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Esmor
26-08-07, 22:28
“Voci dal Territorio”

Bollettino quindicinale di Legittima Difesa -Movimento umbro di liberazione-

Il Bollettino on line è uno strumento agile e veloce che Legittima Difesa mette a disposizione dei propri lettori per informarli regolarmente dell’ attività del nostro Movimento ma anche delle vicende più importanti che accadono della nostra regione. Esso non è diretto solo ai nostri iscritti, simpatizzanti e contatti, ma anche ai comitati, ai movimenti, alle associazioni di cittadini e, in generale, a tutti quelli che sono interessati ad un’informazione onesta ed autentica, non filtrata da alcun interesse di bottega. Il Bollettino è aperto a tutti. Quello che vogliamo, infatti, realizzare è un’informazione dal basso, fatta anche con il contributo di singoli cittadini, dei movimenti, delle associazioni, dei comitati presenti nella nostra regione. Sono anche queste le “voci dal territorio” che vogliamo accogliere nel nostro Bollettino, non solo quelle di Legittima Difesa.

Informazioni utili. Per inviare articoli, lettere, commenti, comunicazioni ed altro, scrivere a: ratko53@katamail.com Per contatti immediati: tel 349-86.42.732. Per saperne di più su Legittima Difesa, per leggere i nostri documenti e informarsi sulle nostre iniziative, visita il nostro sito www.legittimadifesa.info



Bollettino n° 7 del 8 Agosto 2007



In questo numero:



In questa estate sono due gli avvenimenti che più di altri hanno scosso il clima politico-sociale umbro: l’arresto dell’Imam della moschea di Ponte Felcino e di altri due islamici accusati di terrorismo e la veemente protesta degli abitanti del rio Fergia. Nel primo caso, la notizia dell’inchiesta dei magistrati umbri è rimbalzata sia sul piano nazionale sia su quello internazionale, sollevando la prevedibile canea islamofobica sempre presente quando si tratta di mussulmani arrestati con l’accusa di terrorismo, che comunque nella fattispecie è tutta ancora da dimostrare. Nel secondo caso, gli abitanti delle frazioni di Boschetto, Corcia, Caifana si sono mobilitati in massa per impedire i lavori (perforazioni, allacciamento delle condotte, ecc) delle ruspe della multinazionale Rocchetta che, forte della concessione (scellerata) avuta quest’inverno dalla Regione umbra di aumentare il prelievo di acque dall’omonimo rio, intende ora passare alle vie di fatto ed iniziare gli scavi

Nell’uno e nell’altro caso sono due vicende importanti che, come Legittima Difesa, stiamo seguendo con estrema attenzione e attiva partecipazione.



1) Dopo gli arresti degli islamici perugini: E’ un processo o una campagna diffamatoria?

Come spesso accade nei confronti di cittadini extracomunitari, in particolar modo per quelli islamici, l’arresto dell’imam Mostapha El Korchi ha dato la stura ad una vera e propria gogna mediatica ed a una ignobile criminalizzazione di tutta la comunità islamica umbra, in particolar modo quella perugina. Nonostante che questi processi a carico di cittadini islamici si dimostrino spesso delle montature fuorvianti, i mass media locali e nazionali hanno gia bollato gli islamici perugini come terroristi sanguinari e le loro moschee come covi di addestramento che vanno immediatamente chiusi. Per questi cittadini non esiste presunzione di innocenza, la condanna è gia emessa: devono essere incarcerati e/o espulsi. In questo clima di malvagia xenofobia e di sordido razzismo gonfiato ad arte non sono mancate (come leggerete qui sotto) neanche le minacce. Questo non ci impedisce come Legittima Difesa di difendere gli islamici e il loro sacrosanto diritto di essere giudicati (come qualsiasi cittadino italiano) per quello che effettivamente hanno fatto e non sulla base di odiosi preconcetti e pregiudizi razzisti.



2) Comunicato stampa di Legittima Difesa Umbra

Basta alla criminalizzazione degli islamici. Basta al razzismo!

(in merito alle farneticanti lettere ricevute dalla Presidente della Circoscrizione di Ponte Felcino: Sig.ra Cardinali)



Le farneticanti lettere anonime (queste si veramente terroristiche) ricevute dalla Presidente della Circoscrizione di Ponte Felcino, Sig.ra Cardinali sono il frutto velenoso dell’insopportabile clima inquisitorio che si è creato attorno alla vicenda degli islamici arrestati una decina di giorni fa. La conseguenza della sordida campagna di linciaggio che si è scatenata non solo contro i tre arrestati ma contro l’intera comunità islamica umbra. In questo clima di caccia alle streghe creato ad arte si è arrivati al punto che anche chi si dedica meritoriamente, come la Sig.ra Cardinali ( a cui va la nostra solidarietà) alla difficile opera di dialogo e convivenza con gli stranieri che vengono nella nostra regione, è tacciata di essere quasi una “fiancheggiatrice di terroristi” e minacciata addirittura di morte. “Chi semina vento raccoglie tempesta” E la tempesta che si è abbattuta su Perugia a seguito di questa vicenda di presunti terroristi ha il fetore della xenofobia e del razzismo che allignano purtroppo anche nella società e nella politica umbra, come stiamo vedendo in questi giorni. Ci chiediamo: esiste o non uno stato di diritto in questo Paese dove prima di mettere alla gogna le persone ed etichettarle come terroristi si faccia un regolare processo e si producano prove concrete da parte degli organi inquirenti e non solo “impressioni” o fantasiose deduzioni ( che producono però come effetto un reale carcere per chi ha la sventura di incapparvi) come leggiamo di continuo sui giornali in questi giorni? Dov’è finito il principio cardine della nostra giustizia, ovvero quello della presunta innocenza di un inquisito che è innocente fino a quando non si dimostra il contrario? Oppure questo principio vale solo per gli inquisiti di casa nostra come: mafiosi e camorristi di alto rango, tangentisti, faccendieri, politici corrotti e via dicendo e non vale per gli immigrati extracomunitari, in particolare per gli islamici verso i quali si è montata una ignobile campagna diffamatoria ed un clima di malvagia avversione. La verità è che questa vicenda (che è in realtà ancora tutta da chiarire e che potrebbe risolversi in una gigantesca bolla di sapone come è avvenuto in passato per tantissime vicende che hanno riguardato islamici accusati di terrorismo) ha fornito, specie alla destra più becera e razzista, l’occasione per criminalizzare l’intera comunità islamica che da anni vive e lavora pacificamente nella nostra regione, anche a Ponte Felcino dove sono presenti da decenni.

