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Neva
15-06-07, 17:06
Il Vaticano decreta : Amnesty International è IMMORALE
Il cardinale Roberto Martino, riferendosi ad un comunicato stampa del 13 giugno del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, dichiara :
-Che qualsiasi finanziamento da parte della Chiesa, e offerte dei privati cittadini cattolici verso Amnesty devono essere tassativamente aboliti.
Di quale crimine orrendo si sarà mai macchiata Amnesty ?
L'accusa secondo il cardinale Roberto Martino, ( sembrano fare a gara nel chi la spara più grossa ), sta tutta nella difesa dei diritti umani da sempre unico scopo dell'associazione benemerita;che oggi chiede, che venga riconosciuto in tutto il mondo, alle donne vittima di stupro il diritto di esercitare un aborto non condannabile o giudicabile dal Vaticano. Sull'altare non vi è posto per la pietà, e nemmeno per la coerenza.
Già la coerenza, il Vaticano come al solito rimuove ,tace e nasconde.
Nulla dice sulle pillole antifecondative fatte assumere alle suore in età fertile, in quelle zone del mondo che si ritengono a rischio .
Nulla dice delle pillole del giorno dopo somministrate alle suore stuprate.
Tace su quelle suore del ex Congo Belga, costrette ad abortire.
Tace ancora su quelle suore che hanno portato avanti la gravidanza,alle quali subito dopo il parto è stato chiesto di dar via il bambino.
E tace sulla cacciata dei conventi come reiette, di queste suore-mamme, che si sono rifiutate di dar via il figlio.
Come sempre, due morali, una di facciata, ed un’altra per proprio uso e consumo.
Amnesty , precisa di non avere mai avuto finanziamenti da parte del Vaticano , o da organizzazioni che dipendono dalla Chiesa Cattolica, e cita il suo Statuto.

Lo Statuto internazionale dell’organizzazione per i diritti umani recita, all’art. 1: “Amnesty International è indipendente da governi, partiti politici, chiese, confessioni religiose, organizzazioni, enti e gruppi di qualsiasi genere e svolge la propria attività prescindendo da ogni tendenza a loro propria”.

Pisittu
15-06-07, 18:47
CS68-2007: 13/06/2007

Amnesty International precisa la propria posizione sull’aborto e replica al Cardinale Martino: mai ricevuti finanziamenti da Vaticano o da organizzazioni che dipendono dalla Chiesa Cattolica

La Sezione Italiana di Amnesty International, in relazione alle dichiarazioni del cardinale Renato Martino (rif: comunicato stampa del 13 giugno del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace), secondo cui a seguito della “presa di posizione arbortista di Amnesty International (…) conseguenza inevitabile di tale decisione sarà la sospensione di ogni finanziamento a Amnesty da parte delle organizzazioni ed anche dei singoli cattolici”, precisa di non aver mai ricevuto finanziamenti dal Vaticano o da organizzazioni che dipendono dalla Chiesa Cattolica.

Lo Statuto internazionale dell’organizzazione per i diritti umani recita, all’art. 1: “Amnesty International è indipendente da governi, partiti politici, chiese, confessioni religiose, organizzazioni, enti e gruppi di qualsiasi genere e svolge la propria attività prescindendo da ogni tendenza a loro propria”.

Rispetto alle altre affermazioni del cardinale Martino, Amnesty International precisa che nell’aprile 2007 ha adottato una propria policy su alcuni specifici aspetti riguardanti l’aborto.

Questa policy ha avuto origine nel contesto della campagna “Mai più violenza sulle donne”, che ha messo in luce la drammatica realtà di donne e bambine vittime di violenza sessuale e che subiscono ancora oggi le conseguenze della violazione dei loro diritti sessuali e riproduttivi. La sua adozione è stata preceduta da una lunga consultazione internazionale tra le Sezioni Nazionali, i Gruppi e i soci dell’associazione.

La policy adottata consentirà all’associazione di occuparsi di questioni specifiche riguardanti l’aborto, nella misura in cui queste sono direttamente legate alle attività di Amnesty International sul diritto alla salute e sulla violenza contro le donne.

Amnesty International pertanto chiederà agli Stati di:

• fornire a uomini e donne informazioni complete riguardanti la salute sessuale e riproduttiva;
• modificare o abrogare le leggi per effetto delle quali le donne possono essere sottoposte a imprigionamento o ad altre sanzioni penali per aver abortito o cercato di abortire;
• garantire che tutte le donne con complicazioni sanitarie derivanti da un aborto abbiano accesso a trattamenti medici adeguati, indipendentemente dal fatto che abbiano abortito legalmente o meno;
• garantire l’accesso a servizi legali e sicuri di aborto a ogni donna la cui gravidanza sia dovuta a una violenza sessuale o a incesto o la cui gravidanza presenti un rischio per la sua vita o la sua salute.

Sulla base della policy adottata, Amnesty International:

• non svolgerà campagne generali in favore dell’aborto o di una sua generale legalizzazione;
• non giudicherà se l’aborto sia giusto o sbagliato;
• non consiglierà a singole persone di proseguire o interrompere una gravidanza;
• non prenderà posizione sul fatto che una donna debba o meno abortire nelle circostanze sopra descritte, ma chiederà agli Stati di assicurarle la possibilità di ricorrere all’aborto in maniera sicura e accessibile e di prevenire gravi violazioni dei diritti umani correlate alla negazione di questa possibilità;
• naturalmente, proseguirà a opporsi a misure di controllo demografico coercitive come la sterilizzazione e l’aborto forzati.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 13 giugno 2007