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Neva
23-09-07, 13:43
STORIE DI VITA


LE AVVENTURE DEL SIGNOR G.
Sì, viaggiare. Anche dopo un delicato intervento c'è chi riesce a tornare alla sua passione di sempre. Da Betlemme al Circolo Polare Artico, il racconto di un uomo che non ha perso la voglia di sfidare la malattia. Senza rischiare.Di Mauro Sarti
Il suo sogno è quello di viaggiare comodo comodo fino al Circolo Polare Artico. Fare amicizia con gli esquimesi, abitare in un igloo, poi la slitta, gli orsi.... Non è uno scherzo, tutto vero, tutto documentato. Parola di Giorgio, (il nome è di fantasia, ma la storia è più che reale), che ama il freddo, la neve, lo sci. E soprattutto ama viaggiare. E perché poi non qualche isola dell'Oceania, le Filippine, l'Africa. Sì perché per il resto Giorgio ha già visto molto: praticamente tutta l'Europa, mezza America e, ovviamente l'Italia. Napoletano, 64 anni, due figli grandi, Giorgio è stato operato di colostomia nel '96: "Uscii dall'ospedale il 16 aprile, mi ricordo ancora. Appena arrivato, mi alzai quasi subito e andai fuori di casa, a camminare: l'unica strada che conosco per combattere la malattia è quella di farsi forza e lottare, di mettere in atto tutti gli accorgimenti per migliorare la nostra qualità della vita".
Amava viaggiare prima, ha continuato a viaggiare dopo: con un borsone in più per sacche e accessori, e - ovviamente - qualche doverosa precauzione. E guai a dargli dell'avventuriero, di uno che rischia senza motivo: "Appena operato ripresi subito a lavorare, e a viaggiare. Poi, certo, non bisogna perdere di vista la propria salute - racconta -. Ma l'importante è non farsi prendere dalla paura di sbagliare, di chiudersi in casa, di fermarsi troppo a lungo sul proprio stato. Questa è la condizione in cui mi trovo ora, la devo accettare e andare avanti". Giorgio oggi gode di una pensione d'invalidità, ha lasciato il suo lavoro di impiegato dell'ufficio riscossione tributi di Napoli, collabora con l'Associazione campana stomizzati, e continua a programmare i suoi viaggi. Tanto che quello del Circolo polare artico è più di un sogno, è ormai una quasi realtà perché - se tutto andrà per il verso giusto - presto riceveremo la sua cartolina: "SAluti e baci dal Polo, ciao, Giorgio".
"Viaggiare per una persona nelle mie condizioni non è una cosa difficile, ma bisogna volerlo fortemente. Magari si è costretti a fare l'irrigazione tutti i giorni, alzarsi sempre qualche ora prima degli altri per arrivare puntuali agli appuntamenti, sopportare un bagaglio un po' più ingombrante della media. Ma tutto si può risolvere, se si vuole.E in tante occasioni ho anche viaggiato da solo".
In Israele si è fatto la Giudea, la Samaria, la Galilea, poi Betlemme, il lago Tiberiade, Gerusalemme, il mar Morto, fino a ribattezzarsi nel fiume Giordano. Poi la Spagna, il Portogallo, la Germania. E così la vita continua.
Ma la storia di Giorgio è fatta anche di sofferenza, di lotta contro la malattia, e di risultati che sono venuti grazie all'impiego professionale dei medici che lo hanno preso in cura: per questo vuole ringraziare quelli del II Policlinico di Napoli, in particolare il dottor Luigi Bucci, e l'equipe dell'ospedale S. Maria della Misericordia di Udine, il dottor Buffoli, che lo ha assistito durante le sedute di chemioterapia e radioterapia. L'intervento ha avuto successo, così anche la convalescenza durata una quindicina di giorni.
"Nell'estate del '96, l'anno in cui sono stato operato, ero in vacanza a Capri, e lì mi è successa una cosa che mi ha fatto riflettere: ho avuto un problema in spiaggia e ho sentito il commento di un bagnante che diceva pressa poco così: "Certa gente farebbe bene a starsene a casa....". Ecco quella frase mi ha lasciato un segno e mi ha dato la forza per ripartire":
Ripartire, appunto. Cercando anche di utilizzare il proprio tempo libero per dare una mano al prossimo, lasciare alle spalle un certo vittimismo, ritornare a sognare. Proprio come quel viaggio al Circolo Polare Artico che progetta da tanto tempo e che forse riuscirà a mandare in porto . Come un turista normale, o quasi: "Unhttp://www.stomia.it/ mio scrupolo quando sono in giro, è quello di cercare di fare il possibile per non avere mai nessuno dalla mia parte sinistra. Una cautela che mi porto dietro dal giorno dell'intervento, e che mi serve per stare più a mio agio quando sono fuori casa".
www.stomia.it