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Visualizza Versione Completa : Solidaretà al magistrato Luigi De Magistris



Neva
05-10-07, 07:07
50 mila firme in solidarietà al magistrato Luigi De Magistris http://lab.itb.it/lib/bendico/graf/editl.png Aldo Pecora C'era una volta in Italia la Giustizia, c'era una volta in Calabria l'Italia. Appuntamento a Roma lunedì 8 ottobre davanti al CSM, in Piazza Indipendenza per gridare insieme: E adesso trasferiteci tutti.
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C'era una volta anzi, c'è ancora a Lamezia Terme (CZ) una società che si chiama "Why Not?" che da tempo, praticamente sin dalla sua nascita, presta i suoi lavoratori interinali alla Regione Calabria per servizi che vanno dalla sorveglianza idraulica, alla tutela del patrimonio, alla gestione del personale, di banche dati ed altri servizi informatici; questa società impiega oggi 635 dipendenti e vanta un fatturato di 12 milioni di euro. Certamente gran parte del merito di tale successo è dovuto al fatto che in pratica la Regione, seppur con decine di migliaia di dipendenti, non riesce - per così dire - a gestire neppure il proprio personale, e si affida perciò in outsourcing a "Why Not?".
E fin qui sembra l'inizio di una storia quasi "normale", magari una di quelle storie di piccola clientela come tante ce ne sono in Italia, ed invece c'è dell'altro, e "che" altro!
Da "Why Not?" mutua oggi il nome l'inchiesta aperta alla Procura della Repubblica di Catanzaro e portata avanti dal sostituto procuratore Luigi De Magistris, perché sarebbe questa la società capo-fila di una serie di scatole cinesi finalizzate all'intercettazione di una gran parte dei finanziamenti pubblici erogati dalla Regione Calabria e dall'Unione Europea per i più disparati settori economici. E adesso comincia il bello.
Durante gli interrogatori dei testimoni (anche interni a Why Not) da parte di De Magistris sono venuti fuori nomi di importanti personaggi del mondo della politica calabrese nonché dell'imprenditoria e delle forze armate di tutta Italia e così nei giorni scorsi i carabinieri hanno perquisito decine di abitazioni private per poi irrompere addirittura al Palazzo del Consiglio regionale negli uffici privati di alcuni consiglieri ed assessori regionali alla ricerca di materiale probatorio per l'inchiesta. Cioè, come se i carabinieri irrompessero negli uffici parlamentari di Montecitorio, giusto per farti comprendere la gravità della cosa.
E così le persone indagate sono 19 e provenienti da tutta Italia. Tra queste anche il generale Paolo Poletti, attuale capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, l'assessore al turismo e Vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo (Ds), l'assessore regionale all'agricoltura e forestazione, Mario Pirillo (ex Margherita adesso esponente del Partito Democratico Meridionale), un consigliere regionale dei Ds, Antonio Acri, l'ex responsabile per il Sud Italia della Compagnia delle Opere, Tonino Saladino (più volte intercettato al telefono con il Guardasigilli Mastella), l'ex assessore regionale alla sanità di centrodestra, Gianfranco Luzzo ed un quarantenne di Vibo Valentia, Salvatore Domenico Galati, già collaboratore dello staff del senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Giancarlo Pittelli.
Un bel minestrone di inciuci, non c'è che dire. E se vi dicessi che tra gli indagati ci sono anche il capocentro del Sismi di Padova, Massimo Stellato, ed una funzionaria del Cesis (l'ufficio di coordinamento dei servizi segreti), Brunella Bruno? Ecco che il quadro della situazione si manifesta in tutta la sua preoccupante tristezza e drammaticità.
I reati contestati, a vario titolo, spaziano dalla corruzione, all'associazione a delinquere, alla violazione delle leggi sulle associazioni segrete (sic), alla truffa, al finanziamento illecito ai partiti.
Addirittura si ipotizza per alcuni l'appartenenza ad una massoneria coperta (la c.d. "Loggia San Marino"), che sarebbe servita da collante per portare a termine gli affari illeciti del gruppo di potere trasversale con le dovute coperture istituzionali. Cioè, praticamente, pare si tratti di una vera e propria lobby e che questa abbia influito sulle scelte di amministrazioni pubbliche per l'utilizzo di finanziamenti e l'assegnazione di appalti.
