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13-03-07, 01:11
MORTO DOMENICO TROILO, CAPO PARTIGIANO BRIGATA MAIELLA
CHIETI - La Resistenza ha perso un suo protagonista: a 85 anni è morto l'ex vicecomandante e guida militare dei partigiani della "Brigata Maiella", l'abruzzese Domenico Troilo. Il suo fu un gruppo dai contorni eccezionali: unica formazione partigiana decorata con medaglia d'oro al valor militare e la prima ad essere inquadrata nell' esercito alleato.

Troilo si è spento nell'ospedale di Lanciano, in provincia di Chieti, dopo essere entrato nei libri di storia come comandante di una banda partigiana "apartitica" che ha combattuto al fianco di inglesi e polacchi per liberare dall'oppressione nazista parte dell'Italia centro-settentrionale senza giurare fedeltà ai Savoia, che ritenevano responsabili del caos provocato dall'armistizio. Dopo aver liberato l'Abruzzo, la brigata risalì la penisola entrando per prima a Bologna e arrivando nel maggio del '45 ad Asiago. Furono ''i nuovi 'mille d'Italià", come li definì l'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione del 60/o anniversario delle loro gesta. Ciampi, che in Abruzzo condivise le sorti della Brigata Maiella, due anni fa scorse in quella formazione la "testimonianza della forza di quei valori civili che soli possono dare fondamento e alimento al coraggio militare".

La "Maiella" fu anche l'unico gruppo partigiano ad avere combattuto fuori dai confini di costituzione, inseguendo i nazifascisti lungo quattro regioni. Omonimo del comandante-fondatore ma non-combattente Ettore, morto nel 1974, Domenico si distinse per atti di eroismo, capacità tattica e due ferite. Oggi anche il segretario dei Ds, Piero Fassino, si è unito "al cordoglio di quanti piangono la scomparsa di Domenico Troilo che, insieme a Ettore, appartenne a quella generazione che con le armi in mano riconquistarono all'Italia dignità, libertà e democrazia". "Se da sessanta anni - ha aggiunto Fassino - l'Italia è una nazione libera e democratica lo si deve a quanti, come i Troilo, riscattarono l'onore del Paese con il loro coraggio e la loro generosità".

I Ds abruzzesi hanno ricordato che l'ex comandante ha sempre diffuso senza risparmio "la memoria di tutta la Resistenza abruzzese". Alla figura di Troilo ha reso onore anche Geremia Mancini, segretario abruzzese del sindacato di destra Ugl e, per primo, il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, che ha ordinato di listare a lutto le bandiere dell'Ente regionale sino ai funerali previsti per domani pomeriggio nel Paese natale, Gessopalena (Chieti), perché la 'Maiella' "ha segnato la storia di questa regione e dell'Italia intera". Al momento del suo scioglimento e massima forza, la 'Maiella' contava circa 1.500 combattenti regolarmente inquadrati ma senza le stellette sul bavero: le decorazioni erano state sostituite da un nastrino tricolore perché i volontari erano tutti repubblicani che non volevano giurare fedeltà ai Savoia e forse per questo furono insigniti della medaglia solo nel 1963.

LA BRIGATA MAIELLALa Brigata Maiella è stata l'unica formazione partigiana decorata con medaglia d'oro al valor militare. "Apartitica", è stata anche l'unico gruppo partigiano ad avere combattuto fuori dai confini di costituzione ed il primo ad essere inquadrato nell' esercito alleato. Domenico Troilo fu il vicecomandante e "capo militare", in pratica l'uomo d'azione sul campo, della brigata fondata da Ettore Troilo, con cui condivideva solo il cognome senza esserne affatto parente, che fu il "comandante" perché fondatore e ideologo della formazione. Lo ricorda il giornalista abruzzese e autore di saggi storici Marco Patricelli che nel suo volume "I banditi della libertà. la straordinaria storia della brigata Maiella. Partigiani senza partito e soldati senza stellette" (Utet) ha ricostruito le vicende della formazione fondata il 5 dicembre 1943 appunto da Ettore Troilo, avvocato socialista ed ex segretario di Giacomo Matteotti, con 15 volontari e guidata in battaglia da Domenico, ex ufficiale della Regia Aeronautica. Al momento del suo scioglimento, la formazione contava circa 1.500 combattenti regolarmente inquadrati ma senza le stellette sul bavero: le decorazioni erano state sostituite da un nastrino tricolore perché i volontari erano tutti repubblicani che non volevano giurare fedeltà ai Savoia. Nella sua risalita dall'Abruzzo verso gli altipiani di Asiago, la brigata il 21 aprile 1945 entrò a Bologna insieme all'armata polacca.