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Visualizza Versione Completa : aumenti spropositati: maggioranza contro...maggioranza!



ilGladiatore (POL)
24-04-07, 09:33
“Il forte rincaro delle tariffe idriche registrato in Umbria nel 2006 (+24 per cento), ed in particolare nella provincia di Terni (+40), non è giustificato dalla qualità del servizio che è inferiore a quella delle altre regioni italiane”. E’ quanto rileva il presidente del gruppo regionale Prc-Se, Stefano Vinti che porta a sostegno di ciò alcuni dati dell’Istat riferiti al 2005. “Le nostre aziende – spiega Vinti - non garantiscono un’efficienza maggiore nella erogazione di questo fondamentale bene: prendiamo, ad esempio, il dato relativo alla regolarità della distribuzione dell’acqua, per il quale l’Umbria si segnala con un 12,6 per cento delle famiglie che si dicono vittime di disservizi. Una percentuale che nell’area centro-nord del Paese è la peggiore ad esclusione della vicina Toscana (14,2) ed assai prossima ad un dato medio nazionale (13,8) che è fortemente appesantito dai pesanti disservizi che sono denunciati nel meridione d’Italia”. Ma gli aumenti tariffari, secondo Vinti, non trovano spiegazione neanche “nei maggiori costi sostenuti per il trattamento ed il riutilizzo delle acque reflue, perché i nostri impianti di depurazione coprivano appena il 42 per cento della popolazione dei Comuni con servizio di rete fognaria, rispetto ad una media nazionale che in questo caso era del 55,4. Tutto ciò malgrado l’Umbria – aggiunge Vinti - goda di condizioni naturali assai favorevoli: la qualità delle nostre acque è decisamente superiore alla media nazionale, tanto che si rendono necessari interventi di potabilizzazione solo per il 17,4 per cento di quelle prelevate a scopo idropotabile, contro una media nazionale del 31,1. In Umbria spendiamo meno per depurare le acque reflue ed è inferiore anche l’incidenza sui costi per il trattamento di potabilizzazione dell’acqua prelevata, ma al tempo stesso le tariffe praticate sono superiori a quelle di altre regioni. E illuminante al riguardo – aggiunge Vinti - il confronto con la Lombardia dove il 69 per cento della popolazione è servita da impianti di depurazione ed il 43 per cento dell’acqua prelevata deve essere sottoposta a trattamento di potabilizzazione e dove, malgrado ciò, si è avuta nel 2006 una tariffa media di appena 159 euro rispetto ai 246 richiesti agli umbri. Certo – riconosce Vinti - da noi incidono più fortemente che il Lombardia (dove i prelievi vengono per lo più effettuati dai grandi fiumi) i costi acquedottistici per le distanze che separano in genere le nostre fonti di approvvigionamento dai luoghi di consumo (emblematico il caso di Perugia), ma certe altre differenze restano del tutto inspiegabili, come ad esempio i 27 euro che, secondo Cittadinanzattiva si sono pagati nel 2006 in Lombardia per il servizio fognario, contro i nostri 40 e, soprattutto, i 9 euro lombardi contro i 28 euro umbri per una non meglio precisata ‘quota fissa’”. Secondo l’esponente di Rifondazione comunista un altro dato significativo è la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano “che ci penalizza nuovamente: in Umbria, infatti, secondo l’Istat appena il 68,1 per cento dell’acqua prelevata arriva nelle case attraverso le reti comunali di distribuzione, inferiore al dato medio nazionale (69,9). Il resto se ne va per usi pubblici, per sfiori di serbatoi, per furti o prelievi abusivi eper perdite delle condotte. Anche questo – conclude Vinti - ci dice, dunque, che c’è qualcosa da rivedere nell’organizzazione del servizio idrico regionale”