Inutile dire che il Vicepresidente Adamo, ad esempio, in linea con la recente linea Ds sui magistrati milanesi, si è subito detto pubblicamente vittima di un complotto contro sé, il suo partito, la sua famiglia ed il suo lavoro, accusando, seppur indirettamente, il PM dell'inchiesta di agire per conto di non si sa chi (e meno male che lo stesso De Magistris era stato inserito anni fa nel famoso elenco delle "toghe rosse" di berlusconiana memoria!).
Eccola la regione del dopo-Fortugno! Eccola la regione dove un uomo delle Istituzioni, un politico, è stato ucciso meno di due anni fa in un seggio delle Primarie, a Locri, giusto sei mesi dopo quelle elezioni regionali dove il centrosinistra, imbarcando di tutto ha raggiunto il record storico di preferenze (oltre il 62% dei consensi).
E non finisce qui. Il 20 giugno scorso, dopo la riunione della Conferenza dei capigruppo e dei presidenti di Commissione in Consiglio regionale, è stato dato mandato al presidente del Consiglio, Giuseppe Bova (Ds), di (cito testualmente) "assumere, attraverso l'Avvocatura regionale, ogni iniziativa giudiziaria volta alla difesa dell'onorabilità dell'Assemblea".
In poche parole i politici coinvolti nelle inchieste attraverso il compagno Bova hanno querelato i testimoni di De Magistris con i soldi dei contribuenti, bene sottolinearlo, dopo aver già querelato per fantomatiche diffamazioni anche noi di "Ammazzateci tutti" a dicembre 2006, rei di aver chiesto di non essere più strumentalizzati politicamente e sollecitato chiarimenti circa la questione del 50% - di allora - di consiglieri regionali inquisiti (dato comunque confermato successivamente anche dalla Direzione Nazionale Antimafia e dal Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ed oggi salito al 65%, con 33 consiglieri inquisiti su 49 eletti).
Di queste cose, quanti giornali e televisioni ne hanno parlato e ne parleranno?
Io sono solo uno squattrinato 21enne studente fuori sede con già due querele sulle spalle, e più di questo ultimo disperato appello non so proprio cosa fare ed a chi rivolgermi. Al Presidente della Repubblica? Alla Corte Europea? Alle Nazioni Unite? A chi, a che cosa?
Già diverso tempo fa abbiamo aperto assieme ad altri movimenti ed associazioni calabresi e molto prima che il Ministro di disgrazia ed ingiustizia Mastella ne chiedesse il trasferimento, una petizione (http://www.petitiononline.com/040407rc/petition.html) a sostegno di De Magistris e di quei pochi magistrati coraggiosi che in Calabria, assieme ad eroici carabinieri e poliziotti sottopagati, si ritrovano non solo a combattere contro la 'ndrangheta, ma soprattutto contro la prepotenza e l'arroganza di una classe politica che, anziché mantenere un dignitoso silenzio istituzionale fino all'esito delle indagini, arriva ora al punto di minacciare querele nei confronti di quei cittadini che denunciano il malaffare.
Non ci arrendiamo. Abbiamo già raccolto più di 50.000 firme: uno straordinario popolo fatto di giovani, associazioni, professionisti, ed anche qualche forza politica. Incontrandoci non ci siamo mai chiesti da dove venivamo ma per dove insieme volevamo andare. Alla faccia di chi ci etichetta banalmente come "anti-politica", coloro i quali fanno prima (e gli conviene) a criticare gli effetti di un malcontento collettivo che pervade l'intera società italiana senza però soffermarsi e ricercarne le cause.
Abbiamo allestito e stiamo allestendo in questi giorni banchetti un po' dappertutto, davanti ai supermercati, alle poste, all'ingresso di scuole ed università di tutta Italia: da Reggio Calabria, a Palermo, a Milano, a Roma, a Bari, a Potenza.Magari siamo solo piccole gocce in uno stagno, ma vogliamo ancora sperare che questo Ministro di disgrazia ed ingiustizia torni ad occuparsi di filosofia, lasciando i magistrati a fare il loro lavoro, per il bene dell'Italia. Non si tratta di stabilire se vogliamo essere garantisti o giustizialisti, ma solo essere consci che oggi nel nostro Paese i magistrati scomodi vengono fatti saltare non solo con il tritolo, e quindi chiediamoci solo da che parte stare: se dalla parte degli onesti o dall'altra. C'era una volta in Italia la Giustizia, c'era una volta in Calabria l'Italia. Appuntamento a Roma lunedì 8 ottobre davanti al CSM, in Piazza Indipendenza per gridare insieme: E adesso trasferiteci tutti. Aldo Pecora, portavoce Movimento "Ammazzateci tutti" e promotore comitato "Pro De Magistris"
http://www.terrelibere.org/terrediconfine/index.php?x=completa&riga=03613

