PDA

Visualizza Versione Completa : Il Vangelo secondo la Storia



Progressista
20-04-07, 13:51
. . . . . . . . VI RACCONTO COME E' ANDATA

La verità sulle origini del cristianesimo.

. . . http://www.animelibere.net/modules/Imagehost/images/sigs/Veritas/Cervello1.jpg



Non so quanti di voi siano interessati all'argomento che intendo proporre, tuttavia, la notevole risonanza che hanno avuto le polemiche attorno al lavoro di Dan Brown, "Il Codice da Vinci", lascia ben sperare che ci sia un numero sufficiente di persone disposte a seguire quanto andrò esponendo nel proseguio.

Per iniziare ho pensato, almeno per questa prima fase, di riproporre le domande che mi sono state rivolte in altri forum ed a cui ho già dato una risposta.

Il tema a cui intendo dare il mio modesto contributo è quello sulle origini del cristianesimo. Da circa dieci anni, infatti, conduco ricerche in merito, con migliaia d'ore passate al computer, di giorno ma spesso anche di notte, e diverse altre centinaia a tradurre quanto riuscivo a scaricare dai siti. Le pagine più interessanti per la ricerca sono quelle dei siti americani, di gran lunga più avanzati di noi in tale campo, visto che loro non hanno in casa il Vaticano e soprattutto perchè il tasso di democrazia e di reale liberalismo, malgrado la politica estera dei governanti, è sicuramente assai più elevato del nostro. Anche nei siti tedeschi, da come sono stato informato, ci sono interessanti pagine. Tuttavia, il tedesco per me è "arabo"!

Come la maggior parte dei lettori sa, almeno credo, molti secoli fa, nel IV-V secolo, il clero cattolico, vincente sugli altri culti grazie all'appoggio determinante del potere imperiale, a cui il cosiddetto "cristianesimo ortodosso" si era prostituito, distrusse tutto quanto poteva testimoniare la falsità e l'allucinante inganno che si celava dietro il culto cristiano-ortodosso, i cui esponenti non solo avevano "piegato" la storia passata alle loro esigenze catechistiche e dottrinali, ma avevano anche manipolato in modo altrettanto allucinante i personaggi coinvolti nella vicenda evangelica, sdoppiandone l'identità di molti, tra quelli fondamentali, e creando così delle figure "virtuali" che per oltre 15 secoli hanno condotto fuori strada gli esegeti laici, impedendo loro di dipanare la matassa volutamente ingarbugliata. In altri casi (anch'essi frequenti) si è operato esattamente al contrario, riducendo ad una sola figura evangelica due distinti personaggi storici. Non è difficile ravvisare in tali procedure lo stile ed il gusto degli scrittori teatrali greci, a cui si deve, sicuramente,
la genesi degli attuali vangeli.

Tutto questo ha portato ad un notevole intrigo di questa matassa virtuale, la quale viene a risultare così un guazzabuglio di fili che richiedono di essere districati ad uno ad uno al fine di ricavarne delle "tesserine" da inserire in un mosaico virtuale, allo scopo di ricomporre l'immagine di ciò che è veramente stata l'origine del cristianesimo. Le "tesserine", purtroppo, non ci sono tutte, ma quelle recuperate sono sufficienti a riprodurre le parti essenziali di tale immagine, dando un'idea ben precisa di "che lacrime grondi e di che sangue", per dirla con il poeta!

La sorgente di tali informazioni è multiforme, andando dalla stessa letteratura neotestamentaria, a quella patristica, a quella "apocrifa", a quella degli storici del tempo, a quella dei Mandei, ai frammenti di quella dei manichei tramandatici dagli eruditi arabi, a quella rabbinica (molto importante e soprattutto molto puntuale, ad onta della denigrazione che gli apologisti cattolici ne fanno!).

Per ciò che concerne l'antica letteratura cattolica, in essa si rinvengono solo le briciole di quelle notizie che un giorno avrebbero permesso con facilità di smascherare tutto l'impianto del colossale inganno: tuttavia queste briciole si rivelano estremamente importanti! La letteratura di cui sopra è passata al vaglio di oltre 15 secoli di proterva censura clericale e ciò che rimane è solo frutto di "distrazione" degli scribi o di dati che all'epoca, in mancanza degli attuali supporti tecnici, non si ritenevano "pericolosi".

