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Visualizza Versione Completa : Abusivismo e rifiuti, Campania in ginocchio: da 13 anni nessuna regione fa peggio



NIHIL (POL)
19-04-07, 14:53
Abusivismo e rifiuti, Campania in ginocchio

Cresce cemento selvaggio mentre le cave clandestine hanno inghiottito 26 milioni di tonnellate di veleni
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Classifica di Legambiente: da 13 anni nessuna regione fa peggio, 64 clan all'assalto di un business da 64 miliardi

Entra munnezza,esce oro. Sulle porte della città ideale della camorra imprenditrice - che ha un fatturato annuo di sei miliardi spartito fra 64 clan campani ed ha costruito in dieci anni di abusivismo edilizio l’equivalente di una una Caserta bis fra case, capannoni industriali e stalle - si potrebbe incidere questo commento di un mafioso entusiasta. intercettato da una microspia. Entra spazzatura, esce oro. Il rapporto nazionale di Legambiente sulle ecomafie - che spazia dal traffico dei rifiuti ad ogni forma di devastazione ambientale - laurea la Campania come capofila di quell’imprenditoria del veleno smaltito sottocosto che, dopo aver ipotecato la salute dei meridionali, ora allunga le mani anche sul mercato internazionale e trova nella Cina una frontiera ricca e poco attenta alla salute della popolazione. Una holding che non potrebbe esistere senza una rete di portatori sani di camorra, imprenditori, funzionari, tecnici di laboratorio, che vendono la loro rispettabilità penale agli impresentabili Casalesi pur di tagliare costi di smaltimento di rifiuti industriali ed aumentare i profitti: Legambiente, voce autorevole ma targata si affida, non a caso, alla prefazione super partes di Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia. Il quale ci avverte che i trafficanti di rifiuti sono pericolosi come quelli di droga e di armi (oltre ad essere spesso fisicamente le stesse persone) e che quindi andrebbero affidati alle cure della Dia e della sua superprocura. Le fonti del rapporto, poi, sono tante e tutte ufficiali. «Quindi queste non sono le solite manie degli ambientalisti che portano un po’ sfiga - dice Peppe Ruggiero che da anni cura il rapporto - facciamo i conti con una realtà che devasta l’ambiente e la salute ed ha un fatturato di 23 miliardi l’anno». Sei dei quali, solo per l’affare rifiuti, finiscono in tasca alla camorra. Il rapporto nazionale è stato presentato in contemporanea a Roma ed a Napoli, in considerazione della maglia nera della Campania che, se è la prima nello sporco affare dei rifiuti, nell’abusivismo edilizio è addirittura un caso in controtendenza: la media italiana scende, solo in questa regione sale e senza crisi. A Napoli Michele Buonuomo, presidente di Legambiente Campania, ha ricevuto stampa e cittadini all’Istituto per gli studi filosofici. Con lui alla presidenza, oltre Ruggiero, Marta Di Gennaro, commissario vicario all’emergenza rifiuti. Ulteriore segnale dell’attenzione dell’ufficio del commissario Guido Bertolaso, alla voce dell’associazionismo ambientalista. Mentre Legambiente ci ammonisce sulla capacità dei clan di impossessarsi del ciclo legale dei rifiuti, cambiando pelle ma non ossa ed avvelenando anche le istituzioni oltre ai campi di patate e carciofi, il commissariato conta gli ultimi giorni prima che i rifiuti si riaccumulino per strada alla chiusura della discarica, satura, di Villaricca. «I tempi sono eterni - dice Di Gennaro - le chiusure sono preconcette e purtroppo devo dire che in sei mesi non siamo riusciti a lavorare. Vorrei cogliere l’occasione per chiedervi di valutare la differenza fra ciò che lo Stato può gestire e ciò che gli sfugge». E ciò che gli sfugge, ricorda Legambiente, è una montagna, con base di tre ettari ed alta 2600 metri, tutta di rifiuti speciali, ossia pericolosi. Ne è sparita nel nulla una così, solo l’anno scorso. Basta fare due conti. Su 108.4 milioni di tonnellate prodotti, 26 milioni non risultano trattati da nessun impianto. Giacciono dunque in qualche cava, raggiungono qualche falda acquifera, minano la salute e anche la libertà delle persone. E quel che finisce in Cina, dove l’imprenditoria portatrice sana di camorra risparmia 10mila euro a container, può raggiungerci lo stesso. Un imprenditore locale usava il grasso da motore per il suo grasso da cucina da esportazione. Un altro ricavava giocattoli da scarti. Inutile sperare nelle frontiere. È la globalizzazione, ragazzo. Quel che rifili al prossimo, te lo ritrovi nel piatto.


Il Mattino, 18-04-07


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Anassimene
19-04-07, 15:20
ci vuole uno stato forte per contrastare la mafia...

Alessà
23-04-07, 22:22
bisognerebbe condannare con pene esemplari non solo i camorristi ma anche gli impreditori(fra i quali molti anche in tosco-padana...)che pagano per lo smaltimento illecito dei rifiuti tossici,in piu' servirebbe uno stato non colluso con la criminalità e una classe politica locale che non bruci miliardi(come non lo voglio pensare...)

me che ci volete fare ,fra qualche mese tornerà l'emergenza rifiuti,stessa storia da decenni,discariche in posti geograficamente splendidi e inceneritori(se li faranno) con tecnologie anni 60...

e non sia mai parlare di raccolta differenziata...quella la si puo' fare solo in luoghi "civili" ;secondo i politici...

a Napoli si paga la tassa piu' alta sui rifiuti d'italia per poi ritrovarsi invasi dagli stessi periodicamente...