DrugoLebowsky
05-10-07, 08:07
insomma, questo forum sulla stomia è una specie di secondo forum di mani Pulite ;)

Neva
05-10-07, 11:56
insomma, questo forum sulla stomia è una specie di secondo forum di mani Pulite ;)
Caro Drugo,
non comprendo se il tuo commento voglia essere una critica, un consenso o… un’ auspicio.
Non condivido tutto quello che dice Di Pietro…ma ogni tanto c’azzecca pure lui
Argomento prioritario del forum è la stomia, la salute in generale, istituzioni sanitarie ed ecc..
Ma come tu ben sai, è un forum aperto ad ogni tematica. Ricordi la discussione sul tuo “ cavallo di battaglia?”
Ciao, Neva

DrugoLebowsky
05-10-07, 13:25
Caro Drugo,
non comprendo se il tuo commento voglia essere una critica, un consenso o… un’ auspicio.
Non condivido tutto quello che dice Di Pietro…ma ogni tanto c’azzecca pure lui
Argomento prioritario del forum è la stomia, la salute in generale, istituzioni sanitarie ed ecc..
Ma come tu ben sai, è un forum aperto ad ogni tematica. Ricordi la discussione sul tuo “ cavallo di battaglia?”
Ciao, Neva

1) il forum da me moderato si chiama Mani Pulite in ossequio alla lotta per la legalità, se fosse stato in ossequio a Di Pietro si sarebbe chiamato "Italia dei Valori";
2) stavo facendoti dei complimenti sinceri (l'ironia ed il sarcasmo lo lascio a certi forumisti stronzi) per i tuoi commenti ficcanti che ogni tanto scrivi qui su temi d'attualità, compreso anche il mio "cavallo di battaglia" ;)

buon lavoro.

Neva
20-10-07, 22:00
http://www.antoniodipietro.com/immagini/bar_down.gif
Giustizia al capolinea.

http://www.antoniodipietro.com/ministero%20grazia%20e%20giust.jpg
Oggi è stato dato un duro colpo alla credibilità delle Istituzioni, alla Giustizia, allo Stato di diritto e anche a questo Governo.
Rispetto a priori sia le decisioni giurisdizionali prese da De Magistris, sia quelle prese dalla Procura Generale che ha avocato l'inchiesta, come previsto in caso di motivi di incompatibilità.
De Magistris si trova nell’oggettiva situazione di chi sta indagando ed è, allo stesso tempo, sottoposto a provvedimento disciplinare a causa delle persone su cui sta svolgendo l’azione giudiziaria.
La questione non è nel provvedimento della Procura Generale, ma nelle ragioni a monte che lo hanno determinato. Perchè se è vero, come è vero, che De Magistris ha un’indagine in corso nei confronti di personaggi politici, tra i quali il presidente del Consiglio e lo stesso ministro della Giustizia, si doveva evitare di porlo sotto indagine .
Ogni volta che un magistrato tenta di fare luce su comportamenti che riguardano i poteri forti, il suo operato è passato alla lente d’ingrandimento, fino ad arrivare ad indagare su di lui.
Un espediente per depistare e delegittimare la magistratura.
Un’azione precostituita con il fine di bloccare chi conduce un'azione penale.
Lo Stato di diritto finisce nel momento in cui si mina l’indipendenza della magistratura.
Lo dico con amarezza: questo Governo sta arrivando al capolinea; dal punto di vista politico/giudiziario ha fallito ignorando la richiesta di legalità dei suoi elettori.
La furbata di aver provocato l’avocazione dell’inchiesta di De Magistris sarà pagata a caro prezzo da tutto il centro sinistra.
http://www.antoniodipietro.com/2007/10/giustizia_al_capolinea_1.html

Neva
24-10-07, 18:39
Mercoledì, 24 Ottobre 2007 - 08:26
http://www.antimafiaduemila.com/images/topics/varie.gif (http://www.antimafiaduemila.com/index.php?module=News&catid=&topic=19)http://www.antimafiaduemila.com/fotoart/travaglio1.jpg