Nei secoli successivi al IV, persone più istruite nel corpus dell'erudizione cattolica, ravvisarono sicuramente la potenziale pericolosità di tali dati, tuttavia ormai era troppo tardi per pensare di ritirare dal "mercato" tutto quanto sino ad allora circolava per riscriverlo daccapo. E poi, il dominio cattolico si era ormai talmente radicato che nessuno pensava più, almeno pubblicamente, di mettere in dubbio le "sacre" scritture: pena conseguenze drammatiche! (massacri, roghi, torture erano all'ordine del giorno)

Con la necessità di coprire tutto ciò che di vero era stato scritto intorno alla figura di Gesù, tutte le opere storiche ed i lavori dei pagani considerati pericolosi (vedi Celso) venne distrutto, con il risultato che alla fine a parlare del Nazareno furono solo gli scritti cristiani creando, nelle generazioni successive, il dubbio se quella di Gesù fosse stata veramente una figura storica o frutto d'invenzione da parte del clero cristiano (esattamente quello che avviene ancora oggi!). Fu grazie a ciò che le opere dello scrittore ebraico G. Flavio vennero preservate dalla distruzione totale, dal momento che in un periodo compreso tra la metà de III secolo e la prima metà del IV, qualche "buon" cristiano, animato da pia frode, pensò di inserire in tali opere un esilarante passaggio conosciuto all''erudizione ufficiale come "testimonium flavianum".

Lo storico ebreo Giuseppe Flavio, vissuto nel I secolo e quindi contemporaneo del Nazareno, non solo scrisse di Gesù, ma lo conobbe addirittura di persona! Tuttavia, quello che egli scrisse di Gesù, non solo non si adattava alle esigenze dottrinarie del clero cattolico, ma rivelava impietosamente il carattere truffaldino dell'intera teologia cattolica: inganno messo in piedi dai cosiddetti "padri apostolici" e poi affinato nei secoli successivi.

A cagione di ciò, tutti i passaggi in cui appariva la figura di Gesù nelle opere di Giuseppe vennero espunti o adeguatamente mistificati, al fine di rendere impossibile il tentativo degli esegeti di ricondurli a lui. Quando però ci si accorse che a parlare di Gesù e della sua presunta crocifissione-resurrezione erano solo fonti cristiane, mentre gli ereduti pagani accusavano i "gestori" della chiesa di falsità e di inganni (v. Porfirio, Hierocles, ecc.) la conventicola falsaria decise di inserire in Antichità Giudaiche, dello storico Giuseppe Flavio, il famigerato quanto insulso "testimonium flavianum", riconosciuto vergognosamente spurio persino da una parte dell'erudizione confessionale!

Dal momento che all'epoca, grazie anche alla massiccia presenza della componente gnostica, orbitante intorno alla figura del Gesù il nazareno, erano pochi a mettere in dubbio l'esistenza di Gesù, ciò che veniva messa in dubbio era la crocifissione ed il fatto che egli fosse risorto dopo tre giorni. Inoltre, veniva messa in dubbio anche la sua "messianicità" e, soprattutto, il suo carattere "divino". Il "testimonium flavianum" rimediava sorprendentemente a tutte quante le questioni.

La prima versione di tale passaggio forniva puerilmente l'improbabile carattere "cristiano" del presunto autore, lo storico ebreo Giuseppe Flavio, il quale nacque in seno ad una famiglia di rabbini imparentata con la classe sacerdotale di Gerusalemme e, pare, con la casata degli Asmonei-Maccabei. Nei secoli successivi, quando ci si rese conto dell'assurdità di tale passaggio, si provvide a "correggerlo adeguatamente al fine di farlo apparire più "credibile". Ciò spiega perchè oggi abbiamo diverse versioni dello stesso passaggio!

I librai che all'epoca (IV-V secolo) vendevano le opere di Giuseppe, vennero obbligati ad espungere, pena il sequestro delle opere ed anche l'arresto, tutti i passaggi compromettenti riguardanti la figura di Gesù. Tuttavia essi non vennero obbligati ad inserirne di nuovi. Per tale motivo oggi ci si ritrova nella sconcertante situazione che nei testi in mano al mondo rabbinico (tramandati di generazione in generazione) il "testimonium flavianum" è assente , mentre è presente nelle copie che oggi conosciamo, tramandati dai copisti di "palazzo". Gli apologisti cattolici più intransigenti e fondamentalisti giustificano tutto ciò accusando i rabbini di aver espunto il "testimonium flavianum" dalle loro copie, malgrado il fatto, come già detto, che una parte autorevole dell'erudizione confessionale riconosca la natura assolutamente spuria di tale passaggio (Donazione di Costantino docet!). sostenendo che all'origine esso fosse semplicemente una glossa inserita poi "sbadatamente" da qualche copista nel testo originale. (non è una novità in quanto alcuni dei padri, come ad esempio Girolamo, già fecero un tale rilievo)

