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Carmelo C.
06-10-07, 23:58
Un cromosoma in laboratorio: la vita non è più un miracolo

Craig Venter ancora una volta stupisce il mondo. In un'intervista rilasciata al quotidiano britannico Guardian, il biologo-imprenditore americano afferma di aver creato il primo cromosoma artificiale. La notizia dovrebbe essere ufficializzata lunedì prossimo nel corso del congresso annuale del suo istituto scientifico di San Diego in California.

Venter non è nuovo a questi annunci a sorpresa. Nel 2001, ad esempio, la sua compagnia, la Celera Genomics, annunciò di aver decodificato il genoma umano battendo sul tempo il Progetto Genoma Umano, un gruppo che riuniva scienziati da tutto il mondo.

Oggi Venter afferma di aver "costruito" in laboratorio un cromosoma, la base della vita. Il cromosoma è quel filamento di Dna impacchettato in una struttura proteica che si trova nel nucleo delle cellule e che porta su di sé l'informazione genetica di ogni organismo, i suoi caratteri ereditari, ovvero le istruzioni che gli permettono di diventare ciò che è. Nei laboratori di Venter, un'équipe di 20 scienziati capeggiati dal premio Nobel Hamilton Smith sarebbe riuscita nell'impresa partendo da un cromosoma esistente, quello del batterio Mycoplasma genitalium. Questo batterio, che vive nelle cellule dei genitali dei primati, è una delle forme di vita più piccole che si conoscano ed ha un unico cromosoma. Ebbene, proprio questo cromosoma è stato preso dagli scienziati di Venter, "spogliato" di un quinto delle sue caratteristiche genetiche e quindi "ricostruito" con sostanze di sintesi fino a farne un filamento lungo 381 geni.

Il cromosoma, battezzato Mycoplasma laboratorium, è stato poi inserito nella cellula vivente di un batterio. I ricercatori sperano così che, in un secondo momento, il cromosoma prenda il controllo dello sviluppo di questa cellula, creando così una nuova forma di vita. Questa tecnica è stata già sperimentata con successo, del resto, dallo stesso gruppo di ricerca. In quel caso, però, ad essere inserito nella cellula di un batterio era il genoma naturale proveniente da un altro batterio esistente in natura con il risultato di modificare la specie di origine della cellula. Oggi, Venter ci prova con un Dna parzialmente artificiale, ma si è detto "convinto al 100%" che l'esperimento riuscirà.

L'annuncio è destinato naturalmente ad aprire una controversia sulle applicazioni della ricerca e sui suoi risvolti etici. Venter ha dichiarato al Guardian che ci troviamo di fronte a «un passo filosofico cruciale per la storia della nostra specie: passiamo dalla lettura del codice genetico alla capacità di scriverlo. Questo ci dà la capacità ipotetica di fare cose mai contemplate in precedenza». E già parla di possibili applicazioni: batteri in grado di catturare e distruggere l'anidride carbonica in eccesso, risolvendo così il problema del riscaldamento globale, oppure carburanti fatti esclusivamente di zucchero.

Ma, sullo stesso Guardian, Pat Mooney, direttore dell'organizzazione canadese di bioetica Etc Group, si mostra perplesso e parla di una «sfida gigantesca», gravida di rischi per i popoli e i governi.

Autore: Cristiana Pulcinelli
Data: 6 ottobre 2007
Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=69436
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