Non c’è da stupirsi se in questo ambiente avvelenato, dove tutti sono aizzati contro tutti, vengano fuori delle lettere minatorie come quelle che ha ricevuto la Sig.ra Cardinali Saranno pure lettere sconclusionate, scritte da poveri dementi o mutatis mutandi da malvagi provocatori, esprimono tuttavia il pesante clima di diffidenza e di ostilità che si respira nella piccola comunità di Ponte Felcino e più in generale nella comunità perugina a seguito di questa inchiesta. Purtroppo quando il Moloch della xenofobia, del razzismo, dell’odio viene svegliato a rimetterci è sempre la tolleranza, la solidarietà, la comune e civile convivenza.

In ultimo, rinnovando il nostro sostegno alla Sig.ra Cardinali chiediamo che le venga assegnata una scorta a difesa della sua incolumità; come quella data, ad esempio, al giornalista Magdi Allam per le (presunte) minacce ricevute dagli islamici. Anzi, in questo caso la scorta sarebbe più appropriata, visto anche il ruolo istituzionale che la Sig.ra Cardinali ricopre.



PG 1.8.2007

Legittima Difesa Umbra







2) Quando la lotta si fa dura, i duri cominciano a lottare!

E’ quello che sta succedendo nella zona del Rio fergia dove gli abitanti riuniti nel locale Comitato di lotta si sono mobilitati per la difesa delle loro acque minacciate dalla multinazionale Rocchetta che con il consenso della Regione umbria intende privatizzarle e sottrarle così alla comunità



E’ da più di un mese che gli abitanti delle frazioni che si trovano lungo il corso del rio Fergia sono mobilitati a difesa delle loro acque. Capeggiati dal locale Comitato, hanno organizzato presidi alle sorgenti, ronde notturne e diurne, un controllo accurato del territorio ventiquattro ore su ventiquattro a testimonianza della grande determinazione dei cittadini di quelle zone di difendere le loro sorgenti minacciate dalla multinazionale Rocchetta. Non sono mancati neanche momenti di tensione quando gli abitanti ( non solo adulti, ma anche giovani, anziani, bambini) nonostante la presenza di numerose forze dell’ordine, si sono schierati contro le ruspe che stavano iniziando i lavori, riuscendo a rimandarle indietro per ben due volte. Da allora la vigilanza si è fatta ancora più stretta e i reiterati tentativi della multinazionale di procedere, per il momento, sono stati rintuzzati grazie alla forte e compatta mobilitazione della popolazione. Nel frattempo, anche sulla sponda istituzionale si sta cercando una difficile mediazione tra i Sindaci della zona, rappresentanti del Comitato e il Consiglio regionale. Quest’ultimo, ricordiamo aveva già votato a favore dell’aumento del prelievo idrico da parte della multinazionale e ora si trova “sotto scopa” anche della Rocchetta che minaccia danni di milioni di euro per il mancato guadagno, qualora il previsto business no si realizzi. Ultimamente c’è stato un altro consiglio regionale per ridiscutere la questione su proposta del consigliere Lupini del PrC, ma tutto (anche un Odg presentato dal centro destra sulla stessa questione) si è risolto con un nulla di fatto che formalmente da il via libera alla multinazionale che potrebbe iniziare i lavori in qualsiasi momento, come del resto ha tentato di fare, però invano per l’opposizione degli abitanti.

E’ difficile prevedere come questa storia possa finire dal momento che l’esito finale dipenderà da vari fattori. Innanzitutto dalla compattezza e dalla determinazione che avranno gli abitanti del luogo e che hanno già dimostrato di saper mettere in campo in questi cruciali mesi. Senza la caparbia resistenza della gente locale non sarebbe stato infatti possibile rimettere in discussione una decisione gi assunta dal consiglio regionale. Gli stessi consiglieri che oggi sono titubanti o che si sono ricreduti lo hanno fatto sotto lo stimolo delle lotte che hanno saputo condurre gli abitanti riuniti nel comitato di difesa. Senza queste lotta, è sicuro, la questione sarebbe già morta e sepolta da un pezza con buona pace dei cittadini del rio Fergia. Bisogna ora tenere sotto pressione questi consiglieri ( i voltafaccia come l’esperienza insegna sono sempre dietro l’angolo) fargli “sentire il fiato sul collo” fino a quando la mediazione politica che si è di nuovo avviata non sarà favorevole e renderà giustizia alle legittime aspirazioni dei residenti.

Siamo, insomma, nella fase cruciale della questione che si trascina ormai da anni. O si vince o si perde. Per questo bisogna resistere e restare in piedi un minuto di più dei nostri avversari: la Rocchetta e la Regione, con l’aiuto e la solidarietà di tutti coloro che guardano con simpatia ed interesse questa lotta.



Legittima Difesa Umbra