatore i presidenziabili provengano da grandi città, da stati di sinistra e siano beniamini della sofisticata stampa liberal del nord-est. Tra tutti, quello di Giuliani è il caso più eclatante. L’idea prevalente, fino a qualche settimana fa, era che non fosse un vero conservatore o, perlomeno, che non lo fosse abbastanza da riuscire a vincere le primarie repubblicane, dove contano moltissimo i voti della destra religiosa. Contro Giuliani giocano le sue posizioni etico-sociali: pro-aborto, favorevoli ai matrimoni gay e a una regolamentazione del porto d’armi. Anche la sua vita privata pareva un ostacolo: tre matrimoni, due divorzi, una convivenza a casa di una coppia gay, travestimenti da donna alle parate dell’orgoglio omosessuale. Nei suoi discorsi, inoltre, non si sente mai la parola Dio, anzi tra i suoi avversari c’è chi ricorda che l’unica volta che l’ha pronunciata pubblicamente era per fare una battuta.
Così Tony Perkins, presidente del potentissimo Family Research Council, ha paragonato Giuliani “all’inquinamento sul fiume Potomac”, mentre l’ex leader repubblicano alla Camera, Tom DeLay, ha detto che non potrà mai votare per chi è favorevole all’aborto. “Non va da nessuna parte, non è conservatore né eleggibile, perlomeno come candidato repubblicano”, ha scritto un editorialista del reaganiano Human Events. Eppure l’ex sindaco di New York resta saldamente in testa a tutti i sondaggi tra gli elettori repubblicani e settimana dopo settimana consolida la sua posizione. Come sia possibile è l’argomento di questi giorni a Washington. Chi è scettico sulle sue potenzialità crede che il vantaggio sia dovuto alla popolarità e al fatto che soltanto il 16 per cento degli interpellati sa che l’ex sindaco è favorevole all’aborto. Altri invitano a non tenere conto dei sondaggi, anche perché nel febbraio 2003, un anno e mezzo prima del voto 2004, in testa tra i democratici c’era Joe Lieberman, poi arrivato in fondo alle primarie e due anni dopo addirittura costretto a lasciare il partito. In ogni caso è ancora troppo presto e va ricordato che Bill Clinton ha annunciatto la sua candidatura nell’ottobre 1991, tre mesi prima delle primarie.
Assieme ai sondaggi cresce anche il fronte dei conservatori pro Giuliani, dalla Fox News di Rupert Murdoch che non dimentica mai di chiamarlo “the America’s mayor” al centro studi newyorchese, Manhattan Institute, che in caso di elezioni di Giuliani sarà ciò che l’American Enterprise, la Brookings e l’Heritage sono stati per Bush, Clinton e Reagan. La tesi è che Giuliani sia il meglio del mondo conservatore: sulle tasse, sul bilancio, sul crimine, sui giudici, sui voucher scolastici, sul welfare. Lo sostengono il pro business Wall Street Journal, la social-conservative National Review e il neoconservatore Weekly Standard, quest’ultimo convinto che i “metro-republicans” guidati da Giuliani potranno ribaltare la geografia politica degli ultimi cicli elettorali e magari conquistare o essere competitivi a New York, in New Jersey, in California, Michigan e Pennsylvania.
John Podhoretz e Bill Kristol suggeriscono a Giuliani di rassicurare la destra religiosa promettendo di nominare giudici federali che si atterranno al testo della Costituzione, invece che cercare di innovarla. Giuliani ha fatto esattamente questo, ricordando di aver lavorato al dipartimento di Giustizia reaganiano insieme con John Roberts e Antonin Scalia, giudici che ammira. A differenza dei suoi concorrenti repubblicani John McCain e Mitt Romney, Giuliani non rincorre i social-conservative, i quali malgrado le differenze lo rispettano e gli riconoscono capacità e risolutezza contro la criminalità. C’è chi ricorda che nel 1995 Giuliani cacciò Yasser Arafat da un party dell’Onu e che l’11 settembre rifiutò 10 milioni di dollari da un esponente della famiglia reale saudita, ma è stato l’opinionista del Washington Post, George Will, a spiegare l’appeal di Giuliani: “Al momento della scelta la gente si porrà la domanda dei 7 minuti. Scenario da incubo, siete il consigliere per la sicurezza nazionale. Venite svegliati nel pieno della notte. Avete 3 minuti per ricevere i dettagli di un imminente attacco agli Stati Uniti. Il presidente, da voi avvisato, ha 4 minuti per rispondere. E ora: chi è il candidato che si adatta meglio alla domanda dei 7 minuti?”.

