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SubZero
29-05-07, 20:41
PAROLA DI MISTER

29/05/2007 15.10.00

Ieri sera a "Studio Milan Lunedì", un ospite d'onore, anzi due. Carlo Ancelotti e lei, splendente come non mai, la Coppa dei Campioni, hanno nobilitato l'appuntamento del lunedì di Milan Channel


MILANO - Due graditissimi ospiti d'onore ieri a "Studio Milan Lunedì": il mister rossonero, Carlo Ancelotti, che ha portato con sé quella Coppa dei Campioni che tutti i cuori rossoneri sognavano di riavere a Milano. Ed eccola qua. "La sognavo anch'io una serata così, stasera si festeggia ancora una volta...E' stata una gioia grande perché ne abbiamo passate tante".

Quando ha capito che la squadra avrebbe potuto puntare alla finale: "Il momento chiave è stata la vittoria di Monaco, da lì ci siamo avvicinati molto e abbiamo pensato che una stagione difficile potesse essere ricordata come una stagione trionfale". Sulla finale di Atene con il Liverpool: "E' stata una partita compressa dall'atteggiamento del Liverpool, noi siamo stati abili nell'adeguarci pur avendo nella testa l'idea di attaccare e di fare gol".

Nelle dichiarazioni che hanno preceduto l'appuntamento di Atene, il mister ha sempre dato sicurezza, proprio ai microfoni di Milan Channel aveva detto di stare tranquilli perché era tutto pronto: "Nelle finali occorre dare particolare attenzione all'aspetto psicologico. Abbiamo avuto il tempo necessario per organizzare tutto dal punto di vista tattico. Il giorno della vigilia, quindi, ci siamo concentrati nel creare la giusta situazione, a volte sdrammatizzando, mettendo la squadra nelle migliori condizioni: io ero convinto che avremmo fatto bene".

Nel 2003, nella doppia semifinale con l'Inter, Carlo Ancelotti aveva "bacchettato" la stampa rea d'occuparsi del futuro dei due allenatori piuttosto che del calcio giocato. Ora il clima fra le due milanesi sembra ancor più esasperato: "C'è questo tipo di tendenza ma non penso che sia così. In quell'occasione volevo far notare il fatto che si concentrava più sul futuro dei due tecnici facendo passare l'evento in secondo piano. Ora credo che i tifosi del Milan abbiano sofferto la storia dello scudetto pulito perché i tifosi del Milan sanno benissimo cosa è successo nei due anni passati e cioè che il Milan è sempre stato assolutamente pulito, leale, corretto. Quello di Ambrosini è stato un eccesso e ha avuto l'intelligenza di chiedere scusa. Fra le due squadre c'è rivalità, è normale. Chiuderei la questione dicendo che l'Inter ha fatto molto meglio del Milan in campionato e il Milan ha fatto molto meglio dell'Inter in Champions League. La vittoria in campionato la senti arrivare, la Coppa dei Campioni invece può essere una grande gioia oppure una immensa delusione quindi riuscire a vincerla dà una gioia irrefrenabile".

Tutta la stampa, all'unisono, nei momenti di difficoltà del Milan ha messo il mister rossonero in discussione preventivando l'arrivo di quello o di quell'altro allenatore. "I problemi li abbiamo affrontati con la coesione del gruppo. Le difficoltà sorgono perché ci sono dei motivi ed è indispensabile cercare il perché. Evidentemente non era legato a me e al mio rapporto con i giocatori. Piuttosto i nostri problemi erano legati alla mancata preparazione, agli infortuni, ai giocatori che hanno disputato il Mondiale che non hanno avuto il tempo per ritrovare la condizione. Questi erano i problemi da risolvere. Un altro aspetto importante era legato a una questione tattica e in questo senso il recupero di Ambrosini è stato fondamentale. Il suo recupero non è stato semplice e paradossalmente la chiave del suo recupero è stato l'infortunio rimediato in Coppa Italia ad Arezzo. Ambrosini è uscito disperato ma dopo due giorni è passato tutto tant'è che l'ho schierato tre giorni dopo. Si trattava soprattutto di una questione nervosa. Per la squadra il periodo peggiore è stato fra novembre e dicembre quando cioè priva di preparazione la squadra calava dal punto di vista fisico. Poi la decisione, fondamentale, di andare in ritiro a Malta".