Marco Travaglio
(vedi foto)





Superior stabat Clemens
Marco Travaglio

Siccome Luigi De Magistris, al contrario di quel che si dice, non passa notizie ai giornali, nessuno sa ancora quali elementi abbiano portato a indagare il ministro Mastella per truffa, abuso e illecito finanziamento. Ma, da come si comporta il ministro Clemente Mastella, vien da pensare che il pm abbia in mano elementi poderosi su fatti gravissimi, o forse potrebbe scoprirli a breve. Che lui ancora non li conosca, ma Mastella sì.
Ragioniamo: se davvero De Magistris fosse l’acchiappafantasmi e il fumista inconcludente che viene descritto dai suoi detrattori (tipo il capogruppo dell’Udeur Fabris a Porta a Porta), Mastella sarebbe in una botte di ferro: se avesse fatto qualcosa di male, il pm incapace non sarebbe in grado di scoprirlo. Se non avesse fatto nulla, ancora meglio: l’indagine finirebbe nel nulla, o perché lo stesso pm chiederebbe di archiviarla, o perché, se lui si accanisse, verrebbe smontata dal gip, o dal Tribunale, o dalla Corte d’appello, o dalla Cassazione. Invece Mastella ha fatto di tutto per evitare che De Magistris la portasse a termine: appena il pm ha sfiorato i suoi amici Saladino e Bisignani, lui ha intensificato le ispezioni; quando ha scoperto che il pm aveva intercettazioni e tabulati che indirettamente lo riguardavano, ha chiesto al Csm il suo trasferimento urgente. E quando il Csm l’urgenza non l’ha vista proprio, è scattato il piano B: anzichè trasferire il pm, si è trasferita l’inchiesta. Siccome Mastella è tutt’altro che uno sprovveduto, se sta scatenando questo putiferio avrà le sue ragioni. Che però contraddicono la tesi secondo cui l’indagine è fondata sul nulla. Perché altrimenti il Guardasigilli avrebbe tutto l’interesse a lasciare che il pm ci si rompa le corna. La logica non lascia alternative.
Ma la vicenda, già grave sul piano morale e politico, ha questo di speciale: che ha abolito la logica, la consecutio temporum, la distinzione tra cause ed effetti. Mastella dice che «l’indagine deve proseguire», ma ha fatto di tutto perchè si bloccasse. Dice che la legge gl’imponeva di chiedere il trasferimento di De Magistris, ma la legge (il nuovo ordinamento giudiziario) l’ha fatta lui e non impone affatto al ministro di chiedere la cacciata di un pm dopo un’ispezione e prima che si chiuda il procedimento disciplinare: gli consente di farlo, come di non farlo. Lui allora dice che gli ispettori sono magistrati, il Pg Dolcino Favi che ha avocato «Why not» è magistrato, il procuratore Mariano Lombardi che ha tolto «Poseidone» a De Magistris è magistrato, l’Anm di Catanzaro che ha chiesto l’ispezione su De Magistris è fatta di magistrati, il Csm che deve giudicare è pieno di magistrati: dunque han fatto tutto loro e Mastella non ha fatto niente. Ma l’ispezione l’ha mandata lui e la richiesta di trasferimento l’ha avanzata lui: e, senza quei due atti, tutto filerebbe liscio come l’olio. Allora lui dice che De Magistris dà troppe interviste e deve stare zitto. Ma De Magistris parla perché da anni è bersaglio di interpellanze, attacchi, ispezioni, richieste di trasferimento: non viceversa.
Viene in mente la fiaba del lupo e dell’agnello. «Ti sbrano perché mi intorbidi l’acqua». «Impossibile, tu stai sopra e io sto sotto». «Ma tu vent’anni fa mi hai insultato». «Impossibile, io vent’anni fa non ero nato». «Allora sarà stato tuo padre, ti sbrano lo stesso».
È con questa logica che il Pg Favi ha avocato «Why not», come ha spiegato lo stesso ministro a Porta a Porta: De Magistris indaga su di lui, lui chiede il suo trasferimento ma non l’ottiene, De Magistris continua a indagare su di lui, dunque ce l’ha con lui, ergo è «incompatibile per conflitto d’interessi».
Gli indagati che volessero sbarazzarsi del proprio pm ma, non essendo ministri, non potessero chiederne il trasferimento, possono denunciarlo per un reato a caso; se poi quello continua a indagare su di loro, vuol dire che ce l’ha con loro e se ne deve andare. Così ne arriva un altro; ma, se non fa il bravo, lo si denuncia e ricomincia il giochino. Naturalmente a segnalare a Porta a Porta il “conflitto d’interessi” del pm, è il ministro che non ha votato la legge sul conflitto d’interessi; e che, su tremila pm, se la prende proprio con quello che indaga su di lui.
E chi raccoglie la denuncia del ministro? Il marito giornalista della signora Augusta Iannini, capo degli Affari di giustizia del ministero e responsabile degl’ ispettori che vogliono punire il pm.
Ma il conflitto d’interessi, com’è noto, ce l’ha De Magistris. E solo lui. E, se non è lui, sarà stato suo padre.
http://www.antimafiaduemila.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=1469&mode=thread&order=0&thold=0