*-RUDY-*
14-02-07, 22:50
tolomeo ti sei iscritto alla associazione americanista? vanta personaggi di spessore e penso che ti ci potresti trovare bene..
ciao e grazie del post

nordista
14-02-07, 22:52
Che Giuliani non sia il classico conservatore e' chiaro, anzi chiarissimo. Ma il problema e': puo' farcela ad essere candidato per il Republican Party? A mio avviso, si.
Si, perche' abbiamo un altro conservatore "atipico", Swarzy, che c'e' l'ha fatta e per ben due volte.
Si, perche' il piu' grande problema degli USA e' la sicurezza e la necessita' di reagire (e io aggiungerei in fretta) alle avversita' del presente.
Giuliani ha dato prova che e' un grande manager, capace di "ripulire" (anche letteralmente) una grande citta', piu' grande dell'intera Austria o Svizzera, e di trovare collaboratori adatti (punto debole di Bush).
Non credo che la maggioranza degli Americani possa scegliere uno sconosciuto senza nessuna esperienza (Obama) o una opportunista che non ha avuto neppure il corraggio di reagire alla posiziuone ridicola in cui il marito l'ha messa (Hillary).
Dovendoci vivere per (almeno) altri 20 anni, spero proprio che Giuliani sia eletto (che sia di origine italiana per me personalmente e' un handicap).

-N-

*-RUDY-*
14-02-07, 22:56
sulla questione aborto sembra un po' paradossale ma e' sia pro life che pro choice.. nel senso fa un forte distinguo ed e' una posizione che mi ha sempre destato interesse... credo che sappia parlare un po' a tutti..

poi sono profondamente fiducioso nella sua applicazione della teoria del "vetro rotto" , ne avete mai sentito parlare?

tolomeo
15-02-07, 00:27
tolomeo ti sei iscritto alla associazione americanista? vanta personaggi di spessore e penso che ti ci potresti trovare bene..
ciao e grazie del post

Grazie per l'invito: appena fatto. :)
Dopo la mia partecipazione alla P2 avevo deciso di essere cauto nella mia iscrizione futura ad associazioni, ma mi pare che con questa non si corrano rischi di demonizzazione. :D

nordista
15-02-07, 02:57
Grazie per l'invito: appena fatto. :)
Dopo la mia partecipazione alla P2 avevo deciso di essere cauto nella mia iscrizione futura ad associazioni, ma mi pare che con questa non si corrano rischi di demonizzazione. :D

Benvenuto, fratello. Io facevo parte della P1 e decisi di partire proprio in quei giorni. Ma qui in America le logge sono aperte al pubblico.

-N-

Eric Draven
15-02-07, 16:58
attendo delucidazioni sulla teoria del vetro rotto......

tolomeo
16-02-07, 00:57
Benvenuto, fratello. Io facevo parte della P1 e decisi di partire proprio in quei giorni. Ma qui in America le logge sono aperte al pubblico.

-N-

Grazie fratello.
Qui di aperti al pubblico ci sono solo i cessi sociali e, giudicando dalle facce e dalle teste che ci vanno, non mi attirano proprio.

:)

benfy
16-02-07, 15:02
giuliano è un avversario ostico per qualsiasi liberal o sinistro come me.

Bush è talmente repellente che fa schifo di per sè, ma Giuliani ha il problema che non appare così male.

a me piace comunque hillary è il tipo di donna della mia parte politica che adoro

unknow (POL)
16-02-07, 15:33
Più che altro Giuliani ha il grave demerito di arrivare da New York.
I candidati dell'est non han fatto una gran fine ultimamente

Eric Draven
16-02-07, 18:54
Diciamo che per ora nei 2 partiti emergono candidature abbastanza alternative: donne,neri,italoamericani,c'è da vedere chi resisterà e chi sarà solo un fuoco di paglia.......

*-RUDY-*
16-02-07, 20:33
infatti perplesso... sara' una elezione diversa nel 2008.. le certezze geografiche tenderanno a cambiare... non mi pare un caso che Giuliani si sia fatto vedere di recente a LA e in Philly... due stati che potrebbero girare (piu' facile il PA della CA)

nordista
16-02-07, 20:57
Diciamo che per ora nei 2 partiti emergono candidature abbastanza alternative: donne,neri,italoamericani,c'è da vedere chi resisterà e chi sarà solo un fuoco di paglia.......

chiamare italoamericano Giuliani i sembra un po' troppo, visto che e' di terza generazione.

-N-

Eric Draven
17-02-07, 12:50
Beh Giuliani delle sue origini italiane mi pare sia sempre andato fiero e poi non incarnando il classico repubblicano,qui in Italia quelli che benpensano stanno facendo fatica a farne il solito mostro guerrafondaio.......

*TINA*
17-02-07, 15:30
Teoria del vetro rotto? :eek: Io conosco la teoria della sinistra italiana, la teoria delle palle scassate..ma sulla teoria del vetro rotto di Giuliani sono proprio ignorante! :confused:

Zefram_Cochrane
17-02-07, 16:56
Giuliani fra i repubblicani è il meno peggio

*-RUDY-*
17-02-07, 19:53
ok TINA aprirò un thread appena ritrovo quel link che spiegava tutta la storia...