Il 20 novembre prima della sfida con l'Aek Atene Carlo Ancelotti spiazzò tutti quanti dichiarando che il Milan avrebbe preso le misure perché l'obiettivo era quello di tornare ad Atene per la finale: "Ho fatto un assist...A dicembre abbiamo cominciato a pensare seriamente alla Champions. Si trattava di sette partite, 630 minuti, ce l'avremmo potuta fare. Alla finale invece ci siamo detti che mancavano solo 90 minuti...". Già nel cuore dei tifosi, ora Carlo Ancelotti "rischia" di essere mitizzato: "Mi dà molta gioia e molta soddisfazione. Questa vittoria l'ho vissuta in maniera diversa, mi sono lasciato andare un po' di più. E' stata un'emozione unica, ad Atene ma sinceramente quello che mi ha maggiormente colpito è stato il tour per Milano a bordo del pullman scoperto. E' stato tutto improvvisato, siamo partiti alle sette e pian piano la gente si univa a noi, alla festa. Poi l'arrivo in Piazza del Duomo è stata qualcosa di incredibile".
Sul dna europeo del Milan: "E' legato alla filosofia che ha questa Società, una filosofia portata avanti dai giocatori simboleggiati in primis da Maldini e Costacurta che, a loro volta, passeranno a giocatori come Pirlo, Nesta, Seedorf, Kakà, Gilardino...il testimone. Al Milan, da vent'annì, la dirigenza è la medesima, mentalità questa che viene trasferita anche nella squadra. E' una linea di continuità che aggrega. Il ciclo del Milan continua perché questa Società ha dato questa linea di grande solidità e continuità". Sul suo rapporto con il Milan: "Si sta insieme fino a che ci sono le condizioni di stare insieme. Mi sento parte integrante di questa Società, di questa squadra. Sicuramente, nei prossimi giorni, allungheremo il contratto ma l'importante è avere delle belle sensazioni, quelle che sto vivendo adesso. E potrebbero andare avanti a lungo...". Sull'arrivo di Ronaldo: "Il suo arrivo, in campionato, è stato molto importante perché ha contribuito a garantirci la sicurezza del quarto posto che ci ha dato maggiore tranquillità per gli impegni di Champions".

Le parole di Paolo Maldini pronunciate ad inizio stagione e relative alla volontà d'arrivare fino ad Atene: "Era il sentimento di tutti noi. Il Milan ha vinto sette Coppe dei Campioni, e questo conta. C'è qualcosa di particolare, una chimica particolare che c'è in questa squadra che è difficile spiegare con le parole forse potrei provarci dicendo che Cesare Maldini aveva alzato la Coppa nel '63 e Paolo a quarant'anni di distanza...". Sulla presenza del Capitano alla finale di Atene: "Ho lasciato a lui la decisione. Paolo è il capitano, è molto attaccato a questa maglia ed è stato giusto che decidesse lui, non me la sono sentita di fare questa scelta e, considerata la sua onestà intellettuale e il suo carisma, ho lasciato a lui la decisione. Paolo, poi, dopo Catania ha lavorato regolarmente dieci giorni con la squadra senza problemi".

Cinque anni da protagonisti in Europa: per Carlo Ancelotti qual è stata la partita più bella? "Quella con il Manchester è stata una partita incredibile - ha risposto il mister e ancora gli occhi gli brillano - soprattutto in relazione al gioco espresso. Le stesse sensazioni le ho provate durante il primo tempo della finale a Istanbul. Quei primi 45 minuti di gioco li hanno rivisti in pochi, me compreso, ma ricordo che all'ora come contro il Manchester mi son detto: 'E' vero o...'

Su Yoann Gourcuff: "E' un centrocampista completo, con buone capacità offensive. Il suo unico problema è l'eccesso di prestazione, cioè vuol fare vedere quanto è bravo e complica le cose giocando più per sé che per la squadra. Yoann ha solo vent'anni, deve avere un po' di pazienza e diventerà un titolare del Milan". Su Dida: "Non ha fatto una buona stagione, ha commesso degli errori e ha avuto due infortuni di grossa entità: uno al ginocchio, l'altro alla spalla ma nel finale ha fatto delle cose buone, si è dimostrato concentrato e determinato". Su Gilardino: "Rappresenta il presente e il futuro del Milan. Quest'anno ci si aspettava un salto di qualità ma per un giovane come lui può arrivare con un anno di ritardo. Alberto deve migliorare in termini di personalità, di convinzione nei propri mezzi". Su Kakà che in Champions si esalta: "Nel girone preliminare Kakà è stato particolarmente determinante: ci ha trascinato fuori dal pantano. Poi la squadra ha ripreso a girare. Kakà sa perfettamente che la Champions è una vetrina internazionale e ci tiene a fare bella figura perché è molto legato alla squadra e perché ha la legittima ambizione di essere riconosciuto come un grande calciatore a livello mondiale". Su Inzaghi e il suo infallibile fiuto per il gol: "Si può dire che ha ribaltato le carte in tavola: è il gol che si è innamorato di lui". Su Kaladze: "E' un sanguigno, è un ragazzo molto istintivo. Ha avuto un'annata difficile ma ultimamente stava bene. E' giovane e ha il futuro davanti a sé".

Sulle possibili manovre di mercato: "Quella che attende il Milan l'anno prossimo è una stagione estremamente affascinanti. Gli impegni sono tanti e abbiamo pensato di mettere un giocatore in più a centrocampo che abbia determinate caratteristiche, un giocatore "simile" ad Ambrosini per intenderci poi che sia Emerson o un altro...non sarà un giovane ma qualcuno già pronto per le competizioni che ci aspettano". In conclusione: "Quest'anno il ciclo doveva finire e invece la storia continua...".