DrugoLebowsky
24-10-07, 22:58
Ragioniamo: (...) La logica non lascia alternative.


Travaglio ha un suo stile: impeccabile. ;)

Carmelo C.
27-10-07, 15:19
E sta per tornare l'"epurato" Luttazzi, con "Decameron"!

Neva
24-01-08, 08:21
23 gennaio 2008,
Lettera aperta alla città di Calabria



Sulla vicenda De Magistris per mesi abbiamo deciso il silenzio. Un silenzio dettato in primo luogo dal desiderio di sfuggire ad ogni accusa di strumentalizzazione di vicenda e persone. Un silenzio, in secondo luogo, simbolico e teso a manifestare rispetto per le istituzioni e dunque per i lavori e le indagini e le valutazioni del CSM. In questa follia collettiva la convinzione, che adesso vacilla, è che non si prescinda dall’assicurare rispetto alle istituzioni che di un paese sono comunque il collante e la parvenza d’identità. E che i salti e le revisioni di un sistema, per il bene della società stessa, possano passare attraverso situazioni non traumatiche.

Quella convinzione è caduta, forse definitivamente. Ed il silenzio si scioglie nella constatazione che questo paese è allo stremo e la corruzione che ne segna l’animo e le speranze è giunta ad uno stadio di non ritorno. Davvero di non ritorno. Non esistono ordini e corpi che segnalino senso e responsabilità di Stato, non esistono soggetti che riconoscano il senso di norme collettive o legislative. Ma solo poteri nella veste più sfacciata e impertinente. Senza vergogna. La cappa del potere è scesa definitivamente e francamente non si vedono vie d’uscita. Si badi bene. Il potere ha le forme del degrado non solo quando è legato ad ogni livello ma quando tutti i corpi sono espressioni delle medesime logiche. I poteri in Italia hanno dimostrato un senso di chiusura, di prepotenza, di irragionevolezza, di onnipotenza. Né la politica né la magistratura oggi ci consentono di avere fiducia. Ognuno, nelle sue sfere di competenza agisce come un attore in una sfida all’ultimo sangue dove non ci sono regole, esistenze individuali, giustizie collettive da assicurare e garantire, aspettative della collettività. Niente. “Fanno tutti schifo” pronuncia l’antipolitica. Un po’ è così. Il dispositivo della sentenza del CSM ci fa effettivamente schifo come ci fa schifo la nomina del dirigente ASL per tessera di partito, così come ci fa schifo chi nelle intercettazioni dice che un certo giudice deve essere fatto fuori (“Cazzo alla fine ce l’ha fatta però il tizio”. Forse aveva mezzi per vedere lungo). Sono logiche uguali, prese da prospettive e corpi diversi. Il CSM va oltre le richieste dell’accusa, pronuncia valutazioni di merito che sondano le intenzionalità che muovono il candidato e incornicia un dispositivo “tagliagambe” che non lede il magistrato solo nel suo ruolo ma anche nella sua persona. Non è difficile pensare in questo momento alle difficoltà personali del dott. De Magistris, magari psicologiche prima ancora che professionali. Queste sono le logiche del potere. Il potere ha bisogno di creare vittime ed eroi, affossa, colpisce uno perché tutti vedano, sentano e capiscano. Nel silenzio delle loro vite e della loro quotidianità. Quanti delinquenti avranno gioito di questa sentenza! Magari quegli stessi che in Parlamento hanno applaudito Mastella. Il potere politico semplicemente si è gioiosamente specchiato nel potere giudiziario. Ma sempre di potere si tratta. Le inchieste sembrano l’ultimo interesse di questo paese scollato, deluso, umiliato, stanco. Che ha giornali quotidiani che sembrano bollettini di guerra, che regala ai giovani la prospettiva di dignitose vite da disperati, che sta tutto nell’immondizia napoletana e nelle magagne criminose e nell’incapacità di dimettersi e di colpire le responsabilità.