Tuttavia, si deve proprio alla necessità del "testimonium" che le opere di Giuseppe Flavio si salvarono dalla distruzione o dalla "segregazione" perpetua, sebbene esse siano state sottoposte ad un pesante lavoro di censura e di manipolazione. Il lavoro fu sicuramente molto oneroso, datto che all'epoca dovevano essere diverse le copie in circolazione dei lavori di Gisueppe Flavio. E fu proprio a cagione di tale onerosità che la cosa non venne ripetuta per i vari autori pagani che avevano parlato in modo più o meno critico di Gesù e del primo cristianesimo. Le loro opere, infatti, o vennero distrutte in grandi roghi, come la letteratura antagonista degli "eretici" e degli gnostici, oppure venneto fatte sparire per sempre nei meandri degli archivi della Chiesa, i quali non furono costituiti dal solo Vaticano, ma anche, e soprattutto, dalla miriade di monasteri che sorgevano in tutta l'area cristiana (le maggiori scoperte di testi "protetti", infatti, venne effettuata proprio in tali siti.) Sicuramente si deve proprio al fatto della notevole diffusione sul territorio dei monasteri il recupero quasi totale della letteratura "scomoda". Quando il "santo" clero potè esplicare un potere paralello a quello imperiale, grazie ad imperatori compiacenti, il recupero e la distruzione delle opere scomode divenne coercitivo e questo spiega il ritrovamento di importanti opere, come la letteratura gnostica di Nag-Hammadi, in siti nascosti al fine di salvarli dalla distruzione da parte delle squadracce antelitteram, spesso guidate dai vescovi in persona (v. Teofilo, Cirillo, ecc.)

E' da notare, comunque, che già alla fine del V secolo le opere di Giuseppe erano scomparse dalla circolazione per riapparire poi verso il X-XI secolo con l'attribuzione ad un fantomatico "Egesippo". Non ci si deve meravigliare soverchiamente di ciò, visto che proprio in tale periodo si assistette alla migrazione verso occidente dei "bogomili" (chiamati anche "patarini" in alcune zone del nord Italia), i quali diffusero tra i nuovi adepti la verità su Gesù, che i loro predecessori avevano appreso dai manichei i quali, a loro volta, l'avevano mutuata dai cosiddetti "Sobiai" (o battezzatori). Questi altri non furono che i discendenti della setta gnostica fondata (o comunque guidata) dal maestro gnostico Giovanni il Battista: quella dei "Nasurei" (o Nazareni gnostici).

Per quanto possa apparire incredibile, un epigono di tale setta si è tramandato sino ai giorni nostri. Gli attuali adepti a tale comunità gnostica, vero e proprio "fossile" nel suo genere, sono chiamati "Mandei", da una parola siriaca (aramaico orientale) che significa "conoscenza", da cui il termine greco "gnosis". Dal momento che Gesù il nazareno, per un certo periodo, prima di "emigrare" in Egitto, fece parte della comunità guidata da Giovanni il Battista, gli antenati dei Mandei conobbero vita, morte e "miracoli" di lui e tale conoscenze, sebbene a volte un po' distorte, vennero tramandate sino ai nostri giorni. Ciò che appare assolutamente chiaro, comunque, è che l'immagine di Gesù esce completamente a "pezzi" dagli scritti sacri dei Mandei e che i dati che tali scritture forniscono sono del tutto in linea con quelli forniti dalla letteratura rabbinica: la stessa demonizzata dal mondo cattolico! (da ciò l'inquietudine vaticana che spinge gli apologisti cattolici a negare un diretto contatto degli antenati degli attuali Nasurei/Mandei con Gesù il nazareno). Da quanto sopra, dunque, si intuisce la necessità di diffondere la "testimonianza" di G.Flavio! .


Ego sum veritas

..

"..la fede in Dio non aggiunge nè toglie nulla
alla dignità raziocinante degli uomini; la fede
nelle religioni li riporta al loro stato primordiale,
quando l'uomo era appena uscito dalla sua
primitiva condizione bestiale per evolversi sino
allo stato attuale delle sue conoscenze."

..

Progressista
21-04-07, 21:56
Rispondo solo brevemente sul Testimonium Flavianum.

Ci sono le prove che il testimonium Flavianum sia un falso accertato? Al di là di quello che uno può pensare o sentire, esistono queste prove certe?

Un caro saluto


Le chiedo scusa se non ho risposto prima, ma il suo intervento mi era completamente sfuggito!

Ufficialmente no, ma mettendo insieme tutta una serie di "indizi" la conferma ufficiale diventa solo una questione "burocratica". A cominciare dalle dichiarazioni di alcuni antichi padri (o dottori che dir si voglia) tra cui lo stesso Girolamo, i quali affermarono che si trattò di una glossa a latere inserita "per errore" nel testo originario. Questa è la stessa opinione sostenuta da pochi ma qualificati esponenti ecclesiastici. Poi, abbiamo la testimonianza di un certo Vossio o Vossius, vissuto nel XVII secolo, il quale affermò che nella copia da lui posseduta tale passaggio era assente. Idem per quanto riguarda le copie possedute dal mondo rabbinico. Nessuno degli antichi padri, del III secolo e precedenti, ha mai citato un simile passaggio, ad eccezione del fantomatico "Egesippo": una figura pseudostorica a cui si attribuisce il rifacimento, in chiave "cristiana", delle opere di Giuseppe Flavio. Molti studiosi hanno ravvisato in tale figura lo stesso Eusebio di Cesarea, falsario di professione ed il primo a citare l'insulso "testimonium flavianum"!

