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Visualizza Versione Completa : Ruini, la legge 194, e Gioacchino Belli



Neva
04-09-07, 21:45
Già da giorni si respirava nell’aria la voglia, da parte di alcuni , di rimettere le mani sulla 164, la legge che regolarizza l’aborto. Da “chiaroveggente “quale sono, attendevo l’intervento di Bagnasco o d Ruini. E’ arrivato quello di Ruini, ecco come lo riporta l’ANSA



» 2007-09-04 20:18

RUINI: MIGLIORARE LEGGE SULL'ABORTO

FRASCATI (ROMA) - Per il cardinale Camillo Ruini sarebbe "non solo lecita ma doverosa" una "interpretazione che aggiorni e migliori la legge 194 ai progressi medico scientifici e non peggiori la legge" che, ha ricordato, risale a quasi 30 anni fa. Il cardinale Ruini ha espresso la sua opinione sulla 194 intervenendo alla Summer School organizzata dalla fondazione MagnaCarta, e interpellato dal parlamentare Gaetano Quagliariello (Fi) che gli ha chiesto se a proposito della legge sull'interruzione di gravidanza "anziché dividerci tra abortisti e antiabortisti non sia invece opportuna una azione per riscrivere i principi guida". "Non posso che essere d'accordo - ha risposto il vicario del Papa - quella legge c'é, per un credente sarebbe meglio che non ci fosse, però c'é, né c'é la condizione culturale per abrogarla".

"D'altra parte - ha aggiunto - è una legge di quasi 30 anni fa, che risente delle grandi trasformazioni del processo medico scientifico; una interpretazione che l'aggiorni a questi progressi, che la migliori e non la peggiori è non solo lecita ma anche doverosa". Dopo aver ricordato che "é un grande impegno far capire che merita di essere vissuta non solo una vita completamente sana", il cardinale ha osservato che negli anni recenti è molto aumentata la "capacità di sopravvivenza del feto" e ha raccontato di conoscere bambini, figli di suoi ex studenti, sopravvissuti assolutamente sani pur essendo nati di 23 settimane. Con l'eugenetica, ha commentato, c'é "oltretutto il rischio di uccidere bambini che, a parte tutte le altre considerazioni, avrebbero comunque una vita normale".

Rispondendo ad una precedente domanda su come il politico cattolico possa conciliare i principi non negoziabili con il compromesso richiesto dall'azione politica, il Cardinale ha proposto "una distinzione semplice: non credo - ha chiarito - che la via sia quella di venire a compromesso sui principi, di dire 'aderisco anche a principi opposti per trovare un accordo'". Il vicario del Papa si è richiamato piuttosto all'enciclica di Giovanni Paolo II Evangelium Vitae per spiegare che "altro é la logica della democrazia, che noi accettiamo" e altro è "'abbandonare i principi non negoziabili''. Se i cattolici, ha spiegato il cardinale, accettando la democrazia non impongono "con la forza" i propri principi, né chiedono di "dichiarare invalide le votazioni" sono però anche "disposti ad andare in minoranza" per difendere tali principi.



Gli ordini dal CUPOLONE sono stati diramati, vedremo adesso come obbediranno i nostri politici, Livia Turco in testa.
Ancora una volta il nostro Stato sarà VASSALLO?
Ecco in merito l’attualissimo sonetto di Gioacchino Belli

Li soprani der monno vecchio


C’era una volta un Re cche ddar palazzo
mannò ffora a li popoli st’editto:
- Io so’ io, e vvoi nun zete un cazzo,
sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto.

Io fo ddritto lo storto e storto er dritto:
pozzo vénneve a ttutti a un tant’er mazzo:
Io, si vve fo impiccà, nun ve strapazzo,
ché la vita e la robba Io ve l’affitto.

Chi abbita a sto monno senza er titolo
o dde Papa, o dde Re, o dd’Imperatore,
quello nun pò avé mmai vosce in capitolo -.

Co st’editto annò er boja pe ccuriero,
interroganno tutti in zur tenore;
e, arisposero tutti: E’ vvero, è vvero.
(Giuseppe Gioacchino Belli)


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I sovrani del mondo vecchio

C’era una volta un Re che dal palazzo
emanò ai popoli quest’editto:
- Io sono io, e voi non siete un cazzo,
signori vassalli imbroglioni, e state zitti.

Io rendo diritto lo storto e storto il diritto:
posso vendervi tutti a un tanto al mazzo:
Io, se vi faccio impiccare, non vi faccio un torto,
perché la vita e la roba Io ve le do in affitto.

Chi abita in questo mondo senza il titolo
o di Papa, o di Re, o d’Imperatore,
quello non può avere mai voce in capitolo -.

Con quest’editto andò il boia per corriere,
interrogando tutti sull’argomento;
e, tutti risposero: E’ vero, è vero.
(Traduzione: Lorenzo De Ninis)