Luigi De Magistris e la sua vicenda dimostrano che oggi non esistono speranze al di fuori di grandi individualità e che il sistema è morto e la speranza coincide con quella che si chiama iniezione esterna. I poteri non hanno deciso la via del compromesso e di un cambio lento, ma si arroccano sulla montagna di immondizia. E ‘ una scelta che può avere drammatiche conseguenze perché un paese può arrivare a un punto di sopportazione ma poi si “incazza”. Nonostante i toni pacati di questa lettera sentiamo un senso di rabbia che se si potesse manifestare in forza butterebbe all’aria istituzioni, partiti e parlamento e getterebbe i pezzi in mare come in un dimenticatoio perenne. Non riusciamo a esprimere con parole quello che è un senso di vuoto. Davvero non sappiamo quale è la via. Non ci sono vie…..E ci piacerebbe pensare che cosa ne pensano i migliaia di calabresi che accorrevano desiderosi a firmare a sostegno dell’indipendenza della magistratura o che ascoltavano in silenzio in una notte d’agosto di Soverato un’assemblea pubblica nella quale il dott. De Magistris illustrava lo stato delle cose. Noi abbiamo visto questo miracolo, questo senso di speranza legato ad inchieste e legato al lavoro onesto di un magistrato. Forse nessuno si è reso conto che quei cittadini calabresi si legavano col cuore a null’altro che a ciò che dovrebbe essere la dovuta normalità, e cioè un magistrato che lavora e una classe politica corrotta che andava punita. Cioè siamo arrivati al punto di manifestare con passione viva un desiderio di normalità. Qui infatti la normalità non esiste. La normalità viene gambizzata ed esemplarmente punita. Non ci sono parole oggi per esprimere un senso di riconoscenza al dott. De Magistris che probabilmente condividiamo con i calabresi onesti e non eroi che vivono e pretendono normalità. Una riconoscenza perché abbiamo rivisto, grazie a lui, l’immagine di una prospettiva e un senso di passione civile in questa terra davvero insoliti. Ma è da quella passione civile che occorre ripartire. Non vi sono Cassazioni in cui riporre fiducia purtroppo ma solo un senso di disgusto e speranza che deve farsi proposta, rigetto, distruzione e costruzione. Non vi sono dubbi. Le code ai banchi firma, la gente incollata ai teleschermi, la gente pronta a scendere in piazza non deve dimenticare e noi siamo certi che non dimenticherà. Non vi può essere potere che affossi quella forza che viveva negli animi. Ne siamo spettatori e sappiamo quel che diciamo. Esiste, dopo il fallimento di tutte le soluzioni di mediazione, una comunità di cuori e spiriti che deve ricostruirsi, capirsi e inventarsi un senso. In questa comunità che deve cominciare a parlare e costruirsi sta davvero riposta la speranza concreta di un cambiamento. La via non la conosciamo. Ma è un qualcosa che esiste, vive ed oggi, dopo questa sentenza, ha trovato ancora di più il suo nemico: il potere, l’impunità, il vecchio, la paura.
ASSOCIAZIONE UNIVERSITARIA CALABRESE ULIXES
http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/post/1758949.html

Neva
24-01-08, 19:02
Dico addio alla casta dei giudici

di Luigi De Magistris
Giochi di potere. Lottizzazione. Nessuna difesa dei colleghi sotto tiro. Con una dura lettera d'accusa il pm di Catanzaro si dimette dall'Anm. Ecco il testo in esclusiva

http://data.kataweb.it/kpm2eolx/field/foto/foto/1977270


Luigi De Magistris
Ecco la lettera con la quale il pm Luigi De Magistris si dimette dall'Associazione nazionale magistrati (come già aveva fatto la collega Ilda Boccassini due settimane fa), dopo la decisione del Csm di rimuoverlo dalla sede di Catanzaro e dall'ufficio di pm.