Origene, vissuto nella prima metà del III secolo (e quindi prima di Eusebio), non solo non cita il passaggio, ma addirittura afferma che GIUSEPPE F. NON CREDEVA CHE GESU' FOSSE IL MESSIA! Esattamente il contrario di ciò che appare nel testimonium flavianum!!... Infine, tale passaggio è assente anche nella versione slava di Giuseppe Flavio. In una versione recuperata da un lavoro in lingua araba (o siriaca) il testimonium appare sensibilmente diverso, ma questo non perchè esso sia la versione "originale", ma sicuramente perchè coloro che ricopiarono da una precedente versione si resero conto che appariva quanto mai improbabile che Giuseppe, un osservante giudaico, figlio e nipote di rabbini imparentati con la classe sacerdotale, potesse scrivere come un cristiano, e così pensarono che era meglio "ammorbidire" tale passaggio, al fine di renderlo più credibile!


Ego sum veritas

"..la fede in Dio non aggiunge nè toglie nulla
alla dignità raziocinante degli uomini; la fede
nelle religioni li riporta al loro stato primordiale,
quando l'uomo era appena uscito dalla sua
primitiva condizione bestiale per evolversi sino
allo stato attuale delle sue conoscenze."

..

Progressista
22-04-07, 09:33
Mamma mia quanto scrivi!... Ma in sintesi qual'è il tuo pensiero? Comunque, a parte gli scherzi, tu hai per caso letto "la Favola di Cristo"di Luigi Cascioli? Cosa dice di attendibile secondo te?..Io non l'ho letto.. vorrei solamente capire...non mi risponde nessuno per questo libro......


Ciao, Streghetta!..Ho letto di quello stregone di Simon Mago...sarà mica tuo parente?...

"..ma in sintesi qual'è il tuo pensiero? "

Per dare una risposta valida a questa tua domanda, dovrei prima sapere con certezza cosa intendi tu con "tuo pensiero"..

"..comunque a parte gli scherzi tu hai per caso letto "la Favola di Cristo"di Luigi Cascioli? Cosa dice di attendibile secondo te? Io non l'ho letto.. vorrei solamente capire...non mi risponde nessuno per questo libro......"

Domanda intelligente la tua!.. Cercherò di essere esauriente.

Della "Favola di Cristo" ho letto, parecchio tempo fa, la versione "on line" e questa lettura, insieme a quelle riguardanti il sito del prof. D. Donnini, sono state la molla che mi ha spinto a gettarmi a "capofitto" nelle ricerche a sfondo esegetico. Tali ricerche si sono protratte per oltre 10 anni ed i risultati a cui sono giunto sono impensabili, specialmente se si considera il fatto che io non sono uno studioso professionista. Sino a 15 anni fa tutto questo, sempre per uno come me che non dispone di strumenti accademici adeguati, sarebbe stato sicuramente impossibile. Grazie al portentoso sviluppo di Internet (guarda caso "snobbata" e denigrata dagli apologisti cattodipendenti) oggi tali traguardi sono alla portata di chiunque mostri buona volontà e pazienza nelle ricerche.

Con L. Cascioli ho intrattenuto anche una costruttiva corrispondenza epistolare, attaverso la quale ci siamo scambiati reciprocamente dei dati molto importanti. Anche se non hai letto nulla del libro, immagino tuttavia che tu sia informata circa la tematica di fondo portata avanti caparbiamente dal Cascioli, il quale è arrivato addirittura a portare in tribunale il parrroco del suo paese, con l'accusa di "sfruttamento della credulità popolare"! (accusa legittima ma che, purtroppo, non provata in modo adeguato!)

Riassumendo, in breve, Cascioli afferma che quella di Gesù non fu una reale figura storica e che il clero dell'epoca (I-II secolo d.c.) diede il nome "Gesù Cristo" ad un uomo, sedicente "messia" atteso dai giudei, fatto crocifiggere dal procuratore romano dell'epoca: Ponzio Pilato (sicuramente per tumulti sediziosi). Secondo Cascioli, il nome effettivo del personaggio crocifisso fu Giovanni ed il suo paese d'origine non fu Nazareth, ma l'eroica cittadina di Gamala, sulle alture del Golan, distrutta dai romani dopo circa 4 mesi di assedio, nel corso della prima guerra giudaica. Tale origine è condivisa anche da molti studiosi, dal momento che Luca, l'unico evangelista a parlarne, ci dà una descrizione di questa città la quale si adatta perfettamente con Gamala, piuttosto che con Nazareth. Cascioli ritiene che Giovanni sia stato uno dei figli, o addirittura il primogenito, del caporibelle Giuda, detto "il Galileo", il quale morì durante una ribellione avvenuta intorno al 6 d.c., detta "ribellione del Censimento".

