seruzzi70
20-07-07, 15:22
Non ha tradito le attese e già stuzzica la fantasia di Giampaolo. Pronti via, Acquafresca c'è, e si vede. Bastano una partitella di fine allenamento o un semplice schema offensivo per mettere in mostra le sue doti: attaccante in continuo movimento, che quando deve buttare la palla dentro non ci pensa su due volte. Calcia e basta. E spesso segna.
PRIMO COMMENTO. «Posso fare sia la prima che la seconda punta e mi piace spaziare all'interno dell'area di rigore». Festeggerà i suoi primi vent'anni a settembre, ma sa già il fatto suo, e si sente. Per quello che dice e per come lo dice. «Non voglio regali, il posto me lo guadagno sul campo». Il Cagliari? «Una piazza importante, sono onorato di esser qui». La prima stagione in serie A? «Un'occasione importante e non pongo limiti alla provvidenza». Per questo («e non per scaramanzia», precisa) non fissa un traguardo minimo sotto porta.
CHI E'. Robert per l'anagrafe, Bobo per la mamma sin da quando era bambino, e sempre Bobo vorrebbe essere chiamato dai compagni e dai tifosi, Bobogol magari tra qualche mese. Non sente il peso dell'eredità lasciata da Suazo, Esposito e Langella. «Sostituirli non sarà un compito facile, ma questo deve essere un ulteriore stimolo a fare meglio, di sicuro, io e i miei compagni di reparto, ce la metteremo tutta». Forse con il sostegno dell'attaccante esperto che il diesse Salerno continua a cercare. «Più siamo meglio è, la concorrenza aiuta, così pure l'esperienza, anche se noi giovani vogliamo dimostrare il nostro valore».
CALCIATORE PER AMORE. Nato a Torino e cresciuto nelle giovanili granata, e proprio quando si ritrova in ritiro con la prima squadra (allenatore l'ex rossoblù Arrigoni) la società fallisce. Strano davvero, il destino di Acquafresca. Svincolato, viene subito ingaggiato dall'Inter, la sua squadra del cuore, che lo cede poi in comproprietà al Treviso. In Veneto non perde tempo: quattordici reti in quindici partite con la Primavera, nel finale di stagione si ritrova direttamente in B. E lì ci resta l'anno successivo, segnando undici reti all'esordio. Poi l'affare Suazo stravolge ancora una volta il suo destino.
COINCIDENZE DEL DESTINO. Perché lui stesso ammette che sarebbe rimasto ancora un altro campionato a Treviso per dare continuità alla sua scalata nel calcio che conta. «Ma pensandoci bene, mi sono subito reso conto che stava passando un treno da prendere al volo». E allora eccolo qua, tra i monti della Val Gardena oggi, in serie A tra poco più di un mese, assieme ai bomber più quotati d'Europa. Il suo punto di riferimento Toni è emigrato in Germania, in compenso Acquafresca potrà apprezzare dal vivo, anzi sfidare proprio, Pippo Inzaghi («il numero uno per il fiuto del gol») e l'intero Milan campione d'Europa, che per un tifoso nerazzurro - direbbe il direttore sportivo del Cagliari Salerno - è tanta roba. Nell'attesa prova a duettare con Matri e Larrivey sotto la guida di Giampaolo, non un allenatore come tutti gli altri.
SEGRETO CONFESSATO. «Mi ha colpito ed entusiasmato il suo modo di lavorare, si fa tanta tattica e questo a me piace», dice il nuovo attaccante rossoblù: «Il mister, poi, cura ogni dettaglio, per esempio gli incroci tra le punte». Insomma, Acquafresca spera di essere nel posto giusto al momento giusto. E ha già fissato tre tappe nel suo cammino rossoblù. Prima: «Conquistare uno spazio». Seconda: «Giocare il più possibile». Terza: «Segnare tanto». Bobo ha le idee chiare.
PRIMO COMMENTO. «Posso fare sia la prima che la seconda punta e mi piace spaziare all'interno dell'area di rigore». Festeggerà i suoi primi vent'anni a settembre, ma sa già il fatto suo, e si sente. Per quello che dice e per come lo dice. «Non voglio regali, il posto me lo guadagno sul campo». Il Cagliari? «Una piazza importante, sono onorato di esser qui». La prima stagione in serie A? «Un'occasione importante e non pongo limiti alla provvidenza». Per questo («e non per scaramanzia», precisa) non fissa un traguardo minimo sotto porta.
CHI E'. Robert per l'anagrafe, Bobo per la mamma sin da quando era bambino, e sempre Bobo vorrebbe essere chiamato dai compagni e dai tifosi, Bobogol magari tra qualche mese. Non sente il peso dell'eredità lasciata da Suazo, Esposito e Langella. «Sostituirli non sarà un compito facile, ma questo deve essere un ulteriore stimolo a fare meglio, di sicuro, io e i miei compagni di reparto, ce la metteremo tutta». Forse con il sostegno dell'attaccante esperto che il diesse Salerno continua a cercare. «Più siamo meglio è, la concorrenza aiuta, così pure l'esperienza, anche se noi giovani vogliamo dimostrare il nostro valore».
CALCIATORE PER AMORE. Nato a Torino e cresciuto nelle giovanili granata, e proprio quando si ritrova in ritiro con la prima squadra (allenatore l'ex rossoblù Arrigoni) la società fallisce. Strano davvero, il destino di Acquafresca. Svincolato, viene subito ingaggiato dall'Inter, la sua squadra del cuore, che lo cede poi in comproprietà al Treviso. In Veneto non perde tempo: quattordici reti in quindici partite con la Primavera, nel finale di stagione si ritrova direttamente in B. E lì ci resta l'anno successivo, segnando undici reti all'esordio. Poi l'affare Suazo stravolge ancora una volta il suo destino.
COINCIDENZE DEL DESTINO. Perché lui stesso ammette che sarebbe rimasto ancora un altro campionato a Treviso per dare continuità alla sua scalata nel calcio che conta. «Ma pensandoci bene, mi sono subito reso conto che stava passando un treno da prendere al volo». E allora eccolo qua, tra i monti della Val Gardena oggi, in serie A tra poco più di un mese, assieme ai bomber più quotati d'Europa. Il suo punto di riferimento Toni è emigrato in Germania, in compenso Acquafresca potrà apprezzare dal vivo, anzi sfidare proprio, Pippo Inzaghi («il numero uno per il fiuto del gol») e l'intero Milan campione d'Europa, che per un tifoso nerazzurro - direbbe il direttore sportivo del Cagliari Salerno - è tanta roba. Nell'attesa prova a duettare con Matri e Larrivey sotto la guida di Giampaolo, non un allenatore come tutti gli altri.
SEGRETO CONFESSATO. «Mi ha colpito ed entusiasmato il suo modo di lavorare, si fa tanta tattica e questo a me piace», dice il nuovo attaccante rossoblù: «Il mister, poi, cura ogni dettaglio, per esempio gli incroci tra le punte». Insomma, Acquafresca spera di essere nel posto giusto al momento giusto. E ha già fissato tre tappe nel suo cammino rossoblù. Prima: «Conquistare uno spazio». Seconda: «Giocare il più possibile». Terza: «Segnare tanto». Bobo ha le idee chiare.