Già da alcuni mesi avevo deciso - seppur con grande rammarico - di dimettermi dall'Associazione nazionale magistrati. I successivi eventi che mi hanno riguardato, le priorità dettate dai tempi di un processo disciplinare tanto rapido quanto sommario, ingiusto ed iniquo, mi hanno imposto di soprassedere.
Adesso è il tempo che 'tutti i nodi vengano al pettine'.

Vado via da un'associazione che non solo non è più in grado di rappresentare adeguatamente i magistrati che quotidianamente esercitano le funzioni, spesso in condizioni proibitive, ma sta - con le condotte ed i comportamenti di questi anni - portando, addirittura, all'affievolimento ed all'indebolimento di quei valori costituzionali che dovrebbero essere il punto di riferimento principale della sua azione.

L'Anm - che storicamente aveva avuto il ruolo di contribuire a concretizzare i valori di indipendenza interna ed esterna della magistratura - negli ultimi anni, con prassi e condotte censurabili ormai sotto gli occhi di tutti, ha contribuito al consolidamento di una magistratura 'normalizzata' non sapendo e non volendo 'stare vicino' ai tanti colleghi (sicuramente i più 'bisognosi') che dovevano essere sostenuti nelle loro difficili azioni quotidiane spesso in contesti di forte isolamento; ha fatto proprie tendenze e pratiche di lottizzazione attraverso il sistema delle cosiddette correnti; ha contribuito - di fatto - a rendere sempre più arduo l'esercizio di una giurisdizione indipendente che abbia come principale baluardo il principio costituzionale che impone che tutti i cittadini siano uguali di fronte alla legge.
http://oas.repubblica.it/RealMedia/ads/adstream_nx.ads/espressonline.it/es/interna/1394037878@Top,TopLeft,TopRight,Left,Right,Middle, Position1,x41,x42,x43,x44,x45,x46,Bottom!Middle (http://oas.repubblica.it/RealMedia/ads/click_nx.ads/espressonline.it/es/interna/1394037878@Top,TopLeft,TopRight,Left,Right,Middle, Position1,x41,x42,x43,x44,x45,x46,Bottom!Middle)


L'Anm è divenuta, con il tempo, un luogo di esercizio del potere, con scambi di ruoli tra magistrati che oggi ricoprono incarichi associativi, domani siedono al Csm, dopodomani ai vertici del ministero e poi, magari, finito il 'giro', si trovano a ricoprire posti apicali ai vertici degli uffici giudiziari. È uno spettacolo che per quanto mi riguarda è divenuto riprovevole.

Anche io, per un periodo, ho pensato, lottando non poco come tutti i miei colleghi sanno, di poter contribuire a cambiare, dall'interno, l'associazionismo giudiziario, ma non è possibile non essendoci più alcun margine.

Lascio, pertanto, l'Anm, donando il contributo ad associazioni che, nell'impegno quotidiano antimafia, cercano di garantire l'indipendenza concreta della magistratura molto meglio dell'associazionismo giudiziario.

Non vi è dubbio che anche il Consiglio superiore della magistratura, composto da membri laici, espressione dei partiti, e membri togati, espressione delle correnti, non può, quindi, non risentire dello stato attuale della politica e della magistratura associata.

I magistrati debbono avere nel cuore e nella mente e praticare nelle loro azioni i principi costituzionali ed essere soggetti solo alla legge.

So bene che all'interno di tutte le correnti dell'Anm vi sono colleghi di prim'ordine, ma questo sistema di funzionamento dell'autogoverno della magistratura lo considero non più tollerabile. Il Csm deve essere il luogo in cui tutti i magistrati si sentano, effettivamente, garantiti e tutelati dalle costanti minacce alla loro indipendenza.

Non è possibile assistere ad indegne omissioni o interventi inaccettabili dell'Anm, come ad esempio negli ultimi mesi, su vicende gravissime che hanno coinvolto magistrati che, in prima linea, cercano di adempiere solo alle loro funzioni: da ultimo, quello che è accaduto ai colleghi di Santa Maria Capua Vetere.

Non parlo delle azioni ed omissioni riprovevoli - da parte anche di magistrati, non solo operanti in Calabria - sulla mia vicenda perché di quello ho riferito alla magistratura ordinaria competente e sono fiducioso che, prima o poi, tutto sarà più chiaro. (24 gennaio 2008)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Dico-addio-alla-casta-dei-giudici/1977232&ref=hpsp