Giuda il Galileo (in realtà un "gaulanitide", dal momento che Gamala, la sua città, non era situata nella Galilea ma nel Golan, cioè più a nord della Galilea: probabilmente, all'epoca, l'attributo "galileo" aveva anche la valenza di "ribelle") era figlio di Ezechia degli Asmonei e la sua città era Gamala. Gli Asmonei furono gli ultimi legittimi re d'Israele, poi il trono venne usurpato, con l'aiuto dei romani, dall'idumeo Erode il Grande, il quale eliminò tutti gli Asmonei (compresi due suoi figli avuti dall'asmonea Mariamne) per il timore di essere spodestato. Da ciò, con ogni probabilità, derivava la pretesa di Giovanni di Gamala, nipote di Ezechia (ucciso dallo stesso Erode), di considerarsi legittimo pretendente al trono di Israele.

Sebbene io mi ritrovi d'accordo con moltissime delle cose esposte da Cascioli, tuttavia tra le mie convinzioni e le sue rimane un'inconciliabile veduta di fondo: la storicità di Gesù! A differenza del Cascioli, infatti, io sono ASSOLUTAMENTE convinto dell'effettiva storicità del carattere gesuano.

Ovviamente, sostenendone la storicità non vuol dire sostenere "tout-court" l'improbabile profilo propagandato da secoli dal clero cattolico! Anzi, ritengo che la differenza circa il vero Gesù storico e l'immagine "costruita" di esso dagli antichi "padri", sia addirittura stupefacente! Gesù fu uno straordinario carattere storico ed a lui si sarebbero dovute interessare solo le "penne" dei romanzieri, piuttosto che quelle dei teologi!! In realtà, almeno in parte, questo è proprio quello che è avvenuto...

Se seguirai quanto andrò esponendo nel proseguio, forse potrai farti un'idea più precisa e forse potresti sentirti motivata a fare delle ricerche in proprio: di sicuro il metodo migliore per approdare alla verità...


Ego sum veritas


"..la fede in Dio non aggiunge nè toglie nulla
alla dignità raziocinante degli uomini; la fede
nelle religioni li riporta al loro stato primordiale,
quando l'uomo era appena uscito dalla sua
primitiva condizione bestiale per evolversi sino
allo stato attuale delle sue conoscenze."

..

Progressista
22-04-07, 10:40
signor Serapis, Luigi Cascioli sostiene che Gesù di Nazareth non e' mai esistito, ma e' una figura inventata, fabbrigandola su Giovanni di Gamala, il primogenito di Giuda il Galileo, fratello primogenito a sua volta (tal Giovanni) di quei personaggi che nei vangeli vengono presentati come discepoli di gesù.
Lei cosa ne pensa?...


Ho già accennato a questo argomento nel post in cui rispondo a "Streghetta". Comunque qui ti riassumo per sommi capi.

Condivido molte delle cose che ha esposto il Cascioli e gliel'ho fatto anche presente attraverso uno scambio epistolare in cui ci siamo scambiati reciprocamente importanti dati. Egli ha perfettamente ragione nel sostenere che l'uomo fatto crocifiggere da Pilato non si chiamò Gesù ma, quasi sicuramente, Giovanni "ben Yehuda" (o Giovanni di Gamala), il primogenito del ribelle Giuda il Galielo, ucciso dai romani nel corso della rivolta giudaica scoppiata all'epoca del celebre Censimento (6 d.c.): periodo durante il quale nacque Gesù.

Tuttavia, al contrario delle mie convinzioni, Cascioli non crede che sia esistito un Gesù storico e ritiene che tale nome venne dato impropriamente a Giovanni di Gamala. Dalle mie ricerche è scaturito invece che Gesù fu un effettivo carattere storico, distinto da Giovanni di Gamala, la cui vicenda, sedicente re dei giudei, sedicente messia atteso fatto crocifiggere dai romani e poi "risorto" (rimozione clandestina del cadavere dalla croce) venne utilizzata dai cosiddetti "cristo-paolini" di Antiochia, i qauli lo spacciarono quale "messia" rivelato, salvatore delle anime dei peccatori: un concetto assolutamente alieno alla mentalità ed alle tradizioni dei giudei di tutte le epoche storiche i quali, ovviamente, rifiutarono tale "trappola" pseudoteologica, il cui scopo, anche se non dichiarato apertamente ma palese nei fatti, era quello di indurli ad abbandonare la lotta armata ed accettare "serenamente" e con rassegnazione la dominazione romana e la schiavitù imposta dai padroni, senza ribellarsi! Da ciò si arguisce che chiunque dovrebbe essere in grado di capire quale colossale inganno abbiano ordito i cosiddetti "padri" della chiesa ai danni dell'umanità a loro contemporanea e quella futura!..

Verso il 140-150, quando si diede vita sincreticamnete al prototipo dell'odierno cristianesimo, i due personaggi, vale a dire il mago-predicatore gnostico Gesù il nazareno ed il "messia" crocifisso (Giovanni di Gamala: il Cristo dei paolini di Antiochia), vennero "sovrapposti", per dar vita alla figura pseudostorica "GESU' CRISTO" (vale a dire Gesù+Cristo).

