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Visualizza Versione Completa : Lazio, Peruzzi mantiene la calma...



piccolasamurai
15-06-07, 10:03
Gio 14 Giu, 9:33 PM


Il presidente Claudio Lotito sta impegnandosi a fondo per allontanare definitivamente Angelo Peruzzi dalla Lazio . Il patron biancoceleste ha mancato tutti gli appuntamenti decisivi per trattenere in societa'' il portiere romano e, legittimamente, Angelo si e'' stufato: "Io sono qua, se la Lazio mi vuole bene, altrimenti faro'' altre cose. Con Lotito una settimana fa c''e'' stato un equivoco: mi aveva detto che ci saremmo visti in questa settimana, ma non c''e'' problema, andra'' bene anche a fine mese".


io nn ho parole....

fab87
15-06-07, 10:37
senza parole...con enorme dispiacere dico a peruzzi di andarsene...perchè questa società comandata da lotito non lo merita..quando lotito se ne andrà..le porte per lui saranno spalancate...

francesco87 (POL)
15-06-07, 11:38
che belle cose...

Flaxio
15-06-07, 12:30
Peruzzi sta venendo trattato una merda da Lotito....il gestore è fatto così, non vuole troppi dirigenti intorno ai piedi...speriamo solo che il buon senso prevalga questa volta.

RiccardoCN
15-06-07, 14:56
....e pensate che c'è qualcuno che reputa una merda Peruzzi....solamente per andare appresso a un personaggio che odia i Laziali ma che purtroppo fa il gestore...LOTITO VATTENE!!

gerardo1961
15-06-07, 15:50
Ancora co sta storia de Peruzzi, ancora co sta storia de Lotito, ancora ....ancora....ancora non avete capito che già era tutto scritto???

RosarioCN
19-06-07, 09:55
Peruzzi e il futuro: "sono curioso di vedere come finirà" "Chi di dovere sapeva da un anno che stavo meditando di ritirarmi".

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Angelo Peruzzi è intervenuto oggi nella trasmissione radiofonica "La voce della Nord" ed ha parlato del suo futuro, che al momento è tutt'altro che certo.

"A questo punto sono proprio curioso di vedere cosa succederà - ha detto il portierone biancoceleste - di sicuro se non verrà ufficializzata la rescissione del mio contratto sarò costretto a presentarmi in ritiro. Sarebbe una situazione paradossale, anche perchè sono convinto di essermi sempre comportato con la massima correttezza. Non mi sento di aver messo in difficoltà nessuno, chi di dovere sapeva da un anno che stavo meditando di ritirarmi".

Per colpa di qualcuno NOI C'ABBIAMO ANGELO PERUZZI sta diventando NOI C'AVEVAMO ANGELO PERUZZI...

LOTITO VATTENE!!!!!!!

gerardo1961
19-06-07, 15:27
Venti anni di carriera, trionfi (tanti), delusioni (qualcuna) e mille storie da raccontare. Da quasi un mese Angelo Peruzzi è un ex. La prossima stagione il Cinghialone («il soprannome me lo diede Di Livio») non volerà più da un palo all'altro, ma si accomoderà dietro una più comoda scrivania.
Nessun ripensamento? «No. Nonostante Delio Rossi e, soprattutto, mia moglie abbiano provato a farmi cambiare idea».
Sua moglie? «Sì. Teme molto la mia maggiore presenza domestica...».
Il 20 maggio, contro il Parma, la sua ultima partita. La prima venti anni prima. A San Siro contro il Milan... «...Ero il secondo portiere della Roma. Entrai perché Tancredi fu colpito da un petardo».
Calcio e violenza. Allora come oggi. «Il problema è culturale. Si va allo stadio per sfogarsi. Invece dovremmo tornare a concepire la partita solo come puro divertimento».
Che calcio era nell'87? «Meno globalizzato, un po' più a misura d'uomo. E non c'era ancora la televisione onnipresente di adesso».
E i portieri potevano ancora prendere con le mani i retropassaggi. «Il mio ruolo è quello che ha subito le maggiori trasformazioni. Allora bastava saper parare. Oggi invece devi usare anche i piedi. E bene».
È per questo che in Italia, Buffon a parte, vanno per la maggiore portieri stranieri. Brasiliani, in particolare? «Me l'avessero detto tempo fa avrei pensato a uno scherzo. Invece è successo che in Brasile hanno introdotto la figura del preparatore dei portieri e la media è cresciuta. Da noi c'è invece una crisi generazionale».
Un anno dopo Moggiopoli anche lei pensa non sia cambiato nulla? «Non scherziamo. Però ci sono anche tante cose che sono rimaste eguali. Basta vedere chi sono i dirigenti...».
E di Moggi, suo ex d.g., che pensa? «Che è stato il dirigente più importante del nostro calcio degli ultimi anni. Nel bene e nel male».
Soprattutto nel male. «È arrivato un momento in cui ha pensato di poter fare qualsiasi cosa. Però se è giunto a tanto è anche perché gli altri glielo hanno consentito».
Alla Juve i suoi momenti più belli? «Sì. Su tutti la Coppa dei Campioni vinta con l'Ajax e l'Intercontinentale. Però di Champions potevamo vincerne almeno un'altra (finali perse con Borussia Dortmund e Real, ndr) ».
La delusione più grande? «Il flop della Lazio 2000-01: eravamo i più forti d'Europa, non vincemmo nulla. Il cruccio maggiore resta però la squalifica per doping (caso-Lipopill: lui e Carnevale fermati per un anno,ndr) ».
E il processo per doping alla Juve? «Mah. Dico solo che il concetto di abuso di farmaci è un po' generico. Il doping si combatte con regole certe».
L'anno scorso in Germania ha saldato il debito con la Nazionale. Ancora una volta con Lippi in panchina. «Gli devo molto. Il suo pregio? Grande trascinatore. Il difetto lo conoscono tutti: è permaloso. Alla Juve lo prendevamo in giro perché si toccava sempre il naso: non si divertiva...».
E gli altri tecnici? «Sacchi è l'uomo che ha cambiato il calcio in Italia. Liedholm era una specie di totem, soprattutto per noi giovani. Delio Rossi è stato una rivelazione: non pensavo fosse così bravo».
E i dirigenti? «Viola e Boniperti avevano caratteri difficili, ma ce ne fossero così... L'avvocato Agnelli mi telefonava all'alba per chiedermi quanto pesavo. Moratti è un buono: è la sua forza, ma anche il suo limite. Lotito? La sua caparbietà lo porterà lontano, ma deve delegare un po' di più».
Potrebbe farlo con lei, chiamandola a fare il dirigente. «Mi piacerebbe. Ma non andrò ad elemosinare un ruolo».


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