*TINA*
18-02-07, 13:08
Grazie Rudy :p

tolomeo
19-02-07, 18:18
Giuliani in campo non corteggia gli evangelici e critica Bush

Milano. La candidatura presidenziale ora è ufficiale. L’ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, mercoledì sera, ospite al Larry King Live sulla Cnn, ha detto chiaramente che parteciperà alla corsa 2008 per la Casa Bianca (“sì, mi candido”) in qualità di favorito, al momento, per il fronte repubblicano. L’ultimo sondaggio Gallup, dà all’ex sindaco il 40 per cento dei voti, seguito dal 24 di John McCain, dal 9 di Newt Gingrich e dal 5 di Mitt Romney. Giuliani ha sviato le domande sulle questioni etiche e non parteciperà, al contrario dei suoi concorrenti di partito, all’incontro annuale delle organizzazioni evangeliche del prossimo weekend in Florida. La novità è che ha cambiato tono su George Bush, pur non citandolo direttamente. Finora, mai aveva criticato l’azione presidenziale sull’Iraq e sempre aveva liquidato, definendola una “fesseria non vincolante”, la risoluzione congressuale dei democratici contraria all’invio di nuove truppe in Iraq. La critica ai democratici resta e il sostegno alla guerra in Iraq pure (“rimuoverei di nuovo Saddam, avrei soltanto sperato che l’avessimo fatto meglio e in modo diverso”), ma le accuse di mala gestione della guerra sono diventate precise e dettagliate: “Naturalmente ci sono stati errori. Lincoln ha commesso errori. Roosevelt ha fatto errori. Eisenhower ha compiuto errori”.
Giuliani ha detto che gli Stati Uniti sono entrati in guerra con pochissime truppe (“forse ne servivano 100 o 130mila in più”) e hanno sbagliato a smantellare la struttura militare e statale dell’Iraq saddamita. I dubbi iniziali sulla possibilità americana di ricostruire una nazione, ha detto Giuliani, si sono dimostrati molto fondati. Non solo. Giuliani ha riconosciuto che se il Congresso avesse avuto maggiori informazioni sulle armi di Saddam non avrebbe approvato la guerra, che è un po’ la tesi di Hillary Clinton. L’ex sindaco ha aggiunto che un voto contrario del Congresso nel 2002 non avrebbe però aggiunto nulla al dibattito sulla necessità di rimuovere Saddam, cosa che Giuliani continua a reputare positiva. Il punto è che gli americani, ha spiegato alla Cnn, devono essere preparati all’idea che la guerra potrà andare male, anche con l’invio delle nuove truppe deciso poche settimana fa: “Io sono fiducioso che questa volta le cose possano girare bene – ha detto – Ma chi lo sa? In piena guerra non si può mai sapere, ma dobbiamo provarci, non possiamo andarcene”. Lasciare l’Iraq, ha spiegato Giuliani, significherebbe dare all’Iran una “gigantesca possibilità di espandere le sue attività”.
Le prime critiche alla gestione della guerra mettono Giuliani sullo stesso piano di John McCain, il quale ha lo svantaggio di doversi esporre più dell’ex sindaco a causa del suo status di senatore. McCain ha difeso in aula l’invio dei altri soldati in Iraq, con una risoluzione di sostegno alla nuova strategia bushiana, riuscendo a contenere lo sfilacciamento del gruppo repubblicano e a bloccando la manovra democratica di votare un testo di critica al presidente. Alla Camera la situazione è diversa. La risoluzione, sempre non vincolante, sta per andare al voto (intorno alla mezzanotte americana di oggi) e i repubblicani non hanno i numeri per bloccarla. Sono 12 o 13 i repubblicani che voteranno il testo democratico, mentre soltanto un democratico dirà di no. Al talk show dell’iper conservatore Sean Hannity, Giuliani ha ribadito di essere “infastidito” da questo testo, perché gli americani non hanno eletto i propri rappresentanti per “esprimere commenti”: chi è contrario alla guerra abbia il coraggio di “farsi avanti e di prendersi qualche rischio”.
il Foglio 16 febbraio 2007

Eric Draven
19-02-07, 18:50
Sempre sagace il buon Giuliani......buona anche questa scelta secondo me di non voler essere troppo schiacciato sulle posizioni dei gruppi religiosi,gli USA non sono una teocrazia

*-RUDY-*
20-02-07, 06:16
http://www.youtube.com/watch?v=n9a97WjeKKA

filmato da youtube....

*-RUDY-*
20-02-07, 06:21
you don't blame anyone.. otherwise you don't make progresses...


grande rudy

Eric Draven
25-02-07, 01:41
allora gente qualche novità interessante sul buon Giuliani?

*-RUDY-*
25-02-07, 04:03
usciti i nuovi polls ;)

http://www.pollingreport.com/2008.htm


"If the 2008 Republican primary for president were being held today, and the candidates were [see below], for whom would you vote?"
% Rudy Giuliani40
John McCain 18
Newt Gingrich 10
Mitt Romney7
Duncan Hunter2
Mike Huckabee 2
Sam Brownback1
George Pataki1
Ron Paul 1
Tom Tancredo 1
Tommy Thompson 1
Jim Gilmore -
Chuck Hagel -
Other (vol.) 1
Unsure 15

Eric Draven
28-02-07, 19:35
E speriamo che almeno negli USA i sondaggi siano attendibili...