Per quanto possa apparire "strano" tutto ciò, in realtà non fu un'operazione originale, dal momento che all'epoca esistevano già dei modelli pagani a cui ispirarsi! Nel caso specifico, gli "allegri" fondatori del cristianesimo si ispirarono al modello "Serapis"(Serapide): una figura mitologica composta di origine egizia e poi "adottata" dai greci tolomei, i quali regnarono sull'Egitto per oltre due secoli.

Serapide fu il risultato della sovrapposizione di Osiris e di Apis: quest'ultimo spesso identificato con lo stesso "dio" Nilo, il "Padre" dell'Egitto. Osiris, dio dell'oltretomba, era in qualche modo riconducibile alla stessa divinità solare: come del resto anche Apis.

In onore di Serapide venivano organizzate annualmente delle processioni da parte dei sacerdoti del culto, le quali erano precedute da uno o più fedeli che trasportavano una CROCE, simbolo astrale dello stesso Serapis! I 12 sacerdoti presenti alle processioni simboleggiavano le 12 costellazioni che "accompagnavano" il Sole nel corso del suo apparente ed annuale viaggio siderale. Da ciò nacque l'idea di far accompagnare Gesù (il "Sole", cioè Apollo, secondo il concetto dei primi cristiani) da "12 APOSTOLI" e, per raggiungere tale scopo, i falsari sommarono insieme lo stesso Giovanni di Gamala, i suoi fratelli Simone e Giacomo (il "maggiore") ed i discepoli di Gesù. Malgrado questo, il numero dei personaggi così "racimolati" non fu sufficiente per raggiungere la fatidica quota "12" e così i furbastri fondatori duplicarono alcuni dei personaggi di cui già disponevano: nacquero così le coppie "virtuali" Giuda Taddeo-Tomaso e Simone il cananeo-Giuda Iscariota (in realtà il medesimo personaggio poi chiamato "Pietro"). Un dubbio permane per quanto riguarda Filippo ed Andrea: potrebbero essere lo stesso personaggio.

Secondo il Talmud rabbinico, i discepoli di Gesù furono 5: Mattai, Netzer,Nekkai, Buni e Todah. Per Mattai ci sono pochissimi dubbi: si tratta sicuramente di Levi/Matteo! Dal canto suo "Netzer", dal momento che in ebraico tale termine significa "germoglio", potrebbe indicare Giovanni Marco: il più piccolo dei due figli di Gesù. Nekkai potrebbe essere Nicodemo: lo stesso personaggio che l'evangelista Giovanni chiama anche "Lazzaro" (v. lettera di Clemente Alessandrino). Todah, con molta probabilità, sta ad indicare "Taddeo" (vale a dire Giuda Tomaso, il fratello gemello di Gesù). Buni, infine, potrebbe rappresentare un accorciativo di RabBUNI (maestro) per sottindere "ben Rabbuni", vale a dire "figlio del Maestro", che in aramaico diventerebbe "Bar Naba" (o Bar Nabi). E' ovvio, in tale caso, il riferimento a Giuseppe Barnaba, il primogenito di Gesù!...


Ego sum veritas
__________________

"..la fede in Dio non aggiunge nè toglie nulla
alla dignità raziocinante degli uomini; la fede
nelle religioni li riporta al loro stato primordiale,
quando l'uomo era appena uscito dalla sua
primitiva condizione bestiale per evolversi sino
allo stato attuale delle sue conoscenze."

..

Progressista
24-04-07, 12:18
Ho capito. Pero', allora, tu come ti spieghi le straordinarie coincidenze ( o affinita') fra il gesù dei vangeli e il figlio primogenito di giuda il galileo, sottolineate nel libro di Luigi Cascioli - favola di cristo - quali, i nomi dei discepoli di gesù con quelli dei fratelli di giovanni,, i soprannomi, i titoli, tutti uguali, gli stessi...? E poi la stessa citta ' di nazareth, del tutto simile geograficamente alla citta' nativa di giovanni di gamala, gamala, avente il precipizio, e tanto altro esposto da Cascioli?
Come giustifichi tali straordinarie analogie?


E' molto semplice da spiegare. Come ho già detto, la "faccenda" dei 12 apostoli non è altro che una trasposizione letteraria da altri miti, e non ebbe NULLA a che vedere con la vicenda gesuana, almeno quella storica! Ricorrendo a tale artificio, nacque il problema di dare un volto a questi presunti 12 "apostoli" e si ricorse allo stesso meccanismo che portò alla creazione del "Gesù Cristo": vale a dire la sovrapposizione dei due caratteri storici, Gesù il nazareno ed il "Cristo" Giovanni di Gamala.

