bianconero (POL)
08-05-07, 11:25
"Test antidroga gratis". A Milano è bufera
L'Unione: "Operazione inqualificabile"
di GIUSEPPINA PIANO
MILANO - Il Comune di Milano lancia l'antidoping nelle case degli adolescenti. Regalando alle famiglie dei ragazzini tra i 13 e i 16 anni un test antidroga. L'amministrazione della Cdl ha presentato ieri un primo round: a 3.887 genitori di una zona della città, la settimana prossima, arriverà a casa una lettera in cui si invita a prendere coscienza che bisogna "combattere la cultura dello sballo". Allegato un coupon da presentare in una della farmacie comunali del quartiere per ritirare, gratis, il kit con cui scoprire se il figlio ha fatto uso di sostanze. Un primo passo. "Entro l'anno estenderemo l'iniziativa a tutta la città", assicura l'assessore comunale alla Salute Carla De Albertis. Sollevando però un polverone, con dissociazioni e critiche che arrivano anche da colleghi di giunta.
Lei, il vulcanico assessore di An che il sindaco di Milano Letizia Moratti ha scelto come responsabile della Salute, va dritta come un treno. Iniziativa per "portare il dialogo nelle famiglie su un tema gravissimo". E poi: "Noi dobbiamo dare il buon esempio: chiederò anche ai miei colleghi di giunta di entrare nella squadra dei testimonial e farsi il test". Lei, in conferenza stampa, presenta il suo di esame antidroga, negativissimo, specchiato e certificato da un ospedale. Quello che sarà regalato alle famiglie, invece, è da fare a casa. Un test delle urine semplice e banale, un tampone che si colora in base alla reazione. E può scoprire se il ragazzo fatto uso di cocaina, anfetamina, metanfetamina, marijuana e oppiacei. In farmacia costa 24 euro. Ma per i genitori sarà gratuito. Quanto costerà alle casse pubbliche l'operazione? "Per estenderlo a tutte le famiglie di adolescenti in città ancora non lo sappiamo, stiamo trattando con lo sponsor", dice l'assessore De Albertis. Si sa, invece, quanto costerà il primo round di spedizione e distribuzione alle prime 3.887 famiglie: 3mila euro per le casse pubbliche, perché il resto sarà "sponsorizzato" dall'azienda che commercializza il test in Italia. Soldi pagati dal Consiglio di zona 6, il cui presidente Massimo Girtanner ha voluto per i suoi cittadini l'iniziativa subito sposata dall'assessorato comunale. Sia il presidente della zona che l'assessore De Albertis sono di An. Lui giura che "non vogliamo far diventare i genitori dei poliziotti ma informarli e farli parlare con i figli".
Dure critiche arrivano dall'Unione ("operazione inqualificabile: invece del dialogo si dice spia tuo figlio", dice Marilena Adamo dell'Ulivo), ma anche da Forza Italia ("Non è facendo diventare poliziotti i genitori che si affronta il problema", per il capogruppo Giulio Gallera). Sorpresi gli assessori. E sorpresa deve essere anche il sindaco Moratti, che ieri sulla vicenda non ha fatto alcuna dichiarazione. Il suo assessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli, però, non è stata affatto tenera: "Non sapevo niente di questa iniziativa. Ma non credo che abbia senso, non è così che si risolve un problema tanto grave". Si dissocia pure Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura, che parla di "un'iniziativa capricciosa. Ma a fare il test sono prontissimo". E "pronto" è anche l'assessore ai Giovani Giovanni Terzi, forzista, che però dice: "Non so quanto questa iniziativa possa servire ad affrontare il problema tra i giovani".
L'Unione: "Operazione inqualificabile"
di GIUSEPPINA PIANO
MILANO - Il Comune di Milano lancia l'antidoping nelle case degli adolescenti. Regalando alle famiglie dei ragazzini tra i 13 e i 16 anni un test antidroga. L'amministrazione della Cdl ha presentato ieri un primo round: a 3.887 genitori di una zona della città, la settimana prossima, arriverà a casa una lettera in cui si invita a prendere coscienza che bisogna "combattere la cultura dello sballo". Allegato un coupon da presentare in una della farmacie comunali del quartiere per ritirare, gratis, il kit con cui scoprire se il figlio ha fatto uso di sostanze. Un primo passo. "Entro l'anno estenderemo l'iniziativa a tutta la città", assicura l'assessore comunale alla Salute Carla De Albertis. Sollevando però un polverone, con dissociazioni e critiche che arrivano anche da colleghi di giunta.
Lei, il vulcanico assessore di An che il sindaco di Milano Letizia Moratti ha scelto come responsabile della Salute, va dritta come un treno. Iniziativa per "portare il dialogo nelle famiglie su un tema gravissimo". E poi: "Noi dobbiamo dare il buon esempio: chiederò anche ai miei colleghi di giunta di entrare nella squadra dei testimonial e farsi il test". Lei, in conferenza stampa, presenta il suo di esame antidroga, negativissimo, specchiato e certificato da un ospedale. Quello che sarà regalato alle famiglie, invece, è da fare a casa. Un test delle urine semplice e banale, un tampone che si colora in base alla reazione. E può scoprire se il ragazzo fatto uso di cocaina, anfetamina, metanfetamina, marijuana e oppiacei. In farmacia costa 24 euro. Ma per i genitori sarà gratuito. Quanto costerà alle casse pubbliche l'operazione? "Per estenderlo a tutte le famiglie di adolescenti in città ancora non lo sappiamo, stiamo trattando con lo sponsor", dice l'assessore De Albertis. Si sa, invece, quanto costerà il primo round di spedizione e distribuzione alle prime 3.887 famiglie: 3mila euro per le casse pubbliche, perché il resto sarà "sponsorizzato" dall'azienda che commercializza il test in Italia. Soldi pagati dal Consiglio di zona 6, il cui presidente Massimo Girtanner ha voluto per i suoi cittadini l'iniziativa subito sposata dall'assessorato comunale. Sia il presidente della zona che l'assessore De Albertis sono di An. Lui giura che "non vogliamo far diventare i genitori dei poliziotti ma informarli e farli parlare con i figli".
Dure critiche arrivano dall'Unione ("operazione inqualificabile: invece del dialogo si dice spia tuo figlio", dice Marilena Adamo dell'Ulivo), ma anche da Forza Italia ("Non è facendo diventare poliziotti i genitori che si affronta il problema", per il capogruppo Giulio Gallera). Sorpresi gli assessori. E sorpresa deve essere anche il sindaco Moratti, che ieri sulla vicenda non ha fatto alcuna dichiarazione. Il suo assessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli, però, non è stata affatto tenera: "Non sapevo niente di questa iniziativa. Ma non credo che abbia senso, non è così che si risolve un problema tanto grave". Si dissocia pure Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura, che parla di "un'iniziativa capricciosa. Ma a fare il test sono prontissimo". E "pronto" è anche l'assessore ai Giovani Giovanni Terzi, forzista, che però dice: "Non so quanto questa iniziativa possa servire ad affrontare il problema tra i giovani".