In pratica, si sommarono insieme i personaggi che orbitarono attorno alla figura di Giovanni di Gamala/ CHRISTOS e quelli che invece orbitarono attorno a Gesù il nazareno/CHRESTOS! Per quanto riguarda quest'ultimo i personaggi furono: Matteo, Tomaso, Taddeo/Giuda di Giacomo (cioè fratello di Giacomo il minore: entrambi fratelli di Gesù!), Filippo, Simone il Canaaneo e Giuda Iscariota. Per ciò che concerne l'"entourage" di Giovanni abbiamo: lo stesso Giovanni ed i suoi due fratelli, vale a dire Giacomo detto il "maggiore" e Simone lo "Zelota". Tutti e tre questi personaggi furono detti le "colonne della Chiesa": ovviamente si trattò della chiesa "cristo-paolina" di Antiochia, fondata sulla figura del sedicente Cristo crocifisso, vale a dire Giovanni di Gamala, sicuramente il maggiore dei tre fratelli.

Giovanni venne fatto crocifiggere ai tempi di Pilato, ma non è detto che ciò avvenne veramente sotto Pilato, in quanto l'uomo che questo procuratore fece crocifiggere fu l'autore dell'omicidio per cui vennero arrestate varie persone (v. vangeli canonici) e fra queste un mite predicatore esseno-nazareno: JESUS BARABBAS, vale a dire lo stesso Gesù il nazareno!

Come sappiamo dai vangeli canonici "Barabbas" (di cui si omette "prudentemente" il nome!) venne fatto rilasciare da Pilato: ESATTAMENTE QUANTO APPARE NELLA VERSIONE SLAVA/RUSSA DI GIUSEPPE FLAVIO, in cui è detto che Pilato fece rilasciare Gesù!!.. Secondo quanto sostenuto da Basilide, un maestro gnostico del II secondo secolo, l'uomo che Pilato fece crocifiggere era conosciuto come Simone di Cyrene. Dal momento che questo personaggio lo ritroviamo nei canonici come colui che portò, per un tratto di strada, la croce "di" Gesù, risulta evidente che la citazione del personaggio venne fatta dai falsari "evangelisti" per spiegare alle pecorelle plagiate la "strana" relazione tra Simone di Cyrene e la croce!!

La vicenda di Simone fatto crocifiggere da Pilato la ritroviamo pari pari nelle Sure del Corano (anche se il nome Simone non viene espressamente citato): a dimostrazione che all'epoca, I-II secondo secolo, la vicenda era ben conosciuta! (ovviamente gli autori del Corano, che scrivevano nel VI secolo, si rifecero alle testimonianze dei giudei della diaspora, presenti in maniera numerosa a Medina ed alla Mecca, città di origine di Maometto) E' dunque assai probabile che Giovanni di Gamala, il sedicente "Cristo" crocifisso, venne giustiziato sotto il successore di Pilato: il procuratore Marcello. (tuttavia, non è escluso che anche Giovanni di Gamala possa essere stato fatto giustiziare dallo stesso Pilato)

Da tenere presente che nel Corano è riportato che i giudei si "vantavano" di aver ucciso Gesù:

«E dissero: "Abbiamo ucciso il Messia Gesù figlio di Maria, il Messaggero di Allah!" Invece non l'hanno né ucciso né crocifisso, ma così parve loro . Coloro che sono in discordia a questo proposito, restano nel dubbio: non hanno altra scienza e non seguono altro che la congettura. Per certo non lo hanno ucciso.» (Surat An-Nisa, 157)

Per quanto possa apparire paradossale, in realtà entrambe le parti hanno ragione! Hanno ragione gli autori del Corano quando affermano che Gesù NON venne crocifisso, dal momento che fu Simone di Cyrene ad essere crocifisso; hanno ragione i giudei quando affermavano di aver ucciso Gesù: infatti, Gesù il nazareno venne giustiziato dai giudei mediante lapidazione nella città di Lydda! La circostanza della lapidazione è anche adombrata nei vangeli canonici, dove però essa appare mistificata (solo un tentativo, sic!), come quasi tutto il resto, d'altronde!

In realtà, una gran parte del materiale redazionale, aggiunto all'iniziale raccolta dei detti di Gesù, servì proprio a creare una versione "paralella" dei fatti riguardanti Gesù e gli altri attori della "commedia" neotestamentaria, al fine di smentire le "dicerie" dei "malvagi" anticristiani che disturbavano la fede delle pecorelle!!...

Naturalmente, ad affermare che Gesù non venne crocifisso non furono solo Basilide ed il Corano, ma TUTTI gli adpeti delle varie sette gnostiche! Gli ebioniti, presso i quali militarono i discendenti dei parenti di Gesù, negarono recisamente che Gesù venne crocifisso! Quando si seppe dell'allucinante uso che i padri "fondatori" fecero della figura di Gesù, "crocifiggendolo" in luogo di Simone il cireneo, gli gnostici parlarono senza mezzi termini di "scandalo della croce" (affermazione che venne spudoratamente mistificata dai padri falsari i quali dissero che gli gnostici si "vergognavano" del fatto che Gesù fosse stato crocifisso, in quanto tale supplizio era considerato infamante!). Nel vangelo di Tomaso, di sicuro il più attendibile tra tutti i vangeli oggi esistenti, non si parla NE' di crocifissione NE' di resurrezione!

I fratelli di Giovanni (il "Cristo" crocifisso), Simone lo Zelota e Giacomo il "maggiore", vennero invece fatti crocifiggere tra il 46 ed il 48 dal procuratore romano Alessandro Tiberio, un ebreo "romanizzato" (fu il figlio di un fratello di Filone Alessandrino). Questo episodio, sebbene mistificato, è ripreso anche dagli Atti degli Apostoli, dove però a morire fu il solo Giacomo: Simone viene fatto salvare dal "Deus ex machina" che fa addormentare i soldati, libera dalle catene Simon Pietro e gli spalanca tutte le porte (siamo in pieno contesto teatrale greco!). La ragione di tale "salvataggio" letterario non va ricercata nella necessita di recuperare il personaggio, ma solo il suo "nick": CEPHAS/PIETRO!

Infatti, con tale nick i falsari tenteranno di recuperare la criminale reputazione di un altro Simone: il CANAANEO, autore, insieme alla sua banda di farabutti, dell'assassinio dei coniugi Anania e Sapphira, nonchè del tentato omicidio (sempre insieme alla sua banda) di Simon Mago: tentativo avvenuto a Roma nel 64 e che costerà a Simon "Pietro" la crocifissione a "testa in giù" inflittagli dallo stesso Nerone! E' molto probabile che già in Cesarea, quando Simon Mago si trovava ancora in Palestina, Simon "Pietro" (il canaaneo, NON lo zelota) abbia attentato una prima volta alla vita del "mago" gnostico. In Recognitiones, del pseudo Clemente, è rievocata la vicenda, trasformata però in una sorta di sfida "letteraria" sulle conoscenze delle scritture (ovviamente per non nuocere all'immagine di Pietro!) Da sottolineare che tale siffatto individuo è considerato ancora oggi il fondatore del papato!! Come dire: il buongiorno si vede dal mattino!

Dal computo degli apostoli di cui sopra mancano ancora due personaggi: Andrea e Bartolomeo. Di entrambi si sa pochissimo ed è difficile quindi collocarli. Di sicuro "Bar-Tolomeo" è un patronimico per cui, dato che non è riportato il nome, è legittimo supporre che si sia voluto dar vita ad una figura "virtuale", separando il nome dal patronimico al fine di far apparire due personaggi distinti (un meccanismo ESTREMAMENTE abusato nel contesto neotestamemtario!). Per ciò che riguarda Andrea, non è improbabile che esso sia un secondo nome con il quale era conosciuto Filippo: un personaggio storico, sebbene sensibilmente diverso da come ce lo propongono i vangeli!

C'è da dire, infine, che alcuni dei personaggi "gesuani" risultano sdoppiati, al fine di raggiungere la fatidica quota 12! Uno di questi è Tomaso-Taddeo-Giuda di Giacomo. Che Taddeo e Giuda di Giacomo siano la stessa persona è cosa elementare, visto che in Marco e Matteo compare Taddeo ma non Giuda di Giacomo, mentre in Luca compare Giuda di Giacomo ma non Taddeo. Che Tomaso sia lo stesso che Giuda di Giacomo ce lo conferma ampiamente il Vangelo di Tomaso, il cui incipit recita: Queste sono le parole segrete che Gesù disse a Didimo Giuda Tomaso.

Dove è celato l'"inghippo"?..E' semplice: in ebraico gemello si dice "toma" (o tomah). I furbastri "evangelisti" anzichè tradurre "toma" in greco, con il l'appropriato termine "didimos", lo traslitterano in "thomas", dando ad intendere che si trattava di un personaggio diverso da Giuda! In questo modo, come si suol dire, presero due piccioni con una fava: crearono un apostolo virtuale da aggiungere agli altri "11" ed allontanarono il sospetto legato alla parola "gemello" (gemello di Gesù, ovviamente!). Ma poi ci pensò Giovanni, ritenuto l'ultimo degli evangelisti, a rompere le uova nel paniere, citando, in un celebre passaggio "Tomaso detto Didimo"!!.. Vale a dire "Gemello detto Gemello"!

Il fatto che l'autore del vangelo di Tomaso (ma più probabilmente lo scriba che ricopiò una precedente versione) abbia riportato la parola gemello sia in forma traslitterata (Thomas), sia in forma tradotta (Didimos), può essere indice che all'epoca era già nota la truffa dei padri che avevano sdoppiato Giuda, il gemello di Gesù, in due apostoli: Tomaso e Giuda! In tal caso, l'intenzione dello scriba potrebbe essere stata quella di rimarcare che si trattava della stessa persona!


Ego sum veritas
_________________

"..la fede in Dio non aggiunge nè toglie nulla
alla dignità raziocinante degli uomini; la fede
nelle religioni li riporta al loro stato primordiale,
quando l'uomo era appena uscito dalla sua
primitiva condizione bestiale per evolversi sino
allo stato attuale delle